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Il made in Italy, motore turbo dell’economia italiana

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(di Virginia Murru)

Se c’è una caratteristica dell’economia italiana, che si è rivelata stabile e salda nel tempo, che non ha inciampato sulla crisi e la contrazione dell’economia globale, è il ‘made in Italy’, una certificazione internazionale che conferma l’eccellenza dei nostri prodotti all’estero e la garanzia che rappresentano in termini di qualità. L’unico rischio viene dai continui tentativi di contraffazione, adulterazioni e frode a danno di questi prodotti, a nulla servono le protezioni derivanti dai certificati d’origine.
Tra import ed export, c’è un saldo commerciale attivo, riferito al 2015, di ben 122,4 mld. Se fosse così attiva anche la nostra bilancia commerciale (che è una componente della bilancia dei pagamenti, la più importante), l’Italia, in termini economici, avrebbe un profilo alquanto diverso.

Due settori in particolare continuano a ottenere meritati successi nei mercati internazionali, e sono quello alimentare (olio, vini e formaggi, in particolare, sono al top, dato che hanno ben pochi rivali), e il settore dell’abbigliamento-moda, che porta alto il marchio ‘made in Italy’.

Non dovremmo dimenticare che le più note Case di moda, che impazzano nel mondo con i loro brand di lusso e fast fashion, viaggiano con capitali stranieri, ma del resto metà delle società quotate in borsa sono in mani straniere. Con la globalizzazione, che impone inesorabilmente le sue leggi, resistere non sarebbe ‘eroismo’, e in questo senso c’è poco da fare gli sdegnosi, se in fin dei conti, alcuni mesi fa, la Deutsche Boerse ha acquistato il London Stock Exchange ( e di conseguenza anche Piazza Affari..). Nell’unione tra i due mercati finanziari, i tedeschi detengono comunque la maggioranza del capitale.

Ai due settori di eccellenza del made in Italy, si aggiungono anche l’arredo casa e l’automazione meccanica, che danno lustro alle nostre specializzazioni produttive, per l’alto profilo tecnologico, il design, . I risultati positivi sui mercati hanno ripreso un progressivo trend in salita, a partire dal 2009, in epoca di profondo rosso per i conti pubblici italiani; e diciamolo pure, si era in fase di recessione. Il saldo, in quel periodo, si aggirava intorno agli 85 miliardi. Una bella differenza con i dati diffusi recentemente dalla Cgia di Mestre, che dispone di un ufficio studi rivolto alla ricerca di carattere economico e sociale; legata al mondo del Confartigianato. La Cgia si è sempre rivelata preziosa sia per la fonte dei dati che divulga, sia per la serietà degli studi e l’attendibilità.

Ad essere premiato con questi risultati, è dunque il comparto manifatturiero, entrato in crisi perfino in Cina, che in quest’area non ha rivali.
Secondo i dati diffusi dalla Cgia di Mestre-Venezia, risulta che:

“Dall’analisi dei singoli comparti manifatturieri del “made in Italy” emerge lo straordinario risultato ottenuto dai macchinari (motori, turbine, pompe, compressori, rubinetteria, utensili, apparecchi da sollevamento, forni, bruciatori, etc.). Nel 2015 il saldo commerciale è stato positivo e pari a 49,8 miliardi di euro”.

Ci sono per il nostro paese anche le delusioni, ossia altri prodotti che invece non hanno acceso luci sui nostri conti e la nostra credibilità, ma candele. Parliamo del settore informatico in particolare, del legno-carta, metallurgico, chimica e farmaceutica. Una spina sul fianco qui sono i tedeschi, che invece, su questi prodotti, sbaragliano la concorrenza. In questo marasma di segni meno, si salvano le auto, che evidenziano dati positivi, fino alla soglia dei 300 milioni di Euro. L’intera area, affatto soddisfacente, registra una perdita che sfiora i 30 mld di euro.

Secondo il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, il ‘made in Italy’, proviene in prevalenza dalle piccole e medie industrie, a questo riguardo osserva:
“Questi prodotti sono autentiche eccellenze e grazie alla flessibilità, all’elevata specializzazione produttiva, alla cultura dell’estetica e buon gusto e al ‘saper fare’ hanno conquistato il mondo in settori, come quello delle macchine, dove la ricerca, l’innovazione e la qualità del ciclo produttivo, sono requisiti indispensabili per competere sul mercato”.

Agli elogi di Paolo Zabeo, seguono le riflessioni di un altro responsabile della Cgia, ossia Renato Mason, che svolge il ruolo di segretario. Egli mette in rilievo il fatto che, certamente si tratta di indicatori importanti, ma l’Italia ha necessità di smuovere le acque immobili dei consumi interni, che sembrano indifferenti perfino ai massicci interventi di QE della BCE, volti a dare una spinta energica all’inflazione e a incoraggiare i consumatori. Mason sottolinea la notevole contrazione dei consumi, derivata dagli artigli della crisi, che sono diminuiti di 6,5 punti percentuali. Per recuperare il terreno perduto, in sostanza, secondo Mason, è necessario ridurre la pressione fiscale, non solo sulle imprese, ma anche sulle famiglie, che a causa del rigore delle imposizioni, si vedono ridurre i margini destinati ai consumi.

A queste strategie, dovrebbero seguire gli interventi strutturali, sui quali tanto insiste la Commissione europea e la BCE, ma che risultano fondamentali per una spinta propulsiva dell’economia, soprattutto nel versante degli investimenti e dell’occupazione, dati macro che stentano a riprendere quota.

In definitiva, i risultati del ‘made in Italy’, svolgono una funzione di traino, è un motore potente acceso sulla nostra economia, che tuttavia non è una Ferrari FS16-H di Maranello. Il ‘made in Italy’, potrebbe certo essere inteso come un motore ‘turbo’ nell’economia italiana, ma il problema, appunto, è il fatto che questa non è una Ferrari, ma un’utilitaria, che a volte perfino s’inceppa..

Mosca celebra i 71 anni dalla vittoria sul nazismo

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Mosca, 9 mag. – “La pace sul pianeta non si afferma da sola: la miope indulgenza verso chi ha ordito piani criminali è inammissibile”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aprendo la parata sulla Piazza rossa per il 9 maggio, che per la Russia coincide con la fine della Seconda guerra mondiale e la Vittoria sulla Germania nazista. Sono 71 anni dal giorno della capitolazione tedesca ed è una delle principali festività russe. “Il 9 maggio è una festa dello stato, ma anche personale, familiare” ha sottolineato Putin. Quest’anno infatti si allarga a tutte le città, non solo a Mosca, la sfilata dell’ “armata immortale”, sfilata civile di persone che portano in piazza le foto dei propri nonni o padri che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale. Quest’anno il sentimento patriottico espresso sulla Piazza rossa è, se possibile, moltiplicato rispetto agli scorsi anni. A sfilare infatti quest’anno sono in gran parte i militari che hanno preso parte alla campagna siriana, che ha visto un’affermazione militare della Russia molto significativa e ritorno sullo scacchiere mondiale, dopo l’isolamento seguito alla crisi ucraina. Il sacrificio dei padri e dei nonni “ci unisce”, ha detto Putin, di fronte ai battaglioni, ancora immobili prima della marcia. Davanti a lui volti insolitamente abbronzati, non solo probabilmente per il sole di questi giorni su Mosca. E per la prima volta un battaglione tutto al femminile, vestito di bianco. “Tutti hanno qualcuno che non è tornato dalla guerra”, ha sottolineato Putin. “Sono 75 anni dall’inizio della Seconda guerra mondiale” ha aggiunto. “Le lezioni della storia suggeriscono che la pace mondiale non si afferma di per sé, è necessario essere vigili, i doppi standard sono inaccettabili, miope assecondare chi nutre nuovi piani criminali. Oggi la nostra civiltà è ancora una volta di fronte alla crudeltà e alla violenza. Il terrorismo è diventato una minaccia globale. Dobbiamo sconfiggere questo male”.

vivicentro.it-cronaca / (askanews) / Putin: “Il terrorismo va sconfitto, la pace non viene da sè”

Comune Foggia, ‘pianista’ del badge timbrava per 10

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Foggia – Fino a dieci badge timbrati da un solo dipendente in modo da far risultare tutti presenti. Il sistema è stato però interrotto dai Carabinieri del comando provinciale di Foggia che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 20 dipendenti del Comune. Di questi, 13 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e 7 alla misura interdittiva consistente nella sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici, per il reato di truffa ai danni dello Stato. Tra gli arrestati figura anche un dirigente del Comune di Foggia. Le misure sono state emesse dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della procura dauna al termine delle indagini dei militari dell’Arma svolta nei primi mesi del 2015, finalizzata a contrastare il fenomeno dell’assenteismo negli uffici comunali di Foggia. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, i ‘furbetti del cartellino’ garantivano a turno la presenza degli assenti marcando al loro posto i badge, fino anche a una decina contemporaneamente.

vivicentro.it-sud-cronaca / (AGI)  / Comune Foggia, ‘pianista’ del badge timbrava per 10

Renzi, la questione morale nel Pd esiste

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Roma – “La questione morale nel Pd esiste e chi lo nega nega la realtà” ma i giudici non devono far paura agli onesti. Nei giorni in cui più aspro è lo scontro tra goverbo e magistratura, Matteo Renzi approfitta di Che tempo che fa per tornare sulla questione delel inchietse che convolgono esponenti del Pd. Bisogna sempre attendere le sentenze, ha aggiunto il presidente del Consiglio, anche perche’ ci sono stati amministratori che sono stati assolti. Da parte di altri “c’e’ garantismo a giorni alterni”, ma “noi dobbiamo fare di piu’ e meglio”.

Renzi non ha nascosto che il Pd sia una macchina complessa e ha segnalato i passi in avanti che sono stati fatti. Ha raccontato la vicenda del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che si e’ conclusa in modo differente da quella della candidata Pd a primo cittadino di Plati’, Anna Rita Leonardi, fortemente voluta dallo stesso Renzi, ma che si e’ ritirata. “A Ercolano – ha ricordato Renzi – ho commissariato l’intero partito e ho imposto un candidato sindaco che la camorra minaccia una volta alla settimana, perche’ questi animali hanno del metodo, e lui ha vinto contro il parere di tutti. Lui e’ il simbolo del Pd che riparte: certo, dobbiamo farlo tutti insieme. In alcuni casi siamo riusciti in altri meno, ma non sempre in una grande comunita’ si riesce a fare tutto” subito.

“A me i giudici non fanno paura. I cittadini onesti non hanno paura” ha detto “Non mi troverete mai a fare polemica contro i magistrati. Vadano ai processi, facciano le sentenze. Io li rispetto. Io faccio le leggi, loro le devono applicare. Tutto il resto e’ parapiglia di basso livello”. Renzi ha sottolineato: “Io sono uno di quelli che non ha paura dei magistrati. Andate a sentenza, siamo dalla vostra parte, fate i processi perche’ non e’ vero che la prescrizione vi blocca”. Il presidente del Consiglio si e’ detto dispiaciuto per le critiche alla “giudice di Lodi per la sua eta’” e ha aggiunto: “Ora nessuno parla piu’ di Potenza, ma vogliamo i nomi e cognomi di chi e’ colpevole. Non mi troverete mai, a differenza di altri, a gridare al complotto o fare polemica contro i magistrati. Non daro’ mai la soddisfazione a nessuno di dire che ho criticato un magistrato. Viva i magistrati, facciano le interviste che vogliono e facciano le sentenze. Non metto naso nelle loro discussioni interne e dico: cari giudici fate il vostro lavoro, io faccio il mio”.

vivicentro.it-politca / (AGI)  / I giudici non mi fanno paura, come ai cittadini onesti

Califfi….Regionali

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Non si puo’ certo affermare che tanti Assessori della Regione Sicilia in questi ultimi anni, abbiano patito la fame, al contrario, a giudicare dai loro beni, potrebbero essere definiti ” Califfi Regionali “.

I problemi non mancano per Santi Formica, (ex Deputato dell’Ars e Assessore Regionale alla Formazione), Carmelo Incadorna (ex Assessore al ramo) e Patrizia Monterosso, ex Segretario Generale alla Presidenza della Regione Sicilia.

Gia’ condannati nell’inchiesta sui fondi extra budget agli Enti di Formazione Professionale, a tutti e 3 gli imputati e’ stata contestata la “distrazione di beni”. La Magistratura contabile, nei giorni scorsi, ha depositato la richiesta di “revocatoria” nei loro confronti.

I Fatti :

Il 19 Aprile del 2013, il Formica crea insieme alla moglie, a Jersey  la piu’ grande delle isole del Canale della Manica, un fondo in cui fa confluire 48 immobili. Inutile dire che quest’isola e’ uno dei tanti paradisi artificiali in cui si rifugiano tanti furbetti, si stima che vi risiederebbero piu’ di 30 mila imprese offshore.

Prima domanda : come si possono possedere 48 appartamenti se il “lavoro” svolto dall’interessato all’inchiesta e’ stato di semplice Assessore? Ammettiamo per esempio che si possano guadagnare 4 mila euro al mese, ci vorrebbero centomila vite per mettere da parte i soldi per acquistare tanti immobili. La moltiplicazione dei pani esiste ancora?

Curiosita’ : Il motivo ufficiale, per i coniugi Formica,  della scelta di mettere i 48 appartamenti nel “fondo della Manica” sarebbe stata l’esigenza di garantire gli studi ai propri figli.

Secondo indagato : Carmelo Incadorna.

Dovrebbe restituire al fisco 800 mila euro, nel Luglio 2012 quando era gia’ iniziata l’inchiesta, decide che era piu’ conveniente fare con la moglie una separazione di beni. In sostanza con questa mossa l’Incadorna ha tentato di sottrarre dal loro patrimonio aggredibile 1,3 milioni di euro.

I coniugi posseggono una villetta nel complesso di Kastalia, e varie case a Ragusa e Vittoria. Per la cronaca, sempre nel mese di Luglio 2012, l’Incadorna ha il tempo di firmare alla moglie un assegno di 442mila euro, assegno che per l’importo ha lasciato una scia chiamata “tracciabilita”‘.

Terza indagata nell’inchiesta, e’ Patrizia Monterosso: debito nei confronti del Fisco 1milione e 279 mila euro, corre voce che quest’ultima sia in procinto di saldare tale debito. Una domanda e’ d’obbligo, come fa un Politico a possedere simili ricchezze? sicuramente saranno stati i frutti di duri anni di “lavoro” per essere nella disponibilita’ economiche di riparare al danno erariale.

Il processo nei confronti dei 3 indagati continua, sara’ la Sezione Giurisdizionale nel corso delle udienze previste in autunno ad emettere un giudizio.

Cos’altro aggiungere? Ancor oggi entrare in Politica e’ come fare 14 al Superenalotto, la Dea bendata premia sempre i suoi piccoli Califfi.

vivicentro.it-isole-opinioni / Califfi….Regionali. Mauro Lo Piano

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Così rottama la “diversità” della sinistra

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Renzi si mette in sintonia con la quasi totalità degli italiani. Anziché polemizzare con i magistrati, che hanno preso di mira i sindaci Pd, denuncia per la prima volta l’esistenza di una «questione morale» nel suo stesso partito. «C’è, è un dato di fatto», ammette con un atto di realismo accompagnato a una certa dose di coraggio.

Perché in questo modo il premier manda in frantumi un mito. Rottama la pretesa di «diversità» su cui una parte della sinistra italiana aveva campato di rendita per trent’anni, dai tempi di Berlinguer. Le lusinghe del potere hanno reso corruttibile anche chi, una volta, se ne considerava immune: il leader Pd lo riconosce, ci appone anzi il suo timbro.

Sicuramente, dietro questa importante ammissione c’è un calcolo. Anzi, ce ne sono due. Il primo consiste nel mostrare alle toghe che lui non è come quel signore di Arcore, ha profondamente torto chi vorrebbe assimilarlo a Berlusconi.

Agli operatori della giustizia, Renzi è convinto di mostrare ben altro rispetto. Così come lo dà, lo pretende anche. Ma riconoscere i torti della politica gli conferisce più forza quando si tratterà di riformare i mali della giustizia.

Si percepisce poi nel premier la speranza di rimettere le vele al vento dei consensi. Che da parecchie settimane vengono erosi a vantaggio dei Cinquestelle proprio come conseguenza della «questione morale». Dopo ciascuno scandalo (che è presunto tale fino a sentenza definitiva) il Pd ha perso nei sondaggi non tanto, uno zero virgola. Eppure lo stillicidio di questi zero virgola che scivolano verso il partito di Grillo sta rendendo meno lunare la prospettiva di un sorpasso. Magari non alle Comunali del 5 maggio prossimo, ma alle elezioni politiche quando saranno. Accusare i grillini per le inchieste a loro carico, vedi il caso di Livorno, non cambia di molto la percezione collettiva. Renzi lo sa. Come è cosciente che un leader politico deve mostrare realismo, anche a costo di doversi ricredere come ha fatto proprio ieri con Calenda, chiamato a ricoprire il posto della Guidi allo Sviluppo Economico dopo nemmeno due mesi trascorsi in qualità di ambasciatore-manager presso la Ue.

Ma c’è un motivo in più per ammettere che esiste la «questione morale». È una ragione che con i sondaggi non ha nulla da spartire e riguarda semmai la qualità della classe politica locale. Finora Renzi aveva dato l’impressione di non curarsene troppo, affaccendato com’era nell’impresa di governo. Gli era sembrato, forse a buon diritto, più urgente sfidare la Merkel in Europa sui conti pubblici e sui migranti, oppure la sinistra interna sul Jobs Act, o tutte quante le opposizioni insieme sulla riforma costituzionale (per non dire dell’epica sfida sull’«Italicum»). Gli amministratori locali del Pd non erano mai stati, diciamola tutta, una sua vera priorità. E quando alle ultime elezioni regionali aveva dovuto farsene carico per scegliere i candidati governatori, aveva mostrato una presa sul partito a giudizio di molti insufficiente. Gli incidenti c’erano stati già, ma venivano derubricati a eccezioni rispetto a una regola di conclamato buongoverno.

Ora però sottovalutare le inchieste non è più possibile. Il premier pare aver capito che, se non metterà personalmente le mani nel partito, compresa la selezione dei suoi quadri locali, rischierà egli stesso di venirne trascinato a fondo. È giunto il momento di rompere certe incrostazioni del sottopotere che tra l’altro, vedi in Basilicata, riguardano i suoi contestatori interni perfino più del cosiddetto «giglio magico». Una cosa è certa: ammettere l’esistenza di una «questione morale», come ha fatto senza mezzi termini il premier, sarebbe un puro esercizio retorico se non venisse seguito da un impegno vero e serio per rinnovare il Pd. In alto e soprattutto in basso.

vivicentro.it-editoriale / lastampa / Così rottama la “diversità” della sinistra UGO MAGRI

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In Giappone condannata per atti osceni artista che scolpisce vagine

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L’artista era stata arrestata nel 2014, oggi una multa da 400mila yen

Tokyo, 9 mag. – Un’ artista giapponese che crea oggetti che hanno la forma della sua vagina è stata condannata al termine di un seguitissimo processo per atti osceni, con una sentenza che rischia di alimentare le proteste contro quella che molti considerano una pesante censura. Il tribunale distrettuale di Tokyo ha inflitto a Megumi Igarashi una multa di 400mila yen (3.260 euro), la metà di quanto richiesto dalla procura, e un capo d’imputazione è stato fatto cadere. Igarashi era stata arrestata due anni fa per aver tentato di raccogliere fondi via internet per la costruzione di un kayak, pubblicando in rete immagini codificate in 3D dei suoi genitali che potevano essere copiate dagli utenti. In Giappone prospera un’industria pornografica miliardaria, ma la raffigurazione dei genitali è vietata: per questo l’artista era stata incriminata nel luglio 2014. Igarashi, che si è soprannominata Rokude Nashiko, slang per “piccola canaglia”, era stata liberata dopo qualche giorno su ricorso contro l’arresto e dopo una petizione firmata da migliaia di persone per la sua liberazione. Ma vari mesi dopo, la polizia di Tokyo l’ha arrestata di nuovo per aver distribuito oggetti “osceni”, con l’esposizione di forme di gesso con l’aspetto dei sui genitali e l’invio di CDrom codificati contenenti un programma per computer. Oggi la corte ha condannato Igarashi per la distribuzione di materiale considerato osceno. “Sono innocente perchè nè i dati sui genitali femminili nè le mie opere d’arte sotto forma di genitali femminili sono osceni” ha detto l’artista in tribunale. La procura aveva chiesto una multa di 800mila yen. La fiorente industria del porno giapponese sforna prodotti per tutti i gusti immaginabili, ma una severa legge sugli atti osceni impedisce di mostrare i genitali, che solitamente vengono oscurati nelle immagini. Ma è possibile trovare immagini di genitali maschili e femminili in tutto il Paese. Ad aprile a Kawasaki, vicino a tokyo, si è tenuta una grande processione dove i fedeli hanno portato sulla spalle falli giganti per l’annuale festa in onore del pene e della fertilità.

vivicentro.it-cronaca / (fonte Afp) Bea MAZ / In Giappone condannata per atti osceni artista che scolpisce vagine

Reina: “I portieri subiscono a volte dei gol in cui si può fare meglio…”

Le sue parole

Pepe Reina scrive su Twitter: “Che vi posso dire? Oggi si è fatto il record di punti della storia del club e ci mancano 3 punti per regalarvi la Champions, un ultimo sforzo con tutti voi al San Paolo, pieno al nostro fianco come al solito. I portieri subiscono a volte dei gol in cui sicuramente si può fare meglio. Lavorerò più intensamente per migliorare, forza Napoli e dai c…o!”

MotoGP Le Mans: In Francia regna Lorenzo, secondo Rossi, cade Marquez

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MotoGP Le Mans: In Francia regna Lorenzo, secondo Rossi, cade Marquez

Il pilota spagnolo Jorge Lorenzo conduce una gara spettacolare, sempre in prima posizione dal primo all’ultimo giro. Valentino rimonta dalla settima posizione fino al secondo posto, escono di pista i ducatisti Dovizioso e Iannone, stessa dinamica per Marquez e la sua Honda.

MotoGP Francia 2016 vince Lorenzo
MotoGP Francia 2016 vince Lorenzo

In Francia Lorenzo mette a segno una grande vittoria balzando in testa alla classifica del mondiale piloti. Gli avversari non hanno avuto chance, lo spagnolo è stato in prima posizione dal primo all’ultimo giro imponendo alla gara un ritmo elevatissimo.

Il compagno di squadra Valentino Rossi, al cospetto di Lorenzo così in forma, non ha potuto far altro che limitare lo svantaggio con il secondo posto. Nelle posizioni a seguire il duello tra Dovizioso e Marquez li ha portati fuori gara con una scivolata nello stesso punto della pista. Iannone invece, mentre era al secondo posto, è scivolato di colpo, rinunciando così al podio.

MotoGP Francia 2016 Rossi secondo posto
MotoGP Francia 2016 Rossi secondo posto

Al terzo posto si è piazzato lo spagnolo Vinales della Suzuki, a seguire quarto Pedrosa su Honda. La quinta e la sesta posizione per i due Espargaro, settimo Petrucci della Ducati. Settimo l’italiano Petrucci, sulla Ducati appena rientrato da un brutto incidente. Un bel risultato il suo considerando le condizioni fisiche con cui ha affrontato la competizione.

Le considerazioni ci portano a dire che il mondiale è aperto, e come! Pochi punti separano i primi tre leader della classifica piloti, in successione Lorenzo, poi Marquez e Rossi.

Tutto ciò a beneficio dello spettacolo e di altre gare entusiasmanti, i tifosi possono gioire!

L’unico rammarico è per i ducatisti che nonostante le grandi potenzialità a furia di fuori pista sono attualmente molto arretrati in classifica.

MotoGP Francia 2016
MotoGP Francia 2016

APPUNTAMENTO QUINDI IL 22 MAGGIO PER IL GP D’ITALIA (MUGELLO).

 

Ordine di arrivo

1) J. LORENZO in 43:51.290

2) V. ROSSI +10.654

3) M. VIÑALES +14.177

4) D. PEDROSA +18.719

5) P. ESPARGARO +24.931

6) A. ESPARGARO +32.921

7) D. PETRUCCI +38.251

8) H. BARBERA +38.504

9) A. BAUTISTA +48.536

10) S. BRADL +54.502

 

Classifica mondiale

  1. Jorge Lorenzo (Spain) Yamaha     90
  2. Marc Marquez (Spain) Honda       85
  3. Valentino Rossi (Italy) Yamaha   78
  4. Dani Pedrosa (Spain) Honda       53
  5. Maverick Vinales (Spain) Suzuki  49
  6. Pol Espargaro (Spain) Yamaha     47
  7. Aleix Espargaro (Spain) Suzuki   42
  1. Hector Barbera (Spain) Ducati    39
  2. Eugene Laverty (Ireland) Ducati  33
  3. Andrea Iannone (Italy) Ducati    25
  4. Andrea Dovizioso (Italy) Ducati  23
  5. Stefan Bradl (Germany) Aprilia   23
  6. Alvaro Bautista (Spain) Aprilia  21
  7. Bradley Smith (Britain) Yamaha   20
  8. Scott Redding (Britain) Ducati   16

 

 

Sarri: “Questo è un passo importante: ora voglio un San Paolo pieno”

Le sue parole

Maurizio Sarri ha commentato la vittoria com il Torino ai microfoni di Mediaset: “Questo è un passo importante, ma abbiamo ancora una partita da giocare e dobbiamo rimanere con la testa sul campionato: non possiamo sbagliare il prossimo appuntamento. Spero in un San Paolo pieno che ci dia una mano per quella che sarebbe un’impresa, poiché la Champions qui c’è stata tre volte in 100 anni. Percentuali? Sono come le statistiche, che lasciano il tempo che trovano. Le possibilità ci sono. Mercato? Non ho mai chiesto giocatori, se me li danno li prendo altrimenti migliori quelli che ho. Mi stanno sui coglioni gli allenatori che prendono decisioni. Chi ha tirato fuori maggiore qualità? Ce ne sono diversi, Koulibaly è arrivato a livelli straordinari. Così come Jorginho e Allan sono cresciuto tanti, idem Hamsik. Callejon mi sembrava forte già dall’esterno, ma da vicino è straordinario. Insigne e Mertens ci hanno dato tanto. Futuro? L’appuntamento è dopo il campionato”.

Mauro: “Primo tempo incredibile ma bisogna concretizzare le varie occasioni”

Vittoria importante del Napoli sul campo del Torino, ora la Champions League è davvero a un passo. Massimo Mauro, ex centrocampista azzurro, ha analizzato la sfida negli studi di Sky. Ecco quanto evidenziato:
“Primo tempo impressionante degli azzurri giocato a livelli molto elevati. Il gol di Bruno Peres è arrivato grazie a un calo fisico del Napoli che in una partita giocata con questa intensità ci può anche stare. Il Napoli continua a peccare in concretezza: Insigne dovrebbe essere più cinico; nel corso di primo tempo la squadra avrebbe potuto fare ben 5 gol”.

Altro record per il Napoli, il tweet della società

“#TorinoNapoli 1-2, 79 punti in @SerieA_TIM: battuto il precedente record di Benitez e Mazzarri (78)”, è quanto scrive la SSC Napoli su Twitter. Record di punti nella storia azzurra quindi della squadra di Sarri, battuti i record degli ultimi due allenatori del Napoli, Mazzarri e Benitez, che si erano fermati a 78 punti. Sarri può allungare ancora, battendo il Frosinone e fissando il record a 82 punti.

Ventura: “Nel primo tempo abbiamo assistito ad uno show del Napoli”

Al termine della partita tra Torino e Napoli ai microfoni di Premium Sport è intervenuto Giampiero Ventura. Queste le sue dichiarazioni:
“Nel corso del primo tempo la squadra è stata troppo passiva ed abbiamo assistito ad un’ esibizione del Napoli. Nel secondo tempo abbiamo cercato di equilibrare la partita. Mi aspettavo una partita diversa ma non sempre le cose vanno secondo i piani: nel calcio si perde ma non devi avere il rammarico di non essertela giocata, il primo temo lo abbiamo.
Devo comunque ringraziare i miei per quanto mostrato sin’ ora, hanno dato sempre il massimo per la squadra. Oggi c’ erano diversi giovani in campo e hanno espresso una certa personalità soprattutto nel secondo tempo.
In queste ultime partite abbiamo deciso di dare spazio ai giovani per metterli alla prova e farli acquistare esperienza. Stasera Gaston Silva ha fatto una grande prestazione, anche per Jansson è stata una grande prova”.

Boban: “Sarri migliori sotto questo aspetto…”

Le sue parole

Zvonimir Boban ha parlato nel post gara di Torino-Napoli ai microfoni di Sky: “Stasera si è visto un divario allucinante tra le squadre. Il Napoli ha deciso di pressare l’avversario dall’inizio ma quello che manca sempre agli azzurri è l’interpretazione del secondo tempo. Non ha rischiato tanto ma la gestione del match resta il punto debole: Sarri dovrebbe migliorare sotto questo aspetto”.

Higuain è già nella storia…del Napoli!

I dettagli

Gonzalo Higuain, un bomber incredibile. E pensare che lo si criticava, non si credeva potesse fare più gol di Edinsone Cavani e, invece, con il gol di questa sera è salito a 35 stagionali superando anche il Matador e diventando recordman della storia del Napoli!

Albiol, giallo pesante: salterà l’ ultima partita

Appena tre minuti di gioco e subito cartellino giallo per Raul  Albiol che in quanto diffidato salterà la prossima sfida in programma sabato prossimo contro il Frosinone al San Paolo. Stagione finita dunque per il difensore spagnolo che non potrà dare il suo apporto alla squadra nella gara che può regalare l’ accesso diretto alla fase a gironi della prossima Champions League.

Serie A, il programma dell’ultima giornata per garantire la contemporaneità

I dettagli

Il programma dell’ultima giornata di Serie A, che la Lega aveva anticipato riempiendolo di ‘asterischi’ legati all’esito delle gare odierne, è adesso definitivo. Per garantire la contemporaneità tra le squadre che condividono il medesimo obiettivo, Sassuolo-Inter è stata anticipata al sabato, in modo da permettere ai neroverdi di giocare nello stesso momento del Milan.

Contemporaneità garantita ovviamente anche a Carpi e Palermo, in lotta per la salvezza, e a Roma e Napoli.

Ecco il programma definitivo:

SABATO 14 MAGGIO

17.00 – Juventus-Sampdoria

20.45 – Milan-Roma

20.45 – Napoli-Frosinone

20.45 – Sassuolo-Inter

DOMENICA 15 MAGGIO

18.00 – Chievo-Bologna

18.00 – Empoli-Torino

18.00 – Genoa-Atalanta

20.45 – Lazio-Fiorentina

20.45 – Palermo-Verona

20.45 – Udinese-Carpi

 

Torino-Napoli, i voti di Vivicentro: Higuain da record!

I voti

Una vittoria importante per la Champions e per il secondo posto del Napoli in trasferta contro il Torino. Questi i voti di Vivicentro.it:

25 Reina 6; 2 Hysaj 6.5, 33 Albiol 6.5, 26 Koulibaly 7, 31 Ghoulam 6; 5 Allan 6.5, 8 Jorginho 6.5, 17 Hamsik 7 (19 David Lopez 6, dal 36° s.t.); 7 Callejon 6.5 (77 El Kaddouri 6, dal 37° s.t.), 9 Higuain 7, 24 Insigne 6 (14 Mertens 6, dal 27° s.t.). A disp. 1 Rafael, 22 Gabriel, 21 Chiriches, 3 Strinic, 18 Regini, 11 Maggio, 88 Grassi, 6 Valdifiori, 23 Gabbiadini. All. Sarri 6.5
a cura di Ciro Novellino

 

Torino-Napoli, il tabellino del match

Il tabellino del match

Il Napoli vince una gara importantissima contro il Torino in trasferta per 2-1 con gol di Higuain, Callejon e per i granata Peres. Questo il tabellino del match:

TORINO (3-5-2): 1 Padelli; 5 Bovo, 18 Jansson, 21 Gaston Silva; 7 Zappacosta (3 Molinaro, dal 28° s.t.), 16 Benassi, 20 Vives, 6 Acquah (16 Baselli, dal 7° s.t.), 33 Peres; 9 Belotti, 17 Martinez (10 Immobile, dal 32° s.t.). Panchina: 28 Ichazo, 13 Castellazzi, 19 Maksimovic, 24 Moretti, 25 Glik, 8 Farnerud, 14 Gazzi, 4 Obi, 11 Maxi Lopez. All. Ventura

NAPOLI (4-3-3): 25 Reina; 2 Hysaj, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan, 8 Jorginho, 17 Hamsik (19 David Lopez, dal 36° s.t.); 7 Callejon (77 El Kaddouri, dal 37° s.t.), 9 Higuain, 24 Insigne (14 Mertens, dal 27° s.t.). Panchina: 1 Rafael, 22 Gabriel, 21 Chiriches, 3 Strinic, 18 Regini, 11 Maggio, 88 Grassi, 6 Valdifiori, 23 Gabbiadini. All. Sarri

ARBITRO Antonio DAMATO di Barletta (Assistenti: Passeri-Marzaloni. IV uomo: Barbirati. Arbitri di porta: Gervasoni-Giacomelli)

TORINO – SQUALIFICATI: nessuno, INDISPONIBILI: Avelar. DIFFIDATI: Acquah, Vives, Bruno Peres, Belotti, Gazzi, Moretti, Bovo, ALTRI: Mantovani, Edera

NAPOLI – SQUALIFICATI: nessuno, INDISPONIBILI: nessuno, DIFFIDATI: Albiol, Callejon, Grassi, Jorginho, ALTRI: Luperto, Chalobah

NOTE – Spettatori: 40mila circa. Ammoniti: Albiol (N) al 2° p.t. per gioco falloso, Vives (T) al 38° p.t. per gioco falloso, Bovo (T) al 14° s.t. per gioco falloso, Jansson (T) al 18° s.t. per gioco scorretto, Benassi (T) al 37° s.t. per gioco falloso. Espulsi: Nessuno. Reti: Higuain (N) al 12° p.t., Callejon (N) al 19° p.t., Peres (T) al 20° s.t.

Pescara – V. Lanciano: la storia di un derby a senso unico

                                                                                                                Non c’è stata storia nel derby d’Abruzzo

Il risultato di 4 – 0 maturato sul campo, rende perfettamente l’idea sulla storia del match tra Pescara e Lanciano, da molti non accreditato come derby, sebbene la geografia attesti che entrambe le formazioni rappresentano due comuni della stessa Regione: L’Abruzzo.

Derby o non derby, il verdetto del campo è stato inappellabile: di quelli che ti lasciano riflettere. Un Lanciano irriconoscibile, praticamente mai pervenuto, si è fatto prendere letteralmente a “pallate” dalla formazione Dannunziana, in una gara dove il Delfino ha veramente messo alla frustra i malcapitati cugini.

I motivi di questo, per certi versi clamoroso blackout, sono veramente difficili da spiegare. Nemmeno il tecnico dei frentani, Primo Maragliulo, è riuscito al termine dal match a dare numi in merito. Proviamo, allora, noi ad azzardare qualche ipotesi. La squadra rossonera avrebbe dovuto giocare la partita della vita contro il Pescara, ed, invece, si è trovata completamente in balìa dell’undici di Massimo Oddo, che ha maramaldeggiato per tutta la gara al cospetto della formazione rossonera, disattenta e vulnerabile in tutti i reparti. Dal naufragio generale dei frentani, l’unico a salvarsi è Di Francesco, generoso e mai domo. Cragno non ha particolari responsabilità sulle 4 reti, ma dare la sufficienza ad un portiere che in una gara si vede servito un poker, ci pare eccessivo.

Cosa è successo? La squadra della famiglia Maio, forse, ha accusato il colpo dopo la stangata di 5 punti inflitta dal Giudice sportivo? La partita era troppo importante ed i frentani hanno sofferto di ansia da prestazione? Le “scorie” della gara contro l’Avellino dove  qualche episodio arbitrale ha, forse, penalizzato i rossoneri non erano state del tutto smaltite? O cos’altro?

Per noi rimane complesso spiegare questa clamorosa dèbacle, al cospetto di un avversario sicuramente di grandissima caratura, ma che ha dimostrato di avere dei punti deboli nel corso della stagione. Il tutto visto e considerato che la squadra di Maragliulo ha giocato in questo torneo alla pari contro formazioni del calibro di Cagliari e Crotone, già promosse in serie A, e dello stesso Novara, battuto al “Biondi.” Il gap esistente tra la due formazioni  abruzzesi è veramente quello visto in campo? Ai posteri l’ardua sentenza.

I tanti interrogativi da noi sollevati, non serviranno certo a cambiare la situazione in casa frentana, che ora si fa veramente delicata. La squadra rossonera accusa 3 punti di ritardo da Modena, Latina e Salernitana, tutte formazioni appaiate al quartultimo posto in classifica. Questo significa che i frentani non sono più padroni del loro destino, ma che oltre sulle proprie vittorie dovranno anche contare sulle “disgrazie” altrui, per potere sperare in una salvezza che a questo punto avrebbe del miracoloso. Questo, tutto il popolo frentano generosamente accorso in quel di Pescara, lo sa molto bene.

Chi, invece, è diventato padrone del suo destino, è gioisce per la conquista momentanea del terzo posto, è il Pescara di Massimo Oddo, che si è detto soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi. Chissà se si sarebbe mai aspettato un Lanciano così sottotono. La formazione biancazzurra ora è attesa da 2 classici testa – cosa, dal momento che dovrà affrontare prima al “Braglia” il Modena, e, poi, in casa il Latina: entrambe le formazioni sono in lotta per retrocedere. Con due successi la squadra del Delfino si garantirebbe l’accesso a les barrages come squadra meglio classificata. Un vantaggio non da poco. Anche il popolo pescarese lo sa molto bene.

Mancano 180’ alla fine di questo campionato: ancora poco, e sapremo il destino delle due compagini abruzzesi che militano in cadetteria. Almeno per quel che riguarda la stagione regolare. Anche se qualcosa già si è delineato dopo il posticipo di domenica pomeriggio.

CHRISTIAN BARISANI