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Castellammare di Stabia, Amatriciana solidale il 24 e 25 settembre

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Amatriciana solidale anche a Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia – Ci siamo, mancano solo due giorni all’evento AMATRICIANA SOLIDALE. La città, le sue associazioni, il comune, ancora una volta, non restano in silenzio di fronte alla tragedia che ha colpito le popolazioni vittime del terremoto del centro Italia.

I rappresentanti delle associazioni e delle parrocchie di Castellammare di Stabia hanno lavorato in questi giorni per organizzare al meglio questo evento, non unico in Italia (CLICCA QUI) ma non per questo di importanza minore. Anzi il popolo stabiese TUTTO, dal “semplice” cittadino al più famoso attore o politico, ha voluto che anche a Castellammare si realizzasse questa manifestazione patrocinata dal Comune della città.
Due serate, quelle del 24 e 25 settembre dalle ore 18.00 alle 24.00, vedranno impegnata la cittadinanza stabiese a raccogliere fondi per le zone dell’Italia centrale colpite dal sisma.
L’evento sarà allietato dalla partecipazione di molti Artisti Stabiesi che gratuitamente si esibiranno alle Antiche Terme di Stabia.

Questi i nomi degli artisti e delle associazioni che parteciperanno all’evento AMATRICIANA SOLIDALE:

amatriciana-solidale-stabiaePiero Pepe
Enrico Vicinanza
Denoising
Laborart Centro Studi Teatro Danza di Imma Cuomo e Mariarosaria Cannavale
Marina Bruno e Giuseppe Di Capua 
Salvatore Torregrossa e Giuseppe Rapicano
Elio Scarica 
Anna Spagnuolo 
Gigi Longobardi 
Franco Cecere
Mousikè
Ass. Achille Basile – Le ali della lettura 
Gaetano Palumbo 
Giuseppe De Rosa 
Gae Maria Palumbo
Take the 4tet
Rosalba Spagnuolo e Francesco Cesarano
Cristian Izzo
Gli Alleria
Cat Girace&Nb2
Lello Radice
Ondina Sannino
CAT
Enzo Esposito
Michele Di Martino
Alfredo Di Martino
Ass. Aliante 
Stabia for you
Simona Alfano, flamenco
Sebastiano Somma
Gruppo “L’oro di Napoli” di Raffaele De Rosa
Presenta le serate: Gabriele Saurio

amatriciana-solidale-stabiaNelle due serate sarà inoltre presente uno stabiese doc, Ugo Filosa, che condividerà la sua esperienza da volontario motociclista. In sella alla sua moto ha portato aiuti laddove i mezzi in dotazione al soccorso non potevano arrivare

Gli stabiesi conoscono troppo bene quale ferita profonda lasci un terremoto, quale senso di solitudine e di incertezza accompagni tutti quelli che hanno perso qualcosa o tutto.

L’appello è quello di intervenire numerosi di provare ad essere in tanti, accomunati da uno spirito solidale che, già nelle prime fasi della tragedia, ha mostrato il lato sano e generoso di Castellammare di Stabia.

Bisogna condividere il gusto della solidarietà! Non si può restare indifferenti nei confronti di una tragedia che 36 anni fa colpì anche la popolazione di Castellammare di Stabia.

Basta un contributo di beneficenza di 10 euro per gli adulti e di 5 euro per i bambini fino ai 12 anni, per trascorrere una serata gustando un ottimo piatto di pasta con l’intrattenimento offerto dai tanti artisti che si esibiranno.

Il ricavato sarà interamente devoluto a favore delle zone vittime del terremoto tramite un bonifico bancario intestato alla Protezione Civile (CLICCA QUI).

Clicca qui per accedere all’evento facebook

 

L’Angolo di Samuelmania – Grazie Pepe!

Questo il pensiero di Samuelmania

In Napoli ha disputato una bella gara in quel di Genova, ma non ha costruito tante occasioni da gol per sbloccare il risultato, al di là della clamorosa traversa colpita da Hamsik. Io avrei provato anche a far giocare Rog e Giaccherini nel secondo tempo per provare soluzioni differenti, proprio per sbloccare il risultato. E’ vero, il campionato è molto lungo ancora, ma in questa stagione abbiamo una panchina molto forte: mi chiedo, perché non utilizzarli? Voglio fare i miei complimenti a Pepe Reina, oggi, senza di lui, avremmo perso la partita. Forza Napoli!

a cura di Samuele Esposito

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A Roma è guerra sui Giochi Olimpici per favorire quelli dei grillini

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L’editorialista de LA STAMPA, Marcello Sorgi, spiega la decisione di Raggi con la volontà di far prevalere gli interessi dei grillini su quelli di Roma. E Grillo esulta: “Raggi, bravissima”.

Un rifiuto per compattare il Movimento

Atteso, ma fino all’ultimo non scontato, il «no» di Virginia Raggi alla candidatura di Roma alle Olimpiadi segna una svolta dura nell’amministrazione della Capitale, fin qui impantanata nella propria incapacità, e rischia di trasformarsi in una dichiarazione di sfiducia, della sindaca e dell’intero M5S, verso se stessi.

Nelle settimane e nei mesi ormai che hanno preceduto l’annuncio di ieri, Raggi e il vertice stellato infatti avrebbero potuto motivare più seriamente la propria convinzione, basandosi su un’approfondita analisi delle opportunità e dei rischi e trovando un sostegno più forte alle loro posizioni. Invece, non c’è uno solo degli argomenti portati dalla sindaca in conferenza stampa che non possa essere contraddetto.

Dire che queste sarebbero state le «Olimpiadi del mattone, un pretesto per nuove colate di cemento», è come negare a priori che la nuova amministrazione – insediata con un voto plebiscitario degli elettori romani che invocavano il cambiamento, dopo le fallimentari esperienze di Alemanno e Marino e dopo l’ondata di corruzione sfociata nell’inchiesta «Mafia Capitale» – non sarebbe stata in grado di impedirlo, cogliendo l’occasione per impegnare i consistenti fondi pubblici che il governo aveva messo a disposizione per ricostruire l’immagine e la sostanza di una grande città derelitta, che non aspettava altro.

Ancora, dire che il settanta per cento dei romani si erano espressi contro le Olimpiadi con il voto del ballottaggio del 19 giugno che ha segnato il trionfo dei 5 stelle, equivale a dimenticarsi che in campagna elettorale era stato promesso di dare ai cittadini l’ultima parola, perfino con un referendum. Tra l’altro, i sondaggi svolti in questi ultimi giorni, rivelano che a certe condizioni l’opinione pubblica capitolina è in maggioranza favorevole ai Giochi.

Citare il residuo di debito a bilancio del Comune per quelli del 1960 come esempio di un nuovo dissesto finanziario da evitare, per non caricare i romani di nuovi debiti, significa ignorare quale grande trasformazione le Olimpiadi portarono cinquantasei anni fa, in una Capitale che era rimasta una sorta di grande paesone e per una popolazione di oltre tre milioni di persone che da quell’esperienza uscirono proiettate verso la dimensione di una moderna metropoli. Inoltre, lasciare dietro la porta il presidente del Coni, dopo averlo convocato per discutere, non è stato solo un gesto di maleducazione da parte di una sindaca che in fatto di buone maniere s’è già fatta conoscere Oltretevere, ma una mancanza di riguardo verso un’istituzione che rappresenta l’Italia nel mondo. Infine, non c’è bisogno di essere sportivi per sapere che le Olimpiadi non sono solo quell’appaltificio a cui Raggi le vorrebbe ridurre: sono innanzitutto un insieme di passione, orgoglio ed entusiasmo giovanile, come ci hanno ricordato proprio in questi giorni i ragazzi italiani delle Paralimpiadi, pronti ad approfittarne per gettare il cuore oltre l’ostacolo del loro ingrato destino.

Ma di tutte queste obiezioni, come degli innumerevoli post dei loro elettori che ieri su Internet hanno protestato contro il «no» alle Olimpiadi, Raggi, Grillo, Di Maio, Di Battista e tutto il gruppo dirigente 5 stelle – c’è da giurarci – se ne fregheranno. Giunti in pessime condizioni alla vigilia dell’assemblea di Palermo, che dovrebbe delineare il futuro del Movimento e superare le rissose divisioni che la vicenda del Campidoglio ha fatto emergere, i grillini erano a caccia di un annuncio a effetto, che servisse a sollevare un terremoto di reazioni avversarie, e sull’onda di queste una ragione per ricompattarsi, per reagire all’assedio e ribadire la propria diversità. Tal che, pur essendo inaccettabile la scelta del Movimento 5 stelle e della sindaca Raggi, nonché il modo e il momento in cui è maturata ed è stata annunciata, a malincuore bisognerà rassegnarsi a questa ennesima prova di nullità. In fondo, non vale neppure la pena di approfondirne le motivazioni. Ragionarci servirebbe solo a fare il loro gioco, per sentirsi ripetere che le obiezioni «delle lobbies e dei giornaloni» sono la prova che la decisione era giusta.

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Virginia Raggi dice no ‘alle Olimpiadi del mattone’

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Virginia Raggi, sindaca della capitale, spegne le luci sulla kermesse a cinque cerchi e lo fa disertando in maniera plateale l’incontro con Giovanni Malagò, numero uno del Coni. Ma lui rilancia la sfida: “Chiederemo i danni a chi voterà contro”. E prepara un piano B: un commissario straordinario del governo per fare comunque i Giochi nel 2024. La battaglia romana fa gioire le altre città candidate: a cominciare da Parigi e Los Angeles. L’editorialista de LA STAMPA, Marcello Sorgi, spiega la decisione di Raggi con la volontà di far prevalere gli interessi dei grillini su quelli di Roma. E Grillo esulta: “Raggi, bravissima”.

La Raggi: fare le Olimpiadi sarebbe da irresponsabili

La sindaca diserta l’incontro col Coni: diciamo no alle colate di cemento

ROMA – Ore 15.07, Giovanni Malagò guarda per l’ultima volta l’orologio. Poi si volta verso il portavoce di Virginia Raggi, Teodoro Fulgione, inviato per prendere tempo e visibilmente imbarazzato per quello che sta per accadere: «Ora basta, noi ce ne andiamo – sbotta Malagò – Questa è mancanza di rispetto». Il presidente del Coni lascia il Campidoglio assieme al presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli e alla coordinatrice del comitato promotore Diana Bianchedi, tre quarti d’ora dopo essere arrivato. L’appuntamento era fissato alle 14.30 e già non era nato nel migliore dei modi.

In realtà, Raggi già martedì aveva deciso di farlo saltare. Il “no” alle Olimpiadi era ormai certo. L’indomani lo avrebbe ufficializzato. «Che senso ha incontrare Malagò a questo punto?» si chiede. Nel pomeriggio di martedì il suo vice, Daniele Frongia, conferma: non lo vedrà. Qualcuno dello staff si accorge però che oltre allo sgarbo istituzionale, la sindaca sarebbe caduta in una contraddizione evidente con quanto aveva detto per più di un mese. «Parlerò dopo l’incontro con Malagò, abbiamo un accordo. Alla fine della Paralimpiadi ci vedremo». Lo afferma per la prima volta in pubblico alla festa del Fatto a Roma, il 28 agosto. Quel giorno Raggi non poteva sapere quali settimane infernali si stavano aprendo davanti a lei e al M5S. Dimissioni di assessori, indagini nascoste, guerra fratricida, Beppe Grillo costretto a difenderla , ma con un ultimatum: «Voglio il no ai Giochi prima di Italia a 5 Stelle, basta tentennamenti». I sospetti su Raggi non spariscono: i grillini pensano che non le dispiacerebbero i miliardi che arriverebbero con i Giochi.

E invece. Nella settimana che si concluderà con la kermesse a Palermo, Raggi non poteva più aspettare. Ha un patto con Grillo. Martedì si annuncia la conferenza stampa per l’indomani. Ore 15.30. Gli eventi precipitano. Il Coni è spiazzato. Lo staff convince Raggi a incontrare comunque Malagò. In extremis l’appuntamento viene fissato un’ora prima della conferenza. Già questo basta a Malagò per sentirsi beffato. Il presidente va lo stesso, chiede lo streaming, ma gli viene opposto un rifiuto, proprio da chi più chiunque lo ha idealizzato come totem di trasparenza. Malagò è puntuale. Raggi, invece, no. «Non ho potuto incontrarlo- dirà la sindaca – Mi spiace che abbia deciso di andare via proprio mentre entravo. Ho avuto un contrattempo, qualche minuto di ritardo, non quaranta». Trentacinque minuti. Malagò li conta mentre va via furibondo «Troppi, abbiamo stravolto le nostre agende per essere puntuali». Raggi invece non cambia la sua giornata. In tarda mattinata firma il protocollo d’intesa sul Grande raccordo anulare delle bici assieme al ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Alle 14 pubblica la foto sul Twitter. Poi va al pranzo con l’assessora alla Mobilità Linda Meleo per parlare di Atac. La sindaca, incurante di Malagò che l’aspetta, si ferma qualche minuto in più: minuti che saranno fatali.

Alle 16,08, e quindi con un ulteriore ritardo, si presenta davanti ai giornalisti. Con lei c’è Frongia. Le prime due file di sedie vuote sono riservate ai consiglieri pentastellati e agli assessori, chiamati ad applaudire a ogni frase a effetto. Ci sono pure due parlamentari, Simone Valente e Paolo Bernini, a segnare la saldatura con il M5S nazionale. Non c’è invece Paolo Berdini, l’assessore all’Urbanistica che si era detto favorevole ai Giochi. «Sarebbe da irresponsabili dire di sì». La frase appare in apertura delle slide proiettate sullo sfondo degli impianti sportivi disastrati di Roma, tra i quali si intravedono le Vele di Calatrava. «Stiamo ancora pagando i debiti per Roma 1960. Diciamo no alle Olimpiadi del Mattone. I Mondiali di Nuoto ci hanno lasciato scheletri e gusci vuoti». Poi cita lo studio dell’università di Oxford che elenca gli sforamenti di spesa delle città ospitanti di tutte le passate edizioni olimpiche. Ricorda il no di Mario Monti e le frasi degli esponenti del Pd che allora si dissero d’accordo. Cita le altre città, da Boston a Madrid, che hanno ritirato la candidatura, ma non risponde sui soldi che serviranno a salvare quegli impianti che i miliardi delle Olimpiadi, secondo il Coni, avrebbero risanato. Lascia la parola a Frongia che si prende la scena: «Abbatteremo gli sprechi e troveremo risorse aggiuntive» dice in modo generico. Applausi, comunque. Poche le risposte nei dettagli. Sul referendum che Raggi aveva promesso prima del secondo turno contro Roberto Giachetti, risponde: «Il referendum è stato il ballottaggio». Nessuna replica a chi le fa presente che ha votato molto meno della metà dell’intera popolazione.

Finiti gli annunci, si passa ai fatti. La mozione con cui la giunta propone al consiglio di dire di “no” è «già pronta», assicura Frongia. Il primo a esultare per lo strappo di Raggi, è Alessandro di Battista. La sindaca però assicura di non aver cambiato idea per le pressioni del M5S. Poco dopo Grillo le telefona: «Brava Virginia, ti ho seguito in conferenza stampa, avanti così».

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lastampa/La Raggi: fare le Olimpiadi sarebbe da irresponsabili ILARIO LOMBARDO

Centosessantadue. Buon compleanno, Porto d’Ischia!

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Gianni Sasso campione paraolimpico isolano, diventa Ferdinando II di Borbone.

Sabato 17 settembre 2016 è stata celebrata la rievocazione dell’inaugurazione del porto d’Ischia. Uno spaccato di storia che ha cambiato per sempre la geografia economica e il futuro dell’isola d’Ischia in quel memorabile giorno, 17 settembre 1854, attraverso, un evento che costituì una pietra miliare per lo sviluppo dell’intera isola.

Ecco ciò che riporta Giuseppe D’Ascia, all’epoca si può dire cronista, nella sua Storia dell’Isola d’Ischia:

«In uno stato miserabile era l’isola ridotta, quando in Luglio 1853 veniva per la prima volta a villeggiare Ferdinando II e la sua famiglia nella casina reale alla villa dei Bagni. Giunto Ferdinando in Ischia decise mutar quel lago, in cui la casina si specchiava, in porto. Tosto fu dato mano all’opera. L’Ispettore di acque e strade Luigi Oberty, ed il luogotenente del genio Domenico Milo ne levarono la pianta, e ne presentarono il progetto al re che lo approvò. Si diede mano all’opera dallo stesso Tenente Milo, che restò incaricato della direzione de’ lavori, colla gratificazione di ducati dieciotto al mese, oltre duc. 179.40 pagatigli per indennità di via. Prima quel lago, due volte l’anno, dava un’abbondante pesca a Natale e Pasqua, che il Comune d’Ischia, concedea in fitto, per un estaglio a suo profitto: ridotto a Porto perdeva quel provento, ma ne venia indennizzato dal governo con un annuo assegno. Il servizio amministrativo fu affidato a Camillo Quaranta, nello stesso modo che si era adoperato per la costruzione del bacino di raddobbo del porto militare di Napoli. In seguito allo stesso Quaranta fu affidata la direzione dell’opera. Servi di pena furono impiegati ai lavori. Tutte le barche dell’isola vennero astrette a trasportar materiali, e della mercede statuita metà – Dio sa come! – fu pagata in contanti, la resta in maltrattamenti e busse regalate dal Quaranta, o da chi facea per lui. Si era dato principio all’opera nel 25 luglio 1853 coi lavori di taglio e di getto. Nello stesso anno veniva costruito l’acquedotto che da Monte Buceto dovea portar l’acqua alla Villa de’ Bagni che ne difettava: una guardia forestale fu posta a guardia di quello, per qualunque devastazione o danno. Nell’anno 1854, si erano effettuiti i lavori di cavamento all’accennato porto fino al 12 Giugno Nel 31 Luglio vi penetrava per la prima volta il real piroscafo il Delfino eseguendo, nel darvi fondo, una salva festiva di ventuno colpi di cannone. Nel dì 17 Settembre alle ore 5 p.m. il Porto veniva inaugurato alla presenza della corte, isolata in una pagoda posta su di una collina a nord dell’entrata di esso. Tutti i legni di qualunque fossero tonnellaggio furono obbligati di venire a prender parte alla regata. Il giornale uffiziale di Napoli nel giorno appresso 18 Settembre 1854 num. 203, descriveva la cerimonia così: «Circa dugento legni pavesati a festa fra il rimbombo di artiglierie ed i concenti di bande musicali entravano colla festiva sollennità di una regata nel porto novello, e vi facevano varie evoluzioni. Un’immensa calca di spettatori era radunata sulla riva del porto. Il re colla sua real famiglia, che da vari mesi soggiornava in Ischia godevano di sì delizioso spettacolo, da un loggiato a bella posta costruito su d’una collina a ponente dell’entrata del Porto». Noi aggiungeremo qualche altra particolarità a questo cenno trascritto. Precedea la Lancia del particolar servizio del re, comandata dal capitano Criscuolo, che da marangone, (cormorano ndr) sommuzzatore, di Santa Lucia, era divenuto capitano della lancia particolare di Ferdinando II. Ma sotto il cappello gallonato, e le spalline dorate, era sempre il Criscuolo- Lazzarone; il Criscuolo Palombaro, sì agli atti, che alla foggia, al linguaggio, alla rozzezza, all’ignoranza, alle scurrilità, ai pregiudizi. Seguivano le altre lance di particolar servizio; indi i reali piroscafi, il Tancredi, la Saetta, il Delfino, l’Antelope, la Cristina: poi i legni della marina mercantile dell’isola, principiando dalle paranzelle, terminando ai minuti gozzi da pesca. Il Giornale Ufficiale di Napoli del 27 Settembre 1854 n. 210 descriveva nelle sue colonne quest’accennata funzione, e la sua narrazione terminava con le parole seguenti: «Così veniva aperto ai marini un asilo avverso alle procelle, ed un ricovero avverso alle tempeste della vita – Un porto onde assicurare il debole naviglio, ed un altro più sicuro contro le traversie dell’anima sotto la tutela di Colei che tutto l’orbe redento saluta Stella del Mare». Il Monitore Ufficiale del 22 Settembre proclamava nelle sue colonne, vari atti di clemenza in occasione dei lavori eseguiti, dai condannati ai ferri, a quel lago tramutato in porto. L’isola venne intersegata da commode e ridenti strade, altre di maggior vantaggio ne vennero progettate; ma ostacoli sursero nell’attuazione e le opere rimasero insterilite in vani progetti».

Quest’opera, per il tempo grandiosa, sfruttò le più attuali conoscenze scientifiche. A cominciare dall’invenzione, nel 1690, della campana subacquea di Edmund Halley (lo studioso dell’omonima cometa), e dalla sua evoluzione: lo scafandro di Kliengert (1797), apparecchio molto voluminoso con un enorme elmo collegato tramite tubi a una pompa a mano manovrata in superficie, perfezionato a sua volta da un ingegnere tedesco, Augustus Siebe nel 1837, e fece da battistrada al futuro enorme lavoro per la costruzione del canale di Suez inaugurato nel 1869. Il ruolo di Ferdinando II fu però determinante. Molto probabilmente, meno di un decennio dopo, l’antico lago vulcanico non avrebbe avuto la stessa sorte con Umberto Primo, il re sabaudo, che aveva tutt’altri interessi che tagliare il breve istmo che divideva l’alveo vulcanico dal mare.

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Ferdinando II e Maria Teresa d’Austria

Alla toccante cerimonia di festeggiamento di questo importante anniversario non poteva mancare il nuovo Re di Ischia Gianni Sasso, che con le sue ottime prestazioni alle paraolimpiadi di Rio 2016, ha tenuto alto il nome di Ischia fuori dai confini dell’angusto scogli. L’atleta foriano un Re emozionato, ha salutato tutti i partecipanti, sia da bordo della “Rondine” l’antico veliero, datato 1924, del Comandante Pietro ”Capefierr”, sia durante il percorso per le strade cittadine ed ha riferito: “Sono davvero molto orgoglioso di poter rappresentare Re Ferdinando II e di sentire l’affetto degli isolani. Un’emozione ancor più forte di quella di Rio. E’ bellissimo poter prendere parte a questi eventi di un’isola, la mia isola che porto sempre nel cuore”.

Molto ricco il programma presentato dalla giornalista Carmen Cuomo, tradotta in inglese da Mary Patricia O’Mahony, cui hanno partecipato la banda musicale Città di Ischia, la cantante Nunzia Ferrandino, l’associazione Largo dei Naviganti, tanti figuranti in costumi d’epoca, il gruppo musicale “La Ghironda” diretto dal  M° Carmine Pacera e infine il gruppo rock “Belly Shakers”. Per terminare degnamente la serata, uno spettacolo pirotecnico ove i fuochi, a ritmo musicale, sorgevano dalle acque con speciali effetti scenici.

Luigi Castaldi

Preziosi: “I napoletani non devono lamentarsi: si è buttato, non c’era alcun rigore”

Ecco le parole del presidente del Genoa

A fine partita il presidente del Genoa Enrico Preziosi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Kiss Kiss: “Il risultato è giusto ma c’è un po’ di rammarico. meritavamo qualcosa in più abbiamo costretto Reina a tre parate importantissime negli ultimi 20 minuti, tutto sommato va bene così, sono napoletano e non mi dispiace che il Napoli non sia uscito sconfitto da questa gara. Rigore? Non c’era, si è buttato, l’arbitro ha visto: era lì. Noi napoletani vogliamo sempre cercare scuse, se dovessimo guardare alle ammonizioni non date al Napoli, lasciamo stare. Se fosse stato a Fuorigrotta glielo davano il rigore? Non posso dire che la Juve è favorita, so solo che a Torino abbiamo avuto dei rigori di troppo contro. Voi napoletani sbagliate se continuate a parlare di questi episodi, siete una squadra forte”.

Del Genio: “Questi episodi condizionano, hanno rubato due punti al Napoli”

Le parole di Paolo Del Genio

Durante la trasmissione Campania Sport in onda su Canale 21, il giornalista Paolo Del Genio ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla prestazione del Napoli: “Hanno rubato due punti al Napoli. Il primo rigore c’era, ma il secondo è assurdo. E’ incredibile, come è possibile non assegnare un rigore simile? Sono episodi che condizionano un’intera stagione”.

Hamsik: “Ho visto un grande Napoli, sarà un campionato combattuto”

Hamsik ai microfoni di Premium Sport

Ai microfoni di Premium Sport, è intervenuto il capitano azzurro, Marek Hamsik, il quale ha dichiarato: “In campo sembrano entrambi calcio di rigore, il primo netto, nel secondo Milik s’è lasciato un po’ andare. Ci aspettavamo un Genoa così intenso, ma la partita l’abbiamo fatta noi. Ho visto un grande Napoli, in questo campo non è facile, ce l’abbiamo messa tutta. Siamo una squadra forte, si nota dai risultati. Possiamo arrivare lontano. Noi cercheremo di fare il nostro calcio, al di là degli errori arbitrali, noi vogliamo solo giocare. Addio di Higuain? Per l’ambiente è stato un colpo. Ma noi siamo una squadra, siamo uniti, tutti ci sentiamo importanti. Questo campionato sarà più combattuto rispetto all’anno scorso.” 

CLASSIFICA – Il Napoli si ferma, vincono Juve e Roma

Il Napoli non va oltre lo 0-0 contro il Genoa, una partita bloccata e condizionata da diverse sviste arbitrali. La Juventus, però, travolge 4-0 il Cagliari e scavalca gli azzurri in classifica.

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L’ex arbitro De Marco: “Genoa-Napoli, mancano due rigori”

Genoa-Napoli, il commento di De Marco

De Marco, ex arbitro di serie A, ha dichiarato ai microfoni di Premium Sport: “Ocampos prende il pallone con la mano, è rigore. Il calciatore non può tenere le braccia così in alto. L’altro episodio è al 70esimo minuto. Il contrasto tra Milik e il difensore del Genoa inizia fuori area e si conclude dentro. Milik cade in maniera molto plateale, ma il Genoa rischia molto. Non si possono mettere le mani addosso all’attaccante. C’è il penalty.” 

Sarri a Premium: “Parlerò con De Laurentiis, troppi episodi contro!”

Queste le sue parole a Premium

Maurizio Sarri ha parlato a Mediaset Premium: “Partita bella, godibile dal punto di vista estetico con qualche errore che ci ha penalizzati. Non devo dirle io queste cose ma la mia società: due trasferte e tanti errori. Sbagliano tutti nel calcio, a Pescara rigore dato e poi tolto, qui due rigori non dati. Se sbaglia un allenatore, viene mandato a casa. Parlerò con De Laurentiis, deciderà lui come muoversi. Noi non dobbiamo dare risposte a nessuno. Non abbiamo obblighi, siamo il quinto monte stipendi della serie A, dobbiamo arrivare almeno quinti. Siamo una squadra giovane che sta facendo il proprio percorso. Per 85 minuti abbiamo fatto meglio del Genoa. Non siamo l’antagonista della Juventus, la pressione è per gli altri”.

Pistocchi: “Anche Damato combina disastri”

Il messaggio su twitter di Pistocchi

Anche il giornalista sportivo Maurizio Pistocchi è indignato per i due rigori non concessi al Napoli questa sera nel match contro il Genoa terminato con uno 0-0. Pistocchi a fine gara ha postato un messaggio su twitter: “Dopo Giacomelli, Di Bello e Irrati anche Damato combina disastri nega al Napoli due rigori, il secondo al 23′ 2^ tempo molto evidente”. Pubblicando poi sotto al messaggio una foto della trattenuta ai danni di Milik.

Il commento della SSC Napoli: “Due rigori non dati: Reina è un muro”

La SSC Napoli commenta così sul proprio sito internet la gara pareggiata contro il Genoa

Due rigori, eufemisticamente dubbi, non dati al Napoli, due super parate di Reina nel finale che valgono quanto un gol, una partita giocata ad un ritmo strabiliante. Il tutto fa 0-0 a Marassi, ma l’adrenalina è alta dall’inizio alla fine. Subito i fatti: Ocampos stoppa la palla col braccio nella sua area dopo 8 minuti, l’arbitro lascia giocare. Al 70′ Orban spinge giù Milik in area, rigore ancor più netto del primo, Damato non fischia. Il Napoli domina il campo per almeno 80 minuti, poi nel finale due volte Simeone – “il Cholito” figlio del tecnico dell’Atletico Madrid – si ritrova davanti a Reina che diventa un muro enorme togliendo dalla porta due palloni d’oro. Il bomber di giornata è Pepon, che ribadisce oltre qualsiasi spiffero, di esser un numero 1 in tutti i sensi. Finisce 0-0 una partita in cui poteva succedere tutto e il contrario di tutto. Ma i due penalty non dati rappresentano un errore umano che ha maggiore peso specifico di un mirabile gesto tecnico. Resta l’amarezza, ma anche la certezza che il Napoli se la gioca sempre e contro chiunque. Si ricomincia sabato al San Paolo: Napoli-Chievo. E poi mercoledì in Champions con il Benfica sotto le stelle di Fuorigrotta. Altri quattro giorni di emozioni forti…

sscnapoli.it

Callejon resta a secco, Icardi lo beffa

Serata amara per Josè Callejon che resta a secco contro il Genoa dopo il gol messo a segno contro il Bologna che gli aveva permesso di balzare in cima alla classifica marcatori. Lo spagnolo è stato scavalcato da Mauro Icardi autore di una doppietta e a quota 6 gol. Seguono Callejon e Bacca a 5.

Genoa-Napoli, le statistiche: il 64% di possesso non basta

Genoa-Napoli, le statistiche: il 64% di possesso non basta

Un pareggio per 0-0 frutto di una gara divertente tra Genoa e Napoli. Ecco alcune statistiche:

Tiri: 12-14

Tiri in porta: 5-3

Possesso: 36-64%

Passaggi completati: 195-443

Angoli: 5-8

Tackle: 28-20

Top 5 passaggi: Koulibaly 78 su 89, Albiol 67 su 80, Jorginho 59 su 64, Hamsik 53 su 56, Ghoulam 35 su 45

Calcio Serie A 2016-2017, quinta giornata: risultati turno infrasettimanale e classifica

Calcio Serie A 2016-2017: la Juventus torna subito in vetta al campionato Nel primo turno infrasettimanale dell’anno la squadra di Allegri demolisce in casa per 4-0 il Cagliari e sfrutta il pareggio senza reti del Napoli in casa del Genoa. Non si ferma più Mario Icardi (capocannoniere), che con una doppietta firma il 2-0 dell’Inter ad Empoli. Poker della Roma con il Crotone. Continua a stupire il Chievo, che batte il Sassuolo, mentre importante colpo esterno del Palermo a Bergamo. Pareggio spettacolare tra Udinese e Fiorentina e senza reti invece tra Pescara e Torino (in nove i granata);  mentre negli anticipi erano arrivate le vittorie di Milan e Bologna

Tutti i risultati

Milan – Lazio 2-0 (giocata ieri)
Bologna – Sampdoria 2-0
Atalanta – Palermo 0-1
Chievo – Sassuolo 2-1
Empoli – Inter 0-2
Genoa – Napoli 0-0
Juventus – Cagliari 4-0
Pescara – Torino 0-0
Roma – Crotone 4-0
Udinese – Fiorentina 2-2

La classifica aggiornata:
1 Juventus 12 punti
2 Napoli 11
3 Roma 10
4 Chievo Verona 10
5 Inter 10
6 Milan 9
7 Bologna 9
8 Genoa 7*
9 Lazio 7
10 Fiorentina 7*
11 Udinese 7
12 Sampdoria 6
13 Sassuolo 6
14 Torino 5
15 Pescara 5
16 Palermo 5
17 Cagliari 4
18 Empoli 4
19 Atalanta 3
20 Crotone 1
* una partita in meno

vivicentro.it/redazione sportiva / andrea.ziglio@oasport.it

Reina a Sky: “Bisogna essere forti a livello mentale, i portieri possono sempre commettere errori”

Pepe Reina, autore di un’ ottima prestazione con almeno tre interventi decisivi, ha riscattato pienamente l’ errore di sabato scorso sul gol di Verdi. Queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport a fine gara:
“Riscattato il gol di Verdi? La vita del portiere è così e di sicuro quello contro il Bologna non sarà l’ ultimo errore. Ma bisogna essere forti mentalmente e partite così ti aiutano molto”.

Genoa-Napoli, pasticcio Damato: mancano due rigori agli azzurri

Genoa-Napoli, mancano due rigori: non bene Damato

Serataccia quella del Napoli che contro il Genoa non va oltre lo 0-0. Non una prestazione brillantissima per gli uomini di Sarri, ma c’è tanto da recriminare. Ai partenopei, infatti, mancano dure rigori chiarissimi: il primo, al nono minuto del primo tempo, per un tocco di mani di Lucas Ocampos e il secondo, nella seconda frazione di gioco, per una trattenuta al limite ai danni di Arek Milik.

Juventus vs Cagliari 4-0 quinta giornata Serie A 2016-17: cronaca e pagelle

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Juventus vs Cagliari 4-0 . Bianconeri primi Allo Stadium una partita senza storia finisce dopo 40′: a segno Rugani, Higuain e Dani Alves. Nel finale autogol di Ceppitelli: i bianconeri si riprendono il primo posto

Troppa Juventus per questo Cagliari: i bianconeri hanno letteralmente demolito la squadra sarda, riscattando la sconfitta di pochi giorni fa nel derby d’Italia contro l’Inter. Il risultato, come spesso capita allo J.Stadium, non è mai stato in discussione.

I bianconeri ottengono così nuovamente la testa della classifica, approfittando del passo falso del Napoli in casa del Genoa.

Il Cagliari, dal canto suo, non può rimproverarsi (quasi) nulla: poche squadre giocano in modo così spregiudicato allo Juventus Stadium. I ragazzi di Rastelli hanno però la colpa di aver rischiato, specialmente nel primo tempo, un parziale ben più “cattivo” di questo.

Marcatori: 14′ p.t. Rugani (J), 33′ p.t. Higuain (J), 38′ p.t. Alves (J), 39′ s.t. autogol Ceppitelli (C)

Juventus-Cagliari, le formazioni ufficiali: nessuna sorpresa in entrambe le squadre rispetto a quanto ipotizzato alla vigilia.

Juventus (3-5-2): Buffon (dal 1′ s.t. Neto), Barzagli, Chiellini, Rugani; Daniel Alves, Hernanes, Lemina, Pjanic, Sandro, Dybala (dal 26′ s.t. Pjaca), Higuain (dal 35′ s.t. Mandzukic). All.: Allegri

Cagliari (4-3-1-2): Storari, Bittante, Ceppitelli, Bruno Alves, Murru, Padoin, Di Gennaro, Barella, Joao Pedro (dal 1′ s.t. Tachsidis), Sau (dal 21′ s.t. Munari), Borriello (dal 1′ s.t. Giannetti). All.: Rastelli

Arbitro: Mariani (Roma)

JUVENTUS: Buffon 6 (dal 1′ s.t. Neto 6), Barzagli 6,5, Chiellini 6, Rugani 6,5; Daniel Alves 7, Hernanes 6, Lemina 6, Pjanic 6,5, Sandro 7, Dybala 6 (dal 26′ s.t. Pjaca 6), Higuain 7,5 (dal 35′ s.t. Mandzukic6).

I MIGLIORI DELLA JUVENTUS

Alex Sandro: nettamente il migliore in campo. Ara letteralmente il campo sulla fascia sinistra, spazzando via qualsiasi avversario si opponga fra lui e la porta. Rischia il gol in diverse occasioni, ma è sempre pericoloso. Giocatore pazzesco.

Higuain: un predatore dell’area di rigore. Si avventa su ogni pallone vagante, fa girare la testa ai due difensori centrali. Raccoglie, nel complesso, meno di quanto seminato nel corso della gara. Prestazione maiuscola e generosa.

Dani Alves: sembra di rivedere il terzino favoloso dei tempi del Barcellona: salta sempre l’uomo e gioca in posizione super-avanzata. Non ha da difendere perchè nessun avversario osa sfidarlo sulla fascia. Tecnica cristallina.

I PEGGIORI DELLA JUVENTUS 

  • nessuno

CAGLIARI: Storari 6, Bittante 5, Ceppitelli 4, Bruno Alves 5, Murru 5,5, Padoin 5,5, Di Gennaro 5,5, Barella 5,5, Joao Pedro 6 (dal 1′ s.t. Tachsidis 5,5), Sau 5,5 (dal 21′ s.t. Munari 5,5), Borriello 4,5 (dal 1′ s.t. Giannetti 5,5).

I MIGLIORI DEL CAGLIARI

Joao Pedro: è l’unico dei suoi a provare la via della rete. Non sembra spaventato dall’ambiente “Juventus Stadium” e gioca come sempre: libero e spensierato. Guadagnare la sufficienza quando la tua squadra perde malamente non è cosa da poco.

Storari: salva la sua squadra in almeno 5-5 occasioni nitide. Anche in occasione dei primi due gol compie due autentici miracoli. Non viene supportato dalla difesa.

I PEGGIORI DEL CAGLIARI

Borriello: esce alla fine del primo tempo ma nessuno si era accorto della sua presenza. Un fantasma, tocca pochissimi palloni e si aliena totalmente dal gioco (inesistente) della squadra. Brutta prova per Borriello.

Ceppitelli: un disastro, lui come tutto il reparto difensivo. Non riesce a seguire, nemmeno con gli occhi, Higuain, che lo disintegra. Una nottataccia per il povero difensore del Cagliari. Nel finale “mette nel minestrone” anche l’autogol…

vivicentro/redazione sportiva /Si24

Reina: “Partita complicata, ma comunque abbiamo guadagnato un punto”

Ecco il commento a caldo di Pepe Reina a fine partita

Il portiere del Napoli Pepe Reina ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Mediaset Premium dopo l’ottima prestazione contro il Genoa: “E’ stata una partita dura questo è uno stadio complicato per chiunque, ma comunque abbiamo guadagnato un punto che è un risultato ottimo per come si è messa la partita. Rigore? Io ero molto lontano e l’ho visto, siamo stati penalizzati. Le rivali? So che hanno vinto quasi tutte, hanno approfittato di questo nostro passo falso, ma noi siamo sempre lassù, bisogna fare le cose per bene”.