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La Curva ha dichiarato apertamente guerra a De Laurentiis

La Curva B ha dichiarato apertamente guerra a De Laurentiis

La spaccatura c’è e si vede. E si sente soprattutto. La Curva B ha dichiarato apertamente guerra ad Aurelio De Laurentiis. Sabato sera l’ennesima contestazione nei confronti del patron che si trova ancora in Cina. Per accentuare ancora di più la rottura gli ultrà di quel settore hanno deciso di schierarsi dalla parte dell’allenatore con lo striscione: “Sarri uno di noi”. Si protesta per il caro biglietti che senza dubbio c’è stato. “Adl bagarino”, si è urlato per quasi tutta la partita con il Chievo. Ai tifosi proprio non è andato giù il costo del tagliando che per le grandi partite è salito a 40 euro. Una cifra alta che si paga di solito per altri settori e non per quelli popolari. Se si considera poi che lo stadio cade a pezzi e non ci sono i bagni allora ci si rende conto che c’è stata una forzatura incredibile. Quindi, premesso tutto ciò va detto che sarebbe il caso di trovare un punto di incontro per evitare di stare divisi in casa.

I grandi obiettivi si raggiungono quando si rema tutti dalla stessa parte. Attaccare De Laurentiis con cori e offese non porta a nulla. Sabato sera c’è stata una parte di pubblico che ha reagito con i fischi alla protesta. Una presa di posizione importante ma che non cambia le cose. Quindi, sarebbe il caso di incontrarsi per trovare un punto di incontro per risolvere il prima possibile la questione. Anche perché con il passare del tempo potrebbe diventare pesante e con il Napoli che deve stare sereno e tranquillo non sarebbe il caso. Inutile dire che anche don Aurelio deve fare la sua parte. Quando tornerà dalla Cina dovrà trovare il modo per far pace con la sua gente in modo tale da non dare vantaggi alla Juventus ma a tutte le altre avversarie che vogliono arrivare prima del Napoli.

Il Roma

Assad convinto della vittoria su Aleppo: nessuna tregua!

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Le truppe di Assad sono convinte di poter travolgere i ribelli e schiacciare l’opposizione ad Aleppo. A dare il polso di quanto sta avvenendo c’è il fatto che, dopo oltre 5 anni di conflitto, gli alberghi e i ristoranti della capitale siriana sono di nuovo pieni. Giordano Stabile da Damasco racconta il clima di ottimismo che si respira.

Nella Damasco che pregusta la vittoria: “Niente tregua, schiacceremo Aleppo”

Il regime teme un’intesa Mosca-Washington per impedire l’avanzata a Nord

DAMASCO – Al posto di frontiera di Masnaa, la porta di Damasco sul Libano, mamme con i bambini in fila aspettano il via libera per rientrare nelle loro terre. Per la prima volta il flusso si è invertito. Certo, sono poche decine sul milione e mezzo di profughi che hanno passato il confine nell’altro senso, in fuga, nei cinque anni di guerra civile siriana. Gli ufficiali al controllo sono bruschi. «Li trattiamo un po’ male, all’inizio», si giustificano. «Hanno sbagliato a scappare quando le cose andavano male. Ora il vento è cambiato. Ma poi li aiutiamo. Sono i benvenuti».

Altri pullman portano pellegrini, soprattutto iracheni, che dopo una sosta a Beirut e al santuario sciita nella valle della Bekaa, vicino a Balbek, puntano verso la capitale siriana. I più, a migliaia, arrivano invece direttamente in aereo da Baghdad, Bassora, Najaf ma anche dal Kuwait e dall’Arabia Saudita, con le compagnie low cost come Shams Wing che hanno preso il posto di quella di Stato, azzoppata dalle sanzioni e rimasta con un solo aereo funzionante. Poco importa, gli alberghi in centro sono pieni, i ristoranti pure con questo turismo religioso che ha sostituito quello dall’Europa.

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Sono le contraddizioni della rinascita di Damasco. Da cinque anni e mezzo non si respirava un’aria di ottimismo come oggi. Gli uomini del regime e quelli della strada sentono la vittoria, e forse la pace, vicine. La svolta è arrivata a inizio agosto, con la resa di Dayyara, l’enorme sobborgo meridionale, che con la sua campagna si estende fino al confine libanese e a Sud fin quasi a quello giordano. Dayyara era l’incubo del governo e degli abitanti del quartiere residenziale di Mezzeh. Razzi e colpi di mortaio cadevano ogni giorno, soprattutto sul distretto 86, in cima a una collina, la roccaforte alawita della capitale.

È stata la vittoria a Dayyara, con i combattenti deportati in massa verso la provincia di Idlib secondo il modello della «riconciliazione», la resa in cambio di salvacondotto, a cambiare l’aria di Damasco. Ora il grande viale di Mezzeh, tre corsie per senso, con i bei filari di palme voluti dagli urbanisti francesi negli Anni Trenta, rigurgita di macchine. I tagli alla corrente sono passati da 12 ore al giorno a tre. Si sono riaccese le luci e il dramma di Aleppo, il massacro di civili, la popolazione senz’acqua ed elettricità, si sono improvvisamente allontanati. Nella capitale si teme soprattutto una cosa, «una nuova tregua concordata fra Russia e America» che fermi l’offensiva e allontani l’altra vittoria che si sente a portata di mano. Perché sconfiggere i ribelli ad Aleppo significa soprattutto la fine «delle mire della Turchia» sulla città. E quindi, secondo la dottrina di Bashar al-Assad, tagliare alla radice le vere ragioni della guerra in Siria.

«Ci sono tre vie per prendere Aleppo, ma in ogni caso verrà presa – puntualizza Wael Almawla, direttore della tv Al-Manar, la voce degli Hezbollah, in Siria -. Con le armi. Con un accordo internazionale. O con un accordo fra siriani, la riconciliazione. Ci aspettiamo pressioni diplomatiche almeno fino a giovedì. Poi, se non ci sarà accordo, l’opzione militare entrerà nel vivo».

Senza Aleppo, la dottrina Assad non può funzionare. Era «la città più ricca, industrializzata, riprenderla significa far ripartire tutta l’economia», nonostante i ribelli abbiano «smontato intere fabbriche e venduto i macchinari alla Turchia, che non aspettava altro».

Con la riconquista di Aleppo anche i «piani di spartizione» del Paese sono destinati a fallire, perché non c’è un’altra città, neppure Raqqa, che possa svolgere le funzioni di seconda capitale siriana. Nel bilancio annuale della Turchia, rivela ancora Almawla, sono inclusi «gli stanziamenti alle città e sono comprese anche Aleppo e Mosul, anche se solo simbolicamente: vuol dire che Ankara non ci ha mai rinunciato». E se il prezzo da pagare per la vittoria è un massacro di civili – ieri ci sono stati altri 23 morti nei raid, 115 da giovedì -, è un prezzo inevitabile, a meno che i ribelli non facciano appunto come a Dayyara, «se ne vadano a Idlib» e lascino liberi quelli che ormai sono solo «ostaggi, scudi umani».

Anche perché gli assediati di Aleppo non sono gli unici, «ce ne sono molti vittime dei terroristi». Soprattutto quelli dei due grandi villaggi sciiti di Fouah e Kefrayah, strangolati dai combattenti di Jabat al-Fatah al-Sham, l’ex Al-Nusra,cioè Al-Qaeda. Da venti giorni i familiari sono in sit-in permanente davanti al santuario di Sayyida Zeinab, la figlia di Ali, legittimo successore di Maometto secondo la linea sciita. Un campetto di calcio a poche centinaia di metri di distanza è stato trasformato in un presidio. Madri e mogli salgono su un piccolo palco e urlano al microfono la loro disperazione.

Per arrivarci bisogna fare una lunga deviazione, perché anche nella periferia Sud ci sono ancora piccole sacche di resistenza e cecchini.

La sequenza di posti di blocco, con soldati troppo vecchi o ragazzini, è lì a testimoniare quanto la guerra abbia dissanguato le forze del regime. Le donne al sit-in, sedute composte sulle seggiole di plastica bianca, con i visi smunti incorniciati dai fazzoletti neri, gli occhi che chiedono aiuto, potrebbero essere quelle di Aleppo, solo dall’altro lato delle trincee. Wafa era venuta da Fouah a trovare i parenti a Damasco. Non è più potuta tornare indietro. Da due anni non vede i quattro figli, il marito malato di cuore che non ha più medicine: «Si chiama Hassan al-Mustafa. Potete aiutarlo, per favore?». Una, cento, mille Aleppo. Questa purtroppo è la Siria.

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ONU contro Putin per azioni in Siria: l’Europa dica la sua

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Per Stefano Stefanini, il fatto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla guerra in Siria si sia trasformato in un processo a Vladimir Putin, si tratta di una spaccatura senza precedenti dalla fine della Guerra Fredda che impone all’Europa “di dire come la pensa”.

Ora l’Europa deve dire ciò che pensa 

La spaccatura fra Washington e Mosca che si sta consumando sulla Siria è senza precedenti dalla Guerra fredda.  

La Russia di Putin mostra di aver scelto Assad e la prova di forza sulle incertezze di un tortuoso percorso diplomatico per cui si era spesa fino all’ultimo l’amministrazione Obama. Allo schiaffo gli americani hanno dato ieri una risposta infuocata in Consiglio di Sicurezza, spalleggiati da Boris Johnson a Londra.

Difficile adesso tornare indietro: in Siria, la battaglia per Aleppo annuncia una nuova tragedia umanitaria che rischia di superare tutte quelle che, da più di cinque anni, stanno martoriando lo sventurato Paese; i rapporti fra Russia e America che precipitano vertiginosamente. Europei e italiani, nel chiuso dell’eurocentrismo in cui continuiamo a ragionare e muoverci, faticano a rendersi conto che uno scontro sul teatro mediorientale è più grave e più dirompente che non la crisi ucraina, annessione della Crimea compresa.

A maggior ragione in quanto la Siria poteva essere un terreno di collaborazione russo-americana, grazie al collante dello Stato Islamico e della lotta al terrorismo.

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Le accuse anglo-americane alla Russia sono pesanti. Sono, purtroppo, credibili. Forse le azioni militari intraprese dai russi e dalle forze di Assad non si configurano come «crimini di guerra». Ma mettono definitivamente la pietra tombale sopra tre cose: la tregua; il fragile filo negoziale; qualsiasi prospettiva di collaborazione russo-americana in Siria e contro Isis. Nel giro di una settimana Putin e Assad hanno capovolto lo scenario faticosamente costruito per mesi dalla paziente diplomazia di Staffan de Mistura e dal dialogo fra i due ministri degli Esteri, Kerry e Lavrov. Non a caso, su queste pagine, l’inviato speciale dell’Onu faceva appello al ritorno ai termini del cessate il fuoco concordato fra i due, come unica via d’uscita dalla guerra senza quartiere in Siria. Invano.

Putin ha optato per tener banco a Assad, di fatto smentendo il suo stesso ministro. Da diplomatico doc, Lavrov lo negherà ma di fatto egli si è trovato con l’erba tagliata sotto i piedi, e non è la prima volta. La decisione russa di andare a una prova di forza in Siria segna il fallimento del canale di dialogo bilaterale e dell’iniziativa diplomatica delle Nazioni Unite. Può darsi che quest’ultima non avrebbe comunque avuto successo per incapacità di controllare le disparate forze in campo e di trovare un minimo comun denominatore fra i loro contrastanti interessi. Mosca ha però tagliato la testa al toro senza dare «una chance alla pace».

Lo scenario è chiaro. Damasco, con l’appoggio dei russi, punta a riconquistare Aleppo. Non sarà il bagno di sangue a trattenere Assad. Di trattare se ne parlerà dopo, eventualmente (l’appetito vien mangiando, il regime non ha sottoscritto la rinuncia a re-imporre il potere su tutto il territorio); soprattutto, da una posizione di forza.

Resta l’interrogativo del perchè Putin abbia scelto la via di Damasco, dopo essersi avvicinato alla collaborazione americana, al punto di mettere in cantiere interventi militari congiunti contro Stato islamico (subordinati a un cessate in fuoco che tenesse in Siria). Per saperlo con certezza bisognerebbe leggere nella mente del Presidente russo, ma non è difficile immaginare motivazioni specularmente identiche a quelle dell’alleato siriano: trovarsi in una posizione di forza in Siria con la prossima amministrazione Usa.

Mancano sei settimane alle elezioni. Putin, mai «fan» di Obama, è giunto alla conclusione che non vale la pena di attraversare il ponte costruito da Kerry e Lavrov. Il suo interlocutore sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Se sarà Hillary c’è da aspettarsi una linea più dura e meno propensa al dialogo di quella del Presidente uscente. Se sarà Trump cosa aspettarsi è un mistero, ma certo rispetto per la forza. Occorre pertanto presentarsi con le carte in regola. Terribile fatalità che a farne le spese siano i civili di Aleppo.

Al di là della tragedia siriana, l’Europa deve capire che sta assistendo a un punto di svolta nel quadro internazionale. L’ha afferrato al volo, con l’entusiasmo del novizio, Boris Johnson; per Londra sulla via di Brexit questa è un’ottima occasione di resuscitare la relazione privilegiata con gli Stati Uniti.

Gli altri europei, specie quelli che vogliono disperatamente il dialogo con Mosca, sono in una posizione difficile. Giusto ascoltare anche la campana russa. Ma, anche senza giungere ad eccessi verbali, di fronte ad una scelta russa di appoggiare Assad nella presa di Aleppo l’Europa non può cavarsela solo con vuoti appelli alla pace o al dialogo. Deve dire quello che pensa.

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lastampa/Ora l’Europa deve dire ciò che pensa STEFANO STEFANINI

EDITORIALE – Infinitamente Juve Stabia

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La Juve Stabia vista a Fondi ha davvero rischiato di affondare. Probabilmente in terra laziale è andata in scena la peggiore prestazione degli uomini di Fontana, che nel primo tempo non solo si sono lasciati trafiggere due volte, ma hanno anche rischiato più volte di subire il colpo del K.O. che avrebbe chiuso partita.

Inevitabilmente però la copertina se la prende di prepotenza Francesco Lisi, che con tanta grinta ed un pizzico di follia ha riacciuffato il Fondi, portando alla Juve Stabia un punto pesante in chiave classifica, ma gigantesco in termini di morale ed entusiasmo. La sconfitta di Fondi avrebbe interrotto la striscia di quattro vittorie di fila e avrebbe subito smorzato l’entusiasmo che questa squadra sta facendo nuovamente nascere nel popolo stabiese.

Ecco, la Juve Stabia di Fondi non sarà stato certo bella o efficace, ma è stata terribilmente “cattiva” quando si è vista spalle al muro e ad un passo dalla sconfitta. Parlare di scelte azzeccate di Fontana, con Lisi e Sandomenico decisivi, ha sicuramente una valenza, però relativa. Quando infatti una squadra offre una reazione così furiosa, questa arriva a prescindere dagli uomini in campo e dai dettami tattici, completamente stravolti dalla stanchezza, dalla poca lucidità e dal tempo agli sgoccioli.

Ieri si è visto in campo quel “sentimento” di cui Fontana parla spesso. Il tecnico della Juve Stabia più volte stimola i suoi ragazzi, chiedendo loro di mettere un campo “sentimento”, perché solo con la tattica e con la tecnica in campo si fa poco. Ieri in quella frenesia che ha coinvolto tutti gli 11 gialloblù dopo l’espulsione di Bertolo si è visto tantissimo sentimento: grinta, voglia di vincere, non arrendersi mai, rispetto per la maglia, “cazzimma”..ognuno di noi può averci visto qualcosa di diverso, ma la sostanza non cambia. La partita di ieri dimostra che la Juve Stabia è una grande squadra non (solo) per l’organico di cui vanta, ma per i valori che regnano nella squadra e che permettono ai calciatori di giocare in simbiosi con i propri tifosi sugli spalti. Anche ieri l’empatia tra le giocate di Lisi e compagni ed i cori dei tifosi giunti fino a Fondi è stata quasi sovrannaturale: l’ambiente gialloblù si muove come un unico organismo che sa cosa fare in tutte le sue componenti, dai tifosi, alla squadra, allo staff.

Soffermandoci solo un attimo sugli aspetti tecnici del match, la partita ha messo in luce la solita poca cattiveria sotto porta delle Vespe, che nel primo tempo non hanno capitalizzato palle gol clamorose, “preferendo” poi aggiustare la gara con il finale thriller degli ultimi minuti. Probabilmente il tanto entusiasmo della vigilia del match ha influito sulla concentrazione dei ragazzi di Fontana, non del tutto pronti ad affrontare una squadra affamata come il Fondi e guidata da tanti ex pronti a farsi rimpiangere.

Da contraltare la fa la completezza della rosa stabiese, che quest’anno può finalmente contare su 16-17 titolari. Poche squadre infatti hanno la possibilità di richiamare Marotta, Montalto ecc per lasciare spazio a gente come Ripa, Lisi e Sandomenico; il tutto senza contare i tanti indisponibili di ieri. Ai box c’è un vero e proprio reparto di centrocampo completo, formato da Capodaglio, Salvi e Zibert, così come elementi di spessore come Del Sante, Liviero e Amenta sono ormai pronti a riprendere stabilmente il loro posto in campo. Sul lungo percorso, la qualità della rosa della Juve Stabia di questo campionato potrà fare la differenza.

Le Vespe ieri non sono certo state brillanti, ma forse con la loro reazione hanno conquistato ancora di più i cuori dei propri tifosi. Per citare Jovanotti, la Juve Stabia ha dimostrato di essere una squadra “che non finisce mai, che non finisce mai, non so se si è capito!”. Dopo ieri, però, ne siamo sicuri: tutti gli avversari del girone C hanno capito che le Vespe sono davvero infinite.

Raffaele Izzo

Processo a Putin sulla Siria dal Consiglio di sicurezza dell’Onu

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Il Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla guerra in Siria si trasforma in un processo a Vladimir Putin. Stati Uniti e Gran Bretagna accusano Mosca di aver compiuto “crimini di guerra” a causa del sostegno all’offensiva di Assad contro Aleppo. E chiedono al Cremlino di “fermare il massacro”. La replica è al vetriolo: “Sono gli Usa responsabili delle fiamme in Medio Oriente”.

Per Stefano Stefanini si tratta di una spaccatura senza precedenti dalla fine della Guerra Fredda che impone all’Europa “di dire come la pensa”.

Siria, processo a Putin all’Onu: “Complice di crimini di guerra”

Accuse di americani e inglesi. I russi: voi usate i terroristi di Al Nusra

NEW YORK – «Quello che la Russia sta sponsorizzando in Siria non è lotta al terrorismo, ma barbarie», dice l’ambasciatrice americana all’Onu Samantha Power. «Mosca – aggiunge il collega britannico Matthew Rycroft – collabora col regime siriano per commettere crimini di guerra». «Il caos in Medio Oriente – risponde il rappresentate russo Churkin – lo avete provocato voi, distruggendo l’equilibrio del passato. Ora usate i terroristi di al Nusra per abbattere il governo siriano». Quindi l’inviato di Damasco, Bashar Jaafari, conclude così: «La vera guerra al terrorismo non è ancora cominciata. L’avvento della vittoria siriana è imminente, e porterà all’applicazione di tutte le risoluzioni del Palazzo di Vetro».

Sono passate da poco le undici del mattino, quando al Consiglio di Sicurezza dell’Onu si consuma forse lo scontro pubblico più duro fra Washington e Mosca dalla fine della Guerra fredda. Non si arriva alla scarpa sbattuta sul tavolo, come ai tempi di Krusciov, ma l’aula della diplomazia si trasforma in una tribuna dove scambiare accuse, che lasciano la guerra come unica prospettiva.

La riunione d’urgenza del Consiglio è stata richiesta dagli americani per denunciare l’offensiva russo-siriana che ha fatto saltare la tregua negoziata il 9 settembre scorso dal segretario di Stato Kerry e dal ministro degli Esteri Lavrov: «Sono stati lanciati – denuncia la Power – 150 raid in 72 ore. Mentre parlavate di pace, armavate le bombe». La sua richiesta è che il Consiglio emetta una condanna, impossibile, perché Mosca ha il potere di veto come Washington.

Il collega Churkin, che da bambino faceva l’attore e aveva recitato in un film su Lenin, le risponde che il caos lo hanno provocato gli Stati Uniti, «distruggendo l’ordine che esisteva in passato». L’ambasciatore smentisce che i caccia russi abbiano colpito il convoglio umanitario, «perché lo stesso Kerry ha ammesso che hanno sorvolato la zona solo per due minuti, non l’ora e mezza che è durato l’attacco». Nel momento in cui la parola passa all’ambasciatore siriano, Power, Rycroft e il collega francese Delattre abbandonano l’aula in segno di protesta. Jaafari comunque va al punto che sta facendo saltare la tregua: «Siete voi che usate i terroristi di al Nusra per colpire il nostro governo». All’inviato speciale dell’Onu Staffan de Mistura, che sta disperatamente cercando di tenere accesa la speranza, non resta che fare una proposta minima per fermare la guerra totale: «Tregua umanitaria di 48 ore, consegna degli aiuti umanitari, ed evacuazione dei feriti». Nella speranza che questa pausa spinga Russia e Usa a resuscitare la tregua: «Possono bloccare i combattimenti. Il 9 settembre hanno preso un impegno davanti al mondo, lo rispettino».

Fonti del Palazzo di Vetro impegnate sul terreno spiegano così la situazione. La tregua non era mai piaciuta al regime, che ora pensa di poter vincere la guerra, e quindi ha proseguito l’offensiva su Aleppo. Gli Usa hanno bombardato le sue posizioni per lanciare un avvertimento, e i russi hanno risposto colpendo il convoglio umanitario. Mosca in particolare accusa Washington di ipocrisia, perché gli americani e i loro alleati confondono al Nusra con l’opposizione moderata, usando questo gruppo terroristico per abbattere Assad. I russi quindi hanno reagito dando via libera all’offensiva finale su Aleppo, per chiudere la partita col le armi. Gli Usa protestano, ma in realtà pensano che a questo punto la tregua servirebbe di più alla Russia che a loro, perché se l’accordo salta e l’attacco non chiude in maniera definitiva il conflitto, poi Mosca si ritroverà impantanata con i suoi soldati sul terreno in Siria come le era accaduto in Afghanistan. Questa però potrebbe essere una valutazione sbagliata, così come era stato sbagliato non chiudere i conti all’epoca degli attacchi chimici dell’agosto 2013, lasciando aperta la porta per l’intervento russo in difesa di Damasco.

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lastampa/Siria, processo a Putin all’Onu: “Complice di crimini di guerra”/PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A NEW YORK

Fondi – Juve Stabia, le pagelle

Pareggio in rimonta per la Juve Stabia di Fontana che recupera il 2-0 di svantaggio portandosi sul 2-2 grazie alla doppietta di Lisi, entrato nella ripresa Ecco le nostre pagelle delle vespe:

RUSSO 6: Non ha colpe in occasione dei due gol subiti.

CANCELLOTTI 5.5: Primo tempo avaro di soddisfazioni, nel secondo tempo alza il ritmo.

MORERO 5: Troppe incertezze per lui.

ATANASOV 5: Passo indietro rispetto alle precedenti gare.

LIOTTI 5: Stesso discorso fatto per Atanasov.

IZZILLO 5: Si vede pochissimo.

MASTALLI 5.5: Nel primo tempo soffre tantissimo gli avversari, nella ripresa cambia al pari dei compagni.

ESPOSITO 5: il centrocampo stabiese, per 75 minuti, è in balìa degli avversari e anche lui ne risente.

MAROTTA 5: Si divora un gol nel primo tempo, soffre forse un po’ di stanchezza.

MONTALTO 5: Mezzo voto in più per l’attenuante della scarsa preparazione in estate. Uno dei peggiori in campo, ci si aspetta di più da lui.

KANOUTE 5.5: Nel primo tempo viene imbrigliato da Signorini e D’Angelo, nel secondo tempo trova maggiori spazi.

SANDOMENICO 6.5: Buon impatto con la gara per lui. Autore dell’assist per il 2-2 di Lisi, merita una chance da titolare per far rifiatare Marotta.

RIPA 7: Ottimo lavoro di sponda per lui. Ha il merito di far espellere Bertolo facendogli commettere due falli in meno di dieci minuti. Sfiora il 3-2 nel finale. Se la condizione sarà la migliore, potrebbe essere il vero colpo delle vespe.

LISI 7.5: Man of the match. Entra e in pochi minuti firma una doppietta che regala un punto importante alla Juve Stabia. Il secondo gol è una perla che scuote i gialloblù che quasi stavano ribaltando il match. Devastante.

Il Podio Gialloblù di Fondi – Juve Stabia 2 – 2

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Una Juve Stabia non certo brillante ma con un cuore enorme porta a casa un punto d’oro nel difficile match di Fondi. Le Vespe, affossate dagli ex Albadoro e Bombagi, recuperano la gara grazie ad un grande Lisi.

PODIO
Medaglia d’oro: a Francesco Lisi ed ai suoi 5 minuti di fuoco. L’esterno ex Rimini fa quello che tutti i subentrati sperano di fare al momento di togliersi la pettorina per entrare in campo: risolve il match della sua squadra con due reti pesantissime. Lisi si catapulta sul cross di Cancellotti e con una zampata precisa rimette in partita la Juve Stabia. Il numero 23 lo aveva detto dopo la partita di Catania, dove pure era andato in rete: “Spero che i miei prossimi gol possano portare punti..”; perfetta la profezia di Lisi che regala il pareggio alle Vespe con una giocata da urlo. Ancora cross dalla destra, questa volta di Sandomenico, e giocata da Figurine Panini per Lisi che in sforbiciata insacca, facendo esplodere il vespaio volato fino Fondi. Gol importantissimi per la Juve Stabia, che non interrompe la sua striscia positiva, ma anche per Lisi, finito in questo inizio di stagione alle spalle di Kanoute e Marotta nelle gerarchie di Fontana. Che questa sera segni la svolta della stagione dell’esterno, emblema del calciatore che piace ai tifosi: uno che suda sempre la maglia e mette l’anima in campo, a prescindere dai minuti messi a sua disposizione.

Medaglia d’argento: a Salvatore Sandomenico, finalmente decisivo con il suo ingresso in campo. Avevamo parlato proprio nelle scorse settimane della poca incisività dell’ex Aquila, troppo spesso concentrato su giocate personali piuttosto che sulle manovre di squadra. Dopo i buoni segnali lanciati nella doppietta casalinga, Sandomenico entra bene in partita in un momento delicatissimo della gara, con il cronometro che corre ed il punteggio inchiodato sul 2 a 0. Buona la vivacità con cui l’esterno si proietta nel match, così come pregevoli sono le sue accelerazioni che mettono alle corde i calciatori del Fondi. Culmine dell’ottima prestazione di Sandomenico, è il cross perfetto recapitato per l’acrobazia con cui Lisi rimette in parità la gara. Lisi, Sandomenico, Marotta, Kanoute: poche squadre possono vantare tanta qualità sulle fasce.

Medaglia di bronzo: ai tifosi gialloblù, arrivati quasi in 500 a Fondi. Davvero spettacolare il colpo d’occhio offerto dai tifosi della Juve Stabia allo Stadio “Purificato” di Fondi. Coreografie, cori, sciarpe..probabilmente se uno spettatore non esperto avesse visto il match avrebbe pensato che fosse stata la Juve Stabia a giocare in casa. Mettendo un attimo da parte il numero di tifosi giunti in terra laziale, ciò che lascia senza parole è la passione con cui i supporter gialloblù hanno sospinto le Vespe alla rimonta. Emblematico il minuto 72, con la Juve Stabia ancora sotto di due gol e ben lontana dallo svegliarsi, dagli spalti saliva il coro “Andiamo a fare gol! Andiamo a vincere!!!”, ovviamente non proveniente dai tifosi della squadra padrona di casa. Insomma: prima, durante e dopo la partita i tifosi della Juve Stabia sono sempre lo spettacolo nello spettacolo.

 
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: alle amnesie difensive che hanno spalancato la porta al Fondi. Senza nulla togliere alla prestazione degli avversari, le due reti del Fondi sono arrivate su errori banali della difesa della Juve Stabia, ben sfruttati da Albadoro e Bombagi. Il calcio d’angolo poi concluso in rete da Albadoro è stato propiziato da un errore grossolano di Morero, che ha sbagliato la misura di un passaggio facile in una zona di campo pericolosissima. Discorso simile, in tema di cali di concentrazione, può essere fatto per la seconda rete del Fondi, con Bombagi lasciato completamente libero di andare al tiro da ottima posizione. Il rammarico è che in entrambi in casi si è trattato non di errori tecnici, ma di errori di valutazione o di cali di attenzione; senza queste ingenue disattenzioni con tutta probabilità il risultato sarebbe stato diverso. Scusante per Morero sono le sue condizioni fisiche non certo ottimali, alla luce delle quali continua a fare rabbia la banale espulsione di Amenta della scorsa settimana.

Medaglia d’argento: ad Adriano Montalto, ancora lontano dalle prestazioni che si attendono da lui. L’attaccante ex Trapani non ha certo sciupato ghiotte occasioni anche perché la squadra non è stata in grado di supportarlo a dovere, ma la sua è stata una partita monocorde e senza il minimo spunto. Pochissimi i palloni toccati dalla punta, come pochi sono stati i contrasti con gli avversari. Soprattutto sul 2 a 0 da un giocatore come lui, ci si aspettava una leadesrhip ed una partecipazione maggiore nel guidare la rimonta. Molto bene invece Ripa, decisamente in palla e con la voglia di spaccare il mondo. Spider è bravo a causare con furbizia l’espulsione di Bertolo e a farsi sentire in area avversaria nel momento di massima pressione della Juve Stabia. Bentornato Ciccio!

Medaglia di bronzo: al centrocampo, forse stavolta un po’ troppo “leggerino”. I ragazzi terribili, Mastalli, Izzillo ed Esposito, hanno iniziato bene ma sono calati alla distanza facendosi sopraffare da Bombagi e compagni. Giocare in trasferta contro avversari agguerriti è comprensibilmente più complicato che giocare al Menti, quindi ci sta che i tre abbiano faticato più del solito. Diventa, invece, urgente il recupero che dovrebbe essere ormai prossimo di Capodaglio e quello di Salvi, oggi nemmeno in panchina per problemi fisici. Con il recupero dei due infortunati eccellenti e di Zibert, oggi solo in panchina perché non al meglio, si potrà puntare su una miriade di soluzioni differenti.

Raffaele Izzo

Lisi: ‘Felice per il gol. I tifosi sono unici’ – VIDEO

Dopo il pareggio per 2-2 della Juve Stabia con la doppietta di Lisi che ha portato le vespe ad acciuffare il pari, si è presentato in sala stampa il man of the match delle vespe, Francesco Lisi.

Ecco le sue parole:
“Non ci ho pensato tanto, appena ho visto il cross ho provato l’acrobazia e per fortuna è andata bene. Nel primo tempo siamo partiti male, nella ripresa siamo cresciuti e poi l’espulsione è stata la scossa che ci ha svegliato e ci ha portato al pareggio con un po’ di rammarico perché potevano essere tre i punti nel finale. Panchina? A nessuno piace stare in panchina, voglio giocare ma accetto le decisioni. Devo dimostrare di poter giocare, se faccio bene in campo il mister mi schiererà. Mi metto a disposizione del mister e devo dare tutto anche quando entro. Obiettivi? Siamo più forti e organizzati dell’anno scorso, vogliamo fare bene e abbiamo tutte le carte per dar fastidio alle big. Tifosi? I tifosi sono speciali, li conosco già bene e mi sono stati sempre vicini. Oggi erano in tanti e ci hanno dato la spinta in più per pareggiare e ci stavano spingendo addirittura alla vittoria. Meritano altri palcoscenici e dobbiamo lavorare per portare più gente allo stadio. L’arbitro? Non possono attaccarli a questo, è un problema loro. Ha arbitrato allo stesso modo per entrambi e mi sembra ridicolo giustificare il pareggio con questa scusa. A chi dedico il gol? Alla mia fidanzata, a mio cognato e a mio fratello Fabio che mi stanno sempre vicini.”

Fontana: ‘Grande cuore nella ripresa. Lavoriamo per dar fastidio alle big’ VIDEO

Dopo il pareggio per 2-2 della Juve Stabia con la doppietta di Lisi che ha portato le vespe ad acciuffare il pari, si è presentato in sala stampa il tecnico delle vespe Gaetano Fontana.

Ecco le sue parole:
“Sono arrabbiato con i miei ragazzi perché abbiamo regalato tanto al Fondi nel primo tempo. Abbiamo sprecato alcune occasioni su un campo difficile come questo e non possiamo permettercelo. È un campionato difficile e non possiamo regalare niente a nessuno. Nel secondo tempo la partita è cambiata e siamo riusciti a pareggiare e nel finale potevamo ribaltarla. Dare la colpa solo all’espulsione è riduttivo, abbiamo recuperato il risultato con grinta e cuore. Avevamo alcune assenze importanti ma chi ha giocato ha dato il massimo. Il centrocampo ha giocato alcune partite ravvicinate e fisicamente non erano al meglio. Giocare contro di noi non sarà facile per nessuno, sappiamo che tutti faranno il massimo contro di noi per una questione di ambizione contro una squadra blasonata come la Juve Stabia. Spero di recuperare qualche pedina in settimana per far rifiatare qualche giocatore. Nel finale potevamo ribaltarla e questo lascia un po’ l’amaro in bocca, ma sono soddisfatto della reazione e del cuore dei miei ragazzi. Nell’intervallo abbiamo parlato negli spogliatoi e sono felice del secondo tempo. Ripa è entrato bene in campo e ha fatto espellere Bertolo, inoltre poteva regalarci i tre punti nel finale. Sta recuperando la forma e ci darà una mano. Ho una rosa importante a disposizione e tutti sono protagonisti. Le parole di Pochesci? È un suo pensiero ma mi sembra ingiusto. Addossare le colpe agli altri è facile. Foggia? Sta facendo benissimo al pari delle altre che ci sono sopra. Non abbiamo velleità e pressioni, dobbiamo pensare partita dopo partita e dobbiamo lavorare per stare lì a dare fastidio a squadroni come le squadre che sono sopra. Gli assenti? Alcuni potrebbero tornare già in settimana, per altri bisogna pazientare.”

Lancia Gamma, il raduno del Club Italia a Lonigo (Vi) – FOTOGALLERY

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Il Club Lancia Gamma Italia raduna i suoi soci a Lonigo (Vi)

 

Anni ’80, un piccolo passeggero viaggia in auto con il papà e osserva, anzi… le osserva tutte, ma una le resta in mente, una Lancia, per la precisione una Gamma, modello Coupè. Quel posteriore, ‘’scolpito a coda di rondine’’ lo colpì talmente tanto che, appena ha potuto, da grande, al primo colpo, l’ha scovata su un social e l’ha portata a casa.

Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo
Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo

Dopo pochi giorni subito contatta il Club Lancia Gamma Italia che, guarda caso, è proprio lì, a pochi passi da casa sua…come dire: ‘’il destino’’.

Questa la breve, ma doverosa storia (la mia), che oggi m’ha portato al primo raduno organizzato dal Club Lancia Gamma Italia.

Un  Club, quello dei ‘’gammisti’’, che nell’ultimo ventennio ha riunito gli appassionati del modello dell’ammiraglia Lancia prodotta dal 1976 al 1984, con raduni ed incontri sparsi per l’Italia.

Addirittura quest’anno, ad Aprile, per il quarantennale della nascita della Gamma (1976-2016), si è svolto a Torino ‘’GammaQuaranta’’ che ha riunito oltre  40 vetture provenienti da diversi paesi europei.

Ma veniamo al raduno tenutosi oggi a Lonigo, bellissima cittadina tra pianura vicentina e colli (i Colli Berici). Un raduno iniziato a dire il vero ieri, con un Workscop presso l’officina meccanica di Ugo Fochesato, socio onorario del Club.

L’esperto meccanico Fochesato, con estrema professionalità e passione, ha tenuto, a circa 10 soci, un mini corso teorico e dimostrativo sul funzionamento dei motori; parallelamente, invece, si è svolta una bellissima passeggiata alla vicina Vicenza, dedicata ai soci amanti delle belle arti.

Stamane, quindi, il Presidente del Club, Toni Cestarollo, ha dato appuntamento a venti Lancia Gamma, giunte non solo dal Veneto ma anche da Toscana e Emilia Romagna, al parcheggio dell’hotel ‘’Corte Quadri’’ di Lonigo.

Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo
Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo

Da qui i lancisti sono partiti per un bellissimo tour sui Colli Berici diretti alla stupenda Villa Fracanzan Piovene, nel comune di Orgiano, una delle dimore storiche più interessanti del Veneto.

Raduno Club Lancia Gamma Italia a LonigoVilla Fracanzan Piovene
Raduno Club Lancia Gamma Italia a LonigoVilla Fracanzan Piovene

Costruita  nel 1700 dall’architetto barocco Francesco Muttoni, la villa possiede  una famosa cucina, camere con letti a baldacchino, la sala del biliardo e grandi saloni ed è circondata da un immenso giardino.

Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo-Villa Fracanzan Piovene
Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo-Villa Fracanzan Piovene

Molto interessante la bellissima collezione di trattori del Conte Piovene, molto rari, disposti sotto il portico della barchessa e nell’antistante piazzale, che riflette il cambiamento nella lavorazione dei campi negli ultimi cento anni.

Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo-Villa Fracanzan Piovene
Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo-Villa Fracanzan Piovene

Dopo Villa Fracanzan, il gruppo dei lancisti si è trasferito presso un’altra bella e interessante villa, Villa Pisani Bonetti, sita nella frazione Bagnolo di Lonigo, ospitati dal gentilissimo Conte Ferri per un gradito aperitivo.

Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo-Villa Pisani Bonetti
Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo-Villa Pisani Bonetti

Sempre in Gamma quindi tutti i partecipanti al raduno si sono recati a pranzo presso l’agriturismo ”Al Casale” di Lonigo, dove i gammisti hanno degustato piatti tipici della cucina veneta.

Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo
Raduno Club Lancia Gamma Italia a Lonigo

La giornata si è quindi conclusa con i saluti e i ringraziamenti al Presidente che ha organizzato l’evento con amore e soprattutto passione. Passione per un’auto, l’ammiraglia Lancia, che ancora oggi non passa inosservata!!!

 

GUARDA LA FOTOGALLERY:

 

 

 

Fondi vs Juve Stabia 2-2: Lega Pro Girone C, sesta giornata

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Sesta giornata di campionato per la Juve Stabia di mister Gaetano Fontana che, questa sera, è impegnata al Purificato di Fondi contro l’Unicusano Fondi. Serata fresca in terra pontina, con il piccolo stadio fondano che registra un basso numero di tifosi di casa mentre c’è una massiccia presenza di tifosi giunti da Castellammare per sostenere i ragazzi di Fontana. L’Unicusano vuole continuare a fare bene. Le vespe, invece, devono dare continuità alle quattro vittorie consecutive. Ecco le formazioni ufficiali:

FONDI (4-3- 3): BAIOCCO, GALASSO, MUCCIANTE, D’ANGELO, SQUILLACE, BOMBAGI, DE MARTINO, SIGNORINI, ALBADORO, TISCIONE, CALDERINI. A DISP: COLETTA, DI SABATINO, IADARESTA, D’AGOSTINO, BERTOLO, BATTISTONI, GUADALUPI, CAPUANO, ADDESSI, TOMMASSELLI, POMPEI, CARCATELLA.

JUVE STABIA (4-3- 3): RUSSO, CANCELLOTTI, MORERO, ATANASOV, LIOTTI, IZZILLO, MASTALLI, ESPOSITO, MAROTTA, MONTALTO, KANOUTE. A DISP. BACCI, BORRELLI, PETRICCIUOLO, CAMIGLIANO, LIVIERO, ZIBERT, SANDOMENICO, RIPA, LISI, ROSAFIO.

1’: partiti!

2’: buona occasione per le vespe con Liotti che crossa al centro per Izzillo che spara alto

3’: altra occasione per le vespe: cross tagliato di Marotta per Mastalli che non ne approfitta

4’: gran tiro di Bombagi dal limite, Russo respinge come può.

10’: Fondi in vantaggio. Albadoro, ad un metro dalla porta su assist di D’Angelo, porta in vantaggio i padroni

di casa.

20’ doppia occasione per la Juve Stabia, Kanoute ha due occasioni a tu per tu con il portiere ma non trova la

via del goal.

23’ De Martino commette fallo sulla metà campo e viene ammonito.

27’ Bombagi firma il raddoppio per il Fondi, con un tiro al volo.

31’ Marotta sbaglia un clamoroso goal a portiere battuto.

38’ Doppia ammonizione, per un battibeccho a metà campo sono stati ammoniti Morero e Albadoro.

45’: finisce il primo tempo.

46’: inizia la ripresa!

52’: doppio cambio Juve Stabia, esce Montalto entra Ripa ed esce Marotta in luogo di Sandomenico

57’: ammonito Cancellotti per fallo su Tiscione

63’: cambio Fondi entra Iadaresta entra Albadoro

68’: cambio Fondi, esce Mucciante entra Bertolo

70’: ammonito Bertolo per fallo su Ripa

71’: cambio Juve Stabia, entra Lisi ed esce Esposito

78’: rosso per Bertolo dopo un fallo su Ripa

80’: cambio Fondi, fuori Calderini dentro Di Sabatino

81’: GOOOOAL DELLA JUVE STABIAAAA!!! LISI LA RIAPRE!!

86’: GOOOOALLLL DELLA JUVE STABIAAAA!!! LISI DOPPIETTAAAA!!! 2-2!!!

90’: 5 DI RECUPERO

95’: FINISCE 2-2 CON IL GRANDE CUORE DELLE VESPE CHE RIESCONO A RIACCIUFFARE IL PARI. PROSSIMO

APPUNTAMENTO DOMENICA ALLE 20.30, JUVE STABIA- VIBONESE.

Eccellenza, Real Forio: arriva la prima vittoria stagionale

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real_forio1

Ai “Kennedy”, il Real Forio conquista la prima vittoria in campionato superando 2-0 il Neapolis. La novità della giornata è sicuramente lo schema di gioco scelto da mister Impagliazzo che ha deciso di impostare la squadra con un 3-5-2. Davanti a Verde i tre difensori Di Dato, Calise e Mora, poi un affollato centrocampo con Trofa e Sannino sugli esterni e Ciro Saurino, Vittorio De Luise e Stany Mazzella in mezzo al campo. In avanti il duo Saurino-Arcamone. La squadra risponde alle richieste del tecnico che alla vigilia aveva auspicato un Real Forio sin da subito determinato e pronto a condurre i ritmi della gara. Non a caso, il risultato si sblocca dopo appena 12′. Punizione come al solito perfetta di Nicola Mora che trova sul primo palo Giovanni Calise. In spaccata, il nuovo acquisto del Real Forio mette a segno la  sua prima marcatura con la maglia biancoverde. Gli isolani non rischiano nulla, a parte qualche brivido nell’area di  Franco Verde. Allo stesso tempo, però, i ragazzi di mister Impagliazzo non riescono a siglare il raddoppio pur costruendo tre palle gol importanti con un ispirato Gianluca Saurino. Al termine dei primi 45′ gli ospiti sono avanti 1-0. Nella ripresa Fiore si fa espellere per doppia ammonizione e in superiorità numerica il Real Forio domina l’incontro. Non si contano le occasioni da gol sprecate dai foriani, ma la rete dell’ormai rassicurante 2-0 arriva solo al 33′ della ripresa: discesa di Sannino sulla sinistra, il suo cross viene raccolto da Gianluca Saurino che colpisce la traversa e sulla ribattuta riesce ad insaccare il portiere avversario. Il Real Forio conquista i primi 3 punti in questo campionato nella seconda trasferta consecutiva. I biancoverdi mercoledì giocheranno l’andata di Coppa Italia in trasferta sul campo del Real Albanova per poi ritornare finalmente al “Calise” domenica mattina; si affronterà il Pimonte.

NEAPOLIS  0

REAL FORIO  2

NEAPOLIS : Liccardo, Ambrosino, Fiore, Falcone, Romano, Russo, D’Andrea (2’s.t. Roberts, 24’s.t. De Rosa), Narciso (13’s.t. Manna), Iattarelli, Loases, Catena. (In panchina Iovinella, Miccio, Manna, De Rosa, Scuotto, Tortorella, Roberts). All. La Peccerella
REAL FORIO: Verde, Di Dato (49′ Conte), Mora, Calise, Mazzella, De Luise V., Sannino, Trifa, Saurino C (33’s.t. Fanelli)., Saurino G., Arcamone (15’s.t. De Felice). (In panchina Di Iorio, Iacono, Conte, Fanelli, Vitagliano, De Luise M., De Felice) All. Impagliazzo
ARBITRO: Cesarano di Torre Annunziata (Ass. Tagliaferro di Caserta e Scuotto di Frattamaggiore)                                       RETI: 12′ Calise, 78’Saurino G.

NOTE: Ammoniti Fiore, Romano, Russo, Loases (N); De Luise V. (RF). Espulso Fiore (doppia ammonizione).

Calcio Serie A 2016-2017, sesta giornata: risultati del pomeriggio e classifica

Cinque le partite disputate nel pomeriggio della sesta giornata di Serie A.

Il Torino ritrova Andrea Belotti e il Gallo schianta la Roma insieme all’ex giallorosso Iago Falque nel lunch match della sesta giornata di Serie A. L’ex attaccante del Palermo sblocca il risultato all’8′, l’ala raddoppia su rigore al 53′ e, dopo il penalty del solito Francesco Totti che al 55′ accorcia le distanze, chiude la gara con la doppietta personale al 65′.

L’Inter ha mancato la quarta vittoria consecutiva fermandosi sull’1-1 casalingo contro il Bologna (gol di Destro e Perisic, erroraccio nel finale di Ranocchia).

1-1 anche tra Genoa e Pescara (Simeone jr e Manaj) con i rossoblu in nove.

2-0 per la Lazio (Keita e Lulic) sull’Empoli e firma decisiva di Defrel per il ritorno al successo del Sassuolo sull’Udinese.

Alle 20.45 Fiorentina-Milan.

Torino-Roma 3-1
Genoa-Pescara 1-1
Inter-Bologna 1-1
Lazio-Empoli 2-0
Sassuolo-Udinese 1-0

Classifica: 
Juventus 15 punti
Napoli 14
Inter 11
Roma 10
Lazio 10
Chievo Verona 10
Bologna 10
Milan 9*
Sassuolo 9
Torino 8
Genoa 8*
Fiorentina 7**
Udinese 7
Pescara 6
Sampdoria 6*
Palermo 5
Cagliari 4*
Empoli 4
Atalanta 3*
Crotone 1*

* una partita in più
* una partita in meno

francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Facebook Torino

 

Crotone – Atalanta è il Monday Night. Calabresi ancora “esiliati” a Pescara

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Crotone – Atalanta è il Monday night della sesta giornata di andata del campionato serie A TIM. I calabresi, ancora costretti all’esilio forzato allo stadio Adriatico – “Cornacchia”, visto il perdurare dell’indisponibilità dello stadio E. Scida, che, tuttavia, dovrebbe tornare disponibile per la prossima gara interna dei rossoblù in programma il prossimo 23 ottobre contro il Napoli, sono reduci dal pesante ko per 4 – 0 rimediato a Roma contro i giallorossi di Spalletti, in una gara a senso unico, ma che ha visto i pitagorici a sprazzi esprimere un buon calcio, creando anche qualche interessante palle – goal al cospetto dei più titolati avversari. Un solo punto in 5 gara, comunque, per il team di Nicola, che contro l’Atalanta cercherà il suo primo acuto stagionale.

Non vanno molto meglio le cose in casa orobica, dal momento che i bergamaschi occupano il penultimo posto in classifica, con 3 punti in cascina, frutto dell’unica vittoria ottenuta, al fronte di 4 sconfitte. Particolarmente pesante è risultata essere la dèbacle interna patita dagli orobici, contro il Palermo, anche perché la rete della vittoria dei siciliani è arrivata proprio sul fischio di sirena. Una doccia fredda per i nerazzurri, che ora si interrogano sulle scelte di mercato operate in estate, e, soprattutto, sul tecnico Gasperini, il quale tornerà a Pescara, su un campo che da calciatore ha calcato per qualche anno, centrando anche una storica promozione in serie A, ai tempi del Pescara di Galeone. La società orobica, infatti, pare sia intenzionata, in caso di mancato successo contro il Crootone, a sollevare l’ex tecnico di Genoa ed Inter dal proprio incarico. In casa nerazzurra circolano già i nomi dei possibili sostituti. Si parla di Pioli, ma anche di un possibile ritorno sulla panchina bergamasca di Colantuono.

Una gara molto delicata, che, anche se siamo solo alla sesta giornata di campionato, potrebbe regalare qualche coupe di theatre. Per questo è lecito attendersi una gara giocato in maniera attenta ed accorta da entrambe le formazioni, che non potranno permettersi distrazioni di sorta. Arbitra Rocchi di Firenze.

Crotone (3-4-3): Cordaz; Ceccherini, Dussenne, Ferrari; Rohden, Crisetig, Salzano, Martella; Falcinelli, Trotta, Palladino. All.: Nicola

Indisponibile: Fazzi

Atalanta (4-3-3): Berisha; Konko, Masiello, Toloi, Dramè; Kessie, Grassi, Kurtic; D’Alessandro; Pinilla, Gomez. All.: Gasperini

Indisponibili: Suagher, Carmona

CHRISTIAN BARISANI

Napoli – Chievo: arriva il messaggio di Zazzaroni

Il tweet di Ivan Zazzaroni

Il giornalista e conduttore televisivo e radiofonico Ivan Zazzaroni, ha pubblicato alla fine di Napoli-Chievo un messaggio su twitter sottolineando l’ottimo momento del Napoli: “Poco da aggiungere il #Napoli gioca il più bel calcio del campionato. Il suo limite, alcuni inspiegabili black-out. #NapoliChievo”.

Pardo: “Per Sarri è fondamentale, ma a me non è piaciuto”

Le parole di Pierluigi Pardo

Il giornalista di Mediaset Pierluigi Pardo ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Canale 21, soffermandosi sull’ottimo momento del Napoli: “A mio parere Jorginho è stanco, infatti ieri sera non mi ha convinto molto, ma evidentemente è troppo importante sia per il gruppo che per Sarri, che non riesce a tenerlo fuori”.

Costacurta: “Questo sarà un campionato molto equilibrato”

Le parole di Costacurta

Alessandro Costacurta, ex difensore del Milan e oggi opinionista televisivo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky, soffermandosi sul campionato in corso: “Vorrei fare i complimenti a Juventus e Napoli per le due vittorie di ieri. Credo che questo sarà un campionato più equilibrato rispetto a quelli degli anni passati. Non prevedo una fuga da parte dei bianconeri”.

TORINO ROMA 3-1| Attacco granata: Toro travolgente, Lupa ko!

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Pesante sconfitta per la Roma affondata dal Torino. Spalletti incapace di trovare una soluzione ad una squadra che non riesce a segnare

Roma- Un pranzo difficile da digerire per i tifosi giallorossi che allo Stadio Olimpico del Grande Torino hanno visto travolgere i propri beniamini da una squadra agguerrita che ha sempre mantenuto il vantaggio sugli ospiti e non ha mai abbassato la guardia. La squadra di MiHajlovic strabilia, la Roma delude. I giallorossi ci provano ma sono molti gli errori al momento di concretizzare, troppe palle gol sprecate, la squadra di Spalletti riesce a segnare solo su rigore. Resta la desolazione sul volto di Luciano Spalletti e l’incapacità di trovare la soluzione ad un risultato che non arriva e che va sgretolandosi nella ripresa.   

Primo Tempo

La Roma è aggressiva e crea subito diverse occasioni ghiotte per andare in gol con Nainggolan e Dzeko, e invece all’8’ è Belotti che trova la rete del vantaggio! Dopo una respinta di Szczesny, arriva Boyè sulla palla che passa indietro per Obi, riceve il “Gallo” che batte il portiere piazzando la palla nell’angolino destro!

Torino 1 Roma 0    

All’11’ reazione della Roma che crea un’ottima occasione gol: dopo una serie di rimpalli favorevoli la palla arriva a Dzeko in area di rigore, ma l’attaccante bosniaco non inquadra la porta e tira clamorosamente fuori!

Al 12’ giallo per De Rossi per intervento falloso. Subito dopo Toro vicino al raddoppio con Iago Falque che al 13’ riesce a trovare spazio per la conclusione, Szczesny salvato dal palo!

I ritmi sono altissimi, si corre da una parte all’altra del campo, i granata sono pericolosi nelle ripartenze.

Al 17’ ottima verticalizzazione per Strootman che però perde l’attimo per calciare da buona posizione e spreca così una buona occasione.

Al 22’ Obi chiede di essere sostituito, si è infortunato, entra Baselli mentre ci si avvia alla mezz’ora di gioco, tutto fermo sull’1 a 0.

La Roma prova a rendersi più pericolosa in attacco con Florenzi e Naiggolan che spingono sulla fasce ma il Torino sembra più concreto e da’ l’idea di poter far male quando schiaccia nelle ripartenze.
A bordo campo iniziano il riscaldamento El Shaarawy e Totti, i 2 dovrebbero imprimere un nuovo volto a una gara che li vede in svantaggio e a tratti in difficoltà.

Al 40’ il Torino vicinissimo al raddoppio! Ingenuità della difesa e di Florenzi,  ne approfitta il numero 9 granata che arriva alla conclusione ma Szczesnyne  si supera in una grande parata sul palo alla sua destra, vincendo stavolta il duello con Belotti.

Al 43’ scambio tra Salah e Florenzi che ha la possibilità di calciare a pochi passi dal portiere, ma non è abbastanza cinico e Barreca lo stoppa!

Dopo un minuto di recupero, le squadre vanno nello spogliatoio per l’half-time.

Secondo Tempo

Nella ripresa entra il Capitano al posto di De Rossi.

Al 48’ occasione Roma con Dzeko che stacca di testa a pochi metri da Hart, la mira è giusta stavolta ma il portiere riesce ad arrivarci.

Il Torino non sta a guardare, Baselli che servito da Belotti, è a tu per tu con il portiere ma sbaglia il controllo della palla sprecando una buona occasione.

La gara si vivacizza con la regia del Capitano giallorosso, ma al 53’ accade l’imprevisto: Bruno Peres sgambetta Belotti in area, Tagliavento decreta il rigore.

Sul dischetto va l’ex romanista Iago Falque che, a tu per tu con Szczesny, mira all’angolo destro, il portiere intuisce e sfiora la sfera, ma la palla va in rete! Raddoppio dei granata, Torino 2 Roma 0

Due minuti dopo, al 55’ altro calcio di rigore ma dal versante opposto: atterrato Perotti in area da De Silvestri. Sul dischetto va Totti, il Capitano calcia con freddezza tracciando una traiettoria alta che termina dritta in rete.

Gol 250° per il fenomeno (quasi) quarantenne.  La Roma accorcia le distanze, Torino Roma 2 a 1.

La Roma continua ad aggredire con Perotti che arriva in frenata su una palla bollente a pochi passi dal portiere, Hart lo anticipa per un pelo e blocca.

La tenacia del Torino è a dir poco sorprendente: al 65’ Belotti recupera una palla sulla trequarti, verticalizza a destra per Iago Falque che calcia direttamente in rete, palla imprendibile, Toro ancora in gol!

Torino 3 Roma 2.

Le smorfie di desolazione sul volto di Spalletti raccontano tutta la delusione per l’andamento di questa gara.

Al 61’ secondo cambio per Spalletti che mette dentro El Shaarawy al posto di Nainggolan, Roma tutta in attacco nel tentativo di recuperare lo svantaggio.

Al 69’ ammonito Florenzi. Ancora pericolo per la Roma a causa di un errore difensivo di Bruno Peres.

Al 77’ entra Martinez in sostituzione di Iago Falque. Al 79’ammonito Hart per aver temporeggiato, ammonito anche Manolas all’86’.

All’88’ tutta la Roma in attacco, Dzeko riceve dalla destra e stacca di testa a porta vuota ma butta la palla completamente fuori! Altra occasione buttata in aria.

Sono 5 i minuti di recupero indicati dal 4° uomo, la Roma rimane sempre in area avversaria, ma non riesce a concretizzare neanche Salah che da buona posizione calcia sull’esterno rete. Il Torino non pago, sfiora anche il quarto gol con Martinez ma Szczesny si oppone.

Scadono i minuti di recupero, nessuna rimonta per i giallorossi che a testa bassa escono sconfitti da un Torino travolgente.

Maria D’Auria

IL TABELLINO

TORINO: Hart; De Silvestri, Castan, Rossettini, Barreca; Benassi, Valdifiori, Obi; Boyé, Belotti, Iago Falque.
A disp.: Padelli, Cucchietti, Moretti, Bovo, Zappacosta, Baselli, Gustafson, Lukic, Aramu, Ljajic, Martinez.
Allenatore: Mihajlovic.

ROMA: Szczesny; Florenzi, Manolas, Fazio, Bruno Peres; De Rossi, Strootman; Salah, Nainggolan, Perotti; Dzeko.
A disp.: Alisson, Lobont, Juan Jesus, Emerson, Seck, Paredes, Gerson, Totti, El Shaarawy, Iturbe.
Allenatore: Spalletti.

Arbitro: Tagliavento di Terni.

Reti: 8′ Belotti, 53′ Iago Falque (R), 55′ Totti (R), 65′ Iago Falque

 

La pillola del giorno dopo è un contraccettivo e non può essere assimilata all’aborto

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Per il Tar Lazio la contraccezione è soggetta a prescrizione obbligatoria e non può essere equiparata all’aborto

I medici obiettori possono opporsi all’aborto ma non alla somministrazione di contraccettivi come la “pillola del giorno dopo” che, di fatto è equiparabile a un normale farmaco. Per cui il ginecologo del consultorio non può rifiutarsi di prescriverlo. A sancirlo è il Tar Lazio con una recente sentenza (la n. 8990/2016 qui sotto allegata) rigettando il ricorso proposto dalla Federazione Movimento per la vita (e altri) avverso il decreto regionale (c.d. decreto Zingaretti in qualità di commissario ad acta per la sanità regionale) che, a detta dei ricorrenti, intendeva obbligare gli obiettori di coscienza a prendere parte alle procedure per l’aborto, dovendo certificare lo stato di gravidanza, e prescrivere i contraccettivi ormonali “post-coitali” violando così le disposizioni di legge.

Per il Tar, invece, il decreto non viola il diritto all’obiezione di coscienza, anzi ne tiene pienamente conto e si pone in perfetta continuità con le leggi statali essendo funzionale a raggiungere più elevati standard di qualità del SSN.

Preliminarmente il Tar ricorda che l’obiezione di coscienza, secondo la legge n. 194/1978esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza – e non già – dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento”.

Per cui, il fatto che si preveda nella disposizione impugnata che il medico obiettore rilasci il certificato dello stato di gravidanza o attesti la volontà della donna di interromperla costituiscono adempimenti ai doveri professionali che non determinano certo “la compressione della libertà di coscienza, laddove non siano rivolte ad attuare ‘specificamente e necessariamente’ l’interruzione di gravidanza, ma a prestare la necessaria ‘assistenza antecedente e seguente all’intervento’, posto soprattutto che la decisione relativa alla interruzione della gravidanza pure in presenza di detta certificazione spetta all’interessata che può recedere da tale proposito”.

L’eventuale rifiuto del medico di intervenire per prestare necessaria assistenza alla degente, peraltro, ricorda il giudice amministrativo, integra, come statuito dalla giurisprudenza della Cassazione (cfr. n. 14979/2013), una responsabilità per il delitto previsto e punito dall’art. 328 del codice penale.

È evidente dunque che i termini entro i quali “la libertà di coscienza di cui è espressione l’obiezione del medico ginecologo di un consultorio va coniugata col diritto alla salute di cui all’art. 32 della Costituzione”.

Quanto alla prescrizione dei farmaci contraccettivi post-coitali, e dunque, della pillola del giorno dopo, il Tar ha rigettato la doglianza “con cui parte ricorrente fa riferimento a due specifiche specialità medicinali attualmente in commercio che sortirebbero l’effetto di un aborto chimico, poiché non sarebbe possibile escludere che abbiano effetto anche in un momento successivo al concepimento, causando la perdita dell’embrione umano già formatosi“. Ciò per due motivi. In primo luogo, perché ha affermato il Tar, rifacendosi agli orientamenti della giurisprudenza costituzionale, civile e amministrativa sul corretto bilanciamento tra il diritto alla salute della donna incinta e la tutela dell’embrione, il legislatore ha “inteso quale evento interruttivo della gravidanza quello che interviene in una fase successiva all’annidamento dell’ovulo nell’utero materno” e tali circostanze non ricorrono nell’uso di “metodiche anticoncezionali i cui effetti si esplicano in una fase anteriore all’annidamento dell’ovulo”.

In secondo luogo, comunque la censura, per il Tar, è affidata “ad affermazioni apodittiche”, considerato che la copiosa documentazione scientifica ufficiale (proveniente dall’Aifa, dall’Ema, dalla Società italiana della contraccezione ecc.) sull’uso dei contraccettivi d’urgenza ha ormai chiarito che la pillola del giorno dopo è un contraccettivo e non può essere assimilata all’aborto. Da qui il rigetto del ricorso.

StudioCataldi.it/ Pillola del giorno dopo: il medico non può rifiutarsi di prescriverla (Marina Crisafi)

FAST: il più grande radiotelescopio del mondo è cinese

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FAST, un radiotelescopio a dir poco gigantesco. Il suo nome dice tutto, o quasi, perché si tratta di un acronimo che sta per “Five-hundred-meter Aperture Spherical radio Telescope” ( ovvero: radiotelescopio con apertura sferica di 500 metri – in cinese: 五百米口径球面射电望远镜 ) ed il suo diametro finale di mezzo chilometro ne fa il più grande dispositivo astronomico del nostro pianeta.

Come i cinesi stanno cercando gli Ufo oltre la nostra galassia

Il più grande radiotelescopio per l’esplorazione spaziale al mondo è entrato oggi in servizio nel Sud-Est della Cina, nel quadro di un grande progetto la cui ambizione è, secondo Pechino, quella di verificare se esista vita intelligente extraterrestre.

Chiamato dagli scenziati Radiotelescopio sferico dall’apertura di 500 metri (FAST), il telescopio ha preso a funzionare verso il mezzogiorno locale, ha chiarito l’agenzia di stampa Xinhua. Il FAST ha la larghezza di 30 campi da calcio ed è installato in una zona rurale della provincia di Guizhou, tra tre colline carsiche. La costruzione è iniziata nel 2011 e il suo costo è stato di 1,2 miliardi di yuan (165 milioni di euro). Supera nettamente per dimensioni il radiotelescopio di Arecibo, a Portorico, che ha un diametro di 305 metri.

Il direttore generale della società cinese di astronomia Wu Xiangping ha dichiarato lo scorso anno alla Cinhua che l’alto grado di sensibilità del FAST “aiuterà a ricercare la vita intelligente oltre la nostra galassia”. Oltre 10mila abitanti in un raggio di cinque chilometri attorno all’impianto sono stati ricollocati altrove.

vivicentro.it/redazione/FAST: il più grande radiotelescopio del mondo è cinese – agenzie agi/aska / Come i cinesi stanno cercando gli Ufo oltre la nostra galassia

Patrizia Esposito