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Napoli scatenato, mani su Vrsaljko

I dettagli sul possibile affare

“Napoli scatenato, mani su Vrsaljko: De Laurentiis è pronto a chiudere e bruciare le rivali”, riferisce il Corriere dello Sport che lascia ben pochi dubbi al caso, quello del Napoli è un vero e proprio blitz per chiudere l’affare con il Sassuolo per il terzino destro croato Sime Vrsaljko: “in questo fine settimana sarà possibile riannodare il discorso, la finale di Champions League a Milano è un’occasione e comunque c’è la volontà del Napoli di fare in fretta, per evitare di ritrovarsi nel caos del mercato”.

Gragnano, Cimmino: puntiamo su #export prodotti tipici

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Paolo Cimmino: «Nessuna inchiesta per falso a mio carico, querelo chi diffama»

GRAGNANO –  «La mia politica è fatta di #serietà e #concretezza, soprattutto sulle tematiche legate allo sviluppo e al lavoro. Le nuove occasioni occupazionali che porterò a Gragnano, da sindaco, sono il frutto di progetti che hanno radici. Chi mi conosce, lo sa: non inseguo miraggi e promesse che muoiono dopo la campagna elettorale».

A dirlo è Paolo Cimmino, candidato sindaco di Gragnano sostenuto da sette liste civiche.

«Il turismo sarà uno dei perni della economia cittadina – aggiunge –. Un turismo di qualità aperto ai flussi nazionali e internazionali che possiamo intercettare mettendo a sistema le opportunità e le risorse donateci da madre Natura: le bellezze naturalistiche e paesaggistiche e quelle della nostra tradizione gastronomica».

«La Valle dei Mulini, in questa visione, ha un ruolo strategico: appena sarà restaurata, diventerà una delle attrazioni più importanti del comprensorio. Sarà la nostra #MacchinaDelTempo grazie alla quale faremo rivivere ai visitatori la Gragnano del Tredicesimo Secolo – prosegue Cimmino –. La manutenzione e l’accoglienza nel sito potrebbero essere affidate, tramite bando pubblico, a una #cooperativa di servizi composta da giovani».

«Ma la vera forza del nostro “brand” è il #food – sottolinea il candidato sindaco – che non è solo la consumazione in loco dei prodotti tipici ma è anche #internazionalizzazione delle nostre #EccellenzeAlimentari. La mia Amministrazione promuoverà la costituzione di un #Albo di esperti per la vendita nel resto d’Italia o all’estero delle tipicità di Gragnano. E non mi riferisco solo alla pasta, alla pizza o al panuozzo ma pure al vino, ai prodotti caseari, all’olio».

«È inconcepibile che, pur potendo utilizzare il marchio dell’olio dop della Penisola Sorrentina, la nostra città non possieda un frantoio funzionante che preservi e continui la tradizione – ammonisce Cimmino –. Dobbiamo offrire la possibilità agli imprenditori di scegliere Gragnano per i loro #investimenti, aprendo #NuoveFabbriche o ampliando quelle esistenti. E questo, grazie al Piano urbanistico comunale adottato dalla mia precedente Amministrazione, è possibile perché c’è finalmente, dopo trent’anni, uno strumento urbanistico che mette #ordine e stabilisce #RegoleCerte a tutela di tutti».

«Queste sono le cose che voglio fare per la mia, per la nostra Gragnano. Il fango nel ventilatore lo lascio agli altri, a quelli che sui social network si sono inventati una inesistente inchiesta per falso a mio carico che risalirebbe addirittura al 2014. Ho già firmato una querela per diffamazione nei confronti del titolare del blog che, per primo, ha deciso di inaugurare la nuova stagione di “calunniopoli” spalleggiato da chi non ha argomenti da proporre, ma solo gratuite volgarità. Il 9 maggio scorso, la Procura di Torre Annunziata mi ha rilasciato un certificato ex art. 335 da cui si evince, senza tema di smentite, che non esistono indagini a mio carico. Andiamo avanti, #IlFangoNonCiTocca».

Incubo scommesse, c’è anche Frosinone-Napoli 1-5!

I dettagli

La Repubblica parla di altre gare finite nel mirino degli inquirenti per il flusso anomalo di giocate avvenute. Nel mirino c’è anche Frosinone-Napoli 1-5. Da sottolineare che tutte le gare sospette rigurdano risultati del club ciociaro e che il Napoli non c’entra assolutamente nulla“Gli ultimi punti interrogativi arrivano in un dossier preparato dai bookmakers e che nei prossimi giorni verrà inviato alle autorità competenti. Un dossier nel quale si racchiudono «i movimenti anomali» della stagione. Si tratta, cioè, di flussi di scommesse strani su alcune partite in particolare, giocate effettuate sia sul risultato sia su eventi straordinari come espulsioni o rimonte clamorose. Le partite segnalate riguardano tutte il Frosinone «ma questo, a scanso di equivoci – tiene a precisare la fonte interpellata da Repubblica – non significa che la società o i calciatori abbiano responsabilità dirette. Non abbiamo alcuno strumento per valutarlo. Ma certo le puntate registrate sono state molto strane ». C’è il 2-4 di Frosinone-Milan del dicembre scorso, il 4-0 di Genoa Frosinone del 3 aprile dove le puntate sulle sconfitte con handicap e sugli over sono state molto importanti, «molto più di quello che era lecito aspettarsi rispetto agli algoritmi che noi stessi abbiamo sviluppato». Esistono poi altre tre partite, ancora più «particolari». Frosinone- Napoli 1-5 del 10 gennaio è «clamorosa per numeri di giocate, uno dei record assoluti della serie A di quest’anno». Verona- Frosinone ha avuto invece un esito definito «molto strano delle giocate live» con puntate fortissime negli ultimi minuti sulla vittoria della squadra ospite, con i laziali che proprio nel recupero riuscivano a segnare il gol del due a uno, guadagnare i tre punti e fare vincere decine di migliaia di euro a chi aveva scommesso live su di loro. Infine il caso di Napoli-Frosinone, sul quale la procura federale ha già aperto un fascicolo di inchiesta: i bookmakers hanno segnalato scommesse da decine di migliaia di euro sull’espulsione nei primi minuti a carico del Frosinone. E al 13° del 1° tempo, effettivamente, Mirko Gori, centrocampista della squadra retrocessa in B, calciava la palla a gioco fermo contro Insigne che era a terra dopo un fallo. Per l’arbitro Celi una reazione, e per questo ha estratto il rosso diretto”.

Pescara, il pres. Sebastiani: “Lapadula? Ho incontrato la Lazio”

Le sue parole

Il Presidente del Pescara Daniele Sebastiani ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Olympia: “Mi sono incontrato con Lotito e Tare poco tempo fa per parlare di Lapadula che è a tutti gli effetti un obiettivo della Lazio. L’interesse della società biancoceleste è vero, concreto, ma per concludere una trattativa c’è bisogno che l’interesse si trasformi in offerta reale… Dieci milioni la valutazione del nostro bomber capocannoniere della serie B? Si, ci siamo. La cifra è importante, me ne rendo conto, ma stiamo parlando di un attaccante altrettanto importante, che nella Lazio troverebbe il suo habitat naturale, il suo ambiente ideale, per spiccare definitivamente il volo. In giro vedo e sento prezzi per difensori che superano ogni logica di mercato, chi spende il proprio denaro per Lapadula lo fa con la certezza che si assicura “l’Higuain della serie B”. Ripeto, se la Lazio vuole, il giocatore può andare, basta non tirare la corda troppo per le lunghe perché altrimenti si può correre il rischio che il filo si spezzi… La concorrenza c’è ed è agguerrita, sia in Italia che all’estero. Il Pescara spera di giocare il prossimo anno in serie A, consapevoli che la nostra maglia numero 10 sarà indossata da un altro calciatore che speriamo vivamente sia all’altezza di chi l’ha appena preceduto…“

INCREDIBILE – Dalla Spagna: “Reina, l’agente l’ha offerto al Barcellona”

La notizia viene dal quotidiano spagnolo Sport

Pepe Reina offerto al Barcellona, Manuel Garcia Quilon, nel corso di una riunione al Camp Nou con i dirigenti del Barcellona, avrebbe offerto il suo assistito ai catalani. Il portiere ha con il Napoli un contratto fino al 30 giugno del 2018 e il Barça pare non interessato allo spagnolo visto che ha già in rosa Ter Stegen e Claudio Bravo.

Voragine di 200 metri sul Lungarno a Firenze

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Nessun ferito. La voragine, vicino Ponte Vecchio, causata dalla rottura di una conduttura dell’acqua. A secco quasi tutta la città, evacuati 2 palazzi

Firenze – Una voragine di circa 200 metri per sette di larghezza si e’ aperta intorno alle 6,30 sul lungarno Torrigiani, tra ponte Vecchio e ponte Le Grazie, a Firenze. Coinvolte una ventina di auto in sosta. Ai vigili del fuoco intervenuti non risultano al momento persone coinvolte.

Gli abitanti di due palazzi che si affacciano su lungarno Torrigiani sono stati invitati a lasciare gli appartamenti. Il provvedimento è a scopo precauzionale, al fine di effettuare controlli piu’ accurati da parte dei tecnici. Intanto in citta’ si registra una quasi totale mancanza d’acqua. A secco anche alcuni Comuni dell’hinterland fiorentino.

Il fronte della voragine, la cui profondità è ancora da stimare, ha interessato un lungo tratto del Lungarno utilizzato come area di sosta delle auto. Tra le prime ipotesi, quella che il cedimento sia stato provocato dalla rottura di una grossa conduttura sotterranea dell’acqua, che ha parzialmente riempito la voragine e sommerso alcune delle auto sprofondate, rendendo ancora piu’ difficile l’intervento dei vigili. Potrebbe avere influito anche l’azione di erosione delle acque del fiume.

“La voragine che si e’ aperta a Firenze e’ enorme. Ad una prima stima si puo’ calcolare uno spostamento di 3-4 mila metri cubi di materiale”. Lo afferma Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei geologi toscani. “I vigili del fuoco hanno confermato che l’incidente e’ stato provocato dalla perdita di un tubo acquedottistico, cosa non strana perche’ i nostri acquedetti sono colabrodi – osserva la geologa -. C’e’ da domandarsi, pero’, perche’ ci si sia accorti cosi’ tardi di questa perdita, che evidentemente era in atto da tanto tempo, perche’ tutto questo materiale non si sposta certo in un giorno, anche se poi il crollo avviene repentinamente. Per fortuna, il muro di argine dell’Arno ha retto molto bene, e inoltre il fiume non era in piena, altrimenti ci sarebbero stati altri problemi”. La geologa esclude in maniera netta che la catastrofe sia colpa dell’Arno “Se fosse così – afferma parlando all’Agi – ci sarebbe da preoccuparsi seriamente, ma i vigili del fuoco questa mattina lo hanno escluso subito”.

“All’origine della voragine di Firenze mi sembra di aver capito ci sia la rottura di un tubo dell’acqua. Un tubo dell’acquedotto lo puo’ fare ma non e’ che il crollo e’ contingente alla rottura, l’acqua deve aver lavorato a lungo per attaccare il substrato e far andare giu’ il manto stradale” aggiunge all’Agi il geologo Mario Tozzi commentando quanto accaduto a Firenze, dove stamattina si e aperta una voragine di circa 200 metri sul Lungarno, causando lo sprofondamento di auto e l’evacuazione di palazzi. Per il geologo, si tratta di casi comuni e “l’acqua ha avuto tempo per lavorare. Non c’entra niente il fiume a quanto ho capito, che oltretutto ha argini artificiali. Nel caso dell’acquedotto si puo’ individuare il problema, magari anche solo attraverso la portata d’acqua che potrebbe via via diminuire. Episodi simili capitano spesso, penso a Roma o Napoli dove sotto e’ cavo”. Secondo Tozzi, e’ comunque presto per fare ipotesi e avanzare ragioni, “potrebbe esserci anche una debolezza strutturale, debolezza del terreno, una pecca di costruzione della strada, fratture. Parliamo o di debolezza della costruzione umana o di quella dovuta alla conformazione del luogo, come succede a Roma o Napoli”.

vivicentro.it/centro/cronaca –  (AGI) /Voragine di 200 metri sul Lungarno a Firenze

Patrizio Mascolo: “Disciplinare la viabilità cittadina per favorire abitanti e commercio

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Patrizio Mascolo: Ho preso l’impegno, con la mia amministrazione una volta insediata, di riorganizzare il corpo della Polizia Municipale. Serve ed urge un controllo capillare delle strade cittadine per garantire una lotta concreta e senza quartiere alla piaga della sosta selvaggia”.

Con queste parole Patrizio Mascolo affronta il problema della viabilità a Gragnano.

“ Penso all’installazione di bande sonore, fioriere e dossi artificiali per tutelare i pedoni  e proteggere i percorsi a loro dedicati – ha proseguito Mascolo –ma allo stesso tempo cercherò di favorire la sosta gratuita per i primi 15 minuti per le veloci attività commerciali di carico e scarico e la regolamentazione degli orari degli stessi. E’ impensabile che furgoni e simili possano intralciare la già precaria circolazione in tutte le ore del giorno. Di questo me ne faccio carico io personalmente, contatterò la ditta dedicata alla gestione delle strisce blu, appena insediatomi”.

“In periferia provvederemo ad installare autovelox per arginare il fenomeno dei troppi incidenti stradali, spesso mortali, che mettono a repentaglio la vita di chi vive in quelle zone.”

“Per quel che concerne la questioni parcheggi – ha concluso il candidato a Sindaco –  ho intenzione di realizzare accordi con i privati cittadini destinatari di spazi a ridosso del centro ed in zona collinare, per permettere una più facile fruizione delle zone nevralgiche di Gragnano, facilitato da una nuova segnaletica stradale che evidenzi anche i percorsi di interesse culturale , paesaggistico ed enogastronomico.

Riforme, l’affondo di Bersani: “Stop Italicum, serve un doppio turno di collegio”

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L’ex segretario Pd, Bersani: “Renzi sbaglia, non si possono brandire questi temi con tanta leggerezza. Bisogna riflettere, non ha senso legare le sorti del governo alla Costituzione”

ROMA – Renzi si dichiari “disposto a riflettere” sulla legge elettorale, in particolare a sostituire l’Italicum con il doppio turno di collegio. E’ la richiesta – ora esplicita – che avanza Pierluigi Bersani per modificare l’Italicum intervistato da “Radio anch’io” su RadioRai1.

E aggiunge: “Sono preoccupato, se Matteo perde e si dimette, arriva un altro e si fa la sua Carta? Ma come stiamo ragionando?  “Non si possono brandire certi temi con una leggerezza così…”. Renzi “sbaglia” a mettere sul piatto tutta la sua carriera politica minacciando le dimissioni se vincono i ‘no’ al referendum di ottobre. “Basta riflettere su come facemmo noi italiani la Costituzione nel primissimo dopoguerra. Come la facemmo, legando le sorti di un governo alla Costituzione? Adesso, se Renzi perde e si dimette, arriva un altro: questo si fa la sua Costituzione? Sono molto preoccupato di questo andamento”.

Farà campagna elettorale per il ‘sì’? Alla domanda, che si riferisce anche alla chiara scelta di campo ribadita ieri dall’Anpi, “Io – replica Bersani – sto facendo campagna per elettorale le amministrative, credo di essere andato in giro più di Renzi… Mi sto occupando di questo”.

vivicentro.it/politica –  repubblica/Riforme, l’affondo di Bersani: “Stop Italicum, serve un doppio turno di collegio”

Libano, media spagnoli: caschi blu coinvolti nel traffico di alimenti. I più attivi sono di Ghana e Italia

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CASCHI BLU – Cibi destinati alle truppe Unifil, e quindi non commerciabili, sono stati localizzati sui banchi dei supermercati locali. Secondo El Pais, la frode è di circa 4 milioni di euro in cinque anni

Caschi blu dell’Unifil, il contingente Onu presente in Libano, sarebbero al centro di un traffico di prodotti alimentari: lo scrive con ampio rilievo El Pais online, secondo cui c’è una doppia inchiesta in corso: da parte del ministero dell’economia libanese e dell’Onu. Secondo il quotidiano spagnolo, alimenti destinati alle truppe, e quindi non commerciabili, sono stati trovati in vendita sui banchi di supermercati locali, a Beirut ma anche in altre località.

Contattati da El Pais, sia il portavoce dell’Unifil, Andrea Tenenti, sia il direttore generale del ministero libanese, Alia Abbas, hanno confermato che inchieste sono in corso, ma non hanno dato maggiori dettagli per ragioni di riservatezza.

Scrive El Pais: “Il Ghana (con 870 caschi blu) e l’Italia (con 1.206 soldati, e attualmente con la responsabilità del comando) sarebbero i due battaglioni più attivi nella rivendita illegale di alimenti tra i cinque segnalati”, secondo una delle ‘gole profonde’ del quotidiano.

“L’Unifil ha preso le misure appropriate, interne alla missione e in stretto coordinamento con il quartier generale dell’Onu”, ha scritto in una e-mail al quotidiano Tenenti, aggiungendo che non si può “fare speculazioni finché l’inchiesta non verrà conclusa”.

Un fonte del quotidiano spagnolo lavora per la Es-Ko, la ditta libanese socia del fornitore italiano di prodotti alimentari. La società, aggiunge El Pais, “tra il 2006 al 2015, ha ottenuto contratti multimilionari per l’acquisto e la distribuzione di alimenti per fornire le truppe dell’Unifil”. La frode viene stimata dal quotidiano di Madrid di circa 4 milioni di euro in cinque anni.

vivicentro.it/cronaca –  repubblica/Libano, media spagnoli: caschi blu coinvolti nel traffico di alimenti. I più attivi sono di Ghana e Italia

Cascos azules montaron en Líbano una red de tráfico de alimentos

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En la sede de la Fuerza Interina de la ONU para Líbano (Unifil) se lleva a cabo actualmente una investigación interna para aclarar el fraude en la reventa de raciones de comida que, destinadas al uso exclusivo de las tropas, han sido localizadas en las estanterías de supermercados libaneses. Alertado por consumidores locales, el Ministerio de Economía libanés también ha abierto una investigación para esclarecer cómo esos productos han llegado a los comercios públicos. Consultados por EL PAIS, tanto el portavoz de Unifil, Andrea Tenenti, como la directora general del Ministerio de Economía, Alia Abbas, confirman las investigaciones en curso sin proveer más detalles, y subrayan que el caso es confidencial. “Unifil ha tomado las medidas apropiadas, que son internas a la misión y ello en estrecha coordinación con el Cuartel General de la ONU”, declara mediante correo electrónico Tenenti.

Según los testimonios coincidentes de tres trabajadores internacionales y otros tres locales de Unifil a este diario, la fraudulenta red que ha originado la investigación involucra tanto a conductores y comerciantes libaneses como a cascos azules a cargo de la recepción de alimentos en al menos cinco de los 21 puntos de distribución con los que cuenta la misión para avituallar a unos 10.000 soldados. Los testimonios de R.D., trabajador de una empresa subcontratada que suministra víveres a las tropas y que después de que se abriera la investigación de la ONU fue despedido bajo la sospecha de estar implicado en la trama, y el de otro trabajador vinculado a la red, aseguran que el monto de los beneficios obtenidos con la reventa ilegal supera los cuatro millones de euros en los últimos cinco años.

Productos de Unifil en supermercados libaneses

“Hace décadas que la comida de Unifil se vende en los supermercados libaneses”, dice Munir G., vecino de Tiro, al sur del Líbano y a 20 kilómetros de Naqura, el cuartel general de las tropas de la ONU que vigilan el alto el fuego en la frontera con Israel. “No se molestan ni en quitarles las etiquetas”, añade. Cuatro meses atrás, un consumidor protestó por la oferta de paquetes de fideos con la etiqueta ‘No para la venta. Para el consumo interno de la ONU exclusivamente’, en el supermercado Charcuteríe Aun, en la periferia de Beirut. Meses antes, paquetes de gambas congeladas portando la misma etiqueta se vendieron en el supermercado Al Janoub, en Tiro. “Pusimos una queja ante el departamento de protección del consumidor del Ministerio de Economía” dice Sandy Isa, quien denuncia a través de la página web Al Taharri los casos de fraude en Líbano. “Los productos fueron retirados inmediatamente pero no nos han dado más información hasta ahora”, añade.

Imagen que muestra paquetes de fideos destinados al consumo exclusivo de Unifil tomadas por un consumidor libanés en el supermercado Charcuterie Aoun, en las afueras de Beirut y facilitadas por AlTaharri.com
Imagen que muestra paquetes de fideos destinados al consumo exclusivo de Unifil tomadas por un consumidor libanés en el supermercado Charcuterie Aoun, en las afueras de Beirut y facilitadas por AlTaharri.com

“Abrimos una investigación”, confirma desde su oficina en Beirut Tarek Younes, director de la unidad Antifraude y Protección del Consumidor del Ministerio de Economía libanés. Younes asegura que el caso fue remitido a la directora general del Ministerio de Economía, Alia Abbas, quien reitera a EL PAIS que los detalles son confidenciales. Un trabajador del Ministerio de Economía, que prefiere no dar su nombre por miedo a perder su puesto de trabajo, asegura que tres personas de la Unidad de Seguridad de Unifil —departamento a cargo de las investigaciones internas— visitaron en dos ocasiones a Abbas en los últimos cuatro meses. “Querían saber qué informaciones y pruebas había”, asegura.

Una trama fraudulenta y sistémica

Desde 2006 hasta 2015, la empresa italiana Es-Ko ha logrado contratos multimillonarias por los cuales se hace cargo de la compra y distribución de alimentos para aprovisionar a las tropas de Unifil. En 2012, obtuvo una licitación por valor de 132 millones de euros para suministrar alimentos y agua a cinco misiones de la ONU en el extranjero. Para operar en Líbano, Es-Ko subcontrató a una empresa local para que gestionara el personal. La empresa italiana es responsable del transporte de alimentos desde el almacén central, situado en la localidad de Kasmiyeh y dentro de la zona de operaciones, hasta los 21 puntos de distribución donde operan los diferentes batallones. Desde 2007 hasta 2015, R.D., asalariado de la subcontrata libanesa, fue una de las cuatro personas a cargo de supervisar la distribución bajo órdenes de Es-Ko. Su superior ha sido transferido tras finalizar su contrato en Líbano. Los dos subordinados encargados del equipo de conductores han abandonado el país tras ser también despedidos y acusados por la empresa de participar en la trama.

En 2010, R.D. informó tanto a la subcontrata libanesa como a Es-Ko de las irregularidades que observó. “Me dijeron que necesitaban pruebas así que decidí hacer creer a mis compañeros que iba a participar en el fraude”, explica insistiendo en que nunca participó de los beneficios, a pesar de haber sido acusado de ello por la empresa. R.D. asegura que esta red fraudulenta estuvo activa desde 2010 hasta 2015. Los testimonios de seis trabajadores internacionales y locales de Unifil, civiles y militares, confirman las informaciones provistas por R.D., que inculpan a soldados internacionales a cargo de la recepción de comida en cinco puntos de distribución bajo el mando de los batallones de Italia, Ghana, Nepal, Malasia e Indonesia.

Lejos de tratarse de un caso aislado, los testimonios de los seis trabajadores, con amplia experiencia en la misión, indican que se trata de un sistema enraizado. Los soldados a cargo de la recepción de alimentos en cada punto de distribución son relevados cada cuatro o seis meses. Una rotación que implicaría a un mínimo de 50 cascos azules en dicho cargo entre los años 2010 y 2015. Informes confidenciales de la ONU filtrados por Wikileaks denuncian casos de fraude en años anteriores en la misión. “La investigación valora en 1,5 millones de dólares [1,35 millones de euros] las pérdidas estimadas”, se lee en un informe interno de 2007 relativo a la reventa ilegal de suministros para las tropas a comerciantes locales libaneses. Un patrón de fraude que ya fue detectado en 2006, según el mismo informe, y posteriormente, según laauditoría realizada en 2009.

En un café de Beirut, R.D. detalla como funciona el sistema fraudulento. Las órdenes de compra de cada batallón se reciben en el almacén central donde opera Es-Ko junto a un oficial de Unifil. Las raciones de comida son distribuidas semanalmente por los conductores subcontratados a bordo de siete camiones con capacidad total para 80 toneladas. Los productos se distinguen entre congelados (mayoritariamente importados), comida seca, y frutas y vegetales (comprados en Líbano). Las puertas de los camiones son selladas a la salida del almacén con un cierre metálico, cuyo código se refleja en una nota de entrega. Las notas de entrega, donde se detallan las cantidades y los productos cargados en los camiones, han de ser firmadas por el soldado responsable de la recepción de alimentos en cada base, tras cotejar la carga y el código del sello metálico. Dos trabajadores del almacén confirman que estas notas de entrega fueron firmadas y, por lo tanto, autorizadas por los soldados de Unifil a cargo de los puntos de recepción en las bases militares durante esos años.

“Antes de salir del almacén, los conductores envían las notas de entrega por whatsappa los cascos azules a cargo de los puntos de distribución, quienes cotejan esta nota con los stocks disponibles en las bases. Después de ver los excedentes que tienen en el almacén, le comunican al conductor los productos y cantidades que habrán de permanecer en los camiones una vez finalicen la descarga”, relata R.D. Tras abandonar la base militar, los conductores revenden el remanente de comida a compradores locales con los que han pactado previamente el precio.

Un fraude de cuatro millones de euros en cinco años

“Estamos hablando de un mínimo de 13.000 euros mensuales por punto de distribución”, calcula R.D. Estas cifras atañen a tan sólo cinco de los 21 puntos que nutren a las tropas y alcanzan los 4 millones de euros en el último lustro. Lo que supone un 5,7 % del presupuesto anual de 14 millones de euros destinados a alimentar a los uniformados de Unifil. Un trabajador libanés implicado en la trama, que prefiere mantener el anonimato, confirma la cifra y asegura que las ganancias son repartidas entre los soldados internacionales y los conductores libaneses partícipantes. “No es fraude, sino un negocio con una comida que, de todas formas, sobra y cuyos ingresos pueden doblar, o triplicar, el sueldo mensual de 870 euros que cobran los conductores”, dice. En cuanto al beneficio extraído por los comerciantes libaneses, éstos obtienen un producto de alta calidad y exento de tasas a un precio que puede ser un 50% por debajo de su valor real según describe un informe confidencial de la ONU filtrado por Wikileaks, en relación al mismo patrón fraudulento en la misión de Liberia.

Paquetes de productos destinados al consumo de Unifil tomadas por un consumidor libanés en el supermercado Charcuterie Aoun y facilitadas por AlTaharri.com.
Paquetes de productos destinados al consumo de Unifil tomadas por un consumidor libanés en el supermercado Charcuterie Aoun y facilitadas por AlTaharri.com.
 Tras identificar stocks descompuestos por falta de consumo, diversas auditorias de la ONU señalan que hay excedente de alimentos destinados a las tropas. Ese recurrente exceso de stocks ha permitido el desarrollo de una red fraudulenta y lucrativa para un puñado reducido de soldados internacionales y trabajadores locales en la cadena de distribución. Ghana (con 870 cascos azules) e Italia (con 1.206 soldados y actualmente al mando del destacamento) son los dos batallones más activos en la reventa ilegal de comida, entre los cinco señalados tanto R.D como por otros seis trabajadores internacionales y locales de Unifil.

Frente a las acusaciones vertidas, este diario intentó contactar con los responsables de los cinco batallones mencionados así como con los departamentos de Raciones de Alimentos y de Seguridad Interna de Unifil siendo sistemáticamente remitidos para toda declaración oficial al portavoz de la misión en Líbano, Andrea Tenenti, quien declina entrar en detalles sobre la fraudulenta red, alegando vía correo electrónico que no se puede “especular hasta que la investigación no esté concluida”.

“En una ocasión y pocos días después de un reparto, los soldados ghaneses se quejaron de que pasaban hambre porque sus frigoríficos estaban vacíos”, asegura R.D. “Se abrió una investigación interna en el batallón ghanés tras la reventa de paquetes de noodles a comerciantes locales”, cuenta uno de los trabajadores de Unifil. “Resultó que los soldados malayos revendieron el excedente de fideos a través de la mediación de los cascos azules ghaneses, que disponen de un amplio circuito de clientes locales”, añade este extrabajador.

Consultada por correo electrónico el 24 de marzo de 2016, la directora de la División Interna de la Oficina de Servicios de Supervisión Interna de Naciones Unidas (OIOS), Eleanor Burns, remite a este diario a las las auditorías anuales que asegura son de acceso público desde 2013 a través de la página web oficial. Sin embargo, no están disponibles. Según informaciones provistas por tres trabajadores internacionales y locales de Unifil, la auditoría interna inicialmente prevista para el próximo mes de setiembre en Líbano ha sido adelantada de seis meses. Lleva cinco semanas en marcha y está siendo “inusualmente exhaustiva respecto a años anteriores”. Los repetidos casos de fraude señalados en los informes internos o confidenciales filtrados por Wikileaks repiten la necesidad de instaurar medidas de control que prevengan el fraude, como el uso de medidores eléctricos para el consumo de combustible o inventarios de stock para los alimentos.

Generalmente, los productos más atractivos para los vendedores locales son los congelados, por su alto precio, y las gambas, por su alta demanda. Este producto dio pie hace un año a la investigación interna de la ONU, actualmente en curso, al ser localizado en varios supermercados libaneses con la citada etiqueta que prohíbe su comercialización. “En 2015, conforme subieron los precios en el mercado local aumentó la demanda de gambas, y sobre todo en los batallones de Italia y Ghana”, asegura un antiguo trabajador libanés del almacén central. El presupuesto destinado al consumo de gambas para los cascos azules supera el medio millón de euros anuales.

En la mañana del 9 de abril de 2015, R. D., junto con otros dos responsables de la cadena de supervisión de la distribución, fueron despedidos cuando tanto Es-Ko como la subcontrata local tomaron finalmente medidas contra la fraudulenta red denunciada cinco años atrás. R.D asegura que ningún empleado de la ONU le ha contactado en relación a la investigación en curso. Hasta ahora, no ha trascendido que ningún soldado haya sido sancionado. Sin embargo, la empresa italiana y los conductores supuestamente implicados continúan trabajando hoy en la distribución de alimentos en calidad de asociados de la empresa kuwaití KGL, a cargo de suministrar alimentos a Unifil desde 2014.

UNIFIL CUMPLE 38 AÑOS EN LÍBANO

N. S./ BEIRUT

El pasado mes de marzo, se cumplieron 38 años desde que las tropas de Unifil fueron desplegadas en el sur del Líbano. Bajo el río Litani, que delimita la zona de operación de los cascos azules, 10.500 soldados y 1.000 civiles de 40 nacionalidades velan hoy por mantener la paz en la frontera líbano-israelí, feudo del partido-milicia libanés Hezbolá.

Unifil ha contribuido a reducir la violencia en una frontera que ha protagonizado 15 años de guerra civil, 18 bajo ocupación israelí y cuyo último conflicto se remonta a 2006, cuando los enfrentamientos entre el Ejército israelí y Hezbolá dejaron 1.191 muertos, la gran mayoría de ellos civiles libaneses. La interposición de los cascos azules, aunque no ha logrado evitar el tránsito de armas de fuego ligeras, sí ha logrado reducir el de armamento pesado. Desde el inicio de la misión en 1978, han muerto en servicio 309 soldados, 12 de ellos españoles. El cabo Francisco Javier Soria Toledo ha sido la última víctima mortal bajo artillería israelí, en enero de 2015.

Su presencia sirve como fuerza disuasoria en el plano militar, de intermediación en el político y como motor económico. Cuenta con un presupuesto de unos 500 millones de euros anuales, ofertando licitaciones multimillonarias. España, que participa en la misión desde 2006 y contribuye hoy con 612 soldados, es uno de los candidatos para relevar este verano a Italia al mando del destacamento.

vivicentro.it/cronaca –  elpais/Cascos azules montaron en Líbano una red de tráfico de alimentos NATALIA SANCHA

VIDEO ViViCentro – Ulivieri: “Sarri, ottimo lavoro. Italia? Tutti possiamo essere Ct”

Queste le sue dichiarazioni

Al Football Leader 2016, che anche in questa occasione si svolge ad Amalfi, abbiamo raggiunto Renzo Ulivieri e con lui abbiamo parlato di tanti argomenti, passando dal Napoli a Sarri e alla Nazionale azzurra pronta a tuffarsi in Euro 2016. Queste le sue dichiarazioni.

dai nostri inviati ad Amalfi, Ciro Novellino e Mario Vollono

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Single, arriva la proposta di legge per adottare un bimbo

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La proposta sarà presenta oggi a Montecitorio la parlamentare di Forza Italia Laura Ravetto. Attualmente in Italia la legge 184 del 1983 già prevede le adozioni per i single ma solo in casi particolarissimi. La deputata chiede consensi a Forza Italia ma anche a tutto il resto del parlamento. Nel resto del mondo è già legge

E’ ora di pensare anche alle mamme single. Ne è convinta la parlamentare di Forza Italia Laura Ravetto che questa mattina presenta a Montecitorio, insieme alla sua compagna di partito, Gabiella Giammanco, la sua proposta di legge per rendere possibili le adozioni a chi non è in coppia.  “Non colgo perché una coppia di due donne o due uomini potrebbe occuparsi al meglio un bambino mentre un single non dovrebbe essere in grado – ha dichiarato più volte – siamo rimasti uno dei pochi paesi in Europa che non si è posto il problema dell’adozione per chi è solo”.

Oggi in Italia la legge 184 del 1983 già prevede le adozioni per i single ma solo in casi particolarissimi (adozioni speciali), grazie all’articolo 44. Nel dettaglio: Le adozioni speciali riguardano il caso in cui tra la persona coniugata e il minore orfano di madre o padre si è instaurato un rapporto “stabile e duraturo” preesistente alla morte dei genitori. O ancora nei casi di un minore orfano di padre o madre in condizioni di “disabilità”. E infine nel caso di adozione di un minore per la cui particolare situazione sia stata constatata l’impossibilità di un affidamento preadottivo.

E infatti c’è, da parte della Ravetto, anche una seconda proposta: “In questa si modifica l’articolo 44 dove prevede che un bimbo possa essere adottato da un single solo se orfano”. Oggi la Ravetto cerca consensi ovunque: “Per una proposta come questa cerco approvazioni dentro tutto il parlamento non solo all’interno di Forza Italia”.

Cosa ne pensa la Corte Costituzionale? Con sentenza del 14 febbraio 2011: “Il legislatore ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell’adozione legittimante”. Un’apertura ma con le dovute cautele, dunque.

Quali sono i paesi che già prevedono l’adozione per i single? In Gran Bretagna possono adottare un bimbo i single o le coppie con più di 21 anni di età. In Francia possono adottare sia un single sia una coppia sposata da 2 anni. In Spagna possono adottare i single con più di 25 anni di età. In Germania è consentito adottare un bimbo individualmente. Anche negli Stati Uniti e perfino in Cina l’adozione per i single è prevista con gli stessi requisiti in cui è prevista quella per le coppie.

vivicentro.it/politica –  repubblica/Single, arriva la proposta di legge per adottare un bimbo

VIDEO ViViCentro – Pisacreta: “Gli arbitri sono disposti a parlare. Moviola? Siamo pronti”

Queste le sue dichiarazioni

Al Football Leader 2016, che anche in questa occasione si svolge ad Amalfi, abbiamo raggiunto il vice presidente dell’Aia, Narciso Pisacreta. Con lui abbiamo parlato del rapporto con gli arbitri da parte dei calciatori e degli allenatori a margine del convegno che si è tenuto con tanti ospiti e che ha dato il via all’evento. Queste le sue dichiarazioni.

dai nostri inviati ad Amalfi, Ciro Novellino e Mario Vollono

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Francia: nuovo blitz polizia sblocca raffineria, intaccate riserve strategiche

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Circa venti blindati di agenti della polizia in assetto antisommossa sono stati mobilitati per l’operazione, la terza da ieri. Il presidente dell’Unione industrie petrolifere: “Situazione tesa”

PARIGI – Nuovo assalto della polizia, oggi all’alba, a un deposito strategico di carburante bloccato dai sindacalisti della Cgt, a Douchy-les-Mines, nel nord. Il sito era bloccato da giovedì per protesta contro il Jobs Act, la legge di riforma del lavoro, voluta dal governo del presidente Francois Hollande. E, mentre la ministra dell’Istruzione francese, Najat Vallaud- Belkacem, accusa la Cgt di essere responsabili degli ultimi incidenti nelle proteste contro la riforma del lavoro (“Gli organizzatori non hanno scuse davanti a queste violenze“, ha detto), la situazione resta molto tesa. Ieri scontri, sempre legati alla riforma del lavoro, si sono verificati anche a Bruxelles.

Riserve in uso. La penuria di carburante, dopo Nantes, Rennes e Le Havre, si avverte anche a Parigi. Con un quinto dei distributori di benzina a secco in tutta la Francia, file chilometriche negli altri e il rischio che il blocco delle raffinerie e dei depositi prosegua, il governo ha autorizzato i petrolieri francesi dell’Ufip a usare le riserve strategiche del Paese in grado di garantire rifornimenti per 4 mesi. Francis Duseux, presidente dell’Unione industrie petrolifere, ha ammesso che da due giorni sono intaccati gli stock di riserva.

La portavoce dell’UFIP, Catherine Enck, ha detto che “una piccola quantità della scorta è stata prelevata. È stato autorizzato dal governo, unico a poterlo decidere”.

Emergenza carburante. In Francia è emergenza carburante da quando il sindacato di sinistra ha indetto uno sciopero che ha paralizzato 6 raffinerie su 8, per ottenere la revoca della nuova legge sul lavoro, approvata dal governo senza il voto del Parlamento ricorrendo all’articolo 49 comma 3 della Costituzione francese che consente in casi straordinari di ‘bypassare’ deputati e senatori. Il governo non intende fare marcia indietro e la situazione rischia di precipitare. Lavoratori di altri importanti settori, oggi le ferrovie, hanno aderito agli scioperi contro la legge El Khomri (dal nome del ministro del Lavoro).

Blitz rapido. L’intervento a Douchy, sito strategico vicino a Valenciennes (Nord) bloccato da circa 80 militanti del sindacato CGT, è cominciato alle 5. Una ventina di blindati di agenti di polizia in assetto antisommossa sono stati mobilitati per l’operazione, la terza del genere da ieri. L’azione è stata veloce, sono stati utilizzati gli idranti e i sindacalisti non hanno fatto troppa resistenza.

Bloccati ponti… Quasi contemporaneamente, gruppi di sindacalisti hanno bloccato il Ponte di Normandia, che collega Le Havre – porto dove i blocchi si moltiplicano da giorni – a Honfleur. Camion e automobili vengono fermati, passare da una riva all’altra della Senna è questa mattina impossibile.

…e porti.Inoltre, il personale di due fra i principali porti francesi, quello di Marsiglia e quello di Havre, si prepara oggi a unirsi al movimento di protesta. Se questi terminali dovessero essere bloccati (dove arriva circa il 40% delle importazioni di greggio francesi) “nel giro di cinque o sei giorni non ci sarà piu carburante negli aeroporti parigini”, ha messo in guardia il sindaco di Havre, Edouard Philippe.

Aerei, metro e treni a rischio. Sul fronte dei trasporti aerei, il 15% dei voli dovrebbe essere annullato domani dall’aeroporto di Orly, dove i sindacati dell’aviazione civile minacciano di incrociare le braccia dal 3 al 5 giugno. E potrebbero scendere in sciopero anche gli autisti della metro e i macchinisti delle ferrovie. Uno scenario tanto più preoccupante alla vigilia degli Europei di calcio, a partire dal 10 giugno.

Sciopero a centrali nucleari. Intanto, il sindacato si prepara a scioperare alla centrale nucleare di Nogent-sur-Seine, in un’ulteriore escalation delle proteste. I lavoratori iscritti alla Cgt dell’impianto a sudest di Parigi hanno votato ieri a favore dello sciopero di 24 ore con inizio oggi alle 21. I dipendenti di altre centrali nucleari si incontreranno oggi per decidere se protestare allo stesso modo, ha dichiarato Laurent Langlard, portavoce del sindacato. Stamane il segretario di Stato Jean-Marie Le Guen ha dichiarato alla radio Rtl: “Una piccola minoranza sta tentando di radicalizzare le cose”, ma “sbloccheremo la situazione” perché “un sindacato non può governare il Paese”. Philippe Martinez, leader del potente sindacato Cgt, tra i più oltranzisti del Paese, ha dichiarato alla stessa radio: “Andremo avanti”.

Tensione altissima… Ai microfoni di RMC, Duseux ha parlato di “situazione tesa” alla quale “contribuiscono anche i consumatori”. I quali, presi dal panico di restare a secco, hanno aumentato i consumi medi di tre-cinque volte. “Non eravamo preparati, la domanda è tale che non riusciamo a soddisfarla. Da due giorni, visti i problemi alle raffinerie, abbiamo cominciato ad intaccare gli stock di riserva”.

…ma niente passi indietro. Il presidente Francois Hollande ieri ha definito inaccettabili le proteste volute da una “minoranza”, mentre il premier Manuel Valls ha escluso il ritiro delle riforma del lavoro e ha anticipato il ricorso alla forza per sgomberare le raffinerie occupate.

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Alle radici della crisi di Unicredit

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Dopo settimane di voci e di smentite Federico Ghizzoni lascerà l’ Unicredit di cui è amministratore delegato. Lo ha deciso, come è giusto che sia, il consiglio d’amministrazione della banca.

Lo ha deciso in quelle stanze dove i soci sono rappresentati in modo chiaro e i consiglieri rispondono delle loro scelte davanti al mercato e alla legge. Ma nelle ultime settimane, mentre il gruppo, i suoi dipendenti, i suoi piccoli azionisti e i suoi clienti venivano lasciati in balia di troppe voci, in altre stanze si è discusso e deciso a lungo – con modalità e obiettivi non pubblici – delle sorti di Unicredit e dei suoi vertici.

Bisogna allora interrogarsi su quanto è accaduto e su chi sono i veri protagonisti della vicenda. Il management, in testa Ghizzoni, ha senza dubbio responsabilità: la disaffezione della Borsa per il titolo (circa il 40% in meno da inizio anno) dipende anche da mosse improvvide come quella che ha spinto la banca a muoversi per garantire il fallimentare aumento di capitale della Popolare di Vicenza o dai ritardi di esecuzione in operazioni già annunciate, come quella sul risparmio gestito di Pioneer con gli spagnoli del Santander.

Ma Ghizzoni, paradossalmente, paga anche la sua scarsa tenuta verso soci troppo ingombranti. In queste settimane, al tavolo delle consultazioni informali per l’uscita dell’ad, si è visto ad esempio Fabrizio Palenzona, da un trentennio in moto perpetuo tra la politica piemontese, la Fondazione Crt e la stessa Unicredit di cui è vicepresidente dal 1999. Accanto a lui anche Paolo Biasi, che oggi come unico titolo ha quello di essere ex presidente della Fondazione Cariverona, retta per la bellezza di 22 anni prima di essere costretto a lasciare nel febbraio scorso. Sono due dei protagonisti degli ultimi lustri della storia di Unicredit: tra quelli che hanno prima assecondato Alessandro Profumo nel suo disegno di crescita per poi metterlo fuori; gli stessi che hanno scelto Ghizzoni; gli stessi che hanno approvato piani industriali evidentemente non appropriati e sostenuto manager che non funzionano più. Ma i manager passano e se sbagliano pagano – in effetti vengono pure pagati, vista l’entità di certe buonuscite – mentre gli uomini delle fondazioni rimangono. Anche a dispetto dei risultati raggiunti. Dal 2010 al 2015 il patrimonio della Fondazione Crt è sceso da 2,8 a 2,1 miliardi; quello della Cariverona da 4,3 a 2,2 miliardi, anche per gli aumenti di capitale della banca che hanno dovuto sottoscrivere. Chi paga il conto per questi risultati?

Era il 1990, più di un quarto di secolo fa, quando la legge che porta il nome di Giuliano Amato scosse la «foresta pietrificata» del credito e inventò le fondazioni da mettere tra il potere politico e il mestiere della banca. Troppo spesso, però, non sono state intercapedine tra questi due ambienti, ma agile snodo. Dal 1990 si è consumata un’intera era politica e una nuova generazione ha preso il potere. Il Paese si avvia addirittura a cambiare la sua legge costituzionale. Ma il sistema di potere dove la politica e il credito si abbracciano inestricabilmente, quello no; non cambia mai.

L’avvocato Giuseppe Guzzetti, alla guida delle fondazioni bancarie riunite nell’Acri dal 2000 e che nel 2017 compirà un ventennio da numero uno della Cariplo, già consigliere regionale lombardo nel 1970, quando chi scrive frequentava la prima elementare, difende con vigore e passione ammirevoli le virtù delle fondazioni; si tratta di azionisti di lungo corso – dice – che danno stabilità al sistema. Nei casi più virtuosi è vero: la stabilità in anni di grandi sommovimenti può essere un valore nel breve periodo; anche se nel più lungo rischia di far rima con immobilità e di ritardare solo cambiamenti che comunque dovranno verificarsi. Anche Guzzetti e l’Acri dovrebbero però chiedersi se è utile e opportuno che le stesse facce, gli stessi nomi, gli stessi interessi consolidati, restino stretti e avvinghiati alla base del potere bancario. Se la foresta del credito oggi in Italia è malata è per una varietà di motivi, non ultimo quello di una recessione che ha portato indietro il Paese di dieci anni e di un sistema che sulle banche ha sempre contato troppo. Ma per curare gli alberi alle volte non serve solo sfrondarli o tagliare qualche «ramo secco», per usare una espressione che non casualmente accomuna botanica e finanza. Talvolta bisogna intervenire sulle radici: anche quelle più sotterranee.

vivicentro.it/editoriale –  lastampa/Alle radici della crisi di Unicredit FRANCESCO MANACORDA

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VIDEO ViViCentro – Orsato: “La tripla sanzione sul portiere sarà una delle novità”

Queste le sue dichiarazioni

Al Football Leader 2016, che anche in questa occasione si svolge ad Amalfi, abbiamo raggiunto l’arbitro Daniele Orsato. Con lui abbiamo parlato del rapporto con gli arbitri da parte dei calciatori e degli allenatori a margine del convegno che si è tenuto con tanti ospiti e che ha dato il via all’evento. Queste le sue dichiarazioni.

dai nostri inviati ad Amalfi, Ciro Novellino e Mario Vollono

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Il cammino di Santiago

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Santiago Fretes ha dieci anni e per una rara malformazione genetica è nato con una gamba sola. Eppure vive da sempre come se ne avesse tre, mettendo nel conto anche le stampelle. Con quelle si arrampica, scia, pratica le arti marziali. E naturalmente, come tutti i bambini argentini, gioca a pallone. Il suo idolo è Diego Alberto Milito, El Principe, sommo centravanti del Genoa e dell’Inter di Mourinho, tornato al Racing di Avellaneda per chiudere la carriera dove l’aveva cominciata.

Sabato scorso Milito ha disputato la sua partita d’addio e Santiago ha voluto esserci. Ma gli piace talmente tanto giocare che prima dell’inizio è sceso dagli spalti con un amichetto per tirare quattro calci nello spiazzo antistante il prato. Quando Milito è entrato in campo, la barriera di protezione impediva ai ragazzini di vederlo. Santiago si è sempre infischiato della sua debolezza, al punto di averla trasformata nel tempo in punto di forza. Così ha preso una stampella e ne ha fatto un trampolino. Poi ha pensato che il suo amico, avendo solo due gambe, era meno avvantaggiato di lui che ne ha tre. E gliene ha prestata una.

vivicentro.it/opinione  –  lastampa/Il cammino di Santiago MASSIMO GRAMELLINI

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ESCLUSIVA – Balzaretti: “L’arbitro va aiutato, ben venga la tecnologia!”

Queste le sue dichiarazioni in esclusiva

Al Football Leader 2016 che anche in questa occasione si svolge ad Amalfi, abbiamo raggiunto l’ex calciatore, oggi dirigente della Roma, Federico Balzaretti. Con lui abbiamo parlato, in esclusiva, del rapporto con gli arbitri e di alcune regole che potrebbero cambiare o dovrebbero essere cambiate. Queste le sue dichiarazioni.

dai nostri inviati ad Amalfi, Ciro Novellino e Mario Vollono

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VIDEO ViViCentro – Castori: “Carpi? Un vero peccato e su Mbakogu e De Guzman…”

Queste le sue dichiarazioni in esclusiva

Al Football Leader 2016 che anche in questa occasione si svolge ad Amalfi, abbiamo raggiunto il tecnico del Carpi Fabrizio Castori. Con lui abbiamo parlato dello sfortunato ultimo periodo del Carpi e di due calciatori in particolare: de Guzman e Mbakogu. Queste le sue dichiarazioni.

dai nostri inviati ad Amalfi, Ciro Novellino e Mario Vollono

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Ascolta l’oroscopo del giorno di Paolo Fox: mercoledì 25 maggio

L’ oroscopo giorno per giorno

Ogni giorno Paolo Fox racconta, con il suo oroscopo in TV (Fatti vostri) e su Lattemiele, cosa le stelle hanno in serbo per noi, come andrà il lavoro, la salute, l’amore…

Questo il suo oroscopo per oggi, tratto da Lattemiele:

ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI

 

vivicentro.it/l’esperto  /lattemielecalabria/Ascolta l’oroscopo del giorno di Paolo Fox

CHI E’ PAOLO FOX:

Paolo Fox (Roma, 5 febbraio 1961) è un astrologo, pubblicista e personaggio televisivo italiano.

Biografia
Fin dagli anni novanta si occupa di astrologia nei mass media, proponendo il suo oroscopo nelle trasmissioni televisive della RAI e anche in radio, su LatteMiele e Radio Deejay; le sue prime apparizioni televisive sono state nelle trasmissioni di Rai 1 Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

E’ iniziato a diventare noto al grande pubblico a partire dal 1997 quando ha iniziato la collaborazione con il network Lattemiele dove conduce uno spazio dedicato all’oroscopo giornaliero alle ore 7.40 e 19.40.

Il lunedì mattina il mago dell’oroscopo è presente anche su Radio Deejay. Per quanto riguarda il mondo della televisione, è apparso per le prime volte nei programmi televisivi Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

Ha partecipato come ospite a tantissimi altri programmi tv: Festa di classe, Speciali di fine anno, Tutto Benessere, Furore, Uno Mattina, Speciale Grande Fratello, Piazza Grande, Aspettando cominciamo bene e tanti altri. Dal 2002 è una delle colonne portanti del programma tv di Raidue, I Fatti Vostri, dove legge il suo oroscopo. Negli ultimi anni risulta essere uno dei personaggi maschili più cliccati dell’anno sul web!

Annualmente cura per la RAI la serata dedicata alle previsioni astrologiche per il nuovo anno, trasmessa a fine dicembre.

È attivo anche sulla carta stampata, curando l’oroscopo per diversi settimanali

Nel 2014 ha interpretato sé stesso nel film di Natale Ma tu di che segno 6?.

Per quanto riguarda la sua vita privata non si sa praticamente nulla. E’ sposato? E’ fidanzato? Dove va in vacanza? Lui non ha mai rilasciato dichiarazioni o commenti sulla sua vita sentimentale anche perché grazie agli astri vuole indovinare quella del suo numeroso pubblico che non l’abbandona mai!