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Piano Alfano: migranti spalmati (3×1000) e più soldi ai comuni (50 centesimi per “ospite”)

Il ministro degli interni Alfano tenta, in questi giorni, di risolvere la non più prorogabile “questione” sui migranti che finora,  nonostante che la percentuale di stranieri in Italia sia inferiore a quella nel resto d’Europa: 8,3% contro il 9,3% della Germania o il 9,6% della Spagna,  tanti malumori e polemiche ha scatenato tra sindaci e governatori di qualsiasi colore politico.

Per farlo sembra voler far tesoro delle parole di Papa Francesco del 18 aprile scorso:  ​”I migranti sono un dono, non un problema” provando a farne una più laica rivisitazione traducendo in: i Migranti saranno uno dono sparso su tutto il territorio accompagnati da più soldi: due o tre persone ogni mille abitanti e aiuti finanziari mirati ai Comuni: 50 centesimi a migrante a titolo di spese generali. La quota, chiaramente, verrà detratta dai 2,50 euro attualmente previsti quotidianamente per le spese spicciole – il cosiddetto pocket money o argent de poche dei profughi. Finora ai Comuni che partecipano allo Sprar non vengono elargite somme per spese generali a fondo perduto, ma solo quelle relative alle spese sostenute per il progetto di accoglienza di strutture ad hoc o appartamenti. Spese che devono essere rendicontate e documentate minuziosamente proprio a garanzia del rispetto della legge e per evitare casi di malaffaresul tipo di Mafia Capitale.

Ai 50 centesimi si aggiungerebbe anche lo sblocco delle assunzioni per cui, i Comuni che aderiranno allo Sprar (attualmente sono 800), saranno premiati con la deroga al divieto di assunzioni. Potranno cioè procedere a reclutare nuovo personale (cittadini italiani) da impiegare nei progetti di assistenza e integrazione dei migranti e richiedenti asilo. In questo modo si potrà attribuire maggiore consistenza al sistema pubblico. L’incentivo prevede una revisione della Legge di Stabilità e costituisce uno degli aspetti più determinanti, seppur spinosi, del prospetto al vaglio del ministro Alfano e dell’Anci.

Per finire, in un’intervista a Libero, Alfano annuncia anche una nuova misura sul fronte della sicurezza affermando:

“Sto studiando un decreto che prevede una sorta di Daspo che tenga lontano dalle città i criminali con precedenti pericolosi. Vorrei che questa legge fosse il provvedimento del governo alla ripresa dei lavori dopo Ferragosto”.

Per ora, comunque, si resta all’emergenza crescente e alla sua gestione tramite i prefetti che intervengono senza chiedere permesso inviando i profughi ai Comuni i quali provvedono a sistemarli – sempre che ne trovino la disponibilità –  in pensioni e hotel. Per ogni migrante all’hotel spettano 35 euro dai quali, però, vanno decurtati sempre i famosi 2,50 euro del pocket money a loro volta decurtati, se tutto passerà, dei 50 centesimi che andranno al comune per cui, al migrante, andranno 2 euro netti (sempre per giorno).

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Trani: Il capostazione Vito Piccarreta a pm “Non ho modificato orario”

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Il capostazione Vito Piccarreta non ha avuto dubbi nel disconoscere, durante l’interrogatorio ancora in corso davanti ai pm della Procura di Trani che indagano sul disastro della Ferrotramviariala correzione a penna riportata sui registri di viaggio della stazione di Andria riguardo alla partenza del treno, l’ET1021, avvenuta alle 10.59: “Non ho modificato l’orario sul registro, quella grafia non è mia” avrebbe dichiarato.

Leggiamo quanto riportato dall’agenzia AGI:

TRANI – Tra Andria e Corato, due treni, che viaggiavano su binario unico in due direzioni opposte, si sono scontrati dopo le ore 11 del 12 luglio scorso. Il capostazione di Andria, Piccarreta, avrebbe avvisato il collega di Corato, Alessio Porcelli, che alle 10.59 partiva il treno diretto dal capoluogo della Bat verso la cittadina del Barese. L’annotazione a penna con correzione è ritenuta sospetta, facendo intuire che la partenza effettiva del convoglio sia avvenuta dopo le 11 e poi sia stata modificata. Ma Piccarreta ha prontamente smentito che possa essere sua. E’ durato sei ore l’interrogatorio del capostazione di Andria, Vito Piccarreta, indagato con altre cinque persone per la strage della Bari Nord. I

Sono ancora 17 i feriti ricoverati, cinque dei quali con prognosi riservata, negli ospedali tra Bari, Andria e Barletta, per l’incidente ferroviario di martedi’ 12 luglio costato la vita a 23 persone. I dati sono stati raccolti a cura del Dipartimento per le Politiche della Salute della Regione Puglia. In mattinata il ministro della Salute, a Bari per un Convegno al Policlinico, ha incontrato alcune delle persone ricoverate e ha dichiarato che questa tragedia “ha evidenziato l’ottima capacità di intervento e soccorso del sistema sanitario barese. Grande è stata poi la risposta dei tantissimi cittadini che hanno donato il sangue”.

Higuain, il Napoli prova a prendere Balotelli

I dettagli

Il Napoli è in ansia, ancora ombre sul futuro di Higuain. La Juve pressa e il Napoli si guarda intorno. Gli azzurri, stanno sondando il terreno per Mario Balotelli. La punta e’ stata scaricata dal Milan prima e dal Liverpool poi.  Molte testate hanno battuto la notizia di un possibile affare tra il calciatore e la societa’ azzurra e secondo le nostre fonti, questo contatto non sarebbe solo un idea e nemmeno una fantasia di meta’ estate. Tradotto, Balotelli Napoli si puo’ fare e nelle prossime puntate capiremo tutti questi scenari molto piccanti in materia di calcio mercato. Questo è quello che riferisce il collega Gianluca Apicella su magazinepragma.

VIDEO ViViCentro – Anaune, Falvo: “Marco Gabbiadini, che emozione. La differenza con Mazzarri…”

Queste le sue parole

Il Napoli affronterà questo pomeriggio l’Anaune Val di Non nella prima uscita stagionale della nuova annata. Una gara amichevole per testare la condizione dopo i primi carichi di lavoro. Ore 18 il fischio di inizio a Dimaro. Noi abbiamo raggiunto il difensore dell’Anaune, Gabriele Falvo e queste sono le sue parole.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

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La vendetta di Erdogan: arrestate oltre 7.500 persone e minacciata pena di morte

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Secondo quanto riportato dalle Agenzie di stampa internazionali e dall’Agi, l’ondata repressiva in Turchia di Recep Tayyp Erdogan, sembra essere senza fine con oltre 7.500 arresti (316 confermati in udienza), tra cui 100 agenti di polizia, 6.038 soldati, 755 tra giudici e procuratori, e 650 civili.

Quasi 9.000 i licenziamenti dal ministero dell’Interno turco, di cui 8.000 i poliziotti. Numeri che allarmano l’Europa e gli Stati Uniti, che dalla solidarietà espressa al presidente turco passano alla preoccupazione per il rispetto dei diritti umani in Turchia, a partire dalla possibilità che venga reintrodotta la pena di morte proprio all’inizio del negoziato tra Ankara e Bruxelles. “Nessun Paese puo’ diventare stato membro dell’Ue se introduce la pena di morte, questo è chiaro nell’acquis comunitario”, hanno detto tutti, ma, ha aggiunto Kerry senza far riferimento alla pena di morte (negli Usa esiste), “sottolineiamo l’importanza della giustizia e del rispetto dello stato di diritto”. Inoltre “siamo determinati a che tutti gli sforzi contro Daesh non si indeboliscano”. “Siamo stati molto chiari nel condannare il tentativo di golpe militare – ha evidenziato Paolo Gentiloni,ministro degli Esteri italiano – e al tempo stesso siamo molto chiari nel dire che la reazione al golpe militare non può essere di vendetta ma deve tenere conto dello stato di diritto: il ricorso alla pena di morte sarebbe evidentemente in contraddizione”.

Berlino va oltre: “Nelle prime ore dopo il fallito colpo di Stato”, ha detto Angela Merkel, “abbiamo assistito a scene rivoltanti di giustizia arbitraria e vendetta. Questo non è accettabile”. “Farsi prendere dalla fretta nell’agire non sarebbe corretto, ma non possiamo ignorare quanto ci chiedono i nostri concittadini”, ha precisato il premier turco Binali Yildirim, di fronte all’irritazione europea. Poi ha minimizzato: “La questione dev’essere deliberata in Parlamento, giacché implica una modifica costituzionale”.

La polemica con l’Ue si intreccia con quella che vede Ankara e Washington quasi ai ferri corti in merito al destino di Tethullah Gulen, l’acerrimo nemico di Erdogan ritenuto da quest’ultimo l’organizzatore del tentato golpe e residente in Pennsylvania. La Turchia deve mostrare “prove e non supposizioni”, ha detto Kerry, he ha aggiunto: “Nessuna rihiesta di estradizione è arrivata”.

Proprio dall’ampiezza della repressione e dalla caratura di diversi personaggi arrestati emerge che non e’ stato un ‘golpe dei colonnelli”: 103 tra generali e ammiragli sono finiti in manette, vale a dire quasi un terzo su un totale di 356 alti ufficiali pari grado. In carcere si trovano i comandanti della II e della III Armata dell’Esercito e soprattutto l’ex numero uno dell’Aviazione, generale Akin Ozturk, considerato il vero promotore del mancato golpe. Il nuovo bilancio delle vittime del fallito golpe è questo: sono morte 308 persone, di cui 145 civili, 60 poliziotti e 3 soldati.

Tra i 9.000 funzionari del ministero dell’Interno turco licenziati sono 7.850 gli agenti costretti a riconsegnare arma d’ordinanza e distintivo per poi essere esonerati dal servizio nella nottata di ieri proprio mentre alcuni aerei dell’Aeronautica turca hanno compiuto dei voli di pattugliamento nei cieli di Ankara, Istanbul e Smirne per ordine del governo.

Dopo quando accaduto in Turchia “e’ importante sostenere la legittimita’ delle istituzioni” hanno riaffermato, dopo l’incontro di questa mattina a Bruxelles fra ministri degli Esteri Ue e il segretario di Stato Usa, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini e lo stesso John Kerry. “In quella notte tragica sono stata la prima a dire che le istituzioni legittime della Turchia dovevano essere protette”, ha detto la Mogherini, ora “non ci sono scuse per nessuna deroga allo Stato di diritto”. “Oggi daremo un forte messaggio sul fatto che il rispetto dello stato di diritto e del sistema di divisione dei poteri devono essere protetti e rispettati per il bene della Turchia stessa”. Infatti, ha aggiunto l’alto rappresentante, “il paese rischia divisioni molto profonde, le sta gia’ vivendo, e il modo migliore per gestire la difficile situazione e’ il rispetto dello stato di diritto. Non ci sono scuse per nessuna deroga”. Come Unione europea “condanniamo il tentativo di colpo di Stato, e “invitiamo al rispetto dei valori costituzionali, delle liberta’ fondamentali, dei diritti umani e stato di diritto”, ha ribadito. Anche Kerry ha ricordato che “siamo favorevoli che i responsabili del colpo di stato siano assicurati alla giustizia, ma sottolineiamo l’importanza della giustizia e del rispetto dello stato di diritto”. Inoltre, ha aggiunto, “siamo determinati a che tutti gli sforzi contro Daesh non si indeboliscano”.

Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che il parlamento potrebbe discutere la reintroduzione della pena di morte per chi commette atti di tradimento nei confronti dello Stato. Erdogan ha pronunciato queste parole in seguito ai funerali per le vittime degli scontri del tentato golpe del 15 luglio, mentre poche ore prima il premier Binali Yildirim dichiarava il ritorno alla normalita’. “Una minaccia e’ stata sventata, ora e’ il momento di fare pulizia” Yildirim, alla folla che chiedeva la condanna a morte per gli autori del golpe, ha assicurato che il governo ha “recepito il messaggio” e che presto “sara’ fatto quanto necessario”. La Turchia, con Erdogan premier, aveva abolito la pena di morte nel 2004, uno dei requisiti chiesti dall’Ue affinche’ Ankara potesse aspirare all’ingresso tra i Ventotto. Ora questa aspirazione, peraltro sempre meno sentita da Erdogan di cui l’Ue ha disperatamente bisogno per tenere a bada lo tsunami di profughi in fuga dalla Siria, passa in secondo piano rispetto al regolamento di conti con i protagonisti di questo tentato golpe. “In una democrazia le decisioni sono assunte sulla base di quello che vuole il popolo. Io penso che il nostro governo parlera’ con l’opposizione e (alla fine) assumera’ una decisione” sulla reintroduzione della pena capitale, ha spiegato Erdogan aggiungendo che “non possiamo perdere altro tempo perche’ in questo Paese chi lancia un golpe deve pagarne il prezzo”.

 

Erdogan è determinato a vendicarsi di chi ha tentato di metterlo alla porta, ma su tutti vuole la testa dell’arcinemico Fethullah Gulen, in esilio negli Stati Uniti. E ha chiesto a Washington di estradarlo “perche’ implicato nel tentativo di golpe”. Parlando a migliaia di sostenitori radunatisi in piazza, Erdogan si è rivlto direttamente agli Stati Uniti: “dovete estradare questa persona”, ha affermato. “Sto chiedendo all’America e al presidente (Obama) di estradare o consegnarci questa persona che vive su 400 acri di terreno in Pennsylvania”, ha detto Erdogan senza ma citare il nome di Guelen, aggiungendo: “Vi ho detto che e’ coinvolto nell’organizzazione di colpi di Stato, ma non sono stato ascoltato. Ora ancora oggi dopo il golpe vi chiedo ancora di darci questo uomo”.

Il segretario di Stato americano John Kerry ha confermato che gli Usa assisteranno la Turchia nell’inchiesta sul fallito golpe ma ha chiesto ad Ankara di fornire le prove contro Gulen.

DIMARO LIVE – Bentornato Hamsik, subito lavoro per lui

I dettagli da Dimaro

Lo aspettavano ormai da giorni, si è unito alla squadra ieri in serata e adesso svolgerà la prima seduta di allenamento differenziato. Subito lavoro in palestra per il numero 17, Marek Hamsik è tornato.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Migranti, un “dono” che sta marcendo

Per l’editoriale di oggi prendo spunto da quanto scritto da Massimo Vincenzi su la Stampa di oggi per riflettere insieme a lui sul “problema migranti”.  Una situazione che ormai, nella disorganizzazione generale aggravata (o forse anche generata) da egoismi e da mancanza di fondi, è divenuta già realmente un “problema” sul quale non si può più ne glissare ne speculare per interessi di bottega. Papa Francesco, il 18 aprile scorso, ebbe a dire:  ​I migranti sono un dono, non un problema. Come negarlo, eppure …. eppure anche i doni devono essere adeguati al ricevente e questi, poi, deve saperli apprezzare e gestire. In Italia, ma anche in Europa, l’apprezzamento latita e della gestione nessuno ha voluto farsi veramente carico per cui ecco che ora ovunque, in Italia e in tutte le Nazioni U.E., ci si sta accorgendo che il tentare di demandare ad altri (Stati, regioni, comuni) senza null’altro fare è cosa non più “frequentabile” e che l’averla praticata, sinora, ha portato a sbattere contro un muro con danni – per ora – più o meno gravi, ma che presto diverranno irreparabili. I segnali ci sono tutti in Italia come in Inghilterra, in Germania ed in quasi tutti gli altri stati europei meta tradizionale di immigrazione; finanche nei paesi scandinavi, basta volerli vedere.

Tornando in casa nostra, in lealtà e realtà, occorre annotare che, bene o male, tra mugugni e sfruttamenti (politici) vari, abbiamo tenuto botta con la nostra struttura di centri d’accoglienza gestita dal ministero dell’Interno composta da:

  • 14 centri di accoglienza (Cpsa, Cda, Cara)
  • 5 centri di identificazione ed espulsione (Cie)
  • 1.861 strutture temporanee
  • 430 progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar)

ma ora TUTTI sono realmente OLTRE il collasso per capienza e per disponibilità economiche per cui siamo entrati in una fase pericolosa di ribellione a quella che non è, non può, più essere una gestione ed un trattamento umano di questi “doni” per ribadire il concetto e le parole di Papa Francesco: I migranti sono un dono, non un problema.

Il governo, in questi giorni, con il piano del ministro dell’Interno Angelino Alfano, prova a dare segni di vitalità e di volontà d’affrontare seriamente (ed equanimemente) il problema provando a spalmare gli emigranti sul nostro territorio mediante l’utilizzo di una semplice e comprensibile formuletta: 1000 = 3 (tradotta: per ogni 1000 abitanti ci dovrà essere l’ospitalità per 3 migranti) e, per addolcire la cosa ci mette anche la caramellina del regalo di 50 centesimi a migrante a titolo di spese generali. La quota, chiaramente, verrà detratta dai 2,50 euro attualmente previsti quotidianamente per le spese spicciole – il cosiddetto pocket money o argent de poche – dei profughi ed è a questo punto che la mia mente vaga nei ricordi delle fiere di paese dove mi sembra d’udire il banditore Alfano decantare la sua merce ed aggiungere: e non basta siori e siore, mi voglio rovinare, ci aggiungo anche lo sblocco delle assunzioni! (che potrete pagare con i vostri soldi)

Questo è, ad ora. Che dire, meglio che niente ma siamo, come sempre, solo alle parole e quelle, si sa, non costano niente ed escono dalla bocca di chiunque, persino di un bimbo appena nato che fa sentire i suoi primi ngue, blaaa, ecc ecc. Ecco, siamo ai “ngue”; auguriamoci ora che l’infante cresca presto e bene: forte, sano ed istruito.

Per ora si resta all’emergenza crescente e alla sua gestione tramite i prefetti che intervengono senza chiedere permesso inviando i profughi ai Comuni i quali provvedono – quando è possibile – a sistemarli in pensioni e hotel. Per ogni migrante all’hotel spettano 35 euro da cui vanno decurtati sempre i famosi 2,50 euro del pocket money dei quali, se tutto passa, 2 andranno al migrante e 50 centesimi al comune

Ciò premesso, eccovi l’editoriale di Vincenzi che ha dato lo spunto a questa mia riflessione.

Il fattore tempo per uscire dalla crisi MASSIMO VINCENZI

Il pendolo dei luoghi comuni di quella tragedia umana chiamata questione migranti sbatte e finalmente si arresta contro la realtà. La speculazione politica, che da sempre accompagna l’emergenza con banalità assortite (e bipartisan), deve fare i conti con la vita quotidiana delle nostre città. Da Roma a Verbania, da Alessandria a Milano, in una mappa che non concede eccezioni, i sindaci di ogni colore lanciano un grido di allarme: così non si può più andare avanti, la situazione non è più gestibile. Il quadro descritto ieri su questo giornale non lascia spazio ai dibattiti: è vero, i numeri dicono che non c’è alcuna invasione di «orde nemiche» come troppo spesso viene raccontato, ma è altrettanto vero che le nostre strutture non sono più in grado di assorbire i nuovi arrivati e un ecosistema già ammalato adesso arranca in cerca di ossigeno.

Mancano gli spazi, con i centri di accoglienza che scoppiano (annichilendo gli ospiti in una vita disumana), e con lo smistamento che fatica sempre di più a trovare il naturale sbocco. Mancano i fondi, con i bilanci cittadini, già dimagriti dai tagli e dalla crisi, impotenti davanti alla montagna di azioni da intraprendere. Mancano soprattutto le idee e un’organizzazione centrale degna di questo nome. Lo Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), istituito nel 2015, fornisce ai migranti un sostegno di buona qualità ma i Comuni che hanno aderito sono solo 800, troppo pochi per risolvere il problema. Soprattutto la macchina va a singhiozzo e le previsioni statistiche anticipano che presto andrà in tilt, incapace di sostenere il peso della missione.

Il resto del caos schiaccia i prefetti che devono affrontare nell’ansia del giorno dopo giorno, con mezzi di fortuna, un lavoro che richiederebbe ben altra programmazione. L’assenza di un reale coordinamento fa sì che i pesi siano distribuiti in maniera casuale, dunque diseguale: dove ci sarebbe la possibilità di accoglienza non viene mandato nessuno, dove già c’è il sovraffollamento vengono spediti a getto continuo altri profughi. E così il piano inclinato dell’emergenza scivola verso il punto di non ritorno. Questo dicono i sindaci, questo spiegano gli uomini chiamati a gestire l’ordine pubblico, il resto sono chiacchiere miopi utili solo a rosicchiare qualche manciata di voti alla prossima tornata elettorale sulla pelle delle persone.

Il governo adesso prova a varare misure speciali, cerca soldi e mette sul tavolo nuove iniziative: questo è un bene, ma il programma va messo in atto al più presto perché il fattore tempo è vitale (e non è una metafora). Non si possono sprecare altre occasioni: l’inevitabile società multietnica è un duro lavoro, costa fatica e sacrifici soprattutto in questi tempi di paura ed estremismi. Bisogna alzare il livello del dibattito culturale, smettere di parlare alla pancia del Paese e iniziare ad allenare i cervelli. Ma bisogna anche abbassare gli occhi sulla realtà che ci circonda: affrontare e risolvere i problemi che la presenza di migranti non gestiti e non integrati comporta. Inutile costruire muri. Se ogni giorno donne incinte attraversano il deserto e il mare mettendo a rischio quello che hanno di più sacro al mondo, la vita dei loro figli, non si fermeranno certo davanti alle grida di qualche populista dell’ultima ora. Il dovere della politica è quello di creare un Paese civile dove vivere con dignità e sicurezza. Tutti assieme, loro e noi.

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Rafael cerca il riscatto azzurro e la riconferma

I dettagli

Si sta allenando con la sua solita professionalità, Rafael Cabral, portiere brasiliano che Sarri non ha praticamente mai utilizzato nella stagione 2015/2016. Il Corriere dello Sport scrive: “Rafael è alla ricerca del riscatto. Il portiere brasiliano, gravato da un contratto da 1 milione di euro, ha trascorso la recente stagione agonistica inoperoso perché ha ricoperto il ruolo di terzo portiere alle spalle di Reina e Gabriel. Sembra che anche lui abbia deciso di sfidare ancora una volta la sorte”. 

RILEGGI LIVE – Dimaro, seduta mattutina: azzurri in campo! C’è Hamsik!

Segui il nostro live

11:00 – Fine allenamento

10:46 – Sarri prova gli schemi da calcio d’angolo

10:40 – Si provano gli schemi da calcio piazzato corto

10:32 – Gli azzurri provano anche le conclusioni a rete

10:18 – Cambio di programma, tutti in campo per gli schemi

10:17 – Il lavoro prosegue con esercizi fisici per attaccanti e centrocampisti, mentre la difesa lavora sulla tattica

10:09 – Hysaj passa alle lunghe distanza

10:05 – David Lopez sembra perfettamente ripreso dal dolore al ginocchio

10:02 – Sarri si allontana dal gruppo e passeggia per il campo con la sua immancabile sigaretta

09:55 – Hysaj lascia la palestra e si dedica ad alcuni scatti sulle brevi distanze

09:53 – Si comincia con esercizi di conduzione della palla

09:50 – Tonelli raggiunge Marek e comincerà l’ennesimo differenziato sotto l’occhio dei fisioterapisti azzurri

09:8 – Entrano in campo gli azzurri tra l’ovazione dei presenti. Si rivede Hamsik che si dirige in palestra, il capitano è arrivato ieri sera a Dimaro

09:43 – Hysaj si dirige in palestra

09:40 – Albiol e David Lopez rientrano negli spogliatoi

09:08 – Albiol entra in campo e si dirige in palestra, lo segue David Lopez

09:07 – La tribuna del comunale si va riempiendo, mentre lo staff di Sarri preparara il percorso per il lavoro di oggi

Buongiorno e benvenuti alla diretta testuale della seduta di allenamento di questa mattina. Gli azzurri sono attesi al comunale di Carciato e Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Oggi a Roma le visite mediche per Santon

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive su Davide Santoni: “A Roma Davide Santon sosterrà la prima parte delle visite mediche a Villa Stuart. Se tutto andrà bene salirà a Dimaro nei prossimi giorni per la seconda parte dei test e poi firmerà il quinquennale da un milione l’anno. Il club sistemerebbe intanto la difesa. Mentre i tifosi vogliono capire cosa succederà in attacco”.

Il Torino è sempre a caccia di Valdifiori

I dettagli

La Gazzetta dello Sport parla del Torino che è sempre interessato a Valdifiori: “Decifrate le questioni offensive, ora si tratta di risolvere i problemi a centrocampo dove Gazzi e Vives dovrebbero cambiare aria. Fra i nomi più gettonati ci sono Valdifiori e Paredes per il ruolo di regista, mentre l’opzione Kucka aggiungerebbe muscoli e centimetri a tutto il reparto. Dalla Francia arriva voce di un interessamento per Clement Grenier, 25enne trequartista-regista del Lione. Di certo Mihajlovic – che nella tarda serata di ieri ha avuto un colloquio con il diesse Petrachi – aspetta rinforzi tant’è che ieri, nella prima amichevole di Bormio”.

Il Napoli aspetta Higuain a Dimaro per stanarlo

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive: “A Dimaro, intanto, la situazione è un po’ tesa. Ieri mattina Edoardo De Laurentiis, vice presidente, ha rassicurato i tifosi («Higuain? Dormite notti tranquille»), fra i quali è comparso lo striscione «Game Over». In fondo, poi, la strategia del Napoli potrebbe essere quella di stanare la voglia di Juve di Higuain. In sostanza: per la società il giocatore non è in vendita, a meno che qualcuno non paghi la clausola rescissoria evidenziando di fatto la volontà del giocatore di trasferirsi. Come dire: sei tu che lo vuoi, non noi. Nel frattempo l’Arsenal parrebbe aver puntato (anche?) altri obiettivi: oltre a Icardi è nata l’idea-Lacazette, e se fosse reale significherebbe un allentamento della morsa sul Pipita (per il quale i Gunners avevano offerto 60 milioni più Giroud). Pipita che – come ormai pare chiarissimo – non avrebbe alcuna intenzione di presentarsi il 25 in ritiro, salvo colpi di scena o ripensamenti improvvisi”.

Juve-Higuain c’è fretta di chiudere

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive su Gonzalo Higuain e la Juve: “La situazione è nota ed è il disco dell’estate: la Juventus ha individuato in Pipita il colpo da assestare per mettere kappaò la concorrenza, soprattutto in Europa; il Pipita avrebbe già detto di sì; il Napoli, invece, fa muro, non vuole, si oppone ma lo potrà fare fino a un certo punto, nel senso che una clausola rescissoria pagata (94,7 milioni di euro) equivale a un lucchetto che si apre, che sblocca tutto. Senza ritorno. Ecco: e il lucchetto è pagabile anche in due rate identiche (e non ci sarebbe bisogno della trattativa), ma la Juventus oggi proverà a proporre un pagamento frazionato in tre tranche. Se De Laurentiis dovesse continuare a fare muro, però, ecco che la grande volontà di chiudere l’affare spingerebbe il club bianconero a versare tutto e subito. Tutta l’intera posta in gioco tra contante e contropartite tecniche. Per chiudere – e in fretta – una vicenda che eviterebbe al giocatore di doversi presentare il 25 nel ritiro del Napoli. Il problema dell’ultima ora, però, è il seguente: la volontà del Napoli è quella di accettare solamente soldi senza accettare giocatori per ammortizzare il prezzo. Un desiderio legittimo ma che potrebbe essere mascherato da tempi diversi: può darsi infatti che, sempre che tutto vada in porto, un giocatore della Juventus finirà comunque per cambiare aria in direzione Napoli (Zaza il preferito, con Rugani) in un secondo momento”

E’ lui l’erede di Higuain a Napoli…

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive: “Napoli che in caso di addio di Higuain pensa sempre a Icardi, Morata, Slimani e Kalinic (già desiderato a gennaio insieme a Vecino dalla Fiorentina) ma nelle ultime ore potrebbe essersi riaperto il discorso legato ad Arkadiusz Milik, talento polacco dell’Ajax che comunque non è una vera prima punta: rifiutata una prima offerta di 20 milioni dal club di Amsterdam, ecco che potrebbe scattare un secondo assalto forte del fatto che Milik troverebbe il posto assicurato una volta uscito Higuain. In pratica, una situazione diversa da quella di venti giorni fa e che potrebbe agevolare il trasferimento”.

DIMARO LIVE, FOTO ViViCentro – E’ arrivato Marek Hamsik!

All’interno la foto dell’arrivo di Marek Hamsik

Nel tardo pomeriggio di ieri, è arrivato Marek Hamsik. Lo slovacco questa mattina scenderà in campo per i test fisici e guarderà la partita dei propri compagni contro l’Anaune. Questo lo scatto del suo arrivo.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Foto concessa alla nostra redazione dal un tifoso presente sul luogo

Tegola Reina, salterà ben cinque partite!

I dettagli

Brutte notizie per Maurizio Sarri, perchè l’infortunio di Pepe Reina sembra essere più grave del previsto: dopo l’ecografia e la risonanza magnetica la diagnosi parla di una elongazione del bicipite femorale della coscia destra. E’ facile immaginare che Reina non sarà utilizzabile nei 3 test previsti qui in Trentino contro Anaune, Trento e Virtus Entella e nemmeno nelle due amichevoli del primo e del sette agosto contro Nizza e Monaco: “probabilmente Reina tornerà a disposizione di Sarri l’11 e il 14 agosto in occasione della doppia trasferta in Germania dove gli azzurri affronteranno l’Hertha Berlino e poi il Friburgo”.

Higuain non si aspettava una reazione così dai napoletani e scatta la risposta

I dettagli

Raffaele Auriemma racconta un retroscena su Higuain su Tuttosport: “Il Pipita ha deciso che la sua esperienza nel Napoli si è chiusa nella notte trionfale della tripletta al Frosinone che consentì agli azzurri di centrare l’obiettivo Champions e a se stesso di migliorare il record di bomber assoluto nella serie A di tutti i tempi. Higuain ha detto sì alla Juve, ma non si aspettava la reazione tanto risentita della tifoseria azzurra. I social sono pieni di offese pesanti rivolte al Pipita e al suo entourage, così tanti che al termine di una riunione di famiglia, Nicolas avrebbe chiesto ad alcuni intermediari di verificare la possibilità di un approdo in Premier per il fratello, all’Arsenal o al Manchester City”.

C’è l’accordo tra Napoli e Icardi: all’Inter cash e Gabbiadini

I dettagli

Raffaele Auriemma su Tuttosport: “Il primo della lista continua ad essere Morata, pur sapendo che per il momento il Real Madrid non ha interesse a trattare la sua cessione. Un’apertura potrebbe esserci in futuro, forse tra 20 giorni, quando sarà troppo tardi. Ecco perché diventa molto più probabile arrivare a Mauro Icardi. Il ds Giuntoli (anche lui oggi in Lega) ha trovato l’accordo economico con Ulisse Savini, collaboratore di Wanda Nara, per l’ingaggio quadriennale da corrispondere al bomber argentino: 4,5 milioni a stagione, invece degli attuali 3,5 percepiti all’Inter ed i diritti di immagine condivisi al 50 per cento. Il club nerazzurro verrebbe soddisfatto con la cifra di 35 milioni (migliorabili) più bonus, proponendo anche l’inserimento del solito oggetto del desiderio: Manolo Gabbiadini”.

ESCLUSIVA – Juve Stabia, le parole di Paolo Capodaglio alla partenza per Gubbio (VIDEO)

Le parole di Paolo Capodaglio prima di salire sul pullman

Prima di salire sul pullman che ha accompagnato la carovana gialloblù a Gubbio per il ritiro estivo pre campionato, la nostra redazione ha avuto il piacere di porre, in esclusiva, poche domande al neo giocatore delle vespe Paolo Capodaglio. L’esperto centrocampista è stato uno dei perni della zona mediana della Casertana formazione con la quale è riuscito a conquistare i play off. Precedentemente invece il calciatore con le sue giocate aveva condotto la Lupa Roma ad una salvezza tranquilla.

Già prima che il calcio mercato entrasse nel pieno delle operazioni, la Juve Stabia aveva messo nel mirino il calciatore, che ancora sotto contratto con la Casertana non poteva accettare l’offerta delle Vespe, come abbiamo raccontato nei giorni passati la trattativa si è sbloccata con la rescissione del contratto tra il centrocampista e i falchetti.

Ecco le dichiarazioni dell’ex Casertana:

“Come uomo sono molto ambizioso, quindi punto sempre a migliorare e spero di poter migliorare tanto alla Juve Stabia dopo la buona stagione a Caserta. Voglio aiutare la squadra a lottare per il vertice, c’è un bel progetto e daremo tutto per fare bene. Promessa ai tifosi? Promesse non ne faccio, dico solo che possono stare certi che suderò la maglia fino all’ultimo secondo.”

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ESCLUSIVA – Le parole di Danilo Russo alla partenza per Gubbio

Le parole di Danilo Russo prima di salire sul pullman

Prima di salire sul pullman che ha accompagnato la carovana gialloblù a Gubbio per il ritiro estivo pre campionato, la nostra redazione ha avuto il piacere di porre poche domande al neo portiere delle vespe Danilo Russo.

Ecco le dichiarazioni del portiere stabiese, il quale difenderà la porta della squadra della sua città:

“Essere qui per me è una doppia soddisfazione. In primis perché sono stabiese e giocare per la Juve Stabia è motivo d’orgoglio per me, voglio fare bene con la maglia della squadra della mia città. Inoltre la Juve Stabia è una grande società e io sono fiero di essere qui, ho tanta voglia di fare bene. Posto da titolare scontato? Nulla è scontato. Dovrò dimostrare di stare bene e dovrò convincere il mister a schierarmi titolare. Il posto da titolare devo meritarmelo.”

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