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Napoli-Pescara, i voti di Vivicentro: è ancora Tonelli

Questi i voti di Vivicentro

Il Napoli raggiunge quota 41 punti in classifica e conferma il terzo posto in campionato. Gli azzurri superano con relativa semplicità il Pescara per 3-1. Tonelli, Hamsik e Mertens gli uomini del match. Questi i voti di Vivicentro:

Napoli(4-3-3): Reina 6, Hysaj 6.5, Tonelli 7, albiol 6.5, Strinic 6, Zielinski 6, Jorginho 6.5, Hamsik 7, Insigne 6.5, Mertens 7, Callejon 6.5 Allan 6, Giaccherini 6, Maggio sv

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino

Napoli-Pescara(3-1): Tonelli passione bomber, Hamsik e Mertens chiudono il match

Napoli-Pescara(3-0): Tonelli passione bomber, Hamsik e Mertens chiudono il match

Il Napoli si prende la sua rivincita, calcisticamente parlando, sul Pescara. Gli uomini di Sarri superano i ragazzi di Oddo 3-1, grazie ai gol di Tonelli, alla seconda rete consecutiva in serie A, Marek Hamsik, il quale ha siglato il sesto gol in stagione, e Dries Mertens, sempre più numero nove. Il Napoli vola a quota 41 punti e conferma il terzo posto, dietro la Roma e la Juventus. Segna per il Pescara, all’ultimo secondo, Caprari, che sul dischetto spiazza Pepe Reina.

IL TABELLINO

Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Tonelli, Strinić; Zieliński( 65′ Allan), Jorginho, Hamšík; Callejón, Mertens, Insigne( 80′ Giaccherini). A disp.: Rafael, Sepe, Chiriches, Maksimović, Maggio, Allan, Diawara, Rog, Giaccherini, Gabbiadini, Pavoletti. All.: Maurizio Sarri
Pescara (3-5-2): Bizzarri; Crescenzi, Župarić, Coda; Verre(70′ Mitrita), Bruno(64′ Fornasier), Cristante, Memushaj, Benali; Caprari, Gilardino(71′ Cerri). A disp.: Fiorillo, Aldegani, Delli Carri, Fornasier, Maloku, Pompetti, Murić, Mitriță, Cerri, Pettinari. All.: Massimo OddoArbitro: Claudio Gavillucci di Latina

Marcatori: Toneli(Na), Hamsik(Na), Mertens(Na), Caprarsi(P).

Ammoniti: Tonelli(Na), Bizzarri(P), Coda(P), Benali(P)

Espulsi: nessuno.

A cura del nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino 

Meningite, Brescia: lo zio, Malika poteva essere salvata

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Meningite, zio bimba, potevano salvarla. La famiglia in attesa risultati inchiesta Procura

BRESCIA “Se fosse stata ricoverata subito forse oggi Malika sarebbe ancora qui”. Lo ha detto al Giornale di Brescia lo zio paterno della bambina di 5 anni , di origine pakistana, morta agli Spedali Civili di Brescia.

“Si nasce per morire, ma un conto è farlo a 70, 80 anni, un altro è a soli 5 anni, così fa malissimo” ha commentato.

La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Indagato il medico del Pronto soccorso che la notte del 7 gennaio ha fatto tornare a casa la bambina prescrivendo antibiotici.

Il giorno successivo le condizioni della bimba si sono aggravate. Ricoverata in terapia intensiva è morta tre giorni dopo.

“È stato il medico legale dopo la morte a dire che qualcosa non era andato bene. Ma noi come famiglia non abbiamo pensato a denunciare il medico del Pronto soccorso. Troppo il dolore per pensare a quelle cose. Anche un medico può sbagliare” ha detto lo zio paterno della bambina.

Martedì l’autopsia. Domani si insedia la Commissione di valutazione voluta da Regione Lombardia.

/ansa

Napoli-Pescara, le formazioni ufficiali: Zielinski dall’ inizio

Napoli e Pescara pronte a scendere in campoal San Paolo. Sono state diramate le formazioni ufficiali. Maurizio Sarri conferma Tonelli al centro della difesa. A centrocampo Zielinski e Jorginho vincono il ballottaggio su Allane Diawara. Massimo Oddo si affida al tridente composto da Caprari, Gilardino e Benali.

FORMAZIONI UFFICIALI

Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Tonelli, Albiol, Strinic; Zielinski, Jorginho, Hamsik; Callejon, Insigne, Mertens. All. Sarri

Pescara (3-4-3): Bizzarri; Crescenzi, Coda, Zuparic; Verre, Bruno, Cristante, Memushaj; Caprari, Gilardino, Benali. All. Oddo

Teatro Sociale (Bs): L’ORA DI RICEVIMENTO (BANLIEUE)

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TEATRO SOCIALE
Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia
Da mercoledì 18 a sabato 21 GENNAIO 2017 (ore 20.30)
Domenica 22 GENNAIO 2017 (ore 15.30)
PRODUZIONE TEATRO STABILE DELL’UMBRIA
Presenta
L’ORA DI RICEVIMENTO
(BANLIEUE)
di Stefano Massini
regia di MICHELE PLACIDO
con FABRIZIO BENTIVOGLIO
e Francesco Bolo Rossini, Giordano Agrusta, Arianna Ancarani, Carolina
Balucani, Rabii Brahim, Vittoria Corallo, Andrea Iarlori, Balkissa Maiga, Giulia
Zeetti, Marouane Zotti
scena Marco Rossi
costumi Andrea Cavalletto
musiche originali Luca D’Alberto – voce cantante Federica Vincenti
luci Simone De Angelis
Durata dello spettacolo: 1.40 (senza intervallo)

Da mercoledì 18 a sabato 21 gennaio 2017 alle ore 20.30 e domenica 22 gennaio 2017 alle ore 15.30 al Teatro Sociale di Brescia sarà in scena lo spettacolo L’ORA DI RICEVIMENTO (Banlieue).

L’ora di ricevimento è il nuovo testo teatrale di Stefano Massini, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria con Fabrizio Bentivoglio protagonista, per la regia di Michele Placido.

Un testo che affonda le radici della nostra contemporaneità, nella realtà che stiamo vivendo e che affronta il tema della difficoltà di integrazione e dello scontro di culture.

Bentivoglio interpreta il cinico e disilluso prof. Ardeche, uno spietato osservatore, insegnante di materie letterarie in una scuola nel cuore della banlieue a Les Izards, ai margini dell’area metropolitana di Tolosa, nella cui classe vi è una miscela di razze e culture che cercano di amalgamarsi giorno per giorno.

L’ora di ricevimento è quella che viene dedicata ogni settimana ai genitori di questi alunni di diverse nazionalità e confessioni religiose che non hanno più gli strumenti per apprezzare poesia e bellezza.

Accanto a Bentivoglio troviamo gli attori Francesco Bolo Rossini, Giordano Agrusta, Arianna Ancarani, Carolina  Balucani, Rabii Brahim, Vittoria Corallo, Andrea Iarlori, Balkissa Maiga, Giulia Zeetti, Marouane Zotti.

Scena di Marco Rossi, costumi di Andrea Cavalletto, musiche originali Luca D’Alberto, voce cantante Federica Vincenti e luci di Simone De Angelis.

A margine dello spettacolo, sabato 21 gennaio Fabrizio Bentivoglio, protagonista di Road Movie, alle ore 17.30 sarà  intervistato da Daniele Pelizzari al Nuovo Cinema Eden per il ciclo “RAPITI DALL’EDEN – i sabato pomeriggio tra cinema e teatro” cui seguirà la proiezione del film “WELCOME” di Philippe Lioret.

Vendita biglietti:

TEATRO SOCIALE

I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale in orario della stessa.

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

Biglietteria tel. 030 2808600 biglietteria@centroteatralebresciano.it

Nella mezz’ora che precede l’inizio dello spettacolo saranno in vendita esclusivamente i biglietti per la serata stessa.

SEDE PIAZZA LOGGIA

Punto vendita nella sede del CTB in Piazza della Loggia, 6 – dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 (esclusi

i sabato e festivi)

Tel. 030 2928609

Inoltre, i biglietti possono essere acquistati anche in rete o in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket/Charta

www.vivaticket.it

Ticket point presso la Libreria Serra Tarantola – via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia

Tel. 030290171 – Fax 0303772569

ORARI: 9.15-12.15 /15.30- 19.00

(LUNEDI’ MATTINA E DOMENICA CHIUSO)

Prezzo dei biglietti singoli:

Platea – intero € 27,00 – ridotto gruppi € 24,00 – Ridotto speciale € 19,00

Galleria centrale – Intero € 19,00 – Ridotto Gruppi € 17,00 – Ridotto speciale € 14,00

Galleria laterale – Intero € 13,00 – Ridotto Gruppi € 12,00 – Ridotto speciale € 11,00

INFORMAZIONI:

Sede – CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 2928617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

E-mail: organizzazione@centroteatralebresciano.it

Mafia: catturato nel Catanese Andrea Nizza, boss della cosca Santapaola

Considerato a capo del braccio armato della cosca Santapaola e a capo di uno più vasti traffici di droga. Era inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi d”Italia.

Catturato nel Catanese Andrea Nizza, considerato a capo del braccio armato della cosca Santapaola e a capo di uno più vasti traffici di droga. I carabinieri lo hanno arrestato a Viagrande assieme a due amici che avevano preso in affitto la casa in cui si nascondeva. Nizza era inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia: alla sua cattura potrebbe aver contribuito il fratello Fabrizio, collaboratore di giustizia.

Andrea Nizza, 30 anni, era ricercato dal 2014. Si era reso irreperibile dopo una condanna a sei anni e otto mesi nel processo scaturito dall’operazione Fiori bianchi. La sua specializzazione era il traffico di droga internazionale, con collegamenti con Albania e Grecia. Il gruppo Nizza gestiva per contro della ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano’ il traffico di droga prima nello storico rione San Cristoforo di Catania, per poi trasferirsi in quello popoloso di Librino, realizzando il suo ‘centro di spaccio nel famigerato Palazzo di cemento, ed espandendo il suo ramo d’azione.

I Carabinieri del comando provinciale di Catania lo hanno arrestato a Viagrande, assieme a due suoi amici che avevano preso in affitto la casa in cui si nascondeva. Probabilmente alla sua cattura si è giunti anche grazie alle indicazioni del fratello del ricercato, Fabrizio, che è un collaboratore di giustizia.

vivicentro.it/isole
vivicentro/Mafia: catturato nel Catanese Andrea Nizza, boss della cosca Santapaola
ansa/tgcom24

Napoli, la paranza dei bambini di camorra dietro gli spari al mercato

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Il carcere o la morte. Non c’è via di scampo per i giovani di camorra, protagonisti dello scontro tra il clan Mazzarella e la paranza dei bambini. La storia di due fratelli

Napoli, dietro gli spari al mercato i ragazzi condannati a uccidere

DIETRO una sparatoria, una strage sfiorata come quella al Mercato della Duchesca del 4 gennaio scorso, ci sono storie di famiglie che vivono una quotidianità di guerra. Si può scegliere di ignorare queste vicende o, invece, avere il coraggio di fissare l’abisso.

Valerio Lambiase, 28 anni, è uno dei ragazzi arrestati per la sparatoria in cui è rimasta ferita una bambina di 10 anni oltre ad alcuni ambulanti senegalesi. Gennaro Cozzolino, 39 anni, il suo socio, sarebbe colui che ha effettivamente sparato mentre Valerio durante l’aggressione era armato di una mazza da baseball. Valerio è fratello maggiore di Gianmarco, la storia di questi due fratelli è una storia tipica di queste terre.

Hanno voglia di fare, di migliorare la loro condizione, hanno fretta di crescere.

Sono di Forcella e qui il modo più veloce di affermarsi è mettersi a disposizione dei clan. Gianmarco inizia a sorvegliare le piazze per conto della famiglia Del Prete, che è il braccio operativo dei Mazzarella nel quartiere.

I Mazzarella sono uno dei clan più antichi della città: nascono in periferia, a San Giovanni a Teduccio, e arrivano a comandare fino al centro. Entrano a Forcella per la via del sangue nel 1996: Michele Mazzarella (figlio di Vincenzo detto “o pazz”) sposa Marianna Giuliano (figlia di “Lovigino” Giuliano, uno dei massimi dirigenti della camorra, divenuto noto ai media per la foto con Maradona in una vasca a forma di conchiglia. La famiglia Giuliano collassa nei pentimenti: i Mazzarella diventano sempre più i legittimi sovrani di Forcella.

I fratelli Lambiase crescono in questo contesto di decadenza. Le grandi piazze di spaccio sono spostate a Secondigliano, la ricchezza criminale di Forcella si depaupera, ma proprio quando stanno per diventare maggiorenni, intuiscono che tutta l’attenzione mediatica concentrata su Scampia sta permettendo a Forcella di tornare un’importante piazza di spaccio. A Forcella si formano le paranze.

L’idea di Emanuele Sibillo, capo del gruppo più feroce, la “paranza dei bambini”, è di togliere il potere nel quartiere ai Mazzarella, considerati forestieri, e di darlo ai forcellani. Gianmarco viene avvicinato dalla paranza dei bambini: l’obiettivo è farlo passare dalla loro parte contro i clan “stranieri” di San Giovanni a Teduccio, ma Gianmarco non vuole, ha una specie di istinto di fedeltà verso il suo clan d’origine.

Inizia una vera e propria guerra tra i Mazzarella-Del Prete e la paranza dei bambini di Sibillo. La famiglia di Gianmarco capisce che la situazione sta diventando gravissima. Lo spinge ad allontanarsi dal centro di Napoli, finché la situazione non si sarà calmata. Nelle telefonate intercettate nell’inchiesta della Dda di Napoli, il padre dice a Gianmarco: “Qua non devi venire proprio! Non la devi fare proprio la pazzaria! (…) non sai chi ti vuole male”. L’altro figlio, Valerio, è al sicuro, perché è finito in galera. Ed è proprio per questa ragione che la compagna del padre ha un’idea per salvare anche Gianmarco: “Dobbiamo chiamare un carabiniere (…) gli dobbiamo far pigliare un paio di anni di carcere… questi qua vanno tutti quanti in galera, quando lui esce non c’è più nessuno (…) almeno il padre lo va a trovare ogni settimana al carcere e non va sopra al cimitero”. È proprio come appare da queste parole: l’idea è di far arrestare Gianmarco per far sì che non venga ucciso.

Ma lui continua a frequentare la zona, ad andare e venire da Forcella. Sente che è il momento in cui poter avere un ruolo più importante e quindi più soldi, perché molti del clan sono in carcere e altri stanno tradendo passando con i rivali. Ma nel 2013 arriva l’imprevisto: nasce sua figlia e la sua compagna Anita, che ha 21 anni, non vuole far vivere la sua bambina in una famiglia di camorra. Litigano e lei riesce a convincere la propria madre ad attivarsi per trovargli un lavoro: e lo trova. A un bar calabrese serve un barista, ma Gianmarco non ne vuole sapere. Qui è riportata l’intercettazione tra Anita e Gianmarco, in cui quest’ultimo le confessa che non ce la fa a vivere come un barista, un normale lavoratore, seguendo la classica logica del giovane di paranza, secondo cui a lavorare sono solo i fessi, gli uomini che non contano:

Gianmarco: “Embè me ne vado là [a Forcella, ndr ] Anita…”.

Anita: “E che fai Gianmarco là…”.

Gianmarco: “Io … e poi si vede quello che faccio, Anita …”.

Anita: “Eh… Gianmarco e che fai perdi questo lavoro qua per andartene là…”.

Gianmarco: “Ed io poi vado sempre a lavorare…?”

Anita: “Embè che vuoi fare…?”.

Gianmarco: “Sempre quello che ho in testa Anita… tu lo sai bene (…)”.

Anita: “Eh Gianmarco e perché tu vuoi fare sempre… perché tu vuoi fare sempre questa vita qua…? Fammi capire (…) ho parlato con tua mamma, ho parlato con tuo padre, ho parlato con…, ho parlato con tutti quanti, tutti quanti… perché devi fare per forza quella vita, allora è come dico io…”.

Gianmarco: “Ma per forza, ma è una cosa obbligatoria…”.

Anita, per convincere Gianmarco ha parlato con la sua famiglia e i suoi migliori amici, ha cercato di mostrare a tutti che Gianmarco è diverso dagli altri ragazzi di paranza. Anita vuole far capire a lui e a chi gli vuole bene che non è scritto che il suo destino sia per forza quello di camorrista. Ma per Gianmarco, invece, è obbligatorio, di fronte alla possibilità di guadagnare di più, lavorare nel narcotraffico e per i Mazzarella. E così risponde alla richiesta di Anita di emigrare e cercare un’altra vita:

Anita: “Andiamo per altre parti, e non ti preoccupare”.

Gianmarco: “Eh, non ti preoccupare, con 100-150 euro alla settimana voglio vedere come facciamo… Anita ma per piacere, ma stai un poco zitta, sì…”.

Gianmarco rimane a Napoli, quindi. L’unica precauzione che prende è quella di andare a vivere a casa dei suoceri a Ponticelli, territorio controllato dai Mazzarella. Ma la paranza ci mette poco a scoprire dove si trova. Il 1° marzo 2015 Gianmarco non ce la fa più a stare chiuso in casa. Ha 21 anni e nemmeno la paura lo fa rinunciare a vedere la partita della sua squadra. Quella sera si gioca Torino-Napoli. Gianmarco va a vederla in un circolo ricreativo di Ponticelli. Intorno alle 21.30 due killer arrivano e gli sparano addosso. Muore poche ore dopo in ospedale.

Questa storia ha un sapore amaro, perché vede una famiglia sperare che i propri figli vadano in carcere come unica salvezza da morte certa. E il lavoro per pochi spiccioli, senza diritti e soprattutto senza possibilità di crescita viene visto come una condanna assai peggiore di quella di morire o essere arrestati.

Il padre dei Lambiase in un’intercettazione, parlando dei figli, dice: “Gianmarco è un uomo perso (…) Valerio però rimane là uno lo va a trovare, lo vede, hai capito… Ma quello vuole fare proprio quello, fare quello che lo vuole fare hai capito? Non capisce che io domani sono più forte di te, domani mi sveglio io quello è più forte di te non capisce mo’ sta proprio rischiando la vita di quello che sta in mezzo alla via sta monnezza…”.

Era consapevole che il destino di Gianmarco fosse segnato e che il carcere fosse la protezione di Valerio. Una volta uscito dal carcere quest’ultimo, infatti, è tornato per strada. Questa è una storia svelata dalle indagini dei pm Woodcock e De Falco e dalla squadra mobile di Napoli comandata da Fausto Lamparelli (che avevano già indagato l’ascesa e la caduta della paranza dei bambini). Ora queste indagini che raccontano di Valerio con una mazza da baseball, a riprendersi il territorio dalle mani degli assassini di suo fratello, pronto a spaccare teste e gambe e a costringere i disperati venditori ambulanti africani a tornare a pagare il pizzo al suo clan.

vivicentro.it/opinione
repubblic/Napoli, dietro gli spari al mercato i ragazzi condannati a uccidere di ROBERTO SAVIANO

Lo scudo di Draghi è il ministro del Tesoro europeo

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Il presidente Bce vede lucidamente i pericoli di un’Europa di governicchi in una società globale. Un solo ministro del Tesoro dell’Eurozona sarebbe un passo importante verso la federazione

Lo scudo di Draghi è il ministro del Tesoro europeo

L’euro è sotto attacco. Non soltanto del populismo che alligna in Europa sempre di più, ma anche di alcune banche d’affari ed enti speculativi ed anche di economisti, studiosi attenti alle tendenze finanziarie e monetarie nonché, beninteso, agli interessi privati ed anche pubblici che non pensano all’interesse comune europeo ma ad una forza nazionalistica sempre più rigorosa in una confederazione che rifiuta di costruire un continente federale.

Se prendiamo come esempio il più grande e importante degli Stati federali, gli Stati Uniti d’America, il dollaro non è mai stato in discussione. Dopo la fine dell’ultima guerra mondiale un dibattito ci fu su due tematiche in qualche modo connesse tra loro: quale doveva essere il rapporto tra il dollaro e l’oro, che naturalmente avrebbe influito su tutte le altre monete, e l’opportunità o meno di mantenere il dollaro come principale strumento internazionale, agganciandone il tasso di cambio ad un “pool” di monete di altri Stati di grande importanza politica, economica, territoriale, in possesso di materie prime; insomma un’anticipazione di una società globale che vide la luce quarant’anni dopo sotto la spinta delle nuove tecnologie ed anche dell’immenso esercito dei popoli poveri che fuggono la miseria e le sanguinarie dittature che li opprimono rendendo necessaria la fuga verso altri continenti più ricchi e meno sanguinari. Insomma più civili, ancorché non sempre (anzi quasi mai) favorevoli all’invasione degli emigrati.

La conferenza si svolse a Bretton Woods su un sistema monetario da costruire e ferma restando l’importanza del dollaro come strumento operativo; l’ipotesi sostenuta principalmente da John Maynard Keynes era una moneta contabile unica il cui tasso di cambio veniva fissato dalla media tra i tassi delle monete dei principali Paesi del mondo. Quella moneta il cui nome sarebbe stato Bancor avrebbe rappresentato una sorta di ancoraggio di tutti i Paesi aderenti a questa sorta di club, le cui rispettive monete non potevano, anzi non dovevano allontanarsi dai tassi stabiliti una volta per tutte tra ciascuna di loro e il Bancor, potendo tuttavia oscillare entro una fascia del 4 o del 6 per cento senza subire alcuna penalità sulle rispettive economie.

Qualche cosa di simile era avvenuta tra le varie monete europee e fu definita una sorta di clearing multilaterale, con oscillazioni consentite entro il 6 per cento e con l’obbligo di saldare ogni mese i debiti eventuali al suddetto club chiamato Ecu. Il pagamento avveniva in dollari. Questo clearing multilaterale durò fino al 1997 quando i Paesi europei (non tutti ma i principali) decisero di adottare la moneta unica, cioè l’euro. I Paesi membri dell’Unione europea, politica ed economica, erano 28 fino a quando il Regno Unito di Gran Bretagna ne è uscito e dunque gli Stati sono diventati 27, dei quali 19, i principali, hanno aderito all’euro. Tra di essi il principale è la Germania non soltanto per la sua struttura economica e per la consistenza della sua popolazione, ma anche perché l’euro, di fatto, non è che il cambiamento di nome del marco tedesco che era la moneta di riferimento sulla quale furono fissati i vari cambi con le altre monete. Queste sono le premesse storiche della crisi monetaria attuale. Una crisi, o meglio una crescente sfiducia nella moneta comune, nasce naturalmente da ragioni politiche ed anche da malanni economici e sociali che ciascuno dei 19 Paesi europei sta attraversando. Ritirarsi dall’euro, magari soltanto per qualche anno, consentirebbe soprattutto di essere sottratti a quella sorta di protettorato tedesco che stabilisce la politica economica e le regole che gli Stati debbono rispettare, i sistemi di controllo e le relative penalizzazioni nei casi di inadempienza. Ma sarebbe anche la fine di un sogno che non è un’utopia ma deve, dovrebbe, diventare una realtà e cioè gli Stati Uniti d’Europa, senza la quale (l’ho scritto infinite volte ma l’ascolto dei vari governi è nullo su questo tema) le nazioni europee in una società sempre più globale diventeranno scialuppe di salvataggio o gommoni o gondole per turisti che vengono a godersi le tante bellezze d’arte e di panorama dei vari Paesi europei che in una storia di almeno tremila anni sono stati la culla della civiltà del mondo ad occidente della Cina, dell’India e dell’Africa centrale.

***

C’è una sola eccezione al nazionalismo e al populismo che hanno impedito al sogno di Ventotene di diventare realtà, ed è la Banca centrale europea e il suo presidente Mario Draghi. È italiano e prima di essere prescelto per dirigere l’Istituto che ha sede a Francoforte è stato governatore della Banca d’Italia, ma la sua nazionalità originaria non ha minimamente influenzato il suo lavoro; l’Italia è una componente importante dell’Unione europea e come tale interessa la Bce non meno ma nemmeno più degli altri Paesi europei.

La Bce fu concepita nel 1997. Era evidente che una confederazione che aveva deciso di chiamarsi Unione senza ancora esserlo, aveva bisogno di trasformare l’Ecu, cioè il clearing multilaterale, in una Banca centrale; ma in realtà quella decisione fu presa da Mitterrand e da Kohl come contrappeso politico all’unificazione della Germania Est (filosovietica) con la Germania Ovest, ovviamente europeista. La Francia e tutti i Paesi dell’Unione temevano molto un’eventuale tendenza filosovietica della Germania, della quale c’erano già stati alcuni preoccupanti segnali. La creazione d’una Banca centrale e d’una reale unione europea furono il prezzo che la Germania dovette accettare per poter portare fin quasi all’Elba i propri confini e per annettersi milioni di persone di lingua tedesca ampiamente addestrate alla vita e al lavoro industriale: una ricchezza e un aumento di popolazione che fece della Germania il primo paese d’Europa.

La Francia mitterrandiana non era certo (e tuttora non è) protesa verso un’Europa federale; la “grandeur” francese è sempre stata un ostacolo alla federazione; ma un’Europa nell’orbita sovietica sarebbe stata un pericolo e una diminuzione del potere politico della Francia e Mitterrand agì di conseguenza.

Va anche aggiunto che timori analoghi aveva anche il cancelliere tedesco: Kohl era europeista, il suo partito democristiano, la Cdu, non era affatto propenso ad eventuali politiche di apertura verso l’Est, alla quale guardavano invece con simpatia il partito socialdemocratico e soprattutto le sue frange di sinistra comunista. Kohl perciò si schierò con Mitterrand e fu anche confermato in questo atteggiamento dall’immediata adesione dell’Italia di Prodi e soprattutto di Ciampi che era allora il ministro del Tesoro e fu quello che trattò con Kohl sulle modalità e il tasso di cambio tra la lira e il nascente euro. Questa è la storia dell’euro, che soppiantò le altre monete dei diciannove Paesi europei ed ebbe ovviamente una Banca centrale della quale le Banche centrali nazionali costituiscono il suo consiglio.

La Bce è la sola istituzione europea sostanzialmente indipendente rispetto alle altre. È vero che i suoi azionisti sono i 19 Paesi che aderiscono alla moneta euro, ma è anche vero che non si tratta di un vero e proprio consiglio di amministrazione. Draghi non ha sopra o accanto a sé un solo ministro del Tesoro, ma ne ha 19, il che in una materia squisitamente tecnica significa nessuno.

Eppure è proprio Draghi ad avere chiesto con insistenza che sia creato un ministro del Tesoro unico dell’Eurozona. È vero che spetterebbe al Consiglio dei capi di governo dell’Eurozona sceglierlo e nominarlo, ma qui la loro area di guida e di controllo cessa, la Banca centrale può rispondere ad uno ma non a diciannove. Eppure quell’uno, che ridurrebbe in qualche modo il potere di Draghi sulla politica monetaria dell’Eurozona e non soltanto, è proprio lui che lo vuole, appoggiato in questo anche da Renzi quando era capo del governo. Come mai?

La riposta è semplice: Draghi è un favorevole assertore dell’Europa federale e non soltanto confederata, e sa che un solo ministro del Tesoro dell’Eurozona sarebbe un passo importante verso la federazione europea. Draghi vede lucidamente i pericoli di un’Europa di governicchi in una società globale, non sente ovviamente sentimenti nazionalistici ed è perciò il più franco e sincero sostenitore degli Stati Uniti d’Europa. Purtroppo con pochi alleati. L’Italia di Renzi lo è stata e anche quella di Gentiloni lo è e lo è stata quella di Napolitano, di Ciampi, di Prodi. Fine: non lo è Grillo, non lo è Salvini. Berlusconi lo è a mezza bocca, in realtà del tema Europa non gliene importa niente. Se la sinistra italiana prendesse sul serio questo tema come dovrebbe, sarebbe una forza politica non trascurabile, ma è occupata soltanto dalle sue beghe interne di partito; è europeista ma non ha mai mosso un dito per dimostrarlo. Non così il suo leader: Renzi in Europa ha dato il meglio di sé e se avesse agito con altrettanta lucidità sul piano italiano non si sarebbe cacciato nel mare di guai che sta e stiamo attraversando.

È incredibile come in tre anni sia venuto meno un leader che sembrava poter governare con carisma e con efficacia (che è più importante del carisma). Ce la farà a riprender quota? Avrebbe fatto meglio a proseguire il suo governo e, visto che rifiutò l’offerta in quel senso del presidente Mattarella, farebbe bene ad occuparsi del partito, dell’Europa ed attendere che Gentiloni conduca il governo fino alla fine naturale della legislatura; a quel punto potrebbe ripresentarsi al Paese con una legge elettorale appropriata.

Pubblichiamo qui a fianco una sua ampia intervista con Ezio Mauro. È interessante, le domande di Ezio sono tutte appropriate come sempre. Le risposte di Renzi altrettanto precise; a sentirlo parla del futuro suo e di quello del Paese. Si tira un respiro di sollievo, ma sul tema delle elezioni subito, e con quale legge elettorale, c’è il silenzio pressoché assoluto. E quindi altrettanto assoluto è il mio giudizio sulla sua figura di statista. A me sembra piuttosto essere un perfetto giocatore di roulette. Spero ovviamente di sbagliare: non tanto nell’interesse di Renzi ma in quello del Paese.

vivicentro.it/editoriale
vivicentro/
repubblica/Lo scudo di Draghi è il ministro del Tesoro europeo EUGENIO SCALFARI

Insigne-Ghoulam, rinnovi in ballo: ci sono difficoltà

I dettagli sui rinnovi

Dopo il rinnovo dello spagnolo José Callejon, tocca la firma per Dries Mertens che, secondo La Gazzetta dello Sport, è prossimo a legarsi al Napoli fino al 2021. Tuttavia restano in piedi le questioni legate agli accordi di Lorenzo Insigne e di Faouzi Ghoulam: proprio quest’ultimo, il terzino sinistro algerino, sembra il caso più complicato da risolvere.

Mertens ha un motivo in più per coronare una giornata speciale

Mertens ha un motivo in più per coronare una giornata speciale

C’è un motivo in più perché la partita di oggi tra Napoli Pescara possa essere speciale per l’attaccante belga del Napoli Dries Mertens: mettendo a segno un gol raggiungerebbe quota 50 marcature in maglia azzurra. La Gazzetta dello Sport scrive: “la stagione del Napoli l’ha visto tra i protagonisti in assoluto: è il capocannoniere della squadra in campionato, in appena quattro mesi il suo status è cambiato di parecchio, da alternativa a Lorenzo Insigne, oggi è considerato tra gli inamovibili, uno di quelli a cui Maurizio Sarri difficilmente farebbe a meno”.

Maradona: “Napoletani vi amo!”

Le sue parole all’arrivo a Napoli

Diego Armando Maradona è tornato a Napoli. La folla lo ha accolto come meritava e lui ha ricambiato con tutto l’affetto possibile. Il Mattino riporta di alcune sue dichiarazioni all’interno dell’Hotel Vesuvio: “Sono felice di essere qui, ogni volta che posso ho bisogno di risentire l’amore di Napoli” dice a quelli dell’organizzazione dello spettacolo di Siani. Al suo fianco, inseparabili, la moglie Rocio Oliva, il figlio Diego junior, il fratello Hugo e il suo assistente personale Stefano Ceci.

Diego appare stanco, ma ciò nonostante prende la decisione di uscire fuori a salutarli: “Non ce la faccio a non uscire a salutarli, questa gente per me è energia pura, non posso stare lontano da loro”. E lui si sbatte la mano sul cuore, quattro, cinque, sei volte. “Vi amo” ripete.

FOTO ViViCentro – Primavera, Cesena-Milan 1-2: Modic-Vido ed è Milan in rimonta

Primavera, Cesena-Milan 1-2: Modic-Vido ed è Milan in rimonta
Nell’ultima giornata del girone d’andata, il Milan si presenta alla Stadio “A Rognoni” con tutte le intenzioni di portare a casa la vittoria ma un buon Cesena messo in campo dall’allenatore Angelini chiude ogni iniziativa ai piccoli Diavoli, che impostano bene il gioco, ma che spesso si infrangono nella trequarti avversaria.
Il Cesena, sornione, aspetta l’errore dei rossoneri, che puntualmente arriva nella metà campo avversaria e con una ripartenza fulminea passa in Vantaggio grazie a Maleh.
Il primo tempo si chiude così, con un Cesena ordinato e quasi mai sotto pressione ed un Milan abbastanza confuso.
Nella Ripresa il Milan sembra essere un’altra squadra, mister Nava cambia due pedine e in 6’, grazie ad un rigore trasformato da Modic ed a una Mischia risolta da Vido, i rossoneri passano in vantaggio.
Nel prosieguo della partita, il Cesena, non riesce a reagire ed il Milan si avvicina spesso alla terza rete ma non concretizza.
Finisce dunque così, con un Milan che porta a casa i tre punti ed un Cesena rimasto in 10 gli ultimi minuti molto deluso e nervoso.
dal nostro inviato, Christian Mastalli

Prima Stabia: “Torneo di Viareggio. Manniello è arrabbiato con la politica…”

Così i consiglieri comunali del gruppo di “ Prima Stabia ” Vincenzo Ungaro, Gaetano Cimmino e Massimiliano De Iulio a seguito delle dichiarazioni di Franco Manniello

“Forse sono state troppe le delusioni elettorali per lui. Non capiamo come un evento del genere possa inficiare la corsa alla serie B della Juve Stabia. La Viareggio Cup darebbe ancor più lustro alla squadra e alla città, l’una non escluderebbe certo l’altra. L’inquilino (moroso) dello stadio comunale ci pensi meglio prima di lanciare assurde accuse”

“Portare il Torneo di Viareggio a Castellammare di Stabia non esclude in alcun modo la Juve Stabia ma anzi darebbe ancor più lustro alla squadra, alla città, ai nostri colori che difenderemo sempre a spada tratta. Non era certo questa la nostra intenzione e non vediamo come possiamo essere stati fraintesi dal signor Franco Manniello. Non avremmo certo chiesto alla squadra di non allenarsi allo stadio comunale ‘Romeo Menti’, pur se consentito da regolamento comunale, ma le due cose possono tranquillamente coesistere: basterebbe organizzarsi con gli orari in quei quattro giorni di Torneo. Come tutta la città teniamo tantissimo alla nostra squadra e ci auguriamo possa raggiungere grandi traguardi. Per cui non capiamo l’assurdo livore e nervosismo del signor Manniello, infuriato con la politica forse per le troppe delusioni elettorali.
Per non parlare poi della grande opportunità per il settore giovanile della nostra Juve Stabia. Parliamo davvero di un ‘distruttore’, come lo ha definito il presidente del settore giovanile della Juve Stabia, Andrea De Lucia, che proprio a causa dei cattivi rapporti con Manniello lascerà la squadra a fine anno calcistico? Qui parliamo di sport, di cultura, di sviluppo. Restiamo convinti della bontà della nostra proposta e non accettiamo lezioni da nessuno”. Così i consiglieri comunali del gruppo di “Prima Stabia” Vincenzo Ungaro, Gaetano Cimmino e Massimiliano De Iulio a seguito delle dichiarazioni di Franco Manniello che ha commentato con parole dure l’idea di ospitare nello stadio Menti un girone della “Viareggio Cup”.
“Parliamo di una proposta seria che sottoporremo all’attenzione dell’amministrazione comunale – hanno continuato i consiglieri – e che porterebbe Castellammare alla ribalta nazionale. Manniello non è il nostro interlocutore, forse lo sarà di altri politici, noi, invece, facciamo riferimento unicamente al primo cittadino. Il signor Manniello, al posto di infuriarsi e lanciare accuse infondate, dovrebbe preoccuparsi di ripianare i debiti della società verso il Comune di Castellammare. Forse il presidente se la prende con il mondo politico che non gli ha concesso di candidarsi a sindaco, o forse perché non è riuscito neppure a nominare come assessore un suo fedelissimo. Non lo sappiamo.
Ciò che sappiamo è che amministrazione e consiglieri di maggioranza e di opposizione non devono certo chiedere all’inquilino (moroso per circa 400mila euro) del Menti come sviluppare attività sportive sul territorio. Tanto più che la transazione proposta con il Comune è fallita e sarebbe attesa tra poche settimane una sentenza del Tribunale di Torre Annunziata proprio su questo caso. L’Ente, infatti, ha concesso di far rientrare la squadra da Casola di Napoli solo per senso di responsabilità e per senso di appartenenza ai nostri colori.
E giusto per chiarirci facciamo delle ipotesi entrando nel dettaglio, così da dimostrare l’assurdità delle parole di Manniello. Un girone del Torneo di Viareggio si sviluppa su una settimana e l’edizione 2017 comincia lunedì 13 marzo. Da calendario della ‘Lega Pro’ la Juve Stabia giocherà il 12 marzo in casa. Si tratterebbe di un cointeressamento del campo per tre o quattro giorni e basterebbe un po’ di buona volontà per inserire partite e allenamento. È possibile solo per questo bloccare così importanti iniziative? Addirittura perdere la corsa alla serie B? Che alibi sono mai questi?
Noi difenderemo sempre i colori della Juve Stabia, tirata in ballo solo a causa del comportamento sconsiderato di un privato cittadino che pensa di usare lo stadio comunale a proprio piacimento bloccando iniziative, sviluppo, cultura”.

fonte/reportweb.tv

Juve Stabia, ecco la verità su De Vito

La Juve Stabia, alla ricerca di un terzino sinistro a causa delle precarie condizioni di Liviero, è su Andrea De Vito del Messina e questo, ormai, è noto. Le ultime indiscrezioni sono di un accordo ormai raggiunto sulla base di un contratto triennale tra le parti, con De Vito che ha dato la precedenza alle vespe su tutte le altre pretendenti.

L’ostacolo è il Messina. La società peloritana non vuole lasciar partire facilmente il terzino calabrese anche per evitare spaccature con il tifo messinese, essendo De Vito uno dei pezzi pregiati della rosa a disposizione di Lucarelli.

La situazione è certamente intricata e questo lungo stand by potrebbe creare problemi a tutte e tre le parti. Novità importanti sono attese nella prossima settimana.

Salvatore Sorrentino

TEATRO SOCIALE (BS): ELISABETTA POZZI Presenta LEI DUNQUE CAPIRA’

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TEATRO SOCIALE
Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia
BRESCIA CONTEMPORANEA
Rassegna di teatro contemporaneo
GIOVEDI’ 16 GENNAIO (ore 20.30)
Produzione Lunaria Teatro
Presenta
ELISABETTA POZZI
LEI DUNQUE CAPIRA’
di Claudio Magris
drammaturgia di Margherita Rubino
regia di Daniela Ardini
Musiche di Daniele d’Angelo
scene di Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
costumi di Elisabetta Zinelli
Durata dello spettacolo: 1.15 (senza intervallo)

Elisabetta Pozzi porta in scena al Teatro Sociale LEI DUNQUE CAPIRA’, tratto dal racconto di Claudio Magris, drammaturgia di Margherita Rubino, regia Daniela Ardini, che si terrà lunedì 16 gennaio alle ore 20.30.

La Rassegna “Brescia contemporanea – Rassegna di teatro contemporaneo”, nasce sperimentalmente nel 2015 come contenitore aperto di nuove idee e linguaggi teatrali. Nel corso della Stagione 2015/2016 la programmazione è stata condivisa con il Festival delle Colline torinesi, e sono stati presentati al pubblico alcuni lavori di giovani e prestigiose compagnie italiane (Anagoor, Muta Imago, Fibre Parallele).  Forte di questa buona partenza, Brescia  Contemporanea cresce per numero di date e luoghi coinvolti: l’obiettivo è affrontare con sguardo originale e profondo grandi temi del presente, attraverso le suggestioni offerte da testi ed autori italiani del Novecento, portati in scena da artisti di altissimo livello.

La rassegna è realizzata grazie al contributo di Fondazione ASM Gruppo A2A di Brescia e inserita nei CIRCUITI  Lombardia Spettacolo dal Vivo.

Apre la Rassegna una delle più grandi attrici del teatro italiano, Elisabetta Pozzi portando in scena al Teatro Sociale LEI DUNQUE CAPIRA’, tratto dal racconto di Claudio Magris, drammaturgia di Margherita Rubino, regia Daniela Ardini, che si terrà lunedì 16 gennaio alle ore 20.30.

Una rivisitazione del mito di Orfeo e Euridice, trapiantato in una casa di riposo che è in realtà metafora del regno dei morti, gestita da un invisibile Presidente. L’azione rivive sotto forma di monologo con cui Euridice, la reclusa, racconta dei tentativi fatti da Orfeo per portarla fuori da quella casa; permesso che egli ottiene, com’è noto, a patto di non voltarsi a guardarla prima di essere uscito all’aria aperta. Ma proprio come nel mito classico, l’uomo si volterà prima del tempo e lei, ripiomberà nel vuoto dell’immensa e asettica struttura nella quale è imprigionata.

Elisabetta Pozzi, con la sua intensa interpretazione dà voce a questo personaggio femminile senza tempo, che, filtrato attraverso il retaggio classico e l’esperienza autobiografica dell’Autore, incarna le nostre più profonde angosce esistenziali. Le scene sono di Giorgio Panni e Giacomo Rigalza, l’accompagnamento musicale è firmato dal compositore Daniele D’Angelo.

VENDITA BIGLIETTI

Ingresso spettacoli singoli

Platea: intero €29,00 — ridotto gruppi €24,00 — ridotto speciale €19,00

Galleria Centrale: intero €19,00 — ridotto gruppi €17,00 — ridotto speciale €14,00

Galleria laterale: intero €13,00 — ridotto gruppi €12,00 — ridotto speciale €11,00

E’ possibile inoltre acquistare:

CARTA BRESCIA CONTEMPORANEA

LEI DUNQUE CAPIRA’ – TRE DI COPPIE – ERODIAS – RUMORE DI ACQUE

3 SPETTACOLI € 37,00

2 SPETTACOLI € 25,00

TEATRO SOCIALE

I biglietti e le carte sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale in orario della stessa.

Via Felice Cavallotti, 20 – 25121 Brescia – Biglietteria tel. 030 2808600 biglietteria@centroteatralebresciano.it

SEDE PIAZZA LOGGIA

NUOVO punto vendita nella sede del CTB in Piazza della Loggia, 6 – da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00 – Tel.

030 2928609 (sabato e festivi esclusi).

ON-LINE in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket.it

LIBRERIA SERRA TARANTOLA

Via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia · Tel. 030290171

Orari: 9.15 – 12.15 /15.30 – 19.00 (lunedì mattina e domenica chiuso)

Teatro Sociale – Biglietteria tel. (+39) 0302808600

biglietteria@centroteatralebresciano.it

INFO: CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 2928617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

e-mail: info@centroteatralebresciano.it

Eccellenza-Il Procida cala il poker al Barano,gli aquilotti pagano qualche errore difensivo

Il Procida dopo aver vinto nella partita di andata con un netto 3-0,si aggiudica anche quella del ritorno,nel derby delle isole battendo con un risultato ampio ma forse un pò bugiardo , 4-1 un Barano che nella prima parte della ripresa è calato sotto tutti gli aspetti. Il primo tempo si era chiuso sul risultato di 1-1, con gli aquilotti che avevano creato molto di più dei biancorossi,sfiorando anche il gol del nuovo vantaggio. Nella ripresa sono bastati due minuti di orologio e i ragazzi di Mandragora hanno chiuso definitivamente la gara. Il biancorossi hanno sfruttato le disattenzioni della retroguardia bianconera, prima con Dodò,poi con Roghi che ha trovato un gol da fuori area e lo stesso Dodò al quarto d’ora ha segnato il 4-1,realizzando una doppietta.  Allo stadio “Don Luigi Di Iorio” in una giornata con un sole caldo,ma con una temperatura invernale, era presente il pubblico delle grandi occasioni,con tanti tifosi ad incitare la squadra baranese. Da segnalare qualche coro di protesta rivolto non solo all’ex allenatore dell’Ischia Mandragora,anche a Crisano e Micallo.

LE FORMAZIONI. “Billone” Monti conferma il 4-2-3-1, modulo che si era già visto in diverse occasioni. L’unica novità è l’esordio dal 1′ di Angelo Arcamone. L’ex Real Forio prende il posto di Savio passato sulla fascia sinistra a comporre il terzetto in avanti proprio  a supporto dell’unica punta Arcamone; in mezzo Mario Sogliuzzo, a destra Cantelli. Per il resto, nessuna novità nel reparto difensivo davanti a Palmiero composto da Sirabella, Monti, De Simone e Accurso, con Ferrari ed Esposito davanti alla difesa. Mister Mandraagora opta per il 4-4-2. Lamarra tra i pali con u  due difensori centrali Micallo e De Giorgi (ex Real Forio) con gli under Matrullo e Motttola terzini. A centrocampo, Muro da una parte e Dodò dall’altra ad agire sugli esterni, Coppola e Napolitano al centro; in attacco il duo Roghi – Sperandeo.

LA PARTITA. Parte subito forte il Barano,dopo poco più di un giro di orologio, Savio va sul fondo e mette al centro un cross perfetto per il colpo di testa di Angelo Arcamone da posizione ravvicinata, ma Lamarra blocca. Il Procida prova a rispondere subito e all’8′ arriva anche un gol giustamente annullato a Sperandeo per una posizione di  off-side.Gli aquilotti nonostante il grande approccio alla gara, a sbloccare il match è il Procida al 14′: conclusione di Sperandeo in area, respinta corta della difesa con il pallone che finisce sui piedi di Muro che di sinistro batte  un incolpevole Palmiero con un bel tiro a giro nell’angolino basso. Passano appena 6′ e  il Barano pareggia:primo corner della partita,sulla battuta va Esposito dove in area Savio schiaccia di testa e deposita in rete,facendo esplodere tutto lo stadio. (ottava rete in campionato). Il ritmo cala vertiginosamente e le occasioni non sono tantissime. Al 32′ arriva una clamorosa occasione per gli aquilotti: Cantelli ruba palla a Muro nella metà campo,serve Sogliuzzo che attacca la profondità e dopo un uno-due splendido con Arcamone lascia partire un destro potente sul quale Lamarra si supera compiendo un vero e proprio miracolo,rifugiandosi in corner. Sugli sviluppi dell’azione da gol di Sogliuzzo, Muro si infortuna e chiede subito il cambio (al suo posto entra Bacio Terracino). Per lui si teme un grave infortunio al menisco o al crociato, soltanto nelle prossime ore si conoscerà la diagnosi. Il primo tempo termina sull’1-1, forse con il Barano che meritava qualcosina in più.Nella ripresa e tutta un’altra gara. Dopo appena quattro minuti, Pasquale Savio, favorito da un liscio di Matrullo  entra in area e non riesce a superare Lamarra nonostante la breve distanza dalla porta avversaria. Contropiede del Procida, Accurso liscia il pallone e manda in porta Dodò sulla fascia destra; il numero 7 , tira ad incrociare sul secondo palo e beffa Palmiero. La legge del gol non sbaglia mai:gol sbagliato,gol subito! I padroni di casa accusano il colpo e un minuto dopo Roghi viene servito da Dodò da fuori area,dove lascia partire un gran destro che si insacca all’incrocio dei pali. Uno-due fulminante della squadra dell’isola della Graziella. Al  15′si chiude definitivamente il match: arriva il 4-1 del Procida siglato ancora una volta da Dodo’, sembra di vedere un film già visto sulla rete del 2-1,con ancora un errore di Accurso,non una giornata da ricordare per l’ex terzino dell’Ischia. Gara completamente chiusa, con gli aquilotti che provano in qualche occasione a riaprire la gara, ma senza impensierire il portiere Lamarra. Non a caso oggi uno dei migliori in campo. Dopo due minuti di recupero,l’arbitro decreta la fine della gara con il Procida che vince il derby delle isole contro un Barano che ha peccato molto sulla fase difensiva,lasciando più volte spazi vuoti. I biancorossi con questa vittorie e in  virtù del pareggio tra Casalnuovo e Mondragone 2-2-, vanno ad occupare l’ultima posizione della zona play-off. La squadra di Billone” Monti nelle prossime due gare sarà impegnata in due difficili  trasferte,prima  in quel di Mondragone e poi a Casalnuovo. Il Procida nel prossimo turno ospiterà l’Afragolese per un grande big-match.

A cura di Simone Vicidomini

BARANO CALCIO 1

ISOLA DI PROCIDA  4

 

BARANO (4-2-3-1): Palmiero, Sirabella, Accurso, Ferrari (13’s.t. Farina), Monti, De Simone, Cantelli, Esposito, Arcamone A. (25’s.t. Arcamone G.), Sogliuzzo, Savio (36’s.t. Lombardi). (In panchina: D’Errico, Migliaccio, Lubrano, Pisani) All. Monti

PROCIDA (4-4-2): Lamarra, Matrullo, Mottola, Napolitano (36’s.t. Annunziata), Micallo, De Giorgi, Dodò, Coppola, Sperandeo, Roghi (30’s.t. Esposito), Muro (35’p.t. Bacio Terracino). (In panchina: Bardet, Chiaro, Del Prete, Sansò) All. Mandragora

ARBITRO: Beretta di Monza (Ass. Ruocco di Ercolano e Izzo di Torre del Greco)

RETI: 13′ Muro (P), 20′ Savio (B); 50′, 60′ Dodò’ (P), 51′ Roghi (P)

NOTE: Calci d’angolo 2-3. Ammoniti Sirabella, Arcamone G. (B); Napolitano, Roghi (P). 2′ di recupero nel p.t. e nel s.t.

SPETTATORI: 250 circa

ARENA DI VERONA, ”PAGLIACCI” NELLO STORICO ALLESTIMENTO DI FRANCO ZEFFIRELLI

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PAGLIACCI NELLO STORICO ALLESTIMENTO DI FRANCO ZEFFIRELLI
PER LA STAGIONE LIRICA 2016-2017
DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA
TEATRO FILARMONICO, 22 gennaio – 2 febbraio 2017

Il secondo titolo operistico della Stagione Artistica 2016-2017 della Fondazione Arena di Verona è Pagliacci, dramma in un prologo e due atti con parole e musica di Ruggero Leoncavallo. Regia e scene portano la firma di Franco Zeffirelli, mentre i costumi sono di Raimonda Gaetani; il M° Valerio Galli dirige Orchestra, Coro e cantanti. Per questa produzione è impegnato il Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani.

Repliche: martedì 24 gennaio ore 19.00, giovedì 26 gennaio ore 20.00, domenica 29 gennaio ore 15.30, martedì 31 gennaio ore 19.00, giovedì 2 febbraio ore 20.00.

L’opera, che originariamente si intitolava Pagliaccio, si ispira ad un delitto realmente accaduto nel 1865 a Montalto Uffugo, paesino calabrese dove Leoncavallo aveva vissuto da bambino alcuni anni. Il titolo viene successivamente modificato in Pagliacci poiché il baritono Victor Maurel,  primo interprete del personaggio di Tonio, temeva che il suo ruolo passasse in secondo piano in favore di quello del tenore, Canio. La prima rappresentazione ha luogo al Milano il 21 maggio 1892, diretta dal giovane e ancora poco conosciuto Arturo Toscanini, e ottiene subito un grande successo.

Si tratta di un’opera verista dalle forti implicazioni metateatrali calata sul finire dell’Ottocento nell’ambiente violento di una Calabria arretrata e periferica. Della partitura di Leoncavallo Zeffirelli aggiorna la lettura in una più stretta contemporaneità e descrive così la scelta registica: «Questa produzione di Pagliacci mi è particolarmente cara e nacque dal mio desiderio di cercare una chiave di lettura contemporanea di quel capolavoro dell’Opera italiana dell’Ottocento … Ho scelto una periferia del Sud, con motorini, officine e degrado. Ho voluto tirare i Pagliacci ancora di più verso il presente: si dice che sia il capolavoro del Verismo. E sono d’accordo. Ma è anche qualcosa di più: è un’opera in cui si fondono miracolosamente verità e finzione, cronaca ed arte. E dunque è quasi un obbligo riportare all’oggi la cornice cronachistica in cui si muove la vicenda. La gelosia e l’omicidio passionale di Canio sono cronaca di tutti i giorni, valgono sempre». E così dall’ambientazione come da libretto «la scena ha luogo in Calabria presso Montalto, il giorno della festa di Mezzagosto, fra il 1865 e il 1870», il grande regista traspone la vicenda agli anni Sessanta/Settanta del secolo scorso ma non per attualizzarla, ma per eseguirla nell’ambiente moderno e quasi contemporaneo che Leoncavallo aveva concepito.

Sul podio, al debutto al Teatro Filarmonico, il M° Valerio Galli; Nedda-Colombina sarà interpretata da Donata D’Annunzio Lombardi, recentemente impegnata nel titolo Inaugurale della Stagione Artistica 2016-2017, e Valeria Sepe, al suo debutto sul palcoscenico del Teatro veronese.

Nel ruolo di Canio-Pagliaccio troviamo Walter Fraccaro, dopo la recente produzione di Turandot, alternato a Rubens Pelizzari, che ritorna al Teatro Filarmonico dove aveva rivestito il medesimo ruolo nella produzione della Stagione Artistica 2011-2012. Devid Cecconi e il debuttante Elia Fabbian daranno voce al personaggio di Tonio-Taddeo. Federico Longhi e Alessio Verna si alterneranno nella parte di Silvio, mentre Francesco Pittari sarà Beppe-Arlecchino.

Il Coro dell’Arena di Verona è preparato dal M° Vito Lombardi, mentre il Coro di Voci bianche A.LI.VE. è diretto da Paolo Facincani.

Con Pagliacci prosegue il progetto Ritorno a Teatro riservato alle Scuole: martedì 24 e 31 gennaio e giovedì 26 gennaio e 2 febbraio, i ragazzi delle classi elementari, medie e superiori potranno assistere allo spettacolo al prezzo speciale di € 6,00; l’adulto accompagnatore (familiare, insegnante, dirigente scolastico, personale ATA) di ciascuno studente potrà usufruire della tariffa di € 12,00. L’incontro, con inizio il martedì alle ore 18.00 e il giovedì alle ore 19.00, prevede un momento introduttivo, Preludio all’Opera, nel quale viene spiegata la trama e vengono forniti ai ragazzi elementi utili per la comprensione dell’opera, grazie alla partecipazione di alcuni dei protagonisti; segue quindi un aperitivo nel Bar del Teatro.

Per informazioni e prenotazioni:

Ufficio Formazione della Fondazione Arena di Verona

tel. (+39) 045 8051933 – fax (+39) 045 590638scuola@arenadiverona.it

Venerdì 13 gennaio alle ore 18.00 presso la Sala Filarmonica in via Roma, 3 a Verona, avrà luogo la Conferenza di presentazione dell’Opera illustrata dal critico Roberto Mori in un incontro ad ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili, organizzato daFondazione Arena in collaborazione con l’Associazione Amici del Filarmonico e Verona Lirica.

Informazioni

Ufficio Stampa Fondazione Arena di Verona – Via Roma 7/D, 37121 Verona

tel. (+39) 045 805.1861-1905-1891-1939 – fax (+39) 045 803.1443

ufficio.stampa@arenadiverona.itwww.arena.it

Biglietti

Prezzi Opera da € 10,00 a € 60,00

Biglietteria di via Dietro Anfiteatro

Via Dietro Anfiteatro 6/b – 37121 Verona

Tel. 045 596517 – Fax 045 8013287 – biglietteria@arenadiverona.it – Call center 045 8005151

Orari

da lunedì a venerdì                        9:00-12:00           15:15-17:45

sabato                                                 9:00-12:00

Biglietteria del Teatro Filarmonico

Via dei Mutilati 4/k – 37122 Verona

Tel. 045 8002880 – Fax 045 8013266

Orari

da lunedì a venerdì                        12:00-17:45

sabato                                                 10:00-12:45

nei giorni di spettacolo                 12:00-fino a inizio spettacolo

sabato                                                 10:00-12:45        17:00-fino a inizio spettacolo

domenica                                           10:00-fino a inizio spettacolo

Teatro Filarmonico

Domenica 22 gennaio, ore 15.30 – Prima rappresentazione

Martedì 24 gennaio, ore 19.00

Giovedì 26 gennaio, ore 20.00

Domenica 29 gennaio, ore 15.30

Martedì 31 gennaio, ore 19.00 – fuori abbonamento

Giovedì 2 febbraio, ore 20.00 – fuori abbonamento

PAGLIACCI

Dramma in un prologo e due atti

Parole e musica di Ruggero Leoncavallo

Direttore                                            Valerio Galli

Regia e scene                                   Franco Zeffirelli

Regia ripresa da                               Stefano Trespidi

Assistente alla regia                       Yamala-Das Irmici

Scenografo collaboratore            Carlo Centolavigna

Costumi                                              Raimonda Gaetani

Assistente ai costumi                    Alberto Spiazzi

Personaggi e interpreti

Nedda/Colombina                         Donata D’Annunzio Lombardi

                                                               Valeria Sepe

Canio/Pagliaccio                             Walter Fraccaro

                                                               Rubens Pelizzari

Tonio/Taddeo                                  Devid Cecconi

Elia Fabbian

Silvio                                                    Federico Longhi

                                                               Alessio Verna

Beppe/Arlecchino                           Francesco Pittari

 

ORCHESTRA, CORO, TECNICI DELL’ARENA DI VERONA

Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani

Maestro del Coro Vito Lombardi

Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia

Allestimento di Franco Zeffirelli

Juve Stabia, Manniello: “Se fanno giocare il Viareggio al Menti, porto via la Juve Stabia”

Castellammare «Questi signori lo sanno che la Juve Stabia si sta giocando la Serie B?». Chi lo conosce bene sa che quando il presidente delle Vespe, Franco Manniello, comincia con una domanda del genere il suo discorso poi diventa un fiume in piena capace di travolgere tutto. E infatti, un attimo dopo aver tolto i freni, esclama: «Se fanno disputare al Menti le gare del Torneo di Viareggio, porto via la Juve Stabia. Sono pronto a fare la guerra». Parole forti, cariche di rabbia, nei confronti dei consiglieri comunali d’opposizione Gaetano Cimmino, Vincenzo Ungaro e Massimo De Iulio e del responsabile del settore giovanile Alberico Turi. Sono stati loro, infatti, a lavorare alla possibilità di ospitare un girone della prestigiosa Coppa Carnevale a Castellammare di Stabia. Anzi, stando a quanto dichiarato dal consigliere comunale Massimo De Iulio – al sito vivicentro.it – proprio attraverso la collaborazione di Alberico Turi, entro un paio di giorni potrebbe arrivare anche l’ok definitivo. «E la Juve Stabia dove dovrebbe andare ad allenarsi? Ci vogliono sbattere altrove nel bel mezzo della lotta per il campionato, è assurdo – tuona Manniello – Non hanno avuto nemmeno il buongusto di confrontarsi con la società. Turi non è la Juve Stabia. Il settore giovanile non è gestito direttamente dal club ma è stato affidato al signor De Lucia durante la scorsa estate. Tra l’altro non abbiamo la Primavera e mi pare oggettivamente velleitario pensare di affrontare questo torneo con la Beretti». Il presidente della Juve Stabia non riesce a darsi pace: «Sono basito. Stiamo lavorando per rinforzare la squadra che è già prima in classifica, facendo tanti sacrifici con la speranza di realizzare un sogno e questi provano a metterci i bastoni tra le ruote – dice Manniello – Lo chiedano alla città cosa vuole: se la possibilità di ospitare un girone del Torneo di Viareggio o di far preparare al meglio la Juve Stabia, in vista del campionato». Il presidente si è rivolto anche all’amministrazione comunale: «Gli abbiamo chiesto di valutare al meglio la situazione – dice – Resto senza parole davanti ad una proposta del genere ma mi rendo conto che a Castellammare c’è tanta invidia nei confronti di chi prova a fare qualcosa di buono in città. Stanno disprezzando il sacrificio di chi investe tanti soldi nella Juve Stabia e dimostra di voler continuare a farlo in questo calciomercato invernale, con l’obiettivo di lottare per vincere il campionato». Nella giornata di ieri, i consiglieri comunali Gaetano Cimmino, Vincenzo Ungaro e Massimo De Iulio si erano detti «certi della bontà della nostra proposta – continuando – Siamo sicuri che la città di Castellammare risponderebbe più che positivamente all’eventuale arrivo in città di tanti giovani sportivi. Ciò darebbe grande lustro alla nostra realtà, allo stadio comunale “Romeo Menti”, alla nostra capacità di accogliere manifestazioni importanti. Tanto più che potremmo coinvolgere nel progetto anche i Comuni di Gragnano e di Casola di Napoli con le loro strutture sportive. È ora di fare concreti passi in avanti su tutti i fronti». «Alcune partite della ‘Viareggio Cup’ negli ultimi tempi sono state disputate in Liguria, lontano dall’area della Versilia dove è nato l’evento, soprattutto per problematiche organizzative e burocratiche tra gli organizzatori ed il Comune di Viareggio – avevano spiegato i consiglieri comunali d’opposizione – Castellammare potrebbe offrirsi di ospitare un intero girone della famosissima ‘Coppa Carnevale’ dedicata ai giovani talenti del calcio italiano, europeo e mondiale. Incontreremo l’amministrazione per discutere dell’eventualità di candidare la città delle acque ad essere una propaggine dei luoghi dove abitualmente si svolge il Torneo, senza alcuna volontà di snaturarlo». Insomma, una proposta formulata con l’obiettivo di accogliere un grande evento a Castellammare di Stabia, utilizzando il Romeo Menti per far disputare le gare del girone. Ma dimenticando la Juve Stabia, la squadra della città, che è prima in classifica in Lega Pro e sta lottando con società potenti come Lecce, Matera e Foggia per conquistare la promozione in Serie B.

fonte/metropolisweb.it

Napoli-Pescara,le probabili scelte di Sarri: otto cambi rispetto allo Spezia

Ventesima giornata di Serie A con il Napoli che ospita il Pescara di Massimo Oddo. Match in programma domani pomeriggio, ore 15:00, allo stadio San Paolo.
Dopo la vittoria in Coppa Italia contro lo Spezia e il passaggio ai quarti, gli azzurri sono pronti a tornare in campo per iniziare il girone di ritorno in campionato. Al San Paolo arriva il fanalino di coda Pescara, match sulla carta abbordabile ma al tempo stesso molto insidioso. Gli uomini di Sarri hanno comunque una chance importante per dare continuità alla striscia di risultati positivi che dura ormai da dodici partite.
LE ULTIME SULLA FORMAZIONE AZZURRA – Maurizio Sarri deve fare a meno di Vlad Chiriches. Il difensore rumeno ha lavorato a parte anche quest’ oggi e non figura nella lista dei convocati. Non convocato neanche Arkadiusz Milik, aggregato ai compagni solo ieri. Diversi cambi rispetto al match contro lo Spezia, a cominciare dal rientro di Pepe Reina tra i pali. Al centro della difesa sarà con ogni probabilità Tonelli ad affiancare Raul Albiol. Sugli esterni agiranno Hysaj e Strinic, pienamente recuperato dopo il problema fisico accusato martedì. In mezzo al campo Marek Hamsik si riprende il suo posto sul centro sinistra. Per il resto solito ballottio Jorginho/Diawara e Allan/Zielinski. In attacco spazio ancora al tridente leggero composto da Callejon, Insigne e Mertens. Leonardo Pavoletti pronto a subentrare nella ripresa.

NAPOLI(4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Tonelli, Strinic; Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne.
ALLENATORE: Maurizio Sarri
A DISPOSIZIONE: Sepe, Rafael, Maggio, Maksimovic, Lasicki, Diawara, Rog, Zielinski, Giaccherini, Gabbiadini, Pavoletti.
SQUALIFICATI: –
INDISPONIBILI: Millik, Chiriches, Koulibaly, Ghoulam, El Kaddouri

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UFFICIALE – Aniello Cutolo è un nuovo calciatore della Juve Stabia

Aniello Cutolo è ufficialmente un calciatore della Juve Stabia

Arriva l’ufficialità del secondo grande colpo del mercato invernale della Juve Stabia: Aniello Cutolo.
La società del patron Manniello ha infatti pubblicato su Instagram la foto che tutti i tifosi attendevano, quella dell’esterno ex Entella nella sede gialloblù.
Il presidente Manniello riesce così ad “agguantare” il forte esterno offensivo, da anni suo pallino. Cutolo si va così ad aggiungere alla batteria di esterni, già di assoluta qualità, della rosa gialloblù.
Colpo eccezionale quello della Juve Stabia, che si assicura un calciatore in grado di fare la differenza anche in Serie B, proprio la categoria in cui Cutolo spera si tornare a breve con la maglia della Juve Stabia.
In poco più di una settimana sono quindi arrivati a disposizione di Fontana due pezzi da novanta, Matute e Cutolo..e sembra che le emozioni per i tifosi delle Vespe siano ben lontane dalla fine.

Riportiamo il comunicato ufficiale della Juve Stabia, appena pubblicato dalla società:

S.S. Juve Stabia rende noto di aver acquisito dalla Virtus Entella, a titolo definitivo, il diritto a ricevere le prestazioni sportive dell’esterno d’attacco Aniello Cutolo, classe ’83.

L’estroso attaccante esterno, napoletano di nascita, vanta oltre 280 presenze in serie cadetta con le maglie di Arezzo, F.C. Hellas Verona, F.C. Crotone, Padova, Pescara, A.S. Livorno e Virtus Entella, formazioni con cui ha realizzato oltre 50 goal. Dal gennaio 2015, in serie B, ha indossato la maglia della Virtus Entella e con la squadra ligure ha fatto registrare 54 presenze, con 5 reti all’attivo.

Aniello Cutolo si metterà subito a disposizione del gruppo, agli ordini di mister Fontana, alla ripresa della preparazione.

Queste le prime dichiarazioni dell’esterno d’attacco, subito dopo la firma sul contratto: “La Juve Stabia mi ha voluto fortemente. Il Presidente Manniello, apprezzato e stimato nell’ambiente per le sue capacità e competenze, è stato convincente e determinante. Ho tantissima voglia di mettermi in mostra e di dare un contributo a questa società. Ho sentito telefonicamente il mister, l’ho incontrato in campo da calciatore ma ora avrò la possibilità di lavorare sotto la sua guida tecnica. Fontana è un allenatore preparato e ha tanta voglia di far bene; mi auguro di dare il mio contributo per raggiungere qualcosa di importante insieme a lui e ai miei nuovi compagni di squadra. Ho giocato tante volte qui al “Menti” anche se da avversario – continua Cutolo – e vi assicuro che il tifo stabiese si è sempre fatto sentire dal primo all’ultimo minuto di ogni partita; finalmente ascolterò quei cori indossando la maglia gialloblù. Ringrazio i tifosi per la carica che ci daranno in ogni gara e a tutti loro prometto la massima professionalità e un impegno costante, per raggiungere l’obiettivo che noi tutti desideriamo”.

Credit Foto: Instagram SSJUVESTABIA

Raffaele Izzo