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Sassuolo, Carnevali frena sull’Atletico: “Trattiamo con il Napoli”

Lo riferisce la Gazzetta di Modena

L’unica notizia ufficiale riguardante Sime Vrsaljko è quella della sua convocazione per gli Europei con la nazionale della Croazia. Tutto il resto che riguarda il suo futuro, al momento, sono chiacchiere. Il Napoli sta trattando con il Sassuolo, ha offerto 12 milioni più 3 di bonus e il prestito di Zapata anche se l’attaccante colombiano che tanto piace a Di Francesco (e alla Fiorentina) ha un accordo biennale con l’Udinese e per Giuntoli non sarà semplice riprenderselo. Negli ultimi giorni l’Atletico Madrid ha scavalcato i partenopei nelle preferenze di Vrsaljko grazie a un super ingaggio (2 milioni di euro a stagione), stipendio decisamente superiore a quello offertogli dal Napoli. Giuseppe Riso, agente del croato, ha fatto capire che il giocatore caldeggia l’ipotesi Atletico Madrid, allettato dall’ingaggio e dal blasone del club spagnolo, reduce da due finali di Champions League raggiunte negli ultimi tre anni e dal titolo della Liga conquistato la scorsa stagione. Tutto fatto? Parrebbe di no. Il problema, per Vrsaljko e il suo entourage, è che c’è da trovare l’intesa con il Sassuolo, essendo il croato sotto contratto. Sull’argomento l’uomo mercato neroverde Giovanni Carnevali è chiaro: «Noi con l’Atletico Madrid non abbiamo mai parlato direttamente, confermo invece che è in corso una trattativa con il Napoli. Vedremo cosa succederà, noi comunque non siamo costretti a vendere nessuno, tantomeno Vrsaljko. Che se ne andrà solo alla giuste condizioni, per lui ma anche per il Sassuolo; in caso contrario rimarrà con noi»

Un gol di Improta in Milan-Napoli 2-2 del 1971

I dettagli

Il giorno 2 giugno il Napoli ha giocato sette partite, cinque in serie A, una in serie B ed una in coppa Italia, ottenendo due vittorie e quattro pareggi, con una sconfitta.

Ricordiamo il 2-2 con il Milan nel girone finale della coppa Italia-1970/71

Questa è la formazione schierata da Giuseppe Chiappella:

Zoff, Monticolo, Pogliana, Vianello, Panzanato, Ripari, Altafini, Juliano, Bianchi, Ghio, Improta

I gol: 21′ Improta (rig), 25′ Paina, 45′ Bianchi, 88′ Prati

Il Napoli concluse quel girone finale al quarto posto. La coppa fu vinta dal Torino. Il rigore che aprì le marcature contro il Milan fu di Gianni Importa che vanta 22 gol nelle sue 179 presenze in maglia azzurra.

sscnapoli.it

Corriere di Bologna: “Il Bologna vuole Gabbiadini, si profila uno scambio allettante”

Non è certo facile essere l’ alternativa di un fuoriclasse come Gonzalo Higuain, ecco perché Manolo Gabbiadini ha fatto saper tramite il suo entourage di voler cambiare aria. Le voci delle ultime ore parlano di un forte interesse del Bologna, il nuovo direttore sportivo Riccardo Bigon avrebbe individuato proprio l’ attaccante bergamasco come primo rinforzo per Donadoni. Stando a quanto riferito dal Corriere di Bologna il calciatore gradirebbe volentieri il trasferimento in Emilia sia per avvicinarsi alla famiglia, sia perché sarebbe al centro di un progetto importante. Il nodo è legato al prezzo del suo cartellino: De Laurentiis chiede 20 milioni e il presidente Saputo ha già fatto sapere che si tratta di una cifra insostenibile. A tal proposito è stata avanzata l’ ipotesi di uno scambio con Diawara, gioiellino classe 1997; il centrocampista era già finito nel mirino del Napoli e dei top club italiani e non. Si profila anche la possibilità di inserire Valdifiori nella trattativa come contropartita.

Ecodistretto Rocca Cencia: presentata interrogazione al Parlamento europeo. Comunicato stampa del M5S

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IL PROBLEMA DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI A ROCCA CENCIA
ARRIVA IN EUROPA GRAZIE A CASTALDO (M5S)

Roma – Nell’area di Rocca Cencia (versante Roma est) sorge un polo impiantistico AMA -eufemisticamente noto come “Ecodistretto”- che presenta numerosi rischi per la salute e il benessere dei cittadini.

Il MoVimento 5 Stelle, attraverso l’eurodeputato Fabio Massimo Castaldo, si è fatto carico di portare la questione al Parlamento europeo con un’interrogazione.

(Di seguito, il comunicato stampa sull’interrogazione pervenuto alla nostra Redazione)

Comunicato stampa

Nell’area di Rocca Cencia (Municipio VI di Roma) sorge un polo impiantistico AMA che presenta numerosi rischi per la salute e il benessere dei cittadini. Il MoVimento 5 Stelle, attraverso l’eurodeputato Fabio Massimo Castaldo – e grazie al lavoro del Comitato Promotore di Raccolta Fondi a Tutela della Salute e dell’Ambiente, come anche alla collaborazione con il consigliere M5S di Roma Città Metropolitana Angelo Capobianco e i consiglieri uscenti M5S del Comune di Roma, si è fatto carico di portare la questione al Parlamento europeo con un’interrogazione.

 Il polo impiantistico si trova accanto a due altri impianti privati di smaltimento dei rifiuti (uno dei quali è stato chiuso nell’aprile 2016), in una zona abitata, nel raggio di tre chilometri, da circa 100.000 persone. Inoltre, stando alle denunce dei dipendenti, l’impianto riceve circa 1000 tonnellate di rifiuti al giorno, mentre secondo l’Autorizzazione Integrata Ambientale sarebbe autorizzato ad averne non più di 750. Infine, il Municipio su cui insiste l’impianto di Rocca Cencia presenta (insieme al Mun. XII, nel cui territorio si trova la discarica, ora non più attiva, di Malagrotta) il più alto tasso di mortalità maschile da tumore riscontrato nella regione Lazio.

 “Il modello che vogliamo sostenere a partire da Roma”, spiega Castaldo “è quello dell’economia circolare (nelle modalità del porta a porta, casa per case e tariffa puntuale): un modo efficace per tutelare la salute dei cittadini dagli effetti devastanti delle discariche sull’ambiente. Rocca Cencia dimostra che ogni impianto di smaltimento dei rifiuti comporta problemi. Come MoVimento 5 Stelle vogliamo il superamento di tale modello”.

 “Per questo motivo”, continua l’eurodeputato M5S, “mi sono fatto carico di sollevare di fronte alla Commissione europea la questione se la gestione dei rifiuti nel sito di Rocca Cencia non sia contraria agli obiettivi di protezione dell’ambiente e della salute, nonché ai principi del riciclo dei rifiuti (stabiliti nella direttiva 2008/98/CE)”.

MOVIMENTO 5 STELLE EUROPA Web: https://www.5stelleeuropa.it Facebook: https://www.facebook.com/5stelleeuropa Youtube: https://www.youtube.com/user/5stelleeuropa Twitter: Instagram: https://instagram.com/5stelleeuropa G+: https://plus.google.com/+5stelleeuropa

Da Udine: “Affari in corso tra Napoli e Udinese, da Zielinski a Widmer”

Continua ad essere rovente l’ asse di mercato Napoli-Udinese, i prossimi giorni saranno decisivi per definire importanti operazioni di mercato legate a Zielinski e Widmer. Stando a quanto riportato dal portale Mondoudinese.it tra i due club vi sarebbero importanti affari in corso:
Questi che arriveranno saranno giorni di riflessione sul mercato, complice il ponte del 2 giugno. Tutti gli incontri riprenderanno la prossima settimana. Udinese e Napoli hanno intenzione di chiudere il prima possibile i discorsi su Zielinski e Zapata. Per il centrocampista polacco tra offerta e domanda c’è ancora qualche differenza (l’Udinese chiede 13 milioni, il Napoli ne offre 10), ma sono problemi marginali alla contropartita tecnica che il club bianconero avrebbe individuato in Valdifiori. Va convinto soprattutto il giocatore, che ha offerte importanti anche da Torino e Samp.
Per quanto riguarda Zapata appare chiaro che non giocherà a Udine, dove Gino Pozzo ha portato El Arabi. Il colombiano piace al Sassuolo (rientrerebbe nell’ operazione Vrsaljiko), ma piace anche alla Fiorentina.
Col Napoli si inizierà a parlare anche di Widmer, che rimarrebbe un’operazione slegata dalle altre: in questo caso la richiesta è di 8 milioni, ma De Laurentiis potrebbe mettere sul piatto Zuniga da dare al Watford”.

Da  Mondoudinese.it

2 Giugno, Mattarella: “Costituzione fondamento democrazia italiana”

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Al via la parata militare ai Fori imperiali con 400 sindaci. Renzi: “Viva l’Italia”. Il marò Girone, che non sarà presente, invia un messaggio per ringraziare tutti gli italiani

ROMA – La Festa per i 70 anni della Repubblica, che vedrà la tradizionale sfilata ai Fori imperiali aperta quest’anno da 400 sindaci, si apre con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che depone una corona d’alloro all’Altare della Patria. Insieme al Capo dello Stato, il premier Matteo Renzi, Roberta Pinotti, Laura Boldrini, Pietro Grasso, il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca e il comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette. Dopo l’esecuzione dell’Inno d’Italia, la rassegna d’onore davanti ai corpi militari e l’alza bandiera. Mattarella ha reso onore ai Caduti.

Mattarella ha raggiunto via del Fori Imperiali a bordo della storica Flaminia presidenziale scoperta e ha preso posto sul palco presidenziale dove sono presenti le massime autorità dello Stato. A rendergli gli onori un reparto di corazzieri a cavallo.
Sfileranno in circa 3.600, tra militari e civili. In apertura, dopo la banda dell’Esercito, 400 sindaci con le loro fasce tricolori, in rappresentanza degli 8.000 Comuni italiani: si tratta di una novità assoluta di quest’anno “a simboleggiare come il 2 giugno sia la ‘festa di tutti’ e non solo delle Forze armate”.

La sfilata è suddivisa in sette settori. Dopo i sindaci, è cominciata la parata tradizionale, aperta dalla banda dei Carabinieri. A seguire, le bandiere delle forze armate e i gonfaloni di Regioni, Comuni e associazioni di ex combattenti. Poi la ‘Rivista’ storica anche con una compagnia in uniforme della prima guerra mondiale. Poi il turno delle tre forze armate seguite da Carabinieri, Guardia di Finanza, Croce Rossa e l’Ordine di Malta. A seguire i vigili del fuoco, Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Corpo forestale, Polizia municipale, Servizio civile nazionale e la protezione civile fino alla chiusura che spetterà alla fanfara dei Bersaglieri. Gli onori finali del reggimento di corazzieri a cavallo e dalla fanfara dei carabinieri a cavallo.

In un messaggio inviato al Capo di Stato maggiore della difesa, il generale Claudio Graziano, Mattarella scrive: “Il 2 giugno 1946, con il referendum istituzionale, prima espressione di voto a suffragio universale di carattere nazionale, le italiane e gli italiani scelsero la Repubblica, eleggendo contemporaneamente l’Assemblea costituente, che, l’anno successivo, avrebbe approvato la carta costituzionale, ispirazione e guida lungimirante della rinascita e, da allora, fondamento della democrazia italiana”. Il presidente della Repubblica aggiunge che “i valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti di ognuno e dei popoli sono, ancora oggi, il fondamento della coesione della nostra società ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell’europa. Dalla condivisione di essi nasce il contributo che il nostro paese offre con slancio, convinzione e generosità alla convivenza pacifica tra i popoli ed allo sviluppo della comunità internazionale”.

Buona Festa della Repubblica a tutti. Viva l’Italia! @70esimo

Al via delle celebrazioni, Matteo Renzi twitta: “Buona Festa della Repubblica a tutti. Viva l’Italia @70esimo”. Al termine della cerimonia all’Altare della Patria, prima della parata, tra un selfie e l’altro con i cittadini Renzi ha bevuto l’ormai tradizionale caffè con il presidente del Senato, Pietro Grasso, in un bar di Piazza Venezia. “Però quest’anno pago io”, ha scherzato il premier, che poi ha augurato “buona festa” a tutti i militari che ha incontrato lungo la strada.

Parla anche Salvatore Girone, il fuciliere di Marina detenuto in India per 4 anni, che però non sarà presente alla parata: “Vorrei inviare a tutti gli italiani – dice il marò – i miei auguri per una buona festa della Repubblica 2016 e ancora una volta un ringraziamento a tutti coloro che durante gli anni che ho trascorso in India, non hanno mai smesso di sostenerci. Dopo quattro anni lontano dalla nostra Patria, quest’anno sono felice di poter condividere questa giornata importante per la nostra Repubblica con i miei familiari ed alcuni colleghi-amici”.

vivicentro.it/cronaca – repubblica/2 Giugno, Mattarella: “Costituzione fondamento democrazia italiana”

Salvini-Trump, il nuovo giallo delle mail. Lega: “Non possiamo renderle pubbliche”

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Il dubbio è che quelle mail nascondano particolari imbarazzanti sul viaggio americano di Matteo

EW YORK – Sbandierate dalla Lega come prova inconfutabile che la stretta di mano Salvini-Trump c’è stata davvero il 25 aprile, a dispetto della smentita data dal candidato repubblicano in un’intervista a The Hollywood Reporteranticipata da Repubblica, le mail sull’incontro dei due leader in Pennsylvania aprono un nuovo capitolo del giallo politico transatlantico, invece di risolverlo. In un messaggio datato 8 aprile e inviato al deputato leghista Guglielmo Picchi, oltre che alla segretaria di Donald Trump e a Carey Lewandowsky, manager della campagna presidenziale del tycoon, Dan Scavino scrive: “Ti confermo che l’incontro ha ricevuto il via libera per il prossimo 10 marzo all’Università di Miami” (la data fu poi spostata).

Donald Trump e Matteo Salvini
POLITICA

Salvini replica a Trump “ci conosciamo”, giallo sull’incontro

Il magnate, Trump: “non so chi sia”. Il leader della Lega, Salvini “Non è vero”
Roma  Donald Trump nega di aver incontrato e, quindi…

Chi è Scavino? Ex-golfista e per dieci anni dirigente nella holding di Trump, è diventato, quattro giorni dopo quella mail inviata in Italia, direttore per i social media della organizzazione elettorale del suo datore di lavoro. Adesso si occupa soprattutto di Twitter (57mila follower), ma tiene anche i contatti con i sostenitori esteri dell’immobiliarista miliardario. Dunque era la persona giusta per organizzare quel faccia-a-faccia con Salvini, molto caldeggiato da due parlamentari italo-americani della Pennsylvania, Tom Marino e Lou Barletta.

Salvini, al comizio del candidato alle primarie dei repubblicani Donald Trump a Filadelfia (ansa)

Il problema? Che di quella prima mail di Scavino, come di una seconda mandata il 23 aprile dalla segreteria di Trump allo staff del Carroccio, in cui il tycoon si diceva “lusingato perché Mister Salvini aveva chiesto di incontrarlo”, i dirigenti della Lega si limitano a leggere qualche passo, senza renderla pubblica. “Non possiamo rendere pubblica una corrispondenza privata – spiegano a Repubblica – senza l’autorizzazione dei collaboratori di Trump”. Ma è una motivazione poco convincente, che fa nascere il dubbio che, in realtà, quelle mail nascondano dei particolari imbarazzanti sul viaggio americano di Matteo Salvini e che quindi la loro diffusione rischi di ingigantire il “mistero buffo” dell’incontro.

Di sicuro la smentita di Trump continua suscitare imbarazzo nei vertici della Lega (e ad alimentare il sarcasmo dei rivali politici), che non riescono a spiegarsi perché il tycoon abbia voluto negare i fatti. Il sospetto, ovviamente – avanzato dallo stesso Michael Wolff, biografo di Rupert Murdoch e autore dell’intervista al candidato repubblicano – è che Trump, con il suo carattere eccentrico e imprevedibile, abbia scaricato Salvini senza pensarci troppo: in parte per il suo disinteresse per la politica internazionale (e oggi, in un discorso a San Diego, Hillary Clinton lo attaccherà proprio su questo, definendolo “pericoloso”), in parte per non aver ben capito con chi avesse avuto a che fare.

Intanto il caso Trump-Salvini rimbalza anche in altri Paesi. La smentita del meeting viene ripresa anche dall’inglese The Independent. L’incontro con tanto di endorsement, ricorda il quotidiano di Londra, era stato prima sbandierato e poi negato: “Non volevo incontrarlo”. Il giallo è sempre più transatlantico.

vivicentro.it/politica –  repubblica/Salvini-Trump, il nuovo giallo delle mail. Lega: “Non possiamo renderle pubbliche” ARTURO ZAMPAGLIONE

Luigi Berlinguer: “L’Italia vuole superare il bicameralismo, la modifica passerà”

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L’ex ministro Luigi berlinguer: “A Renzi rimprovero di non aprire a una modifica della legge elettorale, invocata anche all’interno del suo partito”

ROMA La politica attiva è un ricordo lontano, ma Luigi Berlinguer, ex parlamentare ed ex ministro nel governo Prodi, è tra i big sponsor del comitato dei 250 per il Sì. Promette fin d’ora che questa campagna la farà “attivamente e con molto impegno”.

Cosa l’ha spinta, professor Berlinguer?
“Chiamiamo il popolo alla funzione costituente, è un’occasione straordinaria per riportare la nostra splendida Carta al centro del dibattito e per confrontarci sulla necessità di modificarla, affinché tenga conto dei mutamenti eccezionali avvenuti in questi decenni”.

Altri suoi colleghi, schierati per il Sì, paventano il rischio che venga snaturata, stravolta.
“La possibilità di modificarla al di là dei principi di fondo, è prevista dalla stessa Costituzione all’articolo 138. Quando le donne hanno ottenuto la modifica dell’articolo 51 in tema di parità, cos’altro è stato se non un doveroso adeguamento al passo coi tempi? Nutro rispetto totale per chi tra i miei colleghi, Flick in testa, la pensa diversamente. Non mi riferisco a loro ma purtroppo in Italia è diffusa la tendenza a un’adesione fideistica piuttosto che razionale alla Carta”.

In questa disputa è stato trascinato Enrico Berlinguer. Come l’ha vissuta?
“Lasciamo in pace queste figure, interpretiamo la loro grandezza per quello che sono e non per altro. Lo dico a prescindere dal rapporto di parentela”. In campo sembra ci sia il Pd contro tutti. Il Sì può spuntarla? “La politica qui non c’entra. Se facciamo del superamento del bicameralismo perfetto la questione principe del referendum, avremo l’adesione maggioritaria, non totalitaria per fortuna, ma maggioritaria sì del Paese”.

Gli avversari della riforma intravedono il rischio autoritarismo anche nella riduzione a una sola Camera.
“Se c’è una cosa che rafforza le funzioni del Parlamento è il monocameralismo. Nessun autoritarismo. Ma se posso muovere una critica a Renzi è di non aprire a una modifica della legge elettorale, che non è materia referendaria, ma è invocata anche all’interno del suo partito”.

vivicentro.it/politica –  repubblica/Luigi Berlinguer: “L’Italia vuole superare il bicameralismo, la modifica passerà” CARMELO LOPAPA

Ceccarini: “El Ghazi? Potrebbe essere una valida alternativa a Callejon”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss è intervenuto Niccolò Ceccarini, giornalista di Premium Sport, per affrontare diversi temi legati al mercato del Napoli:
El Ghazi? È un attaccante esterno che all’ occorrenza può fare anche il trequartista, sarebbe ideale come vice Callejon. Al Napoli però, considerato che Gabbiadini andrà altrove, occorre un calciatore più duttile capace di ricoprire anche il ruolo di seconda punta.
Vrsaljko? Ormai lo diciamo da diversi giorni: c’ è l’ accordo con il Sassuolo ma manca quello con l’ esterno che spinge per vestire la maglia dell’ Atletico Madrid. Ecco perché la società partenopea ha cominciato a sondare la pista Widmer”.

La Repubblica dei ragazzi vuole spazio

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C’è una Repubblica delle Ragazze e dei Ragazzi che in questo 2 giugno 2016 ci chiede di essere guardata e ascoltata. È composta, tra gli altri, da quegli studenti italiani che grazie a un bando ministeriale hanno detto la loro sulla scuola, e dunque la società, che vorrebbero. Ne sono usciti una serie di progetti ispirati alla ricerca del dialogo e alla connessione: spazi circolari, aule aperte, bacheche digitali, conoscenze da condividere e commentare come in un grande social network della mente.

Proposte e progetti emersi a dispetto di una educazione – quella offerta loro dagli adulti e dalle scuole attuali – oscillante tra eccessi di autoritarismo e orientamenti deboli, e resa paradossalmente più fragile da una serie di «ineducazioni» che caratterizzano quest’epoca, a settant’anni dalla nascita della Repubblica. L’educazione digitale ad esempio, che i ragazzi hanno appreso per lo più da autodidatti, circondati da adulti tendenzialmente in ritardo e spesso impauriti di fronte alla gestione dei nuovi supporti.

Loro sembrano sapere meglio di altri che non basta essere nativi digitali per imparare a muoversi nelle praterie del Web, ma in quanti hanno saputo trasmettere alle nuove generazioni le regole di una corretta andatura appresa nei campi delle vecchie scuole, spesso né peggio né meglio di quelle di adesso? L’educazione ecologica, quella che si ispira al riutilizzo di materiali esistenti, che guarda ai processi di produzione interrogandosi sui singoli passaggi della filiera, esige trasparenza e in alcuni casi il coraggio di rinunciare alle merci in eccesso. E ancora l’educazione sessuale, che dopo la liberazione degli Anni 70 e le ricadute dei decenni successivi non è stata in grado di dare sufficiente spazio alla parola, ai verbi, ai complementi, tutte cose che servono ad aumentare i margini di confronto e le soglie di tolleranza. Perché mai – si chiedeva di recente un articolo sul magazine The Atlantic – a un bambino si insegna a far di conto con le dita prima di passare al calcolo mentale e poi arrivare alle equazioni, e invece per il sesso ancora troppo spesso si tace, si rimanda, si fa finta di niente, per poi aspettare che i motori di ricerca svolgano il compito che altri hanno mancato?

Ecco, malgrado tutto questo, e chissà forse proprio in forza di tante negligenze, lo spirito mostrato dal progetto #scuoleinnovative va nella direzione di una correzione del passato non grazie a chissà quali rivoluzioni, ma al dispiegamento di idee, di quel potenziale creativo che viene non dai colpi di genio, ma dallo scambio di persone chiamate a collaborare per un miglioramento collettivo. Niente di molto diverso, a ben vedere, da quello che settant’anni fa portò alla nascita di una Repubblica.

Anche le grandi aziende se ne sono rese conto, come dimostrano i progetti di Smart Coding avviati da Samsung nelle scuole elementari e medie per insegnare la programmazione di software ai più piccoli, o le 218 borse di studio che Fiat Chrysler e Cnh Industrial hanno consegnato l’altra sera a giovani ingegneri, biochimici, archeologi e filosofi per aiutarli a vincere la loro scommessa col futuro. Un’alleanza delle idee tra istituzioni, aziende e nuove generazioni sembra oggi l’unica in grado di arginare le forze oscurantiste che premono nelle faglie più profonde della società e di far sì che anche le marginalità possano tentare di conquistare il centro della scena.

vivicentro.it/cultura –  lastampa/La Repubblica dei ragazzi vuole spazio FRANCESCA SFORZA

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CdS – C’ è l’ accordo con Herrera, manca quello con il Porto

Stando a quanto riportato dal Corriere dello Sport, Héctor Herrera avrebbe accettato la proposta del Napoli con un contratto di 5 anni sulla base di 1,5 milioni di euro a stagione più bonus vari legati a presenze, assist e gol”. Se c’ è l’ accordo con il centrocampista manca quello tra i due club: il Porto chiede 25 milioni, il Napoli è fermo a 20. De Laurentiis vuole regalare un grande colpo a Sarri ma allo stesso tempo non vuole spendere una montagna di soldi e farà leva sulla volontà di quest’ ultimo per abbassare le pretese del Porto, che spara sempre alto sui propri gioielli. Si attendono sviluppi nei prossimi giorni.

Rinnovo Higuain, proposti 7 milioni di euro all’anno

L’edizione odierna del Mattino fa il punto sul mercato in entrata e in uscita relativo al Napoli. L’intenzione degli azzurri non è quella di far partite Higuain, anzi. Il Napoli avrebbe proposto all’attaccante un biennale da circa 7 milioni l’anno e l’abbassamento della clausola rescissoria, ora a 96 milioni di euro. Se ne riparlerà dopo la Copa America. Intanto, rimandate al mittente le proposte del Barcellona per Pepe Reina. Il portiere rimarrà al Napoli. Gli unici che potrebbero partite nell’immediato sono Maggio, magari al Watford di Mazzarri, e Rafael, che farebbe ritorno in Brasile.

2 giugno, la festa di tutti gli italiani: fieri senza sottovalutare le difficoltà

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Con il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, che segnò la nascita della Repubblica italiana, il nostro Paese ritrovò – dopo gli anni terribili della dittatura e della guerra – la libertà e l’unità perdute. E raggiunse, grazie al voto esteso a tutti, uomini e donne, una compiuta maturazione democratica.

Con il 2 giugno s’inaugurava una fase nuova nella storia del nostro giovane Stato, contrassegnata da grande partecipazione popolare, passione civile, speranza nel futuro. E, di lì a poco, si schiudeva per l’Italia un periodo di crescita economica, sociale e culturale senza precedenti. L’Italia entrava a pieno titolo tra le grandi nazioni democratiche, offrendo un contributo fondamentale alla costruzione europea, al mantenimento della pace e alla promozione della libertà.

Non sono mancate, in questa nostra storia settantennale, pagine buie e negative. Penso al terrorismo, alla mafia, alla corruzione. Fenomeni insidiosi, che hanno minacciato, e ancora continuano a farlo, la convivenza civile, ma che sono stati combattuti senza mai compiere arretramenti sul terreno della democrazia.

Volgendo lo sguardo al nostro passato ci si accorge di quanto cammino sia stato fatto dalla Repubblica per garantire agli italiani democrazia, libertà, benessere, giustizia, diritti, qualità della vita. Di quanti ostacoli siano stati superati, quando è prevalsa la coesione, il senso di responsabilità, la lungimiranza. Di questo dobbiamo essere fieri, senza che questo possa indurre a trascurare i tanti problemi e le tante difficoltà che emergono.

Questa storia ci induce quindi a guardare al futuro con maggiore ottimismo e forza d’animo: il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani.

*Presidente della Repubblica

vivicentro.it/editoriale –  lastampa/2 giugno, la festa di tutti gli italiani: fieri senza sottovalutare le difficoltà SERGIO MATTARELLA*

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Napoli, presentata l’offerta al Boca Juniors per Gino Peruzzi, ma non basta

Secondo quanto riporta calciomercato.it, il Napoli avrebbe presentato un’offerta al Boca Juniors di circa 3 milioni di euro per accaparrarsi Gino Peruzzi, esterno difensivo ex Catania, che avrebbe già voglia di tornare in Italia, nonostante un contratto col Boca fino al 2018. Gli argentini preferirebbero per il ragazzo una cifra vicina ai 6, anche se, nelle prossime settimane, potrebbe trovarsi un accordo.

Teste o croce

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In questi giorni si sono letti commenti di fuoco sui due motociclisti passati senza fermarsi davanti alla scena del delitto di via della Magliana, dove la povera Sara ha perso la vita in quel modo osceno. Si è molto deprecata la loro mancanza di senso civico. Poi uno dei testimoni ha raccontato la sua versione dei fatti, confermata dalla polizia. Si chiama Edoardo, ha diciotto anni e da due si divide tra l’officina di meccanico in cui lavora e la scuola serale. La notte dell’omicidio è sfrecciato in moto accanto a una ragazza che gesticolava all’indirizzo di un uomo appoggiato sul cofano dell’auto. Da simili indizi neanche Sherlock Holmes avrebbe potuto dedurne che la ragazza alterata era la vittima e quel tipo tranquillo uno stalker che l’aveva appena tamponata per costringerla a fermarsi e di lì a poco le avrebbe dato fuoco. Nonostante questo, quando la mattina seguente Edoardo ha appreso cos’era successo, è immediatamente corso alla polizia per raccontare quello che aveva visto. E da allora si tormenta per il rimorso. Non sembra proprio il rappresentante di una gioventù menefreghista e priva di senso civico. Eppure il solito mondo del web si era già espresso in migliaia di giudizi sommari e i moralisti da tastiera avevano pontificato senza prendersi il disturbo di aspettare il riscontro della realtà.

Viviamo immersi nella dittatura dell’istante, come la chiama Veltroni. Bisogna subito farsi un’opinione su tutto, possibilmente negativa. In questo caso per illudersi che la tragedia di Sara si sarebbe potuta evitare ed esorcizzare così la paura che possa capitare ancora.

vivicentro.it/opinione –  lastampa/Teste o croce MASSIMO GRAMELLINI

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UFFICIALE- Bigon non è più il direttore sportivo del Verona

Bigon non è più il direttore sportivo del Verona. Dopo la retrocessione in serie B, l’ex ds del Napoli, ha deciso di rescindere con il club scaligero. Questo il comunicato ufficiale del Verona: “L’Hellas Verona comunica di aver risolto, consensualmente, il rapporto professionale con il Direttore Sportivo Riccardo Bigon e il suo staff. Il presidente Maurizio Setti e la Società in tutte le sue componenti augurano a Bigon e collaboratori le migliori fortune professionali”.

Niente Napoli per Duvan: ecco dove giocherà l’attaccante

Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, Duvan Zapata non giocherà l’anno prossimo non giocherà nel Napoli. L’attaccante potrebbe rimanere un altro ad Udinese, ma non solo, si aprono nuovi scenari. Il colombiano, infatti, potrebbe essere utilizzato come pedina di scambio dagli azzurri. Su di lui, ci sarebbe forte la Fiorentina.

Lapadula rifiuta il Napoli: andrà alla Lazio

Secondo quanto riporta dal Tempo questa mattina, Lapadula, attaccante del Pescara, che tanto ha fatto bene in questa stagione, segnando anche il gol decisivo ieri sera per la sua squadra con il Novara, avrebbe rifiutato il Napoli e la Juventus. Il calciatore, infatti, la prossima stagione vorrebbe giocare con continuità: per questa ragione avrebbe accettato la proposta della Lazio, che gli permetterebbe di esprimersi al massimo delle sue potenzialità.

Fantastoria: in quale Italia vivremmo se avesse vinto il re?

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Esercizi di realtà alternativa. Gli Aosta al posto dei Savoia, il paese ormai spaccato in due. E il 18 aprile del ’48 l’incredibile successo delle sinistre. In rete forum e narrazioni contro-fattuali. Chi pensa che sarebbe stato meglio, chi peggio, chi uguale

A lungo andare, la Storia sfida i proverbi e si consente di giocare con i se, per cui nel tripudio anniversaristico viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe accaduto se il 2 giugno 1946 avesse vinto la monarchia. È un trastullo meno innocente di quel che s’immagina, e il pensiero corre alle polemiche levatesi al massimo livello istituzionale dopo il finto scoop televisivo che Mixer mandò in onda nel maggio del 1990 con un’intervista-confessione a un vecchio giudice della Corte d’Appello, in realtà un attore, che rivelava di aver sottratto insieme ad altri, due milioni di voti al Re per far prevalere la Repubblica.

Oggi la rete pullula di ucronie, cioè di fanta-storie o narrazioni contro-fattuali che proiettano la continuità monarchica sull’ultimo settantennio. Ci sono forum e sondaggi: chi pensa che sarebbe stato meglio, chi peggio, chi uguale — in questo a suo modo confermando le valutazioni di Benedetto Croce secondo cui il dilemma monarchia-repubblica era “inessenziale”.

Sempre sul web alcuni ritengono che l’Italia si sarebbe divisa in due; altri che la dinastia Aosta, meno compromessa, avrebbe preso il posto dei Savoia; altri ancora pensano che alle elezioni del 1948 avrebbe vinto il Fronte delle sinistre, ma anche in quel caso Umberto sarebbe rimasto guadagnandosi l’inedito titolo di “re comunista”. Su un ucronico sito (fmboschetto.it) un signore che si chiama Franco Vezzaro si spinge nell’impossibile futuro e sostiene che il Re avrebbe scelto come inno “La canzone del Piave”, dato il primo incarico di governo a Enrico De Nicola e aperto l’Anno Santo 1950 con la Regina e Pio XII.

Ora, sembra più ridicolo che rischioso imbarcarsi in fanta-previsioni. Ma allora la monarchia in diverse zone del Nord avrebbe fatto i conti con rivolte di partigiani in armi. In questo senso «la Repubblica o il caos», celebre slogan di Nenni, più che come minaccia suonava come ragionevole ipotesi. Donde la necessità, per Umberto, di puntare a gesti distensivi, magari fissando la data di un secondo referendum istituzionale come prova di appello quando gli animi si fossero placati.

Ma intanto, al posto dello Statuto, avrebbe avuto inizio il processo costituente. Il tricolore avrebbe seguitato ad avere lo stemma sabaudo. Gli alleati e la Chiesa, rimasti formalmente neutrali nella consultazione, si sarebbero riavvicinati alla Corona. Riguardo ai primi è plausibile ipotizzare che sulle faccende italiane l’Inghilterra (monarchica) avrebbe avuto più voce in capitolo di quanta effettivamente ne ebbero gli Stati Uniti (che facevano un malcelato tifo per la Repubblica). Inoltre si sarebbero forse attenuate le fobie di Papa Pacelli riguardo al comunismo; così come molto lascia pensare che l’aristocrazia avrebbe mantenuto la presa su forze armate e diplomazia.

Assai più arduo è stabilire come una rafforzata monarchia avrebbe influito sul sistema dei partiti; in particolare nei confronti della Dc che, pur avendo una forte componente repubblicana, beneficiò dell’effetto “salto nel buio” presentandosi come partito-scudo garante dei valori tradizionali che gli sconvolgimenti avevano messo duramente a repentaglio.

Sempre a rischio di cadere nella vana congettura, si può pensare che l’istituto monarchico avrebbe fatto valere, nelle relazioni con gran parte della nuova classe politica democratica, la figura di Maria Josè, “la Regina di maggio”, che dopo una iniziale sbandata mussoliniana non solo aveva decisamente avversato il fascismo, ma anche intrattenuto rapporti con esponenti dell’antifascismo come Croce, De Gasperi, Bonomi, Einaudi, La Malfa, oltre con Monsignor Montini. Il 2 giugno Maria Josè aveva deposto nell’urna una scheda bianca, sia pure perché non le pareva “elegante” votare per il marito e in fin dei conti per se stessa. Ma alla Costituente aveva votato per Saragat.

Fin qui i dati, se non certi, almeno tali da consentire non del tutto assurdi arzigogoli. Per il resto, la fantasia si perde nel romanzo pseudo-storico. E vengono i brividi a pensare che Umberto II, figura dignitosa nell’esilio portoghese, avrebbe lasciato il trono a Vittorio Emanuele IV, che ha animato le cronache dell’ultimo quarantennio in un vortice di accuse, intercettazioni, assoluzioni e strascichi di umanità varia, dalla P2 alle fucilate dell’isola di Cavallo, da Vallettopoli alle scazzottate dinanzi al cugino Juan Carlos.

Quel che più sorprende, semmai, è che una volta cacciata dalla porta, la monarchia sembra anche in Italia rientrata dalla finestra nelle forme di un potere sempre più monocratico, presidenziale e/o aziendale che sia, comunque un comando personalizzato e con tentazioni perfino ereditarie (vedi l’esperimento del Trota o le suggestioni dinastiche di Arcore). A riprova che la Storia ogni tanto gioca con se stessa, e la sovranità è sempre a rischio di regressione.

vivicentro.it/cultura repubblica/Fantastoria: in quale Italia vivremmo se avesse vinto il re? FILIPPO CECCARELLI

Ascolta l’ oroscopo del giorno di Paolo Fox: giovedì 2 giugno

L’ oroscopo giorno per giorno

Ogni giorno Paolo Fox racconta, con il suo oroscopo in TV (Fatti vostri) e su Lattemiele, cosa le stelle hanno in serbo per noi, come andrà il lavoro, la salute, l’amore…

Questo il suo oroscopo per oggi, tratto da Lattemiele:

ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI

 

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CHI E’ PAOLO FOX:

Paolo Fox (Roma, 5 febbraio 1961) è un astrologo, pubblicista e personaggio televisivo italiano.

Biografia
Fin dagli anni novanta si occupa di astrologia nei mass media, proponendo il suo oroscopo nelle trasmissioni televisive della RAI e anche in radio, su LatteMiele e Radio Deejay; le sue prime apparizioni televisive sono state nelle trasmissioni di Rai 1 Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

E’ iniziato a diventare noto al grande pubblico a partire dal 1997 quando ha iniziato la collaborazione con il network Lattemiele dove conduce uno spazio dedicato all’oroscopo giornaliero alle ore 7.40 e 19.40.

Il lunedì mattina il mago dell’oroscopo è presente anche su Radio Deejay. Per quanto riguarda il mondo della televisione, è apparso per le prime volte nei programmi televisivi Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

Ha partecipato come ospite a tantissimi altri programmi tv: Festa di classe, Speciali di fine anno, Tutto Benessere, Furore, Uno Mattina, Speciale Grande Fratello, Piazza Grande, Aspettando cominciamo bene e tanti altri. Dal 2002 è una delle colonne portanti del programma tv di Raidue, I Fatti Vostri, dove legge il suo oroscopo. Negli ultimi anni risulta essere uno dei personaggi maschili più cliccati dell’anno sul web!

Annualmente cura per la RAI la serata dedicata alle previsioni astrologiche per il nuovo anno, trasmessa a fine dicembre.

È attivo anche sulla carta stampata, curando l’oroscopo per diversi settimanali

Nel 2014 ha interpretato sé stesso nel film di Natale Ma tu di che segno 6?.

Per quanto riguarda la sua vita privata non si sa praticamente nulla. E’ sposato? E’ fidanzato? Dove va in vacanza? Lui non ha mai rilasciato dichiarazioni o commenti sulla sua vita sentimentale anche perché grazie agli astri vuole indovinare quella del suo numeroso pubblico che non l’abbandona mai!