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Pier Carlo Padoan: l’enfasi va messa sulla crescita e l’occupazione

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Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, scrive a La Stampa per rispondere al rapporto del World Economic Forum: “Mentre altri pensano che l’austerità sia il modo migliore se non addirittura l’unico per ridurre il debito, noi siamo convinti che l’enfasi debba essere messa sulla crescita e l’occupazione”.

Padoan: un freno al debito, ma ora pensiamo a crescita e occupazione

La lettera del ministro dell’Economia

La diseguaglianza, in Italia particolarmente elevata da ben prima della grande recessione, limita la mobilità sociale, danneggia la crescita ed è inaccettabile dal punto di vista etico.

Se è vero che la crisi ha colpito tutti, coloro che partono da posizioni più svantaggiate declinano rapidamente verso la povertà assoluta. Il recente rapporto del World Economic Forum sul legame tra inclusione sociale e crescita conferma le nostre convinzioni: una crescita perseguita senza attenzione all’inclusione è effimera oltre che ingiusta. Aggiungo che può essere tra le cause dell’instabilità politica, come dimostrano le consultazioni elettorali e referendarie tenute nei paesi più sviluppati nel corso del 2016. Per questi motivi abbiamo posto l’inclusione sociale in cima all’agenda del G7 delle Finanze che si terrà in maggio a Bari. Per questi motivi il prossimo Documento di Economia e Finanza conterrà per la prima volta una valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche sull’inclusione sociale, grazie all’iniziativa del Parlamento italiano.

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Le cause della divaricazione tra inclusi ed esclusi trova le sue radici più profonde nei limiti strutturali del sistema italiano, che non ha saputo modernizzarsi adeguatamente con il passare degli anni: il mercato del lavoro non riesce ad includere giovani e donne, élite estrattive continuano a trarre rendite da posizioni privilegiate, corporazioni sedimentate anche nell’ambito di servizi a scarso valore aggiunto impediscono l’accesso a nuovi soggetti più creativi ed efficienti, sistemi di welfare e di tassazione sono inefficaci nel migliorare la distribuzione del reddito, l’evasione fiscale è una piaga, la divergenza tra Nord e Sud non è ancora recuperata e aumenta quella tra le aree svantaggiate (presenti anche nel Centro-Nord) e i poli dove si concentra la ricchezza.

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Negli ultimi tre anni il Governo ha iniziato ad affrontare questi problemi con una politica di bilancio decisamente meno restrittiva, anzi moderatamente espansiva, che ci ha portato fuori dalla recessione ed ha aumentato l’occupazione. Ne hanno tratto vantaggio anche le riforme strutturali che dispiegano i loro effetti benefici più rapidamente, e con maggior intensità, in un contesto macroeconomico favorevole. Rilanciare oggi la crescita e l’occupazione attraverso una politica di bilancio attenta alla crescita oltre che al consolidamento favorisce anche l’occupazione nel lungo termine. La lotta all’evasione fiscale è migliorata (tant’è che nel 2016 gli introiti da questo fronti hanno raggiunto la cifra record di 17 miliardi) e il mercato del lavoro è stato reso più dinamico (tra gennaio 2015 e novembre 2016 la crescita degli occupati è stata di 436mila unità).

Diverse politiche sono state messe in campo, molto rimane da fare. In primis, una piena attuazione del reddito di inclusione, che è tra le priorità del Governo in questo scorcio di legislatura. Si tratta di un intervento che non si limita a erogare risorse ma coinvolge i destinatari dei benefici per renderli soggetti attivi di un processo di inclusione: innanzitutto nella scuola e nel lavoro. Vanno, inoltre ed indubbiamente, migliorate le politiche per colmare la distanza tra il Nord ed il Sud del paese.

D’altra parte il WEF e altri osservatori internazionali segnalano nel nostro sistema importanti luci, non soltanto ombre, come l’assistenza sanitaria universalistica, per la quale siamo in vetta alla classifica e dove siamo intervenuti anche recentemente, sia con l’incremento della spesa sia con una sua migliore qualificazione e l’ampliamento dei servizi offerti.

Il mondo ha bisogno di muoversi alla ricerca di un equilibrio tra la libertà di iniziativa e l’inclusione di tutti i cittadini nei processi di incremento del reddito e di progresso delle condizioni di vita. Una strada passa attraverso la migliore organizzazione dello Stato, in tutte le sue articolazioni, affinché migliori la propria capacità di produrre beni pubblici. Un’altra strada passa per politiche di bilancio che sostengano adeguatamente la crescita e l’occupazione nel breve così come nel lungo periodo.

Il confronto tra il Governo e le istituzioni europee, e talvolta anche con altri partner dell’Unione, non riguarda l’obiettivo del risanamento dei conti pubblici. Su questo conveniamo che il rapporto tra debito e Pil è elevato, e per questo abbiamo messo un freno alla dinamica di crescita ininterrotta degli ultimi anni e abbiamo stabilizzato l’indicatore. Ciò che ci distingue da molti interlocutori è la ricetta per perseguire l’obiettivo: mentre altri pensano che l’austerità sia il modo migliore se non addirittura l’unico per ridurre il debito, noi siamo convinti che l’enfasi debba essere messa sulla crescita e l’occupazione. Una crescita sostenibile e pertanto non drogata dal disavanzo (che infatti diminuisce regolarmente dal 2014), affiancata da riforme strutturali capaci di aumentare stabilmente il potenziale produttivo.

Soltanto con una crescita più sostenuta nella dimensione e capace di includere più cittadini, più equilibrata nel rapporto tra componenti della società, si potrà finalmente avviare un recupero pieno del potenziale del nostro Paese. Dobbiamo innescare un circolo virtuoso. È un lavoro che chiede anni di impegno coerente e la continuità nelle politiche economiche darà un contributo cruciale per conseguire questo risultato.

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vivicentro/Pier Carlo Padoan: l’enfasi va messa sulla crescita e l’occupazione
lastampa/Padoan: un freno al debito, ma ora pensiamo a crescita e occupazione PIER CARLO PADOAN*

* Ministro dell’Economia e delle Finanze

La scelta di Gentiloni sui conti pubblici

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L’Italia non presenterà una manovra aggiuntiva alla Commissione europea.

La posizione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiude all’ipotesi di un nuovo intervento sui conti pubblici. Alla luce delle forti tensioni internazionali Gentiloni ritiene miope la richiesta di ridurre il deficit dello 0,2%.

Gentiloni ha deciso: “Non ci sarà nessuna manovra correttiva”

Bruxelles prepara la lettera per il debito eccessivo. Disappunto a Palazzo Chigi per l’iniziativa Ue

ROMA – La prima, grossa grana della sua vita da capo del governo, Paolo Gentiloni ha deciso di affrontarla, stando ben attento a non abbassare la guardia. Per il momento nessuna dichiarazione ufficiale davanti alla lettera di «richiamo» in arrivo dalla Commissione europea che, senza invocarla esplicitamente, alluderebbe ad una manovra correttiva della Legge di stabilità di 3 miliardi e 400 milioni di euro.

Ma la prima reazione del presidente del Consiglio è stata di «disappunto», di forte sorpresa per la tempistica dell’iniziativa europea. Gentiloni ritiene al limite del surreale l’approccio rivendicativo col quale Bruxelles guarda all’Italia, in settimane nelle quali sta cambiando radicalmente il quadro internazionale.

Con un presidente degli Stati Uniti come Donald Trump che sembra prepararsi a guardare all’Europa con un approccio potenzialmente dissolutorio, con la premier inglese Theresa May che oggi finalmente spiegherà come intende pilotare la Brexit, con la Francia a rischio-Le Pen, in sostanza con un contesto così movimentato, il nuovo presidente del Consiglio ritiene miope la richiesta della Commissione all’Italia di ridurre dello 0,2% il proprio deficit. Con una battuta del tutto informale, Gentiloni ha paragonato un atteggiamento di questo tipo a quello del pianista che continua a suonare nel saloon mentre attorno a lui imperversa una rissa.

E con questo spirito, confidato nei contatti informali di queste ore, Gentiloni ha deciso la linea per i prossimi giorni: come sempre in questi casi con Bruxelles si apre una trattativa, «l’Italia non ha alcuna intenzione di aprire guerre con nessuno», infrangere le regole o di lanciarsi nel burrone dell’extra-deficit. Ma al tempo stesso non ha alcuna intenzione – ecco il punto dirimente – di ipotizzare manovre, manovrine o aggiustamenti.

Al termine di una trattativa che si intende condurre senza rigidità, si rifaranno i conti e, nel caso, si ritoccheranno i numeri del Documento di economia e finanza, ma al momento nulla cambia. Anche perché, ma su questo a palazzo Chigi sono attentissimi ad evitare polemiche, la Commissione è parsa avere un approccio benevolo nei confronti di alcuni Paesi (Spagna e Portogallo e non solo) che hanno sfondato i parametri.

Certo, la posizione di Palazzo Chigi per il momento è espressa in modo informale e dunque è prematuro rilevare un discostamento da quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: «Vedremo se sarà il caso di prendere misure ulteriori per sostenere i conti pubblici ma come ho sempre detto la via maestra per abbattere il debito è la crescita». Prematuro capire se sia la riproposizione della dialettica -sempre civile – tra Renzi e Padoan o se invece il ministro abbia volutamente esposto una posizione più negoziale.

Certo, Gentiloni intende presentarsi domani a Berlino per il bilaterale con Angela Merkel con il suo stile, così diverso da quello di Matteo Renzi, ma anche con un messaggio chiaro: l’Italia è quella di prima. Rispetto alla stagione di Renzi, non si fa un passo indietro. Un Paese fondatore che continua a considerarsi in credito e non in debito rispetto a Bruxelles, anche alla luce del dossier immigrazione: è vero che su questo fronte la stagione invernale non fa testo, ma nei primi giorni del nuovo anno gli arrivi in Italia sono triplicati rispetto al periodo corrispondente dello scorso anno.

D’altra parte il preannuncio dell’invio della lettera da parte della Commissione europea fa parte degli eventi messi nel conto. A novembre l’esecutivo Ue aveva pubblicato un’opinione attendista sulla manovra per il 2017 rilevando che il bilancio italiano era a rischio rispetto alle regole del Patto di stabilità. Nelle prossime settimane la Commissione pubblicherà il rapporto sul debito pubblico: un altro fronte sul quale l’Italia rischia grosso.

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lastampa/Gentiloni ha deciso: “Non ci sarà nessuna manovra correttiva” FABIO MARTINI

Roberto Amodio: ”Santacroce può dare un contributo importante. I nuovi arrivati…”.

L’intervento di Roberto Amodio al Pungiglione Stabiese

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione di ViviRadioWeb abbiamo avuto come nostro ospite telefonico l’ex capitano della Juve Stabia Roberto Amodio. Tanti i temi trattati con l’attuale consigliere delle società. In particolare abbiamo tracciato un bilancio di questo inizio di calciomercato, passando per l’imminente ripresa del campionato. Ecco alcuni frammenti della lunga intervista concessaci:

Roberto sappiamo che il mercato lascia delle sorprese in negativo e in positivo, c’è da dire che riguardo alle prime due operazioni portate a termine dalla Juve Stabia sono operazioni positive e importanti, perché sono due calciatori di qualità e di spessore; anche se poi alla fine sarà il rettangolo di gioco a decidere:

Sicuramente sono arrivati dei calciatori importanti consapevoli che arrivano in uno spogliatoio di una squadra che in questo momento è prima in classifica insieme ad altre due compagini. Metteranno a disposizione la loro esperienza, stiamo parlando di calciatori che nel loro curriculum hanno vinto diversi campionati. Arrivano in un momento decisivo del campionato con il girone di ritorno che, sappiamo, da anni, è ben diverso rispetto al girone d’andata. Le squadre giocheranno con la consapevolezza che i punti diventano importanti e quindi ognuno giocherà con i propri obiettivi e un po’ di esperienza non guasta mai. Non si discute sulle qualità tecniche dei nuovi arrivi, bisogna però far attenzione sulle qualità morali, è vero che sono calciatori che hanno un passato importante, però bisogna rispettare anche ciò che di buono fino adesso è stato profuso da altri calciatori. L’importante è che metteranno a disposizione la loro esperienza per la Juve Stabia, e sicuramente possono dare un contributo importante.

Ci sono difficoltà ad ingaggiare calciatori, tant’è che il primo obiettivo di questo mercato, ovvero un terzino sinistro, individuato in De Vito tarda ad arrivare. Il calciatore sta facendo di tutto per liberarsi dal Messina,non si allena da diversi giorni, ma è trattenuto dalla società peloritana. Come si gestisce una situazione del genere?

Purtroppo sono calciatori che appartengono ad altre società e non sempre si riesce ad ingaggiarli visto che appunto la società detentrice del cartellino non è intenzionata a privarsene. Intanto posso dire che sono ottimista sul recupero di Liviero, calciatore che a breve ritornerà a giocare, ha subito un brutto infortunio, però sono fiducioso, perché in queste ultime settimane sta procedendo bene con il lavoro.

C’è la possibilità che si possa arrivare a tesserare un altro difensore, però bisogna anche dare merito ai ragazzi, che hanno sostituito Liviero, lo stesso Liotti magari non sempre è stato brillante, una soluzione c’è sempre nell’aspettare Liviero che è un calciatore importante.

Riguardo le dichiarazioni di Montalto che sui social si è lasciato andare a qualche considerazioni d’amore nei confronti del Trapani nonostante sia ancora un calciatore tesserato della Juve Stabia. Una tua considerazione in merito:

Purtroppo questi social hanno rovinato un po’ l’immagine di tantissimi calciatori, perché in tanti non fanno altro che parlare sui social anche subito dopo una partita. Un loro pensiero che a volte farebbero meglio a tenere per se. Molte volte bisogna stare zitti e magari a rispettare di più la città che in questo momento lo sta ospitando e la squadra che gli dà la possibilità di guadagnare dei soldi.

Personalmente non amo usare i social, a volte vedo affermazioni di calciatori che più delle volte si sono messi in cattiva luce. È successo ai big, come è successo ai meno noti, farebbero meglio a stare zitti cercando di rendere al meglio e avere una professionalità diversa.

La Juve Stabia è alla ricerca di un attaccante, una prima punta che possa garantire quei 10 gol in questa parte finale di stagione. Ci sono difficoltà nello specifico perchè è proprio il tipo di ruolo che in giro non offre tante alternative?

In questo momento di stagione si va a vedere l’attaccante che sta realizzando i gol, ma qui si tratta di calciatori sotto contratto con le rispettive società che non li lasciano andare via. È il gioco delle parti, anche altri club se vengono da noi a chiedere giocatori importanti che stanno rendendo bene, non penso che la Juve Stabia li lasci andare via. Se ci sarà la possibiltà di ingaggiare un attaccante che possa far alzare l’asticella ben venga, anche se sono molto fiducioso sui calciatori che già abbiamo in rosa. Reputo che in quella posizione si possa sfruttare Kanoutè, perchè può fare anche l’attaccante centrale visto che già l’anno scorso si distinse in quella posizione e non a caso ha impressionato tantissimo quando venne a giocare qui a Castellammare da punta centrale con la maglia dell’Ischia. Lo stesso Del Sante prima di avere qualche infortunio stava dando il suo contributo. Se dovesse arrivare un attaccante importante, al di là dei numeri che sono relativi visto che potrebbe poi smentirsi con i fatti, che possa dare una mano alla squadra e abbinarsi bene alle caratteristiche del modulo e del gioco di mister Fontana ben venga.

Ne abbiamo parlato proprio con mister Fontana, qual’è il tuo pensiero sul mercato di Gennaio? Il Mister già ha fatto sapere che se fosse per lui lo ridurrebbe ad una sola settimana, perchè toglie concentrazione ai calciatori:

Si certo, purtroppo i calciatori sono influenzati dalle voci di mercato. Alcuni che due/tre partite non giocano subito si lamentano e chiedono il trasferimento. Purtroppo finchè il mercato è aperto, si muovono anche gli altri e possono essere di disturbo anche per chi sta lavorando in questo momento. Poi quando si chiude il mercato, ognuno si mette l’anima in pace, sa che deve dare il massimo almeno fino a giugno e quindi chi adesso ha un po’ la testa altrove, poi ritroverà un pò  più di serenità e tranquillità. Secondo me il mercato di gennaio dura troppo, anch’io penso che siano necessari solo una decina di giorni.

Proprio come dicevi riguardo i calciatori un po’ scontenti, lascia un po’ perplessi questa “scontentezza” di Sandomenico visto che comunque ha giocato quasi le stesse partite di tutti gli altri esterni:

Ognuno ha il suo carattere, c’è chi riesce a capire l’obiettivo da raggiungere e non pensare magari solo ai fatti personali, mentre invece all’opposto ci sono ancora calciatori che pensano al minutaggio. Dopo il mio passato calcistico, posso dire che è più gratificante giocare per un obiettivo importante anziché giocare quasi tutte le partite senza obiettivi prestigiosi. Chi riesce a capire queste dinamiche si rende utile alla causa, chi invece vive il proprio malumore e pensa ai fatti personali, allora a quel punto è giusto che vada via, in quanto se si pensa solo a se stessi non si riesce ad essere felice e a vivere con il resto del gruppo le esperienze positive. Al di là di chi gioca, bisogna capire che esiste una società che deve vincere la domenica. Si deve avere rispetto per chi gioca poco, in campo si gioca in undici e alla fine del campionato tutti avranno avuto la propria chance, chi capisce questo è bene che resti chi no è giusto che vada via. Le scelte dell’allenatore vanno rispettate ed  è il campo a dare il proprio responso. Il nostro è un gruppo di calciatori validi e quando si gioca in una squadra competitiva e che arriva a determinate posizioni di classifica significa che alla base vi è un’ ossatura importante e non solo l’undici che scende in campo.

Santacroce si, Santacroce No. Qual’ è il tuo pensiero?

Mi auguro, e sono convinto che lui possa dare una mano alla Juve Stabia. Si tratta di un calciatore che si allena dall’inizio del campionato, seguo gli allenamenti e ho visto che non ne ha mai saltato uno. Grande professionalità da parte sua, non è facile allenarsi tutti i giorni con una grande intensità senza avere l’obiettivo della domenica e senza essere stipendiati dal club. Ho visto invece dall’inizio dell’anno, che si mette sempre a disposizione e penso che anche come calciatore abbia ancora tante risorse da dare. Non è un calciatore morto, anzi, fino a due anni fa calcava palcoscenici importanti. Può essere un jolly difensivo per la sua esperienza, conosce bene l’ambiente in quanto si trova qui da 6 mesi e dal primo giorno di ritiro è rimasto sempre al suo posto con grande disponibilità e di certo non troverebbe difficoltà ad inserirsi nel gruppo. È un ragazzo che si fa voler bene, e anche calcisticamente può dare un contributo importante.

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L’Angolo di Samuelmania – Che Tonelli, che risposta: ora testa al Milan!

Napoli-Pescara, un Napoli molto positivo nelle gare che affronta

Un grande attacco con il tridente Insigne-Mertens-Callejon, ma dobbiamo dire che c’è anche un grande Tonelli che è stato per tanto tempo in panchina e ha risposto con belle prestazioni e a suon di goal. Il pescara ci prova più volte, ma trova la rete solo alla fine su calcio di rigore.

Finisce 3 a 1 per il Napoli.

Adesso c’è il Milan, una bella trasferta.

In bocca al lupo e forza Napoli Sempre.

a cura di Samuele Esposito

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Longhi su Milan-Napoli: “Settore ospiti aperto, invitiamo i napoletani ad un comportamento esemplare”

Longhi su Milan-Napoli: “Settore ospiti aperto, invitiamo i napoletani ad un comportamento esemplare”

Ai microfoni di Radio Marte, è intervenuto Carlo Longhi, membro dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive, il quale ha dichiarato: “Confermo che è stato sbloccato. Una decisione presa in anticipo visto che la partita si giocherà in anticipo. Si invitano i tifosi del Napoli ad assumere un comportamento esemplare, sarete ripagati”.

Napoli-Insigne, distanza abissale per il rinnovo: il Milan ci prova

Napoli-Insigne, distanza abissale per il rinnovo: il Milan ci prova

Ai microfoni di Rai Sport, è intervenuto il giornalista Ciro Venerato, il quale ha dichiarato: “C’è gelo tra il Napoli e Lorenzo Insigne per il rinnovo del contratto. La differenza tra le parti è abbissale. Insigne punta un ingaggio da top-player, ADL offre lo stesso stipendio offerto a Mertens: 2,5 milioni. Dopo luglio, De Laurentiis ha sospeso le trattative, mentre Giuntoli prova a mediare tra le parti. Il Milan, nella persona di Marco Fassone, già dirigente azzurro, ha già sondato sia il club azzurro che gli agenti del calciatore. 60 milioni la valutazione del talento di Frattamaggiore”.

I 200 preti pedofili d’Italia che imbarazzano la Curia

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Dagli abusi in parrocchia alle coperture dei vescovi e dei porporati: nel nuovo libro di Emiliano Fittipaldi la mappa della piaga che ancora affligge la Chiesa

METTENDO sotto la lente d’ingrandimento cronache di provincia degli ultimi mesi, carte giudiziarie fresche di cancelleria e documenti parrocchiali si scoprono tanti tasselli. Guardando il mosaico da una certa distanza, il disegno diventa più chiaro. Partiamo prendendo un treno verso la punta del tacco d’Italia. In Calabria, vicino a Reggio, c’è don A. T., già padre spirituale del seminario di Oppido Mamertina, che nel marzo 2015 viene trovato dalla polizia in un’auto con un diciassettenne conosciuto grazie alla app Grindr usata per incontri gay. Venti euro il costo della prestazione. Indagato per prostituzione minorile, il don continua a fare il prete, confidandosi di tanto in tanto con il suo vescovo, monsignor Francesco Milito. “Evita di parlare con i carabinieri di queste cose” gli suggerisce il superiore senza sapere di essere ascoltato.

Sempre in Calabria, nella diocesi di Locri, c’è il vescovo Francesco Oliva, nominato da Francesco nel 2014: è lui che nel 2015 manda in una parrocchia a Civitavecchia un suo sacerdote che la Congregazione per la dottrina della fede ha in passato sospeso per quattro anni, nel 2011, per “abuso di minore con l’aggravante di abuso di dignità o ufficio, commesso nel periodo tra il 2006 e il 2008” obbligandolo alla “celebrazione di 12 Sante Messe con cadenza mensile a favore della vittima e della sua famiglia “.

A Ostuni, c’è Franco Legrottaglie, condannato nel 2000 per atti di libidine violenta su due ragazzine, mai sfiorato da processi canonici, e in seguito designato nel 2010 dal vescovo emerito Rocco Talucci cappellano dell’ospedale e prete in una chiesa del paese: nel maggio 2016 è stato pizzicato con 2.500 immagini pedopornografiche conservate sul computer in cartelle con i nomi dei santi. Ha lanciato una moda: anche don Andrea Contin, indagato a Padova per induzione alla prostituzione, etichettava i filmini hard a cui partecipavano le sue amanti con i nomi dei papi.

A Catania c’è un sacerdote che ad agosto 2016, già sospeso dalla curia dalle attività pastorali, avrebbe minacciato con un coltello alla schiena un quindicenne costringendolo a rapporti sessuali. Poi c’è don Siro Invernizzi, che nel 2013 è stato mandato dal vescovo di Como a fare il viceparroco a Cugliate, vicino Varese, nonostante i due anni con la condizionale patteggiati per aver approcciato in strada un ragazzino rom di tredici anni che si prostituiva. E ancora: a Grosseto c’è un sacerdote rinviato a giudizio nel luglio 2016 per molestie a tre ragazzine, a cui avrebbe rivolto “attenzioni troppo intime”. A Pietrasanta, in Versilia, dalla scorsa estate c’è un’altra indagine (ancora in corso) su un prete straniero appartenente all’ordine dei Carmelitani: la curia generalizia di Roma è stata citata in sede civile come responsabile dei danni per non aver esercitato il controllo sul religioso […].

Negli ultimi due lustri, contando solo i condannati e gli indagati, sono oltre 200 i sacerdoti italiani denunciati per atti di lussuria con adolescenti. Molti di più di quelli che hanno scoperto i cronisti del Boston Globe che diedero il via all’inchiesta Spotlight del 2002… Eppure in Italia lo scandalo non è mai esploso, a differenza che negli Stati Uniti, in Australia, in Irlanda o in Belgio in tutta la sua gravità. “Ciò che mi preoccupa qui è una certa cultura del silenzio”, disse monsignor Charles Scicluna quando faceva il promotore di giustizia della Congregazione della dottrina della Fede. Una tendenza all’acquiescenza che sembra coinvolgere le vittime, le famiglie dei credenti, le gerarchie e anche parte dei media: secondo alcuni osservatori non è un caso che siano proprio i paesi tradizionalmente più cattolici – come l’Italia, la Spagna e quelli del Sud America – quelli in cui il fenomeno della lussuria sui più piccoli sembra avere, nei pochissimi dati ufficiali disponibili, dimensione contenuta.

In realtà, il “sistema” che copre e protegge gli orchi e le casse della Chiesa funziona anche qui. Ancora oggi. E meglio che altrove. Un esempio su tutti: se l’arcidiocesi di Los Angeles qualche anno fa ha pagato, in un accordo extragiudiziario, 660 milioni di dollari a 508 vittime di molestie da parte di preti (il periodo delle violenze ipotizzate va dal 1950 al 1980) come indennizzo per gli atti di libidine, a Verona i 67 ex allievi dell’Istituto Provolo, sordomuti che hanno denunciato alla curia i mostruosi soprusi di cui sarebbero stati oggetto da parte di venticinque religiosi dal 1950 al 1984, non hanno ricevuto nemmeno un euro. Per la legge italiana i reati sono prescritti e una causa legale è tecnicamente impossibile. La commissione d’inchiesta “indipendente” non ha creduto ai loro racconti. Sarà un caso, ma qualche giorno fa uno dei sacerdoti indicati dai testimoni come presunti aguzzini, don Nicola Corradi, è stato arrestato in Argentina nella sede sudamericana dell’istituto dove si era trasferito qualche tempo fa, con l’accusa di “abuso aggravato ” e “corruzione di minori “.

Ancora oggi il Vaticano non prevede che sacerdoti e vescovi abbiano l’obbligo di denunciare i colleghi maniaci alla giustizia ordinaria. E i casi gestiti dalla Congregazione preposta restano segretissimi. A Cremona don Mauro Inzoli, potente monsignore di Comunione e Liberazione, nel 2016 è stato condannato in primo grado a 4 anni e nove mesi di carcere. Spretato da papa Ratzinger, nonostante il processo penale contro di lui ha fatto appello alla Congregazione e l’ha vinto: Francesco l’ha riammesso nel clero. Non è tutto: il magistrato ha chiesto al Vaticano le carte del processo canonico, e dopo mesi d’attesa s’è visto rifiutata la domanda: “Gli atti processuali e istruttori sono “sub segreto pontificio””, è stata l’unica, laconica spiegazione. Stessa dinamica accaduta a Palermo pochi mesi prima.

Gli insabbiamenti o le difese d’ufficio coinvolgono pezzi da novanta della gerarchia come il vescovo di Brescia, quello di Como, quello di Castellaneta, il vescovo emerito di Palermo, cardinale Paolo Romeo, quello di Savona, cardinali di peso come Antonelli, Bertone e Domenico Calcagno. Quest’ultimo ha fatto carriera con Benedetto XVI, e anche Francesco l’ha confermato sulla poltrona di presidente dell’Apsa, l’ente che gestisce l’immenso patrimonio della Santa Sede. Nonostante una macchia grave, quella di aver spostato nel 2003 da una parrocchia all’altra un prete su cui erano già arrivate pesanti segnalazioni. Uno spostamento a cui non seguirono provvedimenti: peccato che due anni dopo, il sacerdote, don Nello Giraudo, poté molestare in un campo scout un altro ragazzino.

repubblica/”Ecco i 200 preti pedofili d’Italia”, lo scandalo che imbarazza la Curia di EMILIANO FITTIPALDI

Le novità del pacchetto immigrazione: dai lavori socialmente utili agli stage

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Chi arriva in Italia e chiede asilo dovrà svolgere lavori socialmente utili in attesa di ottenere risposta all’istanza. È una delle novità più importanti del pacchetto di nuove misure in materia di immigrazione che sarà illustrato mercoledì al Parlamento dal ministro dell’Interno Marco Minniti, al ritorno dalla sua missione in Germania proprio per discutere di una linea comune in sede europea.

Si tratta di un insieme di regole che hanno l’obiettivo di marcare il «doppio binario» tra profughi e irregolari e si affiancheranno a due proposte legislative sulle quali spetterà alle Camere pronunciarsi. In attesa di chiudere nuovi accordi bilaterali con gli Stati africani che in cambio di aiuti sono disposti ad accettare i rimpatri, ritenuti una delle priorità dal governo.

60 sbarchi al giorno

L’appuntamento è fissato davanti alla commissione Affari costituzionali nell’ambito di un progetto che coinvolge anche le Regioni e i Comuni. Un percorso condiviso che — come ha sottolineato il titolare del Viminale — «servirà a garantire accoglienza a chi ha titolo, essendo inflessibili con chi non ha i requisiti per rimanere nel nostro Paese».

Anche tenendo conto dei numeri: nei primi dodici giorni del 2017 sono sbarcate 729 persone, il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una media di 60 al giorno. A ciò si aggiunge l’emergenza per i minori non accompagnati. Secondo Telefono azzurro lo scorso anno sono scomparsi in Italia oltre 5.000 ragazzi e bambini.

I venti Cie

I nuovi Cie saranno strutture da massimo cento posti, stabili demaniali lontani dai centri delle città, preferibilmente vicini agli aeroporti.

All’interno lavoreranno i poliziotti per effettuare la procedura di identificazione ed espulsione in modo da poter poi pianificare i rimpatri. La vigilanza esterna potrebbe essere affidata ai soldati che finora hanno svolto compiti di sorveglianza per il dispositivo antiterrorismo.

All’interno sarà sempre presente un «garante» che possa verificare il rispetto dei diritti degli stranieri. A Roma, Torino, Crotone e Caltanissetta si è deciso di utilizzare i centri già operativi, altrove si stanno individuando gli edifici adeguati. Dovrebbero rimanere escluse la Valle d’Aosta e il Molise, anche tenendo conto delle difficoltà per effettuare i trasferimenti.

Il lavoro

Due mesi dopo la presentazione della richiesta di asilo, ai migranti viene rilasciato un documento in cui vengono indicati come «sedicenti» rispetto alle generalità che hanno fornito al momento dell’arrivo. Basterà quel foglio per inserirli nel circuito dei lavori socialmente utili che diventerà uno dei requisiti di privilegio per ottenere lo status di rifugiato. Proprio come già accade per il corso di italiano obbligatorio per chi vuole ottenere la cittadinanza.

Si faranno convenzioni anche con le aziende per stage che potranno essere frequentati da chi ha diplomi o specializzazioni, proprio come avviene in Germania, nell’ottica di inserire gli stranieri nel sistema di accoglienza avendo la loro disponibilità a volersi davvero integrare.

Le nuove norme

Sono due le norme per le quali si chiederà al Parlamento di valutare modifiche sostanziali. La prima riguarda la possibilità di presentare appello contro il provvedimento che nega l’asilo, sia pur prevedendo alcune eccezioni. Si tratta di una misura che mira a snellire le procedure, evitando inutili lungaggini che impediscono di far tornare nel proprio Paese chi non ha titolo per rimanere.

Una linea che riguarda anche il reato di immigrazione clandestina, di cui da tempo i magistrati chiedono l’abolizione proprio perché impedisce di rendere effettive la maggior parte delle espulsioni. Chi viene denunciato e poi processato per questo illecito può infatti chiedere e ottenere di rimanere in Italia fino alla sentenza definitiva. Con il risultato di non poter effettuare il rimpatrio, anche se lo Stato di nascita concede il nulla osta.

 

  • fonte: Lavori utili o stage nelle aziende I requisiti per lo status di rifugiato – di Fiorenza Sarzanini – Corriere della Sera

2016, l’anno nero delle donne: un delitto ogni tre giorni

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«Una ragazza ustionata, un’altra sfregiata con l’acido, una terza donna che viene ferita dal suo exmarito, già responsabile dell’assassinio della prima moglie. È impressionante la sequenza di orrori che, in nemmeno una settimana, ha avuto come vittime le donne, oggetto di un odio incontenibile per il solo fatto di avere deciso autonomamente della propria vita».

La presidente della Camera,Laura Boldrini, non ci gira attorno. Gli ultimi, sono stati giorni feroci, brutali, punta dell’iceberg di una violenza contro le donne che in Italia ha numeri e dimensioni da bollettino di guerra: quasi 200 le vittime nel 2016, una ogni tre giorni. Tra il 2000 – anno record con 199 donne uccise – e il 2016, secondo uno studio dell’Eures, le donne vittime di omicidio in Italia sono state oltre 2.800, un numero tale da connotare «un fenomeno di carattere sociale».

Nei primi dieci mesi del 2016 è il nord a confermarsi l’area geografica a più alto rischio di femminicidio, con ben 62 donne uccise (il 53,4% del totale), davanti al sud con 31 (26,7%) e al centro con 23 (19,8%). Rispetto all’analogo periodo del 2015, crescono i femminicidi consumati al nord (+26,5%, da 49 a 62) e al centro (+53,3%, da 15 a 23), calano quelli commessi al sud (-44,6%, da 56 a 31). A livello regionale la Lombardia detiene il triste primato di regione con il più elevato numero di donne uccise (20 nei primi 10mesi del 2016, una ogni due settimane) davanti a Veneto (13), Campania (12, ma erano state 30 l’anno prima), Emilia Romagna (12), Toscana (11), Lazio (10) e Piemonte (10).

Anche nel 2016 la famiglia (con 88 donne uccise, pari al 75,9% del totale), si conferma principale contesto omicidiario, in linea con quanto rilevato da tutte le precedenti analisi. Decisamente meno frequenti risultano i femminicidi tra conoscenti/infragruppo (6%), quelli consumati nell’ambito della criminalità comune (4,3%), quelli scaturiti da conflitti di vicinato (2,6%), all’interno di rapporti economici o di lavoro (1,7%). Un unico caso – quello di una prostituta di 47 anni seviziata e uccisa in provincia di Bologna – è ascrivibile a un serial killer.

Tra gli 88 femminicidi familiari consumati tra gennaio ed ottobre, ben il 69,7% è avvenuto all’interno di un rapporto di coppia: 43 donne sono state uccise dal coniuge/convivente; 15 da un ex coniuge/ex partner e 2 da un partner/amante non convivente.

«A questa scia di comportamenti feroci non ci si può abituare né rassegnare – continua Laura Boldrini -. Insieme alla più dura repressione dei crimini, bisogna sviluppare ogni sostegno all’operato dei centri antiviolenza. E serve far partire una diffusa, capillare educazione al rispetto di genere, che coinvolga le generazioni più giovani: perché è da piccoli che bisogna imparare un rapporto non malato tra uomini e donne».

Restando nell’ambito della secca cronaca, per fortuna migliorano le condizioni di GessicaNotaro, la 28enne riminese sfregiata con l’acido martedì scorso dall’ex fidanzato Jorge Edson Tavares, che continua a negare la propria responsabilità ma per il quale il gip di Rimini Vinicio Cantarini ha convalidato l’arresto (con la misura della custodia cautelare in carcere) Il quadro indiziario non lascia dubbi sulla colpevolezza dell’uomo.

Il giudice ha riconosciuto la pericolosità sociale, anche alla luce di precedenti denunce, e il pericolo di fuga.

Gessica intanto, resta ricoverata: rischia di perdere la vista da un occhio. E per lei Rimini si mobilita, trova la voce e scende in piazza. Domani alle 18.30 ci sarà un presidio promosso dal Comune e dal Centro antiviolenza Rompi il Silenzio.

«È per te Gessica» il nome dato all’iniziativa. «Un momento comune, aperto a tutta la cittadinanza – spiega l’Amministrazione cittadina – perché la violenza contro le donne, che si nutre di indifferenza e di rassegnazione, non deve passare sotto silenzio, perché la ferita di Gessica è una ferita all’intera collettività riminese», spiegano gli organizzatori della manifestazione di solidarietà.

fonte/Valeria Trigo – l’Unità

Promozione-Nuova Ischia che beffa! Isolani bloccati in casa dal Rione Terra

La Nuova Ischia inciampa contro il Rione Terra. Al “Mazzella” la gara termina a reti bianche. I gialloblù falliscono la possibilità di allungare in classifica e portarsi a più tre, dal Bacoli Sibilla. La formazione flegrea pareggia nel derby contro la Puteolana. La formazione isolana è stata condizionata da vari episodi: in primis un terreno di gioco,davvero in pessime condizioni,fino ad arrivare alle scelte arbitrali pessime. Un episodio tra tutti è stato quello di non assegnare un calcio di rigore ai gialloblu nei secondi finali del match. Lo stesso direttore di gara a fine partita,ha dichiarato che c’erano gli estremi per il rigore,ma che purtroppo erano scaduti i cinque minuti di recupero concessi. Nonostante qualche torto arbitrale subito contro,c’è da considerare che per tutto l’arco dei novanta minuti la Nuova Ischia,non abbia impressionato più di tanto l’avversario. Il portiere ospite infatti non ha compiuto veri e propri interventi per salvare il risultato. Era un match da vincere a tutti i costi proprio in prospettiva di domenica quando i gialloblu andranno a far visita al Bacoli,dove i punti potevano essere più tre in classifica rendendo così le cose più semplici,ai fini del campionato. Soltanto il campo domenica dirà il verdetto quale sarà tra le due squadre.

La sintesi. Nei primi minuti della gara le due squadre si studiano tra di loro,con i gialloblu che cercano di sfruttare le corsie laterali per l’inserimento in area dei due attaccanti Saurino e Arcobelli. Al 17′ Del Deo sbaglia a controllare un pallone in area,che per poco non diventa pericoloso per un avversario,ma l’estremo difensore con un doppio intervento riesce a rifugiarsi in corner.Al 20′ occasione ghiotta per sbloccare il punteggio in favore dei padroni di casa: Ciro Saurino sulla fascia sinistra crossa al centro per Arcobelli,che ci prova di piatto al volo con la sfera che termina fuori. Due minuti più tardi, contatto sospetto in area: viene atterrato Gianluca Saurino,ma l’arbitro gli fa segno di proseguire. Alla mezz’ora di gioco,ci prova Marano con una conclusione velenosa, ma il suo tiro viene intercettato dalla faccia di Stellato. Il difensore protesta,perchè sul tiro di Marano la sfera era già terminata fuori. L’arbitro estrae il cartellino giallo. Dopo un minuto,corner dalla sinistra battuto da Cuomo e colpo di testa di Saurino.C ,con il pallone che termina a lato. Al 40′ uno-due nello stretto tra Cuomo e Arcobelli,il numero 7 si invola sulla fascia e cross in area sul secondo palo per Marano che ci prova,ma il centrocampista non inquadra lo specchio della porta. E’ l’ultima azione da segnalare del primo tempo ,con le squadre che vanno al riposo sul risultato di 0-0. Nella ripresa al 7′ lancio lungo da parte dei gialloblu,dopo un corner,con la difesa ospite che respinge e la sfera arriva a Talamo che avanza in progressione e bravo a saltare Mennella in uscita,ma la sua conclusione è troppo debole con la retroguardia isolana che recupera palla. Al 9′ Gianluca Saurino, dopo un azione di contropiede,conclude verso la porta,la sua conclusione viene respinta con il pallone che diventa buono per Marano che però non inquadra la porta. Al 17′ conclusione ravvicinata di Arcobelli,ma il portiere blocca. Al 21′ strepitoso cross di Camorani per l’inserimento di Saurino. G, che ci prova al volo con la sfera che termina di poco a lato. Al 24′ la formazione di casa si vede annullare un gol di Gianluca Saurino: l’attaccante scatta su un lancio lungo dalla difesa, si inserisce con i tempi giusti e scavalca il portiere in uscita depositando il pallone in rete,ma il direttore di gara annulla il gol per sospetta posizione di off-side. Alla mezz’ora della ripresa azione da parte dei due fratelli Saurino: Gianluca riceve palla,cede sulla sinistra a Ciro ma la sua conclusione termina alta. Al 35′ il portiere ospite smanaccia un cross, la palla diventa buona per Marano ma il suo tiro non inquadra lo specchio della porta. Si arriva così al 45′ quando l’arbitro concede cinque minuti di recupero e accade di tutto. Al 48′ Ciro Saurino commette un fallo di frustrazione,atterrando un avversario da dietro,senza nessuna possibilità di prendere il pallone: il direttore di gara non ci pensa due volte ed estrae il cartellino rosso. Quando siamo giunti al 50′, l’arbitro concede un altro minuto recupero, per le varie perdite di tempo degli ospiti. Esattamente al 50′ e venti secondi,viene concesso un corner ai gialloblu. Sugli sviluppi della battuta Gianluca Saurino viene letteralmente atterrato in area di rigore,ma il signor. Luca Chianese di Napoli fischia la fine,facendo infuriare non solo i calciatori in campo,ma tutti gli addetti ai lavori,in primis il tecnico Isidoro Di Meglio.

A cura di Simone Vicidomini

Nuova Ischia      0

Rione Terra        0

Nuova Ischia: Mennella, Errichiello, Silvitelli, Saurino C., Chiariello, Del Deo (36’st Oratore), Cuomo, Camorani (42’st Paradiso), Arcobelli (28’st Matarese), Saurino G., Marano. In panchina Telese, Prestopino, Di CostanzoDi Sapia. Allenatore Isidoro Di Meglio

Rione Terra: Romano, Carandente, Ursomanno, Costagliola, Stellato, D’Oriano, Lanuto, Talamo (12’st Imparato), Di Roberto, De Luca, Gritto (25’st Barretta). In panchina Biascioli, Migliaccio, Caiazzo, Blasio. Allenatore Massimiliano De Girolamo.

Arbitro: Luca Chianese di Napoli, assistenti Carrieri e Marletta di Napoli

Note: ammoniti Stellato, De Luca (R) Espulso Saurino.C (N.I)

 

 

Il Pungiglione Stabiese – Riprende il cammino verso il sogno

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono. Collegatevi oggi 16 gennaio 2017 dalle ore 20:00 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci saranno in studio Salvatore Sorrentino (ViViCentro) e Mario Di Capua (Radio S.Anna)

Ci collegheremo telefonicamente con il l’ex capitano Roberto Amodio per fare un bilancio di questo inizio di calciomercato e per parlare delle ripresa del campionato.

Presenteremo il prossimo match casalingo con il Monopoli che segna la ripresa ufficiale del campionato dopo la lunga sosta invernale.

Avremo come ospite telefonico per la prima volta al Pungiglione Stabiese, Domenico Dicarlo di Canale 7 collega di Monopoli.

Ci collegheremo telefonicamente con Alberico Turi Direttore responsabile del settore giovanile della Juve Stabia.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

La fine del centrodestra. Salvini: ”Berlusconi sta con la Merkel, io con Trump”

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Il leader della Lega Nord Matteo Salvini dichiara “finito” il centrodestra. Annuncia in un’intervista che è pronto a correre da solo senza cercare un’intesa con Forza Italia e aggiunge: “Berlusconi sta con la Merkel, io con Trump”.

Matteo Salvini: “Il centrodestra è finito, siamo pronti a correre da soli”

MILANO – Il leader leghista: “Silvio come Merkel, io come Trump. Molti suoi elettori ci voteranno”

Renzi e Berlusconi tornano a mandarsi segnali e si sente subito odore di Nazareno-bis. Salvini, che ne pensa?  

«L’effetto è curioso».

Curioso?  

«Sì, sembra che entrambi siano fuori dal tempo. Evidentemente pensano che nel 2016 nel mondo non sia successo nulla, che non ci siano stati la Brexit o Trump. Sono ancora lì a parlare di legge elettorale e di inciuci».

Renzi che impressione le fa?  

«Ammettere gli errori fatti è segno di intelligenza, ma che fossero errori gliel’avevano già detto al referendum 20 milioni di italiani. Non so quanto sia sincero sulla manfrina di lasciare la politica, anzi no. Prendo invece per buono che voglia andare a votare. A differenza di Berlusconi».

Berlusconi sostiene che, se si vota e nessuno fra centrodestra, centrosinistra e grillini ha la maggioranza, allora l’accordo con il Pd è inevitabile.  

«Berlusconi dice adesso quel che io so da mesi. Peraltro, lo dice anche Alfano. Beh, io del loro accordo non farò parte».

Però Berlusconi almeno in teoria, è un suo alleato.  

«Ma non è che aspettiamo Berlusconi per andare avanti. Trump ha vinto parlando di dazi doganali, flat tax, stop all’immigrazione, lotta al terrorismo insieme con Putin. È il programma della Lega. Berlusconi parla di centro liberale, cattolico e moderato. In pratica, la Merkel. Io invece sto con Trump. E voglio votare subito».

Senza legge elettorale?  

«Noi avevamo proposto che le Camere lavorassero fra Natale e Capodanno per scriverla, senza aspettare il 24 e la Corte Costituzionale. Il referendum c’è stato il 4 dicembre, quindi si è già perso un mese e mezzo. Mi auguro che la Consulta faccia il suo lavoro senza pressioni, inciuci e rinvii e consegni al Paese una legge elettorale».

Potendo, lei cosa sceglierebbe?

«Il Mattarellum è un buon compromesso fra rappresentatività e governabilità. E quando era in vigore hanno vinto sia il centrodestra che il centrosinistra».

Allo stato attuale, però, a votare ci andrebbe solo con la Meloni.  

«E con Fitto, e con tanti elettori di Forza Italia, che dopo aver letto Berlusconi non credo abbiano voglia di votare per un inciucio con il Pd. Io sento tutti i giorni molti amministratori locali di Fi. Non mi sembra che siano proprio entusiasti di riproporre oggi la ricetta del ’94. Sono passati 23 anni, ventitrè! Se finalmente si andrà alle urne, mi creda, non saremo soli. Ricordo ancora che siamo nel ’17. E anche quest’anno ci saranno molte novità, in Europa».

Quali?  

«Si vota in Olanda, e Geert Wilders è favoritissimo. Si vota in Francia, e lì magari la partita sarà più dura, ma Marine Le Pen se la può giocare. E si vota in Germania, dove finalmente corrono delle forze eurocritiche. Sabato sarò a Coblenza per sostenere l’AfD».

A proposito, per la presidenza del Parlamento europeo per chi voterà? Pittella o Tajani?  

«Nessuno dei due. Sono due facce della stessa medaglia. Si tratta del classico contentino all’Italia, perché per colpa di Renzi in Europa non contiamo nulla e abbiamo rinunciato a vere posizioni importanti per mettere la Mogherini a rappresentare una politica estera che non c’è. Ma poi per me il popolare o il socialista pari sono. Tajani se lo voti la Merkel»».

Umanamente, Berlusconi che impressione le fa?  

«Berlusconi ha cambiato l’Italia e ha segnato la storia degli ultimi 25 anni. In politica, ma anche nell’economia, nei media, nello sport. Spero che la Corte di Strasburgo faccia giustizia e gli ridia la dignità. Ma se crede di essere il leader del centrodestra per diritto divino, si sbaglia. Il leader, semmai, lo sceglieranno le primarie».

Esiste ancora, il centrodestra?  

«Così, no».

vivicentro.it/politica
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Maradona si perde Napoli-Pescara per ‘colpa’ di De Laurentiis

Maradona si perde Napoli-Pescara per ‘colpa’ di De Laurentiis

Come riposta Il Corriere dello Sport, Maradona e De Laurentiis si sono incontrati a Roma a casa del presidente del Napoli. Un incontro programmato da tempo per starsene un po’ da soli e magari parlare di un ruolo da ambasciatore di Diego per il Napoli in futuro. L’asso argentino però, per andare da De Laurentiis a Roma, non si è potuto godere Napoli-Pescara proprio perchè subito dopo è dovuto ritornare a Napoli per partecipare alla conferenza stampa con Alessandro Siani per presentare lo spettacolo “Tre volte 10” che andrà in scena stasera al teatro San Carlo.

Il Pibe de oro ha confermato l’incontro, un colpo di teatro in gran segreto. Si stanno gettando le basi per un sempre più probabile incarico di ‘rappresentanza’: “Ho parlato con De Laurentiis e abbiamo fatto il primo passo per un accordo di lavoro con il Napoli dopo aver risolto i miei problemi in Italia. I napoletano sono ovunque. Dobbiamo fare le cose bene e gli ho detto che voglio una squadra vincente e che possa giocare alla pari con tutti e questo l’ha capito subito. Il presidente dopo 10 anni al Napoli è diventato un esperto di calcio.

L’amministrazione comunale è con Manniello. Le parole di Iovino (Pd)

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Le parole di Iovino (Pd) nel merito del “caso” scoppiato a Castellammare di Stabia per la proposta ventilata di far disputare le gare del Torneo Viareggio al Menti:

“Avevamo accolto positivamente l’idea che il Torneo di Viareggio potesse far tappa in città. Avevamo accolto positivamente l’idea che la nostra città potesse ospitare giovani di belle speranze di diversa estrazione culturale ed etnica. Avevamo raccomandato esclusivamente che si coniugassero tutte queste positive energie alle esigenze della nostra amata Juve Stabia. La risposta piccata e livorosa nei confronti di Franco Manniello purtroppo ha fatto scivolare il tutto in una sterile polemica politica che, purtroppo, lascia intendere altro. È’ evidente che il comunicato di Prima Stabia non ha aiutato un percorso virtuoso. Alle legittime perplessità del Presidente Manniello, giustamente interessato al bene della Juve Stabia, la squadra della nostra città lanciata verso un campionato di vertice, si sarebbe potuto rispondere in maniera più pacata e comprensiva. Invece la ragione della politica, della mera bega politica, ha avuto la meglio sull’obiettivo di organizzare la tappa del Torneo di Viareggio ed ancor più sul bene della città”.

Così Francesco Iovino capogruppo del Partito Democratico si schiera dalla parte del presidente della Juve Stabia Franco Manniello, attaccato pesantemente dai consiglieri comunali di centrodestra Gaetano Cimmino, Vincenzo Ungaro e Massimo De Iulio.

“Bisognava chiedere un parere alla Juve Stabia in segno di rispetto dei migliaia di tifosi che grazie ai grandi sacrifici del presidente Manniello stanno sperando di realizzare un sogno. Questa amministrazione è sempre stata e continuerà ad essere al fianco della squadra della nostra città. La promozione della cultura sportiva e la possibilità di ospitare grandi eventi a Castellammare di Stabia ci sta a cuore, tant’è vero che al Romeo Menti accoglieremo le gare delle Universiadi del 2019. In questo momento però riteniamo opportuno stringerci intorno alla Juve Stabia e anche come amministrazione dare il nostro pieno sostegno al presidente Franco Manniello che ha già realizzato una volta il sogno degli stabiesi e speriamo possa ripetersi”.

fonte: metropolisweb

Nell’area ex Cirio un progetto di Housing House per gli stabiesi. Presto il bando

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L’ingegnere Antonio Elefante, nel dare nota di un progetto di Housing Sociale messo in campo dal suo studio di ingegneria per conto del Comune di Castellammare, scrive due righe dirette proprio agli stabiesi al fine di informarli del progetto ed esortarli a trarne beneficio.

Queste le parole scritte dall’ing. Elefante (sopra il plastico dell’opera che sarà realizzata):

Miei cari amici di Castellammare, la prossima settimana sarà pubblicato il bando per la selezione di aspiranti all’ acquisto degli alloggi di housing sociale nell’ambito del progetto di rigenerazione e riconversione dell’area ex Cirio redatto dalla mia società di ingegneria.. Si tratta di una opportunità unica e irripetibile per poter accedere ad acquisire un appartamento a basso costo, convenzionato con il Comune, per le persone che hanno requisiti specifici e che trovano difficoltà economica ad acquisire sul libero mercato.

L intervento prevede di realizzare 330 alloggi di cui 110 di housing sociale unitamente a spazi commerciali , uffici , attrezzature di servizio, verde attrezzato in un complesso ad alta sostenibilità ambientale e in un contesto fortemente connotato dalla presenza di un lago artificiale con le acque movimentate dalla energia prodotta dalla torre fotovoltaica.. Insomma una occasione unica , sia per i cittadini che per la citta , di veder rinascere una area da tanti anni versante in uno stato di totale abbandono e degrado

A “garanzia” di esperienza nel settore specifico dell’Housing Sociale va citato che l’ingegnere Elefante ha firmato anche il progetto di Housing Sociale del Comune di Sant’Agnello (operazione già oltre la fase di solo progettazione e bando per cui è ora in fase avanzata e si è già alla verifica le domande presentate) e quello per Sorrento nell’area ex apreamare.

Un Elefante darà una mano anche alla nostra Città per “ripulirsi” e modificare in positivo il suo territorio? Si spera! Intanto attendiamo il bando e poi vedremo come il tutto evolverà.

Juve Stabia, lo sfogo di un genitore: “Caro presidente, noi facciamo km per difendere i colori della Juve Stabia”

La sua lettera

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un genitore di uno dei ragazzi dell’attività di base del settore giovanile della Juve Stabia: “Che peccato, che tristezza, dire di essere sconcertato è il minimo dopo le ultime dichiarazione del Presidente Stabiese, il Sig. Manniello, sui giovani calciatori stabiesi e su un evento di caratura Nazionale come la Viareggio Cup. Tacere, significherebbe per me, da genitore di un ragazzo che veste i colori gialloblu, vergognarmi. Invece io non taccio ed esprimo il mio disappunto e grande rammarico al modo di vedere, e sopratutto di pensare del Presidente Manniello, su un settore (quello Stabiese), che tanto lustro e tante vittorie ha dato alla Citta’ di Castellammare.

Caro presidente, Lei non riconosce il settore giovanile? Lei sa che tanti genitori come me fanno enormi sacrifici per accompagnare i propri figli ai campi di allenamento distanti anche centinaia di km da dove si abita, lasciando i posti di lavoro, le mogli, per difendere i colori Stabiesi? Lei sa che ogni ragazzo ha stampato sulla pelle i colori della citta’ Stabiese? Lei non lo sa, e forse non le interessa nemmeno saperlo, perche’ non si e’ mai interessato dei ragazzi del settore giovanile e quindi, di conseguenza, le viene facile screditare l’operato del direttore Turi, del talent scout Saby Mainolfi. Il Sig. Andrea De Lucia ci fa sentire come in una famiglia: e’ una risorsa inestimabile per il mondo del calcio, una persona che crede nei sani valori dello sport, e questi sani valori li inculca quotidianamente all’intero staff dirigenziale e tecnico, affinche’ gli stessi, li si trasmettino ai giovani stabiesi.

Lasci da parte per un solo momento la sua rabbia, ripensi da grande imprenditore e persona saggia qual è, sull’importanza di una competizione (Viareggio Cup,ndr) che porterebbe tanto fascino e sopratutto immagine alla Juve Stabia, alla citta’, alla sua persona e al Sig. De Lucia. I ragazzi stabiesi meritano tutto questo, meritano di confrontarsi con altre realta’ e son sicuro,Caro presidente, che questi ragazzi non la deluderanno. Io, per il bene del settore giovanile stabiese, metto a disposizione il campo (gratuitamente) di Succivo (CE), il venerdi dalle 15.00 alle 16.30 ai gruppi 2003 e 2004.

Un papa’ arrabbiato, Salvatore Russo”

 

Hamsik: “Siamo molto felici di aver fatto la terza vittoria del 2017”

Le sue parole

Marek Hamsik, dopo la vittoria 3-0 contro il Pescara dove ha segnato anche un gol, ha scritto un messaggio sul proprio sito ufficiale: “Siamo molto felici di aver fatto la terza vittoria del 2017 tra campionato e Coppa Italia. Nel primo tempo non abbiamo giocato come volevamo, ma nella ripresa abbiamo aumentato il ritmo segnando subito due reti. Dedico il mio gol alla piccola Melissa”.

FOTO ViViCentro – Il racconto in scatti di Napoli-Pescara

Gli scatti di Giovanni Somma

Il Napoli ha battuto il Pescara per 3-1 nel match giocato ieri allo stadio San Paolo. La redazione di Vivicentro.it vi racconta in scatti la partita, grazie a Giovanni Somma.

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Italia bocciata su crescita e sviluppo: va al ventisettesimo posto

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Il rapporto del “World Economic Forum” sulle maggiori economie mondiali boccia l’ Italia: nella classifica di trenta Paesi, il nostro è ventisettesimo. L’analisi dell’organizzazione che riunirà molti leader globali Davos, in Svizzera, ha nel mirino le crescenti disuguaglianze e bacchetta l’Italia perché non riesce a crescere e ad essere abbastanza inclusiva.

Crescita e sviluppo: vince il Nord Europa, il rapporto di Davos boccia l’Italia, posto 27 su 30

Il nostro Paese penalizzato da infrastrutture, disoccupazione giovanile e qualità della scuola

Immaginate una classifica dei trenta Paesi più ricchi del mondo con cui misurare insieme qualità delle istituzioni, opportunità d’impresa e sicurezza sociale. L’ha fatta il World Economic Forum, e l’Italia ne esce male, appena ventisettesima. Si chiama “Inclusive Growth and Development Report”: nell’era dei populismi, delle diseguaglianze e della stagnazione secolare occorre aggiornare le parole d’ordine. All’ultimo G20 i cinesi hanno lanciato il mantra della globalizzazione inclusiva, un messaggio che sarà fatto proprio anche dal G7 made in Italy. La “crescita inclusiva” è da qualche anno il concetto chiave al Forum di Davos, l’appuntamento più atteso dalla politica e finanza mondiale che inizia domani fra le montagne svizzere.

La classifica per il 2017 è il trionfo di quelle che una volta chiamavamo le socialdemocrazie nordiche. L’indice di “sviluppo inclusivo” incorona come migliore fra le vecchie economie ricche la Norvegia, seguita da Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Danimarca e Svezia. Oggi quei Paesi vincono per ragioni in parte diverse da quelle che negli anni settanta e ottanta ne facevano un modello. Non solo perché si tratta di Paesi con (ancora) i migliori standard di sicurezza sociale, ma perché nel frattempo sono diventate economie dinamiche e in grado di attrarre capitali esteri. Educazione, servizi di base, infrastrutture, livello di corruzione, lavoro. Ad eccezione di Australia e Nuova Zelanda (rispettivamente ottava e nona) i primi dodici Paesi con il miglior mix di sviluppo imprenditoriale e sicurezza sociale sono tutti a nord delle Alpi. La Germania è tredicesima, la Francia diciottesima, la Spagna ventiseiesima seguita dall’Italia. Fanno peggio di noi Portogallo, Grecia e Singapore. Fuori dalla classifica dei trenta Paesi Ocse – con un indice a parte – svettano la Lituania, l’Azerbaijan, Ungheria, Polonia e Romania.

Il capitolo dedicato all’Italia è un concentrato di problemi noti: fatta eccezione per alcuni parametri, il Belpaese risulta molto spesso in coda alla classifica. Ventinovesimi per “servizi di base e infrastrutture”, ventottesimi alla voce “corruzione”, ventinovesimi in “imprenditorialità” e “intermediazione finanziaria”. Talvolta emergono forti contraddizioni, come nel caso dell’educazione: quattordicesimi per diritto all’accesso, solo ventottesimi per qualità della scuola. O alla voce occupazione: ventinovesimi in produttività, noni in “compensazioni salariali e non”. Detta in una battuta: l’Italia non è un gran posto dove aprire un’impresa ma i diritti di chi lavora sono piuttosto tutelati. Siamo undicesimi al mondo per numero di possessori di prima casa, ma anche per la pressione fiscale sulla proprietà immobiliare.

Qua e là emergono aree di eccellenza, più o meno note: tredicesimi per i costi necessari ad avere una linea a banda larga fissa, undicesimi nei test Pisa di matematica, ottavi nella spesa sanitaria in percentuale al Pil, quarti nel garantire una buona aspettativa di vita a tutti i cittadini, ricchi e poveri. Al di là della qualità della spesa, siamo il settimo Paese fra quelli che spendono di più per la sicurezza sociale, il primo nel garantire la sanità pubblica a tutti.

Per i giorni di assenze dal lavoro per maternità siamo quarti al mondo, settimi per i giorni di congedo parentale, ancora settimi per “densità sindacale”, ovvero per il numero di sindacalisti in percentuale ai lavoratori attivi. Nella classifica a trenta siamo al nono posto per la percentuale di lavoratori garantiti da contratti di lavoro collettivo. Una buona notizia per chi vive al Sud (dove il costo della vita è più basso) non un grande viatico per chi crede in un sistema più inclusivo e meritocratico: siamo ultimi per salari legati alla produttività, penultimi nel tasso di partecipazione delle donne al lavoro, terzultimi per tasso di occupazione giovanile.

Twitter @alexbarbera

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lastampa/Crescita e sviluppo: vince il Nord Europa, il rapporto di Davos boccia l’Italia, posto 27 su 30 ALESSANDRO BARBERA

Nel calcio i sogni esistono, Saby Mainolfi e la storia che non tutti conoscono

Il responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, Saby Mainolfi, ha parlato ieri ai microfoni di Vivicentro della questione relativa al torneo di Viareggio, che almeno per il girone delle Vespette, si dovrebbe giocare allo stadio Menti (CLICCA QUI). Ha toccato diversi punti, esaltando, ovviamente, il lavoro egregio fatto fin qui da tutto lo staff, ma continuando a regalare ai propri ragazzi la speranza di raggiungere un sogno.

Non molti sanno, però, che nel novembre del 1992, Saby Mainolfi è stato uno dei più giovani ad esordire in Serie C, in un Pavia-Casale di Coppa Italia. Un Pavia che in rosa vantava Schwoch, Scalzo, Di Marco, Baldo. Aveva appena 17 anni. Giocò 25 minuti alla grande, ma alla fine della partita, dopo la riunione tecnica, all’uscita dallo Stadio Fortunati, un’impazzita auto lo investì procurandogli fratture multiple, legamenti, caviglie e ginocchia rotte. Era in prestito dal Milan, con cui aveva fatto Giovanissimi Nazionali, Allievi Nazionali e Nazionale Under 15 e 16. Era nella Nazionale di Serie C e gli addetti ai lavori lo ritenevano grande promessa, ma quell’incidente ha forse deciso diversamente.

Saby Mainolfi non si è mai arreso, è sempre rimasto nel calcio ed è orgoglio del settore giovanile della Juve Stabia. Perchè nel calcio, i sogni, esistono e vanno cullati, non fermati. Sognare nel calcio si può, soprattutto per i giovani.

a cura di Ciro Novellino

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