Gioco delle tre campane. Sentenza pilota dal tribunale di Torino confermata in Cassazione: 13 condannati
Gioco delle tre campane. “UNO, due, tre: la pallina dov’è?”. Chi si ferma incantato a guardare le abili mosse del “prestigiatore”, di certo prima o poi cascherà nella rete: verrà convinto a puntare 50 euro, intrattenuto da complici che fingono facili vincite, e alla fine se ne andrà a casa con il portafogli vuoto. Il trucco delle tre campanelle, sempre lo stesso, si ripete uguale da decenni e ovunque in Italia. La gente sa che è una truffa, eppure non resiste alla sfida di riuscire a trovare la piccola pallina di gommapiuma nei banchetti improvvisati sotto i portici o alla stazione. Ma a Torino, dove anni fa era stata arrestata una “banda” che riusciva a guadagnare anche 3000 euro al giorno, è stata emessa una sentenza pilota che ora è stata “cristallizzata” dalla Cassazione: quella delle tre campanelle è “un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa”.
Dietro al raggiro infatti c’è un gruppo di persone organizzate che agiscono in sinergia per abbindolare i passanti e portar via loro centinaia di euro. L’idea di contestare l’accusa di essere un’organizzazione era nata da un’indagine dei carabinieri coordinata dal pm Alessandro Sutera Sardo che aveva studiato le mosse della banda e arrestato tredici persone. Per tre mesi il gruppo di truffatori era stato filmato e si era scoperto così che ognuno aveva un ruolo preciso. Un’organizzazione tuttavia, la loro, particolare, senza un capo, senza gerarchie: “l’associazione non aveva alcuna struttura piramidale – scrivono i giudici – i diversi ruoli erano assegnati sul posto e sul momento e tutti erano sullo stesso piano». In particolare «c’erano i finti giocatori e i procacciatori di incauti passanti da invogliare al gioco”, “i “tenitori” del gioco a turno con gli altri», «le sentinelle con il compito di intervenire con la forza o con maniere energiche nei confronti di chi si rendeva conto di essere finito in un raggiro”. C’era anche chi faceva il “recupero crediti” accompagnando al bancomat la vittima rimasta senza soldi. Nel motivare le condanne a un anno di reclusione, i giudici della Suprema Corte (seconda sezione) avevano spiegato che gli imputati, difesi dagli avvocati Domenico Peila, Vincenzo Coluccio e Mauro Vergano, “facevano credere ai giocatori di poter ottenere facili guadagni attraverso singole puntate, ma poi distraendo le vittime toglievano la pallina dalla campanella dove era effetti-vamente nascosta e sulla quale erano stati puntati dei soldi, facendola poi riapparire sotto un’altra campanella diversa, ottenendo così un ingiusto profitto derivante dalle somme investite dai giocatori”. Le puntate variavano da 50 a 100 euro, e una donna era riuscita a perdere addirittura 720 euro in un quarto d’ora.
vivicentro.it/nord/cronaca – “Dietro il gioco delle tre campane un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa” SARAH MARTINENGH
Il Memorial ‘Gaetano Musella’ è stato un vero e proprio successo. Tanti ospiti importanti, tra questi la Sig.ra Simona Musella, ma anche Giancarlo Arra e il dott. Alfonso De Nicola, oltre ai figli del campione scomparso Alessandro e Camillo Musella e la dott.ssa Giulia Giordano. L’intento era quello di far divertire i tanti bambini delle tre scuole calcio invitate: ASD San Paolo, che ha organizzato il torneo sul proprio campo sportivo ‘don Luigi Russo’ e l’Atletico Lettere oltre la Ling Mondo. Della stupenda giornata di festa, ne abbiamo parlato, in esclusiva, con Salvatore D’Antuono, amministratore dell’Asd San Paolo, Giovanni Malafronte, direttore generale dell’Asd San Paolo e Antonio Romano, segretario generale dell’Asd San Paolo.
Un gruppo di commercianti del Bangladesh ha denunciato col sostegno di Addiopizzo anni di vessazioni Blitz della squadra mobile, la procura contesta l’aggravante della discriminazione razziale
I vicoli di Ballarò dormono ancora quando i poliziotti della squadra mobile entrano nel mercato. Ormai, conoscono tutto di questi luoghi. I soprusi, le vessazioni, le imposizioni del racket. Un mese fa, dieci commercianti hanno parlato, hanno trovato la forza di denunciare. Sono dieci commercianti coraggio. Anche perché arrivano da un paese lontano da Palermo, il Bangladesh. Hanno denunciato le vessazioni dei nuovi boss del pizzo. E questa mattina, poco prima dell’alba, è scattato un blitz della polizia a Ballarò. Dieci arresti fra gli esponenti di un gruppo criminale che fa capo alla famiglia Rubino, un clan di giovanissimi che negli ultimi mesi ha seminato il terrore fra gli immigrati. Il provvedimento di fermo porta la firma del procuratore capo Francesco Lo Voi, dell’aggiunto Leo Agueci e dei sostituti Sergio Demontis ed Ennio Petrigni. Agli ultimi esattori del pizzo di Palermo viene contestata non solo l’aggravante del metodo mafioso, ma anche della discriminazione razziale. Alcuni si sono barricati in casa questa notte, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per aprire le porte. Intanto, il mercato era circondato dalla polizia.
I commercianti stranieri hanno raccontato alla squadra mobile di aver subito continue violenze. Qualcuno pagava anche da anni. “Chi provava a ribellarsi era vittima di rapine parecchio violente”, ha raccontato un uomo che vive ormai da molti anni a Palermo. “Andavano in giro sempre armati”, ha spiegato un altro commerciante. Una lunga stagione di paura che un mese fa era culminata in un’aggressione a colpi di pistola: Emanuele Rubino aveva sparato contro un giovane del Gambia che si era permesso di opporsi alla sua arroganza. “Tu da qui non passi”, aveva detto il giovane boss. E, presto, era arrivato tutto il branco per ribadire ancora una volta la legge del più violento. Ma, alla fine, Rubino venne arrestato nel giro di 24 ore. “Proprio quel caso risolto in così breve tempo ha dato fiducia a quei commercianti – dice il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti – dopo anni di vessazioni di ogni genere hanno trovato la forza di dire basta rivolgendosi alla polizia. Così abbiamo scoperto un fenomeno molto più ampio di vero e proprio racket di estorsioni commesse con metodo mafioso. Le vittime erano le comunità più deboli del centro storico”.
Gli arrestati sono: Giuseppe e Giacomo Rubino, Vincenzo Centineo, Giovanni Castronovo, Emanuele Campo, Alfredo Caruso, Carlo Fortuna, Bruno Siragusa e Alessandro Cutrona.
vivicentro.it/isole/cronaca – repubblica / Gli immigrati di Ballarò contro il racket. In manette i nuovi boss del pizzo SALVO PALAZZOLO
EUROPA – Il «caso Austria» che ha preso tutti in contropiede nei mesi scorsi, va verso un risultato sconcertante. Dovremo aspettare sino all’ultimo scrutinio per sapere chi sarà il vincitore. Ma lo sarà – con tutta verosimiglianza – di strettissima misura.
Eppure il risultato oggettivo della consultazione è chiaro. Il candidato dell’estrema destra Norbert Hofer, qualunque percentuale ottenga, non ha raggiunto l’obiettivo di avere con sè la grande maggioranza degli elettori nella sua politica di chiusura verso i migranti. Ma il verde Van der Bellen, capo della coalizione «progressista» , ha davanti a sé un compito difficilissimo anche se dovesse uscire vincente. Gli elettori austriaci sono spaccati a metà.
Il campanello d’allarme del grave e ancora irrisolto problema della migrazione di massa in Europa e delle paure che ha creato, continuerà a suonare forte. Il fenomeno della migrazione da problema colpevolmente ignorato e rimosso, è diventato in meno di un anno la questione cruciale per la governabilità interna, nazionale. E per la governabilità della stessa Unione europea. Il «caso Austria», visto nella sua genesi e nelle modalità con cui si sta sviluppando, deve convincere tutti i governi europei a trovare subito un’intesa che eviti la polarizzazione distruttiva e sterile della popolazione.
è inutile riandare ora agli errori commessi dal governo di «grande coalizione» austriaco nei mesi scorsi, pagati poi con una umiliante sconfitta elettorale. Preso alla sprovvista, ha tardivamente e malamente reagito alle preoccupazioni crescenti nella gente per una presunta invasione di migranti prospettando la decisione della chiusura del Brennero. Questa proposta, meditata o imprudentemente minacciata che fosse, ha dato all’intera questione una dimensione simbolica e storica eccezionale. Ha colpito e ferito la prospettiva che sembrava realizzata di una «regione europea» che comprendesse Tirolo austriaco, Alto Adige/Sudtirolo e Trentino. Ha sollevato verso l’Italia accuse di inadempienza dei patti di controllo della migrazione, riattivando vecchi risentimenti storici. Quello che maggiormente ha disturbato e amareggiato è stato (ed è tuttora?) il sospetto reciproco tra Roma e Vienna. Un sentimento a stento nascosto dalla cortesia diplomatica. Tutto questo ora va rimosso. E naturalmente l’Italia, indirettamente coinvolta nel caso austriaco, deve smentire una volta per tutte nei fatti la cattiva fama di essere poco affidabile negli impegni presi.
Ma è soprattutto la Commissione europea che deve riguadagnare la sua autorevolezza per imporre a tutti gli Stati i doveri di accoglienza regolata e controllata, secondo le regole condivise. I governi nazionali devono avere il coraggio di accettare e applicare queste regole, a costo di qualche perdita di popolarità pur di evitare fratture insanabili all’interno della popolazione.
Torniamo all’Austria, alla sua posizione geopolitica e alla prossimità con un altro confine, quello tedesco che non a caso da qualche tempo è rafforzato nei controlli dichiarati di routine. Il governo tedesco nei mesi scorsi, anche davanti alla minacciata «chiusura» del Brennero, non ha avuto sempre un comportamento limpido. Non è mancato il sospetto di una certa tollerante connivenza presso qualche politico influente, che avrebbe portato vantaggi anche alla politica di controllo delle frontiere tedesche. Ci aspettiamo che tutta l’area geopolitica che guarda alla Germania (e che un tempo si fregiava con orgoglio di appartenere alla civiltà della Mitteleuropa) si metta decisamente sulla strada dell’accoglienza della migrazione ordinata ma efficace nel quadro europeo.
vivicentro.it/editoriale – Da Vienna ultima chiamata per l’Europa GIAN ENRICO RUSCONI
Razionali e appassionati: Elisa propone di ospitare sul giornale la cronaca locale di qualche città estera, per sapere come si vive e cosa si pensa laggiù. A Vittoria piacerebbe che sul sito ci fosse una bacheca riservata alle storie dei lettori. Giorgio chiede una sezione dedicata all’Europa, Ettore un racconto dell’economia a misura d’uomo, Gabriella e Gian Arturo il recupero della memoria, mentre Walter esorta a spargere meno paura e a uscire dalla «dittatura dell’istante» per diventare più meditati e profondi. Rinaldo si accontenterebbe che gli orari di apertura dei musei e dei teatri fossero giusti e non sempre succede. Mauro ricorda come lo sport e la musica siano l’epica dell’uomo moderno. Alessandro suggerisce di ritornare sulle storie di cronaca frettolosamente abbandonate. Ester pensa a una pagina dove sono i figli che raccontano i genitori. Tutti reclamano meno retroscena e più scena, meno chiacchiera politica e più vita.
Sono i nostri lettori, che ieri hanno affollato un’ala della palazzina di caccia di Stupinigi per spiegarci quello che vorrebbero leggere sul loro giornale. Volti noti e sconosciuti, timidi e disinvolti. Qualcuno veniva da Napoli, qualcun altro da Rimini, Bergamo o Trieste e si era alzato all’alba per non perdersi neanche un minuto. Mentre li ascoltavo, non riuscivo a smettere di pensarci: quelle persone avevano deciso di trascorrere una domenica di sole primaverile dentro un laboratorio di giornalismo per il puro piacere di farne parte.
A furia di scrivere sui giornali, uno rischia di dimenticarsi per chi lo fa. Non per i colleghi e tantomeno per le personalità citate nell’articolo, che il giorno dopo lo cercheranno per complimentarsi o più probabilmente per arrabbiarsi. Scrive, dovrebbe scrivere, per i lettori. Che non sono un’entità astratta e indefinita, ma persone reali che nel giornale cercano una guida, un conforto, uno sfogo. Ieri li abbiamo chiamati a raccolta per una piccola iniziativa senza precedenti. Hanno risposto a centinaia dal vivo e a decine di migliaia sul web, dimostrando un affetto e un’attenzione alle nostre sorti che testimoniano il legame particolare che esiste tra La Stampa e la sua comunità. Essere “stampisti” è un modo di leggere la vita con uno sguardo aperto e non ideologico, razionale eppure appassionato.
In sala c’era un’atmosfera speciale. Molto controllata e sabauda, ma profondamente affettuosa. È stato un gigantesco ripasso, che è servito a tutti i presenti per rinnovare le ragioni di una scelta. Quella di scrivere e di leggere questo giornale. Era come scoprirsi iscritti a un club, ma senza enfasi né retorica, anzi cercando di volare bassissimi per capire i punti di debolezza e cogliere quelli di svolta. Personalmente ne sono uscito con la convinzione che in tempi di crisi i lettori non vadano soltanto agitati, ma anche un po’ consolati. Hanno meno voglia di indignarsi e più bisogno di capire, forse di capirsi. E pensano che l’informazione non si esaurisca nelle biografie dei potenti e nel racconto del male.
Ogni giorno Paolo Fox racconta, con il suo oroscopo in TV (Fatti vostri) e su Lattemiele, cosa le stelle hanno in serbo per noi, come andrà il lavoro, la salute, l’amore…
Eccovi il suo oroscopo per oggi, Lunedì 23 maggio 2016 (ASCOLTA)
Di seguito riportiamo anche l’oroscopo segno per segno tratto da Lattemiele:
ASCOLTA IL TUO OROSCOPO DEL GIORNO
ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
.
vivicentro.it/l’esperto /lattemielecalabria/Ascolta l’oroscopo del giorno di Paolo Fox: Lunedì 23 maggio
CHI E’ PAOLO FOX:
Paolo Fox (Roma, 5 febbraio 1961) è un astrologo, pubblicista e personaggio televisivo italiano.
Biografia
Fin dagli anni novanta si occupa di astrologia nei mass media, proponendo il suo oroscopo nelle trasmissioni televisive della RAI e anche in radio, su LatteMiele e Radio Deejay; le sue prime apparizioni televisive sono state nelle trasmissioni di Rai 1 Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.
E’ iniziato a diventare noto al grande pubblico a partire dal 1997 quando ha iniziato la collaborazione con il network Lattemiele dove conduce uno spazio dedicato all’oroscopo giornaliero alle ore 7.40 e 19.40.
Il lunedì mattina il mago dell’oroscopo è presente anche su Radio Deejay. Per quanto riguarda il mondo della televisione, è apparso per le prime volte nei programmi televisivi Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.
Ha partecipato come ospite a tantissimi altri programmi tv: Festa di classe, Speciali di fine anno, Tutto Benessere, Furore, Uno Mattina, Speciale Grande Fratello, Piazza Grande, Aspettando cominciamo bene e tanti altri. Dal 2002 è una delle colonne portanti del programma tv di Raidue, I Fatti Vostri, dove legge il suo oroscopo. Negli ultimi anni risulta essere uno dei personaggi maschili più cliccati dell’anno sul web!
Annualmente cura per la RAI la serata dedicata alle previsioni astrologiche per il nuovo anno, trasmessa a fine dicembre.
È attivo anche sulla carta stampata, curando l’oroscopo per diversi settimanali
Nel 2014 ha interpretato sé stesso nel film di Natale Ma tu di che segno 6?.
Per quanto riguarda la sua vita privata non si sa praticamente nulla. E’ sposato? E’ fidanzato? Dove va in vacanza? Lui non ha mai rilasciato dichiarazioni o commenti sulla sua vita sentimentale anche perché grazie agli astri vuole indovinare quella del suo numeroso pubblico che non l’abbandona mai!
Quello che è successo nella giornata di ieri pomeriggio,allo stadio “Mazzella” tra dentro e fuori dal campo racchiude l’intera stagione calcistica che ha vissuto l’Ischia Calcio. Per quanto riguarda in campo è arrivata una sconfitta abbastanza pesante,con un Monopoli che ha dilagato e ha meritato di portare a casa la vittoria,anche perchè tra le due squadre c’erano 18 punti di differenza una cosa assurda, ma secondo le normative della lega pro i play-out si dovevano disputare. Contro i pugliesi ci si giocava tanto e serviva la partita della stagione. I gialloblu in campo sono stati autori di una prova opaca,una squadra spenta,senza una quadratura di gioco. Il cambio avvenuto in panchina al posto di Porta con Di Meglio e Buonocore a una settimana da una sfida importante così era preventivato che non si potessero fare dei miracoli. Al di là della sconfitta maturata in campo,con la retrocessione in serie D ad un passo,la colpa è soltanto della società,il quale è stata protagonista di scelte sbagliate,errori assurdi e promesse non mantenute al popolo gialloblu. Per citarne una: il ritorno sull’isola della squadra quando in panchina subentrò Di Costanzo in quella famosa conferenza stampa farlocca al Re Ferdinando. E pure dopo l’ennesimo ribaltone in panchina,dopo l’esonero di Porta la società aveva deciso di affidare la panchina al duo Di Meglio- Buonocore con la speranza di poter salvare la categoria e riportare i tifosi allo stadio con il ritorno della squadra sull’isola. Se andiamo ad analizzare le tematiche, a vincere sono stati i tifosi i quali ancora una volta, hanno risposto positivamente all’appello lanciato durante la settimana, prima da Enrico Buonocore e poi da Gianni Di Meglio. Ma la cosa più assurda e che la società alla vigilia del match dei play-out contro il Monopoli,ha rilasciato delle dichiarazioni sul futuro dell’Ischia Calcio. Da sottolineare che la stessa società ha contattato la stampa locale, per far rilasciare dichiarazioni dal Dott. Senese, dopo un’incontro avvenuto ad Ischia nella serata di venerdì, al quale erano presenti il presidente Rapullino, l’amministratore Di Bello e gli altri soci. Ma non finisce qui…come disse qualcuno in passato all’interno della società il bello deve ancora venire…! Nel pomeriggio di ieri,eravamo al botteghino dello stadio per ritirare l’accredito per la partita. Dopo pochi minuti che eravamo in fila con altri colleghi siamo venuti a conoscenza che Giovanni Sasso non era presente al campo; Giovanni Sasso teniamo a dirlo che oltre ad essere l’addetto stampa dell’Ischia e un collega ma anche un amico, e spesso per tutta la stagione è sempre stato fondamentale per gli organi di stampa e non solo a volte si è ritrovato ad occuparsi di mansioni che non spettavano a lui. Con tanti anni di esperienza nel mondo del giornalismo,passando per la carta stampata, Sasso anche lui ieri prima della partita ha detto basta. Il suo addio? A quanto ci risulta la così detta società gialloblu,avrebbe incontrato una delegazione di tifosi scaricando tutte le colpe sull’addetto stampa per il comunicato emesso sull’esonero di mister Porta. : La S.S. Ischia Isolaverde comunica che, sussistendo condizioni ostili del territorio nei confronti della guida tecnica della Prima Squadra, solleva dall’incarico l’allenatore Antonio Porta. Una cosa fuori dal normale,accusare per primo un ischitano,poi un tifoso per passare ad un giornalista, che ha sempre fatto sacrifici e dato tanto per questa squadra. Prima e dopo la fine della partita contro il Monopoli l’assenza dell’addetto stampa si è sentita abbastanza. Partendo dagli accrediti che non risultavano essere stati comunicati al botteghino, con le distinte delle formazioni arrivate in netto ritardo per arrivare in sala stampa dove, secondo la nostra opinione si è toccato davvero il fondo,quando il presidente Rapullino, si è fermato a parlare soltanto ai microfoni della tv locale dell’isola,ignorando completamente il resto della stampa che lo attendeva. Una giornata che mette fine ad un intera stagione vissuta tra errori assurdi e scelte sbagliate da parte della società,con una retrocessione in serie D. A pagare tutto questo alla fine chi sono? I tifosi,e l’intera piazza isolana che sotto i propri occhi ha visto retrocedere la propria squadra,dopo aver vinto negli ultimi anni prima il campionato di Serie D , passando per le serie C2 ed arrivare in Lega Pro Unica.
Numeri da record per la trentaquattresima rievocazione: 450 auto storiche, 900 partecipanti, oltre 230 comuni attraversati nei quattro giorni di gara. Sono stati 1800 gli operatori dei media accreditati, 200 in più rispetto all’edizione 2015
Brescia, 22 maggio 2016 – Andrea Vesco e Andrea Guerini con 51.542 punti, alla guida di un’Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1931, sono i vincitori della Mille Miglia 2016, la corsa su strada più celebre di ogni tempo che si è conclusa oggi sul traguardo di viale Venezia a Brescia.
Dopo 1800 km di strada, Vesco e Guerini si sono imposti nella trentaquattresima rievocazione della Freccia Rossa, precedendo in classifica Luca Patron ed Elena Scaramuzzi, giunti al secondo posto, su O.M. 665 Superba Sport 2000 CC del 1926, con 50.088 punti, e Giordano Mozzi e Stefania Biacca che si sono aggiudicati il terzo gradino del podio a bordo di una Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport del 1933, con 49.262 punti.
“Dopo il secondo posto della scorsa edizione, hanno dichiarato i vincitori Vesco e Guarini, quest’anno siamo riusciti a centrare la vittoria. E’ la legge dei grandi numeri e prima o poi doveva arrivare, siamo stati bravi e fortunati, anche grazie alla macchina che non ci ha mai dato il minimo problema. E’ stata una gara fenomenale”
La speciale classifica, riservata agli equipaggi interamente femminili, è stato vinta da Silvia Marini e Saskia Stoeckkelmann su Riley 12/4 Sprite del 1936 che si sono aggiudicate la Coppa delle Dame.
Hanno preceduto gli equipaggi rosa formati da Loes e Annemarie Van De Velve, giunte al secondo gradino del podio, su Lagonda M 45 Rapide e dalle due pilote professioniste tedesche Susie Wolfe e Ellen Lohr, terze classificate su Mercedes-Benz 300 SL.
“Anche quest’anno il pubblico ha seguito Mille Miglia con affetto e entusiasmo, non solo nelle città sedi di tappa, ma soprattutto lungo il percorso, dove abbiamo visto tantissime persone di tutte le età aspettare il passaggio delle auto”, ha dichiarato Aldo Bonomi, Presidente di 1.000 Miglia S.r.l. Il successo della manifestazione ripaga tutti gli sforzi e il lavoro sostenuto dall’organizzazione, una macchina complessa che ha coinvolto migliaia di persone”.
“Anche quest’anno la Mille Miglia ha fatto segnare numeri da record, ha dichiarato Andrea Dalledonne, Amministratore Delegato di 1000 Miglia S.r.l. Sono oltre 230, infatti, i Comuni attraversati nel corso della gara, 2.500 le persone coinvolte nell’organizzazione, 900 i partecipanti, provenienti da 38 nazioni, 450 le auto in gara, appartenenti a 71 case automobilistiche, 65 vetture partecipanti al Ferrari Tribute To Mille Miglia e le 60 auto del Mercedes-Benz Challenge To Mille Miglia, 1.800 operatori dei media accreditati, circa 4.000 stanze di hotel prenotate per i giorni della corsa”
La gara partita da Brescia, si è svolta in quattro tappe: la prima giovedì 19 maggio con arrivo a Rimini.
La seconda ha coinvolto Roma nella giornata di venerdì 20 maggio. La giornata di sabato 21 maggio ha visto la Freccia Rossa arrivare a Parma, terza sosta del percorso dell’edizione 2016 della celebre Mille Miglia. Oggi, domenica 22 maggio, l’arrivo a Brescia quarta e ultima tappa che ha visto finalmente abbassarsi la bandiera a scacchi per le 450 storiche vetture. Prima dell’arrivo al traguardo la Freccia Rossa ha disputato alcune prove cronometrate nell’Autodromo di Monza. La vittoria è andata all’equipaggio formato da Maurizio Colpani e Pietro Giuseppe Grumelli, su Bugatti T37. Secondo posto a Tiberio Cavalleri e Cristina Meini, alla guida di Lancia Lamda terzi classificati Kioto e Junko Takemoto su Bugatti T 40. I vincitori sono stati premiati da Ivan Capelli, Presidente ACI Milano.
L’edizione 2016 della Mille Miglia ha visto per la prima volta disputarsi, tra le vie centrali di Brescia, il Trofeo Roberto Gaburri, primo Presidente di 1000 Miglia Srl., scomparso a gennaio. Fortemente voluto dall’organizzazione il Trofeo, a ricordo della sua passione per le auto storiche e per l’impegno nel condurre la società che organizza la corsa, ha visto vincitore l’equipaggio formato dall’argentino Juan Tonconogy e dall’italiana Barbara Ruffini su Bugatti T 40 del 1927.
La Freccia Rossa ha decretato anche altri vincitori, partecipanti al Ferrari Tribute to Mille Miglia e al Mercedes-Benz Mille Miglia Challenge, riservati a vetture prevalentemente moderne delle due case automobilistiche: rispettivamente i due trofei sono stati vinti da Enzo e Elio Garelli su Ferrari F12 del 2016 con 19.128 punti e da Walter Perotto e Mauro Ellena alla guida di Mercedes-Benz 300 SL del 1957 con 19.133 punti.
“La generale soddisfazione e i tanti ringraziamenti ricevuti all’arrivo da parte dei partecipanti, è per noi la conferma del successo ottenuto dal lavoro degli uomini di 1.000 Miglia Srl, ai quali va il nostro plauso, ha affermato Pier Giorgio Vittorini, Presidente di ACI Brescia”
La premiazione dei vincitori della 34 edizione della Mille Miglia si è svolta presso il Teatro Grande di Brescia.
Ecco i primi tre equipaggi classificati:
Ad aggiudicarsi la 34esima edizione della Mille Miglia sono i brescianissimi Andrea Vesco e Andrea Guerini, a bordo della Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1931 numero 74.
Secondi classificati Luca Patron ed Elena Scaramuzzi, alla guida di una Om 665 Superba Sport 2000 CC del 1926.
Terza posizione invece per Giordano Mozzi e Stefania Biacca sulla Alfa Romeo 6c Gran Sport 1500 del 1933 numero 85.
Per consultare la classifica totale è possibile consultare il sito web www.1000miglia.it alla voce “classifiche”.
I vincitori delle tre ultime edizioni sono stati:
2015
1° posto: Juan Tonconogy e Guillermo Berisso, Bugatti T40 del 1927
2° posto: Andrea Vesco e Andrea Guerini, FIAT 514 MM del 1930
3° posto: Ezio Martino Salviato e Caterina Moglia, Bugatti T 40 del 1928
2014
1° posto: Giordano Mozzi e Stefania Biacca, Lancia Lambda tipo 221 Spider Ca.Sa.Ro
2° posto: Alessandro Gamberini e Mirco Magni, Alfa Romeo 6C 1.750 GS Zagato del 1930
3° posto: Giovanni Moceri e Tiberio Cavalleri, Aston Martin Le Mans del 1933
2013
1° posto: Juan Tonconogy e Guillermo Berisso, Bugatti T40 del 1927
2° posto: Giordano Mozzi e Mark Gessler su Alfa Romeo Gran Sport del 1933
3° posto: Giovanni Moceri e Tiberio Cavalleri Aston Martin Le Mans
MotoGp Mugello, vince Lorenzo al millimetro sul traguardo con Marquez, Valentino ritirato
Valentino a causa della rottura del motore costretto al ritiro mentre era in bagarre con il suo compagno di squadra. Sul traguardo arrivano in volata Lorenzo che vince per pochissimo su Marquez, terzo posto per Iannone.
Moto GP Mugello 2016
A Scarperia, sul circuito del Mugello, i tifosi di Valentino sono rimasti ammutoliti, erano oltre centomila spettatori. Si perché proprio sul più bello il motore della moto di Rossi ha ceduto, una fumata bianca ha messo fine alla lotta con Lorenzo per il primo gradino del podio.
Fino a qualche giro prima i tifosi di Rossi avevano contornato il circuito con striscioni, fumogeni gialli e cori di incitamento. In pista il livello di guida è stato altissimo, Lorenzo ad ogni staccata rispondeva agli attacchi di Rossi che tentava di sorpassarlo in ogni punto della pista.
La gara è terminata in maniera diversa, Rossi ritirato, Lorenzo vincitore con al seguito Marquez. Ma prima del traguardo i due piloti spagnoli hanno dato spettacolo ed il finale è stato da manuale: Lorenzo negli ultimi metri dal traguardo prende la scia di Marquez e lo sorpassa al fotofinish.
Si tratta senza ombra di dubbio di una grandissima gara dove si sono visti piloti compiere manovre di altissimo livello, scenario non seguito dai tantissimi spettatori che dopo l’uscita di Rossi hanno abbandonato gli spalti. Bruttissimi infine i fischi che hanno accompagnato Lorenzo per la premiazione.
Il terzo posto è andato a Iannone che dopo una pessima partenza al via ha recuperato molte posizioni, a seguire Pedrosa che è riuscito a tenere testa a Dovizioso.
Lorenzo ha conquistato la quinta vittoria al Mugello nelle ultime sei gare, anche se Valentino resta il pilota che ha visto di più su questo circuito.
Moto GP Mugello 2016
Adesso Valentino deve restare concentrato, la gara a zero punti lo vede perdere molti punti in classifica e se vuole lottare per il suo decimo mondiale non deve fare errori. Attualmente Lorenzo è al comando con 115 punti, secondo Marquez a 105 punti e terzo Rossi con 78.
Il campionato però è ancora lungo!
APPUNTAMENTO IL 05 GIUGNO PER IL GP DI CATALUNIA Ordine d’arrivo
1) J. LORENZO 41:36.535
2) M. MARQUEZ +0.019
3) A. IANNONE +4.742
4) D. PEDROSA +4.910
5) A. DOVIZIOSO +6.256
6) M. VIÑALES +8.670
7) B. SMITH +13.340
8) D. PETRUCCI +14.598
9) A. ESPARGARO +18.643
10) M. PIRRO +22.298
Classifica mondiale
1. Jorge Lorenzo (ESP/Yamaha) 115 punti
2. Marc Marquez (ESP/Honda) 105
3. Valentino Rossi (ITA/Yamaha) 78
4. Daniel Pedrosa (ESP/Honda) 66
5. Maverick Vinales (ESP/Suzuki) 59
6. Aleix Espargaro (ESP/Suzuki) 49
7. Pol Espargaro (ESP/Yamaha Tech3) 48
8. Hector Barbera (ESP/Ducati Avintia) 43
9. Andrea Iannone (ITA/Ducati) 41
10. Eugene Laverty (IRL/Ducati Aspar) 36
11. Andrea Dovizioso (ITA/Ducati) 34
12. Bradley Smith (GBR/Yamaha Tech3) 29
Post partita Finale Coppa Italia Milan Juventus- VIDEO
Roma – Al termine della finale di Coppa Italia, che ha visto trionfare la Juventus sul Milan, le nostre corrispondenti hanno ripreso il Presidente della Repubblica Mattarella all’uscita dello stadio ed hanno intervistato l’on. Maurizio Gasparri (VIDEO) e il Mister dell’ AS Roma Luciano Spalletti. Quest’ultimo non si è sbilanciato sulle sorti di Pjanic che è ancora ufficialmente della Roma ma la il club della Juventus sembra interessato al calciatore bosniaco. E sul rinnovo del contratto di Totti dichiara: “Sono contento e spero che facciano la cosa corretta perché io non devo andare a disturbare gli equilibri della leggenda della Roma, della storia del Capitano con la Roma!”
Proseguono, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Cagliari, le ricerche di un’imbarcazione con 14 migranti a bordo, presumibilmente partita dall’Algeria qualche giorno fà .
Durante la notte un mezzo navale della Guardia Costiera ha continuato a perlustrare l’area .
A questo, alle prime luci dell’alba, si è aggiunta un’altra motovedetta della Guardia Costiera e una della Guardia di finanza.
In volo da stamattina anche l’aereo Manta 42 della Guardia costiera che sta sorvolando tutta l’area.
Informati delle operazioni in corso anche i mercantili in navigazione nell’area delle ricerche.
A seguire alcune immagini delle operazioni di ricerca condotte nella giornata di ieri, quando è stata avvistata a 14 miglia a sud di Capo Spartivento una piccola unità capovolta, senza riscontri di persone negli specchi acquei adiacenti, per la quale non è stato possibile accertare la provenienza e l’eventuale correlazione con il barchino oggetto di ricerca.
NOTE:
Il Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera è uno dei corpi specialistici della Marina Militare e svolge compiti relativi agli usi civili del mare ed è inquadrato funzionalmente ed organizzativamente nell’ambito delMinistero delle infrastrutture e dei trasporti al quale si riconducono i suoi principali compiti istituzionali. Il Corpo, inoltre, opera in regime di dipendenza funzionale dai diversi Dicasteri, tra i quali il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che si avvalgono della sua organizzazione e delle sue competenze specialistiche.
Tra le citate competenze, in primis, la salvaguardia della vita umana in mare, della sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, oltreché la tutela dell’ambiente marino, dei suoi ecosistemi e l’attività di vigilanza dell’intera filiera della pesca marittima, dalla tutela delle risorse a quella del consumatore finale. A queste ultime si aggiungono le ispezioni sul naviglio nazionale mercantile, da pesca e da diporto, condotta anche sulle navi mercantili estere che scalano i porti nazionali.
Salvatore Vozza candidato a sindaco della coalizione #perCastellammare ‘’ E’ il momento di invertire la rotta’’. Luca Ruocco responsabile sindacale candidato nella lista Una Matita per Cambiare interviene sulla questione Fincantieri “Difendiamo il cantiere con tutte le nostre forze’’
Castellammare di Stabia : Per la questione Fincantieri le cose si fanno serie. Bisogna rispettare gli impegni assunti, Castellammare e Palermo non possono essere gli unici cantieri a rimanere senza commesse. ‘’Oggi in Fincantieri – dichiara Luca Ruocco- non si danno spiegazioni per il mancato carico di lavoro e neanche per le continue espulsioni’’ .
‘’Ci preoccupa, e non poco, – si legge in una nota del candidato a sindaco della coalizione #perCastellammare Salvatore Vozza e del candidato al consiglio comunale Una Matita per Cambiare Luca Ruocco- questo clima d’incertezza sul futuro e sui diritti dei singoli che devasta la dignità dell’individuo, se qualcuno sbaglia deve pagare I continui trasferimenti incentivati ci fanno pensare al peggio. Pensiamo che Fincantieri stia adottando una strategia ben precisa per assottigliare le maestranze del cantiere. Su Fincantieri non bisogna più stare zitti, il cantiere va difeso con tutte le nostre forze. Appena eletti abbiamo il dovere di istituire un tavolo con la prefettura, forze sindacali, e con Fincantieri. Il Comune ha il dovere di stare al fianco del Sindacato dando risposte ai tanti padri di famiglia che da un giorno all’altro si sono trovati fuori dai cancelli senza capire i motivi che li hanno visti segnalati indesiderati dall’azienda e che ancora oggi aspettano risposta’’.
‘’È’ urgente che insieme ai lavoratori, si schieri la Città intera, come del resto sempre ha fatto nel passato, perché si dicano cose chiare sul rilancio del nostro Cantiere. Abbiamo già subito in questi anni fortissimi tagli occupazionali: adesso è il momenti di invertire la rotta. I lavoratori in questi anni hanno fatto sacrifici, accettato accordi che prevedono maggiore flessibilità e, dopo tutto ciò, sarebbe una beffa nei loro confronti e della città, non rispettare le intese raggiunte a tutti i livelli. Parlare di futuro per Fincantieri vuol dire inevitabilmente realizzare il bacino di costruzione, opera necessaria per la vita del cantiere e del suo indotto. Castellammare da sempre rappresenta una città e una comunità centrale nella provincia di Napoli e funzionale alla crescita dell’intera Regione. Per questo motivo va stipulato, subito, un Patto per Castellammare con Governo e Regione. Abbiamo già dimostrato di sapere come si fa. Possiamo sederci al tavolo per presentare le nostre proposte con cui far arrivare anche a Castellammare i fondi per la Campania promessi dal Governo. Rapporti istituzionali improntati alla massima collaborazione devono essere la base per far ritornare al centro degli investimenti e dell’attenzione una città bistrattata e dimenticata negli ultimi anni. Riapriamo la vertenza lavoro a Castellammare. Con noi – conclude Vozza – questa città può ripartire.
Ogni giorno Paolo Fox racconta, con il suo oroscopo in TV (Fatti vostri) e su Lattemiele, cosa le stelle hanno in serbo per noi, come andrà il lavoro, la salute, l’amore…
Eccovi il suo oroscopo per oggi, Sabato 22 maggio 2016 (ASCOLTA)
Di seguito riportiamo anche l’oroscopo segno per segno tratto da Lattemiele:
ASCOLTA IL TUO OROSCOPO DEL GIORNO
ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
vivicentro.it/l’esperto /lattemielecalabria/Ascolta l’oroscopo del giorno di Paolo Fox: domenica 22 maggio
CHI E’ PAOLO FOX:
Paolo Fox (Roma, 5 febbraio 1961) è un astrologo, pubblicista e personaggio televisivo italiano.
Biografia
Fin dagli anni novanta si occupa di astrologia nei mass media, proponendo il suo oroscopo nelle trasmissioni televisive della RAI e anche in radio, su LatteMiele e Radio Deejay; le sue prime apparizioni televisive sono state nelle trasmissioni di Rai 1 Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.
E’ iniziato a diventare noto al grande pubblico a partire dal 1997 quando ha iniziato la collaborazione con il network Lattemiele dove conduce uno spazio dedicato all’oroscopo giornaliero alle ore 7.40 e 19.40.
Il lunedì mattina il mago dell’oroscopo è presente anche su Radio Deejay. Per quanto riguarda il mondo della televisione, è apparso per le prime volte nei programmi televisivi Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.
Ha partecipato come ospite a tantissimi altri programmi tv: Festa di classe, Speciali di fine anno, Tutto Benessere, Furore, Uno Mattina, Speciale Grande Fratello, Piazza Grande, Aspettando cominciamo bene e tanti altri. Dal 2002 è una delle colonne portanti del programma tv di Raidue, I Fatti Vostri, dove legge il suo oroscopo. Negli ultimi anni risulta essere uno dei personaggi maschili più cliccati dell’anno sul web!
Annualmente cura per la RAI la serata dedicata alle previsioni astrologiche per il nuovo anno, trasmessa a fine dicembre.
È attivo anche sulla carta stampata, curando l’oroscopo per diversi settimanali
Nel 2014 ha interpretato sé stesso nel film di Natale Ma tu di che segno 6?.
Per quanto riguarda la sua vita privata non si sa praticamente nulla. E’ sposato? E’ fidanzato? Dove va in vacanza? Lui non ha mai rilasciato dichiarazioni o commenti sulla sua vita sentimentale anche perché grazie agli astri vuole indovinare quella del suo numeroso pubblico che non l’abbandona mai!
Cogliamo l’occasione del compleanno di Tommaso Cancellotti per offrire ai lettori di ViviCentro uno speciale approfondimento sul terzino destro della Juve Stabia.
Il difensore nasce il 22 maggio 1992 a Gubbio ed oggi compie 24 anni. Cancellotti, prima di arrivare alla Juve Stabia, vive le sue stagioni più importanti alla Pro Vercelli. Con la maglia dei piemontesi, infatti, Tommaso vince il campionato di Lega Pro 2011-2012 approdando in Serie B. La stagione successiva, dopo sei mesi, il calciatore lascia Vercelli per “tornare a casa” nel Gubbio. Con la maglia degli umbri Cancellotti conclude la stagione prima di tornare nuovamente alla base. Nella stagione 2013-2014, per Cancellotti arriva ancora la vittoria del campionato con la Pro Vercelli, nel frattempo retrocessa in Lega Pro. Dopo le porte girevoli della Pro Vercelli, Tommaso nell’estate 2014 approda alla Juve Stabia. L’esperienza in gialloblù rappresenta da subito una tappa importante per la carriera del difensore.
Grazie agli insegnamenti di Pancaro, che conosce come pochi il ruolo di terzino destro, Cancellotti conquista subito i gradi di titolare e, insieme a tutta la squadra, è autore di un campionato di altissimo livello. Solo il finale di stagione è amaro e ricco di delusione, con la sconfitta di Bassano, ancora una ferita aperta per tutti i tifosi stabiesi. L’apice della stagione, per Tommaso, arriva nella trasferta di Ischia, dove proprio il suo bolide, che quasi spacca la traversa della porta avversaria, chiude il match e consente alle Vespe di espugnare l’isola.
La stagione appena conclusa è stata in parte travagliata per il difensore. Dopo un buon inizio di stagione, Tommaso è infatti incappato in un fastidioso infortunio nel match contro l’Akragas. La forte contusione ha costretto il terzino a stare fuori per due mesi. Rientrato dall’infortunio, contro la Lupa Castelli Romani, Cancellotti è diventato nuovamente il padrone della fascia destra e non ha più abbandonato la maglia da titolare.
Elemento caratterizzante della stagione di Tommaso è stata la crescita tattica, grazie alla quale il calciatore è ora in grado di ricoprire egregiamente sia il ruolo di terzino che di esterno alto. Alternandosi con addosso la maglia numero 2 e la maglia numero 7, Cancellotti è stato costantemente tra i migliori in campo tra le Vespe, risultando a fine campionato tra le poche note positive dello spartito gialloblè.
La stagione del calciatore si è poi conclusa con uno strameritato rinnovo contrattuale, che consentirà alla Juve Stabia di avere ancora sulla propria fascia uno dei terzini più efficaci del campionato, ed a Tommaso di continuare a vestire una maglia che sente sempre più sua.
Al di fuori del rettangolo di gioco Tommaso resta appassionato di sport, inevitabilmente di calcio, prima che di tutto il resto. I calciatori che guarda con maggiore ammirazione, ed a cui si ispira per l’interpretazione diversa, ma comunque straordinaria del ruolo di terzino destro, sono Stephan Lichsteiner e Dani Alves.
Altro sport che Tommaso segue con attenzione è il tennis. Nella diatriba senza fine tra i sostenitori di Federer, Nadal e Djokovic, Cancellotti si schiera senza esitazioni con il campione svizzero.
Non ci resta che augurare a Tommaso buon compleanno ed un futuro ricco di soddisfazioni..gialloblù!
Antonio Conte è pronto a diramare il listone per Euro 2016. Lorenzo Insigne, secondo Il Mattino, ci sarà anche se non proprio ben visto dal ct che gli ha dedicato molte attenzioni e l’ha provato nel 3-5-2 come seconda punta. Il calciatore, infatti, ha anche spostato le date delle vacanze con Cassano e questo è un altro indizio della sua presenza.
L’inchiesta di “Repubblica”: bufera per la candidatura, nella lista Ala di Verdini, dei parenti di un boss
“La lista è pulita e io non cambio idea. Ognuno risponda per quello che fa e non per le colpe dei padri”, fa quadrato il leader di Ala Denis Verdini, difendendo dal palco il figlio di un boss candidato con la sua formazione al Comune. Più prudente la candidata Pd Valeria Valente: “Io continuo a non provare imbarazzi, perché noi da sempre siamo contro la camorra. Ma chiederemo ad Ala di fare le dovute verifiche, se ci sono ragioni di opportunità prenderemo provvedimenti”.
Ore 11. Imbarazzo, tensione. E fuoco elettorale: amico e nemico. Deflagra alla Stazione Marittima, proprio nel giorno del bacio politico tra il leader Verdini e la candidata sindaco Pd, il caso dei Calone: l’inchiesta di Repubblica sui due candidati “impresentabili” legati a una famiglia ritenuta vicina alla camorra del Rione Traiano, periferia ovest.
Tra candidati, attivisti e militanti ex berlusconiani, c’è anche lui: il candidato Vitale Calone, 37 anni, aspirante consigliere al Comune per la lista Ala e figlio di un narcotrafficante con condanna definitiva, Vincenzo, alle spalle oltre 16 anni di carcere, e arresti e denunce anche per associazione mafiosa, armi, ricettazione. Ma Calone jr si difende a testa bassa. Non prima di aver ricevuto una stretta di mano da Verdini e una solidarietà umana e politica da parte dello schieramento dei suoi senatori.
“Ma che cos’è questo pseudogiornalismo? Mio padre è stato dentro tanti anni, ora devo pagare anche io? – replica, braccato da telecamere, Vitale – Io mi dissocio dalla camorra, certo. Mio padre ha sbagliato e pagato. Ma lo sappiamo quanti sono a Napoli quelli che hanno un problema di camorra? Forse quattro milioni, e allora li buttiamo tutti a mare? Allora questa terra non può parlare né avere diritti?”.
Calone spiega inoltre: “Io mi occupo di bambini da tanto tempo. I salvo i ragazzini, alcuni da famiglie abbandonate, altre da abusi. Una l’ho proprio curata io, era vittime di sette sataniche.
Dove vivo? Tra le Marche, dove lavoro, in Calabria, in Basilicata. Con le mie associazioni salvo i più indifesi, lavoro a contatto con gli assitenti sociali, che invece non funzionano. Specie al sud. Per non parlare delle altre differenze col nord: se ci sono minori che hanno bisogno, al nord funzionano le convenzioni e i Comuni pagano, qui invece sono ragazzini di serie C”. Calone conferma anche l’altra notizia: “È vero, è candidato alla Municipalità anche mio nipote, ha venti anni, certo non ha nessuna esperienza. Gli volevo dare una possibilità. Il fatto che sia omonimo di mio padre? Eh, magari si poteva candidare lui. Ma gliel’ho detto: ha sbagliato e pagato”.
Poco distante da lui, anche dal palco, il senatore Verdini, dopo aver rinnovato il suo invito a sostenere la Valente, e ad aderire alla missione riformista di Matteo Renzi dopo il ventennio berlusconiano, torna sull’argomento del giorno. Verdini difende con pacatezza il principio che “nessuna responsabilità di un padre può ricadere sui figli” e rivendica “il diritto all’oblio anche per chi ha sbagliato”.
La Valente non ci sta a “criminalizzare nessuno, se si è incensurati”, ma mette comunque dei paletti: “Verificheremo. Stiamo parlando di un candidato senza precedenti penali. Comunque, noi la camorra la combattiamo. Non accettiamo lezioni su questo”. E poi con più insofferenza, verso le critiche di alcuni esponenti bassoliniani che sparano a zero sulla scelta di allearsi com Verdini, la deputata Pd sbotta: “Comunque voglio ricordare che Ala, anche se si chiama Campania in Rete, è in Regione da tempo, non capisco sinceramente questo imbarazzo. Vedo che alcuni del mio partito che oggi parlano sono in maggioranza con loro da oltre un anno”. Chiaro riferimento al cartello casertano di esponenti ex cosentiniani che hanno contribuito alla vittoria il governatore De Luca.
vivicentro/sud/politica – repubblica / Politica e clan, Verdini spacca il Pd a Napoli. Valente: “La camorra la combattiamo” CONCHITA SANNINO
Il piano. La Commissione sta lavorando al progetto per lanciare il Migration compact proposto da Renzi. Il 7 giugno il via libera
SESSANTA miliardi per l’ Africa. È questa la difficile missione alla quale sta lavorando la Commissione europea per dare forma e sostanza al Migration Compact chiesto appena un mese fa da Matteo Renzi per fermare i flussi migratori. Da allora la proposta italiana — immaginata sulla falsa riga dell’accordo Ue-Turchia — è stata appoggiata da diversi leader. A partire da Angela Merkel e dal presidente dell’esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker. Tanto che Bruxelles sta lavorando a un testo che sarà approvato dal collegio dei commissari Ue il 7 giugno e poi portato al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno alla ricerca del via libera da parte dei capi di Stato e di governo dei Ventotto. Un testo decisamente politico, la forma scelta è quella della Comunicazione da attuare poi con provvedimenti legislativi specifici, firmato da due vicepresidenti della Commissione: l’olandese Frans Timmermans e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Federica Mogherini.
Proprio nelle ore in cui la crisi tra Italia e Austria si riacutizza e la sopravvivenza di Schengen resta in pericolo, le prime bozze messe a punto dalla Commissione iniziano a circolare tra le capitali (ovviamente Roma la più interessata) anche se si tratta di testi provvisori, passibili di profonde modifiche da qui al 7 giugno. Il nodo più spinoso è quello dei soldi, di come reperire i fondi per finanziare una serie di progetti per i singoli paesi di origine e di transito dei migranti in Africa in cambio dello stop ai flussi migratori. L’Italia aveva proposto gli Eurobond. I tedeschi, pur favorevoli all’idea di fondo del piano, li hanno bocciati rilanciando con una tassa sulla benzina. Idee che si sono annullate a vicenda con successivo mandato a Bruxelles di trovare la formula capace di mettere d’accordo tutti.
E la risposta della Commissione, se resterà in piedi da qui al 7 giugno, è comunque innovativa: si cerca di costituire un capitale di partenza capace di attrarre investimenti pubblici (governi o veicoli come la Cdp) che probabilmente non saranno contati nei deficit nazionali e investitori privati per finanziare i singoli progetti. Lo stesso metodo usato per il Piano Juncker che con un capitale di partenza di 21 miliardi ha già raccolto 100 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 315 per rilanciare l’economia Ue.
Le cifre sull’Africa sono inferiori, ma comunque di tutto rispetto visto che in queste ore a Bruxelles pensano di raccogliere dal bilancio della Commissione circa 4,5 miliardi capaci di essere moltiplicati fino a una sessantina appunto con investimenti dei governi nazionali o dei privati (per la Turchia sono stati stanziati 6 miliardi tra Ue e governi). Ma visto che investire in Africa è più rischioso che in Europa, la Commissione pensa anche ad un fondo assicurativo per compensare i rischi e rassicurare i potenziali investitori. Così come per l’Efsi, il salvadanaio del piano Juncker, sarà coinvolta la Banca europea per gli investimenti (Bei), i cui esperti sono già al lavoro per costruire il veicolo finanziario immaginato da Bruxelles e un fondo speciale per i piccoli progetti con un profilo di rischio particolarmente alto.
Al centro del piano i paesi del Sahel e del Corno d’Africa. Il suo funzionamento dovrebbe ricalcare lo schema proposto da Renzi, ovvero vincolare qualsiasi aiuto in cooperazione allo sviluppo e ogni singolo progetto per la creazione di infrastrutture, e dunque foriero di posti di lavoro e stabilità sociale, alla cooperazione sui migranti. L’Unione in cambio di pacchetti di investimenti creati su misura per ogni paese chiederà cooperazione nella gestione delle frontiere, anche costiere, accoglienza nei paesi di transito in campi gestiti anche dall’Unhcr. Inoltre gli europei vorranno un forte impegno ai paesi sicuri sui rimpatri dei propri migranti economici e nell’ospitare i richiedenti asilo. In generale, una stretta sui confini interni all’Africa, anche con personale europeo sul terreno, e la capacità di assorbire richiedenti asilo o migranti economici rimpatriati grazie a progetti di larga portata come le infrastrutture capaci di creare sviluppo, posti di lavoro e stabilità. L’unico modo per fermare i barconi in partenza verso le nostre coste, di evitare altre morti in mare e di bloccare la crisi politica europea su Schengen. Bruxelles cercherà di dare una gittata di lungo periodo al piano, visto che al netto di guerre e crisi umanitarie i flussi migratori sono destinati a rimanere alti per via della crescita demografica dell’Africa e dei cambiamenti climatici.
Ma per la Commissione e i governi alleati dell’Italia non sarà facile portare a casa il Migration Compact visto che diverse capitali del Nord e dell’Est sono pronte a contrastarlo. Per questo il 19 maggio i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Olanda hanno scritto una lettera a Federica Mogherini sostenendo il suo lavoro sull’Africa. Il significato politico di questa lettera, visto da Roma, è il riconoscimento pieno di Parigi, Berlino e l’Aia del Migration Compact chiesto da Renzi. Dal punto di vista di Bruxelles è un rafforzamento politico del complicato lavoro portato avanti da Mogherini e Timmermans con il sostegno di Juncker.
vivicentro.it/cronaca – repubblica / Il patto della Ue per fermare l’arrivo dei migranti: sessanta miliardi per l’Africa ALBERTO D’ARGENIO
I dettagliLa Gazzetta dello Sport analizza due casi spinosi che riguardano i rinnovi contrattuali: “potrebbero presentarsi un tantino più complicate le trattative con Ghoulam e Jorginho i cui stipendi sono al di sotto del milione di euro. La rispettiva crescita evidenziata nella stagione appena conclusa, imporrà al Napoli un ritocco sostanzioso ai loro ingaggi: a entrambi verranno offerti 1,2 milioni all’anno fino al 2020”.
Dialogo a due voci tra Salvatore Vozza e Luigi Vicinanza, Direttore de L’Espresso: “Legalità e capacità amministrative per il futuro della città”
Castellammare. Un dialogo a due voci per il futuro di Castellammare. Centinaia di persone, sabato 21 maggio presso l’Hotel Miramare, hanno applaudito l’intervento di Luigi Vicinanza, stabiese, direttore del settimanale L’Espresso, che con Salvatore Vozza, candidato a sindaco della coalizione #perCastellammare e con la candidata Lidia Vicinanza, ha parlato delle imminenti elezioni, del passato e del futuro della città.
Legalità in primo piano: “E’ chiaro – ha dichiarato Vicinanza che se c’è un municipio pulito diventa più facile parlare di legalità. E la legalità rappresenta ancora una volta una premessa senza la quale non esiste la politica”. Salvatore Vozza ha ricordato come “la mia coalizione sia stata l’unica ad aver inviato le proprie liste alla Commissione Parlamentare dell’onorevole Bindi. Gli altri non lo hanno fatto, ma perché davvero non potevano farlo con le liste che hanno messo in campo”.
Poi un ricordo da parte del Direttore Luigi Vicinanza del rapporto con Vozza sindaco di Castellammare:
“Ricordo che litigammo quando si rifece la calcina. Io ritenevo che dovesse venire un albergo diverso da quello che stava venendo fuori. Salvatore mi spiegava invece che con i vincoli della Soprintendenza non si poteva fare nulla di diverso. Oggi posso dire che in quest’area ci sono un albergo che ha recuperato una struttura abbandonata e un porto turistico di prim’ordine. A Bagnoli sono anni che ancora aspettano” le parole del Direttore de L’Espresso.
Gli ha fatto eco Salvatore Vozza:
“Noi siamo in campo perché abbiamo la consapevolezza di poter governare questa città e di saperlo fare. Abbiamo una squadra giovane e, se dovessimo vincere, manderemmo in consiglio comunale un gruppo di giovani. Questa città deve avere la forza di mandare il Pd e il centrodestra all’opposizione”.
Infine un passaggio importante sulla cultura. La coalizione di Salvatore Vozza ha, infatti, sottoscritto un Patto per la Cultura.
“La cultura – ha dichiarato Vicinanza – è un valore immateriale che ha sempre fatto della storia di Castellammare”.
La Gazzetta dello Sport riferisce che il difensore spagnolo Raul Albiol ha deciso di restare a Napoli e arriverà fino alla scadenza dell’accordo nel giugno del 2017: “Non ci sarà alcun rinnovo, perché è sua intenzione tornare a giocare nella Liga, magari col Valencia che l’avrebbe messo sotto contratto anche da subito. Ma l’opposizione del presidente Aurelio De Laurentiis è stata decisa: il difensore non si muoverà da Napoli anche a costo di perderlo, tra dodici mesi, senza incassare un solo euro”.