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Roberto Fiore torna al Menti dopo aver ascoltato l’invito di Fontana

Roberto Fiore ritorna al Menti di Castellammare di Stabia

Ci sono amori che non finiscono mai, uno di questi è sicuramente l’amore che Roberto Fiore, presidente della Juve Stabia negli anni ’90, prova per la città di Castellammare di Stabia. Abbiamo avuto prova di questo sentimento, quando il Presidentissimo ha compiuto due anni fa il suo 90° compleanno: oltre a festeggiarlo a Napoli con i propri cari, volle fortemente festeggiare una seconda volta nella “sua” Castellammare, circondato dall’affetto di tanti stabiesi che furono invitati e accorsero con piacere.

A distanza di due anni le parole di Gaetano Fontana (CLICCA QUI)  hanno fatto scattare in lui la voglia di sedersi nuovamente in tribuna VIP al Menti. Il Presidente vuole salutare Manniello, colui che ha ottenuto i risultati che avrebbe voluto ottenere nel suo periodo di presidenza, il “suo calciatore” Fontana che oggi siede sulla panchina della Juve Stabia e tutta Castellammare di Stabia.

Speriamo che la presenza di Fiore in tribuna, diventi un portafortuna per la Juve Stabia impegnata quest’oggi in una delicata partita con il Cosenza. In caso di vittoria la Juve Stabia si porterebbe in testa alla classifica. Il primato potrebbe durare più di una notte in caso di pareggio domani tra Lecce e Foggia.

Conti pubblici: Unimpresa, in triennio 2017-2019 spesa su di 30 miliardi

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Rapporto dell’associazione sui conti pubblici. Il costo per pensioni e previdenza subirà un incremento di 40,3 miliardi ed eroderà gli 11,3 miliardi di risparmi sul fronte degli interessi per bot e btp. Più aumenti per i consumi della pubblica amministrazione (+4,6 miliardi) rispetto a quelli per gli investimento in grandi opere (+3,3 miliardi): più sprechi, meno infrastrutture. In arrivo una stangata da 75 miliardi: le entrate complessivamente sfonderanno il muro degli 800 miliardi. Gettito tributario da 493 miliardi del 2016 a 530 del 2019 (505 miliardi nel 2017 e 518 nel 2018). Pressione fiscale in aumento al 42,2%

Niente spending review sul bilancio pubblico: la spesa crescerà di oltre 30 miliardi nei prossimi tre anni. A pesare sull’aumento delle uscite dalle casse dello Stato sarà soprattutto la spesa per pensioni e previdenza, in salita di oltre 40 miliardi, che eroderà gli 11 miliardi di “tesoretto” dello spread, vale a dire il risparmio sul fronte degli interessi su bot e btp. Saliranno di 3,3 miliardi le uscite per investimenti e di 4,6 miliardi quelle per i consumi della pubblica amministrazione: più sprechi, meno grandi opere e infrastrutture. Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale ci sarà anche una stangata fiscale da oltre 75 miliardi. Tra il 2017 e il 2019 le tasse cresceranno costantemente, passando dai 493 miliardi del 2016 ai 505 miliardi del 2017, ai 518 miliardi del 2018 e ai 530 miliardi del 2019. La pressione fiscale si attesterà per tutto il triennio in esame al 42,2% superiore al 42,1% dell’anno in corso. Sono le imposte indirette (la principale è l’Iva) che “garantiranno” il maggior gettito aggiuntivo con un aumento complessivo di 80,5 miliardi; le indirette cresceranno di 3,3 miliardi, mentre caleranno di 8,3 miliardi gli altri tributi in conto capitale. E le entrate generali dello Stato sfonderanno il muro degli 800 miliardi. 

Secondo l’analisi dell’associazione, realizzata sulla base della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata il 27 settembre dal governo, la spesa pubblica crescerà complessivamente di oltre 30 miliardi nel prossimo triennio. Sull’aumento incide in particolare l’incremento di 26,9 miliardi delle spese correnti che passeranno dai 768,6 miliardi del 2016 ai 768,9 miliardi del 2017 ai 775,8 miliardi del  2018 ai 788,1 miliardi del 2019: in questo comparto si registrerà una variazione negativa di 1,2 miliardi delle spese per gli stipendi dei dipendenti pubblici che dai 162,9 miliardi del 2016 passeranno ai 162,4 miliardi del 2019; gli acquisti per beni e servizi saliranno di 4,6 miliardi dai 133,4 miliardi del 2016 ai 137,1 del 2019; su di 40,3 miliardi le uscite per pensioni e previdenza (339,4 miliardi nel 2016, 360,9 miliardi del 2019); la spesa per interessi passivi sul debito (bot e btp) frutterà invece un tesoretto da 11,3 miliardi (il costo per il servizio del debito scenderà in tutto il triennio: 66,4 miliardi nel 2016, 63,5 miliardi nel 2017, 62,5 miliardi nel 2018, 61,9 miliardi nel 2019). Lieve aumento per la spesa per investimenti che salirà di 3,3 miliardi dai 58,2 miliardi del 2016 ai 59,7 miliardi del 2017 ai 59,8 miliardi del 2018 ai 58,5 miliardi del 2019. Complessivamente, considerano la variazione di ciascun anno del triennio in esame rispetto al 2016, l’aumento delle uscite sarà di 30,2 miliardi: dagli 826,9 miliardi del 2016 si passerà agi 828,6 miliardi del 2017, agli 835,7 miliardi del 2018 agli 846,7 miliardi del 2019

Il totale delle entrate tributarie si attesterà a quota 493,1 miliardi alla fine del 2016; di questi, 248,2 miliardi sono le imposte dirette (come Irpef, Ires, Irap, Imu), 240,9 miliardi le indirette (come Iva, accise, registro) e 3,8 miliardi le altre in “conto capitale”. Si tratta di una voce del bilancio pubblico che salirà a 505,8 miliardi nel 2017, a 530,9 miliardi nel 2019. Complessivamente, considerano la variazione di ciascun anno del triennio in esame rispetto al 2016, l’aumento delle entrate tributarie nelle casse dello Stato sarà pari a 75,5 miliardi: le imposte dirette cresceranno di 3,3 miliardi, le indirette di 80,5 miliardi e le altre si ridurranno di 8,3 miliardi.

Cresceranno anche le entrate relative a contributi sociali (previdenza e assistenza): dai 219,6 miliardi del 2016 si passerà ai 222,3 miliardi del 2017, ai 230,1 miliardi del 2018, ai 239,5 miliardi del 2019. L’incremento complessivo sarà pari a 32,9 miliardi. Ne consegue che il totale delle entrate dello Stato aumenterà di 110,3 miliardi: dai 786,2 miliardi del 2016 si passerà agli 846,1 miliardi del 2019.

Nessuna variazione positiva per la pressione fiscale. Il totale delle entrate dello Stato rispetto al prodotto interno lordo si attesterà al 42,6% nel 2016, al 42,8% nel 2017, al 42,7% nel 2018 e 2019. Il quadro non migliora nemmeno se si osserva il dato “epurato” del bonus da 80 euro introdotto a partire dal 2014 e contabilizzato, ai fini del bilancio pubblico, come uscita e non come minore entrata: la pressione fiscale (al netto, dunque, degli 80 euro) raggiungerà quota 42,1% alla fine di quest’anno per poi salire e attestarsi al 42,2% per tutto il triennio successivo.

 

AGGIORNAMENTO TERREMOTO: oltre 19000 scosse dal 24 agosto (AUDIO)

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Scossa di magnitudo 6.5 in Umbria, epicentro tra Norcia, Preci e Castel Sant’Angelo sul Nera, finora più di 19000 scosse dal 24 Agosto. Il terremoto è stato a 10 chilometri di profondità. 

IL PUNTO AUDIO DA NORCIA dell’inviato dell’ANSA – ASCOLTA

La scossa è stata avvertita fortissima in tutto il centro Italia ma anche lungo tutto lo stivale, da Bolzano alla Puglia. Al momento ci sono diversi feriti, ma non abbiamo notizie di vittime, ha detto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. I feriti sono di lieve entità, tranne una persona che viene segnalata di qualche gravità. Inoltre, tre persone sono state estratte vive dalle macerie a Tolentino, dove si sono avuti diversi crolli a seguito dell’ultima scossa. “Ci sono problemi di viabilità dappertutto,  a cominciare dalla Salaria chiusa”, ha spiegato ancora il capo della Protezione civile.

Dopo quella di questa mattina alle 7,41, sono state avvertite altre due scosse a Norcia: la prima, intorno alle 13 di magnitudo 4.6 con epicentro tra Preci e Norcia; l’altra intorno alle 15 e 18 minuti.

La parte alta della frazione di Castelluccio di Norcia è stata praticamente rasa al suolo dal forte terremoto di stamani, lo si apprende al Centro operativo comunale alle porte della città. “E’ cambiato per sempre il panorama di quella zona sull’altopiano di Norcia”, ha sottolineato uno di quelli che sono riusciti a verificare la situazione sul posto.

Allarme del governatore della Regione Marche per gli sfollati. “Da 10mila rischiamo di arrivare a 100mila persone che avranno bisogno di essere assistite”, ha detto il presidente della Regione, nella Sala operativa provinciale della Protezione civile, per monitorare la situazione dopo l’ultima scossa di terremoto. “L’area interessata – ha spiegato Ceriscioli – toccando, oltre al Maceratese, anche Ancona”. Andando avanti di questo passo, con la crisi sismica che non si arresta, “si rischia di arrivare a 100mila sfollati”.

La Basilica di San Benedetto e la cattedrale di Santa Maria argentea, a Norcia, sono crollate: sono rimaste in piedi parte delle facciate e delle strutture.

I RACCONTI DOPO LA SCOSSA DI STAMATTINA

‘E’ crollato tutto, vedo colonne di fumo, e’ un disastro, in disastro!”, aveva detto il sindaco di Ussita, uno dei comuni più colpiti dal sisma del 26 ottobre, Marco Rinaldi. ”Dormivo in auto, ho visto l’inferno…”. 

“E’ venuto tutto giù, ormai non ci stanno più i paesi”, ha detto il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci. “Per fortuna che erano zone rosse – aggiunge -. La poca gente che è rimasta è scesa in strada, si sta abbracciando. Adesso stiamo andando in giro per le frazioni per vedere quello che è successo”.

Siamo in condizioni pietose. Ho ancora 800-900 persone in paese, un borgo distrutto, molti allevatori nelle frazioni di montagna che non possono allontanarsi. Ci sono crolli, e non so ancora se anche dei feriti. Io, da solo con un maresciallo, lavoro da un container di 2 metri per 5, che ho requisito”.

Il sindaco di Pievetorina Alessandro Gentilucci lancia un appello attraverso l’ANSA: ”abbiamo bisogno di mezzi, di container”. Solo 400 i residenti che sono andati negli hotel della costa.

Il “fortissimo terremoto” che ha colpito la zona di Norcia ha distrutto la basilica di San Benedetto: “Noi monaci stiamo tutti bene, ma i nostri cuori vanno subito a chi è stato colpito, e i frati del monastero cercano di capire se qualcuno ha bisogno dell’estrema unzione”, ha detto il vicepriore, padre Benedetto. “Ci affidiamo come sempre alle vostre preghiere e al vostro supporto”, ha aggiunto.

La preghiera del Papa – “Esprimo – ha detto il Papa dopo l’Angelus – la mia vicinanza alle popolazioni dell’Italia Centrale colpite dal terremoto. Anche questa mattina c’è stata una forte scossa. Prego per i feriti e per le famiglie che hanno subito maggiori danni, come pure per il personale impegnato nei soccorsi e nell’assistenza. Il Signore Risorto dia loro forza e la Madonna li custodisca”. Un lungo applauso dalla piazza ha accolto le parole del Papa.

da agenzia ansa

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Terremoto 30 ottobre 2016

ATTUALITÀ

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

Alle 7.40 nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia e alle  7.41 la terra trema per lunghi secondi anche nel Napoletano. L’epicentro nelle…

Eccellenza- Real Forio,mister Impagliazzo:”Ci è mancato solo il gol,lavoriamo per dare una mentalità diversa”

mister-impagliazzo-forioIl derby delle isole tra Real Forio e Procida termina con pareggio a reti bianche. La squadra biancoverde di Franco Impagliazzo per l’intero arco della gara ha messo in seria difficoltà il Procida,dove più volte a salvare il risultato è stato il giovane portiere Lamarra. Tante occasioni da gol create dai padroni di casa, dovuta anche alla scelta del tecnico di pressare alti gli avversari nelle proprio metà campo. “Abbiamo affrontato la partita con il piglio giusto commenta mister Impagliazzo a fine partita. La settimana scorsa ho guardato l’intera gara del Procida Calcio, contro la Sessana ed ho capito che se fossimo riusciti a pressarli alti,senza permettere loro di giocare palla da dietro con assoluta tranquillità,avremmo potuto metterli in seria difficoltà. I loro difensori infatti,sono stati sempre costretti a rilanciare la sfera. Il nostro compito era portarci sulle seconde palle e proporci con le ripartenze. Ci siamo riusciti per larga parte della gara,costruendo quattro-cinque nitide palle gol,il portiere del Procida ha fatto degli interventi stratosferici, dove è stato bravo a fermare sia Giovanni Calise che Fiorentino entrambi si sono presentati davanti a Lamarra e poi abbiamo colpito un palo. Anche il Procida ha avuto qualche occasione da gol per sbloccare la partita,ma determinata più da qualche nostra piccola disattenzione difensiva o da qualche rimpallo e non da azioni corali e manovrate”. Un risultato che comunque sta stretto,però quei 4-5 punti lasciati indietro dal Forio a questo punto pesano ancora di più,guardando le ottime prestazioni in campo della squadra. ” Dispiace, perchè oggi potevamo avere un’altra classifica. Dico però che siamo in perfetta armonia con i programmi societari e con quanto potevamo fare. Noi lavoriamo per cercare di dare la giusta mentalità diversa ad una squadra che per quello che mi raccontano negli anni scorsi era più preoccupata a guardare l’avversario ed a non giocare la partita.Per mia indole personale, sin da quando giocavo, non mi sono mai preoccupato dell’avversario. Puteolana o Real Madrid non faceva differenza, perchè uno vale l’altro. Nel momento in cui si entra in possesso di palla si deve essere coscienti di quello che si sa fare ed è importante cercare di limitare il più possibile la fase di possesso agli avversari. In queste categorie è molto importante attaccare le seconde palle,e se in rosa hai giocatori di gamba come noi che abbiamo Davide Trofa che nel secondo tempo ha fatto cinque-sei accelerazioni portandosi diversi calciatori alle spalle, se noi riusciamo a fare questo,partite su questo campo ne vinceremo anche tante”. Nonostante le ottime prestazioni su questo campo del Real Forio che gioca bene, quando non segna il bomber Saurino la squadra fa fatica a trovare il gol. “Purtroppo esistono anche episodi che ci girano contro. Oggi abbiamo creato ben sei palle gol, ma il loro portiere è stato molto bravo. Ho visto una semisforbiciata di Saurino con la palla respinta dal palo,prima di uscire dall’altra parte. Il Real Forio comunque se guardiamo ha messo a segno 14-15 gol,dei quali 8 segnati da Saurino ma gli altri sono stati messi a segno da altri giocatori “. Nonostante il pareggio a reti bianche, la nota positiva di questo match sono stati i tifosi che finalmente sono tornati a riempire di nuovo lo stadio “Calise”,con una splendida coreografia ad inizio gara. ” I ragazzi sono stati eccezionali. Già durante la settimana sono venuti più volte a fare i preparativi. Siamo arrivati al campo intorno alle 13:30 ed erano già presenti sugli spalti dietro la porta. Sono da elogiare questi ragazzi anche se sono 20-30 di loro chiamati con il nome di “Irriducibili”.

Simone Vicidomini 

Juve Stabia, settore giovanile: l’oasi del calcio pulito!

Juve Stabia, settore giovanile: l’oasi del calcio pulito!

Il calcio giovanile, l’ossigeno per le prime squdre. La crescita di campioncini del futuro, coloro che con merito riescono a sfondare, a trovare la giusta strada, ad essere protagonisti di un mondo che ti esalta ma che ti sa anche deludere. Il calcio, lo sport degli sport, quello che più di tutto ha seguito, ma anche quello che nasconde insidie pericolose. La storia proposta, non può non essere confrontata con il nostro mondo giovanile, una storia che racconta di prassi, piena di paura e omertà oltre che di ambizione tale da accecare gli occhi dei protagonisti. E’ notizia di questi ultimi giorni che gli Uffici centrali della FIGC hanno aperto l’ennesima inchiesta finalizzata a tracciare una sorta di mappa dove individuare le società che si sono macchiate di ciò, in modo da mettere in guardia i genitori ed i giovani calciatori dall’aver rapporti con le stesse. L’allarme lo lancia messinaora.it: “dopo la denuncia di un giocatore sardo in forza alla Berretti, Ale Falchi, figlio di un allenatore professionista. Accuse circostanziate che han portato alla scoperta di una società che opera in service con l’ACR Messina e che, pensa te, è presieduta da un socio minoritario che fa il bello e cattivo tempo. Salta fuori un esborso da 5000 euro a fronte di servizi non resi e condizioni di vita inaccettabili per un minorenne”. Un po’ di buon senso e tutto questo sarebbe stato evitato, ma la voglia matta di raggiungere il sogno prende il sopravvento. “La formula è quella del “tutto compreso”. Quella per la quale basta una elargizione di denaro per pensare di aver fatto un buon investimento. Premesso che il responsabile delle giovanili del Messina Buttò si è dimesso dopo l’uscita della notizia, è evidente che ci si trova di fronte a corrotti e corruttori ma quando è troppo è troppo”. Il genitore di turno ha richiamato a casa il proprio figliolo, e non in silenzio. Silenzio fatto spesso di sporcizia. La colpa è di chi si piega al ‘sistema’ e non lo combatte, pur avendone i mezzi, bisognerebbe andare contro gli operatori furbetti. Nel calcio, però, per fortuna, le societa’ che credono nel settore e non chiedono soldi ci sono, esistono e non sono quasi mai menzionate. Il paragone con la Juve Stabia diretta sapientemente dal Direttore Alberico Turi e dal responsabile Saby Mainolfi con la supervisione del presidente Andrea De Lucia, è d’obbligo. I due settori, entrambi di Lega Pro, uno che ‘prende soldi’ ed uno che ci rimette, quello stabiese, ma ha il coraggio di non illudere i ragazzi dicendogli la verita’ sulla loro capacità calcistiche, una cosa che sta davvero a cuore al club visto che i ragazzi non vanno illusi e i genitori devono accettare il giudizio, anche se negativo, sulle loro capacità.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA

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Besiktas-Napoli, i convocati di Sarri: ancora out Albiol

La lista completa dei convocati

Lavoro di scarico per chi ha giocato a Torino, mentre gli altri uomini della rosa sono stati impegnati in una seduta atletica seguita da partitina a campo ridotto. Differenziato per Albiol. Milik prosegue nella sua tabella di riabilitazione.

I convocati: Reina, Rafael, Sepe, Chiriches, Maksimovic, Ghoulam, Strinic, Hysaj, Koulibaly, Maggio, Allan, Diawara, Giaccherini, Rog, Hamsik, Jorginho, Zielinski, Callejon, Lorenzo Insigne, Mertens, Gabbiadini.

sscnapoli.it

Giovanissimi regionali, Afragola 92-Juve Stabia 0-2: il tabellino del match

Giovanissimi regionali, Afragola 92-Juve Stabia 0-2: il tabellino del match

Vincono anche i giovanissimi regionali, in trasferta, contro l’Afragola 92. Il risultato finale è di 0-2 grazie ai gol messi a segno da Martino e Iengo.

Le Vespette sono scese in campo così:

Spina (Schiavone), Lieto (Criscio), Vinciguerra, Roma (Fabrizio), Campagnuolo, Minicozzi, Martino (Amore), Romilli (Abissinia), Tosto (Sannino), Iengo, De Lucia.

La Juve Stabia, nelle persone del direttore Alberico Turi e del responsabile Saby Mainolfi, ringrazia la società Afragola 92 per l’ospitalità ricevuta.

a cura di Ciro Novellino

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Due giornate di prevenzione, è quanto promosso da Marathon Club

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Castellammare di Stabia. “Walk for life, movimento e prevenzione”. Un’ iniziativa che si svolgerà nel prossimo week end a Castellammare di Stabia. A promuovere l’evento è il Marathon Club, un’ associazione dilettantistica conosciuta da tanti e che opera da molto in città. L’iniziativa comincerà il 5 Novembre mattina al Palazzetto del Mare. In quell’ occasione si mirerà a realizzare una vera e propria campagna informatica con una serie di controlli sanitari preventivi. Saranno anche proiettate delle slides. I temi trattati saranno molti, dall’ odontoiatria alla ginecologia. Infatti interverranno anche professionisti cittadini nel campo medico. Non è mancato il placet dell’ Amministrazione Comunale e dell’ Azienda Sanitaria Locale che hanno patrocinato l’evento. Nella giornata di Domenica 6 Novembre alle ore 9, invece, sarà prevista una passeggiata di tre chilometri. La prevenzione è importante. Prevenire è meglio che curare si dice, ma ce ne dimentichiamo. Questa può essere un’ occasione da non perdere.

Hamsik: “Abbiamo mostrato un buon gioco, ma è andata male”

Le sue parole

Marek Hamsik, centrocampista e capitano del Napoli, commenta così sul proprio sito ufficiale: “Abbiamo letto molto bene la gara, in modo da non farci sorprendere da nulla. Abbiamo mostrato un buon gioco, azzardando che avrebbe funzionato. Ci è mancata un po’ di fortuna, ma il calcio è fatto anche di errori e ci hanno castigato. Ma adesso togliamoci dalla testa il match di Torino, martedì ad Istanbul abbiamo un match cruciale per la Champions League”.

FOTO ViViCentro – Millunium calcio Salerno- Juve Stabia 2-3: il tabellino del match

Millunium calcio Salerno- Juve Stabia 2-3: il tabellino del match

Continua a vincere l’attività di base delle Vespette e questa volta, nel match tra Millunium calcio Salerno e Juve Stabia il risultato è di 2-3. Le reti sono state messe a segno da Minasi, Cavaliere e Noviello. Rete regolare di Minasi annullata per fuorigioco e rigore non concesso. Rete annullata e regolare anche a Diserio.

Così in campo:

Arrichiello (Tornincasa), Ruggiero, Ferraiuolo, Marino, Ventrone (Miele 2005), Lettera, Russo, Prisco (Cavaliere), Noviello,  Diserio 2005  (Orefice), Minasi (Tarantino).

a cura di Ciro Novellino, foto Minasi

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Pescara: i Carabinieri effettuano due arresti. Il primo per un furto di un videogioco.

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Ieri sera i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pescara hanno tratto in arresto, colto in flagranza del reato di furto aggravato, P. E. B., 38enne residente a Silvi Marina, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio.

L’uomo, all’interno del supermercato Auchan di via Tiburtina, dopo aver divelto il dispositivo antitaccheggio, si è impossessato di un videogame del valore di settanta euro occultandolo sotto la maglia, cercando poi di guadagnare l’uscita.

Il furto è stato però impedito poichè i Carabinieri, allertati dal personale di vigilanza del supermercato, lo hanno fermato e tratto in arresto, recuperando la refurtiva

 

 

I Carabinieri della Stazione di Pescara Principale invece hanno arrestato, in esecuzione all’ordinanza di aggravamento della misura alternativa dell’obbligo di presentazione alla P.G. con quella della custodia in carcere, M. C., 37enne senza fissa dimora, pregiudicato.

Lo stesso durante il periodo in cui si sarebbe dovuto presentare ai Carabinieri, in più circostanze ha violato le prescrizioni imposte dalla misura, continuando inoltre a compiere piccoli furti.

Cuneo – Chieti 2-1: che peccato per le neroverdi!

Una Chieti Calcio Femminile dai due volti: ottimo primo tempo con pallino del gioco quasi sempre in mano e concluso sull’1-0 a favore grazie ad un gol di Marinelli e poi un secondo che ha visto le neroverdi avere momenti di blackout e regalare troppi spazi alle avversarie che hanno prima pareggiato e poi vinto la partita.

Questa la sintesi di novanta minuti che avrebbero potuto fruttare alle ragazze di mister Di Camillo punti preziosi ed invece lasciano solo l’amaro in bocca per il risultato finale, un 2-1 forse severo ma specchio di quella seconda frazione di gioco condotta non al meglio.

La cronaca si apre al 14′ quando Marinelli parte in velocità, ma tira a  lato da posizione defilata.

Al 26′ Chieti meritatamente in vantaggio: calcio di punizione di Di Camillo G. dalla fascia, traiettoria a spiovere in area per la testa di Marinelli che insacca all’incrocio dei pali.

Due minuti più tardi ci prova Di Camillo G. dalla distanza, palla troppo centrale fra le braccia di Ozimo.

Alla mezzora l’arbitro assegna un penalty per le padrone di casa, dal dischetto va Sodini che spedisce il pallone a lato.

Al 33′ Sodini ci riprova ma Vicenzi blocca con sicurezza.

Al 40′ il Cuneo ha una buona occasione per pareggiare con Mellano che lascia rimbalzare la sfera e tira al volo ma angola troppo la traiettoria.

Sul finire del primo tempo le neroverdi hanno la grande occasione per raddoppiare: Stivaletta lancia bene a rete Riboldi, ma Ozimo si salva in tuffo.

Si va negli spogliatoi sullo 0-1.

Nella ripresa, come detto, è tutta un’altra storia.

Al 18′ arriva il pareggio del Cuneo: traversone alto di Errico, taglio verso il centro di Cama che stoppa e si gira trafiggendo Vicenzi sull’angolo opposto.

Al 24′ rete annullata alle neroverdi su una conclusione di Tona deviata da un difensore per un sospetto fallo a centro area.

Al 31′ ci prova Di Marco, ma il suo tiro è deviato in angolo.

Al 37′ il Cuneo segna la rete che decide la partita: contropiede fulminante, palla a Sodini che incrocia e batte Vicenzi che riesce solo a sfiorare la sfera.

Vicenzi evita un passivo maggiore allo scadere chiudendo bene lo specchio sulla conclusione ravvicinata di Cama.

Finisce 2-1 per le padroni di casa, per le neroverdi la delusione di non aver saputo portare a casa una partita giocata bene solo a metà. Migliori in campo Di Bari e Tona, autrici di una prova maiuscola in fase difensiva e di ripartenza.

 

Le dichiarazioni post partita di mister Lello Di Camillo: “Un Chieti dai due volti. Nel secondo tempo la squadra ha fatto il contrario di ciò che avevo detto. Sono molto arrabbiato: c’è chi ha dato l’anima e chi si è vista la partita e non può succedere considerando che ci dobbiamo salvare. Chi  ha corso tanto e chi, come detto, è rimasta a guardare. L’atteggiamento in campo non è stato quello giusto ed abbiamo perso. Ci siamo spaccati nella seconda frazione di gioco, avevamo quattro o cinque giocatrici sulla linea della palla che non rientravano e di conseguenza abbiamo subito i gol. Sul primo le avversarie hanno preso palla dopo tre rimbalzi sul terreno e poi sono arrivate in porta, non dovrebbe accadere. A caldo è difficile dire cosa sia successo nella ripresa, però come ho ribadito prima, non possiamo distrarci e concedere spazi come fatto in questa partita. Si deve correre: se non si è in undici a lottare difficilmente si porta a casa il risultato, ora più che ricaricare l’ambiente servirebbe che qualcuna che non ha la coscienza a posto per come ha giocato dovrebbe cambiare l’atteggiamento per arrivare insieme alla salvezza.

Questo si è verificato anche nella partita di Brescia nella quale, dopo il secondo gol, qualche giocatrice non correva più e anche con il Como. Si deve entrare sul terreno di gioco con ben altro piglio, non si deve fare le primedonne. Si potevano portare via anche tre punti: ora dobbiamo capire se le ragazze hanno compreso di aver perso una grande occasione. Quando faremo i conti alla fine questi tre punti persi potrebbero pesare, abbiamo regalato la vittoria alle nostre avversarie, l’avevamo in pugno. La squadra, invece di unirsi, si è spaccata”      

 

 

 A cura dell’Addetto Stampa Chieti Calcio Femminile

Piero Vittoria  

 

IL GIORNO DOPO- Se fosse esistito un Karma

Il giorno dopo, se fosse esistito un Karma

Se fosse esistito un Karma, ieri allo Stadium, avrebbe giocato Milik e ne avrebbe fatti tre, con annesso pallone portato a casa. Se fosse esistito un Karma,  avrebbe segnato Manolo Gabbiadini, come risposta ad un Maurizio Sarri che, in realtà, mai ha creduto in lui. Avrebbe fatto gol col sinistro, da lontano, come più gli piace. Avrebbe guardato il cielo, ma non avrebbe esultato tanto. E’ fatto così. Se fosse esistito un Karma, Gonzalo Higuain non avrebbe segnato il 2-1 ma avrebbe sbagliato un rigore. Come spesso ha fatto a Napoli, d’altronde. Avrebbe incominciato a sbracciarsi per qualche passaggio sbagliato dei suoi compagni. Ma si cresce e si impara a non farlo. A Napoli si può, a Torino nemmeno per sogno. Se fosse esistito un Karma, Lorenzo Insigne non sarebbe uscito. Non avrebbe protestato al cambio. E il mister non gli avrebbe urlato di star zitto. Avrebbe continuato a macinare gioco e a correre in mezzo al campo. Magari avrebbe anche contribuito al primo gol di Arek Milik. Se fosse esistito un Karma, Marek Hamsik avrebbe parlato di meno e avrebbe giocato di più. Il capitano ogni tanto c’è, ma spesso durante il match scompare. Se fosse esistito un Karma, il centrocampista azzurro avrebbe risposto ad Higuain sul campo ed avrebbe dimostrato coi fatti la sua napoletanità.  Se fosse esistito un Karma, Maurizio Sarri non avrebbe abbracciato Higuain platealmente. Non perché non sia stato bello il momento anzi, ma perché se c’è affetto vero, questo si dimostra negli spogliatoi o con una chiamata, che- per quanto dichiarato dai protagonisti stessi- mai c’è stata.

MA NAPOLI A TESTA ALTA

Ma il Karma non esiste. Non esiste nemmeno la provvidenza, in questi casi. Esiste, piuttosto, il duro lavoro, che giorno dopo giorno ti porta a superare grandi traguardi. Lavoro che implicherà fatica, e momenti in cui vorrai mollare tutto, sperando nell’intervento di un qualcosa di divino, che tuttavia, non ci sarà. Eppure, ieri il Napoli è ripartito, a modo suo. Nella notte più difficile, la partita che ben fa sperare. Il Napoli ha giocato, ha anche divertitop per un po’, ha perso. Higuain s’è fatto grande e ha segnato, dando l’impressione di essere ancora uno di quegli ex che fanno ancora male e che lacerano il cuore. Ha vinto, ancora lui, contro una squadra stravolta, senza i suoi uomini chiave, che ha fatto tutto ciò che poteva. Fatica che magari non sarà ripagata nell’immediato, ma che lungo termine porterà a grandi risultati. Mai s’è visto, nella vita, un sacrificio non ripagato. E non si tratta di Karma, ma di noi stessi, di quella forza che ognuno di noi scopre d’avere nei momenti più complicati, quando si ha la sensazione che tutti i sacrifici fatti siano stati vani. Arriverà quel giorno in cui, però, qualcosa cambierà, perché a cambiare saremo noi. Centimetro dopo centimetro, caduta dopo caduta. Le soddisfazioni arriveranno e non sarà merito di nessun altro.

Non c’entra l’addio di Higuain, al Napoli manca personalità

Non c’entra l’addio di Higuain, al Napoli manca personalità

La Repubblica scrive: “Al Napoli, oltre che un bomber (Mertens sembrava un topolino tra gli elefanti), è però mancata la personalità, quella sfacciataggine che allo Stadium smarrisce sempre, che ci sia Higuain o meno: la squadra ha giocato con giudizio e puntiglio ma senza il coraggio di osare né la faccia tosta di rischiare una giocata sopra le righe: e allora, in questo senso, non è stato il Pipita a mancare ma magari Hamsik o Insigne o Callejon, anche se gli ultimi due hanno confezionato il gol del pareggio sfruttando uno schema collaudato, però in queste partite chi vuol vincere dagli schemi deve per forza uscire ché da soli non bastano, anche se una mossa di Sarri ha permesso al Napoli di tenere sempre in pugno il centrocampo”.

De Laurentiis: “Caro Diego, tanti cari auguri di buon compleanno”

Il suo messaggio

“Caro Diego, tanti cari auguri di buon compleanno da parte mia e di tutto il Napoli. Ti aspetto al San Paolo”. Diego Armando Maradona compie oggi 56 anni e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, dal proprio account Twitter, gli ha voluto fare gli auguri.

Maradona: “Compleanno triste, noi a questa Juve segnavamo 4 gol”

Maradona: “Compleanno triste, noi a questa Juve segnavamo 4 gol”

Questo lo splendido videomessaggio di Diego Armando Maradona postato tramite la sua pagina Facebook: “Messaggio a voi napoletani: oggi faccio 56 anni, li compio con tristezza perchè il Napoli ha perso con la Juve. Noi sicuramente a questa Juve gli facevamo 4 gol, questo voglio che voi lo sappiate. Se no, domandatelo ai vostri genitori se non gli davamo 4 gol a questa Juve. Questa squadra non è quella che giocava contro di noi, però voglio ringraziare tutto i vostri pensieri per me per il mio compleanno, mi arrivano tantissimi messaggi da tutti, ma soprattutto dai napoletani. Io non tradisco, a me non importa ciò che ha fatto Higuain: Higuain che continui a fare la sua strada, a me non importa. Io sono tranquillo perchè io non ho tradito mai la maglia del Napoli e il mio cuore è napoletano. Un bacio”. 

“Mi spiace”, Higuain allarga le braccia in mixed-zone

“Mi spiace”, Higuain allarga le braccia in mixed-zone

Gonzalo Higuain ha fatto finta di non gioire dopo il gol segnato, ha alzato al cielo un dito e abbozzato un sorrisetto. Come riporta Il Mattino, il Pipita ha dimostrato di essere ormai vero juventino: “Higuain era la bandiera che il Napoli sventolava sognando di poter mandare in frantumi il fortino della Juventus. E ora che la bandiera sventola sul fortino nemico, è come se la speranza si fosse ridotta. Nel dopo gara saluta con timidezza i suoi ex compagni. Poi quando passa nella mixed zone si limita di nuovo ad allargare le braccia: «Mi spiace». Chissà se è vero”.

Referendum Costituzionale: ormai è stato falsato e asservito ad altro. Ancora alti gli incerti e astenenti

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Si avvicina il D-Day della votazione per il Referendum Costituzionale e sempre più si perde il senso del cosa e perché si va a votare. Ormai, da Referendum Costituzionale con pochi, semplici, e chiari quesiti che nulla hanno a che vedere con il sistema di votazione, il tutto è stato deviato su Renzi, la fiducia a lui e al Governo, e finanche al sistema di voto da adottare in Italia (cosa ormai vecchia ed approvata mesi e mesi fa e, comunque, non in discussione con questo Referendum). E’ per questo che abbiamo preparato anche una nota con l’intento di provare a far chiarezza e dare chiare note sul quanto è REALMENTE in “gioco”:

Ciò detto, leggiamo, sempre nel merito del polverone che ormai grava sui cieli italioti, quanto scrive Ilvo Diamanti su Repubblica:

A un mese dal voto in vantaggio il No, il Pd si compatta intorno al premier

Il clima politico è come sospeso in attesa del risultato del 4 dicembre. L’incognita degli incerti e dei potenziali astenuti: il loro numero è ancora molto elevato. Mentre la stima nei confronti del capo dell’esecutivo rimane stabile, cala sensibilmente quella verso i suoi avversari interni, a cominciare da Bersani e D’Alema

IL CLIMA POLITICO del tempo è acceso. Da un solo fuoco. Il referendum sulla riforma costituzionale, che avrà luogo il prossimo 4 dicembre. Così il mese che ci separa dal voto è percepito – e vissuto – come una lunga attesa. Il sondaggio condotto nei giorni scorsi da Demos per Repubblica riflette, dunque, un sentimento che definirei di sospensione. Da un lato, gli orientamenti politici riproducono le tendenze dell’ultimo periodo. Le stime di voto, come nella rilevazione precedente, delineano un sostanziale equilibrio, fra Pd e M5S. Con un lieve vantaggio del Pd, nel voto proporzionale, e del M5S, nel ballottaggio. In entrambi i casi, la distanza è molto ridotta. Tanto da non permettere previsioni. D’altra parte, però, le intenzioni di voto, in merito al referendum, fanno osservare un ribaltamento rispetto alle precedenti rilevazioni. Il No, per la prima volta, supera il Sì. Di stretta misura, in effetti: 4 punti. Anche perché gli incerti sono ancora molti. E la quota dei potenziali astenuti – nascosti, fra l’altro, nelle mancate risposte – ancora molto elevata. Si tratta di un orientamento osservato da altri già da qualche mese. I nostri sondaggi, invece, rilevano questa svolta solo ora. Anche se giunge a conclusione di un avvicinamento progressivo. Da febbraio, quando il Sì risultava in netto vantaggio, fino ad oggi. Questo percorso è segnato, e quasi determinato, dalle scelte del premier, Matteo Renzi. Che l’ha trasformato in un referendum “personale”. Con l’intenzione, evidente, di ricavarne una legittimazione diretta. Per rimediare al problema, che lo ha sempre angustiato, di apparire – ed essere – un premier “non eletto”. In questo modo, però, Renzi ha prodotto un esito imprevisto e in-intenzionale. Ha, cioè, politicizzato il referendum, trasformandolo in un canale di “mobilitazione” di tutti gli scontenti. Contro di lui.

Il sondaggio dell’Atlante Politico di Demos rende evidente questo processo di personalizzazione del voto. Solo un quarto degli elettori – intervistati – ritiene, infatti, che l’obiettivo del referendum sia di riformare oppure mantenere l’attuale Costituzione. Mentre una maggioranza molto larga – 57% – pensa che si tratti di una consultazione a favore oppure contro Renzi e il suo governo. Ed è probabile, dunque, che, a sua volta, voterà seguendo la stessa logica.

I caratteri che accompagnano il voto, d’altronde, sono piuttosto chiari. Il favore per la riforma è più largo nel Nord (dove, peraltro, prevale il No) e nelle “regioni rosse” del Centro. Mentre l’opposizione cresce soprattutto fra i più giovani. Ma la discriminante delle scelte rispecchia soprattutto le preferenze politiche ed elettorali. Il sostegno alla riforma costituzionale, infatti, raggiunge il livello più elevato fra gli elettori del Pd e, in secondo luogo, della nebulosa centrista (Ncd e dintorni). Il fronte del No, simmetricamente, mobilita gli elettori della Destra Forza-leghista e del M5S. Non per caso lo spartiacque riproduce il giudizio sul governo. Fra chi ne ha fiducia, i favorevoli alla riforma raggiungono il 60% e i contrari si fermano al 13% (il resto è avvolto dalla nebbia dell’incertezza). Mentre fra chi esprime sfiducia verso il governo il peso del No è perfino più ampio: 62%.
Difficile, dunque, pensare che l’esito del referendum non produca conseguenze significative sulla posizione e sulla legittimazione di Renzi. E del suo governo. Non per caso oltre metà degli italiani pensa che, in caso di vittoria del No, il premier si dovrebbe dimettere. Non solo, ma la maggioranza degli elettori ritiene probabile che dopo il referendum il Pd si dividerà. È ciò che pensano, fra l’altro, oltre 4 elettori del Pd su 10. Più che di fratture reali si tratta, in effetti, di conflitti d’opinione. Prodotti e amplificati dalle polemiche accese che attraversano il partito, al suo interno. Dove alcuni autorevoli leader, come Bersani e D’Alema, si sono espressi – e operano – apertamente per il No. Così, si riproduce, con maggiore evidenza, l’immagine di due Pd – sempre più distanti e distinti fra loro. Da un lato il “Pd delle origini”, che riassume tradizioni e organizzazione dei partiti di massa. Dall’altro il Pd-di-Renzi, un partito “personalizzato” e sempre più “personale”. Tuttavia, la “marcia del referendum” pare stia producendo – e abbia prodotto – un esito diverso delle previsioni. Più che accentuare le divisioni interne fra gli elettori, ha, invece, compattato il Pd intorno alle posizioni e alla persona del leader-premier. Circa 3 elettori del Pd su 4 affermano che voteranno Sì alla riforma costituzionale. E 9 su 10 manifestano fiducia nel governo (guidato da Renzi). Intanto, la stima personale nei confronti di Renzi appare stabile, mentre la considera- zione verso gli oppositori interni – del premier e della riforma – cala sensibilmente. Bersani, nell’ultimo mese, perde 3 punti. D’Alema 6. E finisce sotto il 20%. Le divisioni e i conflitti nel Pd, dunque, sembrano coinvolgere e dividere i gruppi dirigenti e i militanti, più che la base elettorale.
La campagna del referendum, invece, pare aver contribuito a rafforzare l’identità “personale” del Pd. A sovrapporre il PdR al Pd. Fino quasi a farli coincidere. Ha, inoltre, radicalizzato il confronto. Fra il No e Renzi. Senzaalternative.

Così, è facile prevedere che l’esito del voto, il prossimo 4 dicembre, avrà un impatto rilevante sulla politica italiana. Sul destino del governo e del premier. Sul futuro del Pd e del PdR. Dopo, di certo, nulla – o quasi – sarà come prima

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vivicentro/Referendum: ormai è stato falsato e asservito ad altro. Ancora alti gli incerti e astenenti
repubblica/A un mese dal voto in vantaggio il No, il Pd si compatta intorno al premierdi ILVO DIAMANTI

L’Angolo di Samuelmania – Bravi ragazzi, ma testa al Besiktas!

L’Angolo di Samuelmania

Juventus-Napoli è stata una bellissima partita nonostante sia arrivata una sconfitta per gli azzurri che l’hanno disputata praticamente senza attaccanti. Il risultato è quello che fa più rabbia ma purtroppo il calcio è anche questo: i ragazzi hanno dato il massimo sul campo, ma la Juventus ha avuto un po’ più di lucidità e freddezza nel chiudere la partita e portarla a casa. Adesso dobbiamo pensare alla prossima gara di Champions League contro il Besiktas. Non sarà una passeggiata in quel campo, ma sono sicuro che ce la metteremo tutta. Sempre Forza Napoli.

a cura di Samuele Esposito

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REFERENDUM COSTITUZIONALE del 4 Dicembre. Proviamo a far chiarezza: cosa si sceglierà

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Il Referendum COSTITUZIONALE per il quale andremo a votare il 4 Dicembre NON è una elezione politica – o di simpatia – ma è uno dei passaggi più importanti della storia repubblicana da decenni a questa parte, molto più importante di un elezione politica che dura 5 anni visto che qui si parla di regole sistemiche che dureranno per molto tempo ed è fondamentale recarsi alle urne votando il quesito in se, in base alla propria opinione su come deve essere il sistema, tralasciando ogni ideologia politica visto che stiamo parlando di regole del gioco che in ogni campo sono quasi più importanti del gioco stesso.

E’ per questo che proviamo a far chiarezza sul vero essere del contendere e sul quanto è realmente in gioco e per il quale siamo chiamati ad esprimerci il che, ribadiamo, è ben diverso dalla baraonda che è sorta – colpevoli tutti – che è servita solo a confondere le idee e a dare a questo nostro diritto/dovere di scelta una connotazione che NON è nel suo essere.

A questo scopo proponiamo, a seguire, un:

augurandoci che serva a far chiarezza e a riportare il tutto nel suo vero significato e contendere, al di là di idee e simpatie politiche che NULLA hanno a che vedere con questa tornata di voto.

DOPO aver letto tutto ed essersi chiariti sul vero significato di questo REFERENDUM COSTITUZIONALE, ciascuno scelga se votare SI o votare NO ma nel merito del reale contendere e non per ALTRO che, ribadiamo ancora, è totalmente estraneo e, comunque, sarebbe e sarà modificabile in modo molto più semplice e rapido – volendolo realmente – in qualsiasi momento e da qualsiasi Governo.