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ESCLUSIVA, VIDEO – Pino Campagna: “Qui per riscrivere la storia. Via alla De Zerbi-mania”

Queste le sue parole in esclusiva

Stadio Pino Zaccheria di Foggia, ci si gioca la serie B dopo la gara di andata. Il Foggia di Roberto De Zerbi deve ribaltare il 4-2 dell’andata contro il Pisa di Rino Gattuso. Sarà una battaglia, ma, in esclusiva per Vivicentro.it, abbiamo intercettato, poco prima dell’ingresso in campo delle squadre, l’artista Pino Campagna. Queste le sue dichiarazioni.

a cura di Ciro Novellino

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Di Marzio: “Zielinski? Vi spiego il motivo per cui ha rifiutato il Napoli”

Il giornalista ed esperto di calciomercato Gianluca Di Marzio è intervenuto ai microfoni di Sky Sport per fare il punto sul mercato del Napoli soffermandosi, in particolare, sul futuro di Piotr Zielinski:
“Aveva già dato il suo assenso al Liverpool che si era mosso in anticipo su di lui, ecco il vero motivo per cui ha rifiutato il Napoli. Il club inglese ha formulato un’ offerta di 12 milioni e tra pochi giorni la trattativa potrebbe anche concludersi”.

Gp del Canada, diretta orari tv e streaming (LIVE dalle 20:00)

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Formula uno, GP del Canada a Montreal: Hamilton conquista la pole. Vettel parte in seconda fila. La Diretta Live della Gara dalle ore 20:00

Oggi in Canada dalle 20, ore italiane, prenderà il via il settimo appuntamento stagionale. Questo Gran Premio del Canada 2016 vedrà Lewis Hamilton scattare davanti a tutti. Nella seconda posizione in griglia c’è il suo compagno di squadra, Nico Rosberg, leader della classifica mondiale. Dietro le due Mercedes, c’è la Ferrari di Sebastian Vettel, mentre Kimi Raikkonen partirà più staccato, terzi incomodi saranno le agguerrite Red Bull di Ricciardo e Verstappen.
Appuntamento con la gara è fissato per domenica 12 giugno alle ore 20. Televisione: la diretta del GP del Canada sarà esclusiva della piattaforma satellitare Sky TV, che trasmetterà l’evento dal canale Sky Sport F1 HD. Differita da parte della Rai (ore 22:50 Rai Due).

ECCO LA GRIGLIA DI PARTENZA

  1. Lewis Hamilton MERCEDES
  2. Nico Rosberg MERCEDES
  3. Sebastian Vettel FERRARI
  4. Daniel Ricciardo RED BULL RACING
  5. Max Verstappen RED BULL RACING
  6. Kimi Räikkönen FERRARI
  7. Valtteri Bottas WILLIAMS MERCEDES
  8. Felipe Massa WILLIAMS MERCEDES
  9. Nico Hulkenberg FORCE INDIA MERCEDES
  10. Fernando Alonso MCLAREN HONDA

DOVE VEDERLO Sarà possibile seguire la diretta testuale di qualifiche e gara su IBTimes Sport. In TV, invece, tutto il fine settimana del GP del Canada verrà trasmesso in esclusiva in diretta da Sky sul canale “Sky Sport F1” (visibile al numero 207 della piattaforma satellitare). Qualifiche e Gara del Gran Premio del Canada andranno poi in onda anche in differita in chiaro sul digitale terrestre su Rai Due. Per gli abbonati alla tv di Murdoch ci sarà la possibilità di vedere tutto il weekend del mondiale di Formula Uno a Montreal anche in streaming tramite l’applicazione “SkyGo”. Mentre ci sarà anche la possibilità di seguire la differita (di qualifiche e gara) del Gran Premio del Canada sulla Rai in streaming gratuito tramite il sito Rai.tv

PROGRAMMAZIONE SKY SPORT (orario italiano)

DOMENICA 12 GIUGNO
20:00, diretta Gara Formula 1, GP del Canada

PROGRAMMAZIONE RAI DUE (orario italiano)

DOMENICA 12 GIUGNO
23:00, differita Gara Formula 1, GP del Canada

Crisi: Unimpresa, su tasse e debito pubblico Italia supera Europa e Usa

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Nel nostro Paese il  prelievo erariale (tasse) è sistematicamente oltre la media europea. In Italia pressione fiscale al 43,8% del pil, in Germania al 39,6%, in Gran Bretagna al 34,8% e negli Stati Uniti al 26,4%. Ma il giro di vite fiscale e le casse statali gonfie non hanno contenuto l’allargamento del buco nel bilancio dello Stato. Lo studio dell’associazione sul confronto internazionale tra tributi versati dai contribuenti e conti pubblici. Il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci: “Le tasse extralarge sono il principale ostacolo alla crescita economica. Bene il governo con la cancellazione dell’Irap sul costo lavoro, ma non basta”. Nei prossimi giorni un documento al governo con le proposte per le pmi: via l’Irap e via gli studi di settore, flat tax. Meno tasse sulle persone fisiche con due sole aliquote al 25% e al 37% (e no tax area fino a 10mila euro).

Più tasse e più soldi nelle casse statali che non si sono tradotti, per l’Italia, in un miglioramento dei conti pubblici. Negli ultimi 10 anni, i contribuenti del nostro Paese hanno visto crescere enormemente il peso delle tasse senza riscontrare un andamento virtuoso delle finanze pubbliche: la pressione fiscale era al 39,1% del prodotto interno lordo nel 2005 ed è progressivamente salita fino ad attestarsi al 43,5% nel 2015; e contemporaneamente sono aumenti gli incassi per lo Stato, passati dal 42,5% del pil al 47,6%; un incremento di balzelli ed entrate a cui non ha fatto seguito un contenimento del debito, schizzato al 132,7% del pil nel 2015 rispetto al 101,9% del 2005. Impietoso il confronto con altri paesi: in Germania la pressione fiscale è passata dal 38,4% al 39,6% del pil, il debito pubblico dal 66,9% al 71,2%; nella media dell’area euro il peso delle tasse è passato dal 39,4% al 41,%; il debito degli Stati dal 62,1% all’83,3%; in Gran Bretagna, il fisco è salito dal 35,7% al 34,8% e il “rosso” nei conti dello Stato dal 41,5% all’89,2%; negli Stati Uniti, il prelievo fiscale è rimasto sostanzialmente invariato, dal 26,3% al 26,4% con il debito salito dal 66,9% al 113,6% del pil Usa. E’ quanto emerge da una analisi del Centro studi di Unimpresa secondo cui in Italia si registra il livello più alto sia per le imposte sui consumi (Iva), con un’aliquota massima al 22%; sia per le imposte personali sul reddito (Irpef), con un’aliquota massima al 48,9%; sia per le imposte sul reddito delle società (Ires), con un’aliquota massima al 31,4%.

Secondo lo studio di Unimpresa “Pressione fiscale e conti pubblici nel confronto internazionale”, che contiene elaborazioni di dati della Banca d’Italia, in Italia il giro di vite fiscale e le casse statali gonfie non hanno contenuto l’allargamento del buco nel bilancio dello Stato. Nel 2005 la pressione fiscale era al 39,1%: da quel momento la corsa all’insù non si è mai fermata con il picco massimo al 43,6% raggiunto nel triennio 2012-2013-2014; lo scorso anno una lieve flessione al 43,5%. Una analoga impennata è quelle registrata sul versante delle entrate che 10 anni fa erano al 42,5% del pil e nel 2014 hanno raggiunto il livello più alto al 47,7% per poi ridursi dello 0,1% al 47,6% nel 2015. L’anno scorso, invece, è stato toccato il record del periodo sotto esame sul versante del rapporto tra debito e pil: 132,7%; nel 2005 la percentuale si attestava al 101,9% ed è poi scesa solo nel 2007, quando si è fermata al 99,9%. Un livello altamente superiore alla media registrata in Europa (sia nell’area euro sia tra i paesi che non adottano la moneta unica) e anche negli Stati Uniti d’America. Nella media dell’area euro (esclusa l’Italia) il rapporto tra debito e pil si è attestato all’83,3% nel 2015, quando la pressione fiscale era al 41% e le entrate pubbliche al 46,3%; nel 2005, il rapporto tra debito e pil era ad appena il 62,1%, il prelievo tributario al 39,4% e gli incassi statali al 44,3%. Impietoso il paragone con i paesi anglosassoni;ì: in Gran Bretagna, lo scorso anno il peso delle tasse era al 34,8%, le entrate al 38,8% e il debito all’89,2%; negli Usa, 26,4% di tasse (2014), 33,1% di entrate (2014) e 111,7% di debito (2015). Anche limitando l’analisi ai paesi dell’area euro e più vicini, il confronto vede l’Italia in cima alla classifica per il maggior peso tributario: in Germania lo scorso anno le tasse erano al 39,6% del pil, le entrate al 44,6% e il debito al 71,2%; solo la Francia è più vicina ai nostri valori: il prelievo fiscale dei contribuenti transalpini si attesta al 47,8% (più alto dell’Italia) e le entrate al 53,2%, ma l’aggravio tiene il debito al 95,8% del pil.

PUCCI: “TASSE EXTRALARGE PRINCICPALE OSTACOLO ALLA CRESCITA ECONOMICA”

“La pressione fiscale è il principale ostacolo alla crescita economica del nostro Paese” commenta il vbicepresidente di Unimpresa con delega al fisco e ai bilanci, Claudio Pucci.  “Un primo passo è stato attuato con le modifiche introdotte dal governo attualmente in carica – spiega Pucci – che ha abolito l’Irap sul costo del lavoro. Tuttavia, continua a permanere l’incidenza di una imposta che non ha nessuna ragione di esistere, se non quella di fare cassa”. Il vicepresidente di Unimpresa spiega, poi,  che “ra i problemi e limiti delle imprese italiane c’è quello dell’internazionalizzazione, che non vuol dire semplicemente delocalizzare la produzione. Il nostro sistema fiscale ha introdotto una serie di normative antielusione che rappresentano un serio ostacolo per l’imprenditore creando anche qui una distorsione rispetto alle grandi imprese che sono strutturate per far fronte alle presunzioni di tali strumenti di accertamento, magari sfruttando le norme relative alla exit tax, alla esterovestizione e al transfer price”.

IVA, IRPEF E IRES: IN ITALIA E’ RECORD DI BALZELLI 

Secondo il rapporto di Unimpresa, in Italia si registra il livello più alto per tutte le categorie dei prelievi fiscali principali: nel nostro Paese è record sia per le imposte sui consumi (Iva) con una aliquota massima del 22% da confrontare col 21,4% della media dell’Unione europea e col 20,8% della media dell’area euro; sia per le imposte personali sul reddito (Irpef), con un’aliquota al 48,9% da paragonare al 39,3% della media Ue e col 42,1% della media dell’area euro; sia per le imposte sul reddito delle società (Ires), con un’aliquota al 31,4% più alta del 22,8% della media dell’Unione europea e del 24,6% della media dell’area euro.

DOCUMENTO AL GOVERNO: UN PIANO IN 6 PUNTI PER RIFORMARE IL FISCO 

Nelle prossime settimane Unimpresa invierà una articolata proposta in materia fiscale a governo e Parlamento. Il progetto elaborato dall’associazione si divide in sei punti: abolizione dell’Irap; cancellazione degli studi di settore; introduzione di una flat tax per le micro, piccole e medie imprese; diminuzione del carico tributario sui redditi personali con la previsione di due sole aliquote (25% e 37% oltre a una no tax area fino a 10mila euro); tassazione delle rendite finanziarie con prelievo al 20% sui capital gain e al 12,5% sui titoli di Stato; eliminazione delle norme relative alle attività estere della piccola impresa.

 

Brescia, il Centro Studi Bellum Iustum (CESBI) si presenta

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Il Centro Studi Bellum Iustum (CESBI), centro di studi storico-strategici e sulla Globalizzazione è uno spazio sorto nel comune di Rovato (Bs) il cui scopo è quello di colmare un vuoto culturale presente da troppo tempo sia nella nostra Provincia, che sull’intero territorio nazionale, ossia quello della rimozione da ogni dibattito culturale, religioso e politico del drammatico tema della “difesa” e della “guerra”, e di quanto ciò implichi relativamente al fenomeno epocale della “globalizzazione”.

Il Centro Studi Bellum Iustum crede che affrontare il tema della “difesa dell’identità”, in un tempo in cui il concetto di “Identità” sembra essersi sciolto in quello di “Globalizazione”, non sia antiquato ma, al contrario, ultramoderno. E lo è perché: se da un lato le moderne tecnologie di comunicazione hanno conferito all’uomo il potere di abbattere facilmente i più solidi “confini” dello spazio nazionale, favorendo il veloce spostamento delle informazioni, delle cose e delle persone; da un altro lato tale spostamento implica un confronto diretto con le diverse “visioni del mondo” di coloro che oltrepassano questi confini, e questo è un fattore che può diventare problematico, come testimoniano le vicende drammatiche di molti giovani, i quali si trovano ad essere perfettamente integrati dal punto di vista dell’utilizzo delle tecniche e dei dispositivi di comunicazione sociale, ma completamente disintegrati nell’identità e senza aspettative per il futuro.

Alla luce di ciò il CESBI coglie l’occasione offerta dalla Sezione dei Bersaglieri “A. Carretto” di Rovato Franciacorta, che dal 17 al 19 giugno, presso la città di Rovato, organizzerà il Raduno Interregionale Italia Settentrionale dei Bersaglieri, festeggiando insieme sia il “Centenario” della “Grande Guerra”, che il 180° anniversario della “fondazione” del Corpo, per riflettere intorno alla figura di Meuccio Ruini, un grande bersagliere italiano, che al tema della difesa dell’identità Sabato 18 Giugno, alle ore 10.00, presso l’Aula Magna delle Scuole Elementari (Rovato Cetro), il CESBI organizzerà il suo 1° Convegno di Studi, intitolato: «La difesa dell’Identità. La vita e il pensiero di Meuccio Ruini, combattente e politico».

Meuccio Ruini (Reggio nell'Emilia, 14 dicembre 1877 – Roma, 6 marzo 1970), è una figura importante della storia politica italiana che merita di essere ricordata e studiata. Egli fu un eroe di guerra nel corpo dei bersaglieri nella 1’ Guerra Mondiale, che si distinse per l’ardimento al punto di meritare la medaglia d’argento al valor militare per mano del generale Armando Diaz, ed un discorso di elogio da parte di Francesco Saverio Nitti alla Camera dei Deputati. Inoltre fu antifascista nel corso del ventennio mussoliniano, ed un importante politico italiano nel primo dopoguerra. Meuccio Ruini occupò infatti un posto di primo piano nell’elaborazione della nuova Costituzione, venne eletto Presidente del Consiglio di Stato nel 1947 e designato Presidente del Senato della Repubblica nel 1953. Infine venne nominato Senatore a vita nel marzo del 1963.

Considerare le vicende storiche di un personaggio così singolare, che ha combattuto per la libertà e contro le ideologie, sarà per tutti un occasione per guardare questo nostro tempo di “crisi” con occhi diversi e sia utile per scongiurare il dilagare dello stesso. L’avvento delle ideologie è infatti sempre preceduto dal vuoto che le genera.

ANTEPRIMA – Juve Stabia, presto on line il nuovo sito ufficiale

La nuova stagione è ormai ai nastri di partenza e la Juve Stabia si prepara per essere pronta ed “efficace” in tutti i settori. Dopo la notizia di campo, arrivata ieri, con la tanto attesa ufficialità di Gaetano Fontana come nuovo allenatore, ora le Vespe si concentrano sull’aspetto virtuale, fondamentale al giorno d’oggi.

Come comunica l’avviso che campeggia recandosi su www.ssjuvestabia.it, presto la Juve Stabia avrà un sito internet nuovo, aggiornato, con tanti nuovi contenuti e con una nuova vesta grafica.

Il nuovo sito delle Vespe sarà pronto nelle prossime settimane e la società gialloblù ne darà avviso con un apposito comunicato ufficiale. Non resta che aspettare di vedere il nuovo “vespaio”.

Raffele Izzo

Scontri Marsiglia e Nizza Uomo in fin di vita, 3 gravi

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Scontri nella notte. Scatenati holligans inglesi, russi e nordirlandesi. Timori a Parigi per possibili scontri tra tifoserie di Turchia e Croazia

Marsiglia – Lotta tra la vita e la morte il tifoso inglese rimasto ferito ieri sera negli scontri tra hoolingans inglesi e russi a Marsiglia. Ma la ‘battaglia’, a margine della partita di calcio Inghilterra-Russia, ha causato 35 feriti, di cui altri tre versano in gravi condizioni. Le cifre sono state fornite dal prefetto della polizia di Marsiglia, Laurent Nunez, che all’emittente France Info ha confermato 8 arresti. Ma il numero delle persone fermate potrebbe aumentare “nei prossimi giorni e nelle prossime settimane” perche’ le forze dell’ordine studieranno attentamente i video registrati in modo da identificare gli autori della violenza, ha aggiunto il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre Henri Brandet. Quanto al divieto di alcool, durante la partita Inghilterra-Russia, come appunto avverra’ in altre sedi dell’Eurocoppa, per esempio a Lens, il portavoce ha spiegato che e’ una misura che spetta alle amministrazione comunali; ma ha fatto notare che e’ complicato da mettere in pratica, soprattutto in una grande citta’ come Marsiglia, con molti bar e che accoglie un gran numero di turisti.

Poiche’ inoltre alcuni tifosi erano riusciti a entrare nello stadio Velodromo con bengala e petardi, tanto Nunez che Brandet hanno dovuto riconoscere che ci sono stati falli nei controlli di sicurezza. In vista della partita Turchia-Croazia, al Parco dei Principi di Parigi, un’altra delle partite a rischio, Brandet ha assicurato che ci sara’ un dispositivo “rafforzato” e che ci saranno agenti turchi e croati per cercare di identificare i tifosi violenti.

  •  Svizzera-Albania 1-0
  • Galles-Slovacchia 2-1
  • Inghilterra-Russia 1-1

Dopo Marsiglia, Nizza: nella notte, poco dopo la fine delle partita di Euro 2016 tra Inghilterra e Russia a Marsiglia, a Nizza ci sono stati scontri provocati da tifosi dell’Irlanda del Nord, che hanno fatto sette feriti di cui uno con una lesione alla testa. Secondo la prefettura, verso le 23:00, alcuni nizzardi hanno provocato tifosi nord-irlandesi lungo Cours Saleya, un viale pedonale del centro storico di Nizza ed e’ scoppiata una rissa con tafferugli e lanci di bottiglia. Oggi nella citta’ in Costa Azzurra e’ prevista la partita Polonia-Irlanda alle 18:00. Per fortuna molti tifosi polacchi, seduti nei bar, non hanno preso parte alla bagarre. E adesso il timore e’ che i tafferugli accompagnino anche altre partite, per esempio Turchia-Croazia, un altro match considerato a rischio in programma alle 15:00 al Parco dei Principi di Parigi. E’ il secondo di cinque incontri dopo Inghilterra -Russia, classificato a libello 3 (su una scala di rischio 4). Gli altri tre sono Germania-Polonia (il 16 giugno) allo Stade de France), Inghilterra-Galles (il 16 giugno al lens), Ucraina e Polonia (21 giugno, ancora a Marsiglia).

vivicentro.it/sport/Cronaca-sportiva –  (AGI)/Scontri Marsiglia e Nizza Uomo in fin di vita, 3 gravi

ADL su Higuain: “Gonzalo può diventare un super-Maradona. Si parla di rinnovo”

Ai microfoni di Sky, De Laurentiis ha parlato anche del futuro di Gonzalo Higuain, impegnato, in questo momento, negli Usa con la sua Argentina: “Higuain è entrato nella storia del club come Maradona e può uscirne come un super-Maradona. Lui era preoccupato solo del terzo posto e del preliminare, ma oggi la Champions è garantita. Io credo che sarà difficile staccare Higuain da Napoli, col fratello abbiamo parlato anche di rinnovo. Ho messo altri soldi sul tavolo per il rinnovo del suo contratto. Bisogna fare degli sforzi, ma anche per questo non si possono fare follie su altri fronti”. 

Esplosione in appartamento a Milano: 3 morti e 3 feriti

La violenta esplosione avvenuta questa mattina, alle ore 8:56, in un appartamento al quarto e ultimo piano di una palazzina in via Porto Ferraio nella zona di via Brioschi, a Milano, ha provocato almeno 3 morti e 3 feriti.

I vigili del fuoco hanno salvato una persona e recuperato i corpi senza vita di altre due. Tra le possibili cause una fuga di gas.

Sul posto sono accorse numerose ambulanze e decine di vigili del fuoco che, con le unita’ cinofile e le squadre Usar, stanno cercando altri dispersi sotto le macerie.

Le primissime ricostruzioni – quando ancora la priorità è di natura sanitaria – parlano di una probabile fuga di gas. Sul posto sono state inviate una decina di ambulanze, i vigili del fuoco e la polizia.

Allertati gli ospedali San Giuseppe e San Paolo.

Lo scoppio ha provocato il crollo di una parte dell’edificio.

Nessun giocatore in scadenza sta puntando i piedi: le parole di Mertens…

Il Corriere del Mezzogiorno scrive sui rinnovi in casa Napoli

Le dichiarazioni di Mertens sono arrivate come manna dal cielo e serviranno di sicuro a stemperare gli animi tesi della piazza napoletana, scossa dalle dichiarazioni del calciatore senegalese. Per la verità nessun altro tra i giocatori in scadenza o che chiedono il rinnovo sta puntano particolarmente i piedi. Al momento arrivano dai procuratori garbate dichiarazioni con relativo invito a provvedere al rinnovo o a un adeguamento. A Napoli, a differenza di altre società anche più blasonate, l’anno prossimo si giocherà la Champions e questa voglia di andare via appare davvero inopportuna in un momento in cui si stanno gettando le basi per affrontare una competizione affascinante e unica nel suo genere.

L’interesse del Napoli per Raicevic è calato: spuntano due club

I dettagli da Il Corriere Veneto

Ma a movimentare le prime indiscrezioni di mercato sono sempre gli attaccanti, e in casa biancorossa tutto ruota attorno a Filip Raicevic, che a gennaio è stato molto vicino ad essere ceduto al Napoli. Rispetto alla sessione invernale di mercato, l’interesse del Napoli è decisamente calato, anche se il direttore sportivo dei partenopei, Cristiano Giuntoli, resta un estimatore del centravanti del Vicenza. La settimana scorsa su Raicevic s è registrato un interessamento del Cagliari e una richiesta d’informazioni del Grassophers, ma si tratta solo di primi contatti. Quello che è certo è che Raicevic rimane un probabile partente.

Questione stadio, ADL: “Progetto San Paolo? Il comune lo ha bocciato”

Aurelio De Laurentiis, intervistato dal Mattino, s’è soffermato in merito alla questione stadio: “Progetto San Paolo? Il Comune lo ha bocciato. Avrei potuto mettere io i soldi per lo stadio in cambio di una concessione per 99 anni: 30 milioni per gli interventi sugli impianti e 40 per creare un parallelepipedo all’esterno in cui creare attività commerciali per generare ulteriori proventi. Il Comune ha deciso di farsi anticipare 25 milioni dall’istituto di Credito sportivo. L’assessore allo sport, Borriello, ha detto che i lavori cominceranno in novembre e c’è da augurarsi che l’Uefa ci autorizzi a giocare la Champions al San Paolo perché i seggiolini non sono stati cambiati. Avrebbero potuto perlomeno farsi anticipare 5 milioni dal Credito sportivo per la sostituzione dei seggiolini. Il Comune ci ha chiesto recentemente di versare un vecchio debito di 600mila euro: ricordo che il debito dell’amministrazione comunale verso il Napoli è di 5 milioni, ancora aspettiamo i soldi dei tornelli installati nove anni fa”. 

Speranze per Gabbiadini, ADL: “Convincerò Manolo a restare qui”

Ai microfoni della Repubblica, Aurelio De Laurenttis s’è focalizzato sul mercato in uscita, in particolare sulla particolare situazione che vede protagonista Manolo Gabbadini: “Rinforzi? Tratto sette giocatori, almeno tre conto di prenderli. E di cessioni non se ne parla, convincerò Gabbiadini a restare: per confermarci in campionato e ben figurare in Champions”.

De Laurentiis: “Tutti vogliono Valdifiori. Albiol? Resta anche senza rinnovo”

Le sue parole a La Repubblica

De Laurentiis ha parlato anche del possibile mercato in uscita:

Il Napoli non vende…
“Ho detto anche al Valencia che Albiol costa 15 milioni, altrimenti resta con noi. Anche se dovessimo andare a scadenza di contratto, se non troveremo un accordo per prolungarlo”

La conferma dei big è un buon punto di partenza. E poi?
“Per Zielinski con l’Udinese siamo già d’accordo, ma lui vuole andare al Liverpool. Herrera e Lapadula sono nomi reali, ho contattato anche Fabinho del Monaco. Sto sul mercato su sette giocatori, sperando dopo Grassi e Tonelli di prenderne almeno tre”

Basteranno per far bene in campionato e Champions, De Laurentiis?
“Abbiamo undici titolari, poi possiamo contare su Mertens, Gabbiadini, Chiriches, Strinic e Valdifiori, che non dev’essere poi un regista così incapace, visto che me lo stanno chiedendo tutti. Grassi l’ho pagato 10 milioni, David Lopez piace tanto a Sarri, con Tonelli e Rafael siamo già a venti. Di che cosa stiamo a parlare?”

Ischia,la società è al lavoro per programmare il futuro

tifosi ischia aversa

Non è un momento facile per l’Ischia. La società gialloblu sta però provando a reagire dopo la brutta retrocessione arrivata al termine di una stagione travagliata di errori. A tutto questo si è aggiunto l’addio dei soci della squadra isolana: da Rapullino a Manna,fino a Colantonio per quanto riguarda il settore giovanile. Questo crea innanzitutto problemi per il futuro, con l’Ischia che ha urgentemente bisogno di trovare nuovi soci con i quali ripartire. Per il momento,però oltre a pensare a quello che verrà,la società gialloblu sta provvedendo a chiudere l’ultima stagione. Ci sono ancora gli ultimi stipendi da pagare, per non incorrere poi in ulteriori penalità che potrebbero vanificare il prosieguo del percorso. In questi giorni gli incontri e le riunioni sono frequenti, per mettere la cifra che serve per chiudere il discorso riguardante l’ultimo campionato. Dopo aver pagato tutti i tesserati, si procederà a parlare del futuro. Una questione per la quale ci vorranno ancora un paio di giorni,che dovrebbe risolversi al massimo entro il fine settimana. Ci si mette in regola con il presente per poi progettare il futuro. Ora bisogna vedere però quali saranno i presupposti. Attualmente è rimasto solo l’amministratore Di Bello,insieme a Giancarlo Senese al suo fianco ad occuparsi della parte economica. Occorrono nuovi ingressi in società,perchè senza i quali sarebbe difficile puntare alla domanda di ripescaggio e proseguire il progetto. Di Bello, attraverso l’ultimo comunicato, ha chiesto un aiuto all’isola d’Ischia per procedere all’aumento di capitale disposto dall’assemblea dei soci e per far si che si siano le basi per continuare in Lega Pro. La piazza,però non sembra entusiasta di continuare sulla falsa riga, di quest’anno date le vicende accadute. La Lega Pro, è un palcoscenico troppo importante per i tifosi ma anche per l’intera Isola d’Ischia, e sarebbe un vero peccato perdere un’occasione ghiotta così. Dopo i tanti sforzi sopratutto sotto l’aspetto economico per raggiungere di nuovo questa categoria, sarebbe un vero peccato gettare al vento tutto questo.

La Gazzetta conferma Vivicentro: fumata nera per Zielinski!

Non ci sarà il Napoli nel futuro di Zielinski: la Gazzetta dello Sport conferma la nostra esclusiva di pochi giorni fa. Gli azzurri avrebbero trovato un accordo totale con l’Udinese, sulla base di 15 milioni di euro più Zuniga, che poi sarebbe girato al Watford. Ma il problema è il ragazzo: il centrocampista, infatti, non è sicuro del trasferimento in Campania. Vorrebbe l’Inghilterra, vorrebbe Liverpool. Per questa ragione, Zielinski aspetta una mossa dei reds.

Lapadula non ha sciolte le riserve: il si non è ancora arrivato

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive: “De Laurentiis è convinto di spuntarla sulla concorrenza, anzi ha già un’intesa con il collega pescarese Sebastiani che però ha ricevuto altre offerte e quindi aspetta un rilancio del Napoli (che potrebbe opzionare qualche giovane abruzzese o mandare in riva all’Adriatico qualche suo talentino come Roberto Insigne). Domani potrebbe essere la giornata decisiva, a patto che anche Lapadula si convinca perché il contratto per lui è pronto ma serve l’assenso deciso del centravanti ex Teramo che ovviamente partirà come riserva di Higuain. Paradossalmente, ad aver abbracciato”.

Herrera, c’è differenza tra Napoli e Porto

I dettagli sul mercato

Il Napoli lavora su uno degli obiettivi dichiarati: è il centrocampista messicano del Porto Hector Herrera. Secondo il Corriere dello Sport, però, il Porto lo valuta oltre venti milioni di euro ma il Napoli, che ha già il gradimento definitivo del giocatore, non si spingerà oltre un’offerta di 15 milioni.

Napoli-Avellino 0-0 nei playoff del 2005

I dettagli

Il giorno 12 giugno il Napoli ha giocato sei partite, due in serie A, due in serie B, una nei playoff di C1 ed una in coppa Italia, senza mai vincere: due pareggi e quattro sconfitte.

Ricordiamo lo 0-0 contro l’Avellino della finale d’andata dei playoff della serie C1-2004/05

Questa è la formazione schierata da Eddy Reja:

Gianello, Grava, Accursi, Giubilato, Bonomi (73′ Calaiò), Montervino, Montesanto, Corrent (35′ Consonni), Capparella (60′ Abate), Sosa, Pià

Il primo Napoli dell’era De Laurentiis, che aveva iniziato la stagione con Ventura in panchina, ha concluso quel campionato di C1 al terzo posto e, dopo aver eliminato in semifinale la Sambenedettese, non è riuscito a centrare la promozione in serie B che è arrivata l’anno dopo.

sscnapoli.it

Perché il Regno Unito deve restare nella Unione Europea

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Navigando senza bussola, Europa e Usa si avvicinano a due passaggi decisivi: il referendum Gb del 23 sull’ Unione e il voto americano dell’8 novembre fra Clinton e Trump. Entrambi rischiano di spaccare dall’interno la tenuta di un Occidente cui non mancano certo le minacce e le sfide esterne, dalla Siria alla Russia, dallo Stato Islamico alla Cina. Come sempre il nemico peggiore è quello dentro. Ecco perché bisogna averne paura.

Si parla ma non ci si preoccupa abbastanza di Brexit e di Trump. In Italia, il presidente del Consiglio pensa al fronte interno, mentre va al secondo turno delle amministrative col referendum costituzionale d’autunno in mente; i ministri Padoan e Calenda danno fiato alla timida ripresa, i ministri Gentiloni e Pinotti palleggiano la bollente patata libica. Giusto. Fra cinque mesi (che passano presto) avrebbero esattamente gli stessi problemi, referendum a parte, con in più un’Ue assorbita nel divorzio (riottoso, costoso e lungo) da Uk e alla soglia di una presidenza Trump oltreoceano.

Sia l’ingresso di Trump alla Casa Bianca che l’uscita del Regno Unito dall’Europa segnerebbe un punto di non ritorno. A Cannes, George Clooney ha detto che Donald Trump non sarà presidente degli Stati Uniti. In E. R. – Medici in prima linea – non sbagliava mai una diagnosi, ma è passato un po’ di tempo.

I sondaggi su Brexit oscillano sul filo del 40% pro e 40% contro. Decideranno gli indecisi. Chi vota per l’Ue vota con ragione e lucidità, i Brexiteers con passione e frustrazione. Poco tranquillizzante. Per di più i sondaggi sono falsati quando gli intervistati mentono perché si vergognano d’ammettere cosa faranno nel chiuso dell’urna.

Brexit e Trump sono disastri annunciati ma evitabili. L’esito è democraticamente nelle mani degli elettori britannici e americani. Il resto dell’Occidente non vota ma può farsi sentire. Le nostre voci, preoccupazioni, sensibilità pesano nella rete delle interdipendenze e dei social media; i nostri governi sono legati a filo doppio. Anche il resto del mondo teme il duplice rischio Brexit-Trump. Con qualche miope eccezione intorno alle mura del Cremlino, il nervosismo si avverte da Pechino a Santiago. Ma sarebbe l’Occidente in primis a perdere, buttando alle ortiche i suoi punti di forza: l’unione dell’Europa e la comunità atlantica. Imperfetta la prima, increspata la seconda, rimangono queste le nostre fondamenta.

Con l’avvicinarsi dell’anno 2000 si temeva il crollo dei sistemi informatici, tarati a due cifre, che non avrebbero riconosciuto il nuovo secolo e millennio. Le conseguenze sarebbero state catastrofiche. Non è successo niente e il temutissimo «Y2K bug» è stato consegnato al reliquario delle curiosità storiche. Ma solo perché ne abbiamo avuto paura.

Non meno ne serve oggi. Di Trump dovranno prendersi cura soprattutto gli americani. Mancano cinque mesi. Brexit si decide invece in una manciata di giorni. L’elettorato britannico è sommerso dagli avvisi di burrasca. Londra ha molto da perdere dall’uscita dall’Ue; chi vota può ignorarlo ma gli è stato detto.

Meno chiaro agli europei quanto abbia da perdere l’Ue. Non solo perché l’uscita di Londra lascerebbe un’Europa geopolitica, militare ed economica più debole, ma per il ruolo britannico all’interno dell’Unione, determinante nel contenere i riflessi centralizzatori e dirigisti di Bruxelles. Senza Londra la predominanza tedesca – non per volontà di Berlino, ma per inerzia – troverebbe minori contrappesi. L’Italia perderebbe la sponda della Manica che spesso ci evita la schiavitù di schieramenti rigidi.

Che Brexit spiani la via a un’Europa «federale» è una pia illusione: con chi? Con l’Austria che minaccia muri al Brennero? Con l’Olanda che respinge per referendum l’innocuo accordo d‘associazione con l’Ucraina? Quali opinioni pubbliche seguirebbero, a cominciare da quella italiana? Quanti altri pezzi perderebbe l’Ue? Chi fermerebbe l’emulazione e l’effetto domino delle secessioni?

Nessuno più di Ulisse incarna lo spirito della cultura e civiltà occidentale. Non siamo più nell’epoca omerica, ma nel XXI secolo. Per superare la Scilla di Brexit e le Cariddi di Donald Trump, l’Occidente deve sperare che il Dna sia rimasto uguale.

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vivicentro.it/editoriale –  lastampa/Perché il Regno Unito deve restare nella Ue STEFANO STEFANINI