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Terroristi ….. Di Buona Famiglia

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Terroristi. In queste ultime ore, si sono conosciuti i nomi e i volti dei 6 assassini che appena 2 giorni fa a Dacca, Capitale del Bangadlesh, hanno trucidato 20 persone tra cui 9 Italiani, 7 giapponesi e altri quattro cittadini di diverse nazionalita’.
Un settimo componente del commando, e’ stato catturato dopo l’irruzione della Polizia, immagino che in uno Stato totalitario, non sia data ad un terrorista, la facolta’ di non rispondere alle “domande” degli inquirenti, cosa che in Italia spesso avviene.
Terroristi di buona famiglia :
Dalle foto potevano apparire come bravi ragazzi, del resto appartenevano all’alta borghesia, rampolli di famiglie tra le piu’ benestanti, avevano studiato nelle migliori Universita’, in scuole private d’elite, in college esclusivi.
Appartenevano quindi ad un mondo dorato, molto diverso da quello in cui vivono attualmente milioni di loro concittadini, Dacca pur essendo una Capitale con svariati milioni di abitanti, “vanta” uno dei massimi indici di poverta’ al Mondo.
Sotto certi aspetti, puo’ essere paragonata alle favelas brasiliane, in questo contesto la morte fa poca o per nulla notizia, quella degli stranieri, al contrario, ha un impatto mediatico mondiale. Cosi’ questi carnefici, hanno compiuto la strage nella maniera piu’ cruda e sanguinaria possibile, e non si puo’ dire che non vi siano riusciti.
Questi assassini, poco piu’ che ventenni, prima di essere uccisi dal blitz delle forze di sicurezza, per ore hanno avuto tutto il tempo di torturare gli ostaggi prima di ucciderli. Non parlaremo delle modalita’, diremo solo che i terroristi, hanno prima separato i Musulmani da coloro che erano considerati i Crociati Infedeli, per chi non e’ stato in grado di leggere i versetti del Corano e’ stata la fine.
Erano da tempo ricercati, perche’ si riteneva che facessero parte di un gruppo di chiara matrice islamica, per mesi sono riusciti a far perdere le tracce, a scomparire nel nulla, e poi sono ricomparsi tutti assieme al momento dell’attentato. Se li avessero scovati prima, sicuramente questa strage poteva essere evitata, tante famiglie oggi non starebbero a piangere i loro morti.
COLLEGATE:

vivicentro.it/opinioni redazione / Terroristi ….. Di Buona Famiglia (Lo Piano-RedSaint)

A Candreva non piace la destinazione Napoli, preferisce un altro club

I dettagli

Continua il pressing dell’Inter per Antonio Candreva, ma Lotito chiede 25 milioni. Sul giocatore c’è anche il Napoli e La Gazzetta dello Sport scrive: “L’Inter sperava di avere risposte migliori dall’incontro di sabato. In realtà si è dovuta accontentare di questo e adesso inizierà un lungo periodo diplomatico. L’ultima offerta dell’Inter, avanzata una settimana fa, parla di 18 milioni più 2 di bonus. La linea della nuova proprietà cinese è quella di puntare sui giovani. Difficile pensare che il d.s. Piero Ausilio insieme con il Chief Football Administrator Giovanni Gardini possano rilanciare molto. Ballerà un milione, ma nulla di più. E il Napoli arrivato a 22 cash non è una destinazione gradita al giocatore. A questo punto – con Candreva in vacanza – si entra in una fase di attesa”.

Ritiro 2016, in 19 pronti a salire in Dimaro

La lista dei 19

Tra pochi giorni partirà il ritiro estivo di Dimaro-Folgarida e Il Corriere dello Sport prova ad anticipare la lista completa:

Portieri: Reina, Rafael, Sepe

Difensori: Albiol, Koulibaly, Ghoulam, Luperto, Maggio, Tonelli, Zuniga (?)

Centrocampisti: Allan, Jorginho, Grassi, El Kaddouri, Lopez, Valdifiori, De Guzman, Dezi

Attaccanti: Gabbiadini, Callejon

Ci saranno alcuni dei Primavera e dei giovani più promettenti oltre ai reduci dell’Europeo e della Coppa America: Andujar, Chiriches, Strinic, Hamsik, Insigne, Mertens, Higuain che arriveranno gradualmente.

A Pereyra piace il Napoli, ma la Juve chiede tanto

I dettagli riportati da Tuttosport

E’ notizia delle ultime ore il pressing in aumento del Napoli per Pereyra. La soluzione sarebbe peraltro gradita al giocatore, secondo quanto trapela da fonti vicine: l’intenzione sarebbe quella di rimanere in Italia con un ruolo da protagonista, scenario che alla corte di Maurizio Sarri è più che possibile. Il nodo semmai è mettere d’accordo due società che sono rivali in campo e pure sul mercato. La Juventus ha già cominciato ad alzare l’asticella della richiesta economica: Pereyra può partire, però a una cifra non inferiore ai 18 o 20 milioni.

Zielinski ha chiesto 2mln d’ingaggio al Napoli: troppi…

I dettagli riferiti dal Messaggero veneto

Accostato al Napoli è sempre Piotr Zielinski: le due società hanno trovato l’accordo su tutto (13 milioni di euro), ma manca l’ok del giocatore, che avrebbe chiesto un ingaggio di due milioni a stagione. Negli ultimi giorni è arrivato anche l’interesse del Milan, che avrebbe sondato la situazione, ma resta il Napoli il maggiore pretendente. Zielinski attualmente percepisce meno di 200 mila euro d’ingaggio con l’attuale contratto in essere con l’Udinese.

Dacca, omaggio alle vittime della strage allo stadio. I terroristi tutti di famiglia benestante

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Dacca: la premier Sheikh Hasina ha deposto una corona di fiori. In Italia ancora incertezza sui funerali di Stato. Dei sei terroristi uccisi, cinque, tutti originari del Bangladesh, erano ricercati da tempo. Il settimo, unico sopravvissuto e arrestato, potrebbe essere straniero

DACCA – La premier bengalese Sheikh Hasina ha reso omaggio questa mattina alle vittime della strage del ristorante di Dacca, fra le quali nove italiani, nello stadio dell’esercito nella capitale. Nel secondo giorno di lutto nazionale per l’attacco jihadista, nel quale hanno perso la vita 20 ostaggi, sei membri del commando e due poliziotti, la premier ha deposto una corona di fiori vicino ai feretri che erano coperti dalle bandiere di Italia, Giappone, India, Usa e Bangladesh. Cerimonia blindatissima per motivi di sicurezza. Le bare sono state collocate in una piattaforma rialzata con le bandiere di tutte le nazioni delle vittime con accanto i  rappresentanti delle autorità italiane, indiane, giapponesi e americane. Dopo l’omaggio della premier, è stato permesso l’accesso ai familiari delle vittime. Solo più tardi lo stadio militare è stato aperto al pubblico.

er le nove vittime italiane in serata è previsto un rito officiato dal Nunzio apostolico e si sta organizzando il rientro in patria delle salme. Se ne stanno occupando funzionari della Farnesina e della presidenza del Consiglio, arrivati ieri a Dacca dal Pakistan. Ma c’è ancora incertezza sui funerali di Stato in Italia.

I sette uomini del commando – si è scoperto nelle ultime ore – sei uccisi, uno ferito e catturato, non erano menti semplici e facilmente corruttibili. Erano ragazzi di buona famiglia, educati presso le scuole migliori del Paese, ricchi e non certo reclutati tra gli ultimi della società. Tutti rampolli, nei loro vent’anni, provenienti da famiglie benestanti, tutti bengalesi. Hanno compiuto l’assalto con vestiti occidentali, con lo zainetto sulle spalle come tanto giovani coetani. E’ su questa base che alcuni esponenti del governo bengalese tendono a giudicare non attendibile la rivendicazione dell’Is e parlano di semplice “infatuazione” di quei giovani per la bandiera nera del Califfato. O di strumentalizzazione da parte della comunicazione dell’Is delle immagini orribili diffuse in rete dal commando in tempo reale, nelle ore in cui avveniva il massacro.

Membri del governo di Dacca: “L’Is non c’entra”. “Sono uomini giovani che hanno studiato e frequentato l’università. Nessuno di loro veniva da una madrassa (scuola coranica, ndr). Non c’è alcun legame con lo Stato Islamico” dichiara il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan, proseguendo in quell’atteggiamento di negazione del male, si chiami Is o Al Qaeda, già esibito dal governo bengalese davanti alle prime avvisaglie della minaccia del radicalismo islamista. Khan aggiunge che i terroristi “erano membri di Jamaeytul Mujahedeen Bangladesh”, gruppo jihadista bandito nel Paese da oltre un decennio, collegato a Jamaat e-Islami (alleato del principale partito di opposizione, il nazionalista Bnp guidato da Zia Khaleda), e all’Isi, i servizi pakistani. Sulla stessa linea il capo della polizia locale, Shahidul Hoque: gli inquirenti stanno esaminando l’ipotesi di “collegamenti internazionali” e ci sono sospetti su “membri importanti di Jamaeytul Mujahdeen Bangladesh”. Intervistato dal quotidiano The Daily Star, Hoque aggiunge che dei sei terroristi, almeno cinque erano ricercati da tempo.

Per quanto riguarda gli attentatori, la polizia ha reso noto le generalita’ complete solo di cinque dei sei morti, e del settimo terrorista, l’unico sopravvissuto, è stato detto solo che si chiama Sourav e che è sotto strettissima sorveglianza da parte delle forze dell’ordine in un luogo segreto.

E si indaga ancora sugli altri sei complici morti, cinque dei quali subito identificati e dei quali sono stati forniti nomi e foto poche ore dopo la conclusione dell’azione. Sul sesto assalitore morto gli investigatori non hanno (o non forniscono) informazioni. Forse è straniero, forse l’anello di collegamento con la mente dietro l’attentato, quello che potrebbe avere legami con formazioni internazionali. Sull’identità di uno di loro ci sarebbe un giallo, potrebbe non essere un militante, ma semplicemente un cuoco del ristorante. Così scrive oggi il quotidiano Dhaka Tribune. Il giornale riferisce che si tratterebbe di Saiful Choukidar, 40 anni, che dopo essere emigrato in Germania era tornato anni fa in Bangladesh e lavorava dal 2015 come cuoco presso il ristorante assaltato.

I dubbi sono cominciati ad emergere quando dopo aver detto che l’operazione di liberazione degli ostaggi si era chiusa con l’uccisione di sei militanti, la polizia ha diffuso però solo cinque presunti loro nomi, ma fra le cinque foto passate ai media dalla polizia, una sarebbe invece proprio di Choukidar, ritratto con il suo camice bianco da lavoro. E l’equivoco è confermato anche dal fatto che, rivendicando l’attacco, l’Isis ha diffuso cinque fotografie dei suoi autori, fra cui non c’è però quella che riguarderebbe il cuoco bengalese.

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Juve Stabia, a breve la firma di Liviero

I dettagli

A volte ritornano. Nelle segrete stanze della Juve Stabia si lavora alla costruzione del nuovo organico da regalare a Gaetano Fontana. C’è un ritorno, si tratta di Matteo Liviero, classe ’93. Ex Juventus, ma nell’ultima stagione al Lecce, è ha vissuto una parentesi da gennaio a giugno della stagione 2013/14 a Castellammare di Stabia. Il calciatore, che ha fatto tutta la trafila delle Nazionali, dall’Under 17 all’Under 21, in questa giornata dovrebbe firmare il suo nuovo contratto e sancire un ritorno tanto apprezzato.

Strage di Dacca, funerali di Stato solo in Bangladesh. L’Italia studia che fare

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Strage di Dacca, si valuta l’iter per un giorno di lutto nazionale. In passato nessuna commemorazione ufficiale

È tutto ancora da decidere sull’ipotesi di proclamare una giornata di lutto nazionale al rientro delle salme dei nove italiani morti nell’attentato di Dacca, il più grave dopo quello di Nassiriya che costò la vita a diciannove nostri connazionali. Lo affermano fonti della Presidenza del Consiglio, chiarendo che l’intenzione c’è e la volontà delle famiglie pure. Ma la procedura da rispettare è rigida e bisogna anche valutare la possibilità di annunciare una giornata di cordoglio unica assieme ai Paesi delle altre undici vittime (Giappone, India, Bengala e Stati Uniti).

Se si guarda al passato, non ci fu lutto nazionale a marzo di un anno fa per le quattro vittime italiane della strage del museo Bardo a Tunisi. Sebbene allora come oggi fosse stato richiesto da più parti (vedi l’appello al governo lanciato ieri su Facebook dalla presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni), fu proclamato solo il lutto cittadino a Torino, Meda e Novara, le città da dove provenivano rispettivamente Antonella Sesino e Orazio Conte, Giuseppina Biella e Francesco Caldara. E pochi mesi dopo i superstiti del massacro tunisino denunciavano all’Espresso di essere stati abbandonati dalle istituzioni.
Più remota l’ipotesi di funerali di Stato, un tributo dal cerimoniale ancora più complesso riservato negli ultimi anni solo a Placido Rizzotto (nel 2012, dopo ben 64 anni dalla morte) e alle tre vittime della strage al Tribunale di Milano (nell’aprile 2015). Formalmente non lo sono stati nemmeno quelli in onore di Valeria Solesin, la ricercatrice italiana rimasta uccisa a novembre scorso negli attacchi di Parigi. Per lei a Venezia si tennero esequie civili e pubbliche, erroneamente definite “di Stato”.
Funerali di Stato che, invece, si svolgeranno oggi in Bangladesh. Nello stadio dell’esercito di Dacca, la premier Sheikh Hasina presiederà la cerimonia per commemorare le 28 persone morte nell’attentato. Il Paese ha proclamato due giorni di lutto nazionale. Intanto ieri è arrivato nella capitale del Bangladesh l’aereo con a bordo personale dell’Unità di crisi della Farnesina per riportare in Italia i corpi delle nove vittime italiane. Il rientro delle salme dovrebbe avvenire tra mercoledì e giovedì, quando l’aereo della Presidenza del Consiglio atterrerà a Ciampino. Ad attenderlo nella sala d’aspetto dell’aeroporto militare i familiari e il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha deciso di interrompere la visita in America latina per essere presente.
E mentre Papa Bergoglio dall’Angelus in piazza san Pietro ha pregato per i defunti e la comunità ebraica di Roma si è stretta in un abbraccio alle famiglie delle vittime, il premier Matteo Renzi, che oggi non partirà per Dacca ma resterà a Roma per la direzione Pd, ha tagliato corto sulle polemiche per i ritardi delle forze militari locali nel blitz di liberazione degli ostaggi: «Ogni polemica è ormai inutile – ha detto a L’intervista di Maria Latella su Skytg24 – il commando era pronto a tutto. Abbiamo seguito in diretta ogni momento. Non servono ricostruzioni che poi spesso sono false. I terroristi sono entrati lì per uccidere».

vivicentro.it/politica – repubblica / Strage di Dacca, funerali di Stato solo in Bangladesh. L’Italia studia che fare. MONICA RUBINO

Roma, corruzione e riciclaggio: decine di arresti in operazione della Guardia di finanza

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Operazione della Guardia di finanza. Tra i reati contestati anche l’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale

ROMA – Un labirinto di tangenti, come una grande catacomba sotterranea nella Roma degli intrallazzi che unisce politici, funzionari e imprenditori per spartirsi gli appalti dei ministeri, incluso quello della Giustizia. E’ questo lo scenario criminale disegnato dalla nuova inchiesta della procura guidata da Giuseppe Pignatone e dal Nucleo Centrale Valutario della Guardia di Finanza.

Oggi all’alba sono scattati decine di arresti e centinaia di perquisizioni delle Fiamme Gialle, con un’operazione estesa a diverse città italiane ma che ha il suo epicentro nella capitale. Viene contestata la corruzione, il riciclaggio delle mazzette, la truffa ai danni dello Stato, l’appropriazione indebita e la creazione di un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale.

Stando alle prime indiscrezioni, la rete colpita dalle indagini sarebbe riuscita a ottenere appalti per la fornitura di servizi e beni di diversi enti statali e anche di alcuni ministeri. Commesse vinte grazie al pagamento di tangenti, smistate anche a esponenti politici e a loro familiari. E spesso realizzate con prestazioni e materiali di qualità inferiore a quanto previsto. Inoltre alcuni degli appartenenti all’associazione per delinquere si sarebbero occupati di fornire documentazione fittizia per creare i fondi neri destinati ad alimentare le tangenti.

vivicentro,it/centro/cronaca repubblica / Roma, corruzione e riciclaggio: decine di arresti

Tra il dire ed il fare …. : Prolemi per la giunta Raggi

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Si apre la settimana decisiva per Virginia Raggi: ultimi incontri, ultime scelte, prima dell’attesissima presentazione della sua giunta. Il giorno clou per i Cinque Stelle a Roma è giovedì 7 luglio, una data cerchiata in rosso sul calendario per due buone ragioni. Perché si riunirà per la prima volta il Consiglio comunale e perché, appunto, il sindaco svelerà, a due settimane dalla proclamazione, tutti i nomi dei suoi assessori. MA ……

Ma al M5S, a partire da Beppe Grillo, la partenza di Virginia Raggi come sindaco di Roma è piaciuta poco. Ne parla il Corriere della Sera di Roma, che giovedì 30 giugno 2016 rimarca come l’impuntatura sulla nomina dell’ex consigliere comunale Daniele Frongia come capo di gabinetto senza potere di firma per rispettare la legge Severino non è stata per nulla apprezzata. La nomina di Raffaele Marra, molto legato all’ex sindaco Gianni Alemanno, è ulteriore motivo di inquietudine, come dubbi sono provocati dalle prime scelte di Virginia Raggi. Il sindaco di Roma si muove in completa autonomia, ha svolto riunioni istituzionali presso il suo comitato, e ha più volte cambiato versione su alcuni temi, come lo stadio della Roma, senza praticamente fornire spiegazioni. Al M5S questo atteggiamento non piace, perchè c’è un diffuso timore di fallire in una prova così importante come quella dell’amministrazione della capitale.

Beppe Grillo ha osservato a distanza per giorni il caos della Roma a 5Stelle, con ansia. Ha chiesto informazioni sulle prime nomine, invocato spiegazioni sulla giunta che pare una tela infinita. E alla fine, di fronte al brutto intoppo, è intervenuto. Giovedì Beppe Grillo ha telefonato al sindaco Virginia Raggi e le ha recapito un messaggio chiaro: “Devi rimuovere il tuo vice-capo di gabinetto, non va bene, non ce lo possiamo permettere”. Non può reggere la nomina di Raffaele Marra, vicino a Gianni Alemanno, con cui lavorò già ai tempi in cui l’ex An era ministro dell’Agricoltura, e che lo volle con sé in Campidoglio, come direttore dell’ufficio delle Politiche abitative.

I parlamentari romani del M5s erano saltati sulle sedie mercoledì, il giorno dopo la sua nomina, quando avevano letto sui giornali la sua storia: partita all’Unire con Franco Panzironi, l’ex ad di Ama (la municipalizzata dei rifiuti), condannato in primo grado a 5 anni e 3 mesi per abuso e falso ideologico.

Poi due incarichi durante la giunta Alemanno, intervallati da un’esperienza in Regione Lazio, con Renata Polverini. Dirigente comunale, Marra è rimasto in Campidoglio anche con Ignazio Marino. “Non sono alemanniano” ha giurato giorni fa. Ma non poteva bastare al mini-direttorio romano, composto dalle parlamentari Paola Taverna e Roberta Lombardi, dall’eurodeputato Fabio Massimo Castaldo e dal consigliere regionale Gianluca Perilli. Compatti, nel chiedere subito alla Raggi di fare marcia indietro.

Mica facile però, visto che a scegliersi Marra come vice è stato proprio il capo di gabinetto Daniele Frongia, rieletto consigliere, ascoltatissimo dal sindaco. A sua volta in bilico, perché a detta di molti la legge Severino vieta di nominare un eletto in quel ruolo. Marra, il vice, doveva rimediare al problema firmando in sua vece gli atti ufficiali, anche se per “un periodo limitato e a titolo gratuito”. O meglio doveva, perché è scontata la sua rimozione.

La telefonata di Grillo, sollecitata dai parlamentari romani, è una sentenza non appellabile. Nonché il tentativo di smuovere uno stallo figlio anche di lotte e tensioni intestine, con la Raggi in costante disaccordo con molti parlamentari, e in primis con la Lombardi. Ma ora nascono altri problemi. Primo, Marra è furibondo. “Se mi togliessero l’incarico ci rimarrei malissimo” aveva avvertito in un’intervista al Messaggero. E ora potrebbe reagire alla revoca con azioni legali. Poi c’è da convincere Frongia a rinunciare al ruolo di capo di gabinetto, accettando quello di vicesindaco. “Come vice c’è bisogno di un eletto” invocano da tempo i parlamentari.

Raggi ha resistito a lungo sulla sua linea: in giunta solo esterni. Ora ha accettato la soluzione Frongia. Va persuaso lui: ma i vertici dovrebbero farcela, magari offrendogli una delega di peso. In ballo c’è anche quella delle Partecipate, visto che è saltata la nomina in quel ruolo di Antonio Blandini, docente della Luiss. Ad oggi, Raggi ha sei-sette assessori su dieci. E il 7 luglio, data della prima seduta del Consiglio comunale, in cui ha promesso di annunciare la giunta, è a un passo. Domani il sindaco e lo staff romano incontreranno il Direttorio per cercare la quadra sui nomi. Tra i più attivi Luigi Di Maio, che ha trovato uno degli assessori (Laura Baldassare, alle Politiche sociali). E che giorni fa, in una riunione, ha bacchettato Raggi e Lombardi: “La guerra tra voi deve finire”. L’aria è tesa, anche se per il 13 luglio è annunciata una festa a Roma per celebrare la vittoria. Raggi ostenta tranquillità: “Se c’è tensione nel M5s? No, perché dovrebbe esserci?”. E compie il suo primo atto ufficiale: una lettera ai vertici dell’Acea, la municipalizzata di acqua e luce, in cui invoca chiarimenti “su alcune nomine dirigenziali effettuate proprio a 3 giorni dal voto del ballottaggio”. Chiede i curricula, “perché è un dovere del sindaco verificare”. Un segnale, alla società di cui in campagna elettorale aveva annunciato di voler cambiare i vertici.

vivicentro.it/centro/politica redazione/(rainews/giornalettismo/ilfattoquotidiano) Tra il dire ed il fare …. : Prolemi per la giunta Raggi

Pd, il rischio di saltare il dibattito

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Aleggia un rischio sul Matteo Renzi che riunisce oggi, dopo due rinvii, la Direzione del Partito democratico: la sottovalutazione – o addirittura la rimozione – di quanto accaduto (ormai quindici giorni fa) nei ballottaggi per il governo delle grandi città. Almeno un paio di novità, infatti, potrebbero indurre il premier-segretario in questa tentazione.

La prima – che potremmo definire il rischio del «c’è ben altro cui pensare» – sta nei drammatici sviluppi internazionali che hanno segnato le due ultime settimane: dalla Brexit alle nuove stragi del terrorismo. La seconda – che in fondo è il solito «mal comune mezzo gaudio» – risiede invece nelle forse inattese ma comunque pesanti difficoltà che il Movimento Cinque Stelle sta incontrando nell’avvio della sua esperienza di governo a Roma.

Certo, la Brexit ha cambiato molte delle carte che erano sul tavolo europeo, rovesciando sull’Italia diversi problemi ma anche inedite opportunità: e il nuovo «direttorio Ue» Merkel-Hollande-Renzi, subito riunito dopo l’addio di Londra, rende in qualche modo plastico il ruolo di maggior responsabilità cui il nostro Paese è chiamato. Discutere di questo non è certo un errore: farlo, però, magari con l’obiettivo recondito di aggirare i problemi aperti in Italia, potrebbe risultare oltremodo pericoloso.

Stesso discorso per le difficoltà del Movimento di Beppe Grillo, i cui problemi a Roma sono evidentissimi ma nulla c’entrano, evidentemente, col rovescio elettorale subito dal Pd. Il pantano nel quale sono finiti i «grillini» nella Capitale, testimonia solo – al massimo – che certi vizi della politica (correntismo, personalismi e dossieraggio) hanno attecchito rapidamente anche lì: e che la neo-sindaca Virginia Raggi farà bene a scegliere in fretta tra l’autonomia di cui l’hanno investita i cittadini e certi regolamenti interni di staliniana memoria.

Il Pd, i suoi problemi e il suo declinante radicamento territoriale hanno insomma poco a che fare con la Brexit e le magagne a Cinque Stelle. Discutere della forma-partito, delle difficoltà incontrate nelle periferie e perfino dell’opportunità di tenere vincolati i ruoli di segretario e di premier, dunque, non sarà (non sarebbe) inutile: resta da capire se Renzi intenderà farlo.

A giudicare dall’intervista concessa ieri a Maria Latella (Sky) – e volendola considerare un’anticipazione di quel che il segretario dirà oggi in Direzione – la minoranza interna non dovrebbe avere molti motivi d’ottimismo. La linea sulla quale sarebbe attestato Renzi, infatti, non parrebbe molto distante dalle valutazioni espresse subito dopo il voto: valutazioni che Bersani, Cuperlo e Speranza non hanno fatto mistero di non apprezzare.

La posizione del premier-segretario, in sostanza, non dovrebbe concedere molto alle richieste ed ai problemi sollevati fin qui dalla minoranza: le ragioni della sconfitta sarebbero da ricercare in un mix di fattori locali e «voglia di cambiamento» che il Pd non è riuscito – città per città – a intercettare; di organigrammi e vicesegretari unici non sarebbe nemmeno il caso di parlare; sull’Italicum non esisterebbero maggioranze parlamentari sufficienti a cambiarlo e il dibattito intorno alla separazione delle cariche di segretario e premier – dulcis in fundo – sarebbe addirittura «lunare».

Se dovesse andare davvero così, il Pd rischierebbe di perdere un’occasione di discussione che sembra ormai imposta dai fatti. I sondaggi danno il Movimento Cinque Stelle a ridosso o addirittura davanti al Partito democratico e lo stesso consenso alla figura del premier cala, in ragione della crisi che ancora attraversa il Paese. Bypassare tutto ciò per continuare a scommettere sugli effetti salvifici del referendum costituzionale di ottobre, potrebbe essere un grave errore: non solo perchè oggi le priorità sono altre, ma perchè su quel risultato e sui suoi effetti quasi nessuno più è disposto a scommettere il classico euro.

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vivicentro.it/editoriale  –  lastampa / Pd, il rischio di saltare il dibattito FEDERICO GEREMICCA

Piacciono in quattro, arriveranno in due: Soriano e Rog in lista

Rispunta il nome Soriano

Quattro nomi a centrocampo: al massimo due arriveranno. Giuntoli lavora per regalare una squadra da Champions a a Maurizio Sarri. Alfredo Pedullà, esperto di mercato, spiega: “Casting a quattro per il nuovo centrocampo del Napoli. E ne arriveranno due. Uscendo per un secondo dalla vicenda Witsel, che raccontiamo a parte. E non creando illusioni come era accaduto lo scorso gennaio per  Gomes, una situazione impossibile eppure considerata in dirittura d’arrivo. Il casting, mettendo da parte Witsel, comprende Herrera, Zielinski, Rog e Soriano, con l’idea concreta di portarne a casa un paio. Evidentemente perché David Lopez potrebbe non essere intoccabile, c’è stato qualche sondaggio dalla Spagna. Il primo passaggio sarà Herrera, nella speranza di arrivare a un accordo totale con il Porto. Giorni caldissimi per il nuovo centrocampo del Napoli”.

Da Torino- Il Napoli forte su un giocatore della Juventus

Compare un nome nuovo sulla lista del Napoli: gli azzurri starebbero seguendo Pereyra della Juventus. TuttSport scrive in merito: “In prima fila per l’argentino c’è il Watford allenato da Mazzarri, ma sono attenti anche Tottenham e Crystal Palace. In Russia non molla la presa lo Zenit San Pietroburgo che va a caccia di rinforzi a centrocampo. Ma spunta la pista italiana. Infatti è notizia delle ultime ore il pressing in aumento del Napoli per l’argentino. La soluzione sarebbe peraltro gradita al giocatore, secondo quanto trapela da fonti vicine a Pereyra: l’intenzione sarebbe quella, possibilmente, di rimanere in Italia con un ruolo da protagonista, scenario che alla corte di Maurizio Sarri è più che possibile. Il nodo semmai è mettere d’accordo due società che sono rivali in campo e pure sul mercato. La Juventus ha già cominciato ad alzare l’asticella della richiesta economica: Pereyra può partire, però a una cifra non inferiore ai 18 o 20 milioni. Il Napoli per ora lavora ai fianchi, con l’obiettivo di abbassare le pretese bianconere”. 

Oroscopo di lunedì 4 luglio a cura di Paolo Fox

L’ oroscopo di lunedì 4 luglio, ogni giorno Paolo Fox racconta, in TV (Fatti vostri) e su Lattemiele, cosa le stelle hanno in serbo per noi,  come andrà il lavoro, la salute, l’amore…

Questo il suo oroscopo per oggi, tratto da Lattemiele:

ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI

 

CHI E’ PAOLO FOX:

Paolo Fox (Roma, 5 febbraio 1961) è un astrologo, pubblicista e personaggio televisivo italiano.

Biografia
Fin dagli anni novanta si occupa di astrologia nei mass media, proponendo il suo oroscopo nelle trasmissioni televisive della RAI e anche in radio, su LatteMiele e Radio Deejay; le sue prime apparizioni televisive sono state nelle trasmissioni di Rai 1 Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

E’ iniziato a diventare noto al grande pubblico a partire dal 1997 quando ha iniziato la collaborazione con il network Lattemiele dove conduce uno spazio dedicato all’oroscopo giornaliero alle ore 7.40 e 19.40.

Il lunedì mattina il mago dell’oroscopo è presente anche su Radio Deejay. Per quanto riguarda il mondo della televisione, è apparso per le prime volte nei programmi televisivi Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

Ha partecipato come ospite a tantissimi altri programmi tv: Festa di classe, Speciali di fine anno, Tutto Benessere, Furore, Uno Mattina, Speciale Grande Fratello, Piazza Grande, Aspettando cominciamo bene e tanti altri. Dal 2002 è una delle colonne portanti del programma tv di Raidue, I Fatti Vostri, dove legge il suo oroscopo. Negli ultimi anni risulta essere uno dei personaggi maschili più cliccati dell’anno sul web!

Annualmente cura per la RAI la serata dedicata alle previsioni astrologiche per il nuovo anno, trasmessa a fine dicembre.

È attivo anche sulla carta stampata, curando l’oroscopo per diversi settimanali

Nel 2014 ha interpretato sé stesso nel film di Natale Ma tu di che segno 6?.

Per quanto riguarda la sua vita privata non si sa praticamente nulla. E’ sposato? E’ fidanzato? Dove va in vacanza? Lui non ha mai rilasciato dichiarazioni o commenti sulla sua vita sentimentale anche perché grazie agli astri vuole indovinare quella del suo numeroso pubblico che non l’abbandona mai!

Benitez: “Orgoglioso di quanto fatto a Napoli. Sarri? Good job!”

Le parole dell’ex

Ai microfoni di Fox Sport, Rafa Benitez, ex tecnico del Napoli, ora al Newcastle, ha dichiarato: “Quando penso al Napoli mi sento orgoglioso di aver creato una squadra forte, portando giocatori forti in una squadra che dopo ha saputo rinforzarsi bene. Nei miei due anni la Juve ha vinto tutti i titoli disponibili tranne due titoli: quelli che abbiamo vinto noi. La squadra può ancora fare di più perché Sarri sta facendo un buon lavoro. Higuain? Ha sfruttato la crescita di tutta la squadra. Giocando insieme si può crescere e fare sempre meglio, così sta succedendo ad alcuni giocatori. Koulibaly aveva già fatto bene il primo anno, anche Ghoulam è cresciuto molto”.

Witsel gradisce Napoli, ma sogna la Premier

Il paradosso Witsel

Filtra ottimismo ma allo stesso tempo si è scettici: Witsel accetterebbe di buon grado un trasferimento al Napoli, ma starebbe aspettando i milioni provenienti dai club di Premier. Un vero e proprio paradosso per il Napoli. Gli azzurri avrebbero proposto al centrocampista un ingaggio di 2,5 milioni di euro, ma non basta: il belga vuole 2 milioni in più, e per questa ragione starebbe aspettando qualche offerta dall’Inghilterra. La Gazzetta dello Sport, oggi in edicola, spiega: “Per Witsel, il Napoli è pronto a chiudere a 15 milioni cifra che accontenterebbe lo Zenit San Pietroburgo, ma il problema è l’ingaggio che chiede il centrocampista belga, intorno ai 4 milioni di euro, cifra che non rientra nei parametri di De Laurentiis. Il giocatore non ha alcuna fretta di concludere: lui aspetta qualche offerta interessante dalla Premier League”.

Super rinnovo per Albiol! Il calciatore pronto a rimanere

Rinnovo Albiol, ci siamo

Buone notizie per il Maurizio Sarri: De Laurentiis avrebbe convinto, attraverso un rinnovo importante, Raul Albiol a rimanere. Secondo quanto riporta Plaza Deportiva, infatti, a breve il difensore spagnolo prolungherà il contratto. Il calciatore andrà a guadagnare 2,5 milioni di euro per quattro anni. E’ stato fortemente ADL a volere il concludersi della questione con adeguamento e prolungamento del contratto. Nulla da fare per il Valencia, che aveva offerto agli azzurri 8 milioni di euro per il suo cartellino: non basterà un triennale e la voglia di tornare a casa per fa vacillare Albiol.

“E’ finita”, le parole di Herrera: il Porto chiede 27 milioni di euro

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Si avvicina l’ora della fine: il Porto aumenta il prezzo fino a 27 milioni di euro, ma Giuntoli non è intenzionato ad aspettare. Intanto, Herrara dichiara alla società lusitana di voler andare via. La Gazzetta dello Sport scrive: “De Laurentiis non è più intenzionato ad andare oltre, al massimo concederà ai portoghesi altri 4-5 giorni, dopodiché escluderà dai programmi tecnici l’eventuale presenza di Herrera. Che, per le esigenze dell’allenatore, sembra essere il centrocampista ideale, duttile quanto basta per ricoprire più posizioni nella zona centrale del campo. L’impressione è che il Porto potrebbe sciogliersi dinanzi alle proprie difficoltà economiche: ha problemi con il fair play finanziario ed ha la necessità d’incassare moneta contate”.

Euro 2016, Francia-Islanda, il tabellino del match

Il tabellino del match

Dopo la sconfitta ai rigori dell’Italia nel penultimo quarto di finale di Euro 2016 contro la Germania, è il turno dei padroni di casa affrontare il proprio match, contro la sorpresa Islanda. La Francia deve fare a meno degli squalificati Rami e Kantè, mentre l’Islanda gioca con la sua formazione tipo. Gara a senso unico nel primo tempo, con i padroni di casa che sbloccano al 12° e dilagano mettendo a segno 4 gol nel primo tempo con Giroud, Pogba, Payet e Griezmann. L’Islanda non molla e nella ripresa entra in campo giocandosela a viso aperto e accorciando le distanze con Sightorsson prima del 5-1 e doppietta perosnale di Giroud e il definitivo 5-2 di Bjarnason. La Francia si qualifica per la semifinale, dove affronterà la Germania.

FRANCIA (4-2-3-1) – Lloris; Sagna, Umtiti, Koscielny (27′ st Mangala), Evra; Pogba, Matuidi; Sissoko, Griezmann, Payet (35′ st Coman); Giroud (15′ st Gignac). A disp. Mandanda, Costil, Jallet, Cabaye, Martial, Schneiderlin, Digne. Ct. Deschamps

ISLANDA (4-4-2) – Halldorsson; Saevarsson, Arnason (1′ st Ingason), R. Sigurdsson, Skulason; Gudmundsson, Gunnarsson, G. Sigurdsson, Bjarnason; Sightorsson (37′ st Gudjohnsen), Bodvarsson (1′ st Finnbogason). A disp. Kristinsson, Jonsson, Hauksson, Hermannsson, Sigurjonsson, E. Bjarnason, Magnusson, Hallfredsson, Traustason. Ct.: Lagerback.

Arbitro: Kuipers

Marcatori: 12′ Giroud (F), 20′ Pogba (F), 43′ Payet (F), 45′ Griezmann (F), 11′ st Sightorsson (I), 13′ st Giroud (F), 39′ st Bjarnason (I)

Ammoniti: Bjarnason (I)

Espulsi:

Andujar lontano da Napoli: l’Argentina lo aspetta

Andujar lontano da Napoli: i dettagli

Si lavora sul mercato in uscita: Giuntoli dovrà piazzare alcuni giocatori al più presto, prima che inizi il ritiro a Dimaro. Uno dei primi che potrebbe dire addio è Andujar, portiere argentino che ha tanto mercato in patria. Su di lui, ci sarebbero forti Estudiantes e Independiente. Il giocatore preferirebbe la prima opzione, conoscendo già la piazza avendoci giocano l’anno scorso, ma la seconda appare agli occhi del Napoli più interessata. Alcuni uomini dell’Indipendiente, infatti, sembrano già in viaggio verso l’Italia, per trattare il ragazzo. La proposta dell’Estudiantes  di un piccolo conguaglio economico più l’opzione di qualche tesserato non convince il Napoli.