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I costi della Brexit: giù le stime del Pil gli investimenti e il mattone

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I fondi immobiliari bloccano i soldi dei clienti. I foschi presagi che prendono forma nelle istituzioni finanziarie della City dopo il referendum che ha portato il Regno Unito fuori dall’Ue

Negli uffici studi delle istituzioni finanziarie nella City si stanno disegnando gli scenari economici del dopo Brexit. E il quadro complessivo che ne esce è di concreta preoccupazione. Se prima del 23 giugno, si poteva sospettare che la lobby del Miglio Quadrato facesse da sponda alla «campagna di terrore» con cui David Cameron stava tentando di vincere il referendum, oggi quei dubbi sul martellamento di minacce gridate ai quattro venti sono superati. La realtà suggerisce che il divorzio di Londra regala instabilità, incertezza e la prospettiva di una robusta frenata. È vero che il primo ministro ora dimissionario e con lui tutte le grandi banche nelle ultime settimane hanno messo in campo armi di dissuasione di massa, la dissuasione dalla Brexit, dai contenuti esageratamente allarmistici. Ed è vero che quel tipo di campagna non è servita perché certe visioni apocalittiche hanno infastidito e spinto alla reazione opposta. Ma, ora che il voto è alle spalle, i conti bisogna farli sul serio e non sui numeri di fantasia o sulle proiezioni virtuali. La Brexit c’è e costringe a riprogrammare i piani della politica e dell’economia, a osservare e studiare le ricadute che già ha e che potrà avere sulla vita quotidiana. Chi ci perde? Due analisti dell’ufficio studi della Barclays, Michael Gavin e Ajay Rajadhyaksha, certificano che la contrazione degli investimenti è cominciata e che alla fine del 2016 sarà pari all’ 1,6%. Ancora maggiore nel 2017 con un meno 2,6. Questo si tradurrà in un raffreddamento del Pil che per l’anno prossimo era stimato in un più 1,9. Si fermerà invece a un modesto 0,4. Pesante lo scivolamento sulla forza lavoro: il tasso di disoccupazione che si sarebbe dovuto attestare sul 5% sarà più alto di oltre un punto, al 6,1. Ma, attenzione, rimarcano: «Data la dimensione della potenziali difficoltà di business, non è difficile immaginare un quadro ancora più negativo».

La Banca d’Inghilterra

Il catastrofismo non aiuta. E non siamo neppure di fronte a circostanze che lo giustifichino. Il governatore della Banca d’Inghilterra ha usato un’immagine suggestiva ed esemplificativa: «Non è che in una notte, la notte del 23 giugno, la nostra economia-Rolls Royce si è trasformata in una economia-Trabant (la berlina della Germania comunista dell’Est ndr)». Mark Carney, che molto si era speso contro la Brexit, ha il compito anche di fare il pompiere e di evitare che si crei il panico. Ciò non toglie che sia suo dovere accendere la spia della luce rossa quando si manifestano i sintomi della malattia. Già nei primi mesi dell’anno la banca centrale aveva tagliato dello 0,7% le stime di crescita. La Brexit ha complicato la situazione. «Non sappiamo con esattezza quanto sarà profonda la flessione ma nessuno può sottostimare l’impatto che il voto ha e avrà». L’instabilità politica e il vuoto di leadership generano preoccupazione, inducono gli investitori a cambiare rotta e addensano nubi sulla ruota del credito all’impresa e alle famiglie. Sfidando la platea dei suoi interlocutori, la scorsa settimana Carney ha chiesto: «Qualcuno in questa stanza è in grado di affermare che i rischi da noi illustrati prima della Brexit non abbiano già cominciato a manifestarsi?». Si è dato una risposta: «Io vedo che il rallentamento materiale della crescita è partito». Spia rossa. È sempre difficile passare da allarmi generici ad allarmi più concreti ma le parole del governatore hanno, ovviamente, più di un fondamento. A parte il crollo della sterlina, ampiamente previsto, sono altri i sintomi che il virus Brexit ha evidenziato. Sette fondi immobiliari inglesi, in pochi giorni dal 4 luglio, hanno dovuto sospendere i rimborsi delle quote. Sono colossi che hanno capitalizzato nel mattone commerciale e residenziale: Aviva, Standard Life, M&G, Henderson Global Investor, Columbia Threadneedle, Canada Life e Aberdeen Asset Management. Gli investitori e i risparmiatori, spaventati dal circo della politica, hanno sollecitato la liquidazione dei loro capitali. I volumi sono stati così ampi che i fondi hanno chiuso le casse: 13 miliardi di sterline restano dove sono, misura precauzionale. Ma il settore immobiliare è sotto stress.

Il mercato della casa in fibrillazione

Da tempo il mercato della casa è in fibrillazione. La domanda è cresciuta fino al 2015 sia perché arrivavano arabi, russi, cinesi, indiani, europei pronti a comperare (quasi il 50% degli investimenti immobiliari nel Regno Unito è di origine internazionale), sia perché la facilità di mutuo incentivava le famiglie a indebitarsi (la Banca d’Inghilterra calcola che il debito privato complessivo sia vicino al 140% del Pil). Con la Brexit la bolla viene a galla. I capitali stranieri sono in pausa meditazione o in ritirata. Ancora una volta è l’ansia del vuoto politico e istituzionale che pesa e induce alla riflessione. All’indomani del voto sono andati in fumo accordi per compravendite pari a 650 milioni di sterline. Di punto in bianco è stata cancellata l’intesa da 465 milioni che prevedeva l’acquisizione di un palazzo per uffici nel cuore della City da parte del fondo tedesco Union Investment (a vendere era il gruppo americano Hines). Il mattone è l’anello debole della catena. Se si congelano i flussi di capitali stranieri e i prezzi calano, se il valore delle case acquisite dalle famiglie col mutuo va in caduta, allora cosa può accadere? Sembra di tornare al 2008, al quadro pre-crisi globale. Stavolta, per fortuna, le difese immunitarie esistono. La Banca d’Inghilterra si sussurra abbia in mente un ulteriore ritocco al ribasso dei tassi per creare una cinghia di sicurezza sui mutui che se dovessero diventare insostenibili per le famiglie farebbero saltare la baracca.

La sfiducia dei consumatori

La principale preoccupazione del governatore Carney, in questo momento, è assicurare che l’offerta di moneta non si blocchi in modo che il salvagente per l’economia reale sia pronto ed efficace. Un conto è che si mettano in posizione di attesa i grandi investitori e un conto che sia la gente comune a schiacciare il freno per le preoccupazioni sul futuro da decifrare (quale governo? quale divorzio dall’Ue?) e a causa di un eventuale blackout finanziario. Nell’immediato post Brexit, le immagini che ritraggono la vita quotidiana non sono rassicuranti. L’indice di GfK, società che misura la fiducia dei consumatori, è crollato di 8 punti nella settimana dal 30 giugno al 5 luglio. Il livello più basso dal ‘94. I cittadini con reddito medio (da 25 a 50 mila sterline annue) manifestano timori di impennata nei prezzi e hanno avviato la revisione di spesa al ribasso. A conferma il Financial Times, che ha costruito il «barometro Brexit», segnala alcune ricadute nel commercio al dettaglio (con la contrazione dell’1% circa nelle vendita ai grandi magazzini John Lewis), negli annunci di lavoro online (nella settimana dopo il 23 giugno erano 800 mila, la metà rispetto allo stesso periodo del 2015), nelle vendite di abbigliamento sportivo, con una perdita di quasi 6 punti. Nel Regno Unito una delle parole più gettonate nelle ricerche su Google è stata «recessione». Solo una coincidenza? Eccoli i piccoli e grandi segnali «di rallentamento della crescita» che sottolineava la Banca d’Inghilterra. Il sistema britannico ha la forza per reggere all’urto. Ma la luce rossa è accesa. La Brexit è un «mostro» da domare con cautela. A Londra anche i più accaniti antieuropeisti non sorridono più.

Piangere in pubblico (Roberta Scorranese)

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Una volta qui era tutta una valle di lacrime. Piangeva Ulisse, costretto a stare lontano dalla patria e piangeva Penelope, costretta a stare lontana da Ulisse; piangeva Patroclo e piangeva pure Achille, che prima aveva rimproverato l’amico perché singhiozzava «come una bambina»; piangeva persino il cavaliere Orlando, che si concesse anche un femmineo mancamento.

E oggi? Oggi qui è tutta una valle di lacrime. Piange Obama (durante il discorso sulle armi tenuto nel gennaio scorso alla Casa Bianca) e piangeva (sempre al momento giusto) Bill Clinton; piangono Barzagli e Buffon per l’eliminazione degli Azzurri all’Europeo 2016 (per non parlare del ct Antonio Conte) e piange la sconosciuta espulsa dall’Isola dei Famosi; piange la sindaca di Roma e, cosa interessante, secondo un sondaggio di «Opinium» diffuso dal Guardian , all’annuncio della vittoria del sì al referendum britannico che ha scelto l’uscita dall’Unione Europea, quasi la metà della fascia di giovani tra i 18 e i 24 anni ha pianto, a differenza degli adulti. Piangono tutti, o quasi.

Il singhiozzo inarrestabile dei calciatori dopo l’addio dell’Italia ai rigori contro la Germania ci ha ricordato che (almeno nel consumo di fazzoletti) una parvenza di parità tra i sessi il Novecento ce l’ha portata: il pianto in pubblico con tanto di nota isterica (tipico dell’eroina sventurata dell’Ottocento) appartiene sia agli uomini che alle donne. Anche se Nora Ephron, somma sacerdotessa dei cuori spaiati, ammoniva: «Gli uomini che piangono provano dei sentimenti, ma i soli sentimenti per i quali tendono a essere sensibili sono i propri». E poi: sebbene fatte delle stesse sostanze acquose e saline (pare strano ma la scienza del pianto resta un mistero: lo facciamo da tristi e da felici, forse è un primitivo codice di comunicazione non verbale, forse c’entra la quantità di testosterone, forse no), le lacrime di Ulisse e quelle di Buffon sono diverse.

Le prime sono state ben raccontate dallo scrittore Matteo Nucci nel libro Le lacrime degli eroi (Einaudi): nel mondo omerico, gli eroi non avevano vergogna nel piangere, perché era un modo per prendere coscienza della propria fragilità e ripartire da qui per compiere gesta epiche. Poi, però, Platone, nella Repubblica, mise un freno ai singhiozzi, asserendo che il vero patriota ha bisogno di coraggio e di ciglio asciutto. E «nel V secolo greco – scrive Nucci – ormai, chi piangeva non poteva essere considerato un uomo».

Ovviamente la «valle lacrimarum» riaffiorò con altri mezzi e tutta la mistica medievale ci racconta di gemiti di contrizione, sia maschili che femminili. «Prendiamo il pianto di Sant’Ignazio di Loyola — suggerisce l’antropologo Franco La Cecla —: è fatto di pentimento, afflizione per il peccato.

Una via alla redenzione. Diverso dal pianto puritano, di matrice anglosassone, che è invece sete di onestà, trasparenza», un fanatismo dell’autenticità. E così, nel ‘900, le lacrime private sono diventate in qualche modo teatro aperto, una sorta di marchio di integrità.

Ci si ricongiunge così al secolo scorso, dominato da mezzi di comunicazione sempre più raffinati e pervasivi. Nel 1991 il generale Norman Schwarzkopf, protagonista dell’operazione Desert Storm nella Guerra del Golfo, scoppiò a piangere in favore di telecamera. Subito i giornali presero a ipotizzare un suo imminente impegno politico, associando le lacrime a una volontà di apparire irreprensibile. E forse non è un caso che tre anni dopo, nel 1994, come ricorda Tom Lutz in Storia delle Lacrime (Feltrinelli), la rivista Time pubblicasse una foto dell’ex presidente George Bush, colto nel pianto mentre era nel suo studio. Erano anche gli anni in cui il critico americano Robert Hughes pubblicava il celebre saggio La cultura del piagnisteo (tradotto da Adelphi) in cui affermava, in sostanza, che siamo tutti figli di quel vittimismo (piagnone) di matrice puritana che finisce per premiare il politicamente corretto in nome di una eguaglianza utopistica nonché distorta.

Ma, ragiona l’antropologo, anche grazie alla televisione, il pianto ha potuto diventare una specie di confessione seguita da assoluzione collettiva. E forse c’è un legame sottile tra questa rigenerazione mediante le lacrime e quella che, in un bel libro tradotto da Einaudi dal titolo Il pudore , Monique Selz definisce la «dittatura della trasparenza», la frenesia del gioco allo scoperto, del mostrarsi per intero sacrificandosi sull’altare di una presunta limpidezza scambiata sovente per incorruttibilità.

«E di sicuro – afferma La Cecla – ancora oggi si tende a identificare uno che piange in pubblico come onesto e buono. Ma, sorpresa!, ecco che qui tornano le differenze tra uomini e donne: queste ultime sono più abituate a piangere, a loro è stato concesso nel corso dei secoli, dunque conoscono bene tutte le sfumature teatrali del singhiozzo. È proprio per questo che non si fidano della lacrima pubblica. Cosa alla quale, invece, gli uomini spesso finiscono per credere, perché meno attrezzati a comprenderne le dinamiche».

La conclusione? Noi donne non ci caschiamo. E così si spiegano sia la palpebra secca di politiche di primo piano come Hillary Clinton, sia l’aumento esponenziale di maschi gementi. Un’eccezione però si può fare: quelle di Buffon e di Conte con ogni probabilità sono state lacrime vere. A chiunque avesse lottato fino all’ultimo rigore sarebbe venuto da piangere nel vedere l’allegro sfottò di Pellé a Neuer, subito punito dal portiere tedesco.

vivicentro.it/cultura –  corrieredellasera / Piangere in pubblico (Roberta Scorranese)

Occhio alla truffa: attenti agli sms che azzerano il credito

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L’allarme della Polizia di Stato e i suggerimenti su come difenders

E’ sempre più lunga la lista dei tentativi di truffa telefonica. Se fino a qualche giorno il rischio era connesso alle telefonate provenienti “ipoteticamente” da Milano (leggi:”Chiamate da Milano: la truffa si allarga. Ecco i vari numeri“), che solo dietro risposta dell’utente erano in grado di azzerare il credito telefonico, adesso il pericolo arriva via sms. A lanciare l’allarme è sempre la polizia di stato nella sua pagina Facebook Una vita da social.

Si tratta, in sostanza denunciano gli agenti, dell’attivazione di un “servizio di sms a pagamento o di un abbonamento dai costi esorbitanti”. Nel dettaglio, si legge sulla pagina della polizia, si parla “di un minimo di 5 euro a sms o a settimana per ricevere sms, oroscopi, immagini, suonerie” attivati all’insaputa dell’utente.

Questo il meccanismo: il malcapitato di turno, “si imbatte in una notizia, clicca su leggi, e subito arriva la richiesta di abbonamento ad un servizio truffaldino notificato dall’arrivo di un sms. Solitamente questi abbonamenti si chiamano sms o servizi a sovrapprezzo o sms premium – e contengono – loghi, wallpaper, suonerie e videosuonerie, screensaver, giochi, applicazioni, chat/community, news e servizi informativi, voting”. Basta un attimo, insomma, per ritrovarsi abbonati a questo tipo di “servizi a sovrapprezzo” non richiesti.

Cosa fare? A chiunque è già capitato, e anche a chi non lo è ancora, la polizia invita a contattare il proprio operatore, onde evitare di ritrovarsi “col credito prosciugato”.

Per bloccarne l’attivazione occorre chiamare il centro assistenza del proprio operatore e richiedere il “Barring Sms“, ossia lo sbarramento “verso tutti gli sms a pagamento non richiesti in decade 4 (ovvero 43, 44, 46, 47, 48, 49) 899, 166 etc.”, detto anche blocco degli sms premium che consiste nell’impedire l’attivazione di servizi in abbonamento da parte di terzi, cioè “di chiunque escluso il vostro operatore che potrà continuare a inviarvi sms”.

La disattivazione è gratuita e può essere richiesta al servizio clienti dei propri operatori (119 per la Tim, 190 per la Vodafone, 155 per la Wind e 133 per la Tre), i quali, in ogni caso, sottolinea la polizia, “non sono responsabili perché questi servizi sono gestiti da provider esterni”.

vivicentro.it/l’esperto / StudioCataldi / Occhio alla truffa: attenti agli sms che azzerano il credito (Marina Crisafi)

SportMediaset – Possibile fumata bianca per il rinnovo di Higuain

Stando a quanto riportato dalla redazione di SportMediaset nei prossimi giorni potrebbe esserci un a svolta nella vicenda legata al rinnovo contrattuale di Gonzalo Higuain. L’ argentino, in scadenza a giugno 2018, potrebbe rinnovare il suo contratto con il Napoli che provvederebbe in questo caso ad abbassare la clausola rescissoria di 94 milioni.

La polizia uccide un nero armato a Houston

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Houston – L’uomo avrebbe puntato una pistola contro gli agenti. Il nuovo episodio in un clima rovente negli Usa per la questione razziali

Un afroamericano armato è stato ucciso nella notte da due poliziotti a Houston, in Texas. Secondo le forze dell’ordine, l’uomo sulla quarantina è stato notato mentre si trovava in strada con una pistola. Alla richiesta degli agenti di deporre l’arma, l’ha prima agitata in aria e poi puntata contro di loro. I poliziotti hanno quindi aperto il fuoco e lo hanno ucciso. Una donna che sostiene di essere la moglie ha identificato l’uomo come Alva Braziel. I due poliziotti hanno entrambi più di 10 anni di servizio alle spalle.

Sull’episodio è stata aperta un’inchiesta, anche perchè si inserisce in un clima di fortissima tensione negli Stati Uniti, alla luce dell’uccisione nei giorni scorsi di altri due afroamericani, Alton Sterling in Louisiana e Philando Castile in Minnesota, e di 5 poliziotti bianchi, colpiti a morte a Dallas da un riservista nero durante una pacifica manifestazione di protesta.

vivicentro.it/cronaca / (AGI) La polizia uccide un nero armato a Houston

Solidarietà ai Carabinieri di Vozza e Zingone

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Solidarietà agli uomini dell’Arma dei Carabinieri” Castellammare :

“L’aggressione avvenuta ieri, nei confronti dei militari dell’Arma dei Carabinieri , è un atto di inqualificabile gravità “.

Lo affermano in una nota i consiglieri del Gruppo Per Castellammare , Salvatore Vozza e Alessandro Zingone :

“Ai militari , in servizio presso la compagnia di Castellammare , esprimiamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza. Siamo grati a loro e a tutte le forze dell’ordine del lavoro che fanno su un territorio difficile come il nostro . Il rispetto delle regole e della legalità sono capisaldi irrinunciabili di una città che vuole e deve andare avanti “.

Soccorso di venerdì 8 luglio motovedette CP303 e CP324 (VIDEO)

Soccorso nello Stretto di Sicilia, coordinate nella giornata di ieri venerdì 8 luglio  dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti a favore di un gommone con 125 migranti.

Sul posto sono state dirottate due unità appartenenti ad Organizzazioni non Governative il Sea Watch ed il Phoenix che a soccorso e preso a bordo i 125 migranti di cui 22 minori tutti di sesso maschile.

Nella prima mattinata di oggi i migranti sono sbarcati nel porto di Lampedusa dopo essere stati trasbordati su due motovedette della Guardia Costiera, CP303 e CP324.

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

vivicentro.it/isole/cronaca Soccorso di venerdì 8 luglio motovedette CP303 e CP324

Witsel vicino, da limare i dettagli: le cifre dell’affare

Witsel ad un passo. Di Marzio, ai microfoni di Sky, rivela: “Dalla Russia all’Italia? Sì, adesso è davvero possibile. Dopo che la trattativa con l’Everton è saltata, per Axel Witsel adesso la destinazione più probabile è Napoli. Si va avanti con la trattativa, che sembra ormai in via di risoluzione sulla base di 23 milioni più bonus allo Zenit – che poi darà la buonuscita al ragazzo – e 2,7 milioni al belga, più 500mila euro di bonus, per un contratto di quattro anni con opzione per il quinto. Il centrocampista è già in Italia, in Sardegna, dove sta trascorrendo le sue vacanze. La questione legata ai diritti d’immagine è in via di risoluzione: il contratto tra il giocatore e l’attuale sponsor scadrà a gennaio, dopodiché tutti i diritti andranno al club azzurro. Si tratta ancora, ma si è a buon punto: Witsel può essere il prossimo rinforzo del Napoli”.

Ischia, la domanda per il ripescaggio andava presentata entro il 30 giugno

legapro sede firenze

La domanda di ammissione al campionato 2016-2017 della Prima Divisione Unica di Lega Pro va depositata entro il termine perentorio di scadenza del 30 giugno . La decisione del presidente Gabriele Gravina di ripristinare il format a 60 ha ufficialmente aperto la corsa ai ripescaggi. Quanti club possiedono i requisiti per partecipare alla procedura? Quanti presenteranno effettivamente la domanda?

– Requisiti per  il ripescaggio. La riunione del Consiglio federale che si è svolta il 7 giugno 2016 presso la sede della Figc ha fissato i criteri e le procedure di ripescaggio nei Campionati Professionistici validi per la stagione sportiva 2016/2017. Le società interessate dovranno rispettare criteri molto selettivi che restringono la platea delle aspiranti: 1) Versamento alla Figc di una tassa a fondo perduto di 250mila euro (dimezzata rispetto a quella fissata nella scorsa stagione, che era di 500mila euro); 2) Assenza di pendenze economiche relative alla stagione 2015-2016 (ndr: vedi scadenza 24 giugno); 3) Assenza di illeciti amministrativi (ultime tre stagioni);4) Assenza di illeciti sportivi (ultime due stagioni); 5) Disponibilità di uno stadio a norma, ovvero in regola con i criteri infrastrutturali della Lega Pro.

– Club ripescabili dalla Lega Pro. Nel girone A sono retrocesse Cuneo, Albinoleffe e Pro Patria. L’Albinoleffe è stato ripescato la scorsa estate e potrà accedere nuovamente alla procedura solo nelle fasi successive alla prima (secondo quanto stabilito dall’apposito regolamento federale le fasi saranno in tutto tre). La Pro Patria è stata penalizzata per lo scandalo del calcioscommesse. Solo il Cuneo potrà dunque fare domanda in quanto, secondo le norme del regolamento federale, le altre due società sono da ritenere escluse in modo perentorio. Nel girone B è toccato a L’Aquila, Lupa Roma e Savona. Per L’Aquila e Savona vale quanto detto per la Pro Patria. LaLupa Roma è arruolabile. Il presidente Cerrai sta seriamente valutando l’ipotesi di aderire al ripescaggio oneroso, ma deve prima trovare uno stadio a norma sul quale giocare le partite interne. Nel girone C sono scese in Lega Pro Melfi, Ischia e Lupa Castelli Romani.Lupa Castelli Romani eIschia sono state penalizzate l’anno scorso per inadempienze finanziarie. Il Melfi è stato condannato due anni fa per illecito amministrativo (per ritardata presentazione della fideiussione). Anche per loro semaforo rosso, alla luce dei requisiti richiesti per accedere alla procedura.

Club ripescabili dalla Serie D. Possono aspirare al salto in terza serie le nove società che hanno vinto i play-off di serie D. Il Dipartimento Interregionale ha pubblicato la graduatoria ufficiale:Caronnese, LeccoCampodarsego, Fano, Fondi,Cavese, Gavorrano, Olbia e Correggese. Arruolabili in seconda battuta anche i nove club che hanno disputato la gara finale nei rispettivi gironi. Il Dipartimento Interregionale ha pubblicato anche questa graduatoria ufficiale: Lavagnese, Frattese,MontecatiniTorres, Forlì,FrancavillaCampobasso, Belluno e Seregno. Possibile, come spesso è avvenuto in passato, l’arruolamento di club rappresentativi di importanti piazze sportive precipitate nelle serie inferiori che non compaiono nelle due classifiche precedenti. Quanti di questi faranno domanda aderendo al ripescaggio oneroso, fermi restando i precisi criteri oggettivi fissati dalla Federcalcio che andranno valutati caso per caso?

Criteri infrastrutturali. L’iscrizione al Campionato di Divisione Unica della Lega Pro nella stagione sportiva 2016/2017 prevede il rilascio della Licenza Nazionale. Numerosi, per le società aventi diritto all’ammissione in terza serie nazionale e in particolare per i club aspiranti al ripescaggio, sono gli adempimenti correlati ai criteri infrastrutturali. Resta fermo che non saranno concesse deroghe di alcun tipo per i club aspiranti al ripescaggio.

Quando si presenta la domanda di ripescaggio? Non si dispone di elementi tali da stabilire, neppure presuntivamente, quale sarà la data limite per depositare la domanda di ripescaggio. In quanto alla tempistica sarebbe utile e necessario farla coincidere con la domanda di iscrizione. Se dunque il 30 giugno è la data limite per presentare le domande di iscrizione, se il regolamento dei ripescaggi è stato già emanato e se tutti i criteri per valutare i requisiti sono ormai arcinoti ai club aspiranti, qual è o dovrebbe essere la data di presentazione delle domande di ripescaggio?

La risposta ovvia e dettata dal comune buon senso sarebbe (è) farla coincidere con la data limite delle iscrizioni, ovvero con il 30 giugno. Ciò in quanto i ripescaggi sono specificamente finalizzati al ripristino del format federale, la cui consistenza sarà definita a partire proprio da quel termine di scadenza perentorio.

Dieta vegana. Ricoverato un bambino che ad un anno pesa come bimbo di tre mesi

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“Il bimbo soffriva di un difetto interventricolare al cuore L’intervento, eseguito da Alessandro Giamberti dell’Unità operativa di cardiochirurgia pediatrica” dell’Irccs capofila del Gruppo ospedaliero San Donato, “è andato bene. Il bambino è già uscito dalla Terapia intensiva ed è stato trasferito in reparto dove resterà per alcuni giorni”, ‘adottato’ dall’ospedale del cuore.

E’ quanto trapela dal Policlinico San Donato, parlando di un bambino che ad  un anno pesava come un bimbo di 3 mesi, e i valori sballati dei suoi esami del sangue indicavano una condizione ritenuta ai limiti della sopravvivenza. Sotto accusa da un lato la rigida dieta vegana seguita in famiglia, dall’altro una grave cardiopatia congenita.

Il bimbo ora sta meglio, dopo un intervento eseguito nei giorni scorsi all’Irccs Policlinico San Donato a cui “il giudice – riferiscono dall’ospedale – ha affidato temporaneamente la patria potestà del piccolo” finito all’attenzione del Tribunale per minorenni di Milano, dopo essere stato visitato prima all’ospedale Fatebenefratelli del capoluogo lombardo e poi al Buzzi.

Il giudice ha affidato la sua patria potestà all’ospedale Policlinico San Donato. Il piccolo, papà indiano e mamma italiana, a un anno pesava come un bimbo di tre mesi, scrive il Corriere della Sera: così è stato portato dai nonni in ospedale per un controllo. Gli esami del sangue hanno evidenziato livelli di calcio “ai limiti della sopravvivenza”. Per questo i medici hanno informato il Tribunale per i minorenni e la Procura ha chiesto d’ufficio il ricovero. Il bambino inoltre soffre di una “cardiopatia grave non corretta chirurgicamente”. Quando i genitori sono stati informati si sono comunque raccomandati di non dare al bambino, che pesa poco più di 5 chili, latte e latticini, poi hanno comunicato che avrebbero riportato il figlio a casa.

A questo punto ai responsabili del reparto non hanno potuto fare altro che informare la procura. Il pm di turno ha chiesto alla polizia prelevare il piccolo. In casa i poliziotti hanno trovato “preparati omeopatici e siringhe, etichettate con nome di alimenti: i genitori riferivano in seguito di attenersi rigorosamente ad una dieta vegana”. Ora il bambino, che è ricoverato al San Donato, è stato affidato ai servizi sociali.

vivicentro.it/salute –  (agenpress) / Dieta vegana. Ricoverato un bambino che ad un anno pesa come bimbo di tre mesi

Manutenzione del verde pubblico e raccolta dei rifiuti: primo intervento Giunta Municipio VI

La nuova Giunta a 5Stelle dispone i primi interventi per la manutenzione del verde pubblico e il funzionamento della raccolta dei rifiuti del Municipio VI. Comunicato stampa

Roma- All’indomani dell’insediamento della nuova Giunta Capitolina, anche i Consiglieri e gli Assessori neo eletti del Municipio VI affrontano nell’immediatezza i problemi dei quartieri da amministrare.

Manutenzione del verde pubblico assente e raccolta dei rifiuti a singhiozzo sono due dei grossi problemi con cui la nuova amministrazione del Municipio VI si è dovuta  confrontare sin dai primi giorni del suo insediamento. Una brutta eredità del passato a cui il nuovo assessore all’Ambiente e Mobilità, Katia Ziantoni, sta cercando di dar soluzione. Così, dopo aver preso contatti telefonici con i responsabili dei due settori citati – e in attesa di un incontro – l’esponente del M5S ha inviato anche delle missive ponendo delle domande specifiche su organizzazione, numeri e risorse.

Le due lettere sono state inviate dall’assessore all’Ambiente del Municipio VI ad Angelo Panetta, Funzionario dell’Ufficio Giardini per il Municipio VI, e al Responsabile Ama per l’Area 5 di Roma, Rocca Cencia, Aldo Vendittozzi.

Io credo che  avere conoscenza dello stato dei servizi, con numeri alla mano, sia il primo passo per affrontare due questioni importanti che sono diventate un’emergenza  – dichiara Katia Ziantoni nel comunicato stampaIn un primo colloquio telefonico, il funzionario Panetta mi ha spiegato che esistono  ben 32 competenze diverse nella gestione del verde pubblico. Dobbiamo comprendere l’impiego delle risorse e la gestione degli interventi per fare una programmazione seria su tutto il territorio, considerando che alcune aree non sono neanche censite nel catasto del verde. Discorso a sé va fatto per AMA, che sta creando con le sue carenze nella raccolta dei rifiuti enormi disagi per tutti i cittadini di Roma. Le relazioni chieste sono di natura informativa per toccare con mano i problemi che viviamo ogni giorno. Noi vogliamo poter lavorare bene e per farlo abbiamo bisogno della collaborazione degli uffici e dei lavoratori tutti – conclude l’assessore del Municipio VI – Daremo ai cittadini la massima trasparenza e faremo in modo che siano parte attiva nelle decisioni che li riguardano”.

La Redazione ViVicentro ha visionato, in allegato al comunicato stampa, le due lettere inviate dall’assessore Ziantoni ai responsabili Ama e Verde pubblico per l’area del Municipio VI.

“Candreva vuole andare via”, Tare e quelle parole che fanno ben sperare…

Arrivano conferme

Nel corso della conferenza stampa indetta dalla Lazio per discutere della questione Bielsa e non solo, il direttore sportivo Tare ha rivelato: “Candreva vuole andare via, per questo stiamo cercando un’alternativa sulla fascia come sapete”. Poche parole pronunziate ma che, ad ogni modo, conferano le ultime voci che vedono Candreva in trattativa col Napoli. Mancherebbero solo gli ultimi dettagli, anche se attenzione: Chelsea e Inter sono pronte a rifarsi sotto.

Giappone. Un grappolo d’uva venduto a 10.000 euro

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Ognuno spende i propri soldi come meglio crede. Nessuno viene a sindacare sul vostro ultimo viaggio in Patagonia o nella Grande Mela, o per l’acquisto di una borsa firmata, il sogno di alcuni e un totale spreco per gli altri. Eppure, quando qualcuno spende quasi diecimila euro per un grappolo d’uva, qualche perplessità la solleva.

E’ il caso di un grappolo d’uva composto da 30 acini, messo all’asta. Si tratta di un’uva a bacca rossa Ruby Roman, una varietà coltivata a Ishikawa, famosa per la misura dei suoi acini, grandi come una pallina di ping pong. Il vitigno ha debuttato nel mercato di recente, nel 2008. A battezzarlo con questo nome sono stati i cittadini stessi attraverso un referendum.

Considerata un’uva prestigiosa, non tutti gli anni viene raccolta e una cura maniacale viene riservata alla vigna. Ogni acino (del valore di circa € 317) deve passare una serie di test per qualificarsi come un “rubino romano”. Altri frutti popolari, come i meloni hanno un flusso delle tariffe annualmente deliranti.  Il record assoluto del 2008, quando due meloni erano stati venduti per la somma di 2,5 milioni di yen (19.500 euro al cambio attuale). Le fragole non hanno nulla da invidiare.

Un marchio di lusso, particolarmente popolare quest’anno, appare come 390 euro … l’unità. Pur pagando tali somme, i giapponesi non guardano al costo di acquisto, in particolare quando offrono la frutta, un dono prezioso nell’arcipelago. Nei reparti dei grandi magazzini dedicati o negozi specializzati, le opere d’arte della natura  sono esposte come gioielli, protette da una rete bianca. Spesso vendute singolarmente, mele, pere, pesche, uva presentano forme perfette e lasciano un gusto squisito al palato.

Anche nei supermercati di base, la frutta è ancora costosa: una sola mela spesso costa l’equivalente di 2 euro.  Eppure osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” in Italia diciamo che la frutta è cara. Se amate la frutta e non potete farne a meno… beh, cominciate ad ipotecare casa vostra, come avviene in un qualunque supermercato “Tokyo food show”. Godiamoci la frutta noi che possiamo!

vivicentro.it/terza-pagina –  (agenpress) / Giappone. Un grappolo d’uva venduto a 10.000 euro

Witsel, ci siamo! Accordo raggiunto, firmerà un quadriennale

C’è l’accordo con Witsel

Fumata bianca per Witsel: a dare l’annuncio la radio ufficiale del Napoli, Radio Kiss Kiss. Secondo l’emittente radiofonica, infatti, i partenopei avrebbero trovato un accordo definitivo con il calciatore, dopo aver raggiunto l’intesa con lo Zenit, superando la concorrenza dell’Everton, molto forte sul calciatore nelle ultime settimane. Il belga firmerà un quadriennale.

Valeria Celentano protagonista della Vespa Rosa (di Patrizia Esposito)

Non c’e’ fischio al 90°: amore eterno per le Donne Gialloblé
Valeria Celentano si racconta alla Vespa Rosa  

Prima dell’inizio del nuovo campionato 2016-2017, abbiamo incontrato Valeria Celentano, una giovane stabiese con una grande passione per i colori gialloblù: l’amore per la Juve Stabia non è andato in ferie per una tifosa che segue la sua squadra del cuore allo stadio da pochi anni ma con assiduità.

L’amore per lo Stabia scattò quando una domenica di qualche anno fa, casualmente,  andò ad assistere ad una gara del cugino Francesco Donnarumma che giocava nel campionato Berretti in prestito alla Paganese e quel giorno si disputava proprio Paganese-Juve Stabia. Alla vista di quella maglia e di quei colori gialloblù, Valeria provò immediatamente un’emozione indescrivibile, un vero colpo di fulmine tra lei e la Juve Stabia.

Molti i calciatori che l’hanno particolarmente colpita: da Francesco Zampano, un vero terzino scalpitante sulla fascia, a Gennaro Scognamoglio, un calciatore di qualità con tanta esperienza. “Lo definirei un “attaccante” nei panni di un difensore e se potessi lo riporterei a casa” – ci confida la nostra intervistata.

Tuttavia ci svela i nomi di 2 calciatori preferiti: “Abou Diop, un giovane attaccante che anche se entra in campo a partita in corso può fare la differenza, e Biccio Arcidiacono che, a mio avviso, sa essere decisamente molto determinato

Quest’anno Valeria si dice abbastanza soddisfatta per le sorti della Juve Stabia perché anche se con un po’ di difficoltà è riuscita a raggiungere la salvezza, mentre sul tema delle ingiustizie, ritiene che “…molte squadre hanno subito ingiustizie e purtroppo è capitato anche alle vespe” .

Il gol più bello che è anche il suo preferito, è quello di Sergio Contessa in Benevento- Juve StabiaChiediamo a Patrizia alcuni aggettivi per definire la sua squadra del cuore all’esito del campionato appena concluso. La squadra in molte occasioni le è sembrata distratta, poco compatta e in alcune partite quasi sfinita.

Valeria non ho un portafortuna né un rito scaramantico ma il suo motto è: “Più presto facciamo, più presto finiamo”.

La nostra fan gialloblù saluta tutte le donne tifose della Juve Stabia che seguono sempre la loro squadra del cuore condividendo con lei gioie e sofferenza.

Il suo messaggio di chiusura è : “Un abbraccio alla Curva Sud e ai suoi tifosi che non smettono mai di regalarmi emozioni, di quelle da far venire la pelle d’oca. Infine un ringraziamento alla rubrica la “Vespa Rosa” per quest’intervista”.

Patrizia Esposito

 

Sulla corsa di Clinton e Trump ora si allunga l’ombra di Dallas

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Dallas, la città teatro dell’assassinio di Kennedy può ridefinire la partita per la Casa Bianca

I dimostranti che a Dallas, come in decine di città americane, protestavano giovedì sera, dopo la morte di due afroamericani uccisi dalla polizia, s’erano dati appuntamento alla Old Red Courthouse, vecchio tribunale in arenaria rossa, torri e guglie al 100 di South Houston Street.

Non si contrattano più affari o giudicano criminali dietro le bifore, con la foga del Texas, messicano, indipendente nel 1836 dopo l’assedio di Fort Alamo, americano nel 1845, secessionista con i Confederati schiavisti scacciando anche l’eroe Sam Houston. I ragazzi convocati online da Black Lives Matter, movimento contro la brutalità della polizia, sanno che Old Red è ormai un museo, pezzo forte le armi di Clyde Barrow, gangster innamorato di Bonnie Parker quanto del fucile Browning automatico, caricatore da 20 pallottole esplosi in tre secondi.

I turisti guardano ammirati, ma si tratta di catenacci rispetto alle armi da guerra che, mentre la manifestazione sciama verso downtown Dallas, hanno preso a crepitare dai tetti, orgoglio della città che ha minacciato di morte con manifesti lividi il povero presidente Kennedy nel 1963, ed è da allora celebre per averlo ucciso, da una finestra del Magazzino dei Libri, poco lontano da Old Red.

Lee Oswald, killer accusato dalla Commissione d’inchiesta Warren e dall’ultimo, bellissimo, romanzo di Stephen King, «22/11/63», ma scagionato dai complottisti fino al regista Oliver Stone, sparò con un fucile Carcano-Mannlicher, arma da tiratore scelto, un cimelio rispetto alla gragnuola di colpi a Dallas oggi.

Della morte di Kennedy abbiamo solo pochi fotogrammi del filmino girato dal passante Zapruder, della sparatoria che insanguina la città, dal Belo Garden Park al Museo Old Red, abbiamo immagini angoscianti, momento su momento. La morte di Philando Castile a St.Paul freddato inerme è stata ripresa dalla fidanzata, che ne ha fatto la cronaca in diretta su Facebook. Il video dell’esecuzione di Alton Sterling a Baton Rouge è stato invece girato dagli attivisti di Stop The Killing, gruppo fondato da Arthur «Silky Slim» Reed: i militanti ascoltano la radio della polizia e, quando immaginano ci possano essere tensioni, arrivano a filmare le violenze. Lo studioso del Mit Ethan Zuckerman –come anticipato ieri da La Stampa- ne collega l’iniziativa digitale alle pattuglie di Pantere Nere che, negli anni 60 delle rivolte urbane, seguivano la polizia armati, pronti a intervenire.

Nessuno però immaginava che, oltre il muro di Belo Garden Parker, struttura opaca per separare i passanti dal traffico che fa infuriare gli ambientalisti, a pochi isolati dalla finestra che i fantasmi di Kennedy e Oswald rendono ancor oggi sito turistico numero 1 di Dallas, davanti al Community College El Centro, costruito per educare la crescente popolazione ispanica dell’ex feudo messicano, cominciasse la guerra. Non la Guerra Civile 1861-1865 che a El Centro si studia sul manuale del McPherson, la Guerra Civile 2016. Cadono 5 poliziotti, altri restano feriti insieme a passanti, sette in tutto. Tra i morti il poliziotto Patrick Zamarripa, tre volte veterano della Marina in Iraq, poi agente a Dallas. A sparargli, secondo le prime voci, Micah Johnson, suo commilitone dell’Esercito in Afghanistan, ora nella Riserva. Un video, brutale come quelli di Philando e Alton, inquadra il terrorista, che sembra indossare una divisa mimetica, aggirare un poliziotto, saltando da un pilastro all’altro di un elegante edificio di downtown, per ucciderlo alle spalle, con una raffica a bruciapelo.

Il presidente Obama ha interrotto per due volte il vertice Nato che dovrebbe decidere di guerra e pace nel mondo, per commentare la guerra a casa, prima stigmatizzando la violenza della polizia, poi – con imbarazzata marcia indietro – dandole solidarietà dopo Dallas. Hillary Clinton e Donald Trump hanno sospeso la campagna elettorale e il magnate di New York ha parlato – per la prima volta – con toni moderati, esprimendo sostegno alle vittime. Sa che Black Lives Matter, nata dopo la morte di Michael Brown e i disordini 2014 a Ferguson, in Missouri, convergerà tra una settimana sulla sua Convenzione di Cleveland, e teme violenze. Poche settimane fa aveva sfidato Blm a contestarlo, ora capisce che il gioco è tragico, non un giro di black jack al casinò.

Dalla feritoia del cecchino Oswald ai tetti del boom del petrolio e delle nuove industrie high-tech del Texas, qualcuno organizzerà presto un nuovo tour turistico «Violenza a Dallas», da votare su Tripadvisor. Ma il capo della polizia in città, David Brown, nero, sa che altre gang armate sono in agguato. Prima di essere abbattuto con un robot poliziotto, pioniere della giustizia tecnologica, Johnson avrebbe detto «Voglio uccidere bianchi e poliziotti, la fine è vicina». Per Brown un’angoscia familiare, suo figlio, giovanissimo, ha ucciso un agente, per finire anche lui morto, crivellato di colpi dai colleghi del padre.

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vivicentro.it/politica –  lastampa / Sulla corsa di Clinton e Trump ora si allunga l’ombra di Dallas GIANNI RIOTTA

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Castellammare, la gara per gli chalet fu regolare

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Via Duilio, tutti assolti ‘perchè il fatto non sussiste’ nel processo sulla presunta asta turbata per l’assegnazione della gestione dei tradizionali chioschi all’Acqua della Madonna. Tra gli imputati anche il dirigente del Comune di Castellammare di Stabia, Lea Quintavalle, e due dipendenti pubblici Michele Martone e Aniello Lamberti. I 19 imputati hanno ricevuto l’assoluzione dopo un proscioglimento già ottenuto nel 2012.

Zielinski-Napoli più vicini, il polacco pronto al ‘sì’

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Clamorosa svolta nell’affare Zielinski-Napoli. Il Messaggero Veneto fa sapere che la trattativa sarebbe alle battute finali: “L’affare Zielinski sta per arrivare alle battute finali, perché dopo l’accordo già raggiunto da tempo tra le due società, l’Udinese e il Napoli, pare vicinissimo anche quello tra i partenopei e il calciatore. Alla fine Zielinski accetterebbe un milione di euro all’anno per cinque stagioni con bonus a crescere. All’Udinese, invece, arriverebbero in cassa 14 milioni di euro e Zuniga, che però andrebbe subito a rafforzare la rosa di Mazzarri al Watford”.

Andujar, incontra Veron: Estudiantes o potrebbe partire per Dimaro

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Ci sono sette ore e quarantacinque minuti di un volo che decolla soltanto una volta la settimana tra Cancùn, Messico, e Santiago del Cile. Distanza consistente, ma non incolmabile, come quella che c’è in questo momento tra Mariano Andujar ed il suo Estudiantes per l’ennesimo ricongiungimento. Almeno in termini di chilometri però, le distanze verranno azzerate nella giornata di domani. Il portiere di proprietà del Napoli è in vacanza nel sud-ovest del Messico da domenica scorsa e lo sarà infatti fino a domani, quando è previsto il suo ritorno in Argentina. Il club di La Plata, dal canto suo, si trova con dirigenza al seguito nella capitale cilena, dove alle 19:30 di oggi (ora locale) affronterà i padroni di casa dell’Universidad De Chile nella prestigiosa amichevole prevista nell’ambito dell’accordo con cui due estati fa l’Estudiantes aveva prelevato dalla U l’attaccante classe ’96 Facundo Quintana. Anche per il presidente Juan Sebastian Veron e soci, il ritorno a casa dopo l’esibizione è previsto per la giornata di domenica. La prima metà della prossima settimana diventerà così decisiva per il futuro dell’estremo difensore, atteso ad un faccia a faccia con l’ex campione di Lazio e Manchester United. Un faccia a faccia in occasione del quale Andujar dovrà render nota la propria decisione definitiva. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da IamNaples.it, il club argentino ha offerto già da giorni al portiere unbiennale da circa 700 mila dollari a stagione, offerta che inizialmente aveva lasciato interdetto il portiere che ha ancora un anno di contratto con il Napoli. Tre giorni fa, Veron ha precisato come l’offerta fosse intrattabile e che Mariano dovesse quanto prima esprimersi in maniera definitiva. Andujar, intanto, un bel gesto d’amore per il club del suo cuore l’ha già comunque speso nei giorni scorsi, rifiutando una proposta dell’Independiente (che avrebbe anche riconosciuto al Napoli una cifra di 750mila euro che non sono esattamente spiccioli per un portiere 33enne, abbondantemente fuori dai piani tecnici e in scadenza di contratto) lasciando filtrare il messaggio che l’ex etneo, almeno in Argentina, non gioca per nessun’altra maglia che non sia quella dei Pincharratas.

E allora ci si vede a La Plata, ognuno di ritorno dal proprio viaggio, per mettere la parola fine alla telenovela. Andujar ha dinanzi a sé due scelte: accettare di chiudere la carriera all’Estudiantes alle condizioni di Veron, facendo l’ennesima scelta di cuore, o aspettare altre offerte. Nella seconda ipotesi, dovesse passare più di una settimana prima di trovare una destinazione, per l’ex Catania potrebbe profilarsi un clamoroso scenario, che porta a un viaggio ancor più lungo di quello da Cancùn a Santiago: tratta transoceanica, direzione Dimaro. Scelta che, con quattro portieri già aggregati, di cui almeno due dovranno certamente partire, e con chance di poter restare nell’organico del Napoli prossime allo zero per l’argentino, non gioverebbe veramente a nessuno.

iamnaples.it

Juve Stabia, gli aggiornamenti su Moscardelli, Capodaglio, Russo, Salvi e Zibert

I dettagli sulle trattative in corso

Facciamo un po’ di ordine nel mercato della Juve Stabia e aggiungiamo qualche dettaglio. Intanto il 13 luglio ci sarà il raduno (CLICCA QUI per i dettagli), ma a tenere banco è sempre il mercato con i colpi pronti ad arrivare per mettersi a disposizione di Gaetano Fontana: vi abbiamo parlato di Moscardelli (CLICCA QUI per i dettagli), di Russo (CLICCA QUI per i dettagli), di Salvi (CLICCA QUI per i dettagli) e di Capodaglio (CLICCA QUI per i dettagli). Secondo le ultime indiscrezioni raccolte, sono ormai tutti prossimi alla firma e potrebbero essere a Castellammare di Stabia già per il raduno di mercoledì. Novità arrivano anche dalla riapertura della trattativa per Zibert dell’Akragas, anche se il Catania resta in vantaggio: si proverà fino alla fine proponendo anche qualche giovane e cash all’Akragas.

a cura di Ciro Novellino

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