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Anagrafe tributaria Il Grande Fratello, un drone con vista acuta

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                                                      Anagrafe tributaria

Lo chiamano ‘il Grande Fratello’, per la legge è l’ Anagrafe tributaria avrà sensi acuti, occhi e olfatto da levriero, per arrivare dove prima il contribuente s’illudeva fossero aree interdette al fisco. Da oggi le tasche degli italiani saranno rivoltate, anzi esposte ai raggi X, o forse a quelli gamma y, dipenderà dalla consistenza del portafogli..

Ieri era il termine ultimo in cui banche, poste, operatori finanziari, dovevano inviare un flusso enorme di dati all’Agenzia delle Entrate, si stima che siano intorno ai 500 milioni. I saldi di tutti i movimenti, transazioni via web o vie convenzionali, dovranno essere trasmessi all’Anagrafe dei rapporti finanziari. Nessuno, o pochi, hanno sviluppato immunità verso le lenti impietose del fisco, i passaggi diventano sempre più stretti in materia d’imposizione, e tutto passerà al vaglio del ‘grande fratello’, pronto a lanciare i suoi ‘strali’ qualora emergessero dalle analisi importi sospetti nei crocevia dei controlli.

C’è da convincersi che scatterà una maxi operazione di controlli incrociati; il Garante sulla privacy ha chiesto garanzie per i dati dei contribuenti ormai già trasmessi, misure di sicurezza più ampie, e rispetto dei principi fondamentali sulla privacy, auspicando che tutti i dati siano poi distrutti dopo 6 anni. La risposta dell’Anagrafe è stata ‘rassicurante’ in tal senso: i controlli non saranno generalizzati, gli accertamenti verranno avviati solo verso coloro che presenteranno incongruenze tra i redditi dichiarati e quelli effettivi dei movimenti rilevati.

Ogni passo compiuto attraverso trasferimenti di denaro, lascerà la sua orma. Si stima che l’evasione, in termini concreti, ammonti a 90 milioni di Euro l’anno. Si spera almeno che il cosiddetto ‘tesoretto’ serva poi ad alleggerire il carico fiscale del futuro.
Saranno email certificate o semplici format da trasmettere su canali informatici già predisposti, a fare confluire sui sistemi dell’Agenzia questa mole enorme di documenti.

Lo Stato indubbiamente è affamato, e chi ha fame aguzza l’ingegno, tanto per dirla con un luogo comune, ma perché aspettare così tanto prima d’intervenire con misure efficaci, che già, è stato dimostrato, producono frutti importanti per l’Erario?
C’è da dire che proprio l’Erario ha già fatto i suoi conti su queste entrate ‘straordinarie’, provenienti da circuiti sommersi di reddito, che fino ad oggi, magari, beneficiavano di strategie non esposte agli occhi indiscreti del fisco, e da oggi invece saranno controllate ‘a vista’.

Già nel 2015 il rientro a favore del fisco è stato consistente: si tratta di un importo che si aggira sui 15 miliardi di Euro, risorse ricondotte nelle casse dello Stato, recuperate con le buone o con i mezzi ‘ortodossi’ di riscossione, comunque riportate nei binari delle finanze pubbliche.

Se si fa un confronto con le somme recuperate nel 2006 (peraltro l’anno in cui fu introdotto il sistema di misurazione per incassi), per esempio, l’incremento risulta essere pari al 240%. Un incredibile passo avanti nella lotta all’evasione. Nel 2015 l’Agenzia delle entrate ha inviato le famose lettere ‘per la compliance’, ossia un invito al cittadino inadempiente a fare ‘pace’ con il fisco, risolvendo in modo conciliante le intemperanze in materia di ‘fughe’ dai propri doveri di contribuente, a volte fughe ‘rocambolesche’, ma non passate inosservate, e pertanto bloccate in tempo.

Le sanzioni per i ‘pentiti’ sono meno dolorose, tanto che circa 150 mila cittadini hanno deciso di accettare, lo scorso anno, l’invito a mettersi in regola con l’Agenzia, versando, in modo più o meno spontaneo, la considerevole cifra di 250 milioni di Euro. Poiché l’invito a collaborare si è rivelato efficace, questa strategia sarà valida anche per l’anno in corso. Il contribuente che salderà le pendenze con il fisco non sarà accolto con gli onori riservati al ‘figliol prodigo’, ma si stabiliranno rapporti più chiari e trasparenti, e sono previste ‘indulgenze’ per chi collabora.

Si conta di rendere più flessibili e veloci le procedure, di modernizzare il sistema, di fornire risposte chiare agli interpelli e alle istanze, insomma di rendere più efficace il processo burocratico, tutto nell’interesse di un recupero basato sull’efficienza dei mezzi normativi a disposizione.
Lo Stato, tramite il fisco, acquisirà ogni dato che riguardi i nostri movimenti di denaro, rivolterà tutto per fare emergere eventuali atti che finiscono nel torbido, e quindi nell’illecito.

Entrerà a pieno regime l’Anagrafe dei rapporti finanziari, si stima che saranno circa 40 milioni i correntisti che passeranno nelle esigue maglie dei controlli. Verranno comunicati i saldi dei conti bancari relativi agli ultimi anni, il totale degli accrediti e addebiti durante l’anno, nonché la giacenza media annua delle somme rilevate. Bancomat e carte di credito saranno oggetto di severi controlli, così come le cassette di sicurezza, libretti di risparmio, e tutto ciò che documenta e traccia le transazioni.

Gli evasori hanno i ‘giorni contati’? Si spera che anche lo Stato, e non solo il cittadino qualunque (debitore), come richiama un articolo del Cod. Civile (N. 1176), si comporti con la diligenza del buon padre di famiglia, e non si accanisca laddove non esistono nemmeno i mezzi per coprire sanzioni esorbitanti, ma persegua coloro che davvero nascondono redditi cospicui sommersi e ben occultati.

Il Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria, dichiara: “Il cittadino onesto non ha nulla da temere. Ma questo nuovo strumento può essere utile visto che in Italia c’è uno scarto molto alto tra accertato e riscossione: accade che non si riesca a riscuotere” le cartelle fiscali “perché il destinatario dell’accertamento risulta nullatenente”. E con l’incrocio dei dati della dichiarazione dei redditi e dei movimenti sul conto corrente il fisco avrà un’arma in più per scovare questi “furbetti”. Con un risvolto positivo anche sui conti pubblici.”

Il riferimento alla perequazione tributaria, attraverso il rispetto dei principi di equità e giusta ripartizione del carico tributario (in ottemperanza dell’art. 53 della Costituzione), in merito alla capacità contributiva, è un rimando naturale, si direbbe.
Però l’impressione è che la giustizia, anche in materia fiscale, non sia una bilancia ‘esatta’. Se si pensa ai patteggiamenti firmati alla fine di dicembre, tra ‘Apple’ e l’Agenzia delle entrate, gli ‘sconti’ sono davvero impressionanti.

Apple, per evasioni che riguardavano gli anni d’imposta che vanno dal 2008 al 2013, ha versato all’Erario 318 milioni di Euro, a fronte di un’evasione calcolata sugli effettivi 879 milioni di Euro. Così è stato chiuso il contenzioso, diciamo pure a buon mercato per la multinazionale. Non sempre, in rapporto ai mezzi disponibili, accade così per le famiglie colpite dalle ‘ire’ del fisco.

Chissà perché accade che proprio con i contribuenti che non possono permettersi di affrontare sanzioni durissime – a volte flessibilità e indulgenza diventano termini relativi, e le testimonianze al riguardo sarebbero davvero tantissime.
Più o meno lo stesso trattamento è stato riservato alle altre multinazionali, oltre Apple, che avevano oneri in sospeso con l’Agenzia delle Entrate, come Google, che ha evaso per circa 300 milioni di Euro, e ha chiuso il contenzioso con un importo certamente di molto inferiore a quello che doveva.

E’ con questo spirito d’eccessiva indulgenza verso i grandi – che invece possono permettersi di saldare le pendenze con il fisco – che bisognerebbe confrontarsi, quando si parla di evasione, mentre ci si trova davanti a soggetti, famiglie, impossibilitati ad affrontare sanzioni fuori misura, non di rado per atti pregressi, non conciliabili con le situazioni attuali. In funzione dell’applicazione del principio di equità, dovrebbero entrare in merito anche questi ragionamenti, perché proprio al principio di capacità contributiva ci si ispira, come possibile limite alla retroattività delle norme tributarie impositive.

vivicentro.it-blogger-virginia-murru / Anagrafe tributaria : il Grande Fratello, un drone con vista acuta (di Virginia Murru)

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Zavettieri : “Mi aspetto una grande Juve Stabia” (VIDEO)

Le Parole di Nunzio Zavettieri

Per la consueta conferenza stampa della vigilia del match tra la Fidels Andria e la Juve Stabia, si è presentato in sala stampa al “Comunale” di Casola di Napoli il tecnico della Juve Stabia Nunzio Zavettieri.

Ecco le parole del trainer calabrese in vista del match del “Degli Ulivi”:

“La squadra ha lavorato bene questa settimana, abbiamo lavorato per recuperare la condizione dopo la sosta pasquale, confidiamo di fare una grande prestazione domani ad Andria. Siamo reduci da una sconfitta nel derby, anche se la prestazione non è stata negativa. Abbiamo sempre risposto bene dal punto di vista delle prestazioni, domani dovremo sfoderare un’altra grandissima prestazione per poter portare a casa punti da un campo difficile come il Degli Ulivi, l’Andria ha la miglior difesa del girone e non subisce gol da 5 partite, è una squadra equilibrata e dovremo stare molto attenti alle loro ripartenze, se vogliamo fare punti dobbiamo essere concentrati fino alla fine e dobbiamo avere fame di punti dal primo all’ultimo minuto, dobbiamo mettere in campo tanta cattiveria e fame. Dobbiamo trovare l’equilibrio giusto per affrontare una squadra che ha bisogno degli ultimi punti per raggiungere la salvezza, mi aspetto una grande Andria, ma mi aspetto anche una grande Juve Stabia con tanta fame. Salvezza? Ci aspettavamo di essere in una posizione diversa, ora abbiamo tanta pressione perché la classifica è cortissima. Non dobbiamo avere paura della classifica ma dobbiamo avere la consapevolezza che siamo una grande squadra. Dobbiamo rispettare l’Andria ma anche loro devono temerci perché vogliamo salvarci presto, meritiamo la salvezza. Infortunati? Sono tutti convocati, qualcuno non è al meglio e devo valutare bene le condizioni, ma bene o male ci sono tutti. Mi aspetto una grandissima Juve Stabia.”

vivicentro.it-juve-stabia-news / Zavettieri : “Mi aspetto una grande Juve Stabia”

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Sentite La Stampa: “Higuain non rinnova e minaccia l’art.17”

“Sotto attacco”

Così apre l’edizione odierna de La Stampa. Il quotidiano di Torino scrive: “Le big d’Europa fanno la spesa in serie A: Psg e Bayern pronte al blitz per Higuain. Nonostante il prezzo di listino di 94 milioni, stabilito dalla clausola rescissoria, gli interessati non mancano. Anche perché lo stesso Pipita coltiva, neanche tanto segretamente, il pensiero che giugno possa essere il momento giusto, e anche più redditizio, per salutare il Napoli. De Laurentiis ha provato in tutti i modi a blindarlo, proponendogli il rinnovo dell’attuale contratto dal 2018 al 2020 (con ingaggio ritoccato fino a 7 milioni annui), ma da Higuain o chi per lui, come il fratello procuratore Nicolas, non è giunta alcuna risposta. Il guaio è che non c’è il silenzio assenso della pubblica amministrazione. Il Pipita e il suo entourage sono sicuri di convincere il presidente azzurro a una cessione sui 50-60 milioni, tutti e subito, tra mancate risposte alle richieste di rinnovo e la minaccia dell’articolo 17 della Fifa: ovvero, la possibilità di svincolarsi dietro indennizzo, dopo tre anni di contratto e il ventottesimo anno di età. Un cavillo che è come la bomba atomica: si minaccia ma non si usa. Il compratore, nel caso, ci sarebbe già e somiglia più al Psg che al Bayern”.

Higuain ha segnato più dell’intera Udinese quest’anno: i dati

I dati

Un dato singolare contraddistingue la gara di domenica della Dacia Arena: il solo Gonzalo Higuain ha segnato quest’anno più di tutta l’Udinese, 29 goal contro i 26 totali. Sarà proprio il Pipita l’arma (nemmeno così) segreta per vincere in terra friulana e rompere un tabù che dura addirittura da nove lunghi anni. Sì, proprio così: il Napoli non batte l’Udinese dal 2 ttembre 2007, dal famoso 5-0 all’esordio in trasferta in Serie A con Ey Reja in panchina. Intanto il bomber argentino ha l’occasione per un altro record: diventare il miglior capocannoniere di sempre del Napoli in un campionato di Serie A, superando Edinson Cavani a quota 29.

Trapattoni: “Vi pare che mi metto a tirar giù il bestemmione?”

Le sue parole

La telecronaca di Giovanni Trapattoni, durante Germania-Italia, ha dato vita ad un bel po’ di polemiche. A La Repubblica dichiara: “Mi è scappata, cosa devo dire? La diretta frega, il trasporto emotivo fa parte di me. Non ho studiato pedagogia o deontologia, non sono mica un professorone. Orcozio è un modo di dire popolare dalle mie parti, io sono cattolico praticante, avevo una sorella suora, ho portato in panchina l’ampolla con l’acqua benedetta, vi pare che mi metto a tirar giù il bestemmione? Non chiedo scusa a nessuno, se non sto più bene, beh, me lo dicano e io rimango a casa senza mettermi a piangere. Vivo lo stesso anche senza le telecronache. Io ho fatto la storia del calcio italiano, portate pazienza”.

Mediaset-Napoli, tutto sta per rientrare

I dettagli

La Gazzetta dello Sport dedica ampio spazio alla polemica in atto tra il Napoli e Mediaset: “Non sarebbe solo un attentato alla libertà di cronaca ma anche una violazione degli obblighi contrattuali. Per questo la minaccia del Napoli di vietare le interviste a Mediaset, anche allo stadio, in risposta a un servizio sgradito su Higuain, è destinata a rientrare. Nelle ultime ore è intervenuta la Lega esercitando una moral suasion nei confronti del presidente De Laurentiis, tanto lungimirante e geniale nella gestione del suo club quanto patronale e, a volte, decisamente fuori misura nei rapporti con i media. La Gazzetta ne sa qualcosa… Nel weekend torna il campionato, domenica gli azzurri giocano a Udine e solo allora scopriremo se il club passerà dalle parole ai fatti oppure se, come sembra, desisterà in nome del buon senso. Tuttavia, il comunicato stampa del Napoli resta inaccettabile, indipendentemente dalla veridicità o meno dei contenuti del servizio. Il sogno di qualsiasi uomo di potere – che sia un capo di governo o semplicemente il presidente di una squadra – sarebbe quello di avere a che fare con una stampa benevola, celebrativa, che non ficchi il naso negli affari. Nel calcio, purtroppo, si sono spesso verificate ritorsioni, più o meno gravi, per un articolo maldigerito: giornalisti – è capitato anche ai nostri – minacciati, dileggiati, banditi, lasciati fuori dai centri d’allenamento. Qui però non è in gioco solo il diritto di cronaca (che poi sarebbe il dovere d’informare) ma anche il contratto dei contratti, quello da cui dipendono la Serie A e tutto il calcio italiano: Mediaset, assieme a Sky, assicura 943 milioni all’anno per i diritti in pay tv. Inoltre il Biscione vanta i diritti accessori che le consentono la priorità nelle interviste pre e post-partita e il botta e risposta con un giocatore nell’intervallo. Badate bene, il contratto dei broadcaster è con la Lega ed è per questo che la Lega si sta adoperando tenacemente, consapevole che non esiste scappatoia: le interviste sono un obbligo, altrimenti si va dritti in tribunale. Le società, in caso di silenzio stampa, sono obbligate a mandare davanti alle telecamere un dirigente di alto livello. Ma il diniego assoluto a una delle emittenti licenziatarie proprio non è contemplato. C’è di più. Il Napoli è una di quelle 15 società di A ad aver ceduto a Mediaset in esclusiva i diritti d’archivio che comprendono la diretta delle conferenze stampa pre-partita degli allenatori. In questo caso si tratta di un contratto individuale. Facciamo saltare anche questo?”

Si ferma Reina, salterà l’Udinese?

Il dubbio di Sarri e il problema del portiere

Onnipresente in questo campionato, Pepe Reina si è bloccato in allenamento oggi e rischia seriamente di non essere in campo domenica ad Udine. Per il portiere spagnolo lavoro differenziato a causa di un affaticamento muscolare al gemello mediale destro. Le sue condizioni verranno valutate nelle prossime 48 ore, ma il vice Gabriel scalda i motori.

Udinese-Napoli, novità importante per Sarri

Le probabili formazioni

La Gazzetta dello Sport propone le probabili formazioni di Udinese-Napoli. De Canio sembra orientato a schierare un 3-4-1-2. Davanti a Karnezis, la linea difensiva sarà composta da Heurtaux, Danilo e Felipe. A centrocampo Widmer, Kuzmanovic, Halfredsson e Armero. Fernandes trequartista alle spalle di Duvan e Thereau. Nel Napoli spazio ai titolarissimi, anche se c’è il dubbio legato alle condizioni di Pepe Reina, potrebbe giocare Gabriel.

Ionita: “Il Napoli mi voleva ma qualcosa è andato storto”

Le sue parole

Artur Ionita, centrocampista moldavo del Verona, ha rilasciato alcune dichiarazioni a goal.com:

Parlando di Serie A, chi vedi favorito tra Juventus e Napoli?

“Il Napoli gioca un bellissimo calcio e ha un giocatore pazzesco come Gonzalo Higuain che rende tutto possibile, in Italia però sono già convinti che vincerà la Juve. Il duello, a mio avviso, è ancora aperto” .

Confermi che il Napoli era interessato a te nella finestra di gennaio?

“Sì, ci sono stati colloqui tra il Verona e gli azzurri. Non conosco i dettagli perchè ero infortunato e pensavo più al mio ritorno in campo, fatto sta che qualcosa è andato storto e la trattativa è saltata”

Il miglior giocatore della A?

“Gonzalo Higuain. E’ in una forma incredibile, giocherà questo finale di stagione ad altissimo livello” .

Higuain apprezza la difesa strenua del Napoli

Il Pipita non si preoccupa di Bargiggia

Mentre la furia di De Laurentiis si abbatteva su Mediaset e le “bombe” di Paolo Bargiggia Gonzalo Higuaìn era placidamente in aereo, isolato dal mondo, in attesa che l’uccello d’acciaio completasse il viaggio transoceanico. Non poteva immaginare che fosse lui, o meglio il suo futuro, il nuovo dardo della polemica che si è accesa tra il Napoli e la stampa. Ma a Gonzalo poco importa: soprattutto perché del presunto scoop totalmente smentito dal Napoli non c’è di vero nulla. Il rinnovo non c’è ancora, ma non vuol dire che non ci sarà. E se qualcuno avesse avuto la possibilità di viaggiare in compagnia di Gonzalo durante il lungo viaggio dall’altra parte del mondo all’Italia, probabilmente non avrebbe avuto risposte sul futuro dell’attaccante argentino. Anzi, chi ha carpito le parole di Higuaìn ha inequivocabilmente sentito un “Sono carico, torno in forma e pronto per ricominciare a segnare”. Perché è di questo che si preoccupa Higuaìn. Non del suo contratto (che scadrà tra due anni, non tra due mesi) né tantomeno di Bargiggia (che neanche conosce) e sicuramente non di calciomercato, argomento a cui tutti i calciatori – o quasi – sono allergici.

ANDARE IN CAMPO contro l’Udinese e riprendere a fare gol, esattamente dove si era fermato. Vincere ancora per tenere testa alla Juventus, dando per scontato che i bianconeri vinceranno anche contro l’Empoli. E se poi dovessero pareggiare o perdere… beh ci penserà Higuaìn a far sognare davvero i tifosi. Intanto il Pipita ha apprezzato la strenua e decisa difesa del club, che vuole allontanare qualsiasi forza destabilizzante. È arrivato a Castelvolturno ieri nel primo pomeriggio. Niente allenamento, ma soltanto una serie di massaggi rilassanti e defaticanti per smaltire la stanchezza e lo stress del viaggio. Un po’ di jet lag da superare e oggi Higuaìn sarà in campo per riprendere il discorso esattamente lì dove si era fermato.

Il Roma

Auto lesionista

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             Auto lesionista MASSIMO GRAMELLINI

 Auto lesionista – Non è un momento facile per le donne al volante. Mentre la ministra ombra Guidi finiva fuoristrada (e finalmente in prima pagina) per un aiutino legislativo alla sua anima Gemelli, l’icona della fu-Forza Italia faceva un frontale con la sua sagacia, già messa a dura prova quando immaginò dei neutrini che sfrecciavano in un tunnel sotto il Gran Sasso senza neanche la cintura di sicurezza e il libretto di circolazione. In un video elettorale Maria Stella Cadente Gelmini critica la pratica della giunta Pisapia di multare gli automobilisti milanesi per rimpinguare le casse esangui del Comune. Il problema è che dietro di lei, a favore di telecamera, sorridono tre auto in sosta vietata.

O la Gelmini intende lanciare il messaggio iperliberista che ciascuno ha diritto di parcheggiare la sua auto dove gli garba, anche sui mocassini del vigile urbano. Oppure non si è accorta di predicare il verbo innocentista in flagranza di reato. Come se avesse registrato un appello a favore della cucina vegana addentando una bistecca al sangue. Escluso che una berlusconiana di razza ignori l’importanza dell’immagine, se ne deve dedurre che l’unica che le stia a cuore sia la sua. Al punto da non accorgersi delle gomme più o meno sgonfie che la circondano.

vivicentro.it-opinione / lastampa / Auto lesionista MASSIMO GRAMELLINI

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La strada dritta per una scelta obbligata

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La scelta compiuta ieri da Federica Guidi FEDERICO GEREMICCA

Le dimissioni della ministra dimissionaria per lo Sviluppo economico Federica Guidi

Anche in politica, a volte, esistono vie dritte: decisioni che vanno al cuore del problema, evitando sotterfugi, dilazioni e improbabili arrampicate sugli specchi. La scelta compiuta ieri da Federica Guidi, ministra dimissionaria per lo Sviluppo economico, è una di queste.

Sorpresa a premere per l’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità che avrebbe economicamente favorito il suo compagno (circostanza sulla quale indaga la magistratura) Federica Guidi ha impiegato poche ore per assumere la decisione migliore.

Non era scontato, perché non è sempre andata così: ed è dunque giusto dar atto all’ormai ex ministra di una scelta certo inevitabile e doverosa, ma né facile né indolore.

Saranno i giudici a dire se l’approvazione dell’emendamento che ha dato il via libera al progetto «Tempa Rossa» (nuovo impianto di estrazione petrolifera in Basilicata) ha fruttato al suo compagno – Gianluca Gemelli – lavori in subappalto per un importo di due milioni e mezzo di euro. Quel che è certo, invece, è che le intercettazioni a disposizione della magistratura rivelano da sole – a sufficienza e in maniera inequivoca – un comportamento da parte della ministra Guidi incompatibile con la permanenza nel ruolo alla quale era stata chiamata due anni fa da Matteo Renzi.

E’ possibile, naturalmente, che la decisione delle dimissioni – maturata dall’ex ministra e condivisa dal Presidente del Consiglio – sia stata assunta per placare la bufera che ha immediatamente investito il governo, ed evitare guai peggiori. E’ possibile: ma questo nulla toglie al valore della scelta compiuta. Soprattutto in considerazione del fatto che in passato – un passato anche recente – non è sempre andata così.

La cronaca politica di questa legislatura – e non solo di questa – non è infatti avara di decisioni di segno diverso: ministri nella bufera per giorni e giorni prima di compiere una scelta (o alla fine rifiutando addirittura di compierla) inevitabile sia politicamente sia agli occhi dei cittadini. E’ inutile star qui ad elencare casi – da Maurizio Lupi a Nunzia De Girolamo, dalla Cancellieri a Josefa Idem – che dimostrano quanto questo sia vero. La novità, nei tempi e nei modi, è evidente: e non è inopportuno segnalarla.

Il caso, naturalmente, non è chiuso. Certamente non lo è giudiziariamente: almeno fin quando non sarà accertato dalla magistratura – e sancito con una sentenza – il fatto che il compagno di Federica Guidi abbia tratto un beneficio economico dall’intervento (questo invece già sicuro) dell’ex ministro. E ancor più certamente, il caso non è chiuso politicamente.

Del resto, a due settimane dal «referendum sulle trivelle» e ad un paio di mesi da elezioni amministrative importanti come mai, non è immaginabile che le opposizioni al governo abbassino i toni solo perché le richieste dimissioni della ministra Guidi sono affettivamente arrivate.

Giunta la notizia del suo abbandono, infatti, si è cominciato a chiedere a gran voce chiarimenti parlamentari, altre dimissioni (quella della ministra Boschi, per esempio, chiamata in causa nelle intercettazioni dalla Guidi in qualità di «controllore» degli emendamenti da accogliere o respingere) e perfino quelle dell’intero governo.

È un copione noto, che fa parte – da sempre – di una legittima polemica politica: assai depotenziata, stavolta, dalla decisione assunta dal tandem Renzi-Guidi. Mai come in questo caso, insomma, resistere-resistere-resistere, sarebbe stato un errore: ed è un bene che il presidente del Consiglio e la ministra dimissionaria lo abbiano capito per tempo.

vivicentro.it-editoriali / lastampa / La strada dritta per una scelta obbligata FEDERICO GEREMICCA

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STOP AL CEMENTO La Rete dei Comitati contro la cementificazione selvaggia

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                                                        STOP AL CEMENTO

STOP AL CEMENTO – Roma – Continua la lotta dei Comitati contro la cementificazione selvaggia e le relative delibere che, oltre a creare gravi disagi ai cittadini, metterebbero a rischio  il sottosuolo romano nelle aree di maggiore criticità.

Il 30 marzo una delegazione della Rete dei Comitati, del Forum Salviamo il Paesaggio di Roma e Lazio, la Carovana delle Periferie è stata ricevuta in Campidoglio mentre fuori, decine di persone, in rappresentanza dei vari comitati ed associazioni che aderiscono all’iniziativa, protestavano esponendo cartelli con la scritta “Stop al cemento”, “Morataoria subito”.

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa della Rete dei Comitati.

Comunicato Stampa

Oggetto: Incontro in Campidoglio con il Sub Commissario De Milato in rappresentanza di Tronca.

STOP AL CEMENTO

 

La delegazione della Rete dei Comitati, del Forum Salviamo il Paesaggio di Roma e Lazio, la Carovana delle Periferie, alle ore 17,00 del 30 Marzo 2016 è salita in Campidoglio per incontrare il Commissario Tronca presso la Sala delle Bandiere.

Decine di cittadini con gli striscioni dei Comitati hanno presidiato la piazza, tra gli altri veniva esposto quello con la scritta: “Stop Cemento, Moratoria Subito”.

Al confronto erano presenti i rappresentanti dei Dipartimenti Ambiente, Mobilità e Urbanistica.

L’unico assente era il Commissario Tronca, sostituito dal Sub Commissario De Milato.

La parola è stata data alla nostra delegazione che nei suoi interventi ha illustrato le sue richieste prioritarie: MORATORIA del CEMENTO con il blocco di tutte le delibere per salvare quello che rimane dell’Agro Romano, INCHIESTA INDIPENDENTE sulle evidenti violazioni come i Piani di Zona e sull’ammanco di soldi pubblici determinato dalla mala gestione dell’urbanistica, mettere in condizione di operare e di intervenire da subito il TAVOLO INTERDIPARTIMENTALE con l’attivazione di un organico piano di esplorazione, rilevamento, mappatura, monitoraggio e messa in sicurezza del sottosuolo nelle aree di massima criticità.

Il Sub Commissario, chiudendo l’incontro, ha affermato che nessuna delibera cementificatoria è stata firmata e non verrà firmata. Per quanta riguarda le altre richieste, riferirà al Commissario Tronca, impegnandosi a comunicare ai Comitati la decisione.

Roma, 30 Marzo 2016

LA RETE DEI COMITATI: Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Consiglio Metropolitano Partecipato di Roma, Comitato No Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera, Comitato di quartiere Roma XVI Pisana Estensi, Associazione Culturale Respiro Verde Legalberi, Q.R.E. Quartieri Riuniti in Evoluzione Municipio VI, Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani, Comitato Villa Blanc, Comitato Via Francigena via Labicana-via Casilina, Associazione Radicale Ecologista, Mobilitiamoci, Aspettare Stanca, associazione di promozione sociale, Comitato Roma XII per i beni comuni, CdQAxa Sicura, SOS Ambiente, ACRI-Gente di Aguzzano IV Municipio, Comitato per la Salvaguardia di Grottaperfetta Stop I-60, Comitato cittadino della Vittoria, Associazione Viviamo Vitinia O.N.L.U.S., Comitato Romano di appoggio al Movimento dei Sem Terra, Associazione Ottavo Colle, C.A.L.M.A. Coordinamento Associazioni del Lazio per una Mobilità Alternativa, Forum Territoriale Permanente del Parco delle Energie, CdQ Tor Bella Monaca, Sentinelle degli Alberi, Rete di Pace–Laboratorio Monteverde, Coordinamento Comitati Spontanei Ambientalisti, Coordinamento Agro Romano Bene Comune, Associazione Latium Vetus, Comitato Collina di Pietralata, No Cemento Roma Est, Sopra e sotto Quadraro.

Per info e comunicazioniGualtiero Alunni 3332152909 – Giuseppina Granito 3336954536

vivicentro.it-terza-pagina / STOP AL CEMENTO La Rete dei Comitati contro la cementificazione selvaggia

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Serve meno continuità e più cambiamento nel futuro di Confindustria

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                                             Confindustria: FRANCESCO MANACORDA

Quale Confindustria serve all’Italia? È una domanda alla quale Vincenzo Boccia, il nuovo presidente designato degli imprenditori, ha risposto ieri abbozzando il suo programma con un ossimoro adatto a tutti gli usi: «Continuità e cambiamento». Ma le vere risposte dovranno arrivare adesso dall’azione del neopresidente e della sua squadra. E pare difficile che in un mondo – quello sì – in rapidissimo cambiamento, la linea confindustriale possa essere davvero nel segno della continuità e non di una drastica mutazione.

Nel panorama politico dell’era Renzi – non è un mistero – i cosiddetti «corpi intermedi» hanno avuto una triste sorte. Sindacati dei lavoratori e associazioni imprenditoriali, in particolare, hanno visto svuotarsi rapidamente ruoli che ritenevano consolidati. Nel bilancio del dare e avere di questi anni gli imprenditori hanno probabilmente qualche ragione di soddisfazione in più dei sindacati, ma se allargano lo sguardo al quadro complessivo non possono certo essere contenti. Nonostante riforme importanti come quella del lavoro e nonostante iniezioni a colpi di 80 euro nella speranza di rinvigorire i consumi interni, la ripresa italiana per ora non si concretizza: le imprese esportatrici vivono meglio, quelle concentrate sul nostro mercato se la cavano peggio.

Boccia non si insedia sotto i migliori auspici: il voto ha spaccato quasi a metà il parlamentino degli industriali e nonostante le parole distensive del candidato sconfitto Alberto Vacchi, le truppe di chi ha perso parlano di un legame «corporativo» tra la grande industria pubblica o partecipata dal pubblico – sulla quale è evidente la presa del governo, non foss’altro che per le periodiche tornate di nomine – e i piccoli imprenditori che sono la stragrande maggioranza numerica delle nostre aziende ma che alcune volte difettano, proprio a causa delle dimensioni ridotte, della capacità di competere sui mercati internazionali dove la taglia media dei concorrenti è maggiore.

Eccessivo forse aspettarsi dal neopresidente, che è uomo di apparato confindustriale da anni, una rivoluzione in casa. Ma legittimo attendersi scelte che portino Confindustria a spingere per modernizzare il Paese. In concreto questo dovrebbe significare un rapporto non di sudditanza, ma di dialettica, con il governo e la politica. Dalla battaglia alla burocrazia, alla vera digitalizzazione, ai tempi della giustizia, alle risorse per la ricerca, sono molte le battaglie che gli imprenditori desiderosi di competere possono intraprendere pungolando anche i decisori pubblici. Sempre a patto che non si adagino nelle piccole e confortevoli nicchie dove si percepisce una qualche rendita di posizione. Il percorso molto difficoltoso del testo di legge sulla concorrenza è lì ad indicare quanto sia difficile far saltare tante incrostazioni che frenano il mercato.

La battaglia per la modernizzazione può servire all’Italia ma serve innanzitutto agli industriali, specie se non vogliono continuare a perdere consensi – e iscritti – tra i loro stessi associati. Se Confindustria non vuole trasformarsi solo in un grande centro servizi per le imprese – a Torino c’è un esempio in questo senso non proprio secondario dopo che la Fca è uscita dalle file dell’associazione – deve reinventarsi al più presto e giocare un ruolo più attivo che non sia solo quello della difesa di interessi di settore. Boccia ne è conscio; bisognerà vedere se vorrà e saprà farlo.

vivicentro.it-opinioni / lastampa / Serve meno continuità e più cambiamento nel futuro di Confindustria FRANCESCO MANACORDA

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Libia Nel Caos

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                                                       La guerra di Libia

La Libia e’ in piena guerra civile, lo e’ sempre stata dalla “destituzione” del Colonnello Gheddafi, le fazioni che se ne contendono il dominio sono molteplici e variegate, difficile poter fare anche un quadro incompleto della situazione esistente nel Paese.

ll Consiglio delle Nazioni Unite aveva riconosciuto in Fayez Al Sarraj, l’uomo giusto che sarebbe stato in grado di riunire i gruppi ribelli esistenti in Libia. Quando tutto lasciava sperare per il meglio, che i giochi in seno alle Nazioni Unite fossero stati fatti, gli eventi di ieri hanno rimesso in discussione gli accordi presi.

Sarraj, unitamente ai Membri del Consiglio Presidenziale del Governo di Concordia Nazionale libico, erano sono giunti via mare, senza alcuna protezione dell’Onu con una motovedetta libica partita dal porto di Sfaz. Sono stati tutti accolti non con gli onori militari, ne’ da una fanfara, ma da un crepitio d’armi non certo amiche.

La Citta’ di Tripoli, si e’ trasformata in una polveriera pronta ad esplodere, tutti i componenti il gruppo di Sarraj, sono stati costretti a barricarsi in una base navale vicina.

La Libia e’ come un mosaico, vi sono tanti gruppi armati, milizie mercenarie, infiltrati dell’Isis, che antepongono alle parole l’uso delle armi, Tripoli e’ una citta’ ingovernabile, le strade sono sbarrate, presidiate da gruppi armati che non si conoscono fra loro, non si distingue un nemico da un amico, basta un niente per ritrovarsi in un conflitto a fuoco e non sapere su chi sparare.

Il Governo di unita’ nazionale (Gnc), anche se non riconosciuto dall’Onu,dispone  di alcuni reparti dell’esercito, e della Marina ha fatto un appello a tutti i gruppi rivoluzionari perche’ si schierino contro l’ingresso di Fayez al Sarraj, considerarto un illegale. Il Premier del governo di Tripoli, Khalifa Ghwell, ha aggiunto in una conferenza stampa che Sarraj ha due opzioni,

1) Consegnarsi alle Autorità…………Quali? visto che regna la piena Anarchia.

2) Tornare a Tunisi………………………Considerato il suo paesello natio.

L’arrivo di Sarraj all’aeroporto militare di Mitiga era gia’ stato impedito dalle Autorità di Tripoli, che negli ultimi due giorni avevano chiuso a più riprese lo spazio aereo.

In Libia vi e’ il fondato timore che le milizie legate al Premier’ Khalifa Ghwell, al Presidente del Congresso di Tripoli (Gnc) Nouri Abusahmain e alla variegata galassia dei gruppi jihadisti, da un momento all’altro possano passare dalle parole ai fatti.

Tutti gli Stati liberati dalla dittatura con la “forza delle armi” parlo di Siria Iraq, Egitto, Libia e tanti altri ancora, sono caduti dalla padella alla brace.

Solo per fare un esempio:

In Libia abbiamo 2 Governi, 2 Parlamenti, centinaia di Milizie autonome,e flussi migratori incontrollabili. Chi ha sostenuto la caduta del Colonnello, si e’ poi “dimenticato” di garantire un futuro di Pace.

Stessa cosa dicasi per altri Stati liberati dalla Dittatura con la forza delle armi, milioni di persone sono state costrette ad abbandonare i loro territori dilaniati da guerre tribali e fratricide, centinaia di migliaia hanno trovato la morte in nome di una Democrazia che fa bella mostra di se solo sulla carta.

vivicentro.it-opinioni / Libia Nel Caos (Lo Piano – Saint Red)

Verso Benevento-Ischia, Mister Auteri : “Contro l’Ischia per un solo obiettivo”

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Mister Auteri, dopo l’allenamento sul campo di Paduli, interviene nella sala stampa di via Ariella per la conferenza che precede il match contro l’Ischia di sabato pomeriggio:

CONDIZIONE DELLA SQUADRA – Melara sta facendo un po’ di fatica a riassorbire una botta: probabilmente non sarà della partita sabato in modo da averlo alla prossima. Mazzarani è solo influenzato e quindi non dovrebbero esserci problemi. Dal punto di vista psicologico stiamo bene ma questo al momento ha poco peso: o si è reduci da una vittoria o da una sconfitta il modo di affrontare la gara successiva deve essere lo stesso. Veniamo da due ottime gare, con vittorie meritate e contro avversari difficili. Anche a Castellammare negli ultimi 20′ abbiamo mollato qualcosina ma noi siamo rimasti compatti e non abbiamo sofferto. Dal punto di vista fisico, poi, due gare ravvicinate non sono facili. Non pensiamo alle altre squadre, dobbiamo guardarle ma non sprecare energie nervose a pensare ai loro risultati. Affronteremo le partite restanti una alla volta senza pensare a due o tre gare dopo: il futuro è imponderabile per tutti. Nel calcio contano i valori ma devi sempre dimostrarli sul campo. Noi siamo concentrati sulla prossima gara e il pubblico deve venire a sostenerci perché non abbiamo nessuna intenzione di mollare nulla.

IL MATCH CONTRO L’ISCHIA – A prescindere dalla classifica ogni gara ha insidie: guai a sottovalutare qualcuno. A 6 giornate dalla fine pensare che l’Ischia possa fare da vittima sacrificale con la salvezza ancora da raggingere è impensabile. Noi dobbiamo solo pensare a vincere. Le partite facili “sulla carta” non esistono. Per sostituire Del Pinto ci sarà uno tra Vitiello e Angiulli; potremmo anche giocare con entrambe ma, a prescindere da chi gioca, dobbiamo pensare a fare la partita sapendo che l’Ischia non verrà a regalarci nulla. Potremmo anche cambiare qualcosa dal punto di vista tattico la andremo comunque alla ricerca “feroce” dei 3 punti.

Articolo tratto da IamCalcioBenevento.it

Del Genio: “A breve ci saranno importanti rinnovi”

Il giornalista Paolo Del Genio ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Kiss Kiss Napoli. Queste le sue parole:
“L’ Empoli cercherà sicuramente di fare bella figura contro la Juventus, anche come segno di gratitudine nei confronti dell’ ex allenatore che sta lottando per un traguardo importante.
Gabbiadini è stato poco fortunato in questa stagione: sia poiché ha davanti un fuoriclasse come Higuain, sia per l’ ottimo rendimento di Callejon sulla destra laddove avrebbe potuto avere un’ occasione.
Callejon e Albiol hanno fatto bene in questa stagione e si sono guadagnati la conferma, a breve ci sarà l’ annuncio del rinnovo. Quilon, il loro agente, si trova in città per discutere con la società”.

Marino: “Occhio alla trasferta di Udine, gli azzurri devono restare concentrati”

In occasione della prossima sfida tra Udinese e Napoli Pierpaolo Marino, ex dirigente sportivo di entrambe le società, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco le sue dichiarazioni:
“Una partita dai mille interessi per me che ho molto da raccontare con entrambe le squadre: vinca il migliore, anche se la classifica parla chiaro. Quella di Udine non è mai stata una trasferta facile per gli azzurri. Il Napoli deve affrontare la partita con la massima concentrazione per non incappare in una partita come quella di Bologna dove si trovò sotto di 3 gol in pochi minuti. L’ Udinese non merita l’ attuale posizione in classifica, il rendimento non è stato ottimale anche a causa dell’ infortunio di Zapata; il Napoli deve stare molto attento in quanto può influire anche il fattore campo.
Su De Roon posso dire che si tratta di un centrocampista dotato di grande personalità che Reja ha esaltato come diga davanti alla difesa. Gli azzurri hanno già Jorginho, l’ olandese può arrivare solo se verrà ceduto Valdifiori; staremo a vedere.
Nella corsa scudetto il Napoli deve sempre farsi trovare preparato, la Juventus può perdere qualche punto. Nulla è scontato, anche i bianconeri  dovranno affrontare otto finali: tutte le partite possono rivelarsi insidiose”.

La ministra Federica Guidi si dimette

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                                              La ministra dello Sviluppo Federica Guidi e il premier Renzi

La scelta della ministra Federica Guidi dopo la pubblicazione dell’intercettazione con il compagno indagato. Le opposizioni: vergogna, anche Renzi a casa

La ministra dello Sviluppo Federica Guidi si è dimessa. La decisione arriva dopo la pubblicazione dell’intercettazione in cui la Guidi racconta al compagno Gianluca Gemelli, indagato dalla Procura di Potenza, dell’«emendamento che dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato».

La Guidi scrive a Renzi: «Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese».

Intanto le opposizioni chiedono le dimissioni anche di Renzi e della Boschi (citata nella conversazione telefonica della Guidi). «Scandalo Tempa Rossa a Potenza. La misura è colma, si devono vergognare e andare a casa subito», dicono i capigruppo M5s di Camera e Senato, Michele Dell’Orco e Nunzia Catalfo. Il deputato M5S Danilo Toninelli afferma: «Renzi chieda scusa». Per la Lega, è il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio a spiegare che «stando agli atti, per il governo si profilano responsabilità gravissime. Renzi e Boschi devono rassegnare subito le proprie dimissioni. Ogni giorno appare chiaro che più che un esecutivo abbiamo a che fare con un comitato d’affari che utilizza la cosa pubblica per gli interessi privati delle rispettive famiglie. Prima Banca Etruria ora Tempa Rossa: con emendamenti o in consiglio dei ministri invece che degli interessi dei cittadini si occupano di risolvere questioni aziendali. È una vergogna! A casa subito».

Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, punta il dito soprattutto contro Matteo Renzi: «Lo scandalo Guidi? È l’ennesimo, mostruoso conflitto d’interesse di questo governo. Più che Guidi o Boschi la vera responsabilità è quella di Matteo Renzi. È lui che deve dimettersi. Al confronto Berlusconi era un principiante».

Anche Fratelli d’Italia chiede le dimissioni del premier e «dell’intero governo».«Ogni giorno – sottolinea la presidente di Fdi, Giorgia Meloni – emerge un nuovo conflitto di interessi di un ministro, ma è l’intero governo ad essere in perenne conflitto di interessi perché il governo Renzi è il governo delle lobby, delle banche e dei poteri forti. È un Esecutivo che fa gli interessi dei propri amici e dei propri protettori, non quelli del popolo italiano. Come abbiamo fatto con il ministro Boschi con lo scandalo di Banca Etruria, Fratelli d’Italia non chiede le dimissioni del ministro Guidi ma le dimissioni di Renzi e dell’intero governo».

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E’ morto Giorgio Calabrese, l’autore di “E se domani”

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                                                                   Giorgio Calabrese

Giorgio Calabrese aveva 86 anni. Suoi alcuni capolavori della canzone italiana. Le collaborazioni con i più grandi, da Mina a Celentano

E’ morto a Roma, all’età di 86 anni, Giorgio Calabrese. Paroliere e autore televisivo, aveva scritto alcuni capolavori della musica italiana, come E se domani. Tra i padri della “scuola genovese” – con Gino Paoli, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, i fratelli Reverberi, Luigi Tenco, Fabrizio De André –  aveva scritto per gli artisti più importanti, da Mina a Ornella Vanoni, da Adriano Celentano a Luigi Tenco, oltre ad aver tradotto in italiano i testi di Charles Aznavour e Juliette Greco.

E’ morto a Roma, all’età di 86 anni, dopo una vita dedicata alla musica, l’autore Giorgio Calabrese. Tra i tanti brani di successo scritti da Calabrese anche “E se domani”. In questo video una versione della canzone intonata da Mina nel 1964

Calabrese era nato a Genova il 28 novembre del 1929 e aveva iniziato scrivendo per Umberto Bindi. Sue, fra le altre, Arrivederci (1959), Il nostro concerto (1960) e Non mi dire chi sei (1961). Nel 1959 aveva composto I sing ammore per Nicola Arigliano, diventata un grande successo. Ma è alla metà degli anni Sessanta che arriva la grande popolarità, grazie a una “sconfitta” a Sanremo. Nel 1964 porta al Festival due brani, A mezzanotte (l’ultimo tram) cantata da Milva e Frida Boccara e E se domani, cantata da Fausto Cigliano e Gene Pitney, ma nessuna delle due arriva in finale. Passano alcuni mesi, quando E se domani viene incisa da Mina: diventerà uno dei più grandi successi della musica italiana. Quello con Mina diventa un legame artistico fortunato che li porterà anche a condurre insieme un programma radiofonico, Pomeriggio con Mina, in onda alla domenica. Importante anche il sodalizio artistico con Umberto Bindi che diede vita a Arrivederci (1959) e Il nostro concerto (1960), conosciuti in tutto il mondo, ma pure alla stesura di Piano (1960), scritta originariamente per Mina e ripresa in tutto il mondo con il titolo di Softly as I leave you e eseguita da Frank Sinatra, Elvis Presley, Tony Bennett. La canzone gli valse un Grammy nel 1978.

Calabrese scrive per grandi autori ma, nel tempo, si rivela anche un bravo talent scout. A lui devono molto personaggi come Ornella Vanoni, fino a qualche anno prima considerata un’artista “di nicchia”, che Calabresi riesce a portare nella classifica dei dischi più venduti con brani come Domani è un altro giornoIl tempo d’impazzireUomo mio, bambino mio; e Orietta Berti, per la quale nel ’62 firma FranchezzaNon ci sarò e Se non avessi più. Un’attività, quella di autore, che Calabrese mise anche al servizio di alcuni programmi televisivi da Fantastico a Domenica In oltre a firmare i testi musicali di trasmissioni di intrattenimento come Senza rete, in onda dal 1968 al 1975,Vivendo sambando ed Europa Europa. Aveva tradotto e riadattato in italiano canzoni francesi, inglesi e portoghesi, in certi casi portandole anche al successo, com’è il caso di Le déserteur, diventata Il disertore, proposta prima da Ornella Vanoni e più di recente da Ivano Fossati, brano dal contenuto antimilitarista,  censurato dal governo francese del tempo – era il periodo della guerra in Indocina.

Negli anni recenti aveva continuato a occuparsi di musica collaborando alla rivistaMusica leggera. Nel 2010 aveva ricevuto dal Presidente della Repubblica l’Ordine al merito della Repubblica Italiana. I funerali si terranno a Roma, sabato 2 aprile alle 11, nella parrocchia del Cristo Re in viale Mazzini.

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