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FOTO e VIDEO ViViCentro – Juve Stabia Berretti, si lavora sodo all’Eden di Torre Del Greco

Juve Stabia Berretti, si lavora sodo all’Eden di Torre Del Greco in vista della prima di campionato

Il campionato Dante Berretti sta per cominciare, sabato alle ore 15 allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia la Juve Stabia affronterà la Paganese. Un match subito importante, subito caldo, un derby, ma le Vespette sono già pronte. L’ottimo mister Domenico Panico lavora sodo sui nuovi campi d’allenamento: l’Eden di Torre Del Greco, struttura composta da tre compi di allenamenti e spogliatoi. Impiantistica moderna e adatta ai lavori del settore giovanile. Nuovi schemi, nuova tattica, lavoro sodo. La stagione della Berretti sta per cominciare, i gioielli del presidente Andrea De Lucia sono pronti a scendere in campo per difendere i propri colori.

a cura di Ciro Novellino

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IL GIORNO DOPO – Pepe Reina ricorda di essere super

IL GIORNO DOPO – Pepe Reina ricorda di essere super

Notte dal sapore agrodolce per il Napoli. Gli azzurri, al Marassi, non vanno oltre ad uno 0-0 con il Genoa. Porta inviolata per gli uomini di Sarri, complice un grande Pepe Reina che salva il risultato in più di una occasione. Questa volta è l’attacco a non girare. Milik appare un lontano parente di quello che i tifosi partenopei hanno potuto ammirato a Kiev e contro il Bologna. Poco, pochissimi i movimenti interessanti fatti dall’attaccante polacco:  qualche incursione pericolosa, un solo colpo di testa insidioso e null’altro. Nei prossimi match ci sarà bisogno del miglior Arek. Male anche Mertens, che non si rivela mai realmente pericoloso. Dal primo minuto il belga fa fatica ad incidere. Da devastante ad inconcludente: il tutto in poche partite. E intanto Lorenzo Insigne scalpita. Non bene nemmeno Callejon, alla sua prima vera brutta partita in campionato. Tenta la giocata individuali più volte ma non impensierisce mai l’ottimo Perin. Vuole il sesto gol in campionato, ma alla fine la rete non arriva e icardi, autore di una doppietta contro l’Empoli, li supera nella classifica marcatori. Poca roba Gabbiadini, che al posto di Milik, uscito all’73esimo, non cambia l’inerzia del match. Vero è che il tempo a sua disposizione è stato davvero poco. Non gira nemmeno il centrocampo. Un Diawara, ieri, sarebbe servito come il pane. Ma Sarri, al momento, non cambia. Rog e l’ex bolognese rimangono ancora in panchina, così come Giacchierini. Verrà il loro momento, ma, ad oggi, secondo il Sarri pensiero, Hamsik, Jorginho, Allan e Zielinski offrono più garanzie. Contro il Chievo, sarà necessario un Napoli diverso, un Napoli che gioca a calcio e si diverte. Ripartendo da ciò che di buono s’è visto al Marassi: da Pepe Reina che ricorda al mondo del calcio di essere ancora un portiere di tutto rispetto e da una difesa, formata dagli ormai consolidati Hysaj, Koulibaly, Albiol e Ghoulam, insuperabile.

a cura di Delia Starace

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Maksimovic, Rog, Diawara e Giaccherini… quando li vedremo?

Quante volte, soprattutto la scorsa stagione, abbiamo sentito parlare di ‘maglia troppo corta’ riferendoci all’ organico del Napoli. Espressione in parte corretta se si considera che quello della rosa ristretta è stato il vero limite di un’ annata che, seppure positiva sul piano del gioco e dei risultati, sarebbe potuta essere quella della definitiva consacrazione.
Quest’ anno la maglia si è allungata anche se c’ è da registrare la perdita eccellente di Gozalo Higuain. De Laurentiis ha investito nel migliore dei modi il tesoretto ricavato dalla cessione del bomber argentino regalando a Maurizio Sarri ben sette innesti: Tonelli, Giaccherini, Zielinski, Milik, Diawara, Rog e Maksimovic. Calciatori non di primissimo livello ma sicuramente di qualità e prospettiva, valide alternative in ogni ruolo.
In cinque uscite di campionato e una di Champions League gli unici ad essere scesi in campo sono stati i due polacchi Milik e Zielinski, per i restanti solo panchina. L’ attaccante è stata un po’ la sorpresa di questo inizio di stagione con 6 reti all’ attivo mentre non è un caso l’ inserimento del centrocampista che Sarri aveva già allenato all’ Empoli. Fatto sta che, nonostante la serie di partite ravvicinate, dalla prima giornata contro il Pescara le mosse del tecnico partenopeo sono state sempre le stesse con le rotazioni di Milik, Gabbiadini, Zielinski, Allan, Insigne e Mertens.

Un Caso? Quando vedremo in campo Maksimovic, Rog, Diawara e Giaccherini?  Tempo al tempo, nessuna fretta perché la stagione è lunga: i primi tre sono arrivati negli ultimi giorni di mercato e stanno lavorando per ritrovare la condizione ed inserirsi appieno nei meccanismi di gioco. Giaccherini, come lo stesso Tonelli, ha avuto qualche problema fisico che ha recuperato da poco. Sabato sera al San Paolo arriva il Chievo prima del Benfica in Champions  e chissà se possa essere proprio questa l’ occasione giusta per vedere qualche volto nuovo.

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Del Genio: “Il Napoli deve trovare una linea comune, altrimenti i nostri avversari ci guadagnano”

Ecco le parole del giornalista napoletano

Il giornalista Paolo Del Genio ha rilasciato alcune dichiarazioni sul caso Sarri-De Laurentiis a Radio Kiss Kiss Napoli: “Sul polverone tra Sarri e De Laurentiis dobbiamo avere una linea comune, altrimenti godono i nostri avversari. Lancio un appello ai colleghi della comunicazione del Calcio Napoli, bisogna parlare. Io sono per il “farsi sentire” e sarei felice se un dirigente come Giuntoli lo facesse. Bisogna fare quadrato intorno alla squadra. Sono convinto che in queste ore la Società stia lavorando in questo senso”.

Fontana: “Il gioco del Napoli mi diverte, Rigori? Ci vorrebbe l’aiuto della tecnologia”

Ecco le parole dell’ex portiere

L’ex portiere Alberto Fontana ospite a TMW Radio ha dato un suo parere sul campionato in corso, ecco le sue dichiarazioni: “A mio parere la favorita alla vittoria dello scudetto è sempre la Juventus, le sue dirette rivali sono il Napoli e la Roma, ma attenzione all’Inter. Il Napoli mi piace molto per l’impronta di gioco che mister Sarri ha impresso ai suoi ragazzi, la partenza di Higuain ha fatto crescere molto la squadra. Rigore non dato al Napoli? Penso che in questi casi la tecnologia aiuti molto gli arbitri che sono esseri umani e quindi possono sbagliare”.

Guardia Costiera, 22 settembre 2016: soccorso a 500 migranti VIDEO

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Circa 500 migranti sono stati tratti in salvo nella giornata di oggi nello Stretto di Sicilia, nel corso di 5 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I migranti si trovavano a bordo di 1 barchino e 4 gommoni.

Alle operazioni hanno partecipato un’unità navale della Marina Militare italiana, una nave della ONG SeaWatch e un mercantile maltese.

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

 

E’ Curti di Milano l’arbitro di Fondi-Juve Stabia

Arbitro milanese per la Juve Stabia che gioca in terra pontina

unicusano-fondiPer la sesta giornata d’andata del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica 25 alle ore 20 e 30 allo stadio “Domenico Purificato” di Fondi è stato designato Davide CURTI della sezione di Milano a dirigere la gara tra Fondi e Juve Stabia.


Curti, nato a Bollate in provincia di Milano il 31 marzo 1985 è al suo secondologo juve stabia scudetto
campionato in Lega Pro, nelle stagioni passate non ha diretto gare della Juve Stabia.

Assistente numero uno sarà: Matteo BENEDETTINO della sezione di Bologna;

l’assistente numero due: Vincenzo MADONIA della sezione di Palermo.

Giovanni MATRONE

Pistocchi: “Sull’ episodio di Milik il giudice di porta doveva aiutare l’ arbitro”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Maurizio Pistocchi, giornalista di Premium Sport. Ecco quanto evidenziato:
“Quelle di De Laurentiis mi sembrano più dichiarazioni politiche ma sono giuste in quanto le decisioni arbitrali vanno rispettate. Sicuramente Damato ha sbagliato sul fallo di mano di Ocampos essendo ben posizionato, la postura del corpo era evidente. Mentre sulla trattenuta ai danni di Milik poteva aiutarlo l’ arbitro di porta. Sono stati messi non solo per controllare i gol fantasma ma per vedere tutto quello che accade in area di rigore, questo avviene in Champions ma non sempre in Italia. Ieri l’ addizionale doveva dire la sua sul fallo di Milik come aveva fatto Rocchi a Pescara in occasione del rigore prima concesso e poi annullato al Napoli”.

Festival Franciacorta in cantina (Diana Marcopulopulos)

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Si è chiusa , domenica 18 settembre , la settima edizione del Festival Franciacorta. Un week end tra natura e cantine. Un percorso di degustazioni enogastronomici aperto a tutti, non solo per intenditori e appassionati di vini.

Franciacorta è un nome che richiama immediatamente al territorio di produzione , al metodo e al vino.

sommelier-a-villa-dorataTra tutte le aziende vitinicole che hanno aderito all’iniziativa si è distinta la “vigna dorata” di Calino, che ha saputo coniugare vino e cultura. Proponendo, oltre alla tradizionale visita alla cantina, lo spiedo bresciano affiancandolo ad una serie di degustazioni dal brut all’extra brut al saten. Lo spiedo, ricetta storica e tipicamente di Brescia è stato accompagnato con polenta e formaggi . A questa portata si è aggiunto il sushi , il pesce crudo, lavorato e presentato nei contenitori tipici giapponesi . Preparato in modo estemporaneo .

artisti-a-festival-franciacortaPer gli amanti del teatro e della letteratura non poteva mancare il menù della poesia , iniziativa unica . Un gruppo di giovani attori , professionisti diplomati nelle migliori accademie teatrali Italiane , allietavano i commensali con versi e rime, coinvolgendoli , emozionandoli, nutrendoli di cultura .

Una nota di merito va all’azienda “Castello Bonomi”, per l’organizzazione . Oltre alla visita alle storiche cantine hanno ideato un percorso ai piedi del Monte Orfano tra i vigneti .

Nella grande aia dell’azienda Bonomi e tra le volte della cantina ,i Franciacorta CruPerdu, Saten , Rosé accompagnavano ostriche , crudi di Parma 30 mesi e fritti di verdure . Come ogni anno era presente il risotto al Franciacorta che è stato servito e ben accettato dagli ospiti .

Per gli appassionati l’appuntamento è per Settembre 2017 per completare la conoscenza delle altre cantine .

Diana MARCOPULOPULOS

 

Castro: “Contro il Napoli sfida difficile ma ce la giocheremo”

Lucas Castro, centrocampista del Chievo, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di ChievoTv in vista della sfida contro il Napoli di sabato sera al San Paolo:
“Al San Paolo ci attende una partita difficile ma cercheremo di fare una bella prestazione e portare qualche punto a casa”.

Raggi: ‘orgogliosa di ospitare UEFA Euro 2020’

Dopo il no a Roma 2024, Malagò accoglie il sindaco di Roma, Virginia Raggi, col baciamano alla presentazione al Coni del logo per l’Europeo di calcio.

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, nel corso del suo intervento alla conferenza stampa di presentazione del logo di Euro2020, nella Sala delle Armi del Foro Italico, presente anche il presidente del Coni Giovanni Malagò che l’ha accolta con un baciamano, ha detto:

euro-2020-roma“Poter ospitare 4 partite di calcio di Euro 2020 ci rende orgogliosi. Il calcio è una grande leva per l’integrazione e contribuisce a diffondere il rispetto degli altri” ed ha aggiunto: “Sono onorata e contenta di essere qui protagonisti saranno lo Stadio Olimpico, piazza di Siena, Piazza del Popolo e il circo Massimo. Ci aspettiamo un pubblico internazionale e’ un ritorno economico rilevante per i romani e per la citta’. La citta’ garantira’ il suo sforzo per la sicurezza, l’accoglienza degli atleti dei visitatori e della stampa. Vogliamo che lo sport sia di tutto e per tutti”. “Saluto – ha concluso – con il tipico saluto romano ‘in bocca al lupo’ tutti i sindaci delle citta’ ospitanti con cui intendiamo di confrontarci per portare Roma ad essere un centro internazionale di alto livello”.

Sono comunque passate solo 24 ore dallo ‘strappo’ dell’incontro disertato dal sindaco in Campidoglio, e a margine della presentazione del logo di Euro 2020, Malagò si è tolto qualche sassolino:

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Malagò e Raggi

“Un altro incontro con la Raggi? In agenda non abbiamo nulla, certo siamo persone educate ma onestamente non mi aspetto un altro invito. Portare rispetto al mondo dello sport e’ pero’ indispensabile: questo e’ un mio dovere ricordarlo”. Il sindaco Virginia Raggi era a pranzo “mentre noi aspettavamo in Campidoglio?”, ha continuato: “Onestamente non mi sembra quello il problema, poi i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Ma mi sembrano cose marginali rispetto ad altre questioni”. 

E  sulla dichiarazione dell’esponente M5S Alessandro Di Battista che gli ha dato del ‘coatto’:

“Per Di Battista sono un coatto che minaccia? Me l’hanno riferito, ma onestamente non penso di essere un coatto. Penso che la mia vita e il mio stile dicano qualcosa di diverso, ma rispettiamo le opinioni di tutti”. 

vivicentro.it/redazione /agenzie agi/aska

Wanda Nara: “Ho svolto solo il mio lavoro ma l’ obbiettivo era rimanere all’ Inter”

In testa alla classifica marcatori con 6 reti, Mauro Icardi è sicuramente il principale rimpianto del mercato azzurro. Wanda Nara, moglie e agente dell’ attaccante, è tornata sulle vicende di questa estate rilasciando le seguenti dichiarazioni a Calciomercato.com:
“Ho svolto il mio lavoro e l’ho svolto con l’obiettivo di far rimanere Mauro in nerazzurro. É sempre stato il nostro scopo perché siamo legati a questo mondo e a questa gente. Anzi, adesso abbiamo la sicurezza di restare anche un anno in più”.

Napoli subito a lavoro in vista del Chievo: allenamento mattutino

Dopo la gara di Marassi, il Napoli ha ripreso subito gli allenamenti a Castel Volturno.

Gli azzurri preparano il match con il Chievo, anticipo della sesta giornata di Serie A di sabato al San Paolo (ore 20.45).

La squadra si è divisa in due gruppi. Palestra e scarico per chi ha giocato a Genova, mentre gli altri uomini della rosa hanno svolto lavoro finalizzato alla potenza su circuito di forza e partitina a campo ridotto.

Differenziato per Chiriches. Domani allenamento di pomeriggio.

 

Da sscnapoli.it

Paredes in Mixed Zone nel post Roma Crotone (VIDEO)

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Roma- Leandro Paredes ai microfoni di ViVicentro in Mixed Zone nel post partita di Roma- Crotone dove la Roma all’Olimpico  ha travolto i calabresi per 4 a 0. 

Leandro Paredes in Mixed Zone ai microfoni dei giornalisti che gli chiedono: “Come ti sei trovato dal primo minuto in campo con Strootman e Totti davanti?”

Mi sono trovato bene- risponde Paredes -Sento la fiducia dell’allenatore. Cerco di fare bene in ogni partita per ripagare questa fiducia, oggi credo di aver fatto una buona partita”.

Maria D’Auria

Bufera sulla Lorenzin per il Fertility Day

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Oggi è il il Fertility Day voluta dal ministero. La Lorenzin, di nuovo nella bufera per l’opuscolo «razzista» sugli stili di vita corretti per preservare la fertilità, perde di vista il punto della questione: l’età media della popolazione è di 44,7 anni, nel 2015 ci sono stati più morti che nati, e nessuno degli ultimi governi è stato in grado di proporre soluzioni. Il vero problema non sono le donne che non fanno figli, bensì un sistema Paese che non glielo permette.

Altro che Fertility Day: è il sistema Italia che non ci fa fare abbastanza figli

Oggi la giornata della fertilità voluta dal ministero. Secondo l’Istat le donne sognano di fare 2 figli ma ne fanno in media 1,3: mancano lavoro e aiuti alla famiglia

TORINO – Nessuno, dotato di senno, può negare che ci sia un problema di ricambio generazionale in Italia. Ma nessuno, dotato dello stesso senno, può lanciare una campagna come quella del Fertility Day. Non pago della figuraccia delle prime locandine, il ministero della Salute è finito di nuovo al centro delle polemiche. E alla vigilia della giornata, che si celebrerà appunto oggi.

Questa volta a sollevare le proteste è stato l’opuscolo sugli stili di vita corretti per preservare la fertilità, additato come razzista per il confronto in copertina tra un sorridente quartetto di ragazzi bianchi e un gruppo che fuma hashish, tra cui due neri. Il passo falso, oltre a causare l’ennesimo ritiro della campagna, è costato il posto al responsabile della comunicazione del ministero. Intanto, però, il dicastero guidato da Beatrice Lorenzin, perde di vista il punto della questione: l’età media della popolazione è di 44,7 anni, nel 2015 ci sono stati più morti (653 mila) che nati (488 mila), e nessuno degli ultimi governi è stato in grado di proporre soluzioni. Il vero problema non sono le donne che non fanno figli, bensì un sistema Paese che non glielo permette.

È questo il motivo delle proteste che hanno accompagnato il Fertility Day: le donne italiane non hanno bisogno di qualcuno che ricordi loro che il tempo sta passando. Perché è vero che rimandare una gravidanza è un rischio per la salute, ma è ora di uscire dal luogo comune delle italiane che antepongono la carriera alla maternità e che non vogliono fare figli: secondo l’Istat, infatti, le nostre connazionali fanno in media 1,3 figli ma vorrebbero averne due. E proprio su una media di due figli a coppia si attesta la quota necessaria per garantire il famoso ricambio generazionale. Quello che emerge dai numeri, quindi, è un sistema che da qualche parte si è inceppato.

Gli ostacoli che ci separano dal traguardo di una natalità che sia in grado di rispondere alle esigenze del nostro sistema economico e di welfare sono diversi: la mancanza di lavoro, la precarietà dei contratti, le dimissioni in bianco che le lavoratrici sono costrette a firmare, i fondi pubblici che mancano per le politiche di sostegno alla famiglia, l’assenza di posti negli asili nido, il fatto che l’innalzamento dell’età pensionabile impedisce ai nonni di prendersi cura dei nipoti sfasciando quell’ultimo straccio di patto intergenerazionale che a lungo si è fatto garante di un welfare che faceva acqua da tutte le parti. Ed è a questi problemi che va trovata una risposta.

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lastampa/Altro che Fertility Day: è il sistema Italia che non ci fa fare abbastanza figli FRANCESCO ZAFFARANO

Furti con spaccata: la Polizia individua 2 pregiudicati

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Nell’area urbana pescarese, questa estate, si sono verificati diversi furti con scasso nelle ore notturne ai danni di alcune attività commerciali. Questi gravi episodi hanno creato un pericoloso allarme sociale tra tutta la popolazione, e hanno, inoltre, attivato uno stato di allerta da parte degli agenti della Polizia, che si sono prodigati verso un’attività investigativa, di prevenzione e repressione dei reati, sempre più costante e incisiva, che ha dati i suoi frutti.

La Polizia di Stato, infatti, a seguito di indagini condotte da personale della Squadra Mobile di Pescara,dalla  Polizia Scientifica e dell’Ufficio Prevenzione Generale, basatesi sull’esame del modus operandi e sulla visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, ha individuato gli autori di due degli episodi criminali investigati.

Si tratta di due noti pregiudicati locali: BOLOGNESE Mario e  MEO Salvatore, entrambi 27enni pescaresi.

Il primo è stato riconosciuto autore del furto di 20 euro e di 4 chili di zucchero, commesso nella notte del 18 agosto scorso in danno di una gastronomia di Pescara, previa effrazione di una vetrina; mentre il secondo è stato riconosciuto autore del furto di 1.200 euro, commesso nella notte del 21 agosto scorso in danno di una pizzeria di Montesilvano (PE), previa effrazione della porta di ingresso.

Le attività investigative per verificare se i predetti siano coinvolti in altri episodi delittuosi sono ancora in corso. Tuttavia, questa mattina, nei confronti del BOLOGNESE è stata eseguita una misura cautelare restrittiva notificatagli in carcere (dove da alcuni giorni si trova recluso per altri motivi), mentre al MEO è stato notificato un avviso di conclusione indagini, propedeutico al suo rinvio a giudizio, in ragione della piena confessione resa ai poliziotti nel corso delle indagini.

 

La rivolta razziale nella corsa alla Casa Bianca

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Un altro nero viene ucciso dalla polizia a Charlotte e nelle strade si scatena la guerriglia La rivolta razziale contro le violenze irrompe anche nella campagna presidenziale americana, dove i sondaggi danno Trump appaiato a Hillary Clinton, se non avanti. In teoria, lui dovrebbe prendere meno del 5% del voto dei neri, ma sta cercando comunque di tentarli.

Un altro nero ucciso dalla polizia, scontri e saccheggi a Charlotte

La rivolta razziale contro le violenze irrompe nella campagna presidenziale americana. Testa a testa tra democratici e repubblicani. E ora Trump cerca i voti degli afroamericani

NEW YORK – «La polizia ha sparato a mio padre quattro volte perché è nero. Mio padre è morto, è morto, è morto!». Urla, Lyric Scott, mentre via Facebook trasmette le immagini che stanno scatenando la guerriglia urbana a Charlotte. Suo padre, Keith Lamont Scott, è stato ucciso dalla polizia, e quel video sta riaccendo la rabbia dei neri, come era successo a Ferguson due anni fa. Violenze che irrompono anche sulla campagna presidenziale, obbligando i candidati a reagire. Ma aiuteranno Trump, spingendo gli elettori verso l’uomo della «legge e ordine», o Hillary, che invece punta al voto nero come unica in grado di realizzare le promesse mancate di Obama?

Scott aveva 43 anni, e martedì sera verso le quattro del pomeriggio stava aspettando che il figlio tornasse dalla scuola, seduto nella sua auto parcheggiata tra Old Concord Road e Bonnie Lane, nel quartiere della città chiamato University City. Gli agenti erano venuti a cercare un altro uomo incriminato per un reato, quando hanno visto Keith aprire lo sportello. Secondo la loro versione, aveva in mano una pistola. Quindi è rientrato nella sua macchina, ed è nuovamente uscito mostrando l’arma. I poliziotti gli hanno intimato di fermarsi e posare la pistola, ma lui non ha obbedito. A quel punto uno degli agenti, il nero Brentley Vinson, ha aperto il fuoco. Il resto, è quello che si vede nel drammatico video di Lyric: «I poliziotti hanno sparato a mio padre perché è nero». E poi: «My daddy is dead, my daddy is dead!», comincia ad urlare, mio papà è morto. La famiglia dice che Scott era disabile e non armato: aveva in mano solo un libro, che stava leggendo mentre aspettava il figlio.

Il video in breve diventa virale, oltre mezzo milione di visioni, e le strade di Charlotte si riempiono di gente che urla e protesta. Lungo la Interstate 85 cominciano gli scontri con la polizia, e quando cala la sera un supermercato Walmart viene assaltato. In strada bruciano i copertoni, gli agenti sparano i lacrimogeni, e almeno sedici di loro restano feriti. Ancora una Ferguson, dove un poliziotto bianco uccise il giovane nero Mike Brown, come se due anni fossero passati invano. Ancora le urla “hands up, don’t shoot”, mani alzate, non sparate. Ancora la rabbia di “Black Lives Matter”, anche se stavolta a sparare è stato proprio un agente nero. I leader della Nation of Islam chiedono di boicottare tutti i negozi dei bianchi.

Il giorno dopo il capo della polizia di Charlotte, il nero Kerr Putney, spiega la sua versione: «Non abbiamo trovato alcun libro, nella zona della sparatoria. C’era una pistola, però. I poliziotti si sono sentiti minacciati, e hanno reagito». Sempre la stessa storia: minacciati, o troppo pronti a sparare, se davanti c’è un nero? Stavolta però l’agente era nero: ha avuto paura di qualcuno che magari veniva dalla sua stessa comunità?

L’emergenza però resta nazionale. Solo pochi giorni fa, infatti, la poliziotta bianca di Tulsa Betty Jo Shelby ha ammazzato il nero Terence Crutcher, che aveva le mani visibilmente alzate: era poggiato alla sua auto e non aveva armi. Putney adesso si aspetta un’altra notte di proteste a Charlotte, col rischio che sfuggano di mano come era accaduto a Ferguson. La nuova protesta però sta già avendo un effetto sulla campagna presidenziale, dove i sondaggi ormai danno Trump appaiato a Clinton, se non avanti. In teoria, lui dovrebbe prendere meno del 5% del voto dei neri, ma sta cercando comunque di tentarli: «Non siete mai stati così male, cosa avete da perdere se provate un’altra strada?». L’altra strada sarebbe lui, che infatti ha tenuto un comizio in una chiesa in Ohio col promoter di boxe Don King. Pur essendo il candidato di “legge e ordine”, ha scelto una linea conciliante verso gli afro americani: «Quell’agente a Tulsa? Non ho idea di cosa stesse pensando. Forse certa gente semplicemente non dovrebbe fare certi lavori». Hillary invece a Orlando ha detto che «le violenze sono troppe, intollerabili, devono smettere». Ma basterà questo a spingere i neri ad andare alle urne per lei, oppure la rabbia razziale le farà perdere anche questo blocco di elettori?

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Enria: ‘Se necessario sì a fondi pubblici per salvare Mps’

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«Il principio del bail-in è giusto, tocca alle banche risolvere i problemi» Sono le parole di Andrea Enria, presidente dell’Autorità bancaria europea, che su Mps aggiunge: «Se necessario sì a fondi pubblici per salvare la banca».

“Il principio del bail-in è giusto. Tocca alle banche risolvere i problemi”

Enria (Autorità bancaria europea): se necessario sì ai fondi pubblici per salvare Mps

MILANO – Prima di essere nominato alla guida dell’Autorità bancaria europea di Londra, Andrea Enria ha passato molti anni nel grattacielo della Bce di Francoforte. Qualche piano sopra il suo ufficio c’era quello di Tommaso Padoa Schioppa, dal quale ha preso l’abitudine poco italiana di restare fermo sulle proprie convinzioni. E’ a Milano su invito dell’Istituto Bruno Leoni per un bilancio degli ultimi stress test. Per lui la Brexit è un problema.

Enria, c’è la possibilità che vi trasferiate a Milano?  

«C’è interesse da parte di molte città: Milano, Amsterdam, Madrid, Praga e Budapest. La decisione non spetta a noi, mi auguro solo che venga presa in fretta, perché dopo il voto si è creata molta incertezza per il nostro personale, ed è difficile gestire le assunzioni».

Si fa avanti Budapest: se c’è un vantaggio da condividere l’antieuropeismo svanisce. O no?  

«Credo dipenda dai nuovi equilibri: nei Paesi centro-orientali c’è il timore che dopo la Brexit il peso decisionale dentro all’Unione si sposti verso l’area euro».

Gli stress test di fine luglio sono stati accolti come al solito fra i fischi. La cosa la preoccupa?  

«Con gli stress test, le ricapitalizzazioni e la verifica della qualità degli attivi l’Eba ha contribuito al rafforzamento del sistema. Ciò non significa che il processo sia completo: c’è da risolvere il problema dei crediti deteriorati che pesano sui bilanci di molte banche».

In Italia e Germania c’è una singolare coincidenza di vedute sul vostro lavoro: è opinione comune che imporre requisiti di capitale più alti abbassi la propensione delle banche a fare prestiti. E’ una obiezione vera?

«Purtroppo non esiste ancora un dibattito europeo, e lo si capisce dal fatto che i risultati degli stress test vengono letti con la lente nazionale. Una specie di campionato bancario in cui si guarda la posizione in classifica dei propri campioni: se finiscono in basso, la colpa è dell’arbitro. Se prendiamo la graduatoria delle banche in termini di valutazioni di Borsa e quella degli stress test praticamente coincidono: ciò significa che i nostri giudizi sono quelli dei mercati».

Uno degli elementi che i mercati oggi valutano con più severità è il livello dei crediti deteriorati. Che fare?  

«E’ un problema più diffuso di quanto non si creda. Se nell’Europa a 28 il tasso medio è del 5,5% sul totale dei prestiti, dieci Paesi superano il 12; tra questi c’è l’Italia, al 18. Tre le soluzioni: mantenere alta la pressione da parte delle autorità di vigilanza, accelerare i processi giudiziali, sostenere la crescita di un mercato secondario dei crediti».

Un mercato che in Europa non esiste o quasi. Che fare?  

«Sarebbe utile una legislazione europea: in Grecia per comprare un credito deteriorato occorre essere greci e in possesso di una certificazione. Lo dico in generale: di Europa ce ne vorrebbe di più, non di meno. Spesso le si attribuiscono responsabilità per problemi che hanno origine altrove».

Le autorità nazionali non dovrebbero fare di più?  

«Occorre alzare anche il livello di trasparenza sui prestiti e sul valore del collaterale: in Danimarca c’è un catasto dei mutui, on line e pubblico, nel quale ogni giorno viene prezzato il valore di ciascun prestito».

Una delle ipotesi per ristrutturare le banche europee è quella di un accordo che permetta, se necessario, il ricorso al Fondo salva-Stati. E’ plausibile?  

«Nel 2012 proposi di istituire un organismo che affrontasse la ristrutturazione delle banche in maniera unitaria. Si scelse la strada di prestiti agli Stati membri, e si lasciò la gestione delle ristrutturazioni alle autorità nazionali. Non è un caso se nel frattempo non c’è stata nemmeno una fusione paneuropea. Oggi rimediare a quell’errore è difficile, perché la distribuzione del problema è asimmetrica».

Ipotizziamo che il piano di Jp Morgan e Atlante per il Monte dei Paschi non funzioni. E’ ragionevole pensare a un intervento pubblico? 

«Non posso commentare casi singoli, ma penso che il problema dei crediti deteriorati vada risolto con rapidità. Se gli aiuti di Stato possono essere parte della soluzione, se ne faccia uso. Le regole europee garantiscono un certo grado di flessibilità. Ma anche soluzioni private possono essere utili».

La soluzione pubblica passa dall’applicazione del bail-in. Applicarlo ad una banca delle dimensioni di Mps potrebbe provocare problemi sistemici?

«Mi limito ad alcune osservazioni di ordine generale. La prima: il principio del bail-in è giusto. Spesso dimentichiamo come ci siamo arrivati. Durante la crisi del 2008 alcuni Paesi come l’Irlanda sono andati vicini al default sovrano mentre gli obbligazionisti subordinati continuavano a staccare cedole. Ora c’è un meccanismo a protezione dei contribuenti. Il principio è già stato applicato in Spagna, Slovenia, Grecia, Cipro, Austria e Olanda. Secondo: la distribuzione di strumenti di capitale alla clientela al dettaglio è un ostacolo al bail-in, e il problema deve essere affrontato. Se ci sono state vendite a soggetti che non erano in grado di valutarne il rischio, sono state violate regole in vigore da molto tempo».

Non sarebbe stata utile una normativa transitoria?  

«Un problema di transizione esiste. Deve essere gestito in maniera attiva dalle banche, anche con esercizi di ricomposizione delle proprie passività. Se si vuole evitare le conseguenze agli obbligazionisti al dettaglio, le banche possono sempre riacquistare i titoli e collocarne di nuovi presso la clientela istituzionale. Oppure, come si è fatto in Spagna e per le quattro banche italiane in risoluzione, si possono introdurre compensazioni. Ma insisto: il processo che ha portato all’approvazione della direttiva e alla costituzione del Fondo di risoluzione va difeso. Quello è il primo passo verso una maggiore condivisione dei rischi all’interno dell’Unione».

Lei si riferisce alla posizione tedesca, che però vuole rinviare al 2028 il sistema comune di assicurazione sui depositi.  

«Le banche hanno il compito di risolvere i problemi nei loro bilanci, la politica quello di spingere per far avanzare l’Unione bancaria».

La sensazione è che nel frattempo l’architettura si disgreghi.  

«L’Unione si è evoluta sempre di più attraverso accordi tra governi, e quindi su regole comuni, piuttosto che attraverso istituzioni europee che applichino quelle regole con la dovuta flessibilità. Bisognerebbe dare più responsabilità alle istituzioni, assicurando che le regole siano applicate in modo equo e credibile».

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vivicentro.it/Enria: ‘Se necessario sì a fondi pubblici per salvare Mps’
lastampa/“Il principio del bail-in è giusto. Tocca alle banche risolvere i problemi” ALESSANDRO BARBERA

Serie A, ecco gli arbitri della 6a giornata: Napoli-Chievo affidata a Di Bello

Le designazioni arbitrali

Si rendono noti i nominativi degli Arbitri, degli Assistenti, dei IV Ufficiali e degli Arbitri Addizionali d’area che dirigeranno le gare valide per la sesta giornata di andata del Campionato di Serie A 2016/17 in programma domenica 25 settembre alle ore 15.00.

CAGLIARI – SAMPDORIA Lunedì 26/09 h. 21.00 GAVILLUCCI FIORITO – GAVA IV: PEGORIN ADD1: PAIRETTO ADD2: PINZANI

CROTONE – ATALANTA Lunedì 26/09 h. 19.00 ROCCHI RANGHETTI – TEGONI IV: POSADO ADD1: CALVARESE ADD2: DI MARTINO

FIORENTINA – MILAN h. 20.45 ORSATO DI LIBERATORE – MARZALONI IV: PAGANESSI ADD1: BANTI ADD2: MARIANI

GENOA – PESCARA IRRATI VIVENZI – DEL GIOVANE IV: DI IORIO ADD1: RUSSO ADD2: MINELLI

INTER – BOLOGNA CELI CARIOLATO – ALASSIO IV: LO CICERO ADD1: GIACOMELLI ADD2: SAIA

LAZIO – EMPOLI FABBRI PERETTI – VALERIANI IV: MELI ADD1: RIZZOLI ADD2: SERRA

NAPOLI – CHIEVO Sabato 24/09 h. 20.45 DI BELLO DI FIORE – LONGO IV: COSTANZO ADD1: MAZZOLENI ADD2: GHERSINI

PALERMO – JUVENTUS Sabato 24/09 h. 18.00 VALERI GIALLATINI – LA ROCCA IV: MARRAZZO ADD1: GUIDA ADD2: LA PENNA

SASSUOLO – UDINESE DOVERI TONOLINI – TOLFO IV: DE MEO ADD1: DAMATO ADD2 ABBATTISTA

TORINO – ROMA h. 12.30 TAGLIAVENTO PRETI – TASSO IV: PASSERI ADD1: MASSA ADD2: MARESCA

Sarri ce l’ha a morte con Damato: negli spogliatoi…

I dettagli di quanto accaduto

Il Mattino racconta un interessante retroscena tra Maurizio Sarri e l’arbitro Damato accaduto al fischio finale di Genoa-Napoli: “Ce l’ha a morte con l’avvocato Damato, ha spiegato all’arbitro nello spogliatoio che i suoi errori sono stati decisivi perché i rigori negati sono solari. E peraltro in entrambi i casi, era posizionato alla perfezione. Damato non ha buoni precedenti con il Napoli: a Udine, nel 2010, ha espulso per simulazione Maggio che aveva invece subito un fallo da rigore netto. E nel 2012, sempre a Udine, aveva negato a Cavani un rigore talmente clamoroso da far infuriare Mazzarri. Insomma, fortunato con il Napoli non lo è mai stato”