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Nave Fiorillo, 26 luglio ’16. Soccorso ad un barcone con a bordo 472 migranti (VIDEO)

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Alcune immagini dell’operazione di soccorso ad un barcone con a bordo 472 migranti, portata a termine ieri da Nave Fiorillo, CP904, della Guardia Costiera, nel Mediterraneo Centrale.

L’unità, in considerazione dell’elevato numero di migranti, è stata supportata nelle operazioni da due motovedette classe 300, CP326 e CP327, rispettivamente della Guardia Costiera di Roccella Jonica e Gallipoli che, unitamente a Nave Fiorillo, si sono poi dirette verso il porto di Crotone, dove sono arrivate questa mattina.

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

vivicentro.it/isole/cronaca

Milik, siamo ai dettagli! Le ultime sull’affare

Le ultime

Addio a Gonzalo Higuain e nuovi piani futuri in casa Napoli, con Arkadiusz Milik ormai pronto a vestire la maglia azzurra. La trattativa per l’attaccante polacco dell’Ajax è già giunta alla stesura dei contratti: 5 anni al giocatore e 25 milioni al club olandese, con l’aggiunta di 5 milioni di bonus di non facile realizzazione tra vittoria dello scudetto, della Champions League e titolo di capocannoniere, con circa 30 reti realizzate. Manca davvero poco, dunque, all’arrivo di Milik alla corte di Maurizio Sarri, che avrà un nuovo attaccante dopo la pesante partenza di Higuain.

Fonte: Gianluca Di Marzio.

Higuain: “La Juve è una grande squadra, sono felice di essere qui”

Higuain alla prima da bianconero

Gonzalo Higuain è un nuovo giocatore della Juventus. Ecco le sue prime parole, ai microfoni di Sky, da giocatore bianconero: “Una bellissima sensazione, sono felice di essere arrivato qui e spero di fare una grande annata, abbiamo una grande società e una grande squadra e speriamo di fare felici i tifosi. Champions? Speriamo, l’importante ora è lavorare, stare calmi e arrivare alla prima giornata di campionato nel miglior modo possibile. Dybala? L’ho conosciuto prima di venire qui in Nazionale, siamo amici e sono felice di essere con lui, mi ha detto che questa è una grande squadra e una grande famiglia. Saluto tutti, ringrazio chi è venuto qui e speriamo di fare grandi cose in questi anni”.

 

70 mila alla tua festa, Gonza’ nun è capit nient!

70 mila alla tua festa, Gonza’ nun è capit nient!

“Est modus in rebus…” a scuola ci facevano leggere che la questione non è mai, dunque l'”an” ossia il “se “ma il “quomodo” quindi in che modo avvengono certe cose perché è spesso il modo a definire la sostanza di fatti e l’essenza delle persone. Il suo silenzio, questo prolungatissimo silenzio, il modo e l’incompiutezza collegata soprattutto a quelle ultime immagini del record e dei 36 gol, l’esaltazione di un momento così raro a Napoli.

A Napoli ‘chi ama non dimantica’ e ora i tifosi non dimenticheranno ciò che Gonzalo Higuain gli ha fatto. Diceva bene il presidente Aurelio De Laurentiis quanche giorno fa in conferenza stampa: “Come ha fatto a saltare sotto la curva B al coro simbolo di Napoli e poi andare ai nemici di sempre?” E si aveva ragione il presidente, come si fa?

Ma la memoria è corta e spesso fa brutti scherzi e lui l’ha dimostrato. E’ arrivato a Napoli con la voglia di spaccare il mondo: ha sudato, sgomitato e pianto, già nella sua prima annata nella sfortunata Champions nel post Arsenal. Ha fatto gol, è partito, si è divertito in città, nella movida. Poi è tornato con qualche chilo in più a Dimaro e si è messo a disposizione. Il paragone con Cavani era sempre vivo, perchè ‘chi ama non dimentica’ e il Matador si è fatto amare, anche se poi qualcuno l’ha fischiato alla sua prima al San Paolo con il Psg, ma ha sempre dimostrato e dichiarato attaccamento alla città.

Poi parte Benitez, lui vuole andare via, era la scorsa estate, ma la clausola è dura da digerire e De Laurentiis si oppone: c’è poco mercato, poi c’è Sarri. Il tecnico lo convince, resta e batte ogni record italiano di gol: 36 in una stagione, in campionato, ma qualcosa che non andava era nell’aria. Le voci, tante, erano all’ordine del giorno. ‘Il 25 luglio sarà a Dimaro’, faceva sapere la società ma lui aveva già deciso: Spagna, vacanze e visite mediche con la Juve svolte in gran segreto, o quasi…

Gonzalo Higuain va alla Juventus. Va dai nemici di sempre, Gonza’ nun è capit nient! Ha dimenticato i 70 mila che, pur non avendo vinto nulla nella stagione appena trascorsa, giunsero al San Paolo per festeggiare con il Frosinone il suo record. Il suo, Gonzalo, dimostrando attaccamento ad un bomber che vestiva la maglia azzurra. Facile ora puntargli il dito contro, ma una cosa è certa: Gonza’ nun è capit nient!

a cura di Ciro Novellino

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DIMARO LIVE – “Presidente ho Higuain a telefono…” De Laurentiis replica: “Rubentino!”

I dettagli da Dimaro

Il presidente Aurelio De Laurentiis scende in campo per salutare squadra e tifosi, prende un bel caffè offerto da Tommaso Starace insieme a Guido Baldari, addetto stampa della società, ma riceve una domanda ironica da un tifoso sugli spalti: “Presidente, ho Higuain a telefono, che gli devo dire?”. La risposta: “Rubentino! Ne prenderò altri due, tre, quattro ma basta che siano con l’anima e la passione azzurra e non siano altri rubentini”.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

L’ imam Layachi Kamel : Assassini dell’Umanità

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Karima Moual, per la STAMPA, ha cercato le reazioni delle comunità musulmane italiane allo scempio nella chiesa, sulla scia di quanto aveva scritto Massimo Gramellini sull’importanza della condanna dei jihadisti dentro le moschee ed ha raccolto, a Roma, lo sfogo di una mussulmana ed il parere dell’ imam Layachi Kamel.

Eccovi quanto ha scritto:

Tra gli arabi che vivono in Italia: “Fronte comune contro il male” KARIMA MOUAL

L’imam Kamel: “Questa è una guerra all’intera umanità”

«Assassini dell’Umanità». In un bar del centro di Roma, davanti alle immagini che scorrono in video dell’ennesimo attentato per mano jihadista, si eleva dietro al bancone, con le tazzine di caffè ancora calde, una voce strozzata, con gli occhi in piena. Nora, una giovane marocchina, mimetizzata tra i tanti clienti, scopre la sua identità musulmana, sbattendo dietro di sé la porta.

  • LEGGI ANCHE: Stagione torrida. I mussulmani la rendono rovente

«Non sopporto più questo orrore – si sfoga una volta raggiunta – non sopporto più questa violenza sanguinaria, questo terrore che ci chiama tutti in causa, come musulmani, anche se in verità io non lo conosco e so che non mi appartiene». Tra i musulmani che vivono nel nostro Paese c’è un sentimento di rabbia, orrore, disgusto. Ma anche frustrazione, paura e un senso di smarrimento in questa estate macchiata di sangue che ha colpito più volte il cuore dell’Europa e ieri – attraverso l’uccisione selvaggia dell’anziano parroco Jacques Hamel – un suo simbolo preciso: la Chiesa e il cattolicesimo.

«Con quale coraggio un ministro di culto, e come se non bastasse anziano, viene sgozzato all’interno di un luogo di culto sacro – si chiede l’imam Layachi Kamel -. Che cosa diranno a Dio coloro che hanno pianificato e messo in atto un crimine così macabro? Ancora una volta, le nostre coscienze vengono scosse da notizie terribili che arrivano dalla Normandia. Questa è una guerra dichiarata all’intera umanità e va affrontata con unità e una presa di posizione netta e chiara con i giusti. In nome dei valori più autentici dell’Islam – aggiunge – dobbiamo esprimere il massimo della condanna dinanzi a questi atti terroristici e rinnovare il nostro solenne impegno a fare fronte comune contro un male inqualificabile, che vuole minare le basi del vivere comune e creare fossati tra popoli e culture».

In Italia sono più di un milione e mezzo i musulmani residenti, con famiglie e figli, e nonostante non abbia colpito il nostro Paese, l’incursione del terrorismo jihadista ha certamente cambiato la percezione della loro presenza. Lo stanno capendo sempre di più gli imam che si attivano nella sensibilizzazione della comunità che si sente accerchiata e sotto accusa. E il termometro sono le seconde generazioni che attraverso i social network firmano nero su bianco le loro condanne agli attentati, ovunque colpiscano. Si dissociano dall’orrore e questa volta con la foto del parroco Jacques Hamel, nei loro profili Facebook, e un versetto coranico che recita: «Tra la gente della Scrittura c’è una comunità che recita i versetti di Dio durante la notte, prosternandosi; credono in Dio e nell’Ultimo Giorno, raccomandano le buone consuetudini, proibiscono ciò che è riprovevole e gareggiano in opere di bene. Costoro sono tra i devoti, e ciò che hanno fatto di bene non sarà loro disconosciuto, poiché Iddio ben conosce i timorati».

«Non possono condannarci alla divisione – dice Hicham – non vogliamo pagare il prezzo del loro odio». E allora, i social network per una giornata si riempiono della foto del parroco francese seguita dai versetti del Corano che chiamano alla vicinanza tra cristiani, ebrei e musulmani. Come lo sdegno, che viaggia sul sito oumma.com, con le parole del profeta Muhammad: «Colui che fa del male a un ebreo o a un cristiano, troverà in me il suo avversario nel Giorno del Giudizio». Non la pensano allo stesso modo i jihadisti dell’Isis e nello scontro dell’Islam contro Islam purtroppo cadranno ancora molti innocenti.

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VIDEO – Higuain è arrivato a Torino con tanto di sciarpa…

Il video del suo arrivo

Gonzalo Higuain è arrivato a Torino, ecco il video con le immagini del suo arrivo e delle prime foto con la sciarpa bianconera. CLICCA QUI per vedere il video.

Juve Stabia- Alcibiade: ecco la verità

Alcibiade ora si propone alla Juve Stabia che dice no

Alcibiade è stato uno degli obiettivi della Juve Stabia nella fase iniziale del calciomercato, quando il suo nome era accostato con forza al club di Castellammare di Stabia.

Il difensore, che ha vestito la maglia del Lecce nella passata stagione, non ha trovato l’accordo con le vespe nelle scorse settimane, forse con la speranza o la convinzione di ricevere una chiamata dalla serie B, categoria in cui ha giocato con la maglia della Nocerina prima di volare in Ungheria fra le file del Budapest Honved.

La chiamata tanto attesa, evidentemente, non è arrivata e ora il difensore torinese sembra sia tornato sui suoi passi, chiedendo l’ingaggio da parte del club caro a patron Manniello, il quale però ha virato su altri obiettivi chiudendo per Amenta e Morero.

Le possibilità di vedere Alcibiade a Castellammare di Stabia sono, purtroppo per lui, poche. Probabilmente riceverà richieste da altri club ma questa è la dimostrazione che, a volte, ci sono occasioni da cogliere al volo.

CARRIERA

Pescara

Dopo esser cresciuto nelle giovanili della Juventus, nell’agosto del 2010 viene ceduto in prestito al Pescara, in Serie B. Debutta il 16 ottobre contro il Grosseto (4-2), giocando gli ultimi dieci minuti della sfida. Il 15 novembre dello stesso anno segna il suo primo gol da professionista, realizzando la rete dell’iniziale vantaggio dei padroni di casa contro l’Ascoli Calcio, incontro finito sul 2-1 per gli ospiti.

Gubbio

Ritornato alla Juventus, il 31 gennaio del 2011 viene nuovamente ceduto in prestito, questa volta al Gubbio. Esordisce il 6 febbraio a Verona contro l’Hellas (1-2), contando 7 presenze a fine stagione.

Nocerina

Nel luglio del 2011 la Nocerina ufficializza l’acquisto di Alcibiade dalla Juventus, che arriva in comproprietà. La prima partita con la Nocerina è datata 17 settembre 2011, contro il Bari (1-1).  Dopo aver giocato 9 incontri in Serie B, la società rossonera risolve la comproprietà a favore della Juventus,

Carrarese

I bianconeri riprendono Alcibiade per cederlo ancora una volta in prestito: il difensore finisce alla Carrarese, in Lega Pro Prima Divisione. Il 2 settembre debutta con la nuova maglia nella trasferta di Frosinone, sfida persa 1-0.

Honvéd

Nel mese di gennaio ritorna nuovamente a Torino e la società bianconera lo manda a fare ulteriore esperienza in Ungheria, all’Honvéd: Alcibiade esordisce nel campionato ungherese il 3 marzo 2013 contro il Videoton, partita persa 0-4. A fine stagione, dopo 9 incontri tra campionato e coppa nazionale, ritornato dal prestito, viene svincolato dalla Juventus e l’Honvéd lo acquista a costo zero. Con la società ungherese disputa l’Europa League, debuttando il 4 luglio contro il Čelik Zenica (1-4) e realizzando anche una rete nella settimana seguente contro la stessa squadra (9-0).

Haladás

A gennaio 2015 passa in prestito all’Haladás altro club “italiano” in ungheria dove trova i connazionali Tommaso Rocchi, Andrea Mancini e Leandro Martínez già suoi ex compagni all’Honvéd, dove debutta da titolare il 28 febbraio contro il DVTK nella sfida pareggiata 1-1. Nella stagione successiva non rientrando più nei piani della società non viene mai convocato e così il 17 febbraio si svincola dal club ungherese.

Lecce

Il 17 febbraio 2016 è stato ingaggiato a parametro zero dal Lecce, squadra di Lega Pro. Ritrovando in squadra Balint Vecsei e il ds Fabio Cordella suoi compagni ai tempi della Honvéd. Ha esordito con il club salentino il 20 febbraio seguente nel match Lecce-Foggia (3-1). Segnando la sua prima rete con il suo nuovo club il 13 marzo risultando decisivo nella vittoria avvenuta proprio con il suo gol contro il Monopoli.

Nazionale

Dal 2009 al 2010 viene convocato in Nazionale Under-20 totalizzando 6 presenze, nel 2011 viene convocato dalla nazionale della B Italia di Massimo Piscedda giocando 2 partite.

Stagione torrida. I mussulmani la rendono rovente

I meteorologici avevano previsto, con largo anticipo, una stagione torrida, ancor più di quella dello scorso anno, ma mai avrebbero pensato che lo sarebbe stata anche sotto il profilo degli attacchi mussulmani a tutto tondo contro i cosiddetti “infedeli” (cioè tutti gli altri) e che questi sarebbero stati portati anche fuori dal loro territorio ed in Europa in particolare, con predilezione per la Francia (ma poi anche Belgio, Inghilterra e Germania).

E’ un’estate del terrore, come la definisce Molinari nella sua lettera quotidiana che, puntuale, mi giunge tutte le mattine. Terrore che, per la prima volta investe direttamente una chiesa e, in essa, sgozzano un prete di 84 anni, Jacques Hamel.

Il brutale assassinio in un martedì mattina qualunque alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray è figlio dell’ideologia jihadista che divide il mondo in “luce” e “oscurità”, come scrive Molinari nel suo editoriale di oggi (che vi proponiamo a seguire), e più precisamente, è figlio dei sunniti salafiti che predicano la violenza contro tutti gli altri esseri umani.

L’attacco è opera di due francesi musulmani che hanno aderito a Isis. Giordano Stabile ragiona sul nuovo passo del Califfo e spiega perché ora sotto minaccia sono le chiese in Europa.

Ed ora leggiamo l’Editoriale di Maurizio Molinari:

I volontari carnefici del Califfo MAURIZIO MOLINARI

L’efferato attacco alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray nasce dall’ideologia apocalittica dei jihadisti, esalta l’identità peculiare del terrorismo che aggredisce l’Europa e cela la strategia dell’Isis di innescare una guerra civile nei nostri Paesi in maniera analoga a quanto gli è riuscito in Iraq e Siria.

L’obiettivo prescelto e il brutale assassinio dell’84enne prete Jacques Hamel sono figli dell’ideologia jihadista che divide il mondo in «luce» e «oscurità» ovvero i sunniti salafiti che predicano la violenza e tutti gli altri esseri umani. Per gli assassini di Hamel non c’è alcuna differenza fra chiese, moschee sciite, moschee sunnite non jihadiste, sinagoghe, templi buddisti, indù, shintoisti o altari animisti. Portare la distruzione nei luoghi di culto di «musulmani corrotti, infedeli, crociati ed ebrei» è la loro missione.

Il piano rientra nel disegno escatologico della sottomissione del Pianeta a un grande Califfato.

Gli autori dell’attacco sono due musulmani locali che hanno scelto di aderire a Isis. E’ una dinamica simile alle recenti stragi di Nizza ed Orlando: i «lupi solitari» sono dei singoli che scelgono di diventare «soldati dell’Islam» come li definisce Isis. Contagiati dal jihadismo per convergenze ideologiche o vulnerabilità personali diventano i volontari carnefici del Califfo. Declinandone localmente il messaggio internazionale. Questa natura dei jihadisti ha più versioni: nel Sinai, in Libia ed in Bangladesh si tratta di cellule locali che aderiscono spontaneamente mentre in Francia, Belgio e Germania si tratta di singoli individui. La possibilità di disporre di unità locali, quasi sempre autonome dal punto di vista operativo, consente ai jihadisti di moltiplicare gli attacchi ed avere un maggior grado di imprevedibilità. Uno dei veterani della lotta a Isis lo spiega così: «Il legame fra loro è stretto come nella mafia, ma i soldati non sono subordinati bensì affiliati, con autonomia operativa».

Ma non è tutto perché versare il sangue di un prete dentro una chiesa francese svela anche ciò che i jihadisti hanno in mente per l’Europa: l’obiettivo dell’offensiva di attacchi in pieno svolgimento è innescare una spirale di violenza cristiani-musulmani sul modello di quanto gli è riuscito con sciiti-sunniti in Iraq e Siria. Abu Musab al-Zarqawi, il sanguinario fondatore di «Al Qaeda in Iraq» da cui Isis discende, teorizzò nel 2004 le stragi di sciiti e le realizzò con attacchi alle loro moschee riuscendo a scatenare una violenta reazione contro i sunniti che ha gettato l’Iraq in una guerra civile permanente allargatasi dal 2011 alla Siria e grazie alla quale il Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi si è formato il 29 giugno 2014.

La guerra civile serve ai jihadisti per creare un clima di conflitto talmente feroce da spingere i musulmani sunniti a sostenerli. Il fine ultimo è reclutare sunniti anche in Europa ed è per questo che Isis colpisce le chiese, puntando a sollevare una reazione talmente estrema, razzista ed intollerante contro gli stranieri da spingere nelle sue braccia gli oltre 13 milioni di musulmani che oggi risiedono dentro i confini dell’Unione Europea. Se la strategia dei jihadisti è innescare la guerra civile in Europa non è ancora chiaro come l’Europa intenda difendersi da un nemico che vuole devastarla. In attesa che singoli leader e Paesi Ue trovino capacità e coraggio di elaborare una nuova Difesa collettiva – assieme agli Stati Uniti, anch’essi obiettivo di analoghi attacchi – assegnando alla Nato relativi compiti e strumenti, tocca ai singoli cittadini fare la loro parte. Ai musulmani europei spetta il compito di isolare e delegittimare i volontari carnefici del Califfo come sui non-musulmani europei ricade la responsabilità di resistere al richiamo della vendetta. Per scongiurare il peggio bisogna essere in due.

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DALLA FRANCIA – Tolisso ha informato il Lione: vuole il Napoli

I dettagli da L’Equipe

Correntin Tolisso avrebbe informato personalmente l’allenatore Bruno Genesio di voler lasciare il Lione per venire a giocare a Napoli visto l’accordo per 26 milioni, anche se ieri il Lione ha smentito qualsiasi accordo con un comunicato che sa più di bluff che di realtà.

DIMARO LIVE – I tifosi fanno emozionare Hamsik!

I dettagli da Dimaro

Momenti di emozione per Marek Hamsik quando la squadra ha fatto il suo ingresso in campo. I tifosi appena lo hanno visto gli hanno fatto gli auguri per il suo compelanno facendo partire un coro: “Tanti auguri a te, tanti auguri capitano, tantri auguri a te”. Hamsik è sembrato commosso e ha ringraziato i tanti tifosi con un applauso.

Ecco chi è Adel: lo sgozzatore in Saint Etienne Du Rouvray di padre Jacques Hamel

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L’attacco di ieri alla chiesa cattolica di Saint Etienne Du Rouvray è opera di due francesi musulmani che hanno aderito a Isis. Uno, quello che ha materialmente sgozzato il sacerdote di 84 anni, Jacques Hamel,  si chiamava Adel, 19 anni, e voleva combattere per il Califfo. L’altro che lo affiancava nell’irruzione in chiesa, non è stato ancora identificato.

La mamma di Adel dice: “È stato stregato” ma intanto sembra che il ragazzo progettasse il tutto da tempo e, in famiglia, tutti non si sarebbero accorti di nulla?

Domanda questa più che legittima alla quale, forse, ci sarà risposta nei prossimi giorni. Intanto ascoltiamo quanto, in collegamento telefonico da Beirut, ci dice Giordano Stabile che ragiona sul nuovo passo del Califfo (mp3) spiegando perché ora sotto minaccia sono le chiese in Europa e poi leggiamo quanto Marco Bresolin, inviato a Saint Etienne Du Rouvray,  scrive  nell’articolo  che  la  STAMPA pubblica questa mattina:

Il giovane col sogno jihadista appena uscito dal carcere MARCO BRESOLIN

La mattina del 22 marzo, mentre a Bruxelles tre kamikaze si facevano saltare nella metro di Maelbeek e nell’aeroporto di Zaventem, Adel Kermiche ha tirato un sospiro di sollievo. Dopo dieci mesi di carcere per aver tentato di arruolarsi nella jihad, per questo ragazzo di 19 anni cresciuto nella periferia di Rouen era arrivato il momento di respirare la libertà. Anche se condizionata, con un braccialetto elettronico al polso per controllare i suoi movimenti. Un vincolo che per lui non è mai stato un problema, anzi. Tre giorni dopo l’uscita dal carcere ha festeggiato il suo diciannovesimo compleanno con gli amici.

Quattro mesi dopo è morto sul sagrato della chiesa di Saint Etienne du Rouvray dopo aver sgozzato un prete gridando «Allah Akbar». Al suo fianco un complice, la cui identificazione ieri sera non era stata ancora completata perché «sfigurato» dai colpi sparati dalla polizia.

LEGGI ANCHE – Ancora terrore in Francia, sgozzato un parroco in una chiesa vicino a Rouen. Uccisi i due aggressori

Come è possibile che un individuo schedato con la lettera «S» (così la Francia marchia i sospetti terroristi), con un braccialetto elettronico al polso, possa colpire in questo modo? È possibile, evidentemente. Adel aveva l’obbligo di dimora nell’elegante villetta con giardino dei genitori che si trova nella rue Nikola Tesla, quartiere residenziale e ordinato a Nord del centro di Saint Etienne du Rouvray. Obbligo di dimora, ma con una certa libertà. Bastava una firma al commissariato, e poi dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 12,30, e il sabato dalle 12 alle 18, poteva fare quello che voleva. E lo ha fatto.

                                                                                                     (ASCOLTA)

I suoi vecchi compagni di scuola al Collège Paul Eluard non avrebbero mai creduto di vederlo fare quella fine. All’epoca della scuola media era «une flipette», un fifone, raccontano i coetanei. Gli piacevano i videogiochi. Ma nel quartiere raccontano che nel giro di un anno e mezzo questo ragazzino «solare e allegro» era cambiato di colpo. «Parlava sempre di politica, guardava sempre i video della guerra in Siria» racconta un suo coetaneo, vestito con una tuta da ginnastica, mentre se ne sta letteralmente sdraiato sul marciapiede davanti a casa di Adel. «Io sul telefono guardo i video delle ragazze». Ride masticando semini di girasole, che poi sputa a due passi dai poliziotti che formano il cordone di sicurezza mentre sono in corso ancora le perquisizioni.

                                                                                                (ASCOLTA)

La radicalizzazione di Adel è cominciata nel gennaio dello scorso anno. È stata fulminea, cresciuta di pari passo con la sua barba. A scatenarla, l’attentato nella redazione di «Charlie Hebdo». Da quel giorno ha iniziato a seguire sui social network i profili di jihadisti. Lo ha raccontato sua madre, insegnante. «È stato come stregato, sembrava finito in una specie di setta». In meno di tre mesi era già pronto per andare in Siria. Ci ha provato, almeno due volte, senza mai riuscirci. Ma vale la pena raccontare i dettagli di tutti i suoi spostamenti per riflettere sul livello della sua potenziale pericolosità.

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Siamo nel marzo del 2015 e Adel e prende contatti con una rete di reclutatori jihadisti. Via web gli danno le indicazioni, gli dicono quali treni e quali bus prendere per andare a Monaco di Baviera, poi in Bulgaria, e quindi in Turchia. Ma il 23 marzo il suo viaggio si ferma nella città tedesca, dove viene intercettato e rispedito a casa. Era ancora minorenne. Il suo caso viene sottovalutato, ma lui continua a lavorare al suo progetto: andare a combattere nell’esercito dello Stato Islamico. Anche il suo amico d’infanzia, A. B., di soli 16 anni, prova a partire. Lui lo aiuta, pare fornendogli la sua carta d’identità, visto che era già maggiorenne. A. B. oggi è ancora in Siria. Ogni tanto si fa sentire via Facebook. Suo fratello H. B., di un anno più piccolo, ieri è stato arrestato. La polizia ha fatto un blitz nella casa in cui vive con i genitori, proprio dietro la chiesa.

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Ma torniamo alla primavera del 2015. Adel l’11 maggio prende un volo per Ginevra, questa volta con un altro amico, A. E. M., minorenne. Il giorno dopo parte una segnalazione da Parigi e viene spiccato un mandato d’arresto internazionale. Ma Adel riesce comunque a imbarcarsi per Istanbul, utilizzando la carta d’identità di un cugino. In Turchia, il 13 maggio, viene però intercettato e rispedito in Francia, via Ginevra. Dieci mesi di carcere, poi il giorno della strage di Bruxelles la cella si apre. Il giudice decide che possono bastare un braccialetto elettronico e un invito: «Mi raccomando, ora fa’ il bravo».

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Gabbiadini, l’agente va a Dimaro e spinge per l’addio

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive su Gabbiadini e Icardi: “Intanto, ieri a Dimaro è arrivato Silvio Pagliari, agente di Manolo Gabbiadini che spinge per la cessione del suo assistito. De Laurentiis ha provato a insistere con i nerazzurri per Icardi arrivando ad alzare l’offerta prima a 50 milioni più bonus e poi fino a un totale di 60: o tutto cash o 35+Gabbiadini. La risposta dell’Inter è arrivata attraverso un comunicato firmato Erick Thohir e sottoscritto nel concreto anche da Suning: “Non venderemo Icardi: abbiamo ricevuto delle offerte anche dal Napoli ma non lo venderemo. Un anno fa abbiamo allungato il contratto, siamo come una famiglia. Possiamo sempre parlare o discutere di cosa vorremmo fare insieme in futuro. Per noi è il capitano, siamo molto contenti di lui”. Il Napoli a questo punto dovrà rilanciare moltissimo, e potrebbero non bastare nemmeno 70 milioni per convincere l’Inter a sedersi anche solo intorno a un tavolo. A mercato chiuso, dal primo settembre, quando tutto sarà più tranquillo, l’Inter parlerà con l’entourage del capitano per ascoltare le sue richieste. Per adesso, testa al campo e all’inizio del campionato. Altri mal di pancia, non sarebbero graditi dal club”.

Sportiello-Napoli, la pista non è tramonata: Giuntoli chiede anche Conti

I dettagli

Il Corriere della Sera scrive sul mercato in uscita dell’Atalanta: “Il Napoli, dopo Marco Sportiello,  tutt’altro che tramontato, ha messo nel mirino anche Andrea Conti, già richiesto dal Sassuolo nei giorni scorsi. La richiesta è comunque di sette milioni e Hysaj rimane il titolare sulla destra, al di là di eventuali acquisti. Per l’attacco continuano a piacere Suso e Federico Ricci, oltre a El Kaddouri, mentre l’Hellas Verona vorrebbe Guglielmo Stendardo: sul difensore c’è ancora il Pescara”.

Milik sarà un giocatore del Napoli: contratto di 5 anni

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive su Milik: “Il dopo Higuain ha un nome e un cognome: Arkadiusz Milik, 22 anni compiuti a febbraio, diventerà prestissimo un calciatore del Napoli. Il club azzurro ha trovato l’accordo con l’Ajax per il centravanti polacco che non ha giocato ieri l’andata del terzo preliminare Champions. È stato il d.s. Cristiano Giuntoli, con il placet di Sarri, a spingere per Milik che Aurelio De Laurentiis acquisterà per 25 milioni (più 3 di bonus facilmente raggiungibili). Sembrava finita, ma la Juve ha pagato la clausola di Higuain e il club azzurro ha alzato la posta di quasi dieci milioni (il 20% dell’operazione andrà al Bayern Leverkusen). Per l’accordo con il ragazzo mancano solo i dettagli. Trapelano pochi dettagli: contratto quinquennale, stipendio di circa 2,5 milioni e ipotesi clausola rescissoria”.

Higuain-Juve, un affare d’oro per De Laurentiis

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive altri dettagli sulla cessione di Higuain alla Juve: “La Juventus aveva già capito che il Napoli non avrebbe trattato, aspettava solo la comunicazione ufficiale per depositare il contratto. I bianconeri potranno pagare i 90 milioni della clausola in due rate: una subito e l’altra il prossimo anno. Il Napoli realizza una plusvalenza di 86,5 milioni: Gonzalo venne acquistato nel 2013 per 37 milioni (di cui 33,5 già ammortizzati). Il club di De Laurentiis utilizza gli ammortamenti decrescenti, per questo dopo i primi 3 anni di contratto ha già scaricato quasi tutti i costi”.

De Laurentiis sogna il colpo Darmian e Tolisso non esclude Rog

I dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive sulle altre trattative del Napoli in entrata: “De Laurentiis, che sogna Darmian per completare la difesa, è un leone ferito dopo la vicenda Higuain e per oggi ha un elicottero prenotato. Dal Trentino potrebbe volare in Francia per parlare con il Lione di Tolisso. Ieri il club transalpino ha smentito accordi con il Napoli ma il presidente Aulas ha ammesso: “È tutto vero, il Napoli vuole Tolisso e ha fatto un’offerta importante. Noi stiamo resistendo. Ora però temo il giorno in cui il Napoli venderà Higuain alla Juventus”. Quel giorno è arrivato, come la proposta da 25 milioni per Tolisso (con i bonus si arriva addirittura a 30) che sta facendo vacillare Aulas. L’arrivo di Tolisso non escluderebbe quello di Rog dalla Dinamo Zagabria (costo 10 milioni) visto che il Napoli sta cercando di piazzare Lopez, Valdifiori ed El Kaddouri”.

RILEGGI LIVE – Dimaro, seduta mattutina: attesi in campo pronti a sudare

Segui il nostro Live da Dimaro

11:10 – Fine

11:06 – Cambio di interpreti per la linea, l’esercizio resta lo stesso: pressing alto e linea che indietreggia

10:43 – Si rivede Tonelli, si dirige in palestra

10:42 – C’è il cambio: il lavoro tattico ora è per il reparto difensivo, mentre il resto del gruppo svolge lavoro atletico

10:34 – de Guzman lavora a parte sul terreno di gioco

10:22 – Lavoro tattico per il centrocampo e l’attacco: si provano gli schemi

10:07 – Al centro due squadre: Neri e Verdi giocano di sponda sull’altro gruppo, i bianchi posti all’esterno del quadrato limitato da cinesini

09:54 – Dopo un giro di campo con corsa lenta, il gruppo comincia il riscaldamento

09:48 – Squadra in cmapo

09:31 – Tra mille applausi e tante risate, scendono in campo e si dirigono in palestra anche Dries Mertens e Lorenzo Insigne

09:07 – Albiol e David Lopez si dirigono in palestra

Buongiorno e benvenuti alla diretta testuale della seduta di allenamento mattutina di oggi. Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.

dal nostro inviato a Dimaro, Ciro Novellino

Hamsik festeggià il compleanno con il rinnovo…

I dettagli

Come riporta La Gazzetta dello Sport, Marek Hamsik e il Napoli hanno trovato l’accordo per il prolungamento del contratto fino al 2020. L’agente dello slovacco, Venglos, è sbarcato nuovamente a Dimaro per comunicare la decisione a De Laurentiis ed il suo staff. Non è ancora ufficiale, ma Hamsik resta a vita a Napoli e lo fa nel giorno del suo compleanno. La redazione di Vivicentro fa gli auguri al capitano.

De Laurentiis usa Valdifiori per forzare la mano su Maksimovic

I dettagli

Tuttosport scrive su Valdifiori: “Il contatto tra Cairo e De Laurentiis non poteva che originare scintille, non poteva che infiammare le trattative tra il Torino e il Napoli. Il patron degli azzurri, d’altra parte, se l’era legata all’orecchio. Non gli erano andate giù le pur legittime resistenze del collega granata a vendergli Maksimovic, lo scorso agosto e poi di nuovo a gennaio, nonostante un’offerta non inferiore ai 20 milioni, bonus compresi (18 + 2). E così De Laurentiis, alle prese con la grana Koulibaly e con i guai fisici di Tonelli, è tornato a buttarsi su Maksimovic. Che era già pronto a trasferirsi in azzurro, nella scorsa stagione, sull’onda di un bel contratto milionario: il doppio di quello che ora il serbo prende in granata. De Laurentiis chiede non meno di 5 milioni per Valdifiori. Il quale, da parte sua, è chiuso, con Sarri, e si è già detto felice di trasferirsi in granata. Ma adesso, per cercare di forzare la mano e avere Maksimovic (ma non a tutti i costi…), De Laurentiis sta cercando di dichiarare (quasi) invendibile al Toro il suo Valdifiori”.