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Castellammare di Stabia
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Allegri non lo convoca: il figlio di Leonardo Bonucci versa in gravi condizioni

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Ecco cosa è accaduto

Assente ieri nella partita contro la Lazio, Leonardo Bonucci. Il difensore della Juventus non è stato convocato da Allegri “per ragioni personali”, infatti  Matteo, figlio del calciatore sta male, le sue condizioni si sono aggravate negli ultimi giorni, il piccolo da tempo versa in gravi condizioni, il 30 luglio scorso è stato operato d’urgenza per una patologia acuta all’ospedale Regina Margherita. I tifosi della Juventus ne erano a conoscenza e per l’occasione durante la partita di ieri all’Olimpico hanno esposto uno striscione: “Vicini alla fam. Bonucci. Forza Matteo!”. Anche noi della redazione di ViViCentro.it ci stringiamo attorno alla famiglia del calciatore bianconero, ci sono cose che vanno oltre i colori e oltre il tifo.

Forza Matteo!

G.D.D

ONDE – VAGUES: mostra di Angela Bonavita

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      ONDE – VAGUES: mostra di Angela Bonavita

Chi ha la fortuna di vivere vicino al mare è certamente privilegiato. Dei sette miliardi e rotti della popolazione mondiale solo poche centinaia di milioni di persone ci sono a contatto stabile o almeno una volta nella vita hanno avuto una se pur breve conoscenza. L’immaginario collettivo tende quindi ad enfatizzare le vicende relative alla combinazione uomo – mare e chi non l’ha mai visto da vicino cerca dei surrogati per avere la sua parte di mare. Le opere, invece, di Angela Bonavita il mare lo sentono dall’interno, dalle Onde con cui questa forza della natura si rivela e si sprigiona effondendo energia vitale, che carica positivamente il visitatore delle sue tante mostre allestite in Europa.

L’Associazione Culturale Radici, sempre proiettata ad offrire alla collettività foriana e vacanziera quanto c’è di meglio nel panorama artistico, è lieta di aderire al progetto di Angela che si articola in due fasi. La prima è espositiva e ci racconta delle emozioni dell’Artista italo-francese catturate sulla tela con gesto rapido ed energico, la seconda è propositiva e partecipativa ove lo spettatore diventa parte attiva della mostra, esprimendosi lui stesso, magari con l’aiuto di Angela, su una parte di una grande tela bianca messa a sua disposizione. Nel corso della serata del finissage i partecipanti potranno appropriarsi del pezzo di tela a loro scelta. E’ un’idea innovativa non solo per ciò che Angela trasmette con i suoi quadri ma anche per il coinvolgimento del pubblico. Angela Bonavita ci ha illustrato i motivi per cui ha scelto questo tema così romantico ed ecco una parte del suo pensiero: « Quale visione è più inafferrabile di un’onda? I movimenti ritmati di un’onda sono gli stadi di un cerchio infinito un cerchio senza limiti. Movimenti all’immagine delle passioni che travolgono tutto sul loro passaggio. Un’onda è lo sconvolgimento annunciato, al suo arrivo, si è sprovvisti di forza, impossibile lottare contro una tale mostruosa invasione. Ogni volta si è presi dalla paura improvvisa che ci trascinerà via con lei, eppure ogni volta l’Onda passa…In questo mondo contemporaneo dove i cambiamenti sono nello stesso tempo ciclici e repentini, come le onde, ogni volta polverizzano tutte le nostre certitudini e travolgono le fondamenta le più solide

L’Onda è come lo specchio di questo mondo: un eterno ritorno”.

Angela Bonavita. Nasce in Italia a Napoli. Ottiene il diploma di Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Roma e di seguito a Parigi, ottiene il Master d’Arts Plastique alla Facoltà di Paris-8. Segue i corsi di disegno e pittura da modello vivente all’Accademia delle Belle Arti di Siviglia. Attualmente vive e lavora fra Parigi, Torino e Siviglia. Dirige l’Atelier di Pittura presso il Centro Alternative Plein Ciel, Paris 20  Espone in Francia, in Italia e in Spagna in varie Gallerie e Manifestazioni culturali.

Angela Bonavita naît à Naples, en Italie. Elle obtient le diplôme de l’Académie des Beaux-Arts de Rome et ensuite à Pari-8 le Master d’Arts Plastiques. Elle suit les cours de dessin et peinture d’après modèle à l’Académie des Beaux Arts de Séville. Actuellement elle vit et travaille entre Paris, Turin et Séville. Elle dirige l’atelier de peinture du Centre Alternative Plein Ciel, Paris 20. Elle expose en France, Italie, Espagne dans plusieures Galeries et manifestations culturelles.

Con l’augurio che ciascuno segua la propria Onda, l’Associazione Culturale Radici Vi invita all’inaugurazione di giovedì  primo settembre ore 21.30 presso la sala mostre del Museo Civico Giovanni Maltese al Torrione di Forio.

Potete seguire le attività del gruppo su facebook Museo Civico del Torrione, Twitter : Il Torrione.

Luigi Castaldi

Auriemma: “Ho parlato con Kluivert di Cavani: le ultime”

Le sue parole

Durante Si Gonfia La Rete, in diretta su Radio Crc, è intervenuto il conduttore Raffaele Auriemma: “Cavani? Stamattina ho provato a trovare informazioni, ho avuto uno scambio di messaggi con Patrick Kluivert, diesse del Paris Saint Germain, al termine dei quali mi ha negato che Cavani possa andar via dalla Francia. Io ve la dico così come l’ho avuta, gli ho postato una notizia di La Repubblica che dice che Cavani vuole tornare. Sono arrivato alla fonte, al diesse del Psg, e gli ho chiesto la veridicità della notizia, lui mi ha detto che non ne sa nulla. Poi non mi ha risposto più quando gli ho chiesto se voleva intervenire in radio. O non vuole parlare perchè c’è qualcosa sotto o perchè non vuole avere a che fare con me (scherza ndr.). Ma siamo sicuri che Cavani piaccia così tanto a Sarri? Non vorrei fosse solo un colpo per De Laurentiis”.

Kiss Kiss Napoli – Gabbiadini incedibile per il Napoli!

Queste le sue parole

A Radio Kiss Kiss Napoli, durante Radio Goal, è intervenuto il giornalista e conduttore Valter De Maggio: “Manolo Gabbiadini è incedibile per il Napoli, si andrà avanti con lui e con Arkadiusz Milik: si era provato ad ipotizzare uno scambio con la Fiorentina per Nikola Kalinic, ma il ragazzo resterà in azzurro. Il Napoli proverà fino alla fine per Nikola Maksimovic, altrimenti non arriverà nessuno”.

Venerato: “Contatti Cairo-De Laurentiis per Maksimovic, c’è una riapertura”

Le sue parole

Ciro Venerato, collega della Rai, è intervenuto a Si Gonfia La Rete: “Maksimovic? Ci sono telefonate tra Giuntoli e Petrachi, prima del week end si sono sentiti anche Cairo e De Laurentiis. Valdifiori potrebbe rientrare nell’affare, il Napoli lo valuta 4 mln di euro. Nuova trattativa, il Napoli ora è fermo a 25 più bonus. I rapporti si stanno lentamente ricucendo, ma Cairo spera sempre che il Chelsea vada su Maksimovic”

Cavani: “Ho deciso, voglio tornare”

I dettagli sul possibile affare

La Repubblica Napoli aggiunge nuovi dettagli circa il clamoroso tentativo del patron Aurelio De Laurentiis di riportare Edinson Cavani in azzurro: “Cavani la sua scelta l’ha già fatta, invece: (ri)vuole Napoli e il Napoli, a costo di tagliarsi il sontuoso ingaggio da 10 milioni che gli garantiscono gli sceicchi del PSG, il top club a cui è legato fino al 2018. Ma a Parigi, dove vive da tre anni, il Matador ha smesso di sentirsi a suo agio: in campo e fuori. Lo ha detto esplicitamente pure a De Laurentiis, durante le frequenti chiacchierate telefoniche delle ultime quattro settimane: con cui il bomber uruguaiano ha messo una pietra sopra ai dissapori con il suo ex presidente, da cui ora s’aspetta il lasciapassare per coronare il suo sogno. «Ho deciso, voglio tornare». Adieu alla Ligue 1: un torneo che gli ha regalato ricchezza, 3 titoli e facile gloria, mai però un ruolo da protagonista e nemmeno l’ombra delle emozioni provate in azzurro:

Il primo contatto telefonico con De Laurentiis risale a fine luglio, in coincidenza con il passaggio di Higuain alla Juve. La pazza idea di riprendersi Napoli è cominciata a frullare nella testa del Matador, bene informato sugli umori della città, dove hanno deciso di continuare a vivere la ex moglie Maria Soledad e i suoi due figli.

De Laurentiis ha depistato tutti flirtando con Icardi. Invece parlava a Cavani, gettando le basi per un’operazione al limite dell’impossibile. Il Matador rivuole l’azzurro, a costo di spalmare il suo ingaggio. Resta però da convincere il PSG. «Nessuno è incedibile », ha detto il tecnico dei parigini, Emery. Edi freme, aspettando la mossa di Adl, che non sente da venerdì. È il momento dei fatti, non delle parole”.

I Medici di Emergency Abbandonano La Libia (RedSaint)

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I medici di Emergency che operavano a Germada per garantire assistenza ai feriti di guerra tra le zone di Bengasi e Derma, tra le milizie dell’Isis e forze governative, hanno deciso di lasciare la Libia, non si sentono piu’ protetti. 
 
Il Paese e’ totalmente ingovernabile, numerose sono le fazioni , i gruppi, le tribu’ che se ne contendono il potere. Le sparatorie fra questi gruppi sono all’ordine del giorno.
 
La guerra in Libia, iniziata nel 2011, ha danneggiato gravemente il Sistema Sanitario del Paese, ovunque mancano le risorse e il personale necessario a offrire assistenza medica di base e specialistica alle fasce più vulnerabili della popolazione.

All’inizio del conflitto, il personale sanitario straniero aveva lasciato il Paese, mentre la maggior parte della classe medica locale è stata allontanata dai propri incarichi.

La riduzione dell’esportazione del petrolio, il crollo del sistema finanziario, hanno avuto un effetto devastante sull’economia del Paese, queste 2 concause sono state l’effetto scatenante per una drastica riduzione dei fondi per le cure mediche.

Il Ministero della Sanità del Governo di Tobruk, di stanza ad Al-Bayda, nel 2015 aveva richiesto l’intervento dei medici di Emergency, mettendo a loro disposizione una struttura ospedaliera nel villaggio di Germada, che dista circa 70 km da Derna e 150 Km da Bengasi. Era composto da due sale operatorie, una sala radiologica, una terapia intensiva, un laboratorio e il pronto soccorso, piu’ 18 posti letto per il ricovero dei feriti.

Alcuni gruppi armati in questi giorni, hanno preso in possesso l’Ospedale di Germada : 2 infermieri libici sono stati bastonati , presi in ostaggio e dopo qualche ora rilasciati. mentre i medici di emergency minacciati.

La Libia e’ una polveriera: in queste condizioni non resta altro da fare che scappare da un conflitto che non avra’ mai fine.

 vivicentro.it/cronaca/RedSaintCopyright vivicentro common

Pescara: a Sassuolo primo stop della stagione

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                                                         Un buon Pescara nel primo tempo, squadra più in difficoltà nella ripresa.

A Sassuolo è arrivata per il Pescara, la prima sconfitta stagionale: un 2 – 1 che lascia l’amaro in bocca alla squadra di Massimo Oddo, che si era presentata al Mapei Stadium di Reggio Emilia con la chiara intenzione di imporre il proprio gioco, fatto di passaggi corti e verticalizzazioni improvvise che sorprendono gli avversari. A dire il vero, gli abruzzesi c’erano riusciti per un parziale intero, sciupando almeno 4/5 palle goal, e mettendo a tratti alle corde un Sassuolo reduce dalle fatiche settimanali dopo la partita giocato contro la Stella Rossa di Belgrado, che ha regalato ai neroverdi d’Emilia la prima loro storica qualificazione ai gironi dell’Europa League. Squadra lenta e compassata quella di Di Francesco, almeno nella prima frazione, che è riuscita, tuttavia, a trovare la rete del vantaggio con un tiro del francese Defrel, con il portiere Bizzarri non impeccabile nella circostanza. E come recita un vecchio adagio del calcio, “goal mancato, goal subito”.

Nel secondo tempo, forti anche del vantaggio, i neroverdi hanno preso in mano le redini del match, mentre il Pescara, così come era successo nella gara contro il Napoli, è calato vertiginosamente di ritmo, prestando il fianco alla manovra della squadra di Di Francesco che si è fatta sempre più avvolgente, tanto da portare alla rete del raddoppio il Sassuolo con uno splendido tiro di Berardi. Partita chiusa? Macchè. Ci ha pensato la neo-entrata coppia Mitrita – Manaj, a confezionare l’azione, finalizzata da quest’ultimo, che ha permesso al Pescara di dimezzare lo svantaggio, e se non fosse stato per l’imprecisione dello stesso attaccante albanese, anche di trovare la rete del pari.

Il risultato di Reggio Emilia fa registrare la prima sconfitta stagionale del Pescara, che ha dimostrato di potere proporre un calcio propositivo ed accattivante anche contro una squadra in palla come il Sassuolo, ma che ha mostrato un calo fisico nel secondo tempo. Oddo ha detto di essere uscito rinforzato da questa sfida. Bontà sua.

Continua il momento magico del Sassuolo, che dopo la qualificazione ottenuta ai gironi di Europa League, si trova anche a punteggio pieno in classifica dopo due giornate. Mister Di Francesco si conferma come uno degli allenatori emergenti maggiormente quotati in circolazione.

Domenica ci sarà la sosta per gli impegni della Nazionale, mentre l’11 settembre all’Adriatico arriverà una delle più grandi delusioni di questo inizio di stagione: l’Inter, che nell’ultimo turno di campionato non è andata oltre il pareggio casalingo contro il Palermo. I nerazzurri cercheranno la prima vittoria in stagione, contro un Pescara che, almeno in queste due prime giornate, ha dimostrato di potersi giocare la permanenza nella massima categoria fino alla fine. E questo, visti i precedenti in serie A relativi al Pescara, si tratta di un qualcosa da apporre ad imperitura memoria.

CHRISTIAN BARISANI

VIDEO ViViCentro – Frattese-Juve Stabia Berretti, gli highlights del match: Vespette a testa alta!

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Una serata di festa quella di ieri: la Frattese Calcio si è presentata ai propri tifosi con l’ambizione di puntare alla Lega Pro con una squadra costruita per questo dopo la passata stagione che li ha visti protagonisti. Per l’occasione, amichevole di lusso a Frattamaggiore, allo stadio Pasquale Ianniello, contro la nuova Berretti della Juve Stabia di mister Domenico Panico. Prova sontuosa delle Vespette che però escono sconfitte, ma hanno saputo tenere testa per 60 minuti fino al gol del vantaggio di Ausiello e il raddoppio di Longo.

dai nostri inviati a Frattamaggiore, Ciro Novellino, Mario Vollono e Gennaro Novellino

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FOTO ViViCentro – Juve Stabia, classico passaggio di consegne tra due amici alla guida della Berretti

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In una serata di festa, quella di ieri, la Frattese Calcio si è presentata ai propri tifosi con l’ambizione di puntare alla Lega Pro e per l’occasione è stata organizzata un’amichevole di lusso a Frattamaggiore, allo stadio Pasquale Ianniello, contro la nuova Berretti della Juve Stabia di mister Domenico Panico. Prima del match il saluto affettuso e il più classico passaggio di consegne tra due grandi allenatori: Mimmo Panico e Nicola Liguori, due grandi e veri amici, dal vecchio al nuovo allenatore della Berretti gialloblè.

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Firmata la seconda ordinanza di protezione civile per le aree colpite dal sisma

Ulteriori interventi urgenti nelle aree colpite dal sisma

E’ stata firmata ieri sera, 28 agosto 2016, dal Capo Dipartimento della protezione civile la seconda ordinanza che autorizza ulteriori interventi urgenti nelle Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo interessate dal terremoto dello scorso 24 agosto.

Le disposizioni contenute nel provvedimento riguardano: il trattamento dei dati personali dei soggetti che operano nel Servizio Nazionale della protezione civile; la gestione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nelle aree di assistenza alla popolazione; le deroghe ad alcune disposizioni normative per realizzare con urgenza gli interventi e le donazioni raccolte a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.

LE ULTIME DAL NOSTRO ARCHIVIO:

Terremoto, crolli

CENTRO – CRONACACRONACA

Sisma: Mentre la terra trema ancora, i geologi lanciano l’allarme

Centro d’Italia Trema ancora la terra nei paesi colpiti dal tragico sisma della scorsa settimana. Ciò che preoccupa, però, è la previsione dei geologi…

Terremoto ad Amatrice (foto VVFF)

CENTRO – CRONACACRONACA

Deliberato stato d’emergenza per aree colpite dal terremoto

Intanto si apprende anche che è  pari a 2.563.352 euro la cifra già raccolta a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto grazie al numero solidale…

vivicentro.it/cronaca – vivicentro.it/centro/cronaca

Sirte, ultimo assalto a Isis

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Francesco Semprini da Sirte descrive l’offensiva delle forze libiche per liberare gli ultimi quartieri in mano ai miliziani di Isis. È la fase finale di un’operazione che dura da tre mesi.

Sul fronte dell’ultima battaglia per liberare Sirte dall’Isis

Scatta l’attacco delle forze lealiste ai quartieri ancora sotto controllo degli jihadisti. lmeno 27 soldati di Tripoli uccisi. Washington intensifica la copertura aerea

SIRTE (LIBIA) «Fate fuoco». L’urlo del comandante viene seguito da una tempesta di proiettili: fucili, mitragliatori, colpi di artiglieria, tutti in direzione Nord, verso il «Quartiere 3». È da lì che avanza a tutta velocità una vettura blindata alla buona: è un’autobomba dello Stato islamico. I proiettili crivellano la macchina, ma il kamikaze prosegue la corsa verso il martirio tentando di incunearsi tra due edifici nel distretto di Anaga: nulla può però davanti ai dirompenti colpi di artiglieria ai quali si aggiunge il fuoco di un carro armato.

L’esplosione è assordante, il kamikaze salta in aria a 20 metri dal palazzo nel quale ci troviamo, le mura tremano, i vetri sono in frantumi. Poi il silenzio, interrotto dal grido di «Allah Akbar», Allah è il più grande.

A Sirte nel golfo dello Stato maghrebino ha avuto inizio ieri la madre di tutte le battaglie, quella per liberare definitivamente la città natale di Muammar Gheddafi dall’Isis, l’ultima spallata per eliminare del tutto la resistenza del manipolo di irriducibili al soldo di Abu Bakr al Baghdadi. E restituire Sirte ai libici.

LE TRE CAPITALI DEL CALIFFATO

Le bandiere nere sventolano sui tetti di Sirte dal giugno 2015, quando gli jihadisti ne hanno preso possesso con l’obiettivo di fondare la terza capitale del Califfato dopo Raqqa in Siria e Mosul in Iraq. E con un progetto ambizioso, quello di espandersi a Ovest per sfondare in Tunisia e affacciarsi in Italia. Un piano che stava facendo il suo corso, con l’avanzata di primavera ad Abu Ghrein in direzione di Misurata, salvo il ripiegamento in risposta alla controffensiva delle milizie leali al governo di accordo nazionale. Poi l’impasse, interrotta solo dai raid «chirurgici» delle forze aeree americane. Sul terreno ci sono le unità speciali Usa, britanniche e, nelle retrovia, anche quelle italiane. Così le brigate allineate a Fayez al Sarraj hanno potuto riconquistare una larga parte di Sirte, quartiere dopo quartiere, casa per casa, sino a riprendere Ouagadougou, il centro congressi usato come cabina di regia dall’Isis, e più di recente Abu Farah, Hel Esba, e il Quartiere 2. Ma il contributo di sangue è stato elevato, 452 morti e oltre mille i feriti.

I RAID USA NON SI FERMANO  

Sirte però non è stata liberata. Ad oggi sono meno di un centinaio gli jihadisti rimasti, sudanesi, nigeriani, volontari Boko Haram: i leader tunisini se ne sono andati per tempo, portando via documenti e segreti «di Stato islamico». Con essi ci sono le famiglie, ma oltre a loro neanche un civile. Inutili i due giorni di tregua concessi con l’apertura di corridoi umanitari: nessuno li ha attraversati anche perché sarebbe stato freddato dai cecchini del Califfo. La guerra continua quindi, con almeno tremila combattenti delle Brigate di Misurata e Sirte impegnati a cingere d’assedio i quartieri 1 e 3 rimasti – ognuno per il 50% – sotto il controllo del manipolo di irriducibili dell’Isis. A garanzia della copertura aerea, sembra che Washington sia disposta a prolungare l’operazione Odyssey Lighting anche oltre la data del 30 agosto, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, allargandosi ad altre zone infiltrate da terroristi. Questo il risultato dell’incontro di giorni fa in Germania tra i vertici di Tripoli e quelli di AfriCom, il comando Usa che gestisce le operazioni nei cieli libici.

LE TATTICHE  

Le forze di terra avanzano su tre fronti, quello Est dove si è schierata la Brigata 166 con gli uomini più addestrati coadiuvati da forze speciali Usa, da Sud e da Ovest con cui lavorano oltre gli americani anche i britannici. A Nord, ovvero alle spalle dei due «quartieri neri», c’è il Mar Mediterraneo pattugliato da motovedette e unità della Marina libica che ogni tanto «regalano» colpi di cannone a scopo intimidatorio. L’obiettivo è consentire il riallineamento delle forze a Sud rimaste più indietro rispetto di quelle ad Ovest ed Est, in modo tale di rendere più agevole l’affondo finale con una manovra a tenaglia. Gli jihadisti rispondono invece con uno schieramento di cecchini tra le rovine dei quartieri 1 e 3, in tutto circa 2 km quadrati, colpi di mortaio ma soprattutto trappole-bomba con cui sono disseminate strade e rotatorie di accesso alla zona. Ci sono poi i kamikaze alla guida di auto cariche di esplosivo scagliate come arieti sulle postazioni nemiche.

OPERAZIONE MACOMADES  

Autobombe come quella esplosa a venti metri dalla postazione dove ci trovavamo, una palazzina nel cuore di Anaga, davanti al quartiere 3: lo Stato islamico in linea d’aria si trovava a 200 metri come ricordano i sibili dei proiettili dei cecchini e il roboante suono dei mortai.

«Gli americani hanno bombardato per almeno otto ore stanotte», dicono alcuni testimoni lungo la strada da Misurata a Sirte. Dopo ripetuti rinvii l’attacco finale sta per iniziare e la conferma sono le colonne di fumo che si sollevano all’orizzonte: l’operazione «Macomades» (antico nome di Sirte) è cominciata. Per arrivare verso le prime linee attraversiamo strade inghiottite da rovine con l’odore acre della polvere da sparo che si mischia con quello nauseante dei cadaveri rimasti intrappolati tra le macerie. La vera battaglia si combatte nel quartiere 3, quello dove la porzione in mano all’Isis è più ampia e lo schieramento dei combattenti libici, quello occidentale, è più imponente. È lì che si vedono un paio di elementi delle forze speciali Usa. Le due zone sono separate da una serie di larghe strade in successione dove al fuoco dei cecchini dell’Isis rispondono pezzi di artiglieria pesante come quelli del T-72, il carro che ci fa da scudo «tuonando» mentre transitiamo verso lidi più sicuri.

IL COMANDANTE SHEBANI  

Mustafa Shebani, comandante dell Terza Brigata, indossa la mimetica in dotazione all’esercito italiano, ai piedi gli immancabili sandali e in mano la radio con cui coordina uomini e mezzi. Il volto è rassicurante come quello di un vecchio amico di infanzia, ed è quello che ci vuole visto che a pochi metri i suoi uomini stanno dando battaglia. Fucili automatici, Ak-47, e Ar-15, mitragliatrici pesanti, Rpg (i lanciarazzi a spalla) pezzo forte di tutte le guerriglie. E poi ci sono i mortai e le «machine gun» montate sui pick-up Toyota che si alternano in prima linea come una giostra di fuoco. Nessuno è uguale all’altro in un folclore di divise e portafortuna, come i peluche donati dai figli dei combattenti o i panama mimetici di alcuni soldati. C’è chi con una scimitarra al vento si avventura sulla linea di tiro dei cecchini per gridare Allah Akbar. È senza dubbio lo spontaneismo a compensare la mancanza di mezzi e tecnologia: «Noi siamo il vero Islam, non loro», dice Halid, giovane combattente mentre indica una bandiera nera, la linea del nemico. C’è tempo anche per la preghiera prima che «le bocche di fuoco smettano di cantare», dopo almeno sei ore di battaglia furente e ininterrotta.

SENZA SOSTA  

Davanti a un panino con del chili locale fatto dai suoi ragazzi Shebani fa il punto della situazione e muovendo alcuni pacchetti di sigari sul tappeto spiega che le forze sono avanzate di circa un km verso le bandiere nere blindando le posizioni con trincee sulla linea del nemico. Tutto è pronto per l’assalto finale, ma le perdite sono state elevate: almeno 27 morti e 120 feriti. E con gli ospedali congestionati e gli aiuti sul personale e le strutture mediche che tardano ad arrivare non si può rischiare ancora. Occorre una pausa, forse, ma la battaglia finale per liberare Sirte continua.

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lastampa/Sul fronte dell’ultima battaglia per liberare Sirte dall’Isis (Francesco Semprini)

VIDEO ViViCentro – Frattese, Liquidato: “Vogliamo fare bene in questa stagione. Berretti? Me l’aspettavo…”

Queste le sue dichiarazioni ai nostri microfoni

Una serata di festa quella di ieri: la Frattese Calcio si è presentata ai propri tifosi con l’ambizione di puntare alla Lega Pro con una squadra costruita per questo dopo la passata stagione che li ha visti protagonisti. Per l’occasione, amichevole di lusso a Frattamaggiore, allo stadio Pasquale Ianniello, contro la nuova Berretti della Juve Stabia di mister Domenico Panico. Al termine del match abbiamo ascoltato Stefano Liquidato, allenatore della Frattese.

dai nostri inviati a Frattamaggiore, Ciro Novellino, Mario Vollono e Gennaro Novellino

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Renzo Piano : case in legno temporanee, niente spostamenti di popolazione

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Il premier Renzi è andato a Genova per parlare con Renzo Piano. Sul tavolo i progetti per la ricostruzione. L’architetto ha illustrato le sue idee: case in legno temporanee, niente spostamenti di popolazione, lavoro di precisione e recupero degli edifici danneggiati.

“Case in legno per l’emergenza senza spostare i terremotati”

Il premier nello studio genovese di Renzo Piano per chiedere consigli sulla ricostruzione. L’architetto, disponibile a collaborare, consiglia di restaurare subito gli edifici pubblici

GENOVA – A lezione dall’ architetto più famoso d’Italia. Per capire come «rammendare» (parole di Renzo Piano) un territorio ferito nel suolo, negli edifici e anche nell’animo dei suoi abitanti. Che devono restare lì dove hanno le loro radici e non subire lo choc di un trasferimento forzato in «new town» come avvenne a L’Aquila. Ma nemmeno rimanere al freddo in tendopoli o container.

Matteo Renzi in una torrida domenica d’agosto, dopo la commozione dei funerali di Ascoli, si inventa un colpo a sorpresa e vola, in elicottero, a pranzo da Renzo Piano nel suo studio a picco sul mare di Vesima, a Genova. Proprio l’architetto genovese aveva affrontato i nodi della ricostruzione post-terremoto proponendo un nuovo approccio: cantieri «leggeri» anche se più duraturi, niente deportazioni per la popolazione dei luoghi colpiti, lavoro di precisione e recupero degli edifici danneggiati. E, in un secondo tempo, un grande piano di incentivi per i privati e interventi sui palazzi pubblici (scuole, ospedali), per la messa in sicurezza del territorio.

Piano, durante una seduta del Senato, aveva invitato il premier a vedere i lavori del suo «building workshop» genovese e della sua fondazione. Invito raccolto da Renzi e più volte rimandato, sino a ieri. Un blitz, non una passerella, dal momento che per la visita non erano state avvisate autorità locali di sorta. Solo Renzi e la moglie Agnese, a colloquio con l’architetto, la moglie e parte del suo staff davanti a un piatto di pasta al pesto e al mare di Genova sull’orizzonte. Sono stati a tu per tu quattro ore, Renzi e Piano, prima di scendere la collina sull’ascensore di cristallo stile Willy Wonka del senatore e visitare la fondazione Piano, dove sono esposti alcuni dei disegni che si sono tradotti in costruzioni iconiche in giro per il mondo. «Buona domenica», si è limitato a dire il premier all’uscita.

Non si sa, ad ora, se Piano verrà coinvolto personalmente nel programma di ricostruzione post-sisma, ma ha dato la sua disponibilità per aiutare. L’architetto ha già collaborato con il governo sponsorizzando i progetti dei G124 per il «rammendo» delle periferie delle grandi città tramite l’urbanistica partecipata. Ieri ha consigliato un approccio diverso alla ricostruzione, invitando a dare un segnale forte con il restauro degli edifici pubblici danneggiati e con l’approccio verso gli sfollati: «Non si deve allontanare la gente da dove ha vissuto e creato relazioni», ha ripetuto l’architetto, «si può fare come ad Onna, (uno dei paesi abruzzesi devastati dal terremoto del 2009, ndr) con le case in legno davvero temporanee, le prime a essere entrate in funzione, costate 600 euro a metro quadro, contro i 1.800 delle nuove costruzioni».

Proprio a seguito della tragedia dell’Aquila Renzo Piano aveva realizzato l’Auditorium – temporaneo e finanziato dalla provincia di Trento – del Parco, a pochi metri dal centro storico semidistrutto, con lo scopo dichiarato di evitare che la popolazione abbandonasse quella parte di città. «All’Aquila serve un restauro tollerante, – aveva detto allora l’architetto – cercando di non demolire gli edifici pericolanti, ma di metterli in sicurezza e consentire nel frattempo una vita cittadina. Costa molto meno e mantiene viva la città». Ma la linea del duo Berlusconi-Bertolaso, allora, era stata un’altra: le «new town» a tempo di record, le vaste «zone rosse» inagibili, le demolizioni. E in un secondo momento, le inchieste giudiziarie, le intercettazioni con le risate al telefono. Ora, dalle parole di Delrio – «faremo decidere ai sindaci» – a questa visita di Matteo Renzi proprio a Piano, l’idea base sembra essere un’altra, ma ci vorrà tempo per vedere quali saranno le scelte. E il loro risultato.

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lastampa/“Case in legno per l’emergenza senza spostare i terremotati” ANDREA PLEBE- EMANUELE ROSSI

VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, Panico: “Ritorno con grande gioia. I miei ragazzi lottano e sognano…”

Queste le sue dichiarazioni ai nostri microfoni

Una serata di festa quella di ieri: la Frattese Calcio si è presentata ai propri tifosi con l’ambizione di puntare alla Lega Pro con una squadra costruita per questo dopo la passata stagione che li ha visti protagonisti. Per l’occasione, amichevole di lusso a Frattamaggiore, allo stadio Pasquale Ianniello, contro la nuova Berretti della Juve Stabia di mister Domenico Panico. Molto carico al termine del match, è apparso veramente soddisfatto della bella figura che i suoi ragazzi hanno fatto e queste sono le sue dichiarazioni.

dai nostri inviati a Frattamaggiore, Ciro Novellino, Mario Vollono e Gennaro Novellino

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Inchieste delle procure per scoprire perché sono crollati ospedali, scuole e caserme (VIDEO)

Una delle priorità dei magistrati è scoprire perché sono crollati ospedali, scuole e caserme, luoghi strategici che in teoria erano stati costruiti o ristrutturati con criteri antisismici. Gli inquirenti che lavorano alle indagini sul post-terremoto stanno esaminando tutti gli edifici danneggiati e in particolare quelli pubblici. Nel mirino ci sono i finanziamenti per la messa in sicurezza e gli enti che li hanno erogati.

Secondo ‘Orizzonte Scuola’, in tema di Edilizia scolastica, sarebbero ventimilacinquecento le scuole costruite in zone sismiche a rischio crollo mentre, per contro, gli adeguamenti preventivi dal 2014 sarebbero stati solo 845.

Ad Amatrice, scrive Giulia Boffa, della scuola restano solo muri sbriciolati, 230 gli studenti senza classe (numero che sale a 700, se si considerano anche gli altri Comuni). La scuola, come sappiamo era stata ristrutturata solo 4 anni fa, per una spesa iniziale di 200 mila euro, poi aumentati a 511 mila in corso d’opera. La domanda che sorge spontanea quindi è: ma le nostre scuole sono sicure? La risposta è no, non lo sono.  E questo è quanto è oggetto dei varie inchieste delle procure:

Ospedali, scuole e caserme: gli edifici che dovevano resistere

Considerati di “interesse strategico” e con criteri antisismici. Ora la priorità dei magistrati è scoprire chi ha violato le norme

ROMA – Le procure sono al lavoro per scoprire quali edifici pubblici sono crollati perché costruiti in violazione delle norme esistenti. L’inchiesta parte dalla scuola di Amatrice e si dirige ora verso caserme, ospedali e altri edifici «strategici» che hanno avuto la stessa sorte. La priorità per i magistrati è scoprire chi ha costruito violando le leggi, chi non ha sorvegliato sui lavori, chi ha garantito autorizzazioni irregolari e chi ha coperto tali reati. L’inchiesta sarà complicata: i vigili del fuoco hanno già segnalato che è inagibile un edificio su due, percentuale che lascia senza parole, e una serie di «crolli anomali».

Ecco l’elenco degli edifici pubblici sui quali lavorano i magistrati tra Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Si parte dalle tre stazioni dei carabinieri: sono inagibili, più o meno gravemente lesionate, e i militari si sono trasferiti nei container, dove hanno innalzato stemma e bandiera. I tre municipi risultano altrettanto lesionati, con il sovrappiù che ciò comporta perché le carte comunali, dall’anagrafe all’ufficio urbanistico, sono irraggiungibili. Ci hanno pensato i vigili del fuoco a portarne via il più possibile, facendo una catena umana dalle stanze pericolanti ai loro furgoni. Non accade solo nell’epicentro del sisma, peraltro. Nel Comune di Montereale, che confina con Amatrice sul versante abruzzese della montagna, il sindaco Massimiliano Giorgi spiega che la vecchia sede era già stata abbandonata dopo il sisma del 2009, ma ora è diventata inagibile pure la sede provvisoria. Dovranno trovare un sostituto del sostituto. Nel frattempo vanno nella palestra comunale.

ANCHE I FORESTALI  

Né stanno meglio le stazioni del Corpo Forestale: sia ad Arquata, che a Amatrice, che nella vicina Montegallo (Ascoli Piceno) è stato necessario attivare dei comandi mobili. Da quelle parti la Forestale è importante perché, salvo che in piena estate, l’economia è silvestre e pastorale. L’ospedale di Amatrice, a sua volta, è diviso tra una parte nuova che ospita il Pronto soccorso, con lesioni che a prima vista non sembrano drammatiche, e una parte vecchia, un antico monastero, dove invece i calcinacci sono volati copiosi, dentro e fuori. È quasi un miracolo che i quindici degenti si siano salvati. E poi c’è la storia delle scuole. L’edificio che raccoglie elementari e medie, proprietà del Comune di Amatrice, è venuta giù nonostante i lavori di miglioramento del 2012. È normale? Apparentemente, no. Però, c’è un però.

I lavori a quella scuola, infatti, finanziati dalla Regione per 500mila euro e dalla Provincia di Rieti per altri 170mila, a dispetto delle parole, non dovevano affatto garantire la tenuta contro un terremoto (che i tecnici definiscono «adeguamento sismico»), ma «raggiungere un valore minimo nel rapporto capacità/domanda» (ovvero il «miglioramento sismico»). Per di più, come il sindaco Pirozzi ha tenuto a rimarcare nelle sue interviste, l’istituto è un edificio liberty e perciò vincolato dalle Belle Arti. Significa, a norma di ordinanze di Protezione civile, che gli obblighi del «miglioramento sismico» sono ancor più all’acqua di rose, pari al 20% della capacità che si richiede per un «adeguamento sismico». Il sindaco Pirozzi ha anche spiegato che i pilastri erano stati rinforzati e fasciati con fibra di carbonio.

Ora spetterà ai periti della procura di Rieti esaminare i lavori effettuati ad Amatrice, come anche alla chiesa e al campanile di Accumoli. Certo è che il Genio civile approvò i lavori alla scuola comunale e invece impose la chiusura del vecchio liceo scientifico, di proprietà della provincia, perché assolutamente inadeguato. Il liceo si trasferì in una nuova sede, brutta quanto si vuole, ma solida, che in questi giorni è il quartier generale dei soccorritori. Superò l’esame, ed è rimasto in piedi con lesioni in fondo modeste, anche l’istituto alberghiero.

L’ELENCO DEL 2009  

Dopo il sisma del 2009, infatti, il Genio civile fece un lungo elenco di 200 edifici pubblici danneggiati nella provincia di Rieti, in una situazione peraltro già compromessa dal terremoto di Umbria e Marche del 1997. Peccato però che il governo Berlusconi non ritenne di inserire la provincia nell’area del «cratere», quella ufficialmente danneggiata. Agli amministratori locali non restò che ricorrere alla Regione. Furono stanziati diversi milioni di euro e la provincia di Rieti, la Curia, e la Sovrintendenza divennero soggetti attuatori per lavori di «miglioramento statico». Era già stata istituita dopo il 1997 una commissione di specialisti, presieduta dal professor Alberto Cherubini, illustre ingegnere strutturalista, consulente del Cnr, dell’Enea, della Protezione civile e del ministero dei Beni culturali, che avrebbe dovuto convalidare i progetti. Fu esteso il loro mandato. E ora la procura non potrà non sentire tutti quanti.

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lastampa/Ospedali, scuole e caserme: gli edifici che dovevano resistere FRANCESCO GRIGNETTI

VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, Turi: “Ottimo start per Berretti e dell’Under17. Siamo vigili, De Lucia investirà sul mercato”

Queste le sue dichiarazioni ai nostri microfoni

Una serata di festa quella di ieri: la Frattese Calcio si è presentata ai propri tifosi con l’ambizione di puntare alla Lega Pro con una squadra costruita per questo dopo la passata stagione che li ha visti protagonisti. Per l’occasione, amichevole di lusso contro la nuova Berretti della Juve Stabia di mister Domenico Panico a Frattamaggiore allo stadio Pasquale Ianniello. Era presente anche il direttore responsabile del settore giovanile delle Vespette, Alberico Turi e noi l’abbiamo intervistato.

dai nostri inviati a Frattamaggiore, Ciro Novellino, Mario Vollono e Gennaro Novellino

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VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, De Lucia: “Con la Frattese una serata di sport. Che personalità i miei ragazzi”

Queste le sue dichiarazioni ai nostri microfoni

Una serata di festa quella di ieri: la Frattese Calcio si è presentata ai propri tifosi con l’ambizione di puntare alla Lega Pro con una squadra costruita per questo dopo la passata stagione che li ha visti protagonisti. Per l’occasione, amichevole di lusso contro la nuova Berretti della Juve Stabia di mister Domenico Panico a Frattamaggiore allo stadio Pasquale Ianniello. Era presente anche il presidente del settore giovanile delle Vespette, Andrea De Lucia e noi l’abbiamo intervistato.

dai nostri inviati a Frattamaggiore, Ciro Novellino, Mario Vollono e Gennaro Novellino

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Inchiesta sui palazzi che non dovevano crollare (VIDEO)

Gli inquirenti che lavorano alle indagini sul post-terremoto stanno esaminando tutti i palazzi danneggiati e in particolare quelli pubblici. Nel mirino ci sono i finanziamenti per la messa in sicurezza e gli enti che li hanno erogati. Una delle priorità dei magistrati è scoprire perché sono crollati ospedali, scuole e caserme, luoghi strategici che in teoria erano stati costruiti o ristrutturati con criteri antisismici.

Secondo ‘Orizzonte Scuola’, in tema di Edilizia scolasticasarebbero ventimilacinquecento le scuole costruite in zone sismiche a rischio crollo mentre, per contro, gli adeguamenti preventivi dal 2014 sarebbero stati solo 845.

Ad Amatrice, scrive Giulia Boffa, della scuola restano solo muri sbriciolati, 230 gli studenti senza classe (numero che sale a 700, se si considerano anche gli altri Comuni). La scuola, come sappiamo era stata ristrutturata solo 4 anni fa, per una spesa iniziale di 200 mila euro, poi aumentati a 511 mila in corso d’opera. La domanda che sorge spontanea quindi è: ma le nostre scuole sono sicure? La risposta è no, non lo sono.  E questo è quanto è oggetto dei varie inchieste delle procure:

Palazzi crollati dopo i lavori antisismici. Indagine sui finanziamenti pubblici

Nel mirino della Procura potrebbero entrare anche gli edifici privati e quelli religiosi. Gli inquirenti di Rieti sentiranno i funzionari degli enti che hanno erogato i fondi

Ad Accumoli nessuno dei residenti potrà far rientro in casa e ad Amatrice un palazzo su due non è più agibile. Sono queste le ultime stime che i Vigili del Fuoco hanno aggiornato proprio ieri. Ora su quelle stime la Procura di Rieti ha già avviato una serie di verifiche. Verifiche, per ora, legate all’apertura dell’inchiesta per disastro colposo, ma che già nelle prossime ore a cominciare da mercoledì potrebbe riservare molte sorprese. Gli inquirenti, che non si sono fermati nemmeno ieri, hanno già chiesto ai carabinieri e agli uomini del Corpo forestale di fotografare tutte le macerie dei palazzi crollati, in particolare quelli pubblici, a cominciare dalla scuola di Amatrice e dal campanile di Accumoli, a due passi dalla piazzetta principale del paese. Ma non è escluso che lo sguardo degli inquirenti, proprio a cominciare dalle prossime ore, possa spostarsi su tutti i palazzi che hanno ricevuto finanziamenti pubblici sia in relazione ai danni provocati dal sisma del ’97 che colpì in modo particolare Marche e Umbria (ma anche il Lazio) sia quello più recente del 2009 all’Aquila.

Qualora, dunque, la prospettiva di indagine dovesse allargarsi, allora, la lista degli immobili da controllare oltre quelli pubblici si estenderebbe notevolmente e comprenderebbe anche la abitazioni civili, private, che a seguito dei due sisma hanno ottenuti ingenti finanziamenti. È qui il nuovo corno delle indagini. Gli inquirenti, dunque, punterebbero anche ad accertare nomi e cognomi degli enti erogatori, chi ha ottenuto i finanziamenti, su quali basi e soprattutto come quei finanziamenti sono stati utilizzati nella ristrutturazione antisismica prevista dai capitolati di rifacimento. È chiaro – si fa osservare da ambienti investigativi – che si tratta di un filone tutto da approfondire. Ma è certo è però che la Procura di Rieti sta lavorando con speditezza. E non è escluso che nelle prossime ore possa chiedere conto dei lavori commissariati dopo il sisma con il lunghissimo elenco di opere finanziate. Molte, anche per quel che concerne immobili religiosi, a cominciare dalla chiesa di Accumoli il cui campanile rifatto nel 2009 è caduto sull’abitazione della famiglia Tuccio sterminandola.

Oggi a coordinare i lavori al Tribunale di Rieti tornerà sul campo il procuratore Giuseppe Saieva, che secondo fonti potrebbe recarsi di nuovo nell’amatriciano per seguire in prima persona i lavori affidati all’arma dei carabinieri. «Non lasceremo nulla al caso», aveva spiegato proprio Saieva a La Stampa, insistendo che «mai come in questo momento ad ispirarci è l’obbligatorietà dell’azione penale». Un’azione che nelle prossime ore potrebbe essere indirizzata proprio all’acquisizione (sequestro) degli atti (concessioni edilizie, determine comunali, proroghe e varianti di lavori) redatti e vidimati dagli uffici tecnici urbanistici dei comuni interessati dal sisma. Il sindaco Pirozzi ha ribadito che sulla scuola sono stati gli «uffici tecnici a dare autorizzazioni». Ebbene, allora, non sarà così complicato capire e verificare chi ha firmato il via libera proprio a quei lavori di consolidamento antisismici per la scuola di Amatrice. In quegli atti comunali ci sono molti nomi e cognomi. Tecnici e consulenti che finiranno nella lista delle persone che la Procura di Rieti ascolterà, almeno come persone informate sui fatti.

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lastampa/Palazzi crollati dopo i lavori antisismici. Indagine sui finanziamenti pubblici PAOLO FESTUCCIA*

*INVIATO AD AMATRICE (RIETI)

Trofeo Shalom Under 17, Salernitana-Juve Stabia 2-4 (d.c.r.): premiato Casella!

Ottima prova dell’Under17

Termina con la vittoria del Napoli la XXXII edizione del Trofeo Shalom “Tabacchi Collarile Cup”. Nella rivincita della finale dello scorso anno, gli azzurri di mister Carnevale superano i giallorossi per 4-2 in un match spettacolare e ricco di emozioni. Al terzo posto si piazza la Juve Stabia che ha bisogno dei calci di rigore per battere la Salernitana dopo che i due tempi regolamentari si erano chiusi sullo 0-0: dagli undici metri finisce 4-2 per le “vespe”.

SALERNITANA – Capasso; Lieto, Zinno, Imperatrice, Lardo, Galeotafiore, Bisogno (4′ 2t Crispini), Di Meo, Vitale, Ferrara, Totaro. A disp. Capaccio, Petilo, Casillo, Casillo G., Capaccio, Gullo, Falivene, Mosca. All. De Cesare

JUVE STABIA – Menzione; Follo, Ranieri (20′ 2t Esposito), Cucca, Casella, Diomaiuta, Ceparano, Imperato, Del Prete (19′ 2t Ranieri), Fibiano, Bozzaotre (4′ 2t D’Angolo). A disp. Pezzella, Sannino, Maiorino, Stallone, Andelora. All. Di Somma

Marcatori: Imperato (J.S), Fibiano (J.S), Esposito (J.S). Totaro (S).

Ammoniti: Lardo, Di Meo e Bisogno (S)

Al termine del match è stato premiato il capitano delle Vespe, Casella come giocatore più corretoo del torneo.