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Paola Muraro era indagata fin da aprile, e tutti lo sapevano!

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Muraro e Raggi: “Inchiesta? Sapevamo da luglio”. Il direttorio M5s si smarca: noi tenuti all’oscuro

L’assessore all’Ambiente indagata da aprile per reati ambientali: «È un attacco mediatico». Il Pd critica anche il neoassessore al Bilancio De Dominicis: «Suggerito da Previti»

Paola Muraro era indagata fin da aprile. E del fascicolo aperto sull’assessore all’Ambiente del Comune di Roma sapevano sia la sindaca Virginia Raggi sia il direttorio del M5S. Sono diverse, e tutte dalle conseguenze imprevedibili, le notizie che emergono dall’audizione di Raggi e Muraro in commissione Rifiuti. Un’audizione fiume in cui, al di là della gestione dei rifiuti della Capitale, è la figura di Muraro a finire nel mirino dei componenti. E nella quale Raggi afferma, quasi a sorpresa, che dell’indagine sull’assessore aveva informato i vertici pentastellati.

DOCUMENTO – Le mani di Muraro sull’Ama: ecco la lista delle epurazioni romane

Scontro Raggi-direttorio  

Le parole delle prima cittadina sembrano in controtendenza con quanto emerge dal Direttorio, secondo cui del caso Muraro non si era a conoscenza, e che rischiano di portare ad uno scontro frontale tra la prima cittadina di Roma e i vertici del M5S. Direttorio che, sul caos in Campidoglio, da giorni appare andare in ordine sparso a testimonianza del fatto che, come osserva anche qualche pentastellato, a Roma si stia giocando da tempo la grande partita delle correnti interne. Gli unici ad intervenire in serata sono Alessandro Di Battista («Contro di noi c’è un intero sistema che ci fa guerra. Le Olimpiadi sono l’obiettivo di questi palazzinari», attacca su Facebook) e la portavoce alla Camera dei pentastellati che prende le distanze dalla Muraro con un tweet.

Il caso De Dominicis  

Ma sul Movimento, in queste ore, si è scatenata una vera e propria bufera, con il caso Muraro che si aggiunge alle critiche piovute sulla nomina di Raffaele De Dominicis e sul presunto coinvolgimento dello studio legale Sammarco. Due “grane” dalle conseguenze imprevedibili e che vedrebbero i vertici M5S, al di là della difesa di ordinanza, pronti anche a sacrificare Muraro, peraltro funzionario “esterno” al Movimento. Tanto che è la stessa Raggi ad azzardare: «Attendiamo di leggere le carte. Quando avremo maggiori informazioni prenderemo provvedimenti».

Le ammissioni di Muraro e Raggi  

Di certo l’audizione a Palazzo San Macuto si trasforma in una sorta di serrato interrogatorio (che costringe Raggi e Muraro a saltare la Giunta lampo prevista in serata in campidoglio) sin da quando, in apertura, il presidente Alessandro Bratti informa i membri della commissione che Muraro risulta indagata dal 21 aprile. L’assessore conferma, spiegando di aver saputo dell’indagine (le viene contestata la violazione dell’art.256 del testo unico sull’Ambiente) il 18 luglio. «Del fascicolo sono stata informata nella seconda metà di luglio», aggiunge Raggi che, alla richiesta se siano stati avvisati anche i vertici del M5S, si spinge in una risposta destinata a creare un nuovo vespaio: «si, certo».

La difesa: “Non abbiamo mai mentito sull’avviso di garanzia”  

Di fronte alla commissione Raggi e Muraro ribadiscono più volte di non aver mai mentito. «Le domande che ci ponevate erano sull’avviso di garanzia e non c’è alcun avviso di garanzia. Se mi avessero chiesto delle indagini avrei risposto quello che ho risposto qui», spiega Raggi difendendosi, indirettamente, anche dalla raffica di attacchi targati Pd secondo cui «Raggi e Muraro sono inaffidabili». Ma la sindaca capitolina, sebbene la difesa dei vertici M5S appaia più tenue di qualche settimana fa, non ha alcuna intenzione di mollare. «Abbiamo trovato qualche piccola resistenza ma non ci spaventiamo, lo sapevamo e andiamo avanti», assicura, prima di recarsi in commissione, in un video su Facebook pubblicato anche sul blog su Beppe Grillo. E in commissione rilancia: «Moi abbiamo questa pazza idea di governare per 5 anni».

Il precedente di Pizzarotti  

Ma il caso Muraro rischia di mettere in difficoltà l’intero Movimento e di dar voce più forte alle frange più critiche. Se il M5S si comporterà con Raggi come con me? «Bella domanda», risponde il sindaco Federico Pizzarotti, sospeso per non aver comunicato ai vertici di essere indagato. Le prossime ore saranno decisive. «Ho avuto un sms di sostegno di Grillo», assicurava in mattinata Raggi al Corsera. Ma l’impressione è che dai vertici 5S si farà di tutto per cercare di isolare il caso Roma dal resto del Movimento.

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Ama : le epurazione della Muraro

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Le mani della Muraro sull’Ama. Ecco la lista delle epurazioni

Esclusiva: il piano di ristrutturazione dell’azienda dei rifiuti. Così l’assessora è entrata in rotta con Minenna e voleva esautorarlo

Il boccone è Ama. Ma il boccone è anche uno strumento: per controllare la politica, avere voti e stare nelle partite economiche. Attorno ai rifiuti, a Roma si è giocata e si sta giocando una partita feroce e sanguinosa, per le sorti della giunta Raggi, del suo assessore all’ambiente e naturalmente per la qualità del servizio ai romani. Paola Muraro si è scontrata pesantemente con Marcello Minenna sul piano di ristrutturazione dell’azienda, che l’assessora ha scritto e La Stampa è in grado ora di raccontare nel dettaglio. Un progetto che finirà sul tavolo dei pm, in cui non c’è alcun riferimento alla ristrutturazione industriale, né un piano economico-finanziario, né delle linee guida strategiche o un ripensamento della macrostruttura, ma emerge invece prepotente un’urgenza: epurare i dirigenti nemici e sostituirli con dirigenti fidati. Per assecondare alcune logiche che qui possiamo spiegare.

Le mani di Paola Muraro su Ama si allungano risolutivamente in una riunione del 26 agosto. Alla riunione partecipano Marcello Minenna e la Muraro, dal Campidoglio, Alessandro Solidoro e Stefano Bina (presidente e dg) in collegamento telefonico. Il verbale viene trasmesso dal gabinetto del sindaco all’azienda (col protocollo Roma Capitale, Gabinetto del sindaco, 27 agosto 2016, N. Prot. RA/55796). La trasmissione è firmata Marcello Minenna. Il primo a essere rimosso è Pietro Zotti, direttore industriale da cui dipendono anche i due impianti di trattamento biomeccanico dei rifiuti di Ama (il dirigente è Marco Casonato, anche lui rimosso). Rimuovere Zotti significa togliergli qualunque arma di difesa, un domani qualunque cosa dicesse contro la Muraro passerebbe per la vendetta di un dirigente rimosso. Il secondo è Leopoldo D’Amico, già fatto fuori da Panzironi, il presidente dell’era Alemanno, e tornato, nella gestione Fortini, come capo del progetto degli Ecodistretti. Non un fulmine di guerra, ma una persona di cui tutti in azienda parlano bene. La sua rimozione serve a Muraro nel quadro del mantenimento del consenso interno con i comitati di Rocca Cencia.

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Il terzo da far fuori è Saverio Lopes, 41 anni, proveniente da Acea e poi Atac, direttore delle risorse umane. E qui la storia incrocia direttamente interessi elettorali. Lopes è giovane, capace. Ma ha tanti nemici. Facendo fuori Lopes, Muraro fa cosa gradita alle Usb e ad Alessandro Bonfigli, il potente capo della Cisl in Ama e amico di Marcello De Vito, una comune simpatia ideologica (a destra). Lopes è particolarmente inviso perché la sua battaglia cardine è stata contro l’assenteismo e il consociativismo nella gestione aziendale; Lopes denunciò brogli nell’accaparramento delle deleghe sindacali, e favorì il licenziamenti dei 41 di Parentopoli. Favorì, anche, una scissione sindacale che portò via 500 tessere dalla Cisl di Ama (tessere che valgono 120mila euro all’anno). Bonfigli, che chiede e ottiene la testa di Lopes, era stato estromesso dalla Cisl nel maggio 2016; ma a giugno vince la Raggi, e contemporaneamente lui torna in sella in come capo Cisl in Ama.

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Insomma: destra (network Alemanno), carabinieri, sindacati di base e pezzi (non i migliori) di Cisl sono sullo sfondo di questa Muraro story, e dei voti che essa significa per Virginia Raggi. In quella riunione del 26 agosto, Muraro decide dunque di togliere Zotti e D’Amico (le loro deleghe vanno tutte al nuovo dg Bina, che non ne è affatto contento, perché si trova gravato di un carico enorme di responsabilità, e connessi rischi giudiziari), e soprattutto di epurare Lopes. Solidoro, allora presidente, e Minenna, sono contrari a rimuovere Lopes (addirittura pensavano di nominarlo dg), ma la Muraro fa la voce grossa, alla sua maniera. A quel punto lo scontro è totale. Minenna, amico e mentore di Solidoro, qualche giorno dopo si dimette. Solidoro strappa l’ordine di servizio per la rimozione di Lopes e si dimette pure lui.

Tutto da rifare? No. Muraro riconvoca tutti i dirigenti Ama il 2 settembre – agendo come fosse l’amministratore dell’azienda, non l’assessore – e comunica che in Ama ci sarà anche Giancarlo Ceci, responsabile della programmazione del M5S, a darle una mano. Un’occupazione stile prima repubblica. Infine, Muraro chiama Giuseppe Rubrichi, 66 anni, oggi dirigente per la sicurezza sui luoghi di lavoro, e gli offre il posto di Lopes. Rubrichi nel 2000 finì nell’inchiesta per l’inceneritore di Colleferro, dove bruciavano rifiuti che non dovevano essere bruciati. Non tirò in ballo nessun altro, allora. Una sua nomina potrebbe far rientrare di fatto in gioco, a dirigere gli impianti, quell’Alessandro Muzi, in buoni rapporti con Manlio Cerroni, l’imprenditore “re delle discariche” romane, che nella prima uscita pubblica della Raggi con Muraro, a Rocca Cencia, si fece fotografare accanto a sindaco e assessora esibendo potenza e copertura politica. È un grosso boccone, Ama. Chi controlla Ama ha in mano mezza Roma.

Paola Muraro non si dimette: “Il M5s è unito contro i poteri forti”

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lastampa/Le mani della Muraro sull’Ama. Ecco la lista delle epurazioni JACOPO IACOBONI

Scuola: tutto questo sta accadendo! Ora!

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Voglio parlare di scuola soprattutto a chi ritiene che noi insegnanti deportati siamo fortunati perché un lavoro ce lo abbiamo e a chi dice che è un lavoro bello solo perché non si fa nulla e perché si sta tre mesi a casa in vacanza….

Comincio col dire che io ho “SCELTO” di fare l’insegnante, che lavoro da quando avevo 12 anni, che ho passato gli ultimi 13 anni fuori dalla mia terra (e solo gli ultimi due da insegnante), di cui più o meno un terzo lontano addirittura dall’Italia. Ho passato periodi in cui non parlavo, né pensavo neanche in italiano, con temperature estreme (dai -12 irlandesi, ai +52 omaniti) a gestire cose apparentemente più grandi di me, a sbattere la testa contro il muro per convincere gente con una cultura diversissima dalla ns, a istruire indiani, pakistani e svedesi sulle ns tecniche di progettazione, ma soprattutto a stare lontano dalla famiglia e dai miei affetti più grandi.

Un giorno uno di questi mi convince a tentare la strada dell’insegnamento. Io per gioco inizio e alla fine mi ritrovo a fare l’insegnante. Perché? Perché è una cosa che mi viene naturale come respirare e che mi riempie di soddisfazioni (certamente non dal punto di vista economico). E per riuscirci ovviamente supero prove non di certo più semplici di quelle finora già sormontate nel mio passato da ingegnere. L’ultimo anno poi l’impegno è stato talmente vasto che non riuscivo nemmeno a dedicarmi pienamente alla mia famiglia. Passavo 12 ore al giorno a scuola e l’insegnamento vero e proprio era solo un passatempo se paragonato alle ore passate a scuola per elaborare progetti, idee e tecniche che poi si sono rilevati fondamentali per l’acquisizione di 2/3 finanziamenti europei.

Questo solo per dire che ci sono insegnanti e insegnanti, chi svolge il proprio lavoro fatto di 18 ore frontali settimanali e 80 extra (per così dire ordinario lavoro fatto di programmazioni, riunioni, consigli, collegi) –  oltre alla preparazione delle lezioni, predisposizione dei materiali e delle verifiche, individualizzazione dei percorsi formativi, correzioni –  e chi oltre queste ore ne accumula anche il triplo per collaborare a far funzionare una macchina talmente complicata da far invidia alla migliore azienda privata italiana. E il paragone non è certamente buttato lì, così per nulla……! Successivamente decido di tentare la sorte e di provare a chiedere trasferimento in Sicilia. Parlo di sorte, perché da titolare di cattedra sono diventato titolare di ambito, costretto a cambiare scuola ogni tre anni…. Provo anche a comprare casa perché, dopo questo lungo periodo passato fuori, decido insieme alla mia famiglia di tornare finalmente nella mia terra. Chiedo trasferimento in un qualsivoglia ambito siciliano. Risultato? Trasferito in Veneto. Ah, ricordate…stavo comprando casa, mutuo approvato! Beh la banca mi chiama e mi dice: Ma lei è stato trasferito in Veneto? Come fa a pagare il mutuo, l’affitto e a mantenere la famiglia con uno stipendio da insegnante? Così, improvvisamente, mutuo sospeso!! Secondo risultato? Io adesso mi trovo in provincia di Vicenza, lontano 1300 km da casa, dai miei affetti, da mia moglie, da mia figlia, da quella casa che ho sognato per 25 anni.

Siamo fortunati? Non facciamo nulla perché lavoriamo solo mezza giornata?

La verità è che noi non abbiamo a che fare con asini ma siamo un importantissimo ingranaggio della società, il secondo dopo la famiglia. Noi educhiamo le future generazioni. Questo ce lo siamo dimenticati tutti. E concludo dicendo che tutto questo meccanismo assurdo inventato dalla ns politica sull’istruzione è semplicemente un calcolo appositamente sviluppato per fare in modo che la scuola non abbia più il compito di formare esseri umani consapevoli della loro storia e del loro futuro: deve invece produrre puri atomi pronti ad essere inseriti nel mercato del lavoro flessibile e precario. Ciò mira a flessibilizzare la vita e l’intera natura umana: mira a renderci tutti precari e senza diritti, migranti e senza famiglia, sradicati e deterritorializzati, schiavi sempre disponibili e senza alcuna garanzia.

Per questo, l’invito ubiquitario ad essere “cittadini del mondo” nasconde oggi la mal celata volontà, gravida di ideologia, di sradicare i popoli del pianeta e di ridurli a semplici atomi senza patria e senza diritti, senza identità e senza storia, meri schiavi alle dipendenze dell’economia globalizzata. Quello che Renzi-Giannini stanno realizzando è una strategia di annientamento del nostro essere cittadini (consapevoli dei diritti e costruttori di giustizia sociale), rendendoci adatti al lavoro, subordinando i valori della famiglia e dell’essere popolo. L’istruzione è ridotta a strumento di formazione di “esseri che lavorano” a totale disposizione del mercato.
Dalla formazione classica come momento etico orientato a generare consapevolezza critica per esseri umani in fase di sviluppo, si è disinvoltamente transitati all’economicizzazione postborghese e postproletaria dell’istruzione, ridotta ad azienda concorrenziale erogatrice di competenze tecniche e abilità pratiche.
Per questo, il sapere classico della cultura storica occidentale tende sempre più ad essere sostituito dallo know how dell’impresa capitalistica.

E poi si parla anche di fertility day????……Tutto questo sta accadendo. Ora!

Rosario Melissa

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Auto e moto d’epoca ad Airola per il 9° raduno nazionale ASI

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Airola (BN) – Grande il numero di partecipanti al raduno di auto e moto storiche a cura dell’A.S.A.S. di Benevento (Automotoclub Storiche Antico Sannio) con la collaborazione del ristorante “Green Hill” ed il patrocinio del Comune di Airola.

La manifestazione giunta per il 2016 alla nona edizione, si è tenuta domenica 4 Settembre presso la Piazza Caduti di Nassirya del comune beneventano, attirando tante persone arrivate da varie parti della Campania.
Alle ore 10:00 i circa 60 equipaggi, dopo le consuete fasi di registrazione delle proprie vetture, hanno avviato i propri motori per il giro turistico.

La prima tappa ha permesso la visita ai partecipanti del raduno alla nota Azienda “TTA – Adler Group” che nella sede di Airola produce componenti in fibra di carbonio sia per il settore Automotive che per il settore Aeronautico. Il direttore della produzione ha illustrato, destando notevole interesse nei visitatori, le varie fasi delle lavorazioni per l’ottenimento dei telai in carbonio dei modelli Alfa Romeo 4C e Ferrari “La Ferrari”. Si tratta senza dubbio di un’Azienda che rappresenta un vanto indiscusso, visto il proprio Know-how, per la Campania e l’Italia nel mondo.

A seguire il giro turistico ha previsto la visita delle città di Bucciano, Moiano e Luzzano dove il Disco Pub “Happy days” ed il Club Napoli hanno offerto un piacevole rinfresco sollevando così i partecipanti dalla calura estiva.

Presenti tra le tante auto, due moderne Ferrari, una California ed una 458 Italia spider, che hanno incantato tutti con le loro forme sinuose ed il rombo inconfondibile dei motori di Maranello. Immancabili le Fiat 500, alcune di esse “Abarthizzate”, poi Fiat 1400 berlina del 1954, Fiat 600, Fiat Topolino, VW Maggiolino, Alfa Romeo Spider Duetto, Mercedes classe S, Lancia Fulvia Zagato, Lancia Gamma berlina, Lancia Delta Integrale.

Tra le moto, inconfondibile il rombo delle Moto Guzzi, della BSA inglesi e delle immancabili Piaggio Vespa nei tanti colori e versioni.

Gli equipaggi, dopo il rinfresco, alle ore 13:00 circa si sono ritrovati nuovamente presso la Piazza Caduti di Nassirya per pranzare al ristorante “Green Hill” che ha deliziato tutti con la degustazione dei prodotti tipici del posto in un clima caloroso di amicizia e passione per i motori.

I complimenti vanno a tutto lo Staff dell’A.S.A.S. ed a tutti gli organizzatori dell’evento, hanno gestito con autorevolezza, esperienza e professionalità il lungo corteo di auto e moto per le strade cittadine del tour!

Avanti tutta!

GUARDA LA FOTOGALLERY:

Sarri può sorridere: Giaccherini c’è

Emanuele Giaccherini pronto al ritorno dopo 45 giorni, lo rivela l’ edizione odierna de Il Mattino. Sarri può sorridere per quello che è un recupero molto importante considerando il tour de force che vedrà il Napoli impegnato in ben 7 partite in soli 23 giorni. Un’ arma in più, un calciatore duttile può ricoprire diversi ruoli: dall’ esterno d’ attacco alla mezz’ ala di centrocampo. Giaccherini seguirà i compagni nella trasferta di Palermo ma difficilmente partirà titolare.

Basta un po’ di sentimento…

La frase che ripete Gaetano Fontana: ‘Basta un po’ di sentimento…’

A conti fatti è vero, alla fine basta solo un po’ di sentimento per ottenere quello che si vuole, basta un po’ di applicazione maggiore per vedere arrivare il risultato sperato, desiderato. La Juve Stabia vince al Menti, al debutto, contro il Melfi, e convince anche con una prestazione ottima. Gaetano Fontana si ripresenta, dopo la sua parentesi da calciatore, davanti ai propri tifosi e le Vespe girano, e come se girano al cospetto di un Melfi apparso in difficoltà sin da subito, sin dalle battute iniziali e al di là del l’espulsione di Gragnaniello. A Catania quel sentimento era un po’ mancato, nonostante la buona prestazione del primo tempo, serviva la scossa, quella che il tecnico gialloblù ha saputo dare al suo gruppo. Orfani in mediana di Capodaglio infortunato e Salvi squalificato, a sorpresa gioca Esposito e non Mastalli oltre ad Izzillo: due mosse azzeccate e risultato finale rotondo con il buon Nicolas che va a segno ben due volte.

Basta un po’ di sentimento e tutto si risolve, ma l’impressione è che questa frase ripetuta da Fontana durante gli allenamenti settimanali, nasconda un altro significato. Sembra essere altra cosa, magari addolcita dalla parola sentimento. Ebbene sì, un allenatore deve saper giocare anche con le parole per spronare il gruppo e tenerlo alla massima tensione durante la settimana. Il pensiero è che sia una sorta di equazione: il sentimento sta alla cattiveria agonistica, comunemente detta ‘cazzimma’ come la Juve Stabia sta alla vittoria. A conti fatti serve questa per vincere e il tecnico lo sa. In panchina non dimostra affatto quella calma che in campo lo contraddistingueva, te lo ritrovi macinare chilometri, andando avanti e indietro e rivedendo le azioni in un secondo per aggiustare la’ dove serve. Poi te lo ritrovi difronte, Gaetano Fontana torna ad essere pacato, sorridente, amichevole. E allora l’equazione torna alla mente, il dolce paragone tra sentimento e cattiveria agonistica diventa realtà. Anche perché è lui stesso a ricordare che basta un po’ di sentimento, ma lo ci vuole sempre.

Vespe a tre punti in classifica dopo 2 gare, stagione cominciata con il piede giusto: questa squadra può sorprendere, può arrivare in alto, perché la rosa e il tecnico hanno tutte le qualità in regola per dimostrarlo. E allora serve poco, basta solo un po’ di sentimento…

a cura di Ciro Novellino

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Inizio no per Insigne ma può tornare a brillare

Sull’ edizione odierna del Corriere dello Sport si legge del momento non proprio esaltante di Lorenzo Insigne. Di contro un Dries Mertens in grande spolvero e che pare aver riscritto  gerarchie stabilite ormai da diverso tempo. Ma Lorenzo può sorridere e continuare a lavorare con serenità visto che il Napoli dovrà giocare ben 7 partite in soli 23 giorni, un’ occasione per ritornare a brillare e riprendersi la scena.

Maksimovic, il padre: “A Napoli farà bene. Ecco come è andata con Mihajlovic”

Quello di Maksimovic al Napoli è stato di sicuro un trasferimento che ha fatto discutere parecchio viste le modalità, con il difensore che si era recato in Serbia abbandonando il ritiro del Torino. Situazione che non era piaciuta al tecnico granata, Sinisa Mihajlovic, che ad una domanda fattagli conferenza stampa rispose: “per me è morto”. Parole durissime che di certo non passano inosservate ed ecco perché il padre di Maksimovic ha voluto parlare di questa situazione ai microfoni de Il Mattino, rivelando che lo stesso tecnico non aveva voluto rispondere quando Nikola gli chiese cosa avrebbe fatto al posto suo. Ecco allora la scelta di andare via e di approdare al Napoli . “Al Napoli vuole dare il massimo, sono convinto che riuscirà a dimostrare il suo valore come ha sempre fatto”, queste le dichiarazioni del papà del difensore serbo.

… e la Giannini parla di ‘Errori Fisiologici’!

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Sulla catastrofe Giannini, riceviamo e pubblichiamo

Scrive un professore siciliano:

“Sono uno, se non l’unico a cui è stato assegnato un doppio ambito in Lombardia.
Ciondolo per Milano, senza una dimora fissa, in una scuola totalmente in sospensione, organizzandomi comunque senza passione coi colleghi consapevoli e in attesa che venga analizzata la conciliazione dove chiedo che risolvano un problema da loro causato, sapendo che la scuola che mi han tolto, nel comasco, è rimasta vuota e nella speranza ulteriore che un mantra o un boiardo valutino la mia assegnazione provvisoria in Sicilia.
Non mi preoccupa la lontananza, ma l’incertezza in cui ci costringono è deleteria e deprimente, vieppiù sapendo che nessun funzionario o politico pagherà mai per le inefficienze di questi insulsi governi imposti e gestiti da Germania e USA”.

SONO VERGOGNOSI! E LA GIANNINI PARLA DI ERRORI FISIOLOGICI! ?

Albania-Macedonia interrotta, oggi si recupera: Hysaj rientrerà un giorno dopo

Elseid Hysaj è stato protagonista ieri sera nella sfida tra Albania e Macedonia, valevole per le qualificazioni ai mondiali di Russia 2018. Il match, però, è stato interrotto al 79’ minuto a causa di un nubifragio abbattutosi su Scutari e verrà ripreso oggi pomeriggio prolungando così la permanenza del terzino azzurro in Nazionale. Hysaj, infatti, rientrerà a Napoli con un giorno di ritardo e avrà pochi giorni a disposizione per preparare al meglio le imminenti sfide contro Palermo e Dinamo Kiev.

Sotto La Lente – Juve Stabia: alla scoperta di Stefano Del Sante

Sotto la Lente: alla scoperta di Stefano Del Sante

Riparte la rubrica di ViViCentro “Sotto la Lente”, con la quale sveliamo tante curiosità sui calciatori gialloblù.

Questa settimana protagonista della nostra rubrica è Stefano Del Sante, bomber delle Vespe.

Stefano nasce a Perugia il 13 gennaio del 1987. Proprio nella città umbra comincia la carriera dell’attaccante, che entra a far parte del settore giovanile perugino. Stefano completa tutta la trafila delle squadre giovanili, fino ad arrivare a soli 18 anni ad esordire in Serie B. Le potenzialità del calciatore stimolano l’interesse di tante squadre; non a caso, dopo il fallimento del Perugia, su Stefano si fiondano tante società. E’ il 2004/05 ed a spuntarla tra le tante pretendenti è la Fiorentina, che aggrega Del Sante nella sua squadra Primavera. Nelle giovanili della Viola Stefano si integra alla perfezione e trova il suo partner d’attacco ideale in Samuel Di Carmine (esatto, proprio colui dal quale erediterà la maglia numero 9 delle Vespe). La Fiorentina di Del Sante e Di Carmine arriva fino alla finale del campionato Primavera; in finale l’avversario è il più forte che potesse capitare, la Juventus di calciatori che faranno strada: Marchisio, Giovinco e Criscito su tutti. La stagione è molto importante per Del Sante, che oltre a recitare un ruolo da protagonista in Primavera, ha più volte la possibilità di allenarsi con la prima squadra. Durante queste sedute di allenamento ha modo di confrontarsi con calciatori come Frey, Fiore e soprattutto Luca Toni, idolo del tempo del giovane Stefano. Gli allenamenti in prima squadra sono impegnativi ma anche formativi e preziosi e permettono al giovane attaccante di affinare il proprio modo di giocare, studiando da vicino tanti grandi calciatori.
Terminato il percorso nel settore giovanile della Fiorentina, per Del Sante comincia la carriera da professionista. Le stagioni più importanti l’attaccante le vive con le maglie di Varese, Mantova e Vigor Lamezia; sono annate in cui la punta sfonda il muro della doppia cifra, arrivando per due volte a toccare il suo record personale di 14 realizzazioni in un solo campionato.
Nel gennaio 2016 Stefano arriva alla Juve Stabia dopo la breve parentesi non felicissima al Pavia. L’obiettivo è quello di uscire dalle zone calde della classifica per puntare ai play off ma un’annata nata e proseguita storta e tanta sfortuna mettono i bastoni tra le ruote (anzi, tra i piedi) a lui ed a tutta la squadra. Nonostante il calciomercato estivo abbia bussato più volte alla porta di Stefano con proposte allettanti di varie squadre, l’attaccante ha deciso di rimanere in gialloblù, allungando inoltre il proprio contratto con le Vespe per tentare con tutto se stesso di raggiungere il traguardo importante che tutti i tifosi sognano.
Centravanti vecchio stile, come quelli che non se ne vedono più nell’epoca del falso nueve, Del Sante è un attaccante forte fisicamente (sfiora i 190 cm) che ama attaccare la profondità per poi colpire in area di rigore. Nonostante sia il classico animale d’area, Stefano non disdegna il lavoro sporco quando la squadra è in difficoltà, andando a fare a sportellate ed in contrasto con le difese avversarie. Stesso modo di giocare, del resto, di tanti suoi idoli; oltre a Toni modelli di riferimento negli anni scorsi per Del Sante sono stati Vieri e Batistuta, mentre ora la punta guarda a tutti i grandi attaccati internazionali per “rubare” qualcosa ad ognuno di loro.
Stefano al di fuori del rettangolo di gioco è un ragazzo che ha tante passioni, che vanno dallo sport, alla tv fino ad arrivare alla musica. Segue infatti molti altri sport, da piccolo ha praticato con buoni risultati karate e nuoto; ama guardale la tv e rilassarsi ascoltando tanta musica. La passione per la musica è forte, tanto che Stefano sta pensando di iniziare un corso di chitarra.
Come probabilmente tanti tifosi hanno avuto modo di notare tramite i suoi profili social, Del Sante è un ragazzo estroverso e aperto, che è sempre in prima linea nel fare gruppo ed essere leader nelle proprie squadre. Spesso è al centro di iniziative di squadra (il suo mega selfie durante la cena di squadra a Gubbio è stato anche spunto di un nostro editoriale), ma ama anche stare da solo in determinati momenti.
La famiglia per Stefano è importantissima e non gli ha mai fatto mancare il proprio appoggio. La famiglia Del Sante è molto unita e l’attaccante non appena ha qualche giorno libero torna a casa per passare qualche ora di relax in famiglia. Proprio il papà, di origini fiorentine, ha trasmesso a Stefano la passione per la Fiorentina, aumentata poi dagli anni trascorsi nel vivaio viola.
Dal punto di vista sentimentale Stefano è single e le sue priorità sono il campo e la Juve Stabia ma se dovesse arrivare la persona giusta non manca la voglia di provare ad instaurare un rapporto sincero e duraturo.
Con la speranza che questo nostro ritratto porti fortuna alla stagione di Del Sante, magari portandolo a superare il suo personale record di gol, ringraziamo lui e l’ufficio stampa della Juve Stabia per la disponibilità.

Raffaele Izzo
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Guardia Costiera, 5 settembre 2016: salvati 2700 migranti in 23 soccorsi (VIDEO)

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Sono oltre 2.700 i migranti tratti in salvo nella giornata odierna nello Stretto di Sicilia nel corso di 23 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I migranti si trovavano a bordo di 19 gommoni e 4 piccole imbarcazioni. Nel corso delle operazioni sono stati recuperati anche 15 corpi senza vita.

Sono intervenute nelle operazioni: Nave Diciotti CP941 della Guardia Costiera, Nave Orione e Nave Borsini della Marina Militare, le Navi Dattlen e Rio Segura  inserite nel dispositivo Eunavformed, la Nave Topaz Responder dell’ONG MOAS, la Nave Aquarius dell’ONG SOS Mediterranee, la Nave IUVENTA dell’ ONG Jugend Rettet ed il rimorchiatore Asso 29.

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

Higuain: “Napoli tappa fantastica. E’ normale che i tifosi azzurri siano arrabbiati con me”

Gonzalo Higuain torna a parlare di Napoli in un’ intervista alla rivista Elite Sport:
“Lasciai il Real Madrid perché avevo bisogno di maggiore spazio e scelsi il Napoli. Quella partenopea è stata di sicuro una tappa fantastica: mi sono goduto tanto la squadra, la città e i tifosi. Mi venivano i brividi pensando che Maradona aveva giocato in quella squadra e che la gente mi paragonava a lui. I tifosu azzurri sono sempre stati calorosi con me e capisco la loro rabbia. La Juventus è stata una decisione personale, ma mando loro un grande saluto.
De Laurentiis? Non ho niente da dire, ho già espresso il mio pensiero e non voglio tornare a farlo. Affronto la mia nuova tappa a Torino, e basta”.

I 70 anni di Freddie Mercury – VIDEO

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Freddie Mercury avrebbe compiuto oggi 70 anni. Lo storico frontman dei Queen, miglior voce rock di sempre per Classic Rock e 18mo tra i grandi cantanti di tutti i tempi per Rolling Stone, viene ancora celebrato in tutto il mondo a 25 anni dalla prematura scomparsa per una broncopolmonite causata dall’Aids. Giovedì scorso il chitarrista dei Queen, Brian May, ha scoperto una targa davanti alla casa giovanile di Freddie a Londra, dove il cantante viveva ancora con i propri genitori quando fondò il gruppo insieme allo stesso May e al batterista, Roger Taylor.

L’unico angolo del mondo che sembra aver dimenticato Mercury è proprio la terra che gli dette i natali: Zanzibar, in Tanzania. Pur essendone il figlio più famoso, l’isola non ha organizzato nessuna celebrazione ufficiale, dopo che nel 2006, per il 60mo ‘compleanno’, i gruppi musulmani protestarono per un party commemorativo in spiaggia. Nel mirino c’era ovviamente l’omosessualità e lo spregiudicato stile di vita del cantante di cui non si sa neppure se sia mai ritornato a Zanzibar che lasciò da bambino per andare a studiare in India prima di trasferirsi definitivamente in Inghilterra nel 1964 mentre sull’isola scoppiava la rivoluzione socialista che cacciò il sultano.

Dall’infanzia a Zanzibar ai trionfi e gli eccessi sul palco, le due vite di Freddie Mercury

Eppure a Zanzibar i Cd contraffatti dei Queen e le t-shirt di Mercury sono tra i souvenir più gettonati per i turisti che non mancano di visitare la sua casa natale nella capitale Stone Town, a Kenyatta Street. Ci sono persino i tour a piedi per visitare il quartiere Shangani in cui è cresciuto e il tempio Zoroastriano in cui la famiglia Parsi pregava.

Ma Farrock Bulsara, questo il vero nome dell’artista dalla straordinaria voce e presenza scenica che scelse Mercury  per autocelebrarsi messaggero degli dei, è come ‘oscurato’ da tutto ciò che è ufficiale in Tanzania, Paese africano in cui l’omosessualità è bandita. A Zanzibar il 90 per cento della popolazione è musulmana osservante e, malgrado ci siano quasi più villaggi turistici che abitazioni, il nome di Mercury resta quasi tabù, anche 70 anni dopo la nascita.

Ma ritorniamo al Mercury dei Queen: L’immagine-simbolo è quella di una carriera è quella in cui, in abito regale, solleva in alto la corona davanti a una folla di aficionados al “tribute” dell’aprile 1992 che ha visto riuniti per l’occasione a Wembley mostri sacri del rock di tutti i tempi, da Elton John ad Axl Rose, dai Metallica a Liza Minnelli, da Lisa Stansfield a David Bowie. Elton John, piccolo grande mago fluttuava sulle note della ultrasinfonica “Bohemian Rapsody” (autentico “gioiello” con le sovraincisioni stampo Queen pompate dalla struttura operistica e il centuplicarsi delle sagome sul video), Ian Hunter ricordava con “All the young dudes” la prima importante tournee che vide i Queen “spalla” dei suoi conclamati Mott the Hoople, stelle del glam-rock dei primi anni ’70 con due Def Leppard ad affiancare il guitar-hero Brian May ai cori. Prodigi anthemici come “We are the champions” e “Friends will be friends” trascinavano il pubblico in un abbraccio corale nel ricordo di un mito. Lo spettacolo continuava ancora e Freddie era ancora li’, maestoso, megalomane nei suoi piccoli vizi di figlio d’un diplomatico, iperprotetto dai comfort dei domestici, mai sazio di costruirsi dimore principesche e autogratificarsi di costosi oggetti d’arte. Altrettanto generoso nel curare le scenografie, i giochi di luce, il teatro in cui risaltava l’arte musicale e corale dei suoi Queen e nell’infondere in ogni brano vigore ed impeto carismatico. Il primo Freddie, capellone, magrissimo, in calzamaglia e l’altro Freddie, in canottiera, muscoli da body-building, baffetti si assomigliavano nel loro piazzare in cima a tutti gli obiettivi possibili, il trionfo dei Queen.

Strano destino, quello dei Queen. Bersagliati dalle critiche e dai pettegolezzi della stampa per una vita, mai esaltati a dovere (l’apice, fu toccato con la sterzata violenta verso la disco-music e la techno di “Hot space” e “The game”. Molti non glielo perdonarono. Gli anni ’80 avevano intaccato anche la loro personalissima genuinita’? I dischi successivi confermarono ai fans che il rischio era scongiurato. I Queen non avrebbero mai emulato i Pet Shop Boys. Capaci di veri e propri capolavori-video (“I want to break free”, giocosa parodia del travestitismo, la schizoide “The miracle” con l’abbinamento con i loro sosia-bambini e la pirotecnica “Radio ga ga” e la fantasmagorica “Kind of magic” su tutti), i Queen hanno ricevuto pieno riconoscimento nel momento piu’ tragico. Come accade ai grandi pittori, ai poeti, ai geni spesso incompresi in vita, i Queen, appena staccati dal cordone ombelicale che li legava al loro leader, sono entrati nella leggenda. Oggi Roger Taylor e Brian May proseguono nelle loro fortunate carriere soliste e la foltissima schiera di fans continua a collezionare video, CD, album, cofanetti dei propri miti. “Rare live”, “We will rock you”, “Live at Wembley” continuano ad essere richiesti nei negozi. “Queen”, la biografia ufficiale scritta da due ferratissimi superfan del gruppo, Jacky Gunn e Jim Jenkins (edita in Italia dalla Arcana editrice), e’ diventata una “bibbia” dei Queenmaniaci. Sfumano in dissolvenza le voci maligne che speculavano sulla sfrenata attivita’ libertina di Freddie o tormentavano Jim Hutton, partner sentimental del suo ultimo scorcio di vita, erede di una colossale fortuna. The show must go on, il Queen’s business continua. Anche se difficilmente rivedremo Roger, Brian e John ancora insieme. Con Freddie, se ne e’ andata l’anima dei Queen. Assurdo, farsela restituire dal destino, crudele nei panni del Dottor Faust.

Ass. Borriello: “Andiamo avanti, nel fine settimana potrebbero esserci delle novità”

Ciro Borriello, assessore allo sport del Comune di Napoli, è intervenuto a Radio Gol, in onda sulle frequenze di Radio Kiss Kiss, in merito all’ argomento stadio. Ecco quanto evidenziato:
“E’ previsto un incontro per la giornata di domani, mi auguro di iniziare i lavori il prima possibile. Novità importanti potrebbero arrivare verso la fine della settimana. Poca affluenza al San Paolo? L’ inizio del campionato ad agosto di sicuro influisce su questo aspetto”.

Aronica: “Mazzarri applicava un turnover scriteriato, Sarri può far meglio”

Aronica ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, Salvatore Aronica, ex difensore azzurro, ha dichiarato: “In Champions League non c’è mai nulla di scontato, si trovano motivazioni che non riesci ad immaginare quindi guai a sottovalutare le squadre che il Napoli ha trovato nel sorteggio. Con noi c’era Mazzarri che non amava il turnover e quando lo faceva lo applicava in maniera scriteriata, ora il Napoli ha una rosa molto più ampia e Sarri potrà gestire al meglio le risorse. Sicuramente è un Napoli più competitivo che può andare avanti non solo nel girone ma per arrivare molto avanti. Maksimovic? Faccio fatica a commentare questa operazione, è un ottimo difensore ma non credo sia quel top player che possa mettere in discussione la titolarità di Albiol e Koulibaly. Non mi sento di dire che il granata si sia fatto un salto di qualità”.

Insigne, l’ agente: “Nessun caso, bisogna solo accordarsi”

Periodo di stop per la serie A per dare spazio alle nazionali, ma il Napoli è sempre vigile. Negli ultimi giorni si è sollevata una questione per quanto riguarda i rinnovi contrattuali dei calciatori azzurri e quello più problematico è senza ombra di dubbio quello di Lorenzo Insigne. Già durante la sessione di mercato, infatti, l’agente del calciatore aveva più volte premuto per un aumento dell’ingaggio del numero 24 partenopeo.
A placare gli animi è intervenuto a Radio Kiss Kiss Valter De Maggio che ha dichiarato di aver parlato con il procuratore di Insigne, Antonio Ottaiano: “Non è il momento di parlare del rinnovo di Lorenzo, lasciateci lavorare con serenità. Non c’è nessun caso, bisogna solo accordarsi”. Queste dunque le parole dell’ agente, non ci resta che attendere i prossimi movimenti tra il club partenopeo e l’ entourage del calciatore azzurro.

 

G. D. D.

La sosta fa bene: i numeri fanno sorridere Sarri

La sosta fa bene: i numeri fanno sorridere Sarri

E’ in cantiere da anni l’idea di restituire lustro e prestigio alla nazionale italiana, ma ogni qualvolta i tifosi s’avvicinano all’altro azzurro hanno un buon motivo per distaccarsene ancora. Come si fa, penseranno in molti, a godere di una partita dell’Italia se la stessa costringe il campionato atteso tre mesi a fermarsi proprio sul più bello? La sosta per le nazionali è un’interminabile attesa che provoca in molti senso d’abbandono e smarrimento. È l’interruzione sulla scena chiave del telefilm preferito, il traffico che s’incrocia in autostrada quando tutto sembrava andar liscio, la pioggia che bagna l’estate che aspettavi da tempo.

DIVERSIVO. Scherzi a parte, munitosi di sana pazienza e lecita comprensione, convinto che sì, la sosta per le nazionali sia cosa buona e giusta per permettere all’Italia – spesso rivoluzionata – di (ri)assestarsi in vista delle prossime qualificazioni di turno, s’accontentasse ogni tifoso – che pur sempre qualcosa dovrà inventarsi da fare – di spulciare tra le statistiche degli ultimi nove anni, di leggere (senza smarrirsi) tra le righe dell’abisso “prima-dopo” la sosta, di studiare i risultati e di farsi forza o gonfiare il petto a seconda delle circostanze. E dei numeri. Che sono incoraggianti: da quando è tornato in Serie A, ovvero dalla stagione 2007/08, il Napoli ha ottenuto cinque vittorie, due pareggi e due sconfitte nell’immediata ripresa di campionato successiva agli impegni delle nazionali. In una classifica virtuale, dei 27 punti a disposizione il Napoli ne ha collezionati 17, ovvero la media di (quasi) 1.6 a partita con 17 gol fatti e 12 subiti. In un ipotetico campionato, sarebbe qualificazione sicura in Europa League. Con un protagonista su tutti: Marek Hamsik, andato a segno ben quattro volte. Il suo primato non è casuale dato che lo slovacco è l’unico superstite dal 2007 ad oggi.

PRECEDENTI. Il primo sorriso arriva al San Paolo alla terza giornata dopo il ritorno in Serie A. Il Napoli batte 2-0 la Sampdoria grazie alle reti di Zalayeta ed Hamsik, al battesimo assoluto del gol. Solo un assist di spalla per Lavezzi, che allora aveva ancora i capelli lunghi ed un po’ di pancetta. Due settimane prima era stato lui protagonista assoluto ad Udine, autore di gol ed assist nello storico 5-0 del Friuli. Un anno dopo, alla seconda giornata, dopo il pari di prestigio all’Olimpico sulla Roma, il Napoli supera 2-1 la Fiorentina a Fuorigrotta con reti di Hamsik e Maggio (per i viola andò in gol Mutu). L’esterno vicentino, oggi ai margini della squadra, è il fiore all’occhiello della precedente campagna estiva ed è costato poco meno di dieci milioni dalla Sampdoria. È infelice, nella stagione 2009/10, la ripresa del campionato dopo la sosta: il Napoli di Quagliarella e Cigarini, che aveva battuto 3- 1 il Livorno al debutto, crolla al Ferraris 4-1 contro il Genoa. Vano l’iniziale gol del solito Hamsik, al quale rispondono, in serie, Floccari, Mesto, Crespo e Kharja.

DA QUAGLIARELLA A CAVANI. L’annata 2010/11, quella successiva all’estate choc col tradimento di Quagliarella alla Juventus (col senno di poi…), il Napoli abbraccia un nuovo bomber che ha il volto pulito e il fisico asciutto. Cavani segna all’esordio con la Fiorentina e replica anche al San Paolo dopo la sosta. Peccato che il Bari rovini la festa pareggiando in extremis con Castillo (2-2) un minuto dopo il precedente gol di Cannavaro. Nella stagione 2011/12 salta la prima giornata per uno sciopero dell’AIC, così la sosta per le nazionali passa quasi inosservata e il debutto del Napoli – e del neo acquisto Inler, ma anche dei flop Santana e Donadel – coincide con la trasferta di Cesena del 10 settembre 2011. Al Manuzzi è show azzurro con gol di Lavezzi, Campagnaro e, ovviamente, Hamsik. L’anno successivo, orfano di Lavezzi appena ceduto al Psg per quasi 30 milioni di euro, la squadra di Mazzarri batte 2-1 la Fiorentina all’esordio e poi replica dopo le nazionali col Parma: al San Paolo finisce 3-1 con gioia grande per il primo gol in maglia azzurra del ventunenne Insigne, reduce dalla bella stagione di Pescara.

DA BENITEZ A SARRI. È felice anche l’esordio del nuovo corso targato Benitez, Higuain, Reina, Albiol, Callejon. Il Napoli più internazionale della storia batte 4-2 il Chievo all’esordio e, dopo lo stop, supera 2-0 l’Atalanta in casa col San Paolo che urla di gioia per le reti di Higuain e Callejon. Unico neo di una serata magica: la maglia camouflage. Quella da militare, per intenderci. È invece “jeans” il colore della divisa che il Napoli indossa nel pomeriggio dopo la ripresa, stagione 2014/15, che coincide col clamoroso ko interno col Chievo. Maxi Lopez fredda Rafael, Bardi ipnotizza Higuain dal dischetto ed il Napoli – ancora scosso per l’eliminazione dalla Champions contro l’Athletic – riabbraccia il San Paolo con una sconfitta inaspettata. È quella l’ultima delusione: lo scorso anno fu 2- 2 ad Empoli con Sarri in panchina. Eurogol di Insigne, poi Allan su assist di Gabbiadini. Ora il Palermo, il Barbera, ancora Sarri, Milik. E una nuova “ripresa dopo la sosta” da raccontare.

Fonte: Il Roma.

Palermo-Napoli, la prima di De Zerbi: le ultime di formazione

De Zerbi-Palermo, testa al Napoli

Riparte il Palermo. Dopo l’addio di Ballardini, ecco De Zerbi sulla panchina rosanero. L’ex Foggia si metterà subito a lavoro con la squadra in vista del match contro il Napoli. Tanti i cambi per l’ex attaccante azzurro. La Gazzetta dello Sport prova ad abbozzare una prima possibile formazione titolare che De Zerbi potrebbe schierare domenica. In porta fiducia a Posavec, mentre in difesa presenti Rispoli, Goldaniga, Gonzalez e Alesami; a metà campo, invece, ecco Chochev, Bruno Henrique ed Hiljemark; in avanti, fa il suo debutto Diamante insieme ad Nestorovski e Bentivegna.

Il Pungiglione Stabiese – Torna il buon umore

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono,  collegatevi oggi 05 settembre 2016 dalle ore 20:00 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci saranno Mario di Capua (Radio Sant’Anna), Gianluca Apicella (Magazine Pragma), Mario Miccio (ViViCentro) e Francesco Maresca.

Parleremo della vittoria in casa con il Melfi, con la Juve Stabia che ha sommerso di reti la malcapitata squadra lucana mostrando un gioco fluido veloce e tanta rabbia agonistica.

Questa sera avremo come ospite telefonico il D.S. Pasquale Logiudice con cui parleremo di questo avvio di campionato e delle sue aspettative per le prossime gare.

Parleremo del prossimo incontro con il Monopoli di Mister Diego Zanin con il collega Giovanni Mavilio di Monopoli Live.

Ci collegheremo telefonicamente con Alfonso Belmonte allenatore della formazione U15 della Juve Stabia, con il quale parleremo della prossima stagione che inizierà domenica prossima 11 settembre con il Melfi.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.