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Il Pungiglione Stabiese – Le vespe mandano all’inferno i satanelli

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono. Collegatevi oggi 17 ottobre 2016 dalle ore 19:30 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci saranno Mario di Capua (Radio Sant’Anna), Salvatore Sorrentino (ViViCentro) e l’opinionista Francesco Maresca

Parleremo della vittoria con il Foggia tra le mura amiche. Le Vespe superano la prova del nove con la prima della classe e si siedono al tavolo delle grandi battendo i satanelli con un perentorio 4 a 1.

Questa sera avremo come ospite telefonico Sandro Ambrosi, ex Bomber della Juve Stabia, colui che permise alle Vespe di ottenere l’ultima vittoria con i Satanelli grazie ad un rigore procurato e trasformato.

Ci collegheremo telefonicamente con il collega Danilo Sorrentino di Paganesemania  con il quale presenteremo il  prossimo avversario delle Vespe che sarà la Paganese.

Ci collegheremo telefonicamente con Mimmo Panico  mister della Berretti della Juve Stabia che viaggia a punteggio pieno in campionato.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Alvino: “Andrei a prendere personalmente Icardi. Koulibaly? Non si discute ma…”

Carlo Alvino, giornalista di Tv Luna, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Kiss Kiss nel corso della trasmissione Radio Gol. Ecco quanto evidenziato:
“Icardi? Lo andrei a prendere personalmente. A livello tecnico è un attaccante che non si discute, tuttavia il suo è stato un grave gesto. Anche l’ Inter, però, avrebbe potuto controllare la sua biografia prima della pubblicazione.
Contro la Roma è una sconfitta che brucia perché tutto sommato gli azzurri stavano giocando meglio prima del gol nel finire di primo tempo. Sono partite che vengono decise da episodi.
Koulibaly non si discute, è uno dei difensori più forti in Europa. Deve imparare a restare concentrato al massimo per tutta la gara”.

Pistocchi: “Il Napoli propone la stessa idea di gioco a prescindere dall’ avversario”

Maurizio Pistocchi, giornalista Mediaset, ha parlato ai microfoni di Radio Marte. Ecco quanto evidenziato:

“Le due sconfitte consecutive hanno suscitato diverse perplessità e malumori inerenti all’ attacco azzurro. Non dimentichiamo che il Napoli ha fatto un inizio di stagione incredibilee nelle ultime gare i gol sono arrivati da svarioni difensivi. A differenza di Bergamo contro la Roma gli azzurri hanno fatto una buona prestazione ma è mancata la testa. Il Napoli ha un’ idea di calcio propositivo e a prescindere dall’ avversario gioca sempre allo stesso modo. Ora bisogna capire se si vuole trovare un sistema di gioco diverso con Gabbiadini o cercare qualche altro attaccante tra gli svincolati”.

Auriemma: “Sarri non può essere cacciato. Il Napoli va corretto negli atteggiamenti”

Le parole di Raffaele Auriemma

Raffaele Auriemma, giornalista di Premium Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Si gonfia la rete in onda su Radio Crc: “Sarri non può essere cacciato. Se dovesse essere esonerato chi prendereste? E’ un valore aggiunto per la squadra. Il Napoli è sceso in classifica, ma a mio parere già i gol subiti contro il Benfica erano un campanello d’allarme che in pochi hanno recepito, così come lo stesso Sarri, che era troppo impegnato a preparare in modo maniacale le sue partite. E’ un momento molto difficile, che certamente non può essere superato inserendo chi ha giocato di meno come El Kaddouri. Ora bisogna ritrovare il filo del discorso, il Napoli ha perso in brillantezza e ovviamente gli avversari ne approfitteranno. Gli azzurri hanno bisogno di essere corretti in alcuni atteggiamenti, per cercare di arrivare a fine campionato a ridosso del secondo posto e non perdere altre posizioni”.

Ugolini: “A Gabbiadini serve una scossa”

Le parole di Massimo Ugolini

Massimo Ugolini, giornalista di SKY, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli durante la trasmissione Radio Goal: “Gabbiadini ormai si sente una prima punta, non ci sono dubbi. Il suo cattivo rendimento è solo una questione di testa. Deve essere più tranquillo e dovrebbe essere più sicuro dei propri mezzi. Sono convinto che Manolo possa fare molto bene, è ovvio che per lui sarebbe molto importante trovare la via del gol, gli darebbe quella scossa necessaria a sbloccarsi”.

De Maggio: “Con il caso Icardi-Inter potrebbero aprirsi nuovi scenari…”

Le parole di Valter De Maggio

Valter De Maggio, giornalista di Mediaset, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Radio Goal in onda su Radio Kiss Kiss Napoli: “Il caso che si è creato tra Icardi e la società neroazzurra sembra non poter trovare una soluzione. Prima le polemiche, poi il rigore sbagliato dall’argentino e, al suo ritorno a casa, si trova i tifosi in atteggiamenti poco pacifici. Credo che questo strappo sia difficile da ricucire, già a gennaio potrebbero aprirsi degli scenari pazzeschi. Anche il Napoli potrebbe riprovare a farsi avanti per Icardi: i milanesi vogliono 90 milioni, ma il Napoli ne offre 75. La situazione è in evoluzione”.

Crotone, Vrenna: “Crotone-Napoli si giocherà allo Scida”

Le sue parole

A Radio Crc nel corso di “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Raffaele Vrenna, presidente del Crotone: “Speravo che nella scorsa giornata di campionato vincessero Napoli e Crotone. Ieri abbiamo disputato un’ottima partita, meritavamo più punti, ma sono felice perché ho visto una squadra attiva, pronta a combattere. Abbiamo tanti giovani in squadra e ragazzi che per la prima volta giocano in serie A, ma spero di affrontare ogni squadra alla pari, poi che vinca il migliore. 

Crotone-Napoli si giocherà allo Ezio Scida, abbiamo consegnato tutta la documentazione in giornata e aspettiamo solo l’ufficialità che però è solo una formalità. E’ normale che la Lega ancora oggi individui nello stadio di Pescara la sede di Crotone-Napoli, ma ma oggi la commissione si riunirà e comunicherà a tutti l’ufficialità. 

Al di là del nostro bilancio, se si potesse tornare indietro, tanti errori non si farebbero. Ma, la nostra filosofia è quella di puntare sui giovani e dobbiamo aspettarli altrimenti non avrebbe senso. Se guardiamo anche al passato ci rendiamo contro che giocatori come Berardeschi, Cataldi, Florenzi con fiducia e pazienza sono esplosi e speriamo che anche questi ragazzi in rosa possano avere la stessa carriera. 

Lo Scida quanto può dare al Crotone? Tanto. E’ importante anche perché già 2 anni fa ci siamo salvati grazie al nostro stadio e proveremo a fare la stessa cosa quest’anno. Non possiamo permetterci di perdere la serie A e faremo di tutto per restarci. 

La fiducia al tecnico è confermata al 100%, di solito quando le cose non vanno bene il primo a pagarne le spese è l’allenatore, ma noi utilizziamo un’altra filosofia. Facciamo finta che il nostro campionato inizi col Napoli, nel nostro stadio. Quella azzurra è una grande squadra, faccio gli auguri a Milik di una pronta guarigione, ma i giocatori che sono in panchina sono all’altezza del Napoli per cui non sarà facile per noi. Anzi, sarà una battaglia sportiva e dovremo fare molta attenzione. 

Gnahorè? Speriamo che presto possa esordire con la maglia del Crotone, si sta allenando e speriamo presto ci possa dare una mano. 

Allo Scida deve essere una festa, sarà una data storica per il Crotone e spero che i napoletani possano venire in tanti”. 

EDITORIALE – Juve Stabia, le quattro chiavi della vittoria contro il Foggia

La prestazione con cui la Juve Stabia ha ieri annientato il Foggia è forse tra le migliori uscite delle Vespe negli ultimi anni. I gialloblù hanno sfiorato la partita perfetta ed hanno annichilito gli uomini di Stroppa, lanciando un messaggio chiarissimo a tutte le rivali per le posizioni di vertice.
La vittoria di ieri nasce secondo noi da 4 elementi; 4 come i gol delle Vespe:
1)La sconfitta di Reggio Calabria. Il passo falso calabrese poteva lasciare scorie psicologiche pesanti, soprattutto alla vigilia di un big match come quello contro il Foggia. La Juve Stabia è stata invece perfetta nel trarre gli aspetti positivi della gara contro gli amaranto, imparando in fretta dagli errori commessi al Granillo. Il merito di questa trasformazione va senza dubbio a Fontana, che ha assimilato immediatamente cosa a Reggio non era andato bene. La squadra fin troppo leziosa della scorsa settimana, che conscia della superiorità rispetto all’avversario, si era piaciuta e specchiata troppo, ha lasciato spazio ad una autentica belva, che ha aggredito gli avversari fin dal primo minuto. Le partite si vincono a centrocampo, senza dubbio, ma i gol si fanno in area, quindi le Vespe hanno finalmente capito l’importanza di essere cattive e ciniche sotto porta sin da subito. Pronti via e i gialloblù dopo 19 minuti sono sul 2 a 0; non può certo essere un caso. Avere quindi calciatori che quando sbagliano e capita raramente, imparano dai propri errori non può che essere un valore aggiunto.

 
2)Più che i quattro gol rifilati al Foggia, colpiscono la compattezza e la solidità con cui le Vespe hanno affrontato il Foggia. La Juve Stabia è stata un muro, una diga contro la quale gli uomini di Stroppa non sono riusciti a fare nemmeno un tiro. Zero le conclusioni verso la porta dei rossoneri, zero le azioni anche lontanamente pericolose del Foggia, zero i rischi corsi dalla Juve Stabia. La squadra forse sulla carta più forte del campionato non ha nemmeno tentato di andare in rete, dovendosi accontentare di un tiro dagli 11 metri, tra l’altro concesso per un fallo molto dubbio. L’eccezionalità della prestazione è data anche dalla qualità degli uomini scelti da Fontana. La Juve Stabia non ha concesso tiri al Foggia non alla luce di un modulo difensivo o di giocatori di rottura più che di costruzione; tutt’altro. Esterni che si abbassano fino a diventare terzini, mezz’ali che diventano mastini di centrocampo, attaccanti che svettano nella propria area come difensori centrali: questa è stata la Juve Stabia di Fontana.

 
3)Gli attaccanti della Juve Stabia, che formano un reparto da grandissima squadra. In ordine non certo di importanza ci si riferisce a Ripa, forse tra i primissimi attaccanti di tutta la Lega Pro per senso del gol, a Del Sante, bravo sempre a partecipare alla manovra di squadra con il suo gioco tecnico e fisico ed a Montalto, che forse ha in sé le caratteristiche di entrambi i colleghi. L’emblema di questo super attacco è la rinascita di Ripa che segna, fa segnare, fa espellere gli avversarsi e difende. Fateci caso: quando la condizione non era al top, Spider sgomitava e spesso incappava nel fallo; ora invece è lui il bersaglio dei falli avversari, che però non riescono smorzare la sua voglia di gol. Ora Fontana dovrà gestire il piacevole “problema” di mandare ogni domenica in panchina due dei suoi tre “moschettieri”.

 
4)Il Menti, che finalmente torna ad essere l’arma in più della Juve Stabia. Dopo una stagione dove le vittoria in casa sono state poche, risicate e sofferte le Vespe si sono riprese il proprio stadio, che è nuovamente un fortino quasi inespugnabile. Tutte vittorie per i ragazzi di Fontana nello stadio di casa, che torna ad essere l’amuleto, il luogo dove costruire le proprie fortune. Serve però alzare l’asticella e trasferire la stessa personalità che si vede al Menti anche ai match fuori casa. Inutile girarci intorno, il sostegno dei tifosi è il cardine delle vittorie di squadra e non è certo un caso che la roboante vittoria di ieri sia arrivata col pienone stagionale sugli spalti. Una squadra che punta a raggiungere a fine stagione un risultato importante non può però prescindere dal fare risultato anche fuori casa ed è su questo aspetto che ora serve lavorare.

Raffaele Izzo

FOTO ViViCentro – Il racconto in scatti di Juve Stabia vs Foggia

Pubblichiamo le foto di Juve Stabia vs Foggia dei fotografi Giovanni Somma, Giovanni Donnarumma e Raffaele Verdoliva

Juve Stabia vs Foggia di ieri era considerata il primo big match per le Vespe che incontravano la prima della classe. Tutto è andato per il verso giusto con la Juve Stabia ha battuto il Foggia per 4-1  in una gara straordinaria sul piano non solo del risultato ma anche del gol. Gaetano Fontana l’ha vinta su tutti i punti, mettendo dal primo all’ultimo minuto in difficoltà la squadra di Stroppa.

La Juve Stabia cercava riscatto dopo la deludente sconfitta di Reggio , contro il Foggia di Stroppa. Per le Vespe partita difficile contro l’avversario più forte del campionato.

Juve Stabia 4 – 3 – 3: Russo, Cancellotti, Liviero, Capodaglio, Atanasov, Marotta, Sandomenico, Morero,Izzillo, Mastalli, Ripa.

A disposizione di Fontana: Bacci, Amenta, Kanoute, Del Sante, Camigliano, Liotti, Salvi, Petricciuolo, Esposito, Lisi, Rosafio, Montalto.

Foggia 4 – 3 – 3: Sanchez, Angelo, Agnelli, Loiacono, Quinto, Letizia, Empereur, Padovan, Mazzeo, Rivierola, Rubin.

A disposizione di Stroppa: Tucci, Chiricò, Sainz Mazà, Martinelli, Agazzi, Sicurella, Dinielli, Coletti, Gerbo.

Spettatori: 2832 di cui 2060 paganti

Ammoniti: Izzillo (JS), Empereur (F) doppio giallo, Agnelli (F), Riverola (F), Martinelli (F), Capodaglio (JS),

Primo Tempo

Prima dell’inizio della gara minuto di silenzio in memoria della madre del D.G. delle Vespe, Clemente Filippi, scomparsa in settimana. La Curva Sud si unisce al dolore della Famiglia Filippi.

Minuto 2: GOOOOOOOOOLLL JUVE STABIA! Vespe subito in viaggio con Matteo Liviero. Grandissima azione sulla destra di Izzillo che salta due uomini e mette in mezzo, il sinistro di prima intenzione di Liviero è perfetto. 1 a 0 Juve Stabia.

Minuto 20: GOOOOOOOOLLL JUVE STABIA!!! Raddoppio della Juve Stabia con Spider Ripa. Punizione dalla trequarti battuta da Liviero; la palla al centro è perfetta per la testa di Ripa che supera il portiere ospite con la sua classica inzuccata. 2 a 0 per le Vespe.

Minuto 3 della ripresa: GOL FOGGIA. Calcio di rigore per il Foggia per Fallo di Atanasov su Riverola. Dal dischetto Mazzeo spiazza Russo; 2 a 1..

Minuto 16: GOOOOOOOOLLLL JUVE STABIA!!! Le Vespe ristabiliscono le distanze con Sandomenico, che gira da distanza ravvicinata una palla toccata in acrobazia da Ripa.

Minuto 47: GOOOOOL JUVE STABIA!!!! Quarta rete della Juve Stabia con Montalto che appoggia in rete il cross di Marotta. 4 a 1.

Termina così la gara. Una Juve Stabia praticamente perfetta annichilisce il Foggia lanciando un segnale pesantissimo al campionato. Si replica mercoledì, a Foggia, in Coppa Italia.

Questo il racconto in foto del match.

CLICCA SULLE FOTO di Giovanni Somma per ingrandirle

CLICCA SULLE FOTO di Giovanni Donnarumma per ingrandirle:

Sembra il remake dello scorso anno quando si alzò bandiera bianca

Sembra il remake dello scorso anno quando si alzò bandiera bianca

La Repubblica scrive sul momento di calo fisico degli azzurri: “Sembra il remake del finale della passata stagione, quando il Napoli fu costretto ad alzare bandiera bianca per la stanchezza psicofisica dei suoi titolarissimi. Ma stavolta la situazione fa più discutere per almeno due motivi: perché la flessione è arrivata già a metà ottobre e perché Sarri non può aggrapparsi alla mancanza di rincalzi adeguati, come aveva fatto nel campionato scorso”.

Promozione- Nuova Ischia: rimonta di cuore e grinta contro il Summa Rionale, e sesta vittoria di fila

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nuova-ischia-logo

La Nuova Ischia continua a volare in classifica. I gialloblù vincono la sesta partita consecutiva, con qualche difficoltà contro il fanalino di coda Summa Rionale Trieste. Gli isolani soltanto nella ripresa trovano prima il gol del pareggio con Matarese e poi i due gol che chiudono il match con Marano e Arcobelli. Isidoro Di Meglio ancora una volta deve rinunciare a Capuano per infortunio e Mendil ancora squalificato. In campo si affrontavano l’ultima contro la prima della classe. I ragazzi di mister Iaccarino però iniziano con il piglio giusto, dove più volte si rendono pericolosi sotto porta sin dai primi minuti. Al 10′ i padroni di casa si portano in vantaggio e trovano anche il primo gol della stagione.Sugli sviluppi di un corner battuto da Capasso, stacco di testa di Kesse che salta più in alto di Silvitelli bruciando la sua marcatura e deposita in rete,che vale il gol del vantaggio. Gli isolani sembrano aver accusato il colpo, e soffrono contro gli azulgrana che sono molto più determinati in campo. Il primo tempo si conclude sul risultato di 1-0 per i padroni di casa. Nella ripresa è tutta un altra partita, la Nuova Ischia alza il proprio baricentro e all’8 sale in cattedra Materese che trova il gol del pareggio con una conclusione da fuori area che batte Di Pede per l’1-1. Passano pochi minuti e gli ospiti ci provano con Cuomo che con un azione personale dribla un avversario ma la sua conclusione colpisce la traversa. E tutta un altra partita in campo, i gialloblù si ricordano di essere i primi che comandano il campionato, ed infatti al 16′ arriva il gol del vantaggio: Matarese se ne va sulla fascia sinistra sfruttando la sovrapposizione di Silvitelli,cross al centro dove arriva Marano che insacca in rete il gol del 1-2 e rimonta completata. La Nuova Ischia non si ferma e cala il tris al 25′ con un azione fotocopia a quella del gol di Marano,ma questa volta è Arcobelli che di testa insacca in rete il gol dell’1-3, e chiude definitivamente il match. I gialloblù fanno sei su sei e volano in classifica a +4 sulla seconda l’Afro Napoli United. Nel prossimo turno la squadra isolana affronterà allo stadio “Mazzella” di Ischia, l’Oratorio Don Guanella.

Summa Rionale Trieste 1
Nuova Ischia 3

Summa Rionale Trieste: Di Pede, D’Avino, Busiello, Kesse (3’ st Scarallo), Capasso, Rea, Allocca M., Russo, Allocca P. (18’ st Giustiniani), Iervolino (6’ st Regina), Scarpato. In panchina Marra, Guarnaschelli, Mancusi, Natangelo. Allenatore Luigi Iaccarino

Nuova Ischia: Mennella, Errichiello, Silvitelli, Paradiso (40’ st Varchetta), Chiariello, Di Costanzo II, Cuomo, Camorani, Arcobelli (37’ st Calise A.) , Matarese, Marano (44’st Di Sapia). In panchina Telese, Trani, Calise N., Muscariello. Allenatore Isidoro Di Meglio

Arbitro: Raffaele Bottone di Nocera Inferiore; assistenti Avallone e Pagano di Nocera Inferiore

Reti: 10’ pt Kesse (S), 6’ st Matarese (N), 16’ Marano (N), 25’ Arcobelli (N)

Note: ammoniti Di Pede, Regina (S)

Milik, l’agente: “Il legamento non era totalmente rotto, ma il danno era grave

Milik, l’agente: “Il legamento non era totalmente rotto, ma il danno era grave

L’agente dell’attaccante del Napoli Arkadiusz Milik, David Pantak, ha parlato dell’infortunio del suo assistito a Polsat Sport durante la trasmissione Cafè Futbol, dichiarazioni riportate da Interia Sport: “L’infortunio non sembrava potesse essere pericoloso, ma il calcio è questo: i ko sono una parte integrante della professione, e dopo che accadono bisogna subito rialzarsi. Il legamento non era totalmente rotto, ma il danno era talmente grave che l’intervento si è reso necessario.

Potete immaginare la mia reazione, e quella di Arek, quando sono usciti i risultati dei test: non pensava che l’infortunio potesse essere così serio.

Già ventiquattro ore dopo l’operazione Arkadiusz era in grado di camminare senza l’ausilio delle stampelle: i dottori lo hanno tenuto sotto controllo, è un grande risultato così tanta mobilità. Dopo infortuni del genere è raro che un calciatore possa camminare liberamente praticamente subito.

Non voglio fare tabelle sul suo ritorno, non è una corsa contro il tempo. Arkadiusz deve pensare a se stesso in vista del ritorno in campo. Ha avuto un approccio positivo, non ha certo avuto il tempo di piangere o altro: certi pensieri vengono in mente quando sei bloccato a letto per due o tre settimane.

A prescindere da chi pagherà l’operazione, il Napoli ha assunto i migliori professionisti per Arkadiusz in vista del suo ritorno in campo”.

Lione, Tolisso: “Non è stato semplice dire no al Napoli”

Le sue parole

Corentin Tolisso, centrocampista del Lione, è stato ad un passo dal Napoli nella recente sessione di mercato estiva. Alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: “In tanti siamo cresciuti insieme. A volte giochiamo con 5-6 titolari usciti dal centro di formazione. Questo rapporto speciale si vede in certi automatismi. Siamo come una famiglia”

Per questo ha rinunciato al Napoli quest’estate?

“Dire di no non è stato semplice. Ho rifiutato una prima offerta. Alla seconda ho tentennato. In ballo c’erano 30 milioni che potevano far comodo al club che mi ha lasciato decidere. Non mi sentivo pronto. Voglio restare un anno o due. Non era la squadra giusta ora”

Perché?

“L’ambiente a Napoli è particolare, anche se poi la scelta la fai in funzione del campo e i dirigenti mi volevano davvero. Sono rimasto per giocare ancora la Champions nel nostro magnifico stadio. E’ stata una scelta sportiva e di cuore”

Prima di lei anche Gonalons aveva rifiutato il Napoli.

“Solo una coincidenza”

Se il Napoli o altre squadre italiane tornassero a bussare, la sua porta rimarrebbe chiusa?

“Sogno Real Madrid, Barcellona, Arsenal, la Premier League, ma ogni offerta sarebbe valutata con attenzione”

Sarri assolve Koulibaly davanti alla squadra

Sarri assolve Koulibaly davanti alla squadra

Il Mattino riferisce che nonostante l’errore commesso, Maurizio Sarri ha perdonato Kalidou Koulibaly. Anzi, per il mister quello del centrale senegalese non è stato un errore e l’ha ribadito a chiare lettere ieri a Castel Volturno in sala video dove riunito con la squadra ha analizzato le immagini della sconfitta contro la squadra allenata da Luciano Spalletti: “Ha sbagliato ma ha fatto quello che doveva fare: non doveva calciare la palla. Quindi per me non è un errore. Questa è la nostra mentalità ed è così che dobbiamo andare avanti”.

L’Uefa ha gli occhi puntati sui tifosi del Napoli

Si rischia la squalifica

L’Uefa ha gli occhi puntati sui tifosi del Napoli, alla luce soprattutto di alcune intemperanze avvenute nelle precedenti gare in Europa. E non solo allo stadio San Paolo. Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, mercoledì sera con il Besiktas i sostenitori partenopei saranno chiamati ad una prova di responsabilità perché in caso contrario il club rischia la squalifica del campo.

 

Il Roma accusa: “De Laurentiis non fa niente per creare un fronte comune “

Lo riporta Il Roma

Giù le mani da Manolo Gabbiadini. Sabato pomeriggio la sconfitta con la Roma non è dipesa solo solo ed esclusivamente dall’attaccante bergamasco. Sicuramente ci si attendeva molto di più da lui ma questo non vuol dire che la colpa è sua per il ko. Quei fischi subiti all’uscita dal campo, poi, sono stati fuori luogo. Capisco la sofferenza dei 46mila spettatori presenti al San Paolo ma accanirsi contro questo giocatore è sembrato un po’ troppo ingeneroso. È indubbio che senza Milik ci si aspettava chissà che cosa da lui ma sapevamo da tempo che in quel ruolo non avrebbe reso chissà come. Il suo è un caso tattico che andava risolto in estate. Nessuno dimentichi che fino all’ultimo giorno di mercato il club partenopeo ha tentato di prendere prima Kalinic e poi Pavoletti. Dopo i no di Fiorentina e Genoa si è posto il veto su Manolo assicurandogli un rinnovo e un aumento di stipendio. Si sperava di poterlo stimolare ma si sapeva che con il 4-3-3 avrebbe avuto di nuovo difficoltà come nello scorso torneo dove era rimasto a guardare Gonzalo Higuaìn. Contro la Roma non se l’è sentita di cambiare Maurizio Sarri per favorire il suo bomber. Ha voluto affidarsi nuovamente al solito schieramento perdendo così per 57 minuti il punto di riferimento del reparto offensivo. Non è mai stato pericoloso e neanche una volta ha tirato in porta Gabbiadini. Non ce l’ha le doti di Higuaìn e neanche quelle di Milik. La verità è che ci si doveva muovere prima per risolvere questo problema e non aspettare gli ultimi giorni di mercato. A prescindere da Milik, se proprio Manolo non era adatto al modulo di Sarri, sia Kalinic che Pavoletti dovevano essere corteggiati molto prima e non all’ultimo istante. Purtroppo adesso non si può fare niente e bisogna guardare in faccia alla realtà. Magari si può virare su uno svincolato ma prima che quest’ultimo entri in forma e capisca gli schemi di Sarri passa più di un mese. Quindi, vale la pena modificare qualcosa. D’altronde già l’anno scorso Sarri decise di passare dal 4-3-1- 2 al 4-3-3 dopo tre partite. Potrebbe tornare indietro per un attimo scegliendo un trequartista tra gli uomini che ha. Zielinski lo potrebbe fare tranquillamente. Certo, in questo modo verrebbero a mancare gli uomini delle fasce ma se non si segna è inutile avere i migliori in queste zone del campo. A prescindere da tutto il momento è delicatissimo, Sarri se ne è reso conto. Lo ha fatto anche De Laurentiis che si è sfogato con i giornalisti al termine del match con la Roma. Non si risolvono così i problemi, accettare le critiche è segno di maturità. Ma devono essere critiche costruttive e non certo di parte. Don Aurelio, però, non fa niente per creare una sorta di fronte comune che esiste in altre squadre del Nord che vanno per la maggiore.

Raporto Caritas: la Povertà Assoluta è aumentata sino ad esplodere

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Povertà assoluta che negli ultimi anni, coincidenti in larga parte con quelli della crisi economica, è aumentata sino ad esplodere. Il Rapporto sulle politiche contro la povertà si collega al Rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale che sarà presentato sempre on-lineoggi, lunedì 17, in concomitanza con la Giornata internazionale contro la Povertà.

Raporto Caritas, la povertà in Italia che si aggiunge a quella dei rifugiati

In questo momento storico – dice il Rapporto – ricco di insidie e in cui in tutto il continente sembra riemergere la paura del diverso. L’orizzonte va oltre i confini nazionali, cercando di descrivere le forti interconnessioni che esistono tra la situazione italiana e quel che accade alle sue porte

ROMA – Il Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia (e alle porte dell’Europa) della Caritas Italiana – da non confondere con quello presentato il 6 ottobre scorso, che invece riguardava l’analisi delle politiche di contrasto alla povertà –  nella sua edizione del 2016 si colloca in una particolare congiuntura storico-sociale. Il 2015 è stato infatti definito come l’annus horribilis per i movimenti migratori, non solo per l’elevato numero di rifugiati, sfollati e morti registrati, ma anche per l’incredibile debolezza ed egoismo che molti Paesi hanno dimostrato nell’affrontare quella che, innanzitutto, si è rivelata una emergenza umanitaria.

I muri e i fili spinati. Nel mondo – dice la sintesi del Rapporto presentato oggi durante un seminario – il numero di persone costrette a lasciare le proprie case in cerca di protezione a causa di guerre, conflitti e persecuzioni è arrivato ai livelli massimi mai registrati, superando la quota di 65 milioni. In Europa il numero dei profughi giunti via mare (nel 2015) risulta quattro volte più grande di quello dell’anno precedente, facendo registrare anche un incremento del numero delle vittime nelle traversate. Di fronte a tali dinamiche la politica europea è risultata frammentata, disunita e per molti aspetti inadeguata. Le immagini di muri e fili spinati sono ancora nitide e attuali e stridono con gli ideali e i principi del grande “sogno europeo”, quello di un continente senza più confini, aperto al libero scambio di persone e merci.

L’immagine dei vasi comunicanti. E’ dunque in questo delicato momento storico, ricco di insidie e in cui in tutto il continente sembra riemergere la paura del diverso, che Caritas Italiana ha deciso di affrontare il tema della povertà in Italia, allargando il proprio sguardo – sottolinea il Rapporto – oltre i confini nazionali, cercando di descrivere le forti interconnessioni che esistono tra la situazione italiana e quel che accade alle sue porte. Per favorire una maggiore consapevolezza dei processi in atto, nel rapporto sono riportati numerosi zoom di taglio internazionale, prodotti anche da altri organismi e Caritas europee. L’immagine dei vasi comunicanti assume un carattere ambivalente: aiuta a leggere il reale o meglio i nessi, frequentemente trascurati, che esistono oggi tra povertà, emergenze internazionali, guerre ed emigrazioni.

La povertà in Italia: 1 milione e 582 mila famiglie. Nel nostro Paese − secondo i dati Istat − vivono in uno stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie, un totale di quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi; e si tratta, parlando di povertà assoluta, della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Le situazioni più difficili sono quelle vissute dalle famiglie del Mezzogiorno, dalle famiglie con due o più figli minori, dalle famiglie di stranieri, dai nuclei il cui capofamiglia è in cerca di un’occupazione o operaio e dalle nuove generazioni.

La persistente crisi del lavoro. Un elemento inedito messo in luce nel Rapporto e che stravolge il vecchio modello di povertà italiano è che oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, diminuisce all’aumentare di quest’ultima. La persistente crisi del lavoro ha infatti penalizzato (o meglio, sta ancora penalizzando) soprattutto giovani e giovanissimi in cerca “di una prima/nuova occupazione” e gli adulti rimasti senza un impiego. Accanto alle fonti della statistica pubblica il rapporto dedica ampio spazio ai dati raccolti presso i Centri di Ascolto promossi dalle Caritas diocesane o collegati con esse (i dati sono stati raccolti presso 1.649 CdA, di- slocati su 173 diocesi). Nel corso del 2015, le persone incontrate sono state 190.465. Come nel passato, il peso degli stranieri continua ad essere maggioritario (57,2%) anche se non in tutte le aree del Paese; nel Mezzogiorno la percentuale di italiani e? infatti pari al 66,6%.

Un importante cambio di tendenza. Rispetto al genere il 2015 segna un importante cambio di tendenza; per la prima volta risulta esserci una so- stanziale parità di presenze tra uomini (49,9%) e donne (50,1%), a fronte di una lunga e consolidata prevalenza del genere femminile. L’età media delle persone che si sono rivolte ai CdA è 44 anni. Tra i beneficiari dell’ascolto e dell’accompagnamento prevalgono le persone coniugate (47,8%), seguite dai celibi o nubili (26,9%). Il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%); a seguire, la licenza elementare (16,8%) e la licenza di scuola media superiore (16,5%). I disoccupati e inoccupati insieme rappresentano il 60,8% del totale. I bisogni o problemi più frequenti che hanno spinto a chiedere aiuto sono perlopiù di ordine materiale; spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e di disagio occupazio- nale (57,2%); non trascurabili, tuttavia, anche i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%).

La sfida più difficile. Frequenti le situazioni in cui si cumulano due o più ambiti problematici. Su 100 persone (per le quali è stato registrato almeno un bisogno) solo il 38,6% ha manifestato difficoltà relative ad una sola dimensione. Per i restanti casi risultano esserci situazioni in cui si sommano almeno due (29,9%) o più ambiti proble- matici (31,5%). La sfida più difficile in termini di presa in carico e di sostegno riguarda proprio queste ultime situazioni dove risulta più grave la condizione di deprivazione ed esclusione sociale.

La povertà dei rifugiati e riciedenti asilo. Anche in Italia accanto al disagio di coloro che in modo transitorio, persistente (o nei casi più gravi cronico) sperimentano delle difficoltà legate alla mancanza di reddito e/o di lavoro, coesistono le situazioni più estreme vissute da chi, costretto a fuggire dal proprio Paese, vede sommarsi contemporaneamente tante vulnerabilità, prime fra tutte quelle legate ai traumi indelebili di un viaggio spesso fatto in condizioni disperate. I dati ufficiali documentano di 153.842 persone migranti sbarcate nelle coste italiane nel 2015. Le nazionalità prevalenti dichiarate al momento dell’arrivo riguardano i seguenti Paesi: Eritrea, Nigeria, Somalia, Sudan, Gambia, Siria, Mali. Le persone che hanno fatto domanda di asilo sono state 83.970; appena un decennio fa (nel 2005) i richiedenti asilo in Italia erano poco più di 10mila.

I centri d’asconto Caritas. Nel corso del 2015 i profughi e i richiedenti asilo – in fuga da contesti di guerra – che si sono rivolti ai Centri di Ascolto Caritas sono stati 7.770. Si tratta per lo più di uomini (92,4%), con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (79,2%), provenienti soprattutto da Stati africani e dell’Asia centro-meridionale. Basso risulta essere il loro capitale sociale e culturale. Numerosi i casi di analfabetismo (26,0%) o di modesta scolarità (licenza elementare 16,5%, licenza di scuola media infe- riore 22,8%).

Il disagio abitativo. In termini di bisogno prevalgono le situazioni di povertà economica (61,2%), coincidenti soprattutto con la povertà estrema o con la mancanza totale di un reddito. Alto anche il disagio abitativo, sperimentato da oltre la metà dei profughi intercettati (55,8%). Tra loro è proprio la “mancanza di casa” la necessità più comune; seguono le situazioni di precarietà/inadeguatezza abitativa e di sovraffollamento. In terza posizione i problemi di istruzione, che si traducono per lo più in problemi linguistici e di analfabetismo.

Domande di beni e servizi materiali. In termini di richieste prevalgono le domande di beni e servizi materiali (pasti alle mense, vestiario, pro- dotti per l’igiene) e quelle di alloggio, in particolare servizi di “pronta e prima accoglienza”. I dati relativi agli interventi evidenziano un’azione dei CdA rivolta per lo piu? a rispondere alle situazioni di emergenza attraverso la distribuzione di beni di prima necessita? (79,1%). Tra questi spiccano in modo particolare la fornitura di vestiario (42,3%), di pasti (34,1%) e di prodotti per l’igiene/docce/bagni (19,8%). Non trascurabili anche gli interventi di orientamento (19,2%) e quelli di tipo sanitario (13,4%).

Le risposte della Caritas italiana. In risposta al forte incremento della povertà assoluta in Italia l’unica strada percorribile è quella di un Piano Pluriennale di contrasto alla povertà, che porti alla introduzione nel nostro Paese di una misura universalistica contro la povertà assoluta. Questo Piano, come proposto da tempo dall’Alleanza contro la povertà, di cui Caritas Italiana fa parte, dovrebbe prevedere, in una prospettiva di medio lungo-periodo, un graduale e progressivo incremento degli stanziamenti in modo da raggiungere tutte le persone in povertà assoluta e – considerate le profonde differenze territoriali nel funzionamento dei servizi alla persona – rafforzare adeguatamente i sistemi di welfare locale. Questa prospettiva di “gradualismo in un orizzonte definito” si può realizzare se il legislatore mette a fuoco da subito (nella legge di bilancio 2017): il punto di arrivo del percorso, le tappe intermedie, l’allargamento progressivo di anno in anno della platea dei beneficiari, l’incremento progressivo delle risorse stanziate annualmente (cfr. Caritas Italiana, Non fermiamo la riforma. Rapporto 2016 sulle politiche contro la povertà in Italia).

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vivicentro/Raporto Caritas: la Povertà Assoluta è aumentata
repubblica/Raporto Caritas, la povertà in Italia che si aggiunge a quella dei rifugiati

L’appello per il cinema di Fabio Guaglione, regista di ”MINE” (Trailer)

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Pochi giorni prima del debutto al cinema del suo film, “Mine”, il regista Fabio Guaglione ha scoperto che la pellicola era già disponibile online su vari siti pirata. Non si è perso d’animo e ha rivolto una lettera aperta al pubblico: “Andate in sala a vedere il mio film. Non rubereste mai un caffè al bar, perché farlo con il nostro lavoro?”.

“Cari spettatori, andate in sala a vedere il mio film. I pirati della rete uccidono il cinema”

Fabio Guaglione, regista di “Mine”, sfida i furbetti dello streaming: «Non rubereste mai un caffè al bar. Perché farlo con il nostro lavoro?»

Come il protagonista del suo film, anche Fabio Guaglione ha incontrato una mina (virtuale) sulla sua strada. È il due ottobre – mancano quattro giorni all’uscita della pellicola Mine nelle sale italiane – quando il regista, navigando su Internet, s’imbatte in un sito di film pirata che promette la visione del lungometraggio in streaming. Tutto gratis e a portata di clic, in barba a chi ha prodotto la pellicola sperando negli incassi del botteghino. Guaglione non ci sta e lancia un appello agli spettatori con un commento sul sito dei pirati: «Andate al cinema, per favore. Questa è la richiesta di uno che ha sputato sangue per tre anni e mezzo per realizzare Mine. Inoltre abbiamo lavorato duro per confezionare uno spettacolo audiovisivo potente per la sala. È veramente un invito accorato. Grazie». Il post di Guaglione scatena il dibattito con risposte (sorprese) degli internauti e contro-repliche del regista. Il lieto fine è servito: in molti rinunciano a guardare il film in rete e vanno in sala. Il cinema, stavolta, vince. (GABRIELE MARTINI)

Pubblichiamo qui l’intervento di Fabio Guaglione, classe 1981, regista milanese. Ha diretto «Mine» con Fabio Resinaro  

Mi avevano sconsigliato di farlo. E invece, come al solito, ho fatto quello che mi sentivo. Quando ho visto su un famoso sito di streaming illegale che alcuni utenti richiedevano di vedere il nostro film ancora prima dell’uscita in sala, lo sconforto mi ha fatto abbassare le spalle di fronte al monitor. Non ci ho pensato molto, e ho scritto un commento sotto la pagina del film. Con «film» intendo Mine, progetto di cui sono co-sceneggiatore e regista assieme al mio omonimo Fabio Resinaro, attualmente nei cinema grazie a Eagle Pictures. Un film che è costato lavoro, fatica e soldi a tante persone; 106 minuti in cui sono racchiusi tre anni di sogni, sacrifici, lacrime, sangue e sabbia. No, non esagero.  

Per far arrivare nei cinema la storia di un soldato con un piede sulla mina abbiamo scommesso tutto, anche quello che non avevamo. Due italiani esordienti e sconosciuti hanno convinto un produttore americano ed una star hollywoodiana a seguirli in questo progetto rischiosissimo. Ce l’abbiamo fatta grazie a pianificazione, tanto fervore e l’arte «made in Italy» di sapersi arrangiare. Ma una volta conquistata questa preziosa occasione, è iniziato un viaggio più lungo e arduo del previsto fatto di scontri creativi, litigi personali, notti insonni, debiti economici, complicazioni legali e coliti.  

Per questo mi è venuto spontaneo lasciare quello che più che un commento era un appello volto a sensibilizzare la comunità online. Chiedevo semplicemente di andare a vedere il film al cinema. Prima di tutto per rispetto verso le 248 persone che ci hanno lavorato. E poi perché abbiamo fatto di tutto per confezionare un prodotto audiovisivo di qualità. Guardare un film è un’esperienza sensoriale da fare in una sala cinematografica. «Star Wars» visto sull’Iphone non ha senso. È solo un’iperbole, ma ci siamo capiti. Mi hanno risposto in tanti. Qualcuno si è incazzato, tirando in ballo le ovvie difficoltà economiche. Altri, in uno scenario paradossale su un sito di streaming pirata, mi hanno fatto i complimenti perché avevano visto il film al cinema e gli era piaciuto. Li aveva emozionati.  

Io capisco le difficoltà di tutti, ci mancherebbe. Vorrei solo che nessuno ignorasse cosa c’è dietro la realizzazione di un film. Un caffè comporta meno lavoro, ma non lo rubereste mai al bar. Inoltre, al giorno d’oggi esistono molte agevolazioni per chiunque, tra cui i Cinema2Day, in cui il biglietto costa solo 2 euro. Guarda caso, 2 caffè. 2 caffè per 3 anni di lavoro. Io lo so che il film sarà guardato illegalmente comunque. Fa parte del gioco che la rete porta con sé. Quello che chiedo ai siti pirata, come mi risulta sia successo per produzioni italiane alternative analoghe come Lo chiamavano Jeeg Robot o Veloce come il vento, è almeno di aspettare qualche mese a caricare il film, in modo da diminuire l’impatto del danno economico su produzione e distribuzione.  

Oggi andare al cinema significa far sì che in futuro possano esserci altri film italiani di cui andare orgogliosi. Infine: questa è una chiamata rivolta a voi, capitani dei vascelli di streaming. Si sa: anche i pirati hanno un codice d’onore. 

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lastampa/“Cari spettatori, andate in sala a vedere il mio film. I pirati della rete uccidono il cinema” FABIO GUAGLIONE

Le indagini sui legami tra Isis e ’ndrangheta

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Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, in merito ai sospetti scambi di arte antica per armi tra terroristi di Isis e inviati della ‘ndrangheta, si limita ad affermare: “Ci sono delle indagini in corso”.

Alfano conferma: “I reperti trafugati alimentano l’Isis e il pil del terrore”

La procura di Salerno indaga sui legami tra Califfato e mafie dopo la denuncia de La Stampa

ROMA – L’allarme lanciato ieri dal nostro giornale, sul traffico di arte antica in cambio di armi per finanziare l’Isis, trova in qualche misura conferma anche nelle parole del ministro dell’Interno. «Abbiamo studiato il “Pil del terrore” e sappiamo che una delle componenti è il mercimonio delle opere d’arte – commenta Angelino Alfano -. Su quanto scrivono i giornali sono, ovviamente, in corso attività di monitoraggio preventivo e anche di indagine laddove ci sono i presupposti. Tutto il fatturato criminale del sedicente stato islamico nasce da una serie di fattori e fra questi la vendita di opere d’arte sfuggite alla furia iconoclasta dei miliziani è una voce importante».

Il possibile coinvolgimento della criminalità organizzata – ’ndrangheta e camorra in testa – è al vaglio dell’antiterrorismo e dell’intelligence, ma è presto per stabilire se esista un reale coinvolgimento dell’organizzazione mafiosa in quanto tale, piuttosto che la partecipazione di singoli individui. L’interesse dei clan nel traffico di arte antica, oltre che in quello di droga ed esseri umani, è comunque un business all’attenzione degli inquirenti. Non a caso il responsabile del Viminale sottolinea l’importanza di «un monitoraggio», di indagini ad ampio raggio che possano verificare le ipotesi investigative.

Il problema, peraltro, non è circostanziato solo entro i confini italiani, ma esteso a livello mondiale. Secondo l’Interpol e l’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza è la cultura) il traffico di antichità a livello mondiale si aggira tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari. Una cifra che secondo gli analisti è destinata a crescere in maniera esponenziale. Con una ricaduta di notevole guadagno anche per i mediatori, i quali ottengono ricompense tra il 2% e il 5% di quanto contrabbandato.

Ma al di là del potenziale collegamento fra Isis e ’ndrangheta, il reportage di Domenico Quirico rivela un dato oggettivo incontrovertibile. È quello relativo al mercato nero di opere archeologiche di inestimabile valore culturale, prima ancora che economico. Quirico, infatti, spacciandosi per un ricco collezionista si è visto offrire, in provincia di Salerno grazie ad un emissario giunto dalla Calabria, la testa di una statua razziata in Libia per 60 mila euro, mentre per l’acquisto di un’altra statua più imponente gli sono stati chiesti 800 mila euro.

È quindi molto probabile che nei prossimi giorni il giornalista venga convocato dalla procura di Salerno, guidata da Corrado Lembo, come «persona informata sui fatti». I magistrati vogliono chiarire che cosa si nasconde dietro questo mercato nero dell’arte libica. Chi si cela alle spalle del venditore di reperti rubati a Sirte? Per conto di chi lavora? È tristemente noto che il Califfato sia il leader mondiale del traffico di beni archeologici trafugati da Siria e Iraq, destinati al mercato europeo, americano, arabo e russo. Ma ora si tratta di capire in che modo e fino a che punto siano coinvolte le organizzarmi mafiose italiane.

Le organizzazioni criminali italiane smerciano le opere trafugate dall’Isis

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lastampa/Alfano conferma: “I reperti trafugati alimentano l’Isis e il pil del terrore” GRAZIA LONGO

Renzi a Washington

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Il premier Renzi vola a Washington. Andrà alla Casa Bianca da Barack Obama e incontrerà il team di consiglieri di Hillary Clinton, in particolare il presidente della campagna della candidata democratica John Podesta. La corsa al voto dell’8 novembre vede Donald Trump nei guai, con sondaggi molto negativi.

Renzi in Usa, a cena da Obama poi il primo contatto con Hillary

Il premier domani alla Casa Bianca. In agenda un pranzo con lo staff della Clinton

WASHINGTON – La missione del premier Renzi a Washington, oltre agli incontri con il presidente americano Obama e la cena di Stato, avrà anche lo scopo di una presa di contatto con la prossima amministrazione, se Hillary Clinton vincerà le elezioni di novembre.

La candidata democratica in questi giorni è impegnata nella preparazione dell’ultimo dibattito con Trump, in programma a Las Vegas mercoledì. Proprio quel giorno però, prima di ripartire, Renzi parteciperà ad un piccolo pranzo fuori dal programma ufficiale, con interlocutori vicini alla campagna di Hillary. L’appuntamento è stato gestito in collaborazione con il Center for American Progress, think tank fondato da John Podesta, l’italo-americano che era stato capo dello staff della Casa Bianca con Bill Clinton, e oggi è presidente della campagna della moglie.

Renzi in passato ha già preso esplicitamente posizione a favore di Hillary, l’ultima volta quando a settembre ha partecipato ad un dibattito col marito durante il summit annuale della Clinton Foundation. «Ti aspetto come first husband al G7 del prossimo anno in Italia», aveva detto, preoccupando non poco i diplomatici, perché all’epoca il successo dell’ex first lady sembrava tutt’altro che sicuro, e un sostegno così esplicito avrebbe potuto creare problemi in caso di vittoria di Trump. Ormai però la posizione è stata presa, nel frattempo le prospettive per Hillary sono migliorate, e quindi si può approfondire il dialogo. In discussione, in particolare, c’è l’ipotesi di ricostituire un’alleanza tra i leader progressisti sul modello della «Terza via», per contrastare i populismi sulle due sponde dell’Atlantico, con Renzi e il premier canadese Trudeau come campioni della nuova generazione, sostenuti dalla presidenza Clinton.

La visita del premier comincerà stasera con una cena privata nella residenza dell’ambasciatore Armando Varricchio, e proseguirà domani con l’incontro con Obama, la conferenza stampa congiunta, un pranzo al dipartimento di Stato offerto dal vice presidente Biden e dal segretario Kerry, e la cena di Stato. Mercoledì mattina Renzi terrà un discorso alla John Hopkins University, visiterà il cimitero di Arlington, e prima di ripartire parteciperà al pranzo ristretto. La visita è un riconoscimento del ruolo accresciuto dell’Italia in Europa. Washington, per quanto può, vuole sostenere il premier anche nel referendum, ma lo ha sollecitato a non dimettersi, qualunque sia il risultato. Obama poi spera di fare un ultimo tentativo per far passare il trattato per il commercio con l’Europa Tttip prima della fine mandato, e conta sull’aiuto dell’Italia. Sul tavolo poi ci saranno le tensioni con la Russia, dove la decisione dell’Italia di contribuire al contingente Nato in Lettonia aiuta a superare incomprensioni del passato, ma serve la conferma delle sanzioni a fine anno. In Libia poi gli Usa contano su Roma per sostenere il nuovo governo, e sull’uso delle basi come Sigonella per sicurezza in tutta la regione. La delegazione italiana si è completata con i nomi di Giorgio Armani e Raffaele Cantone, oltre a Roberto Benigni, Paolo Sorrentino, la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, la curatrice di architettura al Moma Paola Antonelli, la direttrice generale del Cern Fabiola Gianotti e la campionessa paralimpica Bebe Vio.

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lastampa/Renzi in Usa, a cena da Obama poi il primo contatto con Hillary PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A WASHINGTON