18.2 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6031

Gabbiadini si arrende: gioca il tridente dei piccoletti

Gabbiadini si arrende: gioca il tridente dei piccoletti

Secondo La Repubblica la trasferta del Friuli chiamerà il tecnico a scelte obbligate. Manolo Gabbiadini, infatti, non si è ancora messo alle spalle la contrattura al polpaccio sinistro accusata nel ritiro della nazionale a Coverciano: ha svolto un’altra seduta differenziata e le possibilità di rientrare quantomeno tra i convocati si sono abbassate sensibilmente. Via libera, dunque, al tridente fantasia: Insigne-Mertens-Callejon. Sarri è preoccupato pure per le condizioni dello spagnolo. Calleti ieri aveva la febbre e ha cominciato la cura a base di antibiotici con l’obiettivo di guarire entro sabato.

Pavoletti-Napoli, Sarri in persona si è mosso per convincerlo

Pavoletti-Napoli, Sarri in persona si è mosso per convincerlo

Raffaele Auriemma ha scritto quest’oggi sulle pagine di Tuttosport su Leonardo Pavoletti: “Continua il pressing su Pavoletti, principale obiettivo del Napoli che, tramite Sarri, sta provando a convincerlo che in maglia azzurra non farà panchina e che da queste parti non è poi tutto negativo. Zaza è al secondo posto delle preferenze, anche perché c’è da capire se il West Ham lo riscatterà dalla Juve per 20 milioni di euro, oppure no”.

Angela Merkel si prepara a sfidare Renzi sui migranti

0

La cancelliera tedesca Angela Merkel, irritata per lo stato del rapporti con il premier, si prepara a sfidarlo sui migranti. Bruxelles accoglie le richieste italiane sulle spese per migranti e terremoto, però riprende l’Italia sulla manovra: «Mancano 5 miliardi di euro».

Merkel irritata e pronta a sfidare Roma, attacco sui rifugiati per vincere nel 2017

“Arrivano troppi stranieri”. In cantiere un’offensiva contro Palazzo Chigi

Un diplomatico ben al corrente degli umori che animano la cancelleria tedesca assicura che la Germania potrebbe fare presto con l’Italia quello che l’Italia sta facendo con l’Europa, cioè usarla come spauracchio per guadagnare consensi in campagna elettorale. L’intero staff della signora Merkel risulta perlomeno innervosito per lo stato dei rapporti con Matteo Renzi e la sua squadra. E così sta meditando su come agire di conseguenza.

Sono agitati «per l’imprevedibilità del premier», caratteristica che sulle rive della Sprea è giudicata un peccato mortale. La situazione è resa più turbolenta da altre considerazioni. Alle tradizionali insofferenze di natura contabile si sono aggiunte quelle sui migranti. Per due motivi: si ha l’impressione che troppi rifugiati stiano varcando le Alpi in queste settimane; si teme che, alla lunga, la macchina laboriosa e solidale dell’accoglienza tricolore possa incepparsi aprendo di fatto il passaggio a Nord per chi fugge dalle guerre o, illegalmente, dalle crisi.

«Si vedono in giro troppe persone che non dovrebbero esserci», rivela una fonte berlinese, preoccupata. Sinora la soglia di tolleranza del governo Merkel si è dimostrata alta, la Germania è il primo indisputato paese quanto a richiese di asilo, sono state 476 mila nel 2015, oltre una su tre presentate in Europa. Da gennaio a ottobre a chiedere di essere accolti sono stati in 287 mila, ma i numeri sui movimenti sono stimati più alti, cosa che complica l’azione delle autorità tedesche che, appena tre settimane fa, si ritrovavano per 547 mila domande da vagliare. E’ un’onda che mette in difficoltà anche una delle più efficienti delle amministrazioni europee.

Il risultato, nelle more delle complicazioni politiche, è che a Berlino valutano concretamente la possibilità di una manovra una che dia la colpa all’Italia. Non un attacco frontale, però ci vuole poco a diffondere una cattiva reputazione e a giocarci su. Il governo tedesco sta cercando alternative per risolvere l’emergenza migranti – considera anche lo stop in Tunisia con la trasformazione del paese nordafricano in centro di smistamento -, soprattutto perché gli strumenti ti europei di redistribuzione non funzionano e, soprattutto, scadono nel settembre 2017, proprio in coincidenza col voto federale. Se, come scontato, non si arrivasse ai 160 mila programmati, il Consiglio Ue dovrebbe discutere una proroga delle fallimentari quote in piena campagna elettorale. Pericolo!

I consiglieri politici della cancelliera sono pertanto tentati dalla suggestione che un attacco all’Italia potrebbe funzionare per gestire l’opinione pubblica. Costruiscono la strategia sull’irritazione per il rapporto del premier col progetto europeo – «ondivago» – e non meno per il vociare contro le regole di bilancio che vedono Roma non rispettarle anche se Bruxelles le ha rese flessibili come mai. E’ un elemento. Poi ci sono i rifugiati.

Osservata anche la situazione complessa del Bel Paese, hanno ritenuto necessario chiedere una proroga della chiusura delle frontiere Schengen perché immaginano che il tappo italico possa saltare. Troppa gente a Milano, troppi nel Nord che potrebbero migrare senza essere richiesti. Perché, e questo va ricordato, la Merkel s’è impegnata a prendere 500 migranti al mese dall’Italia e lo sta facendo.

Le possibilità che non si arrivi alla contesa sono legate al fatto Berlino e Roma sono le capitali più esposte alla tempesta migratoria. Alla solidarietà fra solidali. «I numeri sono dalla nostra parte», assicurano a Roma. Solo in ottobre sono sbarcati in 27.500, il record di sempre, il doppio di settembre. Renzi ha ragione quando dice che in casa Ue troppi non hanno mantenuto gli impegni, ridistribuzione in testa. Eppure, alla fine della fiera, quando il governo tedesco dovrà ragionare su come difendersi, dare la colpa agli italiani potrebbe anche sembrargli una buona idea. A Berlino dicono che è sul tavolo e dopo il referendum potrebbe prendere a girare. In campagna elettorale, come si diceva un tempo per l’amore, tutto è permesso. Colpi bassi inclusi.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/politica
vivicentro/Angela Merkel si prepara a sfidare Renzi sui migranti
lastampa/Merkel irritata e pronta a sfidare Roma, attacco sui rifugiati per vincere nel 2017 MARCO ZATTERIN

Nessuna schiarita per il rinnovo di Ghoulam

Nessuna schiarita per il rinnovo di Ghoulam

Raffaele Auriemma su Tuttosport riferisce che ci sarebbero problemi per quanto riguarda il rinnovo di Faouzi Ghoulam: “Si cerca con forza un’alternativa a Ghoulam, per due ragioni: a inizio gennaio raggiungerà la nazionale algerina che lo terrà impegnato almeno per un mese nella Coppa d’Africa e, poi, non si vedono schiarite sul rinnovo del suo contratto che scadrà nel 2018. Ecco perché Giuntoli cerca uno che venga e faccia il titolare, non solo nel periodo della Coppa d’Africa. Darmian del Manchester United, D’Ambrosio dell’Inter e Vidal del Barcellona sono i profili maggiormente seguiti”.

Commissione Ue: ”Mancano 5 miliardi di euro” e Renzi continua ad attaccarla

0

La Commissione Ue ha un approccio in chiaroscuro al nostro, accoglie le richieste italiane sulle spese per migranti e terremoto, però riprende l’Italia sulla manovra: «Mancano 5 miliardi di euro» e Renzi continua ad attaccarla, convinto che gli possa servire per vincere il referendum. Bruxelles accoglie le richieste italiane sulle spese per migranti e terremoto, però riprende l’Italia sulla manovra: «Mancano 5 miliardi di euro». Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel, irritata per lo stato del rapporti con il premier, si prepara a sfidarlo sui migranti.

Renzi, attacco all’Ue per vincere il referendum

Svolta contro Bruxelles “nemica” in una battaglia che vuol essere popolare

ROMA – L’Europa «cattiva», tra tante rughe, ha mostrato il suo volto buono: ha inaspettatamente promosso le spese eccezionali per terremoto e migranti. Ma il presidente del Consiglio ha continuato a tenere il punto. Come se non fosse accaduto. Perché da due giorni Bruxelles è stata «promossa» a nemico stabile. Quanto durerà nessun lo sa, ma si tratta di una novità nella politica europea dell’Italia e soprattutto è una svolta nella strategia comunicativa di Matteo Renzi.

Impegnato nella battaglia della vita, quella del referendum costituzionale voluto dal governo. Dopo due anni e mezzo di ottimismo a getto quotidiano, il presidente del Consiglio ha deciso di riconvertire almeno una parte del suo messaggio positivo in chiave rivendicativa. Antagonista.

Contro un nemico: l’Europa egoista e burocratica. Certo, già lo aveva fatto nel passato, con accenti di verità e con scossoni salutari, vista la progressiva eclissi della dottrina dell’austerità. Ma stavolta il duello con Bruxelles è diverso perchè nelle settimane scorse si è silenziosamente consumato quello a palazzo Chigi qualcuno ha ribattezzato “l’ottobre nero”. Matteo Renzi vive di adrenalina e non usa espressioni così pessimistiche, eppure ha assistito con un crescendo di «sorpresa» ad un fenomeno dai tratti quasi misteriosi, che si è stratificato nelle ultime settimane. Più Renzi spingeva l’acceleratore di provvedimenti gratificanti per milioni di cittadini e più i sondaggi restavano fermi. Le pensioni e le quattordicesime a più di due milioni di pensionati? L’’effetto sui sondaggi non è stato apprezzabile. La riduzione dei balzelli di Equitalia? L’effetto sui sondaggi, se c’è stato, non ha avuto un effetto evidente. La riduzione del canone Rai per milioni di italiani? I bonus? Lo spostamento del dibattito referendario dal plebiscito al merito? Gli effetti, se ci sono stati, non risultano quantificabili. Per non parlare dell’ accoglienza regale tributata a Renzi alla Casa Bianca. Un “ottobre nero” ma anche un novembre che a metà mese non ha aperto spiragli: ieri sera, Renzi è stato aggiornato sui sondaggi più attendibili e per il momento il buon vantaggio del No (tra 4 e 8 punti, secondo gli istituti) resta invariato, anche se ancora “scalabile”.

Dopo due mesi di campagna elettorale è come se l’emittente dei messaggi si fosse opacizzata, è come se l’efficacia della narrazione renziana e del suo artefice avessero perso mordente e credibilità. La causa è una “overdose” da ottimismo esasperato? O una diffusa corrente di «antipatia» verso Renzi, come ipotizzato da un amico come Oscar Farinetti? In attesa di risposte concrete dalle urne del referendum, per provare ad invertire la rotta, due giorni fa Renzi ha maturato la decisione – covata per settimane – di convertire una parte dei messaggi positivi in chiave rivendicativa. Contro un nemico: l’Europa egoista e burocratica. E d’altra parte nella “narrazione” renziana i nemici hanno sempre avuto un ruolo da protagonisti. Renzi ha usato per la prima volta l’espressione «gufi» il 12 marzo 2014, quando era presidente del Consiglio da appena 19 giorni, era saldissimo e nessuno lo insidiava. Ora tocca di nuovo all’Europa incarnare il ruolo di capro espiatorio.

Il “numero” di due giorni fa sul (futuribile) veto al bilancio comunitario dimostra che il presidente del Consiglio ne vuole fare un cavallo di battaglia nel rush finale della campagna referendaria. Come conferma la (non) reazione di Renzi alla decisione di ieri della Commissione europea che ha promosso le spese eccezionali per terremoto e migranti, compreso il via libera per le scuole tante volte evocate dal capo del governo come prova della cattiva volontà degli euroburocrati. Dunque, l’Europa “cattiva” ha mostrato il suo volto buono, ma Renzi non ha “ringraziato”, lasciando a Padoan il compito di compiacersi pubblicamente.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/politica
vivicentro/Commissione Ue: ”Mancano 5 miliardi di euro” e Renzi continua ad attaccarla
lastampa/Renzi, attacco all’Ue per vincere il referendum FABIO MARTINI

Il Napoli piomba su Babacar: si lavora per lo scambio di prestiti

Il Napoli piomba su Babacar: si lavora per lo scambio di prestiti

La Nazione lancia un nome nuovo per l’attacco del Napoli: Khouma Babacar. L’attaccante senegalese nel biennio di Paulo Sousa ha trovato poco spazio ed ha manifestato più volte la voglia di giocare con maggiore continuità. La trattativa con il Napoli prevederebbe uno scambio di prestiti con Manolo Gabbiadini in viola.

De Laurentiis, follie per Pavoletti: 20mln più il prestito di uno tra Rog e Giaccherini

I dettagli

Non solo cash, anche un giocatore in prestito da scegliere tra Giaccherini e Rog. L’edizione genovese di Repubblica scrive: “Intanto su Pavoletti continua il pressing del Napoli. Sicuramente arriverà l’offerta di De Laurentiis (se non è già arrivata), Preziosi ha quaranta giorni di tempo per respingerla al mittente o rilanciare e alzare il prezzo. A Napoli sono convinti di riuscire a spuntarla, anche in virtù della contropartita tecnica che sono disposti a mettere sul piatto della bilancia oltre ad una ventina di milioni di euro. Ovvero uno in prestito tra Giaccherini, un esterno di qualità e resistenza che sarebbe l’ideale per il gioco del Genoa, ma soprattutto Marko Rog, croato come Juric e che fa parte di quella generazione di talenti (ha compiuto 21 anni a luglio) che promette un futuro radioso per la nazionale in maglia bianca e rossa a scacchi. Rog, che indifferentemente può fare il regista o il trequartista, non ha ancora giocato un solo minuto nel Napoli e questo ha profondamente irritato De Laurentiis”.

Alla manovra mancano 5 miliardi

0

Bruxelles accoglie le richieste italiane sulle spese per migranti e terremoto, però riprende l’Italia sulla manovra: «Mancano 5 miliardi di euro». La Commissione Ue ha un approccio in chiaroscuro al nostro Paese e Renzi continua ad attaccarla, convinto che gli possa servire per vincere il referendum. Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel, irritata per lo stato del rapporti con il premier, si prepara a sfidarlo sui migranti.

“Manovra, buco da cinque miliardi”

L’Ue: via libera a terremoto e migranti. Juncker: “Basta austerità, ora la crescita”. Berlino nel mirino per il surplus commerciale

BRUXELLES – Bruxelles ha accolto tutte le richieste italiane sulle spese «eccezionali» per migranti e terremoto. E questo, va detto, è certamente un successo per il governo. Ma nonostante ciò, la manovra rimane a «rischio di non conformità» rispetto ai parametri del Patto di Stabilità. Secondo le pagelle stilate ieri dalla Commissione, la deviazione dagli obiettivi di medio termine – in particolare relativi al deficit strutturale – è «significativa», pari a uno 0,3% del Pil. Poco più di 5 miliardi. Senza una correzione, l’Italia rischia una procedura. Se ne ridiscuterà all’inizio del 2017: non si può certo parlare di promozione, ma per il referendum del 4 dicembre i conti sono salvi. Idem per quanto riguarda l’altro capitolo, quello relativo al debito eccessivo. «Italia e Belgio non rispettano la regola del debito – ha detto senza giri di parole il commissario all’Euro, Valdis Dombrovskis -, la Commissione presenterà un rapporto al più presto». L’ex premier lettone vorrebbe accelerare i tempi e stilare il report nel giro di un mese. Anche in questo caso incombe lo spettro di una procedura.

Ma sugli sviluppi del caso Italia peserà anche l’orientamento che uscirà dalla prossima riunione dell’Eurogruppo (il 5 dicembre, all’indomani del referendum). I ministri economici e finanziari della zona euro discuteranno della «svolta» annunciata ieri dalla Commissione. L’esecutivo guidato da Jean-Claude Juncker ha infatti pubblicato una comunicazione che annuncia la necessità di una «politica espansiva» orientata alla crescita e che di fatto mette nel cassetto l’austerità. Uno spiraglio in più per l’Italia. Per la prima volta, la Commissione fissa un obiettivo di crescita: +0,5% per il Pil l’Eurozona nel 2017, qualcosa come 50 miliardi di euro. Stati come la Germania, che ha ampi margini di bilancio, saranno chiamati a utilizzarli «per sostenere la domanda interna e gli investimenti». Infatti l’Ue avvierà un monitoraggio su Berlino per «l’eccessivo» surplus commerciale.

Tornando alle spese eccezionali dell’Italia per il 2017, Bruxelles è venuta incontro alle richieste riconoscendo la quasi totalità di quelle sostenute per la gestione dei migranti (la differenza è solo di uno 0,01% del Pil). Decisive, in questo senso, le conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre in cui si riconosceva il «significativo contributo» italiano. Ma la vera apertura riguarda le spese per il terremoto: grazie a «un approccio più ampio» della Commissione, possono essere scontate dai vincoli del Patto non solo quelle sostenute una tantum per l’emergenza, ma anche quelle per la prevenzione «lungo termine». L’Italia voleva uno sconto dello 0,18% del Pil ed è stata accontentata.

Nonostante questo, resta il rischio di non conformità. Bruxelles aveva chiesto un miglioramento del deficit strutturale dello 0,6%. La manovra prevede invece un peggioramento dello 0,5%. Anche al netto delle spese eccezionali (0,3%), resta un divario pari allo 0,8% del Pil. Tolto il margine di tolleranza dello 0,5%, al bilancio italiano manca ancora uno 0,3% per essere «sostanzialmente conforme», ossia 5 miliardi. L’Italia non è l’unico Paese «a rischio non conformità»: ci sono anche Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia e Finlandia, oltre a Spagna e Portogallo, già sotto procedura. La Francia riesce invece a entrare nel gruppo dei Paesi con bilancio «sostanzialmente conforme», in cui figurano Irlanda, Lettonia, Malta e Austria. Piena conformità per i bilanci di Germania, Estonia, Lussemburgo, Slovacchia e Olanda.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/economia
vivicentro/“Manovra, buco da cinque miliardi”
lastampa/Alla manovra mancano 5 miliardi MARCO BRESOLIN – INVIATO A BRUXELLES

L’Esercito indigeno italiano: una realtà eroica – Le campagne di Grecia e Creta (3)

0

Innesti culturali sul filo dei ricordi e della Storia per la rubrica ”PILLOLE DI STORIA”

L’esercito indigeno italiano dal 1885 al 1941 fu protagonista della vita nelle Colonie. Migliaia di Caduti nel nome dell’Italia.

PARTE 3 – CRETA, LA CONCLUSIONE DELLA CAMPAGNA DI GRECIA

Il più imponente aviosbarco della seconda guerra mondiale è opera dei Tedeschi.

La partecipazione italiana, a cose fatte, è mortificante.

Alle ore 14,45 del 23 aprile, con la firma a Salonicco del documento di armistizio, cessano ufficialmente le ostilità nella Grecia continentale. La sera precedente i Greci, ritenendosi non sconfitti, accettano, per imposizione tedesca, di chiedere la resa anche alle Forze italiane ma i plenipotenziari greci che si presentano agli avamposti della Divisione Casale, sono, provocatoriamente, di livello inferiore: un Colonnello, un Maggiore ed un Aspirante. Il comunicato di guerra greco dello stesso giorno ne dà notizia al Paese sottolineando che “l’armistizio è firmato mentre le truppe greche si trovano ancora in territorio albanese” e, di fatto, è vero.

Il 29 aprile l’ultimo contingente britannico lascia la Grecia continentale. Il Corpo di spedizione del gen. Wilson metterà in salvo circa 43.000 soldati (dei circa 58.000) oltre a circa 10.000 fra marinai, avieri e rifugiati.

Il 27 aprile il Primo Ministro britannico, Winston Churchill, con un discorso radiofonico informa il popolo britannico delle vicende greche pronunciando gravissime accuse a Mussolini per “aver reso l’Italia vassallo dell’Impero di Hitler” profetizzando che “alla resa dei conti finale … sarà abbandonato alla giustizia pubblica e al disprezzo universale”. Mussolini da parte sua, volendo minimizzare l’azione risolutiva tedesca, si ostina a dichiarare che la guerra condotta dal nostro Esercito contro il solito nemico superiore numericamente e meglio equipaggiato, aveva ormai fiaccato la resistenza greca e che nel giro di un mese sarebbe comunque crollato. Nessun accenno all’assurdità della guerra stessa. Sarà Hitler, lo stratega paranoico, contrario all’avventura greca, in un discorso al Reichstag del 4 maggio 1941, a rendere onore agli sconfitti affermando: “Verso l’infelice popolo greco sentiamo un vivo senso di sincera compassione … La Grecia ha lottato così valorosamente che anche la stima dei suoi nemici non può venirle negata”. Non ci vuole molto acume per rilevare, nelle parole di Hitler, un indiretto rimprovero al suo alleato che non aveva realizzato la promessa di “spezzare le reni alla Grecia”.

I testi sulla “campagna di Grecia” fermano la loro attenzione all’occupazione della Grecia continentale senza neanche fare riferimento all’universo di isole del Mare Egeo. Poco si parla della “campagna di Creta” che pure ha avuto un’importanza notevole sugli sviluppi del conflitto ed altri avrebbe potuto averne che non furono presi nella dovuta considerazione.

Intanto si è creata la situazione di pericolo temuta da Hitler, cioè l’avvicinamento britannico all’area balcanica che permane anche con la caduta della Grecia. Resta infatti la più grande isola greca, Creta, dove dal 23 aprile si è ritirata la famiglia reale ed ha ripiegato il contingente del Commonwealth riuscito a lasciare il territorio greco continentale. Creta ha una posizione strategica notevole perché è al centro del Mediterraneo orientale e praticamente chiude il Mare Egeo a sud. Può essere un trampolino per puntare al Medio Oriente ed impossessarsi della fonte energetica primaria per una guerra moderna con l’acquisizione dei pozzi petroliferi. Ma probabilmente ad Hitler, che ha già un suo programma strategico-politico che non esterna ad altri – e soprattutto, in violazione al Patto d’Acciaio, al suo alleato italiano – vede l’isola solo come un pericolo costante ai pozzi petroliferi romeni.

In effetti, ancora di più si avverte non solo l’inutilità di un attacco alla Grecia ma, addirittura, la miopia politica e strategica dell’azione che ha portato il nemico ancora più vicino all’Italia. È stata creata, nel Mediterraneo orientale, una nuova spina nel fianco, presidiata dalle truppe del Commonwealth come se non ne bastasse una. Concluso il “lavoro” in Grecia ai Tedeschi resta ancora Creta per completare l’opera.

A questo punto entra in scena Göring, uno degli uomini del Nazismo più ascoltato dal dittatore tedesco, che pensa di rientrare in gioco dopo lo smacco subito nella campagna d’Inghilterra dove la “sua” Luftwaffe è stata umiliata dalla RAF britannica non riuscendo a creare quella supremazia dell’aria, premessa per l’operazione Leone marino, cioè lo sbarco in Gran Bretagna. La Germania è dotata di una potente arma costituita da un Corpo scelto ed efficiente di cui Göring va, a ragione, orgoglioso: il Corpo dei Paracadutisti che si è già distinto nella recente brillante azione con l’occupazione, il 26 aprile, del Canale di Corinto e che è stato determinante nell’offensiva occidentale del maggio 1940 con la strabiliante occupazione del Forte belga di Eben-Emael. Göring, col sostegno del comandante, il gen. Student (quello che organizzerà la liberazione di Mussolini sul Gran Sasso) convince Hitler ad impiegare i Paracadutisti per l’occupazione di Creta per concludere, con un’azione ardita e di sicuro successo, la campagna di Grecia.

Il 25 aprile Hitler dà il proprio assenso all’operazione che prenderà il nome in codice Merkur. Vi prenderanno parte la 7^ Divisione Paracadutisti ed un Reggimento alianti, in tutto 16.000 uomini, con circa 500 fra trimotori ed alianti, che scenderanno dal cielo. A questi si aggiungerà la 5^ Divisione Alpenjager (truppe di montagna) con un organico di circa 7.000 uomini che raggiungeranno l’isola via mare.

L’operazione avrà la copertura aerea di circa 400 bombardieri e 250 caccia. Sarà la più imponente operazione di aviosbarco dell’intera seconda guerra mondiale.

L’isola è presidiata da truppe britanniche, australiane e neozelandesi (circa 30.000) oltre a circa 10.000 uomini delle truppe presidiarie greche il cui armamento e addestramento è quanto meno approssimativo. Il comandante è quel gen. Freyberg, neozelandese, che avrà il suo momento di gloria nella campagna d’Italia quando sarà tra i fautori dell’inutile e sacrilego bombardamento dell’Abbazia di Montecassino e giungerà a Trieste per contrastare la drammatica occupazione iugoslava dei quaranta giorni. L’isola dispone anche del notevole supporto della potente flotta inglese di base ad Alessandria d’Egitto che alla fine di marzo ha riportato una significativa vittoria a Capo Matapan contro la flotta italiana.

Gioca a questo punto un ruolo fondamentale la perizia inglese nella decrittazione dei messaggi cifrati tedeschi per cui l’attacco dal cielo, che dovrebbe avere il favore del fattore sorpresa, è conosciuto da tempo per cui, nonostante l’ottimismo di Freyberg, da parte britannica si provvede a rinforzare le difese con l’invio di batterie antiaeree.

La preparazione dell’aviosbarco inizia con una serie quotidiana di feroci bombardamenti tedeschi sull’isola contrastati solo da terra con l’antiaerea e da mare con le formazioni navali che incrociano nell’area.

L’attacco tedesco inizia il 20 maggio ad ondate successive con trimotori che catapultano Paracadutisti o che hanno al traino gli alianti. Il vento, soffiando verso il mare, è alleato dei difensori per cui i piloti, temendo che i Paracadutisti possano finire in mare, li lanciano molto all’interno, lontano dai punti di raccolta. Quel ch’è più grave, i contenitori delle armi di reparto finiscono sparpagliati e di difficile reperimento. Non poter disporre nell’immediato di armamento pesante è un notevole handicap per reparti dotati di solo armamento leggero individuale che, una volta a terra, devono contrastare reparti nemici organizzati per operazioni di campagna, dotati anche di mezzi corazzati.

La situazione per gli attaccanti si presenta subito drammatica allorquando i Neozelandesi iniziano a sparare contro i Paracadutisti quando ancora non hanno toccato terra e possono difendersi, con l’impaccio del paracadute, con l’arma di dotazione e con bombe a mano per cui molti raggiungeranno terra già morti o gravemente feriti. Analoga situazione difficile per gli alianti che, per la maggior parte, s’infrangeranno contro le molte conformazioni rocciose dell’isola, sui molti uliveti e in mare quando non saranno distrutti dal tiro delle artiglierie. A tutto ciò si aggiunge che il gen. Meindl, che deve assumere il comando delle operazioni a Maleme, resta ferito nei primi combattimenti ed il gen. Sussmann muore addirittura nell’atterraggio. Nella parte orientale dell’isola, fra Maleme e La Canea, prendono terra circa 5.000 Paracadutisti ma non si sa quanti siano in condizioni di combattere e, comunque, il gen. Student, comandante a distanza dell’intera operazione, non è in condizione di conoscere la situazione sul terreno e quanti si siano costituiti in unità organiche idonee ad affrontare la resistenza nemica. Il primo obiettivo è la conquista dell’aeroporto di Maleme il cui possesso garantirebbe l’afflusso di materiali e rinforzi necessari per consolidare la testa di ponte. La battaglia si protrae per l’intera giornata e alla fine i Neozelandesi sono costretti alla ritirata perché, specie dai cacciabombardieri tedeschi, hanno subito anch’essi gravi perdite.

Riescono però a mantenere sotto tiro l’aeroporto dalle alture circostanti. La situazione è pesante, per i Tedeschi, anche per gli altri obiettivi, gli aeroporti di Retimo e Iraklion che, alla fine della prima giornata, restano sotto saldo controllo inglese nonostante gravi perdite.

Una menzione speciale merita la flotta inglese che già nel primo giorno dell’invasione si porta, con tre squadre, nelle acque di Creta per contrastare l’arrivo, via mare, dei rinforzi. Le perdite saranno rilevanti da ambo le parti: un convoglio con truppe da montagna è costretto a ripiegare dopo che 3 piroscafi sono colati a picco con la perdita di almeno 1.500 uomini. Gli inglesi perderanno 3 incrociatori e 3 cacciatorpediniere ma riusciranno nell’azione di contrasto.

Il giorno 22, terzo giorno di battaglia, i Tedeschi decidono di inviare i rinforzi con gli aerei approfittando della tenuta dell’aeroporto di Maleme nonostante sia sotto il fuoco costante dei mortai neozelandesi.

Riescono a far atterrare almeno 20 aerei all’ora trasportando, con materiali vari, 20 Alpenjager per ogni aereo. Lo sforzo bellico tedesco alla lunga riesce ad avere la meglio e i Neozelandesi sono ricacciati ad almeno 16 km. da Maleme che rappresenta il fulcro della testa di ponte. Il giorno 27, una settimana dopo l’aviosbarco, le truppe del Commonwealth decidono lo sgombero dell’isola e, almeno 17.000 uomini, riescono a riparare in Egitto. Le perdite britanniche ammontano a circa 13.000 uomini, compresi 11.000 prigionieri. Da parte tedesca i caduti saranno circa 4.000 oltre alla perdita di circa 200 aerei. Hitler ne rimane sconvolto e non impiegherà più i Paracadutisti se non come Fanteria scelta: mitica sarà la resistenza che opporranno agli Alleati nella battaglia di Cassino dove susciteranno l’ammirazione generale. A Creta però la Divisione Paracadutisti subisce un grave colpo dal quale, nonostante la vittoria finale, non si riavrà più.

L’operazione dei Tedeschi costituirà un fattore di studio da parte degli Alleati che, esaminandone criticamente gli sviluppi, correggeranno gli errori per le loro future operazioni ed impiegheranno le loro truppe paracadutiste in modo più razionale. Gli analisti militari capiranno che la tattica tedesca non potrà essere impiegata in operazioni del tipo blitzkrieg ma solo in azioni oltre le linee con programmi di tenuta al massimo di 48 ore in attesa delle truppe che operano a terra. L’azione tedesca avrebbe potuto anche avere  successo ma solo se si fosse svolta col favore determinante della sorpresa. Restava comunque l’handicap della mancanza di armamento pesante e del supporto di mezzi corazzati, fondamentali nella guerra moderna. Sarà su questa scorta che, in special modo gli Americani, attueranno la tattica dell’aviosbarco prevedendo anche l’arrivo, pressoché contestuale, di mezzi corazzati e blindati leggeri con aerei da trasporto idonei all’ atterraggio e decollo breve anche su terreni accidentati. Sull’azione tedesca a Creta e ad Eben-Emael gli Alleati fonderanno infatti la loro strategia che avrà successo in Normandia e ad Arnhem, soprattutto per la salvaguardia dei ponti e di posizioni strategiche per facilitare l’avanzata delle Fanterie.

In questo contesto bellico, naturalmente, Mussolini non vuole restare escluso e, nonostante la relativa vicinanza dei possedimenti italiani del Dodecanneso, riesce ad ottenere da Hitler una partecipazione, nella seconda fase, se pur a livello minimo.

Se nella campagna di Grecia il soldato italiano, fra le gravi carenze organizzative e le difficoltà operative ha espresso, comunque, il suo valore e lo spirito di sacrificio, con la campagna di Creta verrà mortificato.

Sono ormai i Tedeschi che indicano le direttive e le strategie e consentono l’arrivo del contingente, costituito da circa 2.700 uomini, al porto di Sitìa, sulla costa nord orientale, dove non si sono svolti combattimenti e non risulta la presenza di truppe a difesa. È il 28 maggio e le truppe del Commonwealth hanno già esaurito la loro azione bellica prima con lo sgombero verso l’Egitto e poi con la resa. Il 27 è stata occupata la capitale e presa la baia di Suda. Fatto sta che la partecipazione italiana è pressoché ignorata e, infatti, Churchill, nella sua opera “La seconda guerra mondiale” che gli frutta il Premio Nobel per la letteratura, non ne parla affatto mentre esalta, in effetti, l’azione dei Paracadutisti che, se pur con gravissime perdite, dimostrano che, con accorgimenti tattici ed un impiego adeguato, avrebbero potuto avere una funzione di notevole portata. Non ne parlano neanche i nostri storici perché è, in effetti, una spedizione che non ha nulla di eroico e non incide nel contesto bellico. Non ci saranno morti né feriti e il tratto di mare fra Rodi, capitale italiana del Dodecanneso, e Creta, è coperto senza che gli Inglesi contrastino lo sbarco perché impegnati nella feroce battaglia con la Luftwaffe. Insomma, tutto si svolge a dispetto di Mussolini che vuole il contributo di sangue per sedersi al tavolo del vincitore. Il ritardo nell’intervento italiano, gradito ai Tedeschi che non vogliono interferenze nei loro piani operativi, è in gran parte dovuta al gen. Bastico, vecchia figura di combattente, all’epoca comandante supremo delle Forze Armate dell’Egeo, che si adopera per guadagnare tempo con la scusa della preparazione, ben sapendo quali rischi corre il contingente non preparato ad un’azione di sbarco. Infatti, organizza prove di sbarco nei pressi di Rodi per un addestramento almeno approssimativo.

La buona sorte farà il resto e il contingente parte da Rodi quando i giochi sono ormai fatti.

I Reparti approntati sono a dir poco raccogliticci:

  • il 1° battaglione del 9° reggimento ed il 2° battaglione del 10° reggimento della Divisione di Fanteria Regina – che nell’Egeo ha il compito di difesa costiera -;
  • una compagnia di carri “L 3” chiamati, irriverentemente, “scatole di sardine” per la loro limitata portata e per la corazzatura di latta;
  • una compagnia anticarro con quattro pezzi da “47” inefficaci contro i mezzi nemici;
  • una compagnia di mortai da “81”; un plotone di Fanteria da sbarco della Marina ed un plotone di Camicie Nere di Rodi costituita, per lo più, da impiegati e giovani studenti.

Nulla che potesse in qualche modo rapportarsi alla macchina bellica tedesca né tampoco a quella britannica. L’aspetto più grave è rappresentato dalla totale assenza di mezzi idonei per un’operazione di sbarco e la mancanza di mezzi di trasporto, reparti di Artiglieria e del Genio. Inoltre, data l’inguaribile mania di “prepararsi per tempo”, le truppe vengono ammassate nel porto commerciale di Rodi fin dal mattino, sotto un sole cocente, per una partenza che, per intuibili ragioni di sicurezza, è programmata per la sera. Così se il nemico non deve sapere, non ha neanche la difficoltà di ricorrere a sofisticate operazioni di spionaggio. Se non si trattasse di una situazione drammatica la si potrebbe definire “comica” quando si è costretti a noleggiare dei caicchi, barconi di pescatori che ora vengono impiegati per gite turistiche fra le isole greche e la costa turca.

All’ultimo momento ci si accorge anche che il caicco è un barcone di non eccessiva capienza che non può neanche contenere un’intera compagnia di 120 uomini per cui si è costretti a spezzettare i reparti organici e distribuirli nei vari barconi. La classica ciliegina sulla torta: non vengono caricate le casse dei viveri e i soldati, nel loro fardello, hanno la “razione di guerra” (gallette e scatolette) sufficienti per due giorni. Il saluto del gen. Bastico conclude la giornata.

Al tramonto la flottiglia di pescherecci, assurti a “mezzi da sbarco”, affrontano il mare aperto.

Fortunatamente il mare è calmo e la traversata senza pericoli. Alla luce del mattino seguente si può vedere la consistenza del convoglio, una trentina di caicchi, e se non fosse per la scorta armata costituita da ben due MAS della Marina, potrebbe sembrare piuttosto una spedizione di pesca in grande stile. Una volta lasciate definitivamente alle spalle le isole del Dodecanneso, nel canale di Caso, il convoglio accelera e le ultime 5 imbarcazioni, non reggendo la velocità, vengono addirittura deviate sull’isolotto di Caso: è stato avvistato il nemico! Alle prime ombre della sera, dopo 24 ore di navigazione, il convoglio giunge nella baia di Sitìa dove, senza la benché minima opposizione, avviene lo sbarco. La missione ha raggiunto l’obiettivo! Sitìa però sembra disabitata. Allo sbarco si manifesta ancora una volta la grande disorganizzazione bellica perché sulla spiaggia si ammassa la truppa in attesa di ricostituire i reparti organici scaglionati sulle varie imbarcazioni. Il comandante della spedizione è irreperibile, mancano i collegamenti radio, non si sa dove andare e le uniche carte topografiche disponibili sono di tipo turistico o con indicazioni in tedesco.

Finalmente dopo tanto trambusto inizia l’avanzata e la prima sparatoria si verifica in paese quando il plotone di Camicie Nere spara contro … le galline di un pollaio. I primi prigionieri di guerra dei nostri reparti esploranti sono Poliziotti rimasti in paese a tutela dell’ordine pubblico. Una cosa è certa: in tutta la parte nord-orientale dell’isola non ci sono reparti armati. Verso mezzogiorno del 29 arriva comunque l’ordine dei Tedeschi di puntare su Ierapetra, sulla costa meridionale, a 52 km da Sitìa. Sarà una marcia con zaino affardellato, in divisa invernale, in assetto di guerra, con 40 gradi di temperatura. Poiché nell’Esercito la forma è anche sostanza, allo scopo di dare un aspetto guerriero alla truppa che occupa un territorio nemico, si dà ordine preciso di indossare l’elmetto e non togliersi la giacca. L’ordine prevede il procedere in fila indiana ai lati della strada con 50 minuti di marcia e 10 di riposo, secondo le “Disposizioni sulla Fanteria” elaborate dallo Stato Maggiore. In quelle condizioni si verificano gli sfinimenti a causa del peso degli zaini e dell’eccessivo caldo. A ciò si aggiungono la mancanza di acqua, la disidratazione e i colpi di sole. La colonna si sfalda ed alla prima tappa sono circa un migliaio i soldati che sono rimasti indietro e che raggiungeranno l’avanguardia, scaglionati, durante la notte. La mancanza assoluta di mezzi di trasporto aguzza però l’ingegno: lungo la strada s’incontrano vari somari che pascolano liberi nei campi e, ben presto, la colonna si trasforma in truppa someggiata in quanto vengono

caricati sulle bestie almeno gli zaini e l’ armamento di reparto. Si crea così anche un problema di sistemazione degli asini che ormai fanno parte integrante del Corpo di spedizione. Il problema sorgerà di notte quando i somari prenderanno a ragliare. Dopo tre giorni il Corpo di spedizione italiano raggiunge Ierapetra, con due giorni di ritardo sul piano e i Tedeschi sono lì ad aspettarlo dopo che, secondo tradizione barbarica, la città è stata saccheggiata dal vincitore.

Si conclude così la campagna per Creta da parte del Corpo di spedizione italiano. Il soldato italiano che è stato mandato a combattere con una colpevole impreparazione psicologica, materiale e addestrativa, dopo aver mostrato coraggio e spirito di sacrificio nella campagna di Grecia, viene messo in ridicolo dalla disorganizzazione operativa e umiliato dal ruolo che viene assegnato dai Tedeschi che ormai hanno il dichiarato sopravvento nella condotta bellica.

Eppure quella tragica decisione di Mussolini di aggredire la Grecia contro la stessa volontà di Hitler aveva portato le truppe dell’Asse in una posizione di favore per il prosieguo della guerra, quella di orientarla verso oriente per acquisire i pozzi petroliferi del Medio Oriente, difesi da scarse truppe britanniche. I due Caporali, divenuti condottieri, non se ne avvedono soprattutto perché il caporale bavarese ha altre mire che lo porteranno alla tragica campagna di Russia.

Ancora una volta, non volendo, Mussolini si dimostra il migliore alleato del nemico perché, non bisogna dimenticare, l’aggressione alla Grecia, decisa per una stupida ripicca, farà ritardare la campagna di Russia che, secondo i piani, avrebbe dovuto concludersi prima dell’inverno. E sarà l’inizio della fine!

COLLEGATE: 

Giuseppe Vollono

(prima edizione 2003) novembre 2016

5^ Torneo dell’amicizia ,2^giornata: Primo ko per lo Smart Games, lo Chalet vince 2-1

0
Chalet Olimpica-Smart Gamese 2-1
Chalet Olimpica-Smart Gamese 2-1

Lo Smart Games dopo aver conquistato i primi tre punti nella prima giornata di campionato contro il San Lorenzo Ischia Finestre, perde per 2-1 contro lo Chalet Olimpica. Nonostante il risultato negativo per gli ex Colchoneros, ce da registrare l’ottima prestazione in campo. Primo del fischio d’inizio è stato osservato un minuto di silenzio con la partecipazione delle due squadre per ricordare la scomparsa della giovane Anna De Felice, rimasta vittima dell’alluvione di Casamicciola del 2009 e sorella del portiere Simone De Felice dello Chalet Olimpica. Lo Smart Games deve rinunciare al suo leader Abbandonato in difesa,fermo ai box per un problema al ginocchio. Assente anche il nuovo acquisto Staiano, che ha bagnato l’esordio con una tripletta, rientra Spera dopo aver scontato l’ultima giornata di squalifica. Tra i pali confermato Desiato. In difesa Tedeschi prende il posto di Abbandonato con Di Meglio. In avanti Impagliazzo e Spera formano la coppia di attacco. E’ una partita molta tattica sin da primi minuti, con un gioco molto spezzato e tante conclusioni dalla distanza. Il match rimane bloccato sullo 0-0 fino al 19′ quando i padroni di casa trovano il gol del vantaggio: lancio lungo di Buono che pesca Guazzo il quale di testa è bravo a sfruttare un errore in chiusura di Desiato che si ostacola con Tedeschi, la sfera termina in rete. Il gol del vantaggio dello Chalet, riaccende lo spirito di squadra dello Smart Games, che più volte va vicino al pareggio con ben tre pali colpiti. Nel momento migliore degli ospiti, lo Chalet trova il raddoppio ancora con Guazzo con un tiro un pò rimpallato. Si conclude la prima frazione di gioco sul risultato di 2-0. Nella ripresa al 5′ lo Smart Games riapre la partita: calcio di punizione dal limite sulla sfera si presenta Impagliazzo,ma Di Meglio è bravo a sfruttare uno spiffero della barriera con la sfera che termina in rete. Lo Smart Games alza il proprio baricentro in avanti, ma il match rimane bloccato nella metà campo. Gli ospiti provano a guadagnarsi qualche calcio di punizione,ma il direttore di gara non concede nulla,basti pensare che nei tre minuti di recupero concessi,si sono persi quasi 40” e non si è recuperato nulla. La partita termina sul risultato di 2-1 per lo Chalet che conquista i primi tre punti. Lo Smart Games venerdì alle 20:30  affronterà il Tirarardi gara valevole per la terza giornata del torneo.

Simone Vicidomini 

Chalet Olimpica 2

Smart Games 1

Chalet Olimpica:De Felice,Castaldi,Ruggiero E, Galano, Guazzo,Buono,Pesce.

Smart Games: Desiato,Tedeschi, Di Meglio,Impagliazzo,Spera,Silvestro,Cosimato.

Coppa Italia LND- Il Real Forio accede ai quarti di finale,eliminato il Volla

real_forio1

Tira un sospiro di sollievo il Real Forio: il Virtus Volla spaventa gli isolani, ma alla fine cade sul 3-2 allo stadio “Calise”. I biancoverdi, forti anche del 2-1 ottenuto all’andata, accedono ai quarti di finale dove troveranno la Sessana (che ha eliminato il Casalnuovo di Citarelli). Gli isolani inizialmente vanno in vantaggio con Massimo De Luise, poi il Volla trova il pareggio con una splendida punizione di Tony Costagliola, a cui fa seguito il 2-1 siglato da Di Marzo. Il Forio riesce a pareggiare su rigore con Chiaiese e sul gong Davide Trofa mette a segno il 3-2. Da segnalare, però, l’espulsione di De Felice a 10′ dalla fine del primo tempo, la parità in campo è stata poi ristabilita quando è toccato a Iadicicco lasciare il terreno di gioco a 10′ dalla fine della gara. Mister Impagliazzo attua un ampio turnover, anche perchè Di Dato, Iacono F. e Fiorentino sono squalificati; assenti anche i fratelli Saurino e Franco Verde, infortunati. Davanti a Cerbone, Impagliazzo schiera il terzetto composto da Conte, Calie e Iacono C.; a centrocampo De Felice adattato sull’esterno sinistro, in mezzo Trofa, Mazzella e Fanelli, Trani largo a destra; in attacco l’inedita coppia Chiaiese – De Luise M. Il Volla si presenta sull’isola con appena quattordici giocatori in distinta, molti dei quali under: due 2000, due ’98, due ’97 e un 99. LA CRONACA – Protagonista dell’inizio di gara è sicuramente il Real Forio. Nelle prime battute, i biancoverdi schiacciano gli avversari nella propria metà campo. Al 10′ la prima grande occasione: sull’angolo di Chiaiese, Massimo De Luise stacca di testa a pochi metri dalla porta, il portiere Marino risponde con un vero e proprio miracolo. Dopo il primo quarto d’ora targato Forio, sale in cattedra il Volla con due clamorose palle-gol, entrambe sprecate da Lorenzo Costagliola. Se nella prima l’ex Procida fa quel che può (sul suo tiro ad incrociare il pallone termina di poco a lato), al 19′ manca clamorosamente il gol a porta vuota dopo aver saltato anche Cerbone. Gli isolani si riorganizzano e alla mezz’ora è ancora Massimo De Luise, su cross di Trani, a sfiorare la rete. Ma il gol è nell’aria e arriva al 33′: lancio splendido di De Felice per Massimo De Luise che gira di testa e supera Marino. Il Volla risponde subito, sempre con Lorenzo Costagliola; questa volta la palla si stampa sulla traversa. Sull’1-0 l’episodio chiave per il prosieguo della gara: De  Felice commette fallo e dice qualcosa all’arbitro, il quale decide di non adottare mezze misure mandando sotto la doccia il calciatore salernitano. Espulsione che è parsa esagerata, fatto sta che il Forio si ritrova con un uomo in meno. Sul finire del primo tempo, Trani va al cross e Mazzella di testa manda la palla di poco alta sulla traversa. La ripresa inizia con un brivido per i padroni di casa, che poi potrebbero chiuderla sull’angolo battuto da Chiaiese, ma De Luise non ci arriva di un soffio. Un pessimo arbitraggio spazientisce anche Impagliazzo e pure per lui non viene chiuso un occhio: il sig. Garofalo di Torre Annunziata decide di mandare negli spogliatoio il tecnico biancoverde. Al 12′ del secondo tempo arriva il pari della squadra napoletana: punizione splendida di Tony Costagliola, palla nell’incrocio. Sull’ 1-1 il Volla ci crede e riesce a realizzare pure il 2-1: Costagoliola salta troppo facilmente Iacono e mette su un serve l’assist per il gol a porta vuota di Di Marzo. Il Forio, a parte qualche minuto di sbandamento, prova a rimettere la partita sui binari giusti. Entrano Vitagliano e Sannino per Trani e Mazzella. Al 34′ Iadicicco (già ammonito) tocca il pallone con una mano; rigore ed espulsione. Dal dischetto Chiaiese non sbaglia e il 2-2 va benissimo al Forio. Il Volla tenta l’arrembaggio finale e c’è bisogno dell’ingresso in campo di Nicola Mora per dare maggiore sicurezza in difesa. Un paio di brividi la squadra napoletana li crea, ma il Forio manca clamorosamente il 3-2 con Massimo De Luise a porca spalancata. Nell’ultimo dei quattro minuti di recupero, i biancoverdi chiudono definitivamente la pratica grazie al gol di Davide Trofa. A partita conclusa, il portiere Marino si rivolge con un gestaccio ai tifosi e l’arbitro gli mostra il cartellino rosso. Il Real Forio accede ai quarti di finale dove troverà la Sessana. Non si può dire che i ragazzi di Impagliazzo non abbiano rischiato un bel pasticcio contro una squadra presentatasi con appena quattordici giocatori. Quel che conta, però, è aver passato il turno e aver portato a casa una vittoria che fa bene al morale in vista del prossimo (difficilissimo) match in casa dell’Afragolese (domenica mattina).

REAL FORIO  3

VIRTUS VOLLA  2

REAL FORIO: Cerbone, Conte, Iacono C., Calise, Mazzella (29’s.t. Sannino), Fanelli, Trani (25′ s.t. Vitagliano), Trofa, De Luise M., Chiaiese (38’s.t. Mora), De Felice. (In panchina: Impagliazzo, Maltese, De Luise V., Arcamone) All. Impagliazzo

V.VOLLA: Marino, Nasti, De Luca (42’s.t. Formicola), Fiorillo, Incarnato, Iadicicco, Di Marzo, Marasco, Costagliola L., Costagliola A. Fiorucci (35′ Granato). (In panchina: Rubino)

ARBITRO: Gerardo Garofalo di Torre del Greco (Ass. Castaldo e Iazzetta di Torre Annunziata)

MARCATORI: 33′ De Luise M., 57′ Costagliola A., 64′ Di Marzo, 80′ Chiaiese (RIG), 90’+4′ Trofa

NOTE: Calci d’angolo 6-5. Ammoniti Conte, Trofa (F), Iadicicco, Marasco, Costagliola L. (V). Espulsi De Felice (al 37′ rosso diretto) e mister Impagliazzo (F); Iadicicco (al 33’s.t.doppia ammonizione), espulso Marino a partita conclusa (V). Nessun minuto di recupero nel p.t., 4′ nel s.t.

SPETTATORI: circa 100

Campionato Juniores- Il Real Forio perde il derby con la Nuova Ischia

0

real_forio1

Il Real Forio Juniores stecca anche nel secondo derby ischitano e dopo sei giornate resta a secco di vittorie. Dopo il pareggio casalingo con il Barano, i ragazzi di mister De Siano escono sconfitti anche dal derby in casa della Nuova Ischia. Pure in questo caso i biancoverdi hanno tanto da recriminare, non solo per le molteplici palle-gol non sfruttate, ma soprattutto per un arbitraggio abbastanza discutibile. Dopo cinque minuti passano in vantaggio i gialloblu, bravo Grifo a sfruttare un clamoroso liscio di un difensore biancoverde. La seconda marcatura dei padroni di casa è quasi una fotocopia del primo: è ancora un errore in fase di impostazione della retroguardia biancoverde a lanciare in porta Grifo, il quale si rende protagonista del derby juniores mettendo a segno una doppietta. Il Rea Forio riesce ad accorciare a 5′ dalla fine della prima frazione, sfruttando uno schema su calcio d’angolo perfettamente concretizzato dal centravanti foriano, Buonomano. Il primo tempo si conclude sul 2-1, ma il Forio perde per strada mister De Siano che il dirigente Allegretti, entrambi espulsi dal direttore di gara nel corso della prima frazione. Nella ripresa si gioca ad una sola metà campo, ovvero quella della Nuova Ischia. Il Real Forio mette sottopressione i gialloblu e le occasioni sprecate non si contano sulle dita di entrambi le mani. La Nuova Ischia si difende come può e alla fine riesce a raggiungere il suo obiettivo. Anche perchè la partita dei foriani si complica ulteriormente, quando nell’ultimo quarto d’ora di gioco l’arbitro espelle Fiorentino per proteste (stanco di subire falli non sanzionati dal direttore di gara) e Verde per doppia ammonizione. Il derby tra Nuova Ischia e Real Forio termina sul 2-1. Quantomeno il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. La prossima giornata vedrà la squadra di De Siano osservare il turno di riposo, dopodiché i piccoli biancoverdi andranno in trasferta in quel di San Giorgio a Cremano.

 

NUOVA ISCHIA  2

REAL FORIO  1

 

NUOVA ISCHIA: Arcamone, Aiello, Arrigoni, Di Sapia, Cuomo,  Arcamone, Grifo, Scritturale, Scannapieco, Filosa, Esposito. (In panchina: Migliaccio, Di Meglio, Napoleone, Zabatta, Savarese, Maisto, D’Acunto) All. Fontanella

REAL FORIO: Impagliazzo, Reale, Chiocca, Maltese, Mattera, Capuano, Fiorentino, D’Ambra, Buonomano, Iacono, Verde. (In panchina: Di Massa, Di Meglio, Pisani, Di Maio, Grassi, D’Ambrosio) All. De Siano

MARCATORI: 5′, 25′ Grifo (N); 40′ Buonomano (F)

NOTE: Ammoniti Arrigoni, Grifo, Filosa (I); Reale, Mattera, Verde (RF). Espulsi Fiorentino (rosso diretto), Verde (doppia ammonizione), mister De Siano e il dirigente Allegretti del Real Forio.

Fabio Cannavaro: “I tifosi vogliono vincere, che Sarri e ADL lavino i panni sporchi in casa!”

Fabio Cannavaro ai microfoni di Sky Sport

Ai microfoni di Sky Sport, è intervenuto Fabio Cannavaro, campione del mondo 2006 con l’Italia ed ex difensore azzurro, il quale ha dichiarato: “Il problema del Napoli è aver perso un giocatore come Higuain, anche se Milik è un giocatore che stava facendo molto bene. Se non hai un attaccante in più devi ricorrere a delle soluzioni difficili. E questo è un peccato perchè il Napoli gioca bene, forse avevano bisogno di due giocatori pronti. Sarri o De Laurentiis? I panni si devono lavare in casa, soprattutto a Napoli dove il tifoso da anni vuole vincere”:

 

Marino: “Napoli e Roma se la giocheranno fino alla fine, ma la Juve vincerà lo scudetto”

Marino ai  microfoni di Tmw Radio

Ai microfoni di Tmw Radio, è intervenuto l’ex difese del Napoli Pierpaolo Marino, il quale ha dichiarato: “La Roma, insieme al Napoli, può mantenere il campionato aperto fino alla primavera. Però ritengo che, a meno di sconquassi imprevedibili, considerato che in un momento difficile ancora primeggia in Serie A, la Juve penso che dovrebbe soltanto migliorare”.

ESCLUSIVA – Juve Stabia, Turi: “Casertana in sciopero? Concentrazione alta, non ci credo…”

Queste le sue parole

E’ di oggi la notizia che il settore giovanile della Casertana è in sciopero. Sabato la Juve Stabia, categoria Berretti, affronterà proprio la squadra casertana diretta da David Giubilato e da Giovanni Maglione. Proprio per questo il direttore Alberico Turi ha dichiarato al riguardo: “La voce che è circolata oggi mi coglie impreparato ma allo stesso tempo mi lascia incredulo. Noi dobbiamo pensare a lavorare bene e prepararci per la gara di sabato. Il gruppo deve tenere alta la concentrazione perchè la Berretti della Casertana è un’ottima squadra e può creare problemi a chiunque.  A Caserta si lavora bene, sono una società importante e non credo al fatto che ci possano essere questi problemi. Ci sono dirigenti importanti e conoscitori di calcio come David Giubilato e Giovanni Maglione, nonchè tecnici di livello importante. La città è di primo piano: dalla Reggia a tutto ciò che concerne. Non possiamo abbassare la guardia, nella maniera più assoluta. Lavoriamo e restiamo concentrati”.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA

I nostri sponsor:

flyline-sport

CLICCA QUI Fly Line Sport

logo-bordeaux-copia

CLICCA QUI AllScent Beauty Factory Profumerie

lincrocio

CLICCA QUI Typical Italian Food L’Incrocio

fantasie

CLICCA QUI Fantasie giocattoli

al-focolare

CLICCA QUI Al Focolare

Globe Soccer Awards, anche Higuain nella lista dei miglior giocatori dell’anno

Globe Soccer Awards, anche Higuain nella lista dei miglior giocatori dell’anno

(ANSA) – ROMA, 16 NOV – Il 27 e il 28 dicembre si terrà a Dubai l’11/a edizione dell’International Sports Conference, il più importante evento calcistico della stagione nel mondo arabo. La due giorni, oltre a rivisitare i successi dell’ultimo anno con l’assegnazione degli Awards nel gala del 27 sera, affronterà i grandi temi di attualità offerti dai cambiamenti registrati alla guida della Fifa e dell’Uefa. Nel quadro della conference organizzata dal Dubai Sports Council, si terrà l’ottava edizione di Globe Soccer, con la partecipazione di calciatori, tecnici, presidenti e istituzioni. Candidati al premio di miglior giocatore dell’anno Cristiano Ronaldo, Lionel Messi, Jamie Vardy, Gonzalo Higuain, Gareth Bale e Antoine Griezmann. Per il riconoscimento di miglior club dell’anno sono in lizza Real Madrid, Leicester, Legia Varsavia, Siviglia e Molde. I candidati al premio di migliore allenatore dell’anno sono Zinedine Zidane, Fernando Santos, Massimiliano Allegri, Claudio Ranieri e Unai Emery.

Fonte: Ansa

Castelvolturno, gli azzurri preparano il match contro l’Udinese: differenziato per Gabbiadini

Castelvolturno, le ultime

Doppia seduta per il Napoli a Castelvolturno.Gli azzurri preparano il match contro l’Udinese di sabato 19 novembre al Friuli, anticipo della 13esima giornata di Serie A (ore 18).

Al mattino allenamento riservato al gruppo dei difensori. In avvio attivazione e successivamente lavoro tecnico tattico specifico.Gabbiadini ha fatto differenziato in campo e in palestra.

Nel pomeriggio seconda seduta con l’intero gruppo azzurro. Sono rientrati Reina e Callejon dagli impegni con la Spagna. Il portiere ha svolto lavoro di scarico, mentre l’attaccante è rimasto a riposo per un leggero stato influenzale.La squadra ha iniziato l’allenamento con esercizi di attivazione e successivamente è stata impegnata in una seduta tecnico tattica. Chiusura con partita a campo grande 11 contro 11. Differenziato per Gabbiadini.

Fonte: SSC.NAPOLI

L’Associazione A.R.C.O. e il mercatino della solidarietà

0
L’A.R.C.O. e il mercatino della solidarietà, a Villaggio Prenestino l’8 dicembre

Roma – L’A.R.C.O., l’Associazione Ricreativa Culturale Ovile, organizza nel quartiere di Villaggio Prenestino, a Largo Scapoli, una giornata all’insegna della solidarietà. Il giorno 8 dicembre, in occasione dell’Immacolata, dalle ore 9.00 sarà allestito il primo mercatino di Natale il cui ricavato sarà destinato all’acquisto di giocattoli per i bambini disabili della scuola materna dell’I.C.Villaggio Prenestino, un’iniziativa encomiabile in vista del Natale, per portare gioia a tutti quei bambini che hanno bisogno di particolari attenzioni anche nella scelta dei giochi di intrattenimento.

Nel programma della giornata sono previsti: la benedizione dell’albero di Natale donato dall’Associazione Ovile, l’arrivo di Babbo Natale e un concerto di Natale con gli allievi di Villaggio Musica. Tra le tante novità che allieteranno la giornata, ci sarà la presenza di due ospiti d’eccezione: Tamara Mambrini e Alessia Turella, creative dell’arte Shabby, molto richieste in questo settore fortemente in crescita negli ultimi anni.

tamara-mambriniTamara Mambrini (foto), ideatrice dello stile “Romantic Chic” (una rielaborazione dello Shabby rivisitato con perline e decorazioni varie, tecnica: FORME TESSILI IN 3D, brevetto depositato), sarà presente con un proprio stand dove saranno esposte le sue ricercate creazioni.

Quella dell’A.R.C.O è una delle tante iniziative proposte dall’associazione che, nata nello scorso maggio senza scopi di lucro, promuove attività di tipo ricreativo, socio culturale, educativo e teatrale su tutto il territorio nazionale ed è rivolta a tutti i cittadini di ogni età e con particolare attenzione ai cittadini con disabilità. Il volontariato è il punto di forza di questa giovane associazione che ha già avviato un collegamento diretto con le istituzioni con le quali realizzare in sinergia iniziative orientate alla rigenerazione delle aree urbane trascurate e per segnalare le criticità del territorio.

PROGRAMMA

Ore  9.00:  Apertura mercatino

Ore  9.30:  Benedizione dell’Albero di Natale donato dall’Associazione Ovile

Ore 10.00:  Babbo Natale incontra i bimbi

Ore 15.00 Concerto di Natale con gli allievi di Villaggio Musica

Per Info:
Associazione A.R.C.O.
Via Fosso dell’Osa, 521 – CAP 00132 Roma
Vicepresidente: Valentina D. – Cell: 389.9949699

copyright-vivicentro

Bargiggia – Pavoletti: l’intervista di ViViCentro scagiona l’attaccante?

Pavoletti avrà dichiarato davvero di voler rifiutare Napoli a causa della sua esperienza alla Juve Stabia?

Ha dell’incredibile quanto avvenuto nell’edizione odierna di Studio Sport, il TG sportivo di Mediaset in onda su Italia 1. Il giornalista Paolo Bargiggia, nello spiegare i motivi che stanno portando l’attaccante del Genoa, Leonardo Pavoletti, a rifiutare la possibilità del trasferimento al Napoli, ha dichiarato che alla base dei tentennamenti del calciatore ci sarebbe una brutta esperienza personale vissuta con la maglia della Juve Stabia nella stagione 2010-2011.

Ancora una volta, dunque, si assiste alle tradizionali parole non positive, ma basate esclusivamente su pregiudizi, quando l’argomento è Castellammare e la Juve Stabia.

A nulla quindi sono valsi i recenti attestati di stima di tante testate giornalistiche, non ultima il Corriere dello Sport; la Juve Stabia continua a dare fastidio e si cerca sempre la polemica, molto spesso, falsa pur di frenare l’ascesa di gialloblù.
Sarebbe opportuno che i giornalisti, e soprattutto Bargiggia, non nuovo ad affermazioni non corrette, si informassero prima di lanciare affermazioni del tutto errate. Semmai l’avesse fatto ricevendo questo tipo di informazione dall’attaccante del Genoa, allora ricordiamo a Pavoletti che nel 2014 intervenendo al Pungiglione Stabiese prima di Juve Stabia – Varese spese parole positive in merito alla sua esperienza a Castellammare. Il tempo gli avrà fatto cambiare idea?

Ripercorrendo i sei mesi in gialloblè, dell’attaccante nativo di Livorno, ci ricordiamo che durante il ritiro precampionato e in particolare durante un amichevole con il Livorno, città dove è nato,  fu vittima di un infortunio (strappo muscolare n.d.a.). Una volta rientrato in campo il calciatore preferì migrare in squadre dove avrebbe trovato più spazio, dato che la Juve Stabia di Braglia funzionava alla perfezione con i propri titolarissimi. Non dimentichiamo che nella stagione 2010-2011 il posto di centravanti era occupato da un certo Giorgio Corona.

La conferma di quanto da noi detto è contenuta nell’intervista che alleghiamo a questo articolo ed in cui lo stesso Pavoletti, ai nostri microfoni, spiega i motivi del suo addio alla Juve Stabia.

Ora non sappiamo la verità quale sia, ma prendiamo atto che non si perde mai l’occasione di infangare il nome di Castellammare, soprattutto quando c’è qualcosa di positivo che va nella direzione opposta.

Ci ricordiamo le interviste di Morgia a La7, il caso “calcio scommesse” uscito fuori a distanza di tre anni quando la Juve Stabia era appena ritornata in serie B, ecc. ecc. e tanti altri episodi.

Mitrovic: “Fa piacere l’ interesse del Napoli ma resto al Newcastle”

Diversi i nomi che circolano per l’ attacco azzurro e tra questi c’è Aleksandar Mitrovic. L’ attaccante serbo, attualmente in forze al Newcastle di Rafa Benitez, ha rotto gli indugi rilasciando alcune dichiarazioni al The Sun:

 

“Fa sempre piacere quando i grandi club si interessano a te. Ma adesso sono un calciatore del Newcastle e voglio tornare in Premier League. Voglio continuare a fare tanti gol per questa squadra. Ai miei tifosi voglio dire che resterò qui per il resto della stagione, non c’è motivo di preoccuparsi. Dobbiamo continuare a lavorare al meglio per restare al top”.