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Golpe, l’ultima tentazione del potere – EZIO MAURO

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La democrazia ha vinto. Ma lo Stato di diritto resta un nemico per le destre
IN PRINCIPIO, naturalmente, c’era il Regno dei Cieli. Ma subito sotto, il primo re nel mondo degli uomini fu Nemrod figlio di Cus che era figlio di Cam, uno dei tre figli di Noè. Lui, gran cacciatore al cospetto del Signore, “fu il primo a esercitare il potere sopra la terra” e il suo regno cominciò a Babel e proseguì in Assiria, dove costruì Ninive e la città grande di Resen. Nelle stesse pagine sacre della Bibbia insieme con il nome del primo sovrano è iscritto il primo colpo di Stato che fu di un figlio contro un padre, quando Assalonne si ribellò al re Davide, lo costrinse a fuggire da Gerusalemme piangendo a piedi nudi con il capo velato, seguito dai familiari con tutti i leviti che portavano l’Arca di Dio: finché in battaglia nella foresta di Efrain l’esercito ribelle fu sconfitto e tre giavellotti colpirono nel cuore Assalonne, uccidendo il primo golpista della storia.
Più che con un “putsch” nel senso classico del termine, dopo il diluvio il mondo della politica cominciò così con un'”intentona”, come in Sudamerica chiamano i golpe falliti. La storia politica dell’umanità è dunque segnata fin dal suo inizio dal sangue versato per rovesciare il sovrano o per difenderlo perché il comando – dalle tribù agli Stati – porta da sempre con sé il volto demoniaco.
Ovvero il lato oscuro di quel trono che si mostra in pubblico ai sudditi illuminato dai bracieri e profumato dagli incensi. In quell’oscurità degli “arcana imperii” si muovono trame, congiure, tradimenti, complotti, giuramenti e presagi, insieme con le ambizioni, le paure, le ribellioni che nei millenni hanno agitato i Principi e il popolo portandoli a temere e concepire il colpo di Stato, strumento comune di lotta politica in ogni era e a ogni latitudine, ben prima che nascesse il concetto stesso di Stato nel senso moderno del termine.
Esattamente, infatti, il colpo di Stato è “un’azione ardita e straordinaria che i principi sono costretti a mettere in pratica per affari senza via d’uscita, con –
tro il diritto comune e senza tener conto di alcun ordine né forma di giustizia”. La diagnosi è del bibliotecario di Richelieu e Mazarino, Gabriel Naudé, che nel 1639 pubblica in dodici esemplari le Considerazioni politiche sui colpi di Stato,un’analisi erudita e libertina degli strumenti eccezionali usati in circostanze particolari per difendere nel sangue il trono o per abbatterlo.
Naudé scrive un secolo dopo il Principe e alla fenomenologia delle congiure di Machiavelli oppone una vera e propria teoria del golpismo, in particolare di quello che si chiamerà poi l'”autogolpe”, cioè l’atto di forza compiuto dal potere sovrano per salvaguardare se stesso. Una teoria completa e sorprendente, che si apre col consiglio di San Tommaso ai tiranni (uccidere i ricchi, i potenti e i sapienti, non permettere scuole e conoscenza, creare scompiglio nel popolo, rendere poveri i sudditi, diffidare degli amici) e finisce con un vero e proprio manuale per l’uso del colpo di mano, dall’individuazione dei congiurati alla tempistica, all’inganno: “La più grande virtù che regna nelle corti è diffidare di tutti e dissimulare con ciascuno”.
Le Considerazioni abbondano di esempi storici che raccontano come il “colpo” sia stato per secoli una risorsa politica comune, che non occorreva né spiegare né giustificare: quando Periandro, tiranno di Corinto, chiede come rendere sicuro il suo regno a Trasibulo, tiranno di Milito, quest’ultimo senza parlare va nel campo e tronca le spighe più alte: Poliandro capisce e fa uccidere i cittadini più illustri di Corinto. Ma spesso il potere e il contropotere insieme con la spada si servono del sacro, fingendo di essersi assicurati il favore del Cielo con inganni, visioni e superstizioni, con Silla che illustra il sostegno di Apollo alle sue azioni, Sertorio che riceve dalla sua cerva il racconto di ciò che si decide nel cenacolo degli dei, Carlomagno che entra in Spagna con la grande chiave caduta dalle mani di un vecchio idolo, come voleva la profezia. Tutte le monarchie, dice Naudé, hanno preso avvio da qualche espediente o soperchieria, “facendo marciare la religione e il miracolo in testa a un lungo seguito di barbarie e di crudeltà “.
D’altra parte, nei “coups d’Etat” è bene che tutto si faccia “di notte, all’oscuro, tra le nebbie e le tenebre ” pregando la dea Laverna di coprire col buio i peccati dei congiurati, occultando le loro frodi. Si deve sentir “cadere il fulmine prima di udire il brontolio del tuono”, scegliendo i mezzi più facili, svelando il piano ai congiurati solo all’ultimo, manipolando intanto il popolo con predicatori o libelli clandestini, in modo “da condurlo per il naso” dove si vuole, diffidando sempre perché il popolo è incostante è variabile, continuamente pronto a approvare e disapprovare insieme, a mormorare, a credere con leggerezza e lamentarsi all’improvviso. Ai congiurati servono “fortezza, giustizia, prudenza”, per sfruttare le minime occasioni propizie, come Druso che riuscì a soffocare una rivolta delle legioni in Pannonia usando lo sconcerto provocato da un’eclissi di luna.
Inganno, sangue, frode. E qui le Considerazioni sfiorano e citano la teorizzazione di Giovanni Botero, che nel 1589, mentre lavora da ex gesuita alla Congregazione dell’Indice nella Curia romana si domanda per primo cosa sia la ragion di Stato e risponde che “è notizia di mezzi atti a fondare, conservare e ampliare un dominio fermo sopra popoli”. Siamo alle soglie della moderna realpolitik, esasperata dalla violenza tipica dei colpi di Stato: la strada di chi detiene il potere – dice infatti il bibliotecario di Richelieu – “è più larga e più libera” di quella dei sudditi a causa della responsabilità che pesa sulle sue spalle. Per questo il sovrano può marciare con passo sbilenco e irregolare, perché “talvolta occorre che nasconda e deformi”. È la teorizzazione della possibilità di trasgredire il diritto comune per il cosiddetto bene comune, valutato spesso a posteriori, da chi ha vinto. È quasi la teorizzazione dello “stato d’eccezione” di Carl Schmitt (il sovrano non è il garante dell’ordinamento ma colui che lo crea a partire dall’eccezione), con Naudé che ammette interventi straordinari fuori dal “diritto delle genti” e dalle leggi ordinarie per un interesse pubblico supremo. D’altra parte, spiega con lo scetticismo dei libertini, bisogna spesso servirsi “di una giustizia artificiale, politica, rapportata al bisogno dei governi, perché essa è abbastanza cedevole e molle da sapersi adattare”.
Ci vuole teoria, sembra dire Naudé, dunque studio e scienza per un buon golpe. Ci vuole soprattutto metodo, risponderà nel 1931 Curzio Malaparte, nel suo insuperato Tecnica del colpo di Stato (Adelphi), proibito all’uscita da Mussolini e da tutte le dittature europee. Il problema della conquista e della difesa dello Stato moderno non è un problema politico ma squisitamente tecnico, dice Malaparte, un’arte specifica che non dipende dalle condizioni generali del Paese come credeva Lenin ma dalla capacità di organizzare l’insurrezione, come capì Trotsky, che infatti mentre Kerenskij difendeva i palazzi di Stato infiltrò con le sue “esercitazioni invisibili” le guardie rosse nei gangli dei servizi tecnici di Pietrogrado, dalle stazioni alle centrali dei telefoni, ai gasometri, ai telegrafi, collassando la città prima del governo. Il puro contrasto militare, come anche l’attacco di massa, non funzionano più: gli Stati si rovesciano e si difendono con una tecnica specifica che ogni dittatore aggiorna a se stesso, con Napoleone che pretende di compiere con la forza delle armi una rivoluzione parlamentare, Mussolini che si impadronisce dello Stato “molto prima dell’entrata delle camicie nere nella capitale” con una tecnica rivoluzionaria violenta che in tre anni porta il fascismo a fare il vuoto intorno a sé cancellando ogni forza organizzata politica o sindacale, proletaria o borghese.
Gli Stati dunque non si salvano e non si perdono con la tattica fondata sui sistemi di polizia, con i quali Cicerone sventò la congiura di Catilina. E in ogni caso conviene tener presente l’ammonimento di Machiavelli, per cui la congiura è “difficile e pericolosissima in ogni sua parte, donde ne nasce che molte se ne tentano e pochissime hanno il fine desiderato “. Si capisce il vincolo quasi sacro che unisce per la vita e per la morte i congiurati, con Catilina che nel racconto di Sallustio “fece girare delle tazze con dentro sangue umano misto a vino” e solo quando tutti ebbero bevuto svelò il suo piano, dopo l'”exsecrationem” rituale con cui si maledicevano i traditori. Il segreto resta il fondamento della congiura, a differenza del mistero e dell’occulto in cui affonda invece il complotto, secondo la distinzione di Alessandro Campi e Leonardo Varasano in Congiure e complotti. Da Machiavelli a Beppe Grillo (Rubbettino) per cui i colpi di Stato avvengono nella storia, con soggetti definiti e individuabili, mentre le cospirazioni complottistiche sono teorie e costruzioni astratte con soggetti indefiniti e entità misteriose. Una distinzione intellettualmente convincente, se non fosse che lo specifico del nostro Paese presenta una storia in cui abbondano negli snodi criminali proprio quei “soggetti indefiniti” e quelle “entità misteriose”, di cui spesso conosciamo solo le sigle e la ragione sociale eversiva, in debito come siamo di verità.
Verrebbe da concludere che nella parte di mondo in cui viviamo la democrazia ha vinto e nessuno pensa più ai colpi di Stato. Ma se guardiamo oggi all’Europa di mezzo, vediamo che la nuova destra considera proprio i valori liberali dello Stato di diritto i principali avversari, non i valori giacobini. E ovunque, in Occidente, la democrazia esausta rischia di ricordare quelle conchiglie di spiaggia perfette nella loro forma esterna, mentre all’interno l’organismo sta morendo. D’altra parte proprio l’uomo di Richelieu ci ricorda che “le leggi ci perdonano i delitti che la forza ci obbliga a commettere”. E non consola nemmeno pensare che c’è poca forza oggi nella politica occidentale, manca una leadership capace di concepire l’inconcepibile in democrazia. Perché vale sempre il monito di Malaparte: le risorse della mediocrità sono inesauribili.

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Fronte Sud l’Italia alla prova

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Sud – La politica estera ha bisogno di realismo e di lungimiranza: dell’uno per affrontare crisi e problemi contingenti, dell’altra per sapere dove vuole andare. Per l’Italia, il realismo si è affacciato ieri quando il ministro Gentiloni ha riconosciuto, per la prima volta, un «ruolo nella transizione» al generale libico Khalifa Haftar che dalla Cirenaica si oppone al governo di unità nazionale di Fayez al Sarraj.

La lungimiranza è il filo conduttore della prima Conferenza Ministeriale Italia-Africa che si terrà a Roma il 18 maggio con la partecipazione di 40 ministri africani.

La misurata apertura a Haftar è subordinata al suo riconoscimento del governo di unità nazionale; la Conferenza è da lungo programmata. La coincidenza è casuale, ma ne potrebbe scaturire l’avvio di una politica italiana per l’Africa. Sarebbe tempo. Le visite, sia degli ultimi Presidenti della Repubblica che del Capo del Governo, sono stimoli importanti ma, senza continuità di seguiti, restano sprazzi.

Perché l’Africa e perché adesso? L’Africa brulica di energie, di spirito imprenditoriale, di voglia di crescere e d’innovare. A lungo guardata esclusivamente o come destinataria di assistenza internazionale o come serbatoio di risorse naturali, promette il prossimo miracolo economico e sociale, motore di capacità produttive e meta d’investimenti, con mercati in espansione e col dinamismo della gioventù demografica. Il XXI secolo è il turno dell’Africa, pur afflitta da un calderone di perdurante povertà, guerre, cambiamenti climatici e potenziali emergenze sanitarie.

Il rovescio della medaglia è l’Africa fonte di minacce alla sicurezza e stabilità internazionale. Verso Nord, le correnti migratorie, i traffici d’ogni genere e le saldature terroristiche di Boko Haram con Isis. Le documenta, su queste pagine, il reportage di Domenico Quirico dal Ciad. Verso Sud, la penetrazione jihadista, ben oltre la fascia sahariana. Le propaggini del proselitismo wahhabita arrivano ormai fino in Congo: solo scuole e servizi sanitari e sociali per ora, ma non è dalle madrasse pakistane e afghane che è cominciato l’indottrinamento di tanti terroristi?

Nordafrica mediterraneo e Africa sub-sahariana si ricongiungono nell’instabilità. Il Sahara non fa più da barriera. E’ diventato in buona parte terra di nessuno, sottratta al controllo degli Stati che se lo dividono. Fino a soli nove anni fa vi passava la Parigi-Dakar. Chi lo rischierebbe oggi? Il rally ha ceduto il passo ai terroristi e ai trafficanti. In paraggi dove ci avventuravamo con tranquillità si viaggia oggi senza rete, a nostro rischio e pericolo.

Il Mediterraneo è confine e ponte verso questa nuova e magmatica Africa. L’Italia, in prima linea, deve pensare a una politica africana senza sempre aspettare l’imbeccata europea. Le crisi e minacce contingenti richiedono un approccio realistico, le potenzialità e il futuro del continente una visione strategica. Fra le emergenze è in testa la Libia. Non basta dire che deve rimanere unita. Se le spinte centrifughe, quali quelle del governo di Tobruk, non vengono imbrigliate, e se la comunità internazionale si spacca fra sostenitori di al Sarraj e di Haftar, come aspettarci che i libici si riconcilino?

Entra qui in gioco la nostra capacità di lavorare sulla crisi libica anche con l’Egitto, malgrado la grave controversia sulla scomparsa di Giulio Regeni. La politica estera richiede talvolta i compartimenti stagni. Russia e Stati Uniti sono ai ferri corti sull’Ucraina, ma collaborano su Iran e Siria. Dopo l’abbattimento del Sukhoi russo da parte turca, Erdogan e Putin, teste dure se mai ve ne sono, hanno sì richiamato i rispettivi ambasciatori, ma li hanno poi rapidamente rinviati in sede e, nell’adottare sanzioni, hanno scientemente evitato quelle reciprocamente più dannose. L’Italia deve imparare.

Avevamo una politica africana quando l’Africa era meno importante. Negli Anni 80 avevamo la cooperazione, con l’iniziativa contro la fame e la desertificazione in Sahel, con programmi avanzati nel Corno d’Africa, in Mozambico, in Senegal, a Capo Verde. Abbiamo seminato, ma non raccolto. Quando l’Africa ha cominciato a crescere abbiamo chiuso i rubinetti e cominciato la miope chiusura di ambasciate: ne abbiamo meno che non negli Anni 70 quando il continente era in letargo postcoloniale. La Conferenza del 18 maggio a Roma, co-presieduta da Moussa Faki Mahamat, ministro degli Esteri di quel Ciad che è crocevia d’immigrazione illegale e di traffici, può segnare il punto di svolta.

Auguriamocelo: è ora che l’Italia abbia una politica africana.

vivicentro.it-editoriale / lastampa / Fronte Sud l’Italia alla prova STEFANO STEFANINI

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Santone subito (VIDEO)

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Ogni volta che inciampo in un comizio del sindaco De Magistris penso con qualche brivido che c’è stato un tempo in cui quel furbo arruffapopolo era un magistrato. Lo spacciatore di rivoluzioni alle vongole che sul palco arringa la folla fingendo di farne parte ha avuto in passato il terribile potere di privare altri individui della libertà. Di sicuro fa meno danni dove sta ora, al governo di una città che non vuole essere governata, ma ammaliata. L’ultimo monologo del tribuno napoletano ha raggiunto vette retoriche da repubblica delle banane. Andate a godervelo sul web, se volete ripassare le ragioni per cui da settant’anni in Italia comandano i democristiani. Perché l’unica alternativa sembra essere questo populismo d’accatto, che specula sulla rabbia degli impoveriti per costruirsi un dominio personale.

Sono ormai abbastanza vecchio per sapere che chi urla in piazza «Potere al popolo!» si immedesima a tal punto nel popolo che il potere lo vuole tutto per sé. E dopo trent’anni di gargarismi leghisti mai seguiti da un atto concreto non mi spaventa un caudillo che incita alla secessione le plebi furenti e minaccia a salve il governo centrale, al grido di «Renzi, cacati sotto». Ma continuo a trovare esilarante e terribile lo sdoppiamento di personalità che porta il santone partenopeo ad annunciare che «dopo le elezioni del 5 giugno tutto cambierà: io uscirò dal Palazzo e governerò in strada!», come se il sindaco uscente fosse un altro e non lui.

vivicentro.it-opinione / lastampa / Santone subito. MASSIMO GRAMELLINI

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ESCLUSIVA – Pasquale Logiudice: Nei prossimi giorni incontrerò il presidente. E sul prossimo tecnico..

Le parole di Pasquale Logiudice in esclusiva a ViViRadioWEB

Nel corso della trasmissione di ViViRadioWeb, Il Pungiglione Stabiese, abbiamo ascoltato il direttore sportivo della Juve Stabia, Pasquale Logiudice.

Di seguito le dichiarazioni di Pasquale Logiudice.

Il campionato è appena andato in archivio, a breve bisognerà programmare la prossima stagione, cosa farà Pasquale Logiudice? Adesso è ancora prematuro, prendiamoci una pausa visto che la stagione è stata impegnativa e travagliata. Anche contro il Foggia abbiamo dovuto far fronte a problemi tecnici, dovendo far fronte alla mancanza di calciatori influenzati. La stagione è iniziata male ed è finita peggio. Quindi sinceramente con calma ci incontreremo con il Presidente e vedremo il da farsi. Vi dico con molta franchezza che abbiamo da chiarire un po’ di cose.

Per quanto riguarda i calciatori in scadenza, si è parlato tanto, ci sono possibilità di rivederli a Castellammare: Qui vorrei chiarire questo dilemma. In giro sono tutti bravi a parlare, tanto che siamo stati accusati di non saper svolgere il nostro lavoro. Avevamo proposto a Nicastro e Contessa il rinnovo di contratto già tempo addietro. È chiaro che questo è il gioco delle parti e ognuno fa le proprie valutazioni. Sapevamo che non avrebbero rinnovato prima del mercato di gennaio, però in quel momento non eravamo nelle condizioni di privarci di entrambi, anche perché non navigavamo in acque tranquille e mancavano adeguati sostituti. A gennaio ci siamo privati di Migliorini e di certo non si poteva rifiutare un’importante proposta economica che è andata in porto con la soddisfazione delle parti. Per il resto non abbiamo ritenuto di cedere altri calciatori pur di non indebolire la rosa e siamo andati avanti così. Sicuramente sia Contessa e stesso dicasi per Nicastro possono ambire tranquillamente ad una categoria superiore.

Con il senno di poi rifarebbe lo scambio Rosania-Vella: Si, lo rifarei visto che comunque a gennaio dovevamo movimentare qualcosa. Vella pure lui era in scadenza di contratto e in quel momento eravamo carenti sulla linea difensiva e abbiamo ritenuto opportuno rinforzarci in quel settore. Molti hanno criticato l’arrivo di Rosania, io ai critici vorrei ricordare che è un difensore di esperienza e vanta pure diverse presenze in serie B appena quattro anni or sono. È chiaro che poi alziamo le mani se andiamo a guardare i risultati e le sue prestazioni. Purtroppo non solo lui ha reso al di sotto delle aspettative, anche altri calciatori, per diversi motivi si sono espressi al di sotto delle loro possibilità.

Restando in tema, a chiusura del mercato di gennaio, quale scelta reputi sia stata migliore: indubbiamente reputo sia stato l’approdo di Lisi. Nessuno lo conosceva e non ci si aspettava molto da questo calciatore, invece credo sia stata una piacevole sorpresa per tutti. Non dimentichiamo che lo scorso campionato prendemmo diversi calciatori con un passato non felice, e alla fine tutti furono protagonisti di quel campionato esaltante. Quindi in tutto questo, reputo che ognuno di noi debba farsi un esame di coscienza e puntare su un calciatore che si è ben distinto appena un anno prima, non è detto che poi possa ripetere la realtà dei fatti.

Mister Zavettieri, ha annunciato il suo addio: Si, è stata una sua spontanea decisione. Il tecnico va ringraziato visto che ci ha dato una mano in un momento particolare. Ognuno di noi sicuramente dovrà fare una propria autocritica, per quanto mi riguarda l’ho fatta l’anno scorso al culmine di un buon campionato, di certo non ho problemi quest’anno, senza andare alla ricerca di attenuanti tirando in ballo infortuni e diverse situazioni.

Sabato in tribuna si è rivisto mister Pancaro, potrebbe rivelarsi un possibile ritorno: Il mister ha parenti qui in zona e aveva deciso di venire allo stadio ad assistere la partita. Non abbiamo parlato di lavoro, ci siamo solo salutati.

In settimana ci sono stati contatti con l’ex calciatore Jimmi Fontana, sarà lui il prossimo allenatore: Al momento ci siamo fatti solo due chiacchiere. Nei prossimi giorni eventualmente ci incontreremo visto che dobbiamo ancora parlare e chiarire diversi aspetti. Si, può darsi che sia lui il nuovo allenatore se il tutto convergera’, ad oggi è ancora prematuro poter dire che sarà lui la nostra scelta.

Quindi ci è parso di capire che lei già sta iniziando a programmare: Premetto che da contratto ho pieni poteri. Svolgo il mio mestiere con grande piacere, per filosofia di vita dico che bisogna sempre lavorare per non farsi trovare impreparati. Non ho nessun problema a rimanere, bisogna però sempre vedere poi diversi aspetti. Quest’anno ci sono state situazioni negative, e positive con l’esordio in prima squadra di diversi ragazzi, senza dimenticare la cessione di Migliorini che ha fruttato un grande ritorno economico. Purtroppo in Italia vige questa cattiva abitudine di valutare il lavoro solo guardando i risultati. Non reputo che sia giusto, poi è ovvio che bisogna sempre guardare avanti e analizzare gli errori commessi.

È stata un annata particolare, lei cosa si porta con sé in tema di esperienza personale: Tante cose, a volte non si mette tutto in preventivo, forse neanche il 50% di ciò che poi accade. Invece la realtà insegna che le tutto può succedere e quindi bisogna mettere tutto in preventivo, e farti trovare pronto a gestire tali situazioni. Con molta sincerità, nella prima parte della stagione, al di là della qualità tecnica in attacco, ci siamo trovati a far conti con l’assenza di una punta centrale. Poi con tutta sincerità non immaginavamo di subire tanti infortuni, l’anno scorso perdemmo il solo Bacchetti, e allora anche quest’anno pensavamo di scivolare alla stessa maniera. Questo dimostra che ogni campionato è diverso dai precedenti, e comunque sono contento che la salvezza sia andata in porto al di là di tutte le avversità del caso. Adesso spediamo di poter contare anche sul fattore Menti, dovrà essere un punto di partenza visto che il manto erboso ci ha comportato infortuni vari con la perdita di diversi calciatori sotto il profilo tecnico ed economico.

Ischia,in ansia per Moracci. Si teme uno stiramento

MORACCI-Ischia

Piove sul bagnato in casa Ischia. Dopo le otto sconfitte consecutive della gestione Porta,la squadra gialloblu è attesa dal doppio confronto nei play-out contro il Monopoli. Da quando è subentrato Antonio Porta in panchina,il tecnico nonostante le sconfitte ha sempre dichiarato di aver sfruttato queste ultime partite di campionato per cercare di trovare la giusta quadratura alla squadra con la miglior formazione possibile,motivo anche dei tanti esperimenti fatti durante queste partite,spesso con formazioni inedite dal primo minuto. Nel doppio confronto per la salvezza, che attende gli isolani,un reparto che dovrà cercare di fare la differenza sarà la retroguardia difensiva. Uno dei pilastri fermi di questa stagione è stato Leonardo Moracci. L’ex Paganese partito ad inizio del campionato accanto a Liberato Filosa prima della rottura del menisco, si è poi alternato con Savi e poi con l’ultimo acquisto Jerry Van Dam. Nell’ultima partita di campionato contro il Cosenza, Porta ha schierato dal primo minuto la coppia centrale,che aveva retto bene gli avversari nelle gestione Bitetto. Se da una parte c’è il rientro di Filosa al centro della difesa,c’è il rischio di perdere Moracci in vista dei play-out. L’ex Nocerina è uscito anzitempo dal campo in quel di Cosenza a causa di un problema muscolare. Il difensore nelle prossime ore si sottoporrà agli esami per individuare l’entità dell’infortunio. Purtroppo a fine partita contro i silani,si incominciava a temere di uno stiramento muscolare. Se gli esami confermeranno quanto detto, mister Porta si ritroverà un altra gatta da pelare in vista dei play-out con una retroguardia difensiva da reinventare.

Ag.Maggio: “Ultima partita col Frosinone? Parleremo con la società”

“Non so se quella contro il Frosinone sarà l’ultima gara di Maggio con la maglia del Napoli, onestamente non sono in grado di rispondere a questa domanda. Mi sembra che la decisione di Sarri che va sempre rispettata è stata ben chiara. Parleremo a fine stagione con la società e decideremo la soluzione migliore per club e giocatore”, ha dichiarato l’agente di Maggio, Massimo Briaschi, ai microfoni di Radio Crc.

Classifica assist, Marek Hamsik al comando

Marek Hamsik leader tra gli uomini assist del campionato. Il centrocampista azzurro è in testa alla speciale classifica degli ultimi passaggi in Serie A. Con le due splendide rifiniture di ieri a Torino per i gol di Higuain e Callejon, Marek ha ragguinto 30 assist totali di cui 8 vincenti. Sul podio anche Insigne, terzo nella graduatoria degli ultimi passaggi con 23 assist totali di cui 8 vincenti. Tra i primi 10 in lista figura anche Josè Callejon che è settimo con 18 assist di cui 3 vincenti.

FONTE: Ssc Napoli

Torino-Napoli, quasi un milioni di persone hanno seguito il match

Ottimo seguito televisivo per Torino-Napoli. Il match è stato seguito da 911.633 telespettatori che rappresenta il secondo dato di ascolto più alto della 37esima giornata, dallo studio elaborato dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A su dati AGB/Auditel. Il posticipo dell’Olimpico ha fatto registrare il 3.71 per cento di share.

FONTE: Ssc Napoli.

Valente replica a de Magistris: “Ti devi vergognare sei un violento”

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La candidata del Pd, Valeria Valente, accusa dopo il video in cui il sindaco De Magistris insulta il premier

“De Magistris si dimostra non all’altezza di fare il sindaco di Napoli. Lo spettacolo che sta offrendo in queste ore è solo una volgare messinscena, che offende tutti i napoletani e danneggia Napoli agli occhi del Paese”: lo dice la candidata a sindaco del centrosinistra Valeria Valente, dopo il comizio in cui de Magistris insulta pesantemente il presidente del Consiglio Renzi.

“Sta utilizzando toni vergognosi, carichi di violenza, indegni per il sindaco della terza città d’Italia. Per cinico calcolo personale e per nascondere il disastro amministrativo di questi cinque anni, de Magistris vuole trasformare questa campagna elettorale in una rissa continua: sfugge al confronto, come stamattina alla Fondazione Valenzi. Pretende di fare passerelle in ogni occasione pubblica, come ha fatto alla partita di beneficenza dell’Arci Scampia, dove è andato via dopo aver fatto una sceneggiata perché gli organizzatori avevano invitato tutti i candidati a sindaco. Minaccia Renzi dal palco con un linguaggio che richiama a stagioni buie della nostra storia politica”.

“De Magistris vuole trascinare Napoli in guerra contro tutto e tutti, incurante del fatto che, così facendo, indebolisce la città. La verità, purtroppo, è che il sindaco uscente sta usando questa campagna elettorale come trampolino di lancio per costruirsi un futuro politico a Roma. Altro che rivoluzione zapatista, se avesse avuto a cuore il destino della nostra città, avrebbe riparato le buche stradali, fatto funzionare il trasporto pubblico, speso i fondi europei per il porto, il centro storico e Napoli Est”, conclude Valente.

Morto Massimo Borrelli, comico di “Made in Sud”

Massimo Borrelli faceva parte dei “Due x Duo”, aveva lavorato anche a “Colorado Cafè”

Un male incurabile, una lotta fino all’ultimo giorno. Massimo Borrelli non ce l’ha fatta: stamattina, lunedì 9 maggio, se n’è andato. L’attore e cabarettista dei “Due x Duo”, in cui da anni recitava col suo fedele sodale di palco Giuseppe Laurato, era uno dei personaggi più amati del noto show “Made in Sud”. Negli ultimi tempi molti fan si erano accorti della sua consistente perdita di peso, interrogandosi sulla sua salute, oggi, il tragico epilogo. Borrelli, sulle scene da vent’anni, aveva iniziato a lavorare in duo con Laurato nel 1999, arrivando a vincere assieme anche il premio Massimo Troisi nel 2007.

Tra i primi a dare l’annuncio della scomparsa, assieme ai fan sgomenti, Daniele “Decibel” Bellini. “Hai fatto ridere sempre tutti – ha scritto su Facebook lo speaker dello stadio San Paolo e di Radio Kiss Kiss – ma adesso ci toccherà piangere senza sosta. Non ci posso credere. Buon viaggio amico mio”.

La pagina ufficiale dei “Due x Duo” ha postato uno status: “Questa mattina – si legge – troppo presto Massimo ci ha lasciati. Ha dovuto accettare una scrittura da un un impresario al quale non si può dire di no. Rideremo ancora per te… sorrideremo pensando a te anche se è difficile. Cosa farei con cento milioni di euro ora? Pagherei per poterti riabbracciare”.

vivicentro.it-cronaca-spettacoli / Morto Massimo Borrelli, comico di “Made in Sud” PAOLO DE LUCA

Comizio show di de Magistris: “Renzi, vattene a casa, devi avere paura, ti devi cacare sotto” (VIDEO)

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“Renzi, vattene a casa, devi avere paura, ti devi cacare sotto. Cacati sotto”. De Magistris arringa così la folla durante il comizio tenuto al Palapartenope:

“Dimostriamo che è il popolo a scrivere la storia e non l’ordine costituito”. E in un altro passaggio avverte: “Se mi fanno fuori ci sarete voi”. E ancora, annuncia di voler spostare l’amministrazione della città da Palazzo San Giacomo alle assemblee del popolo: “Io starò in strada”. Durante uno dei passaggi dice anche di non essere in vendita: “Ci hanno provato in tutti i modi a comprarmi ma non sono in vendita”

FONTE: https://video.repubblica.it/edizione/napoli/comizio-show-di-de-magistris-renzi-vattene-a-casa-devi-avere-paura-ti-devi-cacare-sotto/238813/238678?ref=HRESS-1

 

Ispra: pesticidi in 64% acque italiane, soprattutto glifosato

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E da molte regioni del Sud non arrivano i dati richiesti

Roma, 9 mag. – Acque italiane, sia superficiali sia sotterranee, ampiamente contaminate, soprattutto da pesticidi. E, tra i contaminanti, i più presenti sono gli erbicidi e in particolare il glifosato. E’ quanto emerge dal rapporto nazionale ‘Pesticidi nelle acqua’ dell’Ispra, riferito a dati 2013-2014, dal quale emerge che il 63,9% delle acque superficiali italiane sono contaminate da pesticidi, come anche il 31,7% delle acque sotterranee. E se alcune Regioni, soprattutto al Sud, non fanno pervenire i dati necessari per il monitoraggio, in alcune Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia Romana, Toscana e Umbria la contaminazione è ben più alta del dato nazionale, in alcuni casi arriva addirittura al 95%, come nel caso dell’Umbria. Partendo dal presupposto che in Italia in agricoltura si utilizzano ogni anno circa 130.000 tonnellate di prodotti fitosanitari, nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni di acqua per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un aumento rispettivamente del 4,3% e del 11,8% nei confronti del biennio precedente.

“La copertura del territorio nazionale, tuttavia – fa presente l’Ispra – è ancora largamente incompleta, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali, due regioni non hanno inviato nessun dato, e più accentuata per le acque sotterranee, dove non si hanno dati di cinque regioni”.

Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze.

Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9). Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Le concentrazioni misurate sono in genere frazioni di µg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse.

Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della contaminazione. I livelli sono generalmente più bassi nelle acque sotterranee, ma residui di pesticidi sono presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. In alcune Regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterrane la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012). Indice, questo soprattutto, di una maggiore efficacia complessiva delle indagini.

vivicentro.it-salute / Red/Apa MAZ / (askanews) / Ispra: pesticidi in 64% acque italiane, soprattutto glifosato

Brexit, Cameron evoca rischi di guerra in Europa

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Berlino, Ue ha tutelato Stati membri anche da guerra. “Non è una cosa seria”, ha detto l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson

David Cameron alza i toni del confronto sulla Brexit. Il premier britannico arriva a dire che l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue metterebbe a rischio la pace in Europa con la possibilità di nuovi conflitti. Il primo ministro, impegnato nella campagna per tenere il Paese nell’Unione in vista del referendum di giugno, ha sottolineato come il Regno Unito abbia rimpianto quelle volte in cui in passato ha ”voltato le spalle”, disimpegnandosi rispetto all’Europa e ricordato che l’Ue ha aiutato i Paesi a ”riconciliarsi” e a mantenere la pace. L’intervento di Cameron è destinato a ricevere forti critiche dal fronte euroscettico che più volte ha accusato il premier di promuovere una linea improntata all’allarmismo per quanto riguarda le possibili conseguenze di una Brexit.

L’Unione Europea, come accordo comunitario fra 28 Stati membri ha comportato “non solo effetti positivi relativi al benessere e allo stato di diritto”, ma ha anche tutelato questi Stati dalla guerra. Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino.

Rischi di una guerra in Europa se la Gran Bretagna lascia l’Ue? ”Non è una cosa seria”, ha detto l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, rispondendo così al rischio evocato dal premier britannico David Cameron.

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Collisioni record nell’Lhc, sono una porta sull’ignoto

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Collisioni da record. Verso fenomeni nuovi, da materia oscura a nuove dimensioni

Prime collisioni da record nell’ acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, dove fasci che contengono 300 ‘pacchetti’ di particelle scorrono stabilmente nell’anello di 27 chilometri all’energia di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV).
Scontrandosi, fasci del genere possono produrre particelle finora sconosciute, alzando il sipario su fenomeni fisici inediti, come la composizione della materia oscura che occupa il 25% dell’universo o l’esistenza di più dimensioni.

“Una grande emozione”: per il direttore del Cern, Fabiola Gianotti, veder ripartire l’acceleratore più grande del mondo è sempre straordinario, ma quest’anno è davvero un’occasione unica: “con i dati che potranno raccogliere nel 2016, gli esperimenti permetteranno di ottenere misure più precise del bosone di Higgs, come di altre particelle e fenomeni noti”, ha osservato in una nota del Cern.
Nello stesso tempo, ha aggiunto, i dati “ci permetteranno di guardare ad una nuova fisica, con un accresciuto potenziale di scoperta”

“La nave è salpata verso terre sconosciute“: per il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) con le collisioni record avvenute nell’Lhc la fisica ha ormai cominciato il viaggio più avventuroso di sempre, che potrebbero portarla a toccare territori completamente sconosciuti.

“La macchina sta funzionando, nonostante le faine”, ha detto Ferroni riferendosi all’incidente a un trasformatore provocato da una faina, che ha provocato qualche giorno di ritardo. “Sono state raggiunte le collisioni di particelle all’energia più alta cui abbia mai funzionato una macchina, adesso – ha aggiunto Ferroni – dobbiamo avere pazienza e sperare che la natura abbia deciso di darci una mano”.

Il primo compito dell’acceleratore, importantissimo, è studiare nei dettagli il bosone di Higgs“, la particelle grazie alla quale ogni cosa ha una massa scoperta nel 2012. Ma la speranza, ha concluso, è di riuscire a vedere fenomeni completamente nuovi.

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MINISTRO LORENZIN: Indagine del Nas su mense a scuola

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L’ANNUNCIO DEL MINISTRO LORENZIN

Il ministro Lorenzin: “L’indagine è partita su segnalazioni dei genitori che si lamentavano della qualità e quindi ho chiesto ai Nas di fare verifiche a campione”

“L’alimentazione nelle scuole è importantissima, ho mandato i Nas per fare controlli a campione nelle scuole italiane per verificare se la qualità dei cibi richiamati nelle diete sia consono con la qualità garantita ai nostri bambini”. Lo afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenendo all’assemblea di Federalimentare a Cibus.

“L’indagine è partita su segnalazioni dei genitori che si lamentavano della qualità e quindi ho chiesto ai Nas di fare verifiche a campione”. Il ministro osserva che “sarà trimestralmente fatto il punto della situazione sui risultati emersi dai controlli, come già fatto con la nostra task force nelle residenze per le persone anziane e sui disabili e anche in altre occasioni”.
I controlli sono già partiti, ha spiegato Lorenzin, e “del resto queste cose prima vengono fatte e poi annunciate”, e non ha voluto precisare se i controlli si svolgono nelle scuole pubbliche o private o in entrambe.
“Ci interessa andare a fondo per capire se esiste veramente un problema – conclude Lorenzin – e che tipo di problema è”. L’indagine riguarda la qualita’ del cibo offerto ai bambini nelle mense scolastiche ma anche le scelte dei tipi di cibo che vengono utilizzati nelle diete a seconda della fascia di eta’. In sostanza si tratta anche di un controllo sulla appropriatezza nutrizionale legate ai vari momenti della crescita.

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Zamparini: “Vazquez il migliore, lo consiglio vivamente a De Laurentiis”

Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss nel corso della trasmissione Radio Gol. Il vulcanico presidente ha analizzato diversi temi rilasciando importanti dichiarazioni di mercato riguardo soprattutto il trequartista italo-argentino Franco Vazquez, in forza proprio al Palermo:
Quest’ estate sicuramente cederemo Franco Vazquez: è un grande giocatore e merita un top club. Sono state avanzate delle offerte soprattutto dall’ estero e probabilmente è li che verrà ceduto; anche se mi dispiace perché il nostro campionato perde così il miglior trequartista. Meriterebbe di essere convocato per l’ Europeo.
In ottica Champions lo consiglio vivamente al presidente De Lauentiis in quanto, ribadisco, è il migliore nel suo ruolo”.

Ass. Borriello: “Napoli-Frosinone si giocherà regolarmente al San Paolo”

Nel corso della trasmissione Radio Gol, in onda sulle frequenze di radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto Ciro Borriello, assessore allo Sport del Comune di Napoli. Al centro della discussione la solita delicata questione legata alle condizioni dello stadio San Paolo. Ecco le sue dichiarazioni al riguardo:
Risultato importante quello maturato ieri sera, la squadra ha giocato un primo tempo a grandi ritmi calando di intensità nella ripresa. Sulla questione San Paolo, domani è in programma nuovamente la convocazione della giunta e sono fiducioso che questa volta riusciremo ad ottenere il via libera per il restyling.
Per l’ ultima partita di campionato in programma contro il Frosinone sono stati effettuati i lavori che ci erano stati richiesti, l’ impianto è a norma e si può giocare senza problemi”.

Canada, catastrofico incendio potrebbe bruciare per mesi

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Già evacuati 90mila abitanti. Distrutto il 20% di Fort McMurray, ci vorranno anni prima che torni alla normalità

Il maxi incendio che da una settimana devasta la provincia di Alberta, in Canada, ha distrutto finora un quinto delle abitazioni di Fort McMurray, la città più colpita dal disastro. Il catastrofico rogo continua a diffondersi a macchia d’olio e le autorità lanciano l’allarme: le zone boschive di Alberta, la ricca provincia occidentale del Paese, potrebbero “bruciare per mesi”. Il rogo ha già causato la morte di due persone e la distruzione di 1.600 strutture in una superficie pari a circa un terzo dello stato del Rhode Island. Ad oggi sono state evacuate dalle zone colpite 90 mila abitanti. Secondo quanto rivelato alla Cbc da un’analista della Bank of Montreal, l’incendio costerà agli assicuratori fino a 9 miliardi di dollari canadesi, pari a quasi 7 miliardi di dollari Usa.

Secondo un parlamentare locale, David Yurdiga, ci vorranno anni prima che Fort McMurray torni alla normalità: oltre 100mila residenti sono stati evacuati e una superficie di 1.610 chilometri quadrati é stata colpita dalle fiamme. Ma la situazione sembra aver raggiunto un punto di svolta, ha detto il capo dei vigili del fuoco, Chad Morrison, secondo quanto riporta l’agenzia stampa Ap.

Morrison si è detto “molto contento” grazie a un calo delle temperature e una lieve pioggia, che fanno sperare di portare l’incendio almeno in parte sotto controllo. Intanto, le autorità hanno spiegato che durante il fine settimana l’incendio si è esteso meno del previsto. Da parte sua Yurdiga ha commentato che il restate 80% delle abitazioni della città sono intatte, ma che è ancora troppo pericoloso per i residenti tornare nelle proprie case.

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Venerato: “Klaassen? C’ è l’ accordo con il calciatore ma si valutano altre opzioni”

A Radio Crc, nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma, è intervenuto Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport ed esperto di calciomercato. Queste le sue dichiarazioni riguardo le varie operazioni che trapelano in queste ore in casa Napoli:
“Il Napoli come vice Hamsik ha ormai fatto la sua scelta: il nome è quello di Klaassen, anche se sarebbe un po’ riduttivo relegarlo alla posizione di vice. C’ è già l’ accordo con il giocatore anche se la società continua a trattare con l’ Ajax sul prezzo del cartellino, si tratta di un investimento davvero importante. L’ alternativa è Zielinski, di proprietà dell’ Udinese, che piace molto a Sarri per la sua duttilità: può essere impiegato sia come mezz’ ala che come trequartista. Per quanto riguarda il vice Jorginho il nome forte è quello di De Roon del’ Atalanta che considero in vantaggio su Diousse e Diawara per una questione anagrafica. Sull’ out di destra si segue sempre Vrsaljko che ha una valutazione piuttosto alta, intorno ai 18-20 milioni. Anche qui parliamo di un terzino duttile che all’ occorrenza può anche sostituire Callejon”.

A Valderice l’associazione Il Sol.Co presenta le avventure degli amici del bosco

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L’associazione “Il Sol.Co” presenta le avventure degli amici del bosco

Valderice Per celebrare il XX anniversario dalla fondazione, l’associazione “Il Sol.Co”,  attraverso Gli Amici del Sol.Co, ha realizzato un libro dal titolo “Le avventure, i sogni, le amicizie, la felicità degli amici del bosco” che verrà presentato mercoledì 18 maggio alle ore 17.00, presso il Mulino Excelsior di Valderice (TP).

Si tratta di una raccolta di storie i cui protagonisti sono gli animali del bosco: amici che, unitamente, compiono un cammino per solidarietà, per passione e voglia di farcela insieme.

L’iniziativa è stata promossa dalla dottoressa Stefania Martinico (autrice già di un altro volume per bambini, ndr ‘Pino e la sua allegra famiglia’’, 2013 ), pedagogista e operatrice de “Il Sol.Co.”, associazione onlus di Valderice che si occupa di ragazzi diversamente abili.

Dott.ssa Stefania Martinico, pedagogista e operatrice de "Il Sol.Co" di Valderice
Dott.ssa Stefania Martinico, pedagogista e operatrice de “Il Sol.Co” di Valderice

Per mezzo del brainstorming abbiamo assemblato le idee venute fuori dai miei ragazzi- ci spiega la dottoressa Martinico (in foto) –  I vari racconti sulle avventure degli animali del bosco, scaturiti dalla loro fantasia, sono poi stati raccolti in questo libro. Avventure caratterizzate dall’Amicizia, quella con la A maiuscola 0sostenuta alla base  dalla solidarietà, dall’affetto, dal rispetto e dalla voglia di farcela insieme. 

Hanno contribuito anche i ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’I.C. Dante Alighieri Valderice, plesso Mazzini, che si sono divertiti insieme a noi ad inventare una simpatica storia che li vedeva protagonisti”.

In realtà, gli animali protagonisti del libro, sono i ragazzi stessi che si raccontano. “Ognuno si è   identificato con un animale del bosco o è stato il gruppo a farlo – precisa la dottoressa– Anche i più piccoli utenti del Centro socio-educativo dell’associazione “Il Sol.Co.” hanno scritto la loro storia connessa alle avventure degli amici del bosco”.

Insomma un lavoro ricco, scritto a tante mani e impreziosito dai disegni realizzati da Giuseppe Risicato, un giovane ventenne autistico dalle capacità artistiche notevoli.
La realizzazione di questo progetto si avvale del contributo economico (e morale) degli amici dell’associazione Culturale Jò di Buseto Palizzolo. Infine, un ringraziamento in particolare viene rivolto dalla dottoressa Martinico all’amico Alberto Criscentiper la fiducia dimostrata a me e ai miei Amici del Sol.Co”.

La scuola sta per finire, questo libro potrebbe rappresentare un ottimo strumento di lettura estiva: avventure di animali che per amicizia affrontano peripezie e insieme scoprono i valori della solidarietà, del supporto reciproco e della determinazione. Tutti i bambini dovrebbero avere di questi stimoli…e non solo i bambini!

di Maria D’Auria