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Ascolta l’ oroscopo del giorno di Paolo Fox: domenica 22 maggio

L’ oroscopo giorno per giorno

Ogni giorno Paolo Fox racconta, con il suo oroscopo in TV (Fatti vostri) e su Lattemiele, cosa le stelle hanno in serbo per noi, come andrà il lavoro, la salute, l’amore…

Eccovi il suo oroscopo per oggi, Sabato 22 maggio 2016 (ASCOLTA)

Di seguito riportiamo anche l’oroscopo segno per segno tratto da Lattemiele:

ASCOLTA IL TUO OROSCOPO DEL GIORNO

ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
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CHI E’ PAOLO FOX:

Paolo Fox (Roma, 5 febbraio 1961) è un astrologo, pubblicista e personaggio televisivo italiano.

Biografia
Fin dagli anni novanta si occupa di astrologia nei mass media, proponendo il suo oroscopo nelle trasmissioni televisive della RAI e anche in radio, su LatteMiele e Radio Deejay; le sue prime apparizioni televisive sono state nelle trasmissioni di Rai 1 Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

E’ iniziato a diventare noto al grande pubblico a partire dal 1997 quando ha iniziato la collaborazione con il network Lattemiele dove conduce uno spazio dedicato all’oroscopo giornaliero alle ore 7.40 e 19.40.

Il lunedì mattina il mago dell’oroscopo è presente anche su Radio Deejay. Per quanto riguarda il mondo della televisione, è apparso per le prime volte nei programmi televisivi Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

Ha partecipato come ospite a tantissimi altri programmi tv: Festa di classe, Speciali di fine anno, Tutto Benessere, Furore, Uno Mattina, Speciale Grande Fratello, Piazza Grande, Aspettando cominciamo bene e tanti altri. Dal 2002 è una delle colonne portanti del programma tv di Raidue, I Fatti Vostri, dove legge il suo oroscopo. Negli ultimi anni risulta essere uno dei personaggi maschili più cliccati dell’anno sul web!

Annualmente cura per la RAI la serata dedicata alle previsioni astrologiche per il nuovo anno, trasmessa a fine dicembre.

È attivo anche sulla carta stampata, curando l’oroscopo per diversi settimanali

Nel 2014 ha interpretato sé stesso nel film di Natale Ma tu di che segno 6?.

Per quanto riguarda la sua vita privata non si sa praticamente nulla. E’ sposato? E’ fidanzato? Dove va in vacanza? Lui non ha mai rilasciato dichiarazioni o commenti sulla sua vita sentimentale anche perché grazie agli astri vuole indovinare quella del suo numeroso pubblico che non l’abbandona mai!

Approfondimento – Buon compleanno a Tommaso Cancellotti!

Cogliamo l’occasione del compleanno di Tommaso Cancellotti per offrire ai lettori di ViviCentro uno speciale approfondimento sul terzino destro della Juve Stabia.

Il difensore nasce il 22 maggio 1992 a Gubbio ed oggi compie 24 anni. Cancellotti, prima di arrivare alla Juve Stabia, vive le sue stagioni più importanti alla Pro Vercelli. Con la maglia dei piemontesi, infatti, Tommaso vince il campionato di Lega Pro 2011-2012 approdando in Serie B. La stagione successiva, dopo sei mesi, il calciatore lascia Vercelli per “tornare a casa” nel Gubbio. Con la maglia degli umbri Cancellotti conclude la stagione prima di tornare nuovamente alla base. Nella stagione 2013-2014, per Cancellotti arriva ancora la vittoria del campionato con la Pro Vercelli, nel frattempo retrocessa in Lega Pro. Dopo le porte girevoli della Pro Vercelli, Tommaso nell’estate 2014 approda alla Juve Stabia. L’esperienza in gialloblù rappresenta da subito una tappa importante per la carriera del difensore.

Grazie agli insegnamenti di Pancaro, che conosce come pochi il ruolo di terzino destro, Cancellotti conquista subito i gradi di titolare e, insieme a tutta la squadra, è autore di un campionato di altissimo livello. Solo il finale di stagione è amaro e ricco di delusione, con la sconfitta di Bassano, ancora una ferita aperta per tutti i tifosi stabiesi. L’apice della stagione, per Tommaso, arriva nella trasferta di Ischia, dove proprio il suo bolide, che quasi spacca la traversa della porta avversaria, chiude il match e consente alle Vespe di espugnare l’isola.

La stagione appena conclusa è stata in parte travagliata per il difensore. Dopo un buon inizio di stagione, Tommaso è infatti incappato in un fastidioso infortunio nel match contro l’Akragas. La forte contusione ha costretto il terzino a stare fuori per due mesi. Rientrato dall’infortunio, contro la Lupa Castelli Romani, Cancellotti è diventato nuovamente il padrone della fascia destra e non ha più abbandonato la maglia da titolare.

Elemento caratterizzante della stagione di Tommaso è stata la crescita tattica, grazie alla quale il calciatore è ora in grado di ricoprire egregiamente sia il ruolo di terzino che di esterno alto. Alternandosi con addosso la maglia numero 2 e la maglia numero 7, Cancellotti è stato costantemente tra i migliori in campo tra le Vespe, risultando a fine campionato tra le poche note positive dello spartito gialloblè.

La stagione del calciatore si è poi conclusa con uno strameritato rinnovo contrattuale, che consentirà alla Juve Stabia di avere ancora sulla propria fascia uno dei terzini più efficaci del campionato, ed a Tommaso di continuare a vestire una maglia che sente sempre più sua.

Al di fuori del rettangolo di gioco Tommaso resta appassionato di sport, inevitabilmente di calcio, prima che di tutto il resto. I calciatori che guarda con maggiore ammirazione, ed a cui si ispira per l’interpretazione diversa, ma comunque straordinaria del ruolo di terzino destro, sono Stephan Lichsteiner e Dani Alves.

Altro sport che Tommaso segue con attenzione è il tennis. Nella diatriba senza fine tra i sostenitori di Federer, Nadal e Djokovic, Cancellotti si schiera senza esitazioni con il campione svizzero.

Non ci resta che augurare a Tommaso buon compleanno ed un futuro ricco di soddisfazioni..gialloblù!

Raffaele Izzo

Insigne c’è, ad Euro 2016 brillerà anche la sua stella

I dettagli

Antonio Conte è pronto a diramare il listone per Euro 2016. Lorenzo Insigne, secondo Il Mattino, ci sarà anche se non proprio ben visto dal ct che gli ha dedicato molte attenzioni e l’ha provato nel 3-5-2 come seconda punta. Il calciatore, infatti, ha anche spostato le date delle vacanze con Cassano e questo è un altro indizio della sua presenza.

Politica e clan, Verdini spacca il Pd a Napoli. Valente: “La camorra la combattiamo”

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Valeria Valente con Denis Verdini
L’inchiesta di “Repubblica”: bufera per la candidatura, nella lista Ala di Verdini, dei parenti di un boss

“La lista è pulita e io non cambio idea. Ognuno risponda per quello che fa e non per le colpe dei padri”, fa quadrato il leader di Ala Denis Verdini, difendendo dal palco il figlio di un boss candidato con la sua formazione al Comune. Più prudente la candidata Pd Valeria Valente: “Io continuo a non provare imbarazzi, perché noi da sempre siamo contro la camorra. Ma chiederemo ad Ala di fare le dovute verifiche, se ci sono ragioni di opportunità prenderemo provvedimenti”.

Ore 11. Imbarazzo, tensione. E fuoco elettorale: amico e nemico. Deflagra alla Stazione Marittima, proprio nel giorno del bacio politico tra il leader Verdini e la candidata sindaco Pd, il caso dei Calone: l’inchiesta di Repubblica sui due candidati “impresentabili” legati a una famiglia ritenuta vicina alla camorra del Rione Traiano, periferia ovest.

L’INCHIESTA DI “REPUBBLICA”

Tra candidati, attivisti e militanti ex berlusconiani, c’è anche lui: il candidato Vitale Calone, 37 anni, aspirante consigliere al Comune per la lista Ala e figlio di un narcotrafficante con condanna definitiva, Vincenzo, alle spalle oltre 16 anni di carcere, e arresti e denunce anche per associazione mafiosa, armi, ricettazione. Ma Calone jr si difende a testa bassa. Non prima di aver ricevuto una stretta di mano da Verdini e una solidarietà umana e politica da parte dello schieramento dei suoi senatori.

“Ma che cos’è questo pseudogiornalismo? Mio padre è stato dentro tanti anni, ora devo pagare anche io? – replica, braccato da telecamere, Vitale – Io mi dissocio dalla camorra, certo. Mio padre ha sbagliato e pagato. Ma lo sappiamo quanti sono a Napoli quelli che hanno un problema di camorra? Forse quattro milioni, e allora li buttiamo tutti a mare? Allora questa terra non può parlare né avere diritti?”.

Calone spiega inoltre: “Io mi occupo di bambini da tanto tempo. I salvo i ragazzini, alcuni da famiglie abbandonate, altre da abusi. Una l’ho proprio curata io, era vittime di sette sataniche.

Dove vivo? Tra le Marche, dove lavoro, in Calabria, in Basilicata. Con le mie associazioni salvo i più indifesi, lavoro a contatto con gli assitenti sociali, che invece non funzionano. Specie al sud. Per non parlare delle altre differenze col nord: se ci sono minori che hanno bisogno, al nord funzionano le convenzioni e i Comuni pagano, qui invece sono ragazzini di serie C”. Calone conferma anche l’altra notizia: “È vero, è candidato alla Municipalità anche mio nipote, ha venti anni, certo non ha nessuna esperienza. Gli volevo dare una possibilità. Il fatto che sia omonimo di mio padre? Eh, magari si poteva candidare lui. Ma gliel’ho detto: ha sbagliato e pagato”.

Poco distante da lui, anche dal palco, il senatore Verdini, dopo aver rinnovato il suo invito a sostenere la Valente, e ad aderire alla missione riformista di Matteo Renzi dopo il ventennio berlusconiano, torna sull’argomento del giorno. Verdini difende con pacatezza il principio che “nessuna responsabilità di un padre può ricadere sui figli” e rivendica “il diritto all’oblio anche per chi ha sbagliato”.
La Valente non ci sta a “criminalizzare nessuno, se si è incensurati”, ma mette comunque dei paletti: “Verificheremo. Stiamo parlando di un candidato senza precedenti penali. Comunque, noi la camorra la combattiamo. Non accettiamo lezioni su questo”. E poi con più insofferenza, verso le critiche di alcuni esponenti bassoliniani che sparano a zero sulla scelta di allearsi com Verdini, la deputata Pd sbotta: “Comunque voglio ricordare che Ala, anche se si chiama Campania in Rete, è in Regione da tempo, non capisco sinceramente questo imbarazzo. Vedo che alcuni del mio partito che oggi parlano sono in maggioranza con loro da oltre un anno”. Chiaro riferimento al cartello casertano di esponenti ex cosentiniani che hanno contribuito alla vittoria il governatore De Luca.

vivicentro/sud/politica –  repubblica / Politica e clan, Verdini spacca il Pd a Napoli. Valente: “La camorra la combattiamo” CONCHITA SANNINO

Il patto della Ue per fermare l’arrivo dei migranti: sessanta miliardi per l’ Africa

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Il piano. La Commissione sta lavorando al progetto per lanciare il Migration compact proposto da Renzi. Il 7 giugno il via libera

SESSANTA miliardi per l’ Africa. È questa la difficile missione alla quale sta lavorando la Commissione europea per dare forma e sostanza al Migration Compact chiesto appena un mese fa da Matteo Renzi per fermare i flussi migratori. Da allora la proposta italiana — immaginata sulla falsa riga dell’accordo Ue-Turchia — è stata appoggiata da diversi leader. A partire da Angela Merkel e dal presidente dell’esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker. Tanto che Bruxelles sta lavorando a un testo che sarà approvato dal collegio dei commissari Ue il 7 giugno e poi portato al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno alla ricerca del via libera da parte dei capi di Stato e di governo dei Ventotto. Un testo decisamente politico, la forma scelta è quella della Comunicazione da attuare poi con provvedimenti legislativi specifici, firmato da due vicepresidenti della Commissione: l’olandese Frans Timmermans e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Federica Mogherini.

Proprio nelle ore in cui la crisi tra Italia e Austria si riacutizza e la sopravvivenza di Schengen resta in pericolo, le prime bozze messe a punto dalla Commissione iniziano a circolare tra le capitali (ovviamente Roma la più interessata) anche se si tratta di testi provvisori, passibili di profonde modifiche da qui al 7 giugno. Il nodo più spinoso è quello dei soldi, di come reperire i fondi per finanziare una serie di progetti per i singoli paesi di origine e di transito dei migranti in Africa in cambio dello stop ai flussi migratori. L’Italia aveva proposto gli Eurobond. I tedeschi, pur favorevoli all’idea di fondo del piano, li hanno bocciati rilanciando con una tassa sulla benzina. Idee che si sono annullate a vicenda con successivo mandato a Bruxelles di trovare la formula capace di mettere d’accordo tutti.

E la risposta della Commissione, se resterà in piedi da qui al 7 giugno, è comunque innovativa: si cerca di costituire un capitale di partenza capace di attrarre investimenti pubblici (governi o veicoli come la Cdp) che probabilmente non saranno contati nei deficit nazionali e investitori privati per finanziare i singoli progetti. Lo stesso metodo usato per il Piano Juncker che con un capitale di partenza di 21 miliardi ha già raccolto 100 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 315 per rilanciare l’economia Ue.

Le cifre sull’Africa sono inferiori, ma comunque di tutto rispetto visto che in queste ore a Bruxelles pensano di raccogliere dal bilancio della Commissione circa 4,5 miliardi capaci di essere moltiplicati fino a una sessantina appunto con investimenti dei governi nazionali o dei privati (per la Turchia sono stati stanziati 6 miliardi tra Ue e governi). Ma visto che investire in Africa è più rischioso che in Europa, la Commissione pensa anche ad un fondo assicurativo per compensare i rischi e rassicurare i potenziali investitori. Così come per l’Efsi, il salvadanaio del piano Juncker, sarà coinvolta la Banca europea per gli investimenti (Bei), i cui esperti sono già al lavoro per costruire il veicolo finanziario immaginato da Bruxelles e un fondo speciale per i piccoli progetti con un profilo di rischio particolarmente alto.

Al centro del piano i paesi del Sahel e del Corno d’Africa. Il suo funzionamento dovrebbe ricalcare lo schema proposto da Renzi, ovvero vincolare qualsiasi aiuto in cooperazione allo sviluppo e ogni singolo progetto per la creazione di infrastrutture, e dunque foriero di posti di lavoro e stabilità sociale, alla cooperazione sui migranti. L’Unione in cambio di pacchetti di investimenti creati su misura per ogni paese chiederà cooperazione nella gestione delle frontiere, anche costiere, accoglienza nei paesi di transito in campi gestiti anche dall’Unhcr. Inoltre gli europei vorranno un forte impegno ai paesi sicuri sui rimpatri dei propri migranti economici e nell’ospitare i richiedenti asilo. In generale, una stretta sui confini interni all’Africa, anche con personale europeo sul terreno, e la capacità di assorbire richiedenti asilo o migranti economici rimpatriati grazie a progetti di larga portata come le infrastrutture capaci di creare sviluppo, posti di lavoro e stabilità. L’unico modo per fermare i barconi in partenza verso le nostre coste, di evitare altre morti in mare e di bloccare la crisi politica europea su Schengen. Bruxelles cercherà di dare una gittata di lungo periodo al piano, visto che al netto di guerre e crisi umanitarie i flussi migratori sono destinati a rimanere alti per via della crescita demografica dell’Africa e dei cambiamenti climatici.

Ma per la Commissione e i governi alleati dell’Italia non sarà facile portare a casa il Migration Compact visto che diverse capitali del Nord e dell’Est sono pronte a contrastarlo. Per questo il 19 maggio i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Olanda hanno scritto una lettera a Federica Mogherini sostenendo il suo lavoro sull’Africa. Il significato politico di questa lettera, visto da Roma, è il riconoscimento pieno di Parigi, Berlino e l’Aia del Migration Compact chiesto da Renzi. Dal punto di vista di Bruxelles è un rafforzamento politico del complicato lavoro portato avanti da Mogherini e Timmermans con il sostegno di Juncker.

vivicentro.it/cronaca – repubblica / Il patto della Ue per fermare l’arrivo dei migranti: sessanta miliardi per l’Africa ALBERTO D’ARGENIO

Ghoulam-Jorginho, difficoltà in vista…

I dettagliLa Gazzetta dello Sport analizza due casi spinosi che riguardano i rinnovi contrattuali: “potrebbero presentarsi un tantino più complicate le trattative con Ghoulam e Jorginho i cui stipendi sono al di sotto del milione di euro. La rispettiva crescita evidenziata nella stagione appena conclusa, imporrà al Napoli un ritocco sostanzioso ai loro ingaggi: a entrambi verranno offerti 1,2 milioni all’anno fino al 2020”.

Vozza-Vicinanza: “Legalità e capacità amministrative per il futuro della città”

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Dialogo a due voci tra Salvatore Vozza e Luigi Vicinanza, Direttore de L’Espresso:  “Legalità e capacità amministrative per il futuro della città”
Castellammare. Un dialogo a due voci per il futuro di Castellammare. Centinaia di persone, sabato 21 maggio presso l’Hotel Miramare, hanno applaudito l’intervento di Luigi Vicinanza, stabiese, direttore del settimanale L’Espresso, che con Salvatore Vozza, candidato a sindaco della coalizione #perCastellammare e con la candidata Lidia Vicinanza, ha parlato delle imminenti elezioni, del passato e del futuro della città.
Legalità in primo piano: “E’ chiaro – ha dichiarato Vicinanza che se c’è un municipio pulito diventa più facile parlare di legalità. E la legalità rappresenta ancora una volta una premessa senza la quale non esiste la politica”. Salvatore Vozza ha ricordato come “la mia coalizione sia stata l’unica ad aver inviato le proprie liste alla Commissione Parlamentare dell’onorevole Bindi. Gli altri non lo hanno fatto, ma perché davvero non potevano farlo con le liste che hanno messo in campo”.
Poi un ricordo da parte del Direttore Luigi Vicinanza del rapporto con Vozza sindaco di Castellammare:
“Ricordo che litigammo quando si rifece la calcina. Io ritenevo che dovesse venire un albergo diverso da quello che stava venendo fuori. Salvatore mi spiegava invece che con i vincoli della Soprintendenza non si poteva fare nulla di diverso. Oggi posso dire che in quest’area ci sono un albergo che ha recuperato una struttura abbandonata e un porto turistico di prim’ordine. A Bagnoli sono anni che ancora aspettano” le parole del Direttore de L’Espresso.
Gli ha fatto eco Salvatore Vozza:
“Noi siamo in campo perché abbiamo la consapevolezza di poter governare questa città e di saperlo fare. Abbiamo una squadra giovane e, se dovessimo vincere, manderemmo in consiglio comunale un gruppo di giovani. Questa città deve avere la forza di mandare il Pd e il centrodestra all’opposizione”.
Infine un passaggio importante sulla cultura. La coalizione di Salvatore Vozza ha, infatti, sottoscritto un Patto per la Cultura.
“La cultura – ha dichiarato Vicinanza – è un valore immateriale che ha sempre fatto della storia di Castellammare”.

Albiol ha detto si: resterà in azzurro ma senza rinnovo

I dettagli

La Gazzetta dello Sport riferisce che il difensore spagnolo Raul Albiol ha deciso di restare a Napoli e arriverà fino alla scadenza dell’accordo nel giugno del 2017: “Non ci sarà alcun rinnovo, perché è sua intenzione tornare a giocare nella Liga, magari col Valencia che l’avrebbe messo sotto contratto anche da subito. Ma l’opposizione del presidente Aurelio De Laurentiis è stata decisa: il difensore non si muoverà da Napoli anche a costo di perderlo, tra dodici mesi, senza incassare un solo euro”. 

Lapadula-Napoli, non sono poi così vicini

I dettagli

Gianluca Lapadula e il Napoli non sarebbero poi così vicini. Il Messaggero riferisce che: “al bomber l’ipotesi di fare tanta panchina alle spalle di Higuain e non solo (al momento c’è anche Gabbiadini) non suscita entusiasmo. Lapadula ha fatto già intendere che preferisce una crescita graduale, sentendosi protagonista in un progetto che lo veda al centro e non come scommessa. A 26 anni, vuole cercare di dimostrare sul campo di meritare la A. Per questo, resta la soluzione Genoa la più accreditata”.

Koulibaly-Napoli-Chelsea, comunque vada l’ingaggio sarà del 150% in più

I dettagli

Kalidou Koulibaly, difensore del Napoli, è uno dei giocatori dal rendimento migliore. La Gazzetta dello Sport fa sapere che è stato richiesto da Antonio Conte per il suo Chelsea: “la sua conferma non è certa, perché dinanzi a un’offerta di 25 milioni De Laurentiis potrebbe decidere di cederlo”. Nel caso dovesse restare, chiederebbe un adeguamento di contratto e dagli attuali 800mila euro annuali l’ingaggio verrebbe aumentato del 150%.

Callejon che stagione: altro rinnovo ad un passo

I dettagli

José Maria Callejon è certamente uno dei punti fermi del 4-3-3 di Maurizio Sarri, come riferisce la Gazzetta dello Sport. Al momento guadagna circa 2,6 milioni di euro netti, ma gli verrà offerto un nuovo contratto a circa 3 milioni a stagione fino al 2020: “la firma dovrebbe essere scontata, perché anche l’assistito di Manuel Garcia Quilon vuole giocare la Champions League”.

Strinic e David López chiederanno la cessione

I dettagli

Per la Gazzetta dello Sport, nella rosa ci sarebbe un gruppetto degli scontenti abbastanza folto” oltre all’agente di Hysaj “che chiede adeguamenti nonostante una scadenza 2020”. Omar El Kaddouri interessa al Sassuolo e al Torino, ma anche Mirko Valdifiori, che sempre lo stesso Torino potrebbe acquistare. Infine, Ivan Strinic e David López che “chiederanno la cessione”.

Se Renzi diventerà padrone sarà per tutti un disastro

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L’appuntamento con il referendum è decisivo Se Renzi vince sarà padrone, se perde si apre uno scenario nuovo sul quale è molto difficile fare previsioni

CE’ MOLTA confusione in Europa e in Italia. Politica ed economica. Ma poiché da almeno dieci anni il mondo intero e non soltanto l’Occidente, che è casa nostra, sta attraversando una depressione che ricorda periodi altrettanto calamitosi, credo sia necessario cominciare dal secondo aspetto della crisi, cioè dall’economia.

Questa settimana le Borse, dopo una prolungata depressione, hanno registrato un miglioramento tuttavia lieve, ma non è questo un fenomeno di rilievo. La novità che riguarda in special modo l’Italia consiste in un improvviso mutamento della Germania, da una politica fin qui di costante rigore economico e finanziario ad una improvvisa e rilevante flessibilità. Questa parola ha ormai assunto vari significati, ma nella sua essenza consente un trasferimento di risorse in favore d’un Paese che ne ha urgente bisogno. Nel caso in questione in favore dell’Italia, che da mesi ne fa urgente richiesta con motivazioni che variano seguendo sempre nuove circostanze ma il cui obiettivo è comunque il medesimo: disporre di maggior denaro affinché la nostra economia riprenda fiato con conseguenze finanziarie, sociali e quindi anche politiche. Il presidente della Commissione di Bruxelles, Jean-Claude Juncker e il suo vice-presidente erano da tempo orientati in questo senso, ma la Germania si opponeva ed aveva perfino preso le distanze — sia pure in modo felpato — dalla politica espansiva della Bce.

Draghi da quell’orecchio non ci sentiva, ma se il freno nei suoi confronti fosse stato tenuto troppo a lungo avremmo probabilmente assistito ad uno scontro a dir poco drammatico. Per fortuna anche questo aspetto della questione è stato attenuato, anzi è scomparso del tutto, almeno per ora. La flessibilità, per tornare al nocciolo della questione, ammonta a circa 26 miliardi di euro, motivati dal nostro governo da tre capitoli di spesa: la necessità di spostare di un anno (dal 2016 al 2017) la riduzione del deficit rispetto agli impegni assunti con la Commissione; le crescenti spese per salvare gli immigrati che arrivano dal mare; le operazioni di accoglienza, accertamento di identità e motivazioni della loro fuga dai Paesi di origine, con annesse le spese derivanti dagli eventuali accordi con quei Paesi per riaccoglierli. Insomma una sorta di bonifica sociale da effettuare su una vasta zona sub-sahariana.

A fronte di questi problemi e della flessibilità che ne è derivata, ci sono però alcune condizioni poste dalla Commissione e dalla Germania ed anche per sua propria iniziativa da Mario Draghi: leggi sul lavoro che incentivino più efficacemente della tanto nominata panacea del Jobs Act; trasferimento di entità consistenti dalle imposte sul reddito a quelle sul patrimonio; riversare tutte le risorse disponibili ad una diminuzione (sempre promessa ma mai realizzata) del debito pubblico e infine una consistente diminuzione del cuneo fiscale per quanto riguarda la parte contributiva delle imprese private. Quest’ultima ricetta l’avevamo più volte sostenuta da almeno un paio di mesi su queste pagine, ma il governo ha fatto orecchio da mercante rinviando al 2017 e non certo per importi significativi. Eppure sarebbe questa la vera panacea per nuovi investimenti e nuovi e veri posti di lavoro, con relativo aumento della domanda.

Questa è dunque la situazione attuale che Padoan dovrà trasformare nella legge di stabilità del 2017 in cui dovrà fornire le prime anticipazioni a Bruxelles entro il prossimo giugno. Il tempo è breve, il lavoro è molto. Ma nel frattempo che cosa sta accadendo nella nostra economia?

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I problemi sono tre: il trasferimento del grosso delle imposte dal reddito al patrimonio. C’è di mezzo la riforma del catasto e non è uno scherzo da poco; l’andamento del Pil e la diminuzione del deficit entro il 2017 dal 2,4 all’1,8 per cento, l’emersione del mercato nero di imprese e lavoratori. Su quest’ultimo punto s’innesta ovviamente la lotta alle mafie e la corruzione che ne deriva. Qui cioè non si tratta più solo di economia ma entra in ballo anche la politica.

Ma entra in ballo anche il nostro rapporto con l’Europa perché qui la nostra capacità di negoziato si affievolirà di molto. La Commissione in questa occasione ha decisamente favorito l’Italia, mentre ha penalizzato economicamente sia la Spagna sia il Portogallo ed ha aiutato la Francia col contagocce, in una fase per lei socialmente molto difficile. Teniamo presente queste differenze di trattamento. La Merkel l’ha addirittura esplicitamente motivata: l’Italia — ha pubblicamente dichiarato — è uno dei Paesi fondatori dell’Europa e dobbiamo tenerlo presente. Non è un riconoscimento da poco, ma su quella strada dobbiamo proseguire, che la Merkel sia d’accordo o anche non lo sia. Noi siamo stati in tre diverse epoche fondatori dell’Europa: ai tempi di Cesare e poi da Augusto ad Adriano; nel Rinascimento tra il Quattrocento e i primi del Seicento, infine nell’Ottocento non però da soli ma in buona e solida compagnia. Ho già ricordato queste verità storiche qualche domenica fa, ma le ricordo ancora perché credo sia fondamentale. Spetta a Renzi muoversi su questo terreno. Capisco le imminenti elezioni amministrative; capisco molto meno il referendum di ottobre, ma questi appuntamenti elettorali non possono relegare in secondo o terzo piano quello di diventare uno dei protagonisti della politica europea.

La Germania ha detto che se le regole imposte dalla Commissione non sono rispettate dai vari Paesi membri, per i loro interessi nazionali, questi saranno giudicati in modo definitivo dal Consiglio dei ministri europeo, cioè dai 28 Paesi che lo compongono. Più nazionalismo di così. E chi dovrebbe combattere il nazionalismo dei disobbedienti? Ma dov’è la logica di tutto questo? Solo un’Europa federata può stroncare il nazionalismo dei singoli governi. Ed è questa la bandiera che Renzi deve impugnare. Se punta tutto sulle elezioni e sul referendum potrà avere cattive soprese e quand’anche fossero buone rafforzerebbero il suo potere personale. Per farne che cosa? Questa è la domanda cui deve rispondere. A se stesso, alla propria coscienza politica prima che agli altri.

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I candidati delle principali città che voteranno il 5 giugno sono di modesta levatura. Difficilmente trascineranno le folle al voto. Renzi ha detto che si farà in quattro e ne ha certamente la capacità, ma Grillo anche lui ce l’ha, anche la Meloni e Salvini. Berlusconi l’aveva un tempo, anzi era imbattibile, e tuttavia Prodi lo sconfisse ben due volte su quattro. Oggi comunque Berlusconi è muto. Tutt’al più si occupa del Milan e di Mediaset, di politica no, a meno che…

Molti, che hanno buona memoria, pensano che negli ultimi giorni farà un colpo di scena. Conoscendolo abbastanza lo penso anch’io, ma il colpo di scena per esser tale deve sorprendere, e deve anche avere qualche chance di successo. Quella che avrebbe l’improvvisa alleanza con la Meloni e quindi anche con Salvini. La destra riunita potrebbe anche andare al ballottaggio con la Raggi o con Giachetti, e può persino vincere. Io penso questo. Certo non la voterò, ma molti invece sì. Giachetti è un radicale passato da tempo a Renzi ma ebbe gli insegnamenti da Pannella. Immagino che abbia seguito con commozione più che comprensibile le varie camere ardenti, piazza Navona, funerali laici, sfilate e celebrazioni. Pannella però di politica vera e propria non sapeva niente, non era quella la sua missione. Quindi Giachetti ha solo Renzi come maestro. Tuttavia il suo nome è pressoché sconosciuto ai romani. Spero bene per lui ma non sono ottimista. In realtà, tra le varie città in lista ce n’è una soltanto dove il candidato, che ha già governato la città con buonissimi risultati ed ora si è riproposto, è Fassino a Torino. Forse, così spera lui e spero anch’io, ce la farà al primo turno. Se dovesse affrontare il ballottaggio con i Cinque Stelle la battaglia non sarà facile, ma forse la vincerà. Le altre piazze, salvo Merola a Bologna, hanno tutte candidature modeste poiché modesta è la classe politica attuale. La speranza è nei giovani, sempre che abbiano voglia di politica.

E poi c’è il referendum. L’appuntamento è decisivo. Se Renzi vince sarà padrone, se perde si apre uno scenario nuovo sul quale è molto difficile fare previsioni. Personalmente — l’ho già detto e scritto — voterò no, ma non tanto per le domande del referendum quanto per la legge elettorale che gli è strettissimamente connessa. Se Renzi cambia quella legge (personalmente ho suggerito quella di De Gasperi del 1953) voterò sì, altrimenti no. E immagino che siano molti a votare in questo stesso modo. Pensaci bene, caro Matteo; se anche vincessi per il rotto della cuffia sarai, come ho già detto, un padrone. Ma i padroni corrono rischi politici tremendi e farai una vita d’inferno, tu e il nostro Paese.

Se Renzi diventerà padrone sarà per tutti un disastro EUGENIO SCALFARI

Klaassen, ora si può: a breve la risposta definitiva

I dettagli

Il Corriere dello Sport titola: “Klaassen, si fa!”, evienziando come il Napoli stia facendo pressing sull’agente del calciatore e come la prossima settimana sarà decisiva per chiudere l’affare dopo la prima offerta di 12 milioni. Il club azzurro ha fretta di programmare la Champions e a Soren Lerby farebbe piacere un altro assistito in Champions. Ecco perchè a breve bisogna dare una risposta.

L’unico gol di Burgnich in Napoli-Fiorentina 1-0 del 1975

I dettagli

Il giorno 22 maggio il Napoli ha giocato sette partite, cinque in serie A, una in serie B ed una in coppa Italia, ottenendo tre vittorie ed un pareggio, con tre sconfitte.

Ricordiamo l’1-0 alla Fiorentina nella prima partita del girone finale della coppa Italia-1974/75

Questa è la formazione schierata da Luis Vinicio:

Carmignani, Punziano (80′ Landini), Pogliana, Burgnich, La Palma, Orlandini, Rampanti (60′ Albano), Juliano, Massa, Esposito, Braglia

I gol: 47′ Burgnich

Il Napoli concluse all’ultimo posto quel girone eliminatorio che vide proprio la Fiorentina al primo posto. I viola vinsero il trofeo. Alla Fiorentina l’unico gol in maglia azzurra di Tarcisio Burgnich. Per l’ex neroazzurro 107 presenze con il Napoli, 84 in serie A e 23 in coppa Italia.

FONTE: sscnapoli.it

Guardia Costiera Italiana: soccorso a peschereccio in pericolo (VIDEO)

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Avvistamento da parte di un aereo della Guardia Costiera Italiana di un peschereccio in pericolo, a seguito della ricezione di una richiesta di soccorso.

Alle ore 16 circa di ieri, un aereo ATR 42 della Guardia Costiera Italiana, impegnato in attività di volo per vigilanza pesca, ha ricevuto una richiesta di soccorso, sul canale radio di emergenza,  da un peschereccio con circa 300 migranti a bordo.

L’aereo della Guardia Costiera, interrotta la propria missione, ha iniziato le ricerche per individuare l’imbarcazione in pericolo che poi si è rivelata essere un peschereccio di circa 18 metri.

L’aereo della Guardia Costiera subito dopo ha individuato un mercantile in navigazione in quella area di mare per cui lo ha contattato e lo ha diretto verso il peschereccio allo scopo di prestare immediato soccorso.

Il peschereccio era all’interno dell’area SAR Maltese per cui, informato dell’operazione in atto il competente centro per il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso della Valletta, questo ha assunto il coordinamento delle attività.

NOTE:

Il Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera è uno dei corpi specialistici della Marina Militare e svolge compiti relativi agli usi civili del mare ed è inquadrato funzionalmente ed organizzativamente nell’ambito delMinistero delle infrastrutture e dei trasporti al quale si riconducono i suoi principali compiti istituzionali. Il Corpo, inoltre, opera in regime di dipendenza funzionale dai diversi Dicasteri, tra i quali il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che si avvalgono della sua organizzazione e delle sue competenze specialistiche.

Tra le citate competenze, in primis, la salvaguardia della vita umana in mare, della sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, oltreché la tutela dell’ambiente marino, dei suoi ecosistemi e l’attività di vigilanza dell’intera filiera della pesca marittima, dalla tutela delle risorse a quella del consumatore finale. A queste ultime si aggiungono le ispezioni sul naviglio nazionale mercantile, da pesca e da diporto, condotta anche sulle navi mercantili estere che scalano i porti nazionali.

Coppa Italia: Milan Juventus 0-1| Trofeo alla Juve che vince su un Milan sciupone

 

Milan Juventus 0-1| La Juve conquista la Coppa Italia approfittando di  un Milan sciupone

Roma – Finale di Coppa Italia, tutto pronto all’Olimpico che per l’occasione veste di bianconero e rossonero le appassionate Curve delle due tifoserie. Sold out per l’atteso evento, presenti il Presidente Mattarella, l’immancabile Renzie e il Cavaliere Silvio Berlusconi che entra anche in campo per salutare la sua squadra. Guest star dell’Olimpico l’attore Russel Crowe super scortato, inavvicinabile dai nostri inviati.

Primo tempo

Al 6’ Pogba reclama un rigore per essere caduto in area dopo un controllo difficile, ma per l’arbitro Rocchi è tutto regolare. Dopo una fase iniziale di studio tra  le due squadre, il primo acuto del match è di Poli che strappa il pallone alla difesa bianconera e la passa a Bonaventura, che, ispirato da Cucka, al 9’ tira ma viene ribattuto in calcio d’angolo. Al 22’ De Sciglio prova a sorprendere Neto con un colpo di testa dalla breve distanza, ma la botta non va. Al 23’ miracolo di Neto in due tempi su Bonaventura, che tira dopo una serie di finte!!! Juventus in difficoltà e Milan vicinissimo al vantaggio.

Il pressing degli uomini di Brocchi è davvero notevole, bisognerà vedere fino a che punto la squadra reggerà questi ritmi. Intanto al 29’ lampo della Juventus con Evra, che prova la conclusione dopo aver saltato secco Calabria, ma la sfera va di poco fuori dallo specchio. Al 38’ Poli fallisce un’altra occasione: dopo un’azione ben manovrata da parte dei rossoneri, il centrocampista riceve da Honda ma spara altissimo il pallone! L’occasione era di quelle ghiotte, quasi un rigore in movimento.

Al 45’, dopo un primo parziale dominato dal Milan, i tifosi rossoneri applaudono calorosamente i giocatori, che tornano nello spogliatoio

Secondo tempo

Al 47’ Milan in attacco, Bonaventura fa partire un tiro rasoterra pericoloso, ma trova Neto pronto a bloccare.

Risposta della Juventus in contropiede, occasione per ManzuKic ma Donnarumma riesce in qualche modo ad allontanare: la squadra di Allegri non riesce proprio a concretizzare.

Al 49’ ammonito Zapata per aver atterrato Chiellini al limite dell’area piccola.

Al 62’ arriva il primo cambio per Allegri, esce Evra ed entra Alex Sandro.

Dopo un lungo quarto d’ora noioso dove le due squadre giocano soprattutto a centrocampo con rare occasioni di allungarsi, parte una fiammata bianconera: al 68’ Pogba arriva al tiro ma Donnarumma riesce a respingere centralmente. La palla finisce sui piedi di Manzukic che non coglie l’attimo per mandarla in fondo al sacco.

Ancora Juventus al 72’ dove Lichstainer stacca di testa in area ma non è preciso, occasione sprecata.

Al 74’ entra Cuadrato al posto di Lichtsteiner.

All’80’ punizione per la Juve dopo un contrasto tra Kuko e Pogba, l’attaccante bianconero va sulla palla ma il suo tiro finisce addosso al portiere che para con facilità.

Le due squadre appaiono stanche, Montolivo avverte qualche problema muscolare, troppe sono le azioni e le occasioni sprecate, Il Milan fa qualcosa in più in chiusura di gara ma non basta. Due minuti di recupero, il Milan chiude in attacco ma il risultato non si sblocca, tutti ai supplementari!

Primo tempo supplementare

Molti falli spezzano il gioco nei primi minuti. Il canovaccio è sempre lo stesso: il Milan cerca di costruire la manovra e la Juventus tenta imbucate in contropiede. Al 10’ viene ammonito Niang per fallo su Rugani, ma già in precedenza c’era stato un intervento scomposto su Cuadrado. Al 10’ una leggerezza di Montolivo stava per costare cara agli uomini di Brocchi: bravissimo Donnarumma nell’opposizione a Mandzukic. Al 13’ Bacca, sfruttando un errore di Alex Sandro, tenta la rovesciata sul pallone che va di pochissimo alta sopra la traversa! Al 14’ ammonito Barzagli per un intervento su Bacca. Si chiude così il primo tempo supplementare.

Secondo tempo supplenentare

Riprende l’attacco del Milan, la Juve è un po’ dispersiva ma il suo portiere ancora alta la guardia, la palla non passa. Montolivo è stanchissimo, ultimo cambio per il Milan, entra Josè Mauri.

E mentre tutti erano ormai rassegnati alla noia e ai rigori, arriva il gol di Morata che su assist di Cuadrato risveglia la Curva Nord!

Milan Juventus 0-1

Episodio dubbio all’11 per contatto di Chiellini su Honda, il pubblico insorge chiedendo un rigore, Rocchi lascia correre ma ammonisce Chiellini che chiedeva il giallo per simulazione dell’avversario.

I rossoneri ci provano fino al 15’ con tutte le forze rimaste, ma pur spingendo in attacco non riescono a violare la porta di Neto.

Il trofeo viene vinto beffardamente da una Juve che ha saputo trarre profitto da un Milan sprecone.

 FORMAZIONI UFFICIALI

MILAN (4-3-3): Donnarumma; Calabria, Zapata, Romagnoli, De Sciglio; Poli, Montolivo, Kucka; Honda, Bacca, Bonaventura. All. Brocchi

JUVENTUS (3-5-2): Neto; Rugani, Barzagli, Chiellini; Lichtsteiner, Lemina, Hernanes, Pogba, Evra; Dybala, Mandzukic. All. Allegri

ARBITRO: Rocchi di Firenze

di Maria D’Auria e Claudia Demenica

MILLE MIGLIA 2016 – LA TERZA TAPPA SI STA CONCLUDENDO A PARMA

La carovana accolta da una folla festosa in una piazza Duomo gremitissima
 In testa alla classifica provvisoria, terza tappa, ancora Vesco e Guerini, con un’Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1931

Brescia, 21 maggio 2016 – Anche la terza tappa della trentaquattresima rievocazione della Mille Miglia è ormai prossima alla conclusione. La carovana è infatti arrivata a Parma, con le prime vetture che stanno raggiungendo la passerella posizionata di fronte al Duomo.

La giornata di oggi è stata caratterizzata dal bel tempo, che ha fatto dimenticare ai concorrenti il maltempo che aveva accompagnato i primi due giorni di gara, consentendo loro di ammirare appieno le bellezze paesaggistiche lungo il percorso della tappa odierna.

Da Roma, la carovana ha toccato Ronciglione, il Lago di Vico e Viterbo, fino a raggiungere la rocca di Radicofani, per poi tuffarsi nel cuore della Toscana. Dopo il Controllo di Piazzale Michelangelo a Firenze, la Mille Miglia ha superato i Passi della Futa e della Raticosa, per poi raggiungere Bologna, Modena, Anzola dell’Emilia, Reggio Emilia, e Parma, conclusione della tappa.

Suggestivo il passaggio sui passi della Futa e della Raticosa, dove erano assiepati migliaia di appassionati di motori, cui si sono aggiunti quelli arrivati al Mugello per il GP di Motociclismo, che hanno incitato calorosamente il passaggio delle auto storiche.

Ancora tutta italiana la testa della Mille Miglia. In prima posizione Andrea Vesco e Andrea Guerini, con 42.920 punti, alla guida di un’Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1931, mentre in seconda troviamo Luca Patron ed Elena Scaramuzzi, alla guida di una O.M. 665 Superba Sport 2000 CC del 1926, con 41.833 punti. Terza posizione invece per Ezio Martino Salviato e Maria Caterina Moglia, alla guida di una Bugatti T 40 del 1928, con 40.624. In quarta posizione l’equipaggio di Alessandro Gamberini e Gaetano Derosa, a bordo di un’Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1930, con 40.238 punti. Quinta posizione, infine, per Giordano Mozzi e Stefania Biacca, a bordo di una Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport del 1933, con 40.053 punti.

“Anche oggi, lungo il percorso della Mille Miglia i concorrenti hanno visto sfilare davanti ai loro occhi uno scenario d’arte e storia, attraversando alcune tra le più belle e suggestive località italiane, ha commentato Aldo Bonomi, presidente di 1000 Miglia Srl, Tutta la carovana Mille Miglia ha potuto ammirare le bellezze naturali della campagna toscana, dell’appennino tosco-emiliano e dell’Emilia Romagna, confermando la Mille Miglia come mezzo per la conoscenza, la promozione dei valori e delle bellezze del territorio italiano”.

L’ultima tappa – Quella di domani sarà una giornata molto intensa per gli equipaggi, che raggiungeranno Bresciaattraversando Cremona e Lodi per andare poi a disputare una serie di prove nell’Autodromo Nazionale di Monza; dal circuito brianzolo le vetture toccheranno Bergamo, la Franciacorta e, infine, Brescia.

E sempre domani, durante il passaggio a Chiari, nel parco di Villa Mazzotti a tutti i concorrenti verrà donato il libro dedicato all’ideatore della Mille Miglia, Franco Mazzotti.

La realizzazione del volume è stata curata da Paolo Mazzetti, con il contributo di Franco Robecchi e Claudio Baroni. Edito dalla Compagnia della Stampa, è stato realizzato con la collaborazione del Club Mille Miglia “Franco Mazzotti”, di ACI Brescia, di 1000 Miglia Srl, del Museo Mille Miglia, del Comune di Chiari, della Camera di Commercio di Brescia e di Confartigianato.

Da domenica il libro sarà disponibile anche nelle librerie specializzate e sul sito dell’editore

La trentaquattresima rievocazione della Mille Miglia, la corsa su strada più celebre di ogni tempo, si disputa da giovedì 19 a domenica 22 maggio 2016. Rispettando la tradizione nata nel 1927, il percorso prende il via e termina a Brescia, attraversando in quattro tappe mezza Italia, prima e dopo il giro di boa a Roma. Con la sua capacità di coniugare tradizione, innovazione, creatività, eleganza, bellezze paesaggistiche, la Mille Miglia rappresenta un simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo.

Dal 2013, la manifestazione è gestita da 1000 Miglia srl, società totalmente partecipata dall’Automobile Club di Brescia che l’ha appositamente creata nel 2012. Presieduta da Aldo Bonomi, affiancato dal vice presidente Franco Gussalli Beretta, 1000 Miglia srl ha chiuso l’ultimo bilancio con un incremento del 34% del fatturato rispetto all’anno precedente.

Dopo il Controllo di Piazzale Michelangelo a Firenze, la Mille Miglia percorrerà i Passi della Futa e della Raticosa, per poi raggiungere Parma, conclusione della tappa.

Ischia ad un passo dalla D,il Monopoli cala il tris al Mazzella

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21 maggio del 2016,la fine dell’Ischia Calcio. Serviva una vittoria nella partita dell’andata dei play-out contro il Monopoli,ma invece è arrivata una pesante sconfitta che racchiude tutto quello che è successo durante l’arco della stagione calcistica. Un plauso va ai tifosi presenti sulle gradinate dello stadio Mazzella che dopo l’appello lanciato dai due tecnici Di Meglio e Buonocore hanno dato un segnale importante,riempendo le tribune del Mazzella,incitando la squadra fino al 90′. Prestazione opaca e deludente della squadra gialloblu in campo,dopo un primo tempo concluso sul risultato di 0-0,nella ripresa Armeno e compagni vengono travolti. I pugliesi trovano il gol del vantaggio appena dopo 35 secondi della ripresa,con l’ennesimo gol preso su una disattenzione della retroguardia gialloblu. Il gol gela nettamente il team isolano,dove la squadra del gabbiano ne approfitta e trova prima il gol del raddoppio con Esposito che si inventa un eurogol e poi ancora Croce sigla il terzo gol,che realizza la sua doppietta personale.Il Monopoli sbanca Ischia ed archivia il discorso per la salvezza dove tra una settimana in Puglia potrà festeggiare davanti ai propri tifosi.

Schieramenti.

Negli schieramenti in campo rispetto alla vigilia si registra soltanto un cambio in casa Ischia: al posto di Di Vicino gioca Palma schierato mezz’ala destra con Spezzani da playmaker e Armeno dall’altro lato. A completare il reparto Florio e Porcino come esterni. In difesa confermato il pacchetto con Filosa,Van Dam e Bruno davanti alla porta difesa da Iuliano. In attacco la coppia Kanoute-Gomes. In casa Monopoli confermati gli undici della vigilia del match. Croce e Gambino la coppia di attacco. L’ex di turno Mercadante sostituisce lo squalificato Pinto,con Luciani sull’altra fascia. In mezzo Tarantino in cabina di regia, con Romano e Viola ai suoi lati. Tra i pali Pisseri con la linea composta a tre da Ferrara,Esposito e Bacchetti.

Sintesi match.

Un primo tempo dove le squadre in campo si annullano nella metà campo. Il primo tiro verso lo specchio della porta dei pugliesi è quello di Filosa che ci prova con una conclusione da fuori,con la sfera che termina abbondantemente fuori. Poco dopo ci prova Gomes,il suo tiro finisce alto sopra la traversa. La formazione biancoverde vede soffrire la pressione dei gialloblu, commettendo falli ingenui dove dopo appena 25′ vengono ammoniti prima Bacchetti,Croce e Tarantino anche se forse due tra questi tre era da rosso diretto per gli interventi scomposti sul centrocampista Palma. L’Ischia va vicina al gol: cross di Bruno con la sfera diretta a Kanoute in area ma Bacchetti salva deviando in corner,prima del tapin vincente del senegalese. Al 37′ ospiti pericolosi,quando Viola scodella un cross,si crea una vera mischia in area di rigore con la sfera che termina sul destro di Ferrara che calcia,ma il suo tiro termina a lato. Sul finire del primo tempo ancora gli ospiti si rendono pericolosi: Viola lancia in profondità Croce che con il destro trova soltanto l’esterno della rete. Il primo tempo si conclude sul risultato di 0-0. Nella ripresa passano appena 40 secondi e il Monopoli passa in vantaggio: cross dalla sinistra dell’ex Mercadante,in area trova Croce che stacca di testa e trafigge Iuliano. E’ tutto un remake visto per l’intera arco della stagione. Di Meglio dalla panchina fa entrare Rubino al posto di uno spento Gomes. All’11 Spezzani inventa una parabola perfetta che pesca in area Florio,il quale viene trattenuto per la maglia da Mercadante ma l’arbitro lascia correre. I gialloblu in campo sembrano aver accusato il gol preso a freddo,dopo pochi minuti nella ripresa, Di Meglio prova a mischiare la carte facendo entrare Pepe al posto di Porcino, e passando alla difesa a quattro,schierandosi con il modulo del 4-3-3 con il tridente formato da Kanoute,Rubino e Pepe. Al 19′ arriva il colpo del ko per l’Ischia: calcio d’angolo dalla sinistra battuto da Viola,dove Bacchetti fa la sponda in area per Esposito che con una mezza rovesciata si inventa il gol del sabato, e batte Iuliano. E il gol che taglia definitivamente le gambe ai gialloblu per salvezza. Gli ospiti sembrano di non accontentarsi e al 27′ dilagano : Croce si invola verso la porta,e lascia partire un diagonale lento,dove stranamente Iuliano non riesce ad arrivare. E’ il gol che cala il sipario al Mazzella. I tifosi accorsi allo stadio per incitare la squadra,rimangono delusi per la prestazione opaca offerta in campo. Una squadra a cui è mancata la cattiveria agonistica e la giusta grinta per poter affrontare questo playout. In pieno recupero gli isolani trovano anche il gol della bandiera con Kanoute che però viene annullato per posizione di off-side. Al fischio finale a festeggiare è la formazione del gabbiano con i tifosi arrivati dalla Puglia nel settore ospiti. Un’Ischia che nella partita di ritorno dovrà compiere un miracolo assurdo,vincendo con quattro gol di scarto per centrare la salvezza,un impresa fuori dal normale per una squadra così…ci sono voluti 16 anni per conquistare di nuovo la serie C e in pochi mesi si è buttato via tutto,sopratutto per delle scelte sbagliate da parte della società.

Simone Vicidomini

Progetto Eureka 2016, i piccoli inventori di Padova hanno le idee chiare

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Stamattina si è svolta la premiazione dei finalisti del concorso per piccoli inventori e ”imprenditori” Progetto Eureka 2016.
La 5A della primaria Parini di Camposampiero vince il primo premio del progetto Eureka 2016 ! Funziona ! 4.0 2016 col il ”GRANDE DIVERTIMENTO”

Stamattina presso l’Istituto Tecnico Superiore ”F.Severi” di Padova si è svolta la premiazione dei finalisti del concorso per piccoli inventori e ”imprenditori” Progetto Eureka 2016

premio eureka funziona 2016
premio eureka funziona 2016

Il progetto, dal titolo EUREKA! FUNZIONA! 4.0, è stato promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Padova assieme alla Sezione Metalmeccanici di Confindustria Padova. A livello nazionale il progetto è stato promosso da Federmeccanica ed è nato da un accordo con il MIUR per lo sviluppo delle competenze tecniche e scientifiche fin dalle scuole primarie.

premio eureka funziona 2016
premio eureka funziona 2016

Ben trecento bambini delle scuole primarie di Padova e provincia si sono sfidati nell’ideazione, progettazione, realizzazione e promozione di un giocattolo tecnologico e stamane hanno presentato e giocato assieme alla giuria con le loro creazioni.

premio eureka funziona 2016
premio eureka funziona 2016

Il regolamento prevedeva la creazione, in ogni classe partecipante, di gruppi di 5/6 bambini chiamati a lavorare su kit di materiali come molle, tondini di legno/ferro, rotelle di legno, elastici, filo elettrico e motorino e ogni bambino aveva un ruolo preciso nel gruppo (disegnatore, costruttore, disegnatore artistico e pubblicitario).

Lo spirito imprenditoriale, che deve stare dietro ogni progetto, è stato ”portato” in ogni classe da alcuni imprenditori che hanno incontrato i bambini nelle classi; questo ha permesso di avvicinare i bambini al mondo dell’impresa.

premio eureka funziona 2016
premio eureka funziona 2016

La giuria, composta da imprenditori, uno studente e un delegato dell’Associazione insegnamento della fisica, per la cronaca, dopo una lunga consultazione, ha scelto di premiare la classe quinta A dell’Istituto Parini di Camposampiero con l’invenzione della ruota panoramica chiamata ”Il gran divertimento”.

premio eureka funziona 2016
premio eureka funziona 2016

Bellissime le parole di Emma, una delle piccole imprenditrici vincitrici, alla presentazione della sua invenzione, ancora prima della proclamazione: ”…non siamo qui per vincere, ma per dare divertimento alla gente”.

premio eureka funziona 2016
premio eureka funziona 2016

Sentire parlare loro, i protagonisti, ci sembra di capire che abbiano veramente le idee chiare, buona fortuna ragazzi!!!

GUARDA IL VIDEO (presentazione di Rodolfo Cetera, presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Padova, la presentazione e proclamazione dei vincitori, le Interviste ai vincitori).

GUARDA LA FOTOGALLERY COMPLETA: