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Tuttosport difende Higuain: “Gli venga riconosciuta l’attenuante della provocazione”

Su Tuttosport c’è un editoriale di Vittorio Feltri che si schiera apertamente in difesa di Higuain e il Napoli

“Un pessimo comportamento, d’accordo. Ma se esaminiamo attentamente la questione ci accorgiamo che l’attaccante non doveva essere cacciato. Ora bisogna almeno concedergli l’attenuante della provocazione che, in «sede processuale», lo aiuterebbe a beccarsi una «pena» mitigata. Perché? Semplice. Higuain in una prima fase era stato ammonito, guarda caso, per proteste. Succede, anche se sarebbe meglio non succedesse: mugugni e invettive non hanno mai indotto un direttore di gara a revocare una propria decisione. Di norma chi è stato già redarguito con cartellino giallo, poi sta attento a non ripetere l’errore. E, in effetti, il centravanti nel prosieguo della partita è stato disciplinato. Non ha più aperto bocca. A un dato momento, però, durante un’azione di gioco come tante altre, egli si è scontrato con un calciatore dell’Udinese e ha commesso un fallo a nostro parere veniale, del genere di quelli che richiedono al massimo una banale punizione. Viceversa, l’arbitro si è alterato e ha estratto il secondo cartellino giallo, la cui somma, uno più del precedente, significava espulsione. Ed è qui che il goleador principe si è abbandonato a una sceneggiata napoletana degna di miglior causa, creandosi i presupposti per essere castigato gravemente. Se si fosse recato negli spogliatoi in silenzio se la sarebbe cavata con una giornata di sospensione. Data la sua clamorosa reazione, purtroppo il giudice sportivo non sarà clemente: Higuain in sostanza rischia quattro turni di «congelamento». Mi corre l’obbligo morale di dire che ciò sarebbe sbagliato. Perché la succitata attenuante della provocazione va riconosciuta al campione: non si espelle un atleta per un piccolo fallo come il quale, in una competizione, se ne registrano cento. Una lunga squalifica non soltanto sarebbe iniqua, ma offrirebbe al pubblico napoletano il destro per gridare al complotto. In effetti, il Napoli, privato del suo cannoniere, sarebbe dimezzato nelle proprie forze, il che autorizzerebbe i tifosi a dire che gli azzurri non sono stati battuti dalla Juve, bensì dalla casta arbitrale. Non è di questa ombra che ha bisogno il nostro vituperato pallone”.

Milano, bonus alle mamme con reddito “normale”: il Comune incentiva le nuove nascite

                                Milano, il Comune incentiva le nuove nascite

Milano – Dai 500 ai 1.500 euro per tata, visite, pannolini o latte in polvere. L’obiettivo è sostenere 2mila famiglie già quest’anno. Il contributo potrà essere chiesto dal quarto mese di gravidanza fino al primo anno di vita del bambino

Un buono per le nuove mamme. È partito da lì, Palazzo Marino, dalla fotografia di una generazione di trenta-quarantenni che, tra precarietà, crisi, ritmi e contratti di lavoro, fa ancora fatica a costruire una famiglia. Un problema che riguarda, dicono, non soltanto chi è in seria difficoltà economica. Ed è per questo che è stato immaginato quel nuovo pezzo di welfare comunale: un contributo che potrà essere chiesto dal quarto mese di gravidanza fino al primo anno di vita del bambino.

Un fondo che, a seconda del livello di reddito, potrà andare dai 500 ai 1.500 euro una tantum e che potrà essere speso in una serie di servizi, dalla tata alle visite, o beni indispensabili, dai pannolini al latte in polvere, che l’amministrazione indicherà. In tutto, si partirebbe entro il 2016 con i primi 2 milioni di euro per sostenere 2mila nuove famiglie e, spiega l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, “tutte le donne, non soltanto le più povere, ma anche quelle che hanno un reddito normale” e che comunque fanno ancora fatica a pensare di mettere al mondo un figlio.

Vuole (ri)cominciare dalle donne, il Comune. E dalle gravidanze. Per aiutare “tutte le famiglie, senza discriminazioni, dalle madri sole alle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali”. Con un’idea che Majorino descrive come “una novità per l’Italia” e che verrà presentata durante il Forum delle politiche sociali che partirà mercoledì: quattro giorni, fino a sabato, 30 eventi, 130 relatori, inaugurazione all’Elfo Puccini e tappe nella Milano sociale che termineranno al carcere minorile Beccaria. Un progetto che arriva adesso, quando l’amministrazione Pisapia sta per scadere. Ma che, assicura l’assessore, nonostante in caso di vittoria del centrosinistra sarà il prossimo sindaco a staccare quegli assegni, verrà trasformato in atti concreti nelle prossime settimane:

“Presenterò una delibera per inquadrare il provvedimento e cercheremo già tra le pieghe di questo bilancio i primi 2 milioni”. Il punto di partenza è quello: “Essere ancora più efficaci per fare in modo che possano nascere nuove famiglie”. E farlo allargando anche i confini tradizionali di coloro che ricevono aiuti. “I trenta-quarantenni – dice Majorino – oggi possono essere davvero un anello debole, magari anche se sono cresciuti in contesti sociali forti perché la precarizzazione del lavoro e le minori tutele dei nuovi contratti possono esporli di più”.

E i dati del calo delle nascite lo dimostrerebbero. Non solo una misura contro le povertà, quindi, ma un sostegno ai genitori. I particolari, dal tetto di reddito ai contributi precisi, andranno specificati nella delibera. Ma il piano c’è e la caccia ai primi fondi è iniziata. Così come a breve partirà un altro strumento per le famiglie (si pensa di sostenerne 1.500), in questo caso che si trovano in grave disagio economico e sono seguite dai servizi sociali: buoni spesa (l’investimento è di 750mila euro) da utilizzare in una rete di negozi, piccoli e grandi, convenzionati. Verrà confermato anche il bando per l’affitto delle giovani coppie. E, sempre pensando alla salute delle donne, c’è un nuovo fronte: “Anche se non sarebbe nostra competenza, viste le carenze della Regione, penseremo con il terzo settore a creare nuovi consultori.

vivicentro.it-nord-cronaca / larepubblica / Milano, bonus alle mamme con reddito “normale”: il Comune incentiva le nuove nascite di ALESSIA GALLIONE

Il Napoli non abbandona Higuain, bel gesto di De Laurentiis

I dettagli

La Repubblica scrive su Gonzalo Higuain: “Il centravanti argentino (che ha usato il suo giorno libero per andare a Madrid con la fidanzata), capocannoniere con 30 gol in 31 partite, rischia di essere escluso dalle sfide con Verona, Inter, Bologna e Roma: decisive per il campionato della sua squadra. Il sogno scudetto è quasi tramontato, ma in ballo per gli azzurri ci sono 2° posto e qualificazione diretta per la Champions, il traguardo primario di Aurelio De Laurentiis. Sono dunque potenzialmente gravissime le conseguenze del comportamento del Pipita, che tuttavia non sarà multato dal suo club. Così trapela dalle Maldive, dove si trova il presidente. Higuain aveva sempre avuto un comportamento irreprensibile: mai espulso prima, nelle sue tre stagioni italiane. E il Napoli non ha alcuna intenzione di scaricare il suo campione, tradito dai nervi a un passo dallo storico record di Nordhal e dalla Scarpa d’oro”.

L’egemonia dei simboli pop

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                      simboli pop MASSIMILIANO PANARARI

Simboli pop – Quello che non possono più le ideologie riesce ai film e ai fumetti Ovvero, i prodotti di maggiore successo di quella cultura pop che rappresenta lo sfondo generalizzato e il minimo comun denominatore dell’immaginario occidentale (e, per molti versi, di quello globale).

Se viviamo in una fase ormai marcatamente postideologica, a fare da filo rosso e matrice unificante del discorso politico ci pensano appunto i supereroi e le storie che scaturiscono dalle fiction delle major e delle media company Usa (e non per nulla, a lungo, i protagonisti degli albi della Dc Comics sono stati considerati «di destra» e quelli della Marvel più «di sinistra»). L’elenco sta diventando sterminato e gli esempi si sprecano. Nella sua intervista «di fine mandato» a The Atlantic Obama ha paragonato l’Isis al Joker interpretato da Heath Ledger ne «Il cavaliere oscuro», mentre secondo l’Economist la comparazione con l’irriducibile nemico (e nemesi) di Batman calza a pennello per Donald Trump. I due personaggi identificano altrettanti archetipi antitetici dell’America (e fondamenti incompatibili della teoria politica…): l’ordine vs. l’anarchia; e ora, con l’uscita di Batman contro Superman (la pellicola sulla «guerra stellare» tra il tormentato uomo-pipistrello e il tutto d’un pezzo «uomo d’acciaio»), gli Stati Uniti mettono in scena di fronte al mondo una formidabile seduta di autocoscienza. Nel film campeggia anche Wonder Woman: i supporters di Hillary Clinton veicolano l’immagine della loro candidata vestita come la supereroina (la cui interprete cinematografica «storica», Lynda Carter, già da tempo ha fatto il suo endorsement per l’ex segretario di Stato e moglie di Bill). E, invece no, tuona The Federalist, il sito della destra libertarian e vicino ai Tea party: la signora Clinton è solo una «Wonder Woman del crimine» per la vicenda delle emails segrete.

E non ci sono esclusivamente queste icone a incarnare la riscrittura della politica attraverso lo storytelling della cultura pop: si pensi agli zombi (nei quali si può leggere politicamente un simbolo e il suo contrario) o alle vicende degli X-Men, tra (sofferente) apologia del multiculturalismo e ossessioni cospirazioniste. E che dire dell’uso politico della saga di Guerre stellari, uno dei manifesti cinematografici della postmodernità? L’ultimo esempio al riguardo è l’«anatema» scagliato contro la senatrice liberal Elizabeth Warren, accusata di essere per la finanza l’equivalente di Darth Vader (con la replica di lei di sentirsi piuttosto come la principessa Leila).

Il Novecento è stato, in maniera eminente, il secolo delle masse (e del relativo immaginario collettivo). E gli Stati Uniti, la prima società liberaldemocratica (e di mercato) di massa della storia, hanno saputo tradurre visivamente le loro speranze e angosce, proiettandole con una valenza universale attraverso la potentissima fabbrica dei sogni di Hollywood (e, in seguito, via Web). Nella nazione che ha inventato la cultura di massa ed è fondata – a ogni livello (politica ovviamente compresa) – sulla cultura della celebrità, i supereroi sono, giustappunto, anche delle celebrities. Pure l’internazionalismo comunista aveva i suoi «superuomini» – da Spartaco a Stakhanov -, ma erano troppo «locali» (e pure un po’ troppo «terreni»); e qui, invece, siamo di fronte a una capacità di promozione dei prodotti dell’immaginario verso ogni angolo del Villaggio globale, al di là delle specificità culturali geografiche.

La forza della cultura di massa anglosassone è stata quella di tradursi in mainstream, a tal punto che anche le élites politiche ed economiche dei Paesi di lingua inglese si esprimono abitualmente attraverso quei simboli. Il pop ha conquistato, al passare dei decenni, una sua egemonia perché la cultura di massa piace a tutti (o quasi) indistintamente, e rappresenta, pertanto, l’«esperanto» e il veicolo attraverso il quale farsi capire da fasce larghissime di popolazione in ogni dove. Per gli uomini e le donne della politica diviene così anche un canale di costruzione del consenso e di acquisizione della popolarità. E costituisce, per converso, uno strumento per «resistere» a colpi di transpolitica, la rielaborazione ludico-critica dei simboli della cultura popolare fatta dalla galassia antagonista che, non a caso, ha trovato un volto (o, meglio, un «non volto» collettivo e anonimo) nella maschera di Guy Fawkes, ricavata proprio da un graphic novel, V for Vendetta di Alan Moore e David Lloyd (poi trasformato in film dai fratelli transgender Wachowski).

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Irrati aveva assicurato al Napoli che non avrebbe usato la mano pesante

I dettagliIl Mattino parla della vicenda che riguarda l’attaccante del Napoli Gonzalo Higuain e l’espulsione rimediata alla Dacia Arena di Udine, può aiutare a fare chiarezza sulla situazione: lo stesso Irrati, negli spogliatoi dello stadio friulano, avrebbe assicurato ai dirigenti del Napoli (che si erano avvicinati a lui nell’immediato post-partita) che non avrebbe usato la mano pesante per un semplice motivo: aveva compreso lo stato d’animo del calciatore azzurro: “L’arbitro aveva subito lasciato intendere che non avrebbe catalogato in nessun modo come «violento» quelle mani di Higuain sul petto”.

L’ insulto generico

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                                                MASSIMO GRAMELLINI: L’ insulto generico
L’ insulto generico – Siete di quelli che ancora pensano che dare a qualcuno dell’uomo, o della donna, di m. sia infamia meritevole di querela? Retrogradi. Roberto Pelucchi, giornalista sportivo afflitto da evidente permalosità, si è permesso di denunciare dei galantuomini che sul sito «atalantini.com» lo avevano definito «infame», «bastardo» e «uomo di m.». Ma il giudice di Bergamo, perché c’è un giudice a Bergamo, ha rigettato la richiesta con poche ma definitive parole. «In ambito sportivo un insulto generico ci può anche stare». Un insulto specifico no, nemmeno lì. Ma un insulto generico, nel ruttodromo del calcio, fa quasi simpatia. Specie se lanciato da ultrà che si nascondono dietro nomi di facciata. Un accorgimento – scrive il giudice – che «toglie carica all’insulto rispetto alle offese fatte con nome e cognome». Se dunque vi assale la voglia di mandare genericamente a stendere qualcuno, non frenate l’istinto. Riempitelo pure di m., purché a volto coperto e senza declinare le vostre generalità.

Va inoltre considerato che il Pelucchi era intervenuto su quel sito per difendere un suo articolo. Decisione che il giudice considera quantomeno imprudente. «Chi si mette a correre per strada durante la festa di Pamplona non può lamentarsi più di tanto se qualche toro finisce per incornarlo». Che sarebbe un consiglio saggio, se provenisse dal gargarozzo di una vecchia zia. Mentre chi parla è uno che in teoria dovrebbe fare rispettare le leggi. Invece sta dicendo che quando vieni rapinato in un vicolo buio a mezzanotte, non solo il reato non esiste, ma se lo denunci sei pure un po’ coglione (insulto generico).

vivicentro.it-opinione / lastampa / L’ insulto generico. MASSIMO GRAMELLINI

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L’infoguerra a colpi di leak

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MASSIMO RUSSO: L’infoguerra a colpi di leak

Benvenuti a un nuovo tipo di guerra Si chiama infowar , si combatte a colpi di leak , massicce fughe di notizie, e all’improvviso noi tutti navighiamo in un oceano difficile e sconosciuto, tra isole del tesoro e mostri marini. Ma i nostri radar faticano a distinguere le une dagli altri.

I Panama Papers, in questo mare, sono la tempesta perfetta, la più grande che si sia vista finora: 2,6 terabyte, oltre 11 milioni di documenti, mille e 500 volte la mole di dati dei cablogrammi di WikiLeaks di sei anni fa.

Se stampassimo e mettessimo in fila tutte le informazioni trafugate da Mossack Fonseca, il quarto studio legale al mondo per la costituzione di società nei paradisi fiscali, otterremmo un serpentone di oltre 70 mila chilometri, quasi due volte la circonferenza della Terra.

Se comincia a girarvi la testa, siete giustificati. I giornalisti di oltre cento testate lavorano su questo materiale da mesi e ancora faticano ad avere certezze.

I documenti raccontano quasi quarant’anni di attività dello studio, con la costituzione di centinaia di migliaia di società da parte dei potenti per portare denaro e valori all’estero ed eludere le tasse. Tra i nomi, oltre 70 tra Capi di Stato e leader presenti e passati. In una specie di Hellzapoppin’ sfilano, a fianco del presidente russo Vladimir Putin, familiari di esponenti politici cinesi, dignitari sauditi, azeri, pakistani, ucraini, il primo ministro islandese, celebrità come il calciatore Messi o l’attore Jackie Chan, piloti di Formula 1, e ottocento nomi italiani.

Mentre i magistrati di mezzo mondo cominciano ad aprire le loro inchieste, canali all news e siti snocciolano elenchi e smentite, è utile chiedersi perché il leak massiccio di documenti in rete eserciti un fascino così grande. Le soffiate ci sono sempre state, sotto forma di documenti o di intercettazioni, ma il digitale cambia tutto. In primo luogo per le dimensioni imponenti dei fenomeni: oggi unhard disk basta a contenere mezzo secolo di storia. Inoltre l’atto notarile o la voltura danno l’illusione della verità assoluta, il brivido di spiare da sopra la spalla il milionario di turno e il legale che lo aiuta a nascondere i soldi. Infine, c’è l’idea che la rivelazione, sia che provenga da Julian Assange, da Edward Snowden o dall’ignoto che ha contattato la Suddeutsche Zeitung con quarant’anni di segreti di Panama, arrivando senza intermediari goda di un grado di purezza diverso, sia scollegata da un secondo fine.

Non è così. Romanzi e tv lo stanno già raccontando. C’è una splendida serie americana trasmessa da qualche settimana anche in Italia, Mr. Robot, che mostra la vita di Eliot Anderson, un hacker sociopatico alle prese con l’abbattimento di una corporation che dovrebbe rappresentare il male. Ma non tutto è così semplice. Anche il romanziere Jonathan Franzen, che ce ne parla sul giornale di oggi, nel suo Purity racconta proprio di un’organizzazione di leaker, gemella e avversaria di Wikileaks, alla ricerca della trasparenza assoluta. Ma il cui fondatore trasparente non è.

Certo, il lavoro giornalistico di verifica e di ricostruzione della scena applicato ai Panama Papers è una garanzia fondamentale. Ma è difficile non vedere, in quanto accaduto e nel coinvolgimento del leader russo Putin, una risposta oggettiva alle rivelazioni di Snowden di tre anni fa sugli abusi delle agenzie di sicurezza americane. Proprio Snowden vive in esilio a Mosca, e anche se ha plaudito ai Panama Papers e ha sempre negato un qualsiasi contatto con i servizi segreti russi, è impossibile che il governo del Paese sia estraneo alla sua permanenza lì. Asia, America, Europa: la guerra a base di file è continua. Non più tardi della scorsa settimana un altro leak, stavolta di documenti del Fondo monetario internazionale, raccontava delle difficoltà della Grecia di adempiere ai propri obblighi finanziari. A chi giovava fossero resi pubblici?

I whistleblower, coloro che soffiando in un immaginario fischietto rivelano i segreti restando anonimi, vanno tutelati, sono spesso in buona fede e possono essere di grande utilità. Ma è necessario sempre lavorare con attenzione sulle loro rivelazioni. Che, anche quando siano verificate, illuminano solo una parte della scena.

Forse proprio quella che qualcuno aveva interesse di farci vedere. Armi di disinformazione nello scontro tra poteri.

@massimo_russo

vivicentro.it-opinioni / lastampa / L’infoguerra a colpi di leak MASSIMO RUSSO

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Napoli Comicon, la grafica vincitrice è di Manuel D’Andrea

Comicon Napoli ha annunciato tramite la pagina ufficiale fb la grafica vincitrice del concorso per la realizzazione del merchandising ufficiale della manifestazione. Il sondaggio era partito nei giorni scorsi sui social network ed alla fine ha visto premiato Manuel D’Andrea, che ha proposto una grafica accattivante e molto apprezzata dagli appassionati che hanno votato su fb.

Manuel D'Andrea
Manuel D’Andrea

Ecco il post pubblicato poche ore fa da Napoli Comicon https://www.facebook.com/Comicon-295441377602/?fref=nf:

Cari amici Comiconiani,
ecco a voi la grafica vincitrice, realizzata da Manuel D’Andrea, con cui verrà prodotto il merchandising ufficiale di ‪#‎COMICON2016‬, la t-shirt a cura di Tee Tee e l’adesivo a cura di Sticker Mule
Grazie a tutti i tantissimi partecipanti che ci hanno inviato delle grafiche davvero belle e interessanti!

Vinitaly 2016 10 al 13 aprile 50° Salone dei vini e distillati

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Vinitaly 2016 : prezzi, date e novità, cosa vedere e cosa fare a Verona, tra eventi e degustazioni. (CLICCA)

vinitaly 2016 - MappaFiera di Verona. Il 50° Salone dei vini e distillati di Verona vedrà nella Edizione 2016, Vinitaly 2016,  la presenza di oltre 4000 Espositori e dedica a Giacomo Tachis* una degustazione storica dei suoi vini. Vinitaly 2016 è anche le rassegne: Sol, Agrifood Club ed Enolitech che completano l’offerta di Veronafiere nel settore wine&food e tecnologie.

Aperto con orario continuato dalle 9:30 alle 18:30, da domenica a martedì l’ingresso è consentito fino alle 17.00.
Mercoledì l’ingresso è consentito fino alle 16:00.

Informazioni per visitatori econdizioni d’ingresso:
Biglietto giornaliero € 80 – acquistato online € 75
Abbonamento 4 giornate € 120 – acquistato online € 115*
*(validita’ un ingresso per ciascun giorno)

DOVE Verona – Veronafiere, viale del Lavoro 8
QUANDO Domenica 10, lunedì 11, martedì 12, mercoledì 13 aprile 2016
ORARIO Continuato dalle 9.30 alle 18.00
Da domenica a martedì l’ingresso è consentito fino alle 17.00
Mercoledì l’ingresso è consentito fino alle 16.00
HELP PHONE 045 8298854 (orario: dalle 9.00 alle 12.30)

Per il mantenimento dello standard professionale
Vinitaly è aperto esclusivamente agli operatori specializzati, maggiorenni: non è permesso l’ingresso ai minori di 18 anni, anche se accompagnati.
La registrazione è obbligatoria.

fonte e info;
Ente fieristico internazionale dal 1977, Veronafiere (www.veronafiere.it)
Dove: Verona, quartiere fieristico di Veronafiere – Viale del Lavoro, 8

NOTE:

Giacomo Tachis*: l’uomo che inventò il Sassicaia.
Il più colto tra gli enologi italiani, con una biblioteca ricca di classici greci e latini.
Il suo testamento è il libro “Sapere di vino”, edito da Mondadori, una miniera di storia e tecnica, con l’idea fissa che il vino non può andare a braccetto con la moda o con i ritmi del marketing.
Dalla scuola enologica di Alba era approdato in Toscana, dai marchesi Antinori. Sua la svolta dei Super Tuscan, ha messo la sua firma, oltre che sul Sassicaia, anche sul Tignanello, sul Solaia, sul sardo Turriga e sul trentino San Leonardo, vini ora conosciuti in tutto il mondo. Nell’aprile del 2010 si era ritirato a vita privata, nella sua amata biblioteca.
Il suo ultimo appello: Rispettiamo la natura e la semplicità del vino. Perciò niente chimica come viene fatta oggi e attenti alla genetica, perché la natura si ribella.
(Cit. https://divini.corriere.it 6 Febbraio 2016)

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Gazzetta – Una parola salva Higuain dalle 10 giornate, ma saranno 4

Salterà Inter e Roma
Quattro turni di stop a Higuain e uno a Sarri. Così comunicherà domani il giudice sportivo Gianpaolo Tosel. Una trentunesima giornata da dimenticare: il Napoli esce con le ossa rotte dal campo (sconfitto a Udine) e, il giorno dopo, dall’ufficio del giudice sportivo. Verona, Inter, Bologna e anche lo scontro diretto con la Roma: ecco le partite che l’attaccante argentino dovrà saltare (a meno di sconti dalla Corte sportiva d’appello). Higuain paga caro pochi minuti di follia, e deve anche ringraziare l’arbitro Irrati, che nel referto consegnato al giudice non fa cenno a “condotte violente”, ma “soltanto” ad espressioni irriguardose e ingiuriose. Ripetute, però, perché pronunciate quando il direttore di gara gli ha sventolato il cartellino rosso e, subito dopo, mentre gli “appoggiava le mani sul petto esercitando una lieve pressione”. Se Irrati non avesse aggiunto la parola “lieve”, Higuain avrebbe beccato dieci turni di qualifica, finendo ampiamente qui la sua stagione. Così, invece, potrà ancora dire la sua nelle ultime tre gare, anche se potrebbe essere troppo tardi per la corsa scudetto del Napoli. Le quattro giornate di stop puniscono l’espulsione, le prime e le seconde ingiurie, le mani sul petto di Irrati. L’ammenda, di poche migliaia di euro, punisce il tentativo di farsi giustizia con Felipe prima di abbandonare il campo. Il tecnico Sarri, invece, viene fermato un turno (non andrà in panchina domenica col Verona) per le sue espressioni ingiuriose (“Vi dovete vergognare”) rivolte agli ufficiali di gara: ne ha combinate troppe perché anche stavolta se la potesse cavare con un’ammenda.
gazzetta dello sport

Gragnano: docente precipita dalla finestra dell’istituto

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Tragedia sfiorata stamattina presso l’IPIA “Ferrari” di Gragnano.

Erano passate da poco le nove e trenta quando un ingegnere d’origini stabiesi R.M. docente presso la scuola di via Santa Croce si è recato in bagno all’interno della segreteria. Nel frattempo, un bidello non vedendo nessuno all’interno della stessa, ha chiuso a chiave la porta lasciando il professore chiuso dentro al bagno all’interno dei locali della segreteria.

Probabilmente, preso dal panico, l’ingegnere invece di fruire del telefono della segreteria o magari di utilizzare la sua utenza mobile e farsi aprire la porta, ha pensato bene di scavalcare dalla finestra che si trova al primo piano dello stabile, ma qualcosa non è andato per il verso giusto, infatti, il malcapitato docente è caduto nel vuoto. Pronti sono intervenuti gli operatori del 118 che hanno trasportato in gravi condizioni ma non in pericolo di vita il professore presso l’ospedale San Leonardo di Castellammare.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione di Gragnano che hanno provveduto ad ascoltare le testimonianze dei presenti all’interno dell’istituto.

Giovanni Matrone

Mazzeo dopo Benevento-Ischia Isolaverde 3-2 : Ottima prestazione in campo

Fabio Mazzeo Benevento
Fabio Mazzeo Benevento

Al termine del match tra Benevento e Ischia Isolaverde abbiamo raccolto le impressioni dell’attaccante del Benvento, Fabio Mazzeo. Ecco le sue dichiarazioni:

Non penso ad una giornata storta, solo con un pizzico di fortuna in più si poteva vincere più agevolmente. La prestazione è stata comunque positiva nonostante il primo “caldo” della stagione. Dopo la vittoria di oggi,domenica si andrà a Cosenza in una trasferta che può valere tanto per il futuro della stagione? “A Cosenza andremo per fare il quindicesimo risultato utile consecutivo e comunque per vincere perché vogliamo raggiungere il nostro obiettivo”. Un’Ischia che oggi ha saputo dare del filo da torcere alla capolista,chiudendo la prima frazione di gioco sul risultato di 2-2.” Mi aspettavo che l’Ischia, come le altre squadre che vengono qui da noi, facesse la partita della “vita” ma è normale che sia così visto che siamo in testa. Nonostante la partita sia incominciata alle 17:30,il caldo primaverile si è incominciato a far sentire? “Il primo caldo si è sentito ma la nostra condizione è ottima e abbiamo corso tanto anche oggi. Rispetto a quando era a Perugia, qui si gioca meglio ma spero che alla fine il risultato sia lo stesso. Spero di raggiungere la doppia cifra ma penso prima alla squadra“.

 

 

Auteri dopo Benevento-Ischia Isolaverde 3-2 : L’importante era vincere

Benevento-Ischia 4-1,Mister Auteri
Benevento-Ischia 4-1,Mister Auteri

Al termine del match tra Benevento e Ischia Isolaverde abbiamo raccolto le dichiarazioni del tecnico, Gaetano Auteri. Ecco le sue dichiarazioni:

Una partita anomala quella di gioca. A volta capita nel calcio che la squadra che manifesta superiorità in campo si trova a dover rimontare. Poi, però, dopo il vantaggio abbiamo corso un solo rischio che può starci. Il Benevento ha creato tanto è ha rischiato poco anche se il risultato potrebbe dire il contrario. Abbiamo mantenuto compattezza e senso tattico e alla fine siamo usciti vincitori. Nessuno ci regala nulla ed è anche normale che sia così. Non ho mai pensato che gli avversari debbano farci vincere solo perché siamo primi: è sbagliato un pensiero simile e sarebbe eticamente sbagliato se fosse altrimenti. Francamente una partita come quella di oggi è difficile anche da commentare: abbiamo creato tanto ma in campo siamo stati messi a dura prova da un punto di vista emotivo visto l’andamento della gara. Il rigore? Lasciamo perdere, è meglio. Abbiamo creato tanto, oggi sembrava che la palla non volesse proprio entrare. L’importante è che, nonostante la partita anomala e che poteva farci innervosire, abbiamo mantenuto la calma e siamo usciti vincitori. Angiulli e Troiani?  Hanno disputato entrambi un’ottima gara tenendo presente che, pur non giocando sempre, sono stati sul pezzo per tutti i 90′.

Il Pungiglione Stabiese: Altro piccolo passo verso la salvezza

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Il Pungiglione Stabiese sarà condotto da Mario Vollono e andrà in onda oggi 04 aprile alle ore 20:10.

DIRETTA

In questa puntata studio ci saranno Gianluca Apicella (Magazine Pragma), Mattia Longobardi (Resportweb), Salvatore Sorrentino e Claudio Scotognella (ViViCentro).

Parleremo del pareggio della Juve Stabia con la Fidelis Andria.

Partita soporifera e avara di emozioni tra due squadre che già dalle prime azioni mostravano la voglia di non rischiare e di portare a casa un punto che avrebbe accontentato entrambe le formazioni.

La partita è terminata con il classico pareggio ad occhiali, con i pugliesi che si avvicinano alla salvezza matematica grazie alla sconfitta del Monopoli in casa. Le Vespe incamerano un altro punto fondamentale per il proprio percorso per evitare i play out.

Il pubblico di casa presente in oltre duemila unità, a fine gara si è lamentato per l’atteggiamento troppo rinunciatario delle squadre in campo.

Questa sera avremo come ospite telefonico Raffaele Ametrano Ex difensore della Juve Stabia.

Parleremo della prossima partita con il Messina con il collega Fabrizio Bertè di Radio Messina Sud.

Chiuderemo la puntata come di consuetudine parlando del settore giovanile della Juve Stabia.

Ci collegheremo telefonicamente con Alberico Turi responsabile del settore giovanile della Juve Stabia.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti! 

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Napoli, storia di Massimo Aragione: tassista che accanto alle tariffe ha incorniciato la sua laurea

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                                              La laurea di Massimo Aragione

Laurea di Massimo Aragione : “Mi sono rimboccato le maniche pur di lavorare, sogno un’Italia meritocratica”

Entri in taxi. Posto dietro l’autista. Lui si allaccia la cintura e parte. “Mi piacciono le regole”,  spiega. In una Napoli che è un’esplosione di colori, in una giornata di sole e primavera, l’auto sfila sul lungomare e lo sguardo invece di evadere e guardare il golfo cade sul prospetto delle tariffe. Accanto alle corse, plastificata, come in un quadro, c’è una laureain Sociologia:  “Università degli studi di Napoli Federico II: il dottor Massimo Aragione ha superato l’esame il 10 luglio 2007 con una votazione di 110 su 110 con lode”.

Un tassista laureato. Ma non è questa la notizia. È quella laurea incorniciata. Quella di Massimo Aragione è la storia di un ragazzo nato negli anni ’70, che ha studiato e cercava un posto di lavoro con la sua laurea. Ma alla fine, come dice lui “si è rimboccato le maniche” e ha scelto l’impiego che ha trovato.

La prima domanda è diretta: “Perché esporre la laurea nel taxi, come se fosse appesa in uno studio professionale, in bella mostra?”.

“Per tre motivi – risponde Massimo Aragione – Uno perché questo taxi è il mio studio, il mio lavoro, il posto in cui vivo gran parte della mia giornata. Due: per provocazione rispetto a tutti quelli che dicono che noi ragazzi non abbiamo voglia di fare nulla e che siamo dei bamboccioni. Io mi sono rimboccato le maniche. Ho appeso la laurea alla poltrona del mio taxi e lavoro otto ore al giorno in una città folle, in cui guidare è una vera avventura. E terzo perché spero nel colpo di fortuna, magari prendo un passeggero importante che legge della mia laurea, mi fa un colloquio e mi offre un posto di lavoro”.

Ride il trentanovenne, che si è ritrovato tassista quasi per caso. “È un lavoro che faccio con orgoglio. Mio padre era tassista e ha sempre mantenuto la famiglia. Io ho studiato con i soldi del taxi di mio padre”. E i ricordi diventano presenti: “Io studiavo e studiavo e mio padre mi ripeteva. Non ti preoccupare, fai quello che ti piace. Se ti va male, quando vado in pensione ti prendi il mio taxi. È un lavoro faticoso e alienante, ma almeno hai una certezza”. Massimo Aragione ha provato a giocare la sua carta. Ha lavorato a Verona e poi a Dublino. “Sogno un’Italia meritocratica – continua sorridere- A Dublino ho cominciato a lavorare come cameriere e sono stato assunto in banca. Io credo nell’ “I can do it” . In Irlanda tutto era possibile”. Ma Aragione è tornato a Napoli.

“Ho cercato lavoro e lo cerco tutt’ora, mandando curriculum ovunque, intanto ho preso il lavoro che ho trovato, che ho visto fare a mio padre per tutta la vita, fino a quando non è andato in pensione. Faccio il tassista da 14 anni e ho comprato la mia licenza con un mutuo decennale. Non è facile andare avanti ogni giorno. Non è facile il rapporto con la città, con i colleghi, con i clienti, ma la laurea appesa dietro al sedile mi ricorda però di continuare a sognare in un’Italia meritocratica, in cui chi studia e non molla, va avanti. Io continuo a cercare un lavoro … in una grande azienda magari”.

La corsa è breve. La chiacchierata finisce. Il taxi 3211 scorre via nel traffico. Rimangono le parole di Massimo Aragione (“Io ho voglia di lavorare e non mi arrendo”), rimane quella laurea in bella mostra nel suo ufficio su quattro ruote e rimane il sole di aprile.

EDIZIONE vivicentro.it-sud

vivicentro.it-sud-cronaca / larepubblica / Napoli, storia di Massimo: tassista che accanto alle tariffe ha incorniciato la sua laurea di CRISTINA ZAGARIA

#LaRiscopertaDeiFatti- Ciao scudetto, è stato un piacere

La sostanza, per citare il noto giornalista, e scrittore, Travaglio è questa: I fatti separati dalle opinioni. Perché, fondamentalmente, senza fatti si può dimostrare tutto e il contrario di tutto mentre con i fatti no. L’intenzione sarebbe quella, essere quanto più sistematici possibili. Se è fatto giusto, chapeau, mentre se è fatto sbagliato, guai. E ci perdoni ancora Travaglio se utilizzeremo la sua idea per parlare di calcio, ma al popolino piace così.

Il fatto è che over. E sì, è stato bello. Ma 6 punti da recuperare in sette partite sono un po’ tanti, considerando questa Juve inesauribile, alla 20esima vittoria in 21 partite.

Il fatto è che questa Roma, uscita trionfante dal derby contro la Lazio, incomincia a far paura. Il secondo posto, che vale l’accesso diretto in Champions, è oro. Perderlo significherebbe buttare all’aria un’intera stagione. E anche quella successiva.

Il fatto che la seconda ammonizione ad Higuain non c’era.

Il fatto è che Koulibaly andava sanzionato per il fallo su Duvan Zapata, che gli sarebbe costato la seconda ammonizione.

Il fatto è che i direttori di gara tolgono e mettono e che non si trattata di una nuova calciopoli, ma di semplice incompetenza. Non dovrebbero arbitrare in serie A, questo sì.

Il fatto è che se si continuano a trovare scuse lo scudetto non si vincerà mai. Nemmeno con un Higuain così.

Il fatto, però, è che il comportamento di Higuain è giustificabile. Il pipita ha voluto difendere il suo, il pipita ha voluto sfogare la sua rabbia, per uno scudetto che è stato perso, per un epilogo che appare troppo crudele.

Il fatto è che lo scudetto è stato perso da episodi, singoli episodi. L’espulsione di Higuain, l’infortunio di Reina, l’entrata di Gabriel, la papera di Gabriel. Ma anche il gol di Zaza, la sconfitta a Bologna. Episodi, semplici episodi, che oscurano una stagione a dir poco eccezionale.

Il fatto è che l’Udinese ha giocato come mai in stagione, con la fame di chi vuole dimostrare qualcosa, di chi vuole vincere. Forse fin troppa fame, e cattiveria, quando Danilo ha spinto in mal modo il compagno di squadra Badu, reo di star calmando Higuain. Prima uomini, poi calciatori. Ieri non è sembrato proprio così.

Il fatto è che l’abbraccio di Gabbiadini ad Higuain, per stemperare gli animi e tranquillizzarlo, è quanto di più bello c’è nello sport. Il primo che, nonostante sia stato relegato in panchina tutta la stagione ” a causa” proprio del pipita, lo consola. Parlavamo di uomini e calciatori: Manolo Gabbiadini è entrambi, in modo splendido.

Il fatto è che Higuain potrà rimanere fuori due o tre giornate, ma il Napoli non può arrendersi. 7 partite, 7 finali, per conservare un secondo posto fondamentale. Chissà magari sarà proprio Gabbiadini a rialzare la squadra, dimostrando di meritare il posto da titolare e l’europeo, in Francia. Il suo momento è arrivato.

 

Higuain, l’agente: “Se la legge è uguale per tutti, sarà solo una giornata”

Le sue parole

A Radio Crc nel corso di “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Nicolas Higuain, fratello e agente di Gonzalo Higuain: “Sono troppo deluso, la sconfitta di ieri mi fa tanto male, ma mancano 7 partite, 7 finali, e si possono vincerle tutte. Matematicamente nessuno dice che il Napoli non può vincere lo scudetto per cui sono ancora ottimista anche se è diventato difficile. La Juve è la squadra più forte, non c’è dubbio però ha avuto qualche aiuto a differenza del Napoli. Contro la Sampdoria, per esempio, hanno fischiato un rigore inesistente contro il Napoli. Vincere lo scudetto è difficilissimo, ma bisogna continuare a vincere. 

E’ difficile capire in questo momento della stagione come si possano fischiare 2 rigori contro in 10 minuti tra cui uno netto e l’altro meno. Gonzalo mai nella sua carriera aveva assistito ad una cosa simile, questa cosa fa pensare male.  

Ho parlato con Gonzalo dopo la partita, era arrabbiato, deluso, si è sfogato. E’ difficile lottare contro il vento e contro la marea. Ieri si è beccato un giallo per protestare su un fuorigioco che non c’era e aspetto la decisione del giudice sportivo. Abbiamo visto qualche giorno fa un calciatore della Juventus dire una parolaccia all’arbitro, azione non sanzionata per cui mi auguro che la sanzione per Higuain sia di uno o di due giornate. Ha protestato perché non era in fuorigioco come dimostrano le immagini, c’è tanta ingiustizia nel calcio e questo cambia le stagioni. La reazione di Gonzalo è quella di un giocatore che sentiva un’ingiustizia addosso perché c’era il fallo di Felipe su di lui ma l’arbitro non ha fischiato subito. E’ una situazione di gioco e l’arbitro ha aspettato la reazione di Gonzalo prima di fischiare. Era un fallo in Argentina e in ogni parte del mondo, ma non so in Italia. La dignità e l’orgoglio vengono prima di tutto però quando vedi tutte queste cose inizi a pensare male. 

Comportamento violento di Gonzalo? Se la legge per il giudice sportivo è uguale per tutti, giacché la testata di Bonucci su Rizzoli non è stata punita, mi aspetto che Higuain sia squalificato solo per una giornata. A Bonucci non hanno dato il cartellino rosso, a Higuain sì per cui una giornata ci sta. Non si può prendere da esempio il comportamento di Higuain e squalificarlo per far capire agli altri cosa non bisogna fare in campo, se non lo si è fatto con Bonucci, non bisogna farlo nemmeno con Higuain. Mi aspetto un verdetto giusto. 

Contro il Verona bisogna vincere ad ogni costo e poi aspettare il risultato della Juventus che avrà una partita difficile. Sarà necessario mangiare la rabbia e pensare sempre in positivo, guardare avanti perché la stagione del Napoli è stata eccezionale. Il calcio del Napoli è bellissimo, fa divertire tutti gli spettatori. 

Ieri abbiamo davvero capito quanto ha vinto Maradona e quanto è stato difficile farlo. All’epoca c’erano Milan e Inter fortissime, la Roma pure era competitiva e la grandezza di Maradona è incredibile perché vincere qui è quasi impossibile”. 

Hamsik: “Siamo molto tristi per la sconfitta, ma ci proveremo…”

Le sue parole

Marek Hamsik ha parlato tramite il suo sito:

“Siamo tristi perchè abbiamo perso tre punti pesanti a Udine. E’ stata una partita all’insegna del nervosismo. Abbiamo perso ma vogliamo riprenderci già dalla prossima partita per tornare a riprendere il nostro cammino. Noi lotteremo per il titolo fino alla fine, finchè è teoricamente possibile ci proveremo. Sono contento di aver raggiunto questo traguardo con il Napoli (record di presenze). E’ una bella soddisfazione”.

Panama Papers, governo annuncia indagine. Il Cremlino: “Manovra contro Putin”

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                                                Panama Papers Mossack Fonseca (reuters)

  Panama Papers  – Il capo dello studio legale Mossack Fonseca: “È un attacco al nostro Paese”. Coinvolti leader internazionali. Nella bufera anche il premier islandese

ROMA – Il governo panamense si dichiara pronto a collaborare per il caso dei cosiddetti “Panama papers”, i documenti diffusi su un network di 214 mila società di comodo (off-shore) basate a Panama presso lo studio legale Mossack Fonseca, che emergono da un’inchiesta dell’Icij, il consorzio internazionale dei giornalisti investigativi del quale fa parte anche il settimanale L’Espresso, che ha pubblicato l’inchiesta in Italia.

I documenti.  Re, primi ministri in carica e non, parenti e amici di uomini potenti,  attori, calciatori ed ex calciatori di oltre 200 Paesi nel mondo. C’è di tutto nel dossier in questione che consiste in 11,5 milioni di file segreti per un totale di 2,6 terabyte – e-mail, PDF e file – che coprono un periodo che va dal 1970 alla primavera del 2016. I documenti forniscono informazioni su leader attuali ed ex, così come celebrità, che avrebbero presumibilmente riciclato miliardi di dollari, evaso tasse con l’aiuto di società all’estero ed evitato sanzioni e presunte attività finanziarie illegali di alcune delle persone più potenti del mondo.

INFOGRAFICA Come funziona il sistema

I leader internazionali coinvolti. La lista dei personaggi coinvolti è lunga. Ci sono almeno 12 leader mondiali, o ex tali, tra i quali si segnala la presenza del presidente ucraino Petro Poroshenko, del re saudita Salman, del presidente argentino Mauricio Macri, del primo ministro islandese Sigmundur Gunnlaugsson. Ancor più lunga è la lista dei parenti o dei personaggi strettamente associati ai leader. Si va dal cognato del presidente cinese Xi Jinping, alla figlia dell’ex premier cinese Li Peng, agli amici del presidente russo Vladimir Putin, passando per il figlio del primo ministro malaysianoNajib Razak, i figli del premier pachistano Nawaz Sharif, il padre ormai morto del primo ministro britannico David Cameron. Coinvolto anche Nuraly Aliyev, vice sindaco di Astana e nipote del presidente kazako Nursultan Nazarbayev, azionista di una società con sede nelle Virgin Island britanniche le cui attività principali sono comprare e vendere yatch di lusso. Ci sono poi alcuni parenti del re del Marocco Mohamed VI, Pilar di Borbone, sorella maggiore dell’ex re di Spagna Juan Carlos, Rami e Hafez Makhlouf, cugini del presidente sirianoBashar al Assad, Juan Armando Hinojosa, imprenditore vicino al presidente messicano Enrique Penha Nieto.

Tra i nomi dei circa 800 italiani coinvolti, secondo l’Espresso anche il presidente di Alitalia e vicepresidente di Unicredit Luca di Montezemolo.

Il Cremlino: manovra contro Putin. Molte delle persone citate negli articoli apparsi nelle ultime ore hanno segnalato di essere in regola con le norme dei loro paesi. Più aggressiva è stata la risposta del Cremlino. Il portavoce del governo, Dmitri Peskov, ha sostenuto che “l’obiettivo principale” dell’inchiesta è Putin e che contro il presidente russo “non c’è nulla di concreto o di nuovo”. Secondo lui, inoltre, la fuga di notizie è partita dalle mosse di “un ex membro della Cia, del Dipartimento di Stato”. Peskov ha anche scagionato sua moglie, la campionessa di pattinaggio artistico Tatyana Navka, che compare nelle carte dell’inchiesta.

Il mondo del calcio. Secondo l‘Irish Times, nei documenti ci sarebbero i nomi di almeno una ventina di grandi calciatori del passato e del presente appartenenti a top club del calibro di Barcellona, Manchester United e Real Madrid. Fra i nomi quello di Leo Messi e dell’ex interista Ivan Zamorano e del presidente (sospeso) della Uefa ed ex campione della Juventus Michel Platini. Ma nei files risulterebbero anche i nomi di proprietari attuali o del passato di almeno 20 grandi club di calcio, fra cui Inter, Boca Juniors e Real Sociedad. Il quotidiano catalano Sport riferisce che Messi è intenzionato a sporgere querela contro il consorzio Icij e il giornale tedesco ‘Süddeutsche Zeitung’ che per primo ha ricevuto i file e li ha poi condivisi con i 107 giornali di oltre 70 paesi che fanno parte dell’International Consortium of Investigative Journalists.

Attori e registi. Nelle carte compaiono anche i nomi dell’attore e star di blockbuster Jackie Chan e del regista spagnolo Pedro Almodovar.

FOTO Da Putin a Messi, i big internazionali coinvolti

Le autorità di Panama. Come già accennato, la collaborazione offerta dal governo di Panama riguarda la richiesta di assistenza nel caso vengano promosse eventuali azioni legali. Mentre la Procura panamense ha annunciato indagini per verificare eventuali reati rivelati dai documenti.

La difesa dei legali panamensi. Per Ramon Fonseca Mora, capo dello studio legale Mossack Fonseca, l’indagine sulle fortune offshore dei grandi del mondo è “un crimine” e un “attacco hacker” contro Panama “perché molti paesi non gradiscono il fatto che noi siamo molto competitivi nell’attrarre le imprese”.

Il caso del premier islandese. Come detto, è finito nella bufera anche il primo ministro dell’Islanda Sigmundur Gunnlaugsson il quale, assieme a sua moglie, figura come proprietario di una compagnia offshore, la Wintris, acquisita nel 2007. Il politico si è difeso dicendo che non ha violato alcuna norma: la compagnia sarebbe stata usata solo per investire milioni di dollari ereditati, secondo un documento firmato dalla moglie del premier nel 2015. Ma le carte dello scandalo mostrano che Gunnlaugsson aveva il potere di gestire la Wintris “senza alcuna limitazione”, come anche la sua consorte.

Il silenzio della stampa russa. Il grande scoop dei Panama Papers non ha avuto una grande eco oggi in Russia. Solo l’indipendente Novaya Gazeta ha infatti pubblicato l’inchiesta e il dibattito infuria online, principalmente sui social network. In televisione però non se ne fa parola e Russian Today – l’emittente di lingua inglese vicina al Cremlino – segue la linea governativa e accusa apertamente i media britannici per “fissarsi” su Putin quando nei file panamensi figurano anche “figure importanti” del partito Conservatore.

L’ottimismo di Hollande. François Hollande, ha promesso l’apertura di “inchieste” fiscali e di “procedimenti giudiziari”. Per il presidente francese si tratta di “una buona notizia”, in quanto tutto questo scandalo “consentirà di aumentare gli introiti fiscali”.

Gli affari in India di Elettronica Spa.  Il quotidiano The Indian Express, unico beneficiario in India dell’operazione dell’Icij, riporta alcuni documenti che parlano di possibili tangenti pagate dalla società italiana Elettronica spa, attraverso due entità offshore, per forniture ad Aviazione militare e Marina indiane. La compagnia ha respinto ogni accusa.

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VIDEO – A Vitulazio (Ce), lo spettacolo diurno della ditta Giacomo Del Vicario e figli

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Domenica aprile, in provincia di Caserta, a Vitulazio, la ditta Giuseppe e Ciro Scudo ha deliziato con uno spettacolo pirotecnico diurno in onore di MARIA SS. dell’AGNENA. Colori, suoni e profumi per un’arte che colpisce sempre di più per la sua bellezza.

Immagini nitide e spettacolari, realizzate dal nostro inviato Gennaro Novellino.

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