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Hamsik: “A Napoli il calcio è come una religione. Aver giocato qui per dieci anni è un onore, mi sento parte di una famiglia”

Una lettera d’amore da brividi quella di Marek Hamsik per il portale The Player’s Tribune:

“A Napoli, non abbiamo un solo allenatore. Ne abbiamo tre milioni. Ogni uomo, donna e bambino sa cos’è meglio per il Napoli. Ogni bimbo di quattro anni sa come potremmo segnare più gol. Ogni donna novantenne che si occupa del suo orticello ti sa dire come e perché’ dobbiamo cambiare la formazione in campo. Quel sentimento, quella passione, è nel loro sangue. A Napoli, il calcio è come una religione e lo Stadio San Paolo è la sua chiesa. Il Napoli è l’unica società calcistica della zona e i napoletani se ne sentono parte – perché’ lo sono.

Il calcio è ciò a cui pensano quando si svegliano, quello di cui parlano tutto il giorno, è quello che sognano di notte. Spesso si ha l’impressione che il calcio sia l’unica cosa che conta. Io ci sono abituato. Il calcio è la mia vita da ventinove anni. Perciò, quelle sensazioni che scorrono nelle vene dei napoletani, beh, scorrono anche nel mio sangue. Le ho da quando in Slovacchia a sette anni ho guardato due brasiliani correre come dei matti in California.

Nel 1994 i mondiali si giocarono negli Stati Uniti e a Banská Bystrica, la città in cui vivevo le partite erano trasmesse alle undici di sera. I miei genitori troppo stanchi dopo una giornata di lavoro mi lasciavano solo davanti al televisore in salotto. La televisione slovacca trasmetteva tante partite del Brasile. Quella squadra era velocissima. Non avevo mai visto niente di simile.

Il Brasile aveva due attaccanti, Romario e Bebeto. Io ero incantato da loro. Dal loro palleggiare, dai loro passaggi di palla, dalla loro velocità – ho visto tutte le loro partite. Il calcio che giocavano i brasiliani era diverso da quello che avevo visto giocare in Slovacchia o dalle squadre europee che passava la televisione. Era a flusso libero ed era creativo.
Giocavo da tre anni allora e i miei genitori mi avevano comprato scarpe da calcio prima ancora che cominciassi a giocare. Quando cominciai a giocare l’allenatore mi mise a centrocampo. Mi disse che voleva che attaccassi spesso. Da allora non ho mai cambiato posizione. Ho amato il ruolo del numero 10 da subito. Mi permetteva di essere creative e potevo vedere l’intero campo.

Quando guardavo le partite in televisione osservavo sempre i giocatori che giocavano la mia posizione. Ho visto Zinadine Zidane e Pavel Nedved. Erano veloci, ma non troppo, proprio come me. Erano grandi passatori e sapevano impostare il gioco. Io volevo essere come loro e con ogni squadra con cui ho giocato, ho voluto mantenere la posizione da centrocampista.

A quindici anni mi sono trasferito a Bratislava, la capitale della Slovacchia per giocare nello Slovan Bratislava. Era un club più grande e il livello agonistico della squadra era molto più alto. Non mi sono fermato a Bratislava a lungo. Due anni dopo mi sono spostato di 800 kilometri, a una nuova squadra, un nuovo paese, un nuovo stile di vita: in Italia.

Ero lontano da casa ma vicino al mio obiettivo: essere un calciatore professionista.

Brescia è una piccola citta nel nord dell’Italia. Abituarmi alla vita lì non mi è stato difficile – mi sono subito sentito a mio agio. Le persone erano cordiali e accoglienti ed io mi sentivo di casa. Ho cominciato scuola e per i primi mesi ho avuto difficoltà perché’ non parlavo italiano, ma i compagni di scuole mi volevano bene e mi hanno fatto sentire uno di loro; mi hanno invitato spesso a cena a casa loro e mi hanno fatto conoscere la citta spiegandomi come meglio potevano i cibi che mangiavamo e i posti che vedevamo.

Col tempo lo stile di vita italiano è diventato il mio stile di vita. E in campo il mio stile di gioco ha avuto un’evoluzione. Ho cominciato a giocare per la prima squadra e il livello di gioco era il migliore che abbia conosciuto.

Tre anni dopo ero di nuovo in marcia. Questa volta il cambiamento non era drammatico, almeno all’inizio perché’ sono rimasto in Italia. Il Brescia mi aveva venduto al Napoli nel 2007.
Il mio primo giorno a Napoli cominciò insieme ad Ezequiel Lavezzi. I funzionari della squadra ci portarono a vedere lo stadio e ci presentarono alla stampa. Dalle prime ore avevo capito che lo Stadio San Paolo era diverso da qualsiasi altro posto del mio passato e futuro.

Vidi le foto dei grandi giocatori del Napoli sui muri dello stadio. Leggende come Maradona, Ferrara e Bruscolotti. Vidi i trofei della serie A e delle Coppe Italia – era evidente che Napoli era una città speciale e il Napoli una organizzazione speciale.

Quando cominciai la ricerca della prima casa in città mi sono accorto che tutte le persone che incontravo conoscevano il mio nome e la mia storia. Ero incredulo. L’affetto che avevo sentito a Brescia era poca cosa in confronto alla passione dei tifosi napoletani. A Brescia ero un ragazzo giovane che nessuno conosceva, mentre a Napoli non potevo fermarmi a prendere un caffè senza incontrare tifosi.

Ho visto Zinadine Zidane e Pavel Nedved. Erano veloci, ma non troppo, proprio come me.

Tifoso napoletano è ridondante. Se sei di Napoli sei un tifoso napoletano.

Quando abbiamo vinto la Coppa Italia nel 2012, ho capito che cosa era veramente Napoli. La città non aveva vinto un trofeo da venticinque anni e dopo la nostra vittoria a Roma ho visto una nuova Napoli. Sembrava una città impazzita. Credo di poterla descrivere come una follia bellissima, la migliore delle pazzie. Al nostro ritorno da Roma c’erano folle che si riversavano sulle strade dagli appartamenti, bandiere sventolanti da tutte le finestre: era magico. Quando vinci a Napoli, è la vittoria più bella del mondo perché’ non sono solo i giocatori a vincere, ma è la città e la sua gente che vince. E’ questo che la rende speciale.

Da allora, le partite della Champions League e dell’Europa League mi hanno svelato un altro lato di Napoli. Le squadre dal resto del continente che vengono a giocare qui sono sorprese dalla passione dei tifosi, dall’assordante volume del tifo. Non avremo lo stadio più grande d’Europa – o dell’Italia, ma i nostri sostenitori lo fanno sembrare enorme.

Per me l’eco dell’inno della Champions League allo Stadio San Paolo è la melodia della perfezione.Napoli e l’Italia mi hanno dato tutto quello di cui ho bisogno.

Il calcio è importante per me e aver giocato per il Napoli per dieci anni è stato l’onore più grande della mia vita ma la ragione per cui sono rimasto a Napoli va oltre il calcio. A Napoli mi sento parte di una comunità, di una famiglia che ha un posto speciale nel mio cuore. Nella vita ho bisogno non solo di uno stipendio e di trofei, ho anche bisogno di sentire profondamente nella mia anima. Napoli mi ha dato questo ed io le sarò grato in eterno. Grazie”.

 

Da theplayerstribune.com

Giaccherini, l’agente: “A Napoli sta benissimo, resterà qui. Zerbin? Ipotesi prestito”

Furio Valcareggi, agente di Emanuele Giaccherini e Alessio Zerbin, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Crc. Ecco quanto evidenziato:

“Per quanto riguarda Emanuele, credo che dopo le parole di De Laurentiis a Villa d’Angelo sia incedibile. Il presidente lo ha riempito di complimenti, il ragazzo ha dimostrato di poter stare in questa squadra. Resta a Napoli a meno che non arrivino richieste da club importanti.
Zerbin? La Primavera non è utile per lui in questo momento. Stiamo valutando l’opzione di mandarlo in prestito, magari un club di B o Lega Pro. Con Giuntoli c’è piena sintonia, al momento non abbiamo ricevuto richieste”.

Kiss Kiss – Futuro Reina, previsto un incontro in settimana tra la società e l’agente del portiere

A Radio Kiss Kiss Napoli, nel corso di ‘Radio Gol‘, è intervenuto il direttore Valter De Maggio rilasciando alcune dichiarazioni:

“Si fanno tanti nomi in casa Napoli. Si parla di Szczesny o Schick, anche se quest’ultimo mi risulta sia già della Juve. De Laurentiis, Chiavelli e Giuntoli hanno intenzione di confermare tutti. Le attenzioni del ds questa settimana saranno per il rinnovo di Ghoulam e Strinic. La società vuole blindare entrambi gli esterni sinistri.
Reina? Ha ancora un anno di contratto, di sicuro vuole completare il suo percorso in azzurro. Tra mercoledì e giovedì è previsto un vertice a Roma tra De Laurentiis, Giuntoli e l’agente dello spagnolo Quilon”.

Rai – Il Napoli prende tempo per Berenguer: domani summit tra Giuntoli e De Laurentiis

Ciro Venerato, giornalista Rai esperto di calciomercato è intervenuto ai microfoni di Radio Crc nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’. Ecco quanto evidenziato:

“Berenguer? Poche ore fa Giuntoli ha chiamato l’intermediario italiano chiedendogli di pazientare fino a giovedì. Martedì e mercoledì infatti il ds avrà un incontro con De Laurentiis perché dovranno fare alcune valutazioni sul mercato. Bisognerà vedere se sarà possibile tesserare un ’95 per le questioni di lista. Da quest’anno i ’96 sono iscrivibili in maniera illimitata mentre i ’95 sono legati ad alcuni vincoli.
Il Napoli spera di prendere giocatore senza pagare la clausola di 10 milioni. Si parte da una base di 6 milioni più bonus legati alla qualificazione alla Champions e al piazzamento finale in campionato. Non si esclude una possibile percentuale su una futura vendita. Al ragazzo andrebbe un milione a stagione per i prossimi 5 anni”.

Juve Stabia, chi va e chi resta?

La stagione sportiva della Juve Stabia è terminata da pochi giorni con l’eliminazione dai play off per mano della Reggiana di mister Menichini.

Tanti i dubbi sul futuro delle vespe, con il patron Manniello che non si è ancora pronunciato sul suo futuro a capo del sodalizio stabiese o su una sua eventuale partenza.

La situazione è ferma e le basi per la prossima stagione non sono ancora state gettate.

È ancora tanta l’amarezza per il finale di stagione, con l’ennesimo torto arbitrale subito. In attesa di news sul fronte societario, è possibile fare chiarezza sulle situazioni contrattuali dei giocatori che hanno vestito la maglia stabiese in questa stagione.

Ovviamente il seguente discorso ha valore prettamente contrattuale e non tiene conto di eventuali scelte di mercato che potrebbero portare via i giocatori sotto contratto.

I portieri Russo e Bacci sono ancora sotto contratto con le vespe e dovrebbero esserci nella Juve Stabia del futuro. Stesso discorso per Cancellotti, Liviero, Morero e Atanasov.

In bilico le posizioni di Santacroce, Allievi e Giron, anche loro sotto contratto.

Tornerà all’Udinese, invece, Agostino Camigliano.

A centrocampo, sono sotto contratto il capitano Capodaglio, Mastalli, Salvi, Izzillo, Esposito e Matute.

Tornerà all’Ascoli Manuel Manari, utilizzato pochissimo.

Ripa è in scadenza e la sua situazione è da monitorare.

Paponi, Cutolo, Lisi, Marotta e Rosafio sono ancora legati alle vespe.

Kanoute tornerà al Benevento, mentre torneranno dai rispettivi prestiti Sandomenico e Zibert.

Tante incognite, ma la base per la Juve Stabia del futuro c’è e si può ripartire da coloro che hanno fatto bene in questa stagione, fermo restando che alcuni tasselli hanno richieste da categorie superiori…

Salvatore Sorrentino

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De Maggio: “Reina ha un contratto, vuole completare il percorso. In settimana l’incontro”

De Maggio: “Reina ha un contratto, vuole completare il percorso. In settimana l’incontro”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto il giornalista, e direttore dell’emittente, Valter De Maggio, il quale ha dichiarato: “Reina ha un contratto, ci sia augura che ci sia grande armonia, anche lui vuole completare il percorso. In settimana, tra mercoledì e giovedì, vertice De Laurentiis, Giuntoli e Quillon, quest’ultimo procuratore di Pepe Reina”.

”Sogno proibito” (Lo Piano – Saintred)

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A distanza di 9 mesi dal sisma che nel Centro Italia ha causato la morte di 299 persone, il crollo di centinaia di edifici, la distruzione di numerose aziende agricole, sembra un sogno proibito che da parte dello Stato si possa iniziare e ultimare una seria e veloce ricostruzione.

Dopo le omelie, le promesse, i solenni giuramenti, una volta spente le luci della ribalta, tutto e’ tornato nel dimenticatoio, nell’oblio. I politici del Governo renziano che le avevano pronunciate con tanta enfasi, e ululate ai 4 venti, a distanza di mesi le loro false promesse sono diventate stantie come acqua marcia.

E’ un copione visto e rivisto tante volte, come spesso e’ accaduto per altre calamita’ naturali, ci vorranno anni forse decenni perche’ si possa tornare alla normalita’, basti ricordare i terremotati dell’Irpinia ancora aspettano…..

Torniamo al presente con il pensiero rivolto al passato : Dopo 9 mesi solo il 5% delle “casette” sono state consegnate agli aventi diritto, manca ancora un 95%, che con le promesse da marinaio, dovrebbero essere ultimate in tempi brevi.

Una sola domanda vostro “onore”, dove sono finiti i soldi stanziati per la ricostruzione?, quelli mandati dall’UE?, quelli racimolati nella sottoscrizione pro terremoto? Aver costruito uno sparuto numero di casette, non puo’ aver prosciugato le finanze dello Stato, i conti non tornano.

Triste realta’ : tra le macerie si odono ancora campane che suonano a morto, fanno da cornice alle belle parole dei politici che si dovevano “prendere cura” di un territorio interamente devastato dal sisma.

Lo Piano – Saintred

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Festival di Cannes: la Palma d’oro va a The Square – VIDEO (Debora VELLA)

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And the winner is… The square.

La Palma d’oro è infatti andata al provocatorio The square, opera del regista svedese Ruben Östlund: un ritratto della società contemporanea delineato attraverso il personaggio del curatore di un museo di arte moderna. Mentre lui sta preparando una mostra che vorrebbe essere un invito all’altruismo alla solidarietà, una serie di eventi surreali e imprevisti come il furto del suo cellulare, un gravissimo errore di comunicazione dei suoi collaboratori lo affonda in una crisi esistenziale. Il regista ha vinto due anni fa la sezione Un certain regard con il controverso Forza maggiore.

IL GRAN PREMIO DELLA GIURIA

Il gran premo della giuria è andato a 120 battements par minute (120 battiti al minuto) del francese di origine  marocchina Robin Campillo, che crea un film molto personale negli ambienti dell’attivismo gay contro l’Aids della Francia anni Novanta. Il regista, che ha messo nella storia di questi ragazzi la sua esperienza di militante del gruppo Act-Up, racconta il percorso del gruppo tra azioni dimostrative, difficoltà di convivenza fra spiriti diversi, storie d’amore e il dramma che la malattia non risparmia.

MIGLIOR ATTORE

Il premio per il miglior attore è andato a Joaquin Phoenix, già miglior attore alla Mostra di Venezia per The Master di Paul Thomas Anderson. Nel film della regista Lynne Ramsay You were never really here è un traumatizzato ex agente dell’FBI che ora si adopera a recuperare ragazze scappate di casa. Ma l’ultimo caso lo trascina in un giro di traffico sessuale di minorenni dove dovrà fare di tutto per salvare Nina, figlia adolescente di un politico più preoccupato per la sua campagna elettorale che per le sue sorti. Con evidente emozione e imbarazzo, Joaquin ritira il premio sul palco di Cannes… scusandosi delle scarpe da ginnastica sotto l’abito scuro.

MIGLIOR ATTRICE

Il premio per la miglior interpretazione femminile è andato a Diane Kruger, che dopo 15 anni di carriera ha  finalmente girato nella sua lingua madre conquistando così la giuria di Pedro Almodovar con il ruolo di una madre distrutta dal dolore e in cerca di vendetta per la morte del marito e del figlio, vittime una bomba neonazista nel film di Fatih Akin Aus dem nichts. “Grazie moltissime alla giuria e al festival per questo premio, sono sommersa dalle emozioni” – le sue parole dopo l’annuncio – e poi rivolgendosi a Fatih Akin “Fath, fratello, grazie di aver creduto in me e di aver pensato che io potessi avere la forza per questo ruolo, non lo dimenticherò mai. Non posso accettare questo premio senza pensare a chi è stato colpito da atti di terrorismo e lo dedico a chi riesce a trovare la forza di andare avanti”.

MIGLIOR REGIA

Il premio per la miglior regia è andato a Sofia Coppola (ed è la prima volta che viene attribuito a una regista donna) per il film L’inganno con Nicole Kidman, remake del film di Don Siegel del ’71, che nelle mani della regista americana si trasforma in un “revenge movie” femminista con un cast di sole donne(Nicole Kidman, Kirsten Dunst e Elle Fanning) ad eccezione di Colin Farrell.

La giuria ha inoltre deciso di attribuire un premio speciale a Nicole Kidman per l’insieme della sua opera, d’altronde l’attrice era al festival con tre film e una serie tv. Kidman non era presente per cui il premio è stato accettato da Will Smith che prima ha tentato un’imitazione dell’attrice in falsetto e poi ha lanciato un video in cui Kidman da Nashville ha parlato dell’esperienza di Cannes “come un sogno”. “Mi spiace non essere lì con voi ma sono con la mia famiglia”. “Bonsoir, je t’aime e a presto” sono stati il suo saluto alla platea.

PREMIO DELLA GIURIA

Il premio della giuria è andato a Loveless) del regista russo Andrey Zvyagintsev (già Leone d’oro a Venezia con Il ritorno), film che racconta la storia tragica di un dodicenne nel pieno del divorzio dei suoi genitori, testimone di litigi violenti. Un ritratto familiare che è anche il ritratto di un paese – la Russia – in profonda crisi politica e sociale, mentre la terribile guerra in Cecenia fa capolino dai telegiornali.

PREMIO ALLA SCENEGGIATURA

Il premio alla sceneggiatura è stato attribuito ex aequo al greco Yorgos Lanthimos e all’americana Lynne Ramsay per You were never really here . Il regista greco Yorgos Lanthimos con The Killing of a Sacred Deer presenta un racconto di sottile violenza psicologica con Colin Farrell, chirurgo cardiaco con una buona carriera, una bella casa elegante, una moglie medico a capo di una clinica oculistica e due ragazzini. Nella sua vita però piano piano si insinua una presenza, Martin un sedicenne il cui padre è morto sul tavolo operatorio di Steven, fra loro si instaura una relazione ambigua. Martin sta mettendo in pratica un’assurda e razionalmente inspiegabile vendetta.

LA CAMERA D’OR

La Camera d’oro, il premio dedicato alle opere prime, è stato consegnato a Jeune Femme della giovane regista francese Léonor Serraille. Una giovane donna si trasferisce a Parigi nella speranza di riconquistare il suo vecchio amore , ma la città la travolgerà in un turbinio di emozioni.

Debora VELLA

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Totti day, il capitano ai suoi tifosi: “Ora ho paura ed ho bisogno di voi, vi amo”. Forse sarà dt?

NOTIZIE AS ROMA – La celebrazione svoltasi ieri nell’immediato post Roma-Genoa è stato quanto di più emozionante uno sport maledettamente magico come il calcio possa offrire. Francesco Totti, visibilmente commosso, ha fatto un giro di campo per salutare la sua gente accorsa all’Olimpico per il commiato assieme a sua moglie Ilary e ai tre gioielli di famiglia Christian, Chanel ed Isabel. Poi, al centro del campo, il capitano ha letto una lettera alla sua gente. Questo il suo contenuto:

“Grazie Roma, grazie a mamma e papà, grazie a mio fratello, ai miei parenti, ai miei amici. Grazie a mia moglie e ai miei tre figli. Ho voluto iniziare dalla fine, dai saluti, perché non so se riuscirò a leggere queste poche righe. È impossibile raccontare ventotto anni di storia in poche frasi.
Mi piacerebbe farlo con una canzone o una poesia, ma io non sono capace di scriverle e ho cercato, in questi anni, di esprimermi attraverso i miei piedi, con i quali mi viene tutto più semplice, sin da bambino. A proposito, sapete quale era il mio giocattolo preferito? Il pallone ovviamente! Lo è ancora. Ma a un certo punto della vita si diventa grandi, così mi hanno detto e cosi il tempo ha deciso.
Maledetto tempo. È lo stesso tempo che quel 17 giugno 2001 avremmo voluto passasse in fretta: non vedevamo l’ora di sentire l’arbitro fischiare tre volte. Mi viene ancora la pelle d’oca a ripensarci. Oggi questo tempo è venuto a bussare sulla mia spalla dicendomi: “Dobbiamo crescere, da domani sarai grande, levati i pantaloncini e gli scarpini, perché tu da oggi sei un uomo e non potrai più sentire l’odore dell’erba così da vicino, il sole in faccia mentre corri verso la porta avversaria, l’adrenalina che ti consuma e la soddisfazione di esultare”.
Mi sono chiesto in questi mesi perché mi stiano svegliando da questo sogno. Avete presente quando siete bambini e state sognando qualcosa di bello… e vostra madre vi sveglia per andare a scuola mentre voi volete continuare a dormire…e provate a riprendere il filo di quella storia ma non ci si riesce mai… Stavolta non era un sogno ma la realtà.
Scusatemi se in questo periodo non ho rilasciato interviste e chiarito i miei pensieri, ma spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura. E non è la stessa che si prova di fronte alla porta quando devi segnare un calcio di rigore. Questa volta non posso vedere attraverso i buchi della rete cosa ci sarà “dopo”. Concedetemi un po’ di paura. Questa volta sono io che ho bisogno di voi e del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato. Con il vostro affetto riuscirò a voltare pagina e a buttarmi in una nuova avventura.
Ora è il momento di ringraziare tutti i compagni di squadra, i tecnici, i dirigenti, i presidenti, tutte le persone che hanno lavorato accanto a me in questi anni. I tifosi e la Curva Sud, un riferimento per noi romani e romanisti. Nascere romani e romanisti è un privilegio, fare il capitano di questa squadra è stato un onore. Siete e sarete sempre la mia vita: smetterò di emozionarvi con i piedi ma il mio cuore sarà sempre lì con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio che mi ha accolto che ero un bambino e che lascio adesso, che sono un uomo. Sono orgoglioso e felice di avervi dato ventotto anni di amore. Vi amo.”

 

FUTURO DA DT? – Come scrive oggi Robero Maida su Il Corriere dello Sport, il neo ds Monchi vorrebbe Totti come consulente tecnico e sicuramente ci sarà un incontro con il presidente Pallotta per parlare di questa eventualità. A proposito di Pallotta, ieri in mixed zone ha rilasciato dischiarazioni piccate, visibilmente innarvosito dalle domande dei cronisti che cercavano di incalzarlo sia sul futuro di Totti che su quello di Spalletti e De Rossi. “Se entro il 2020 non si farà lo stadio la Roma avrà un nuovo proprietario”, ha detto.

 

Dall’inviato Claudia Demenicacopyright-vivicentro

 

Koulibaly: “Orgoglioso di far parte di questa famiglia. Saremo ancora più forti la prossima stagione”

“Una stagione straordinaria che si finisce al terzo posto ! Ci dispiace però abbiamo vissuto un magnifico anno con tanti record ed un calcio bellissimo! Sono orgoglioso di fare parte di questa famiglia! Grazie a tutti per il sostegno, saremo ancora più forti la prossima stagione!”. Questo il messaggio che Kalidou Koulibaly ha postato sul proprio profilo Instagram. Un annuncio di mercato vero proprio, il difensore azzurro ha voluto allontanare le voci di un suo possibile addio in estate.

Il Napoli non molla la pista Schick: ieri chiacchierata tra Giuntoli e Pradè

Il Napoli continua a monitorare Patrik Schick, attaccante della Samp oggetto del desiderio di svariati club. Cristiano Giuntoli ha avuto ieri una chiacchierata con Daniele Pradè, responsabile dell’area tecnica della Sampdoria. Ci sarebbe la possibilità di acquistarlo e lasciarlo a Genova un’altra stagione, anche se De Laurentiis spingerebbe per portarlo subito a Napoli. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

C’è l’ok di Szczesny al trasferimento in azzurro: ora bisogna trovare l’accordo con l’Arsenal

Wojciech Szczesny, portiere di proprietà dell’Arsenal, ha detto sì al Napoli. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino che spiega come il polacco abbia dato la propria disponibilità al trasferimento in azzurro. Resta da trovare l’accordo con l’Arsenal con il quale erano già stati avviati i primi contatti preliminari. I due club avevano deciso di ritrovarsi al termine della stagione per approfondire la trattativa. Filtra ottimismo, aggiornamenti importanti potrebbero arrivare nei prossimi giorni.

Senza rinnovo Reina potrebbe partire in estate: occhio al Newcastle di Benitez

In casa Napoli resta da definire il futuro di Pepe Reina. Stando a quanto riporta l’edizione odierna de Il Mattino, difficilmente arriverà il rinnovo. La società lo ha già fatto sapere al suo agente Manuel Garcia Quilon. Le alternative restano due: rispettare il contratto in essere per poi lasciare il Napoli l’anno prossimo o trovare una soluzione già in questa sessione di mercato, purché si tratti di un club estero. Occhio al Newcastle di Rafa Benitez che ha conquistato la promozione in Premier League.

Il primo acquisto del Napoli è Berenguer: in settimana l’annuncio ufficiale

Per il Napoli cominciano le prime manovre di mercato: è praticamente fatta per Alex Berenguer dell’Osasuna. A riportarlo è l’edizione odierna del quotidiano Repubblica che spiega tutti i dettagli dell’operazione. Affare da 5 milioni più bonus, lo spagnolo può ricoprire tre ruoli: esterno offensivo destro, terzino destro o sinistro. La società partenopea è pronta ad annunciare in settimana il suo primo acquisto.

Fiorentina – Pescara 2 – 2: gli abruzzesi salutano la serie A con un pari

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Finisce con uno spettacolare 2 – 2 il campionato del Pescara, che impatta contro la Fiorentina al “Franchi”, al termine di una gara dove nessuna delle due compagini aveva assilli di classifica. Il Delfino saluta la serie A dopo una sola stagione e chiude il suo campionato a quota 18 punti.

I primi a passare in vantaggio sono gli abruzzesi, con un destro a giro in area di Caprari al 15’, bravo a sfruttare al meglio un assist di Verre. Al 38’ i gigliati rimangono in dieci per l’espulsione di Chiesa. Il raddoppio del Pescara arriva nel secondo tempo al 65’ con Baheback, il quale è bravissimo a sfruttare un’ottima verticalizzazione in area da parte di Caprari. La rimonta toscana comincia al 66’, quando Babacar pesca in area Saponara, il quale trova il tap – in che accorcia le distanza. All’85’ grandissimo shot dalla distanza da parte di Vecino che fissa il punteggio sul definitivo 2 – 2. Finisce qui l’avventura abruzzese in seria A, al termine di una stagione che sarà ricordata per i numerosi record negativi raggiunti. A fare compagnia a Pescara e Palermo nella serie cadetta, ci sarà anche l’Empoli, sconfitto al “Barbera”, e superato proprio all’ultima giornata dal Crotone, il quale ha regolato a domicilio per 3 – 1 la Lazio. Una fantastica rimonta quella del calabresi, che hanno recuperato ben 17 punti all’Empoli.

Fiorentina-Pescara 2-2 tabellino
FIORENTINA (3-4-2-1): Dragowski ; Tomovic , Gonzalo  (60′ Borja Valero), Astori; Salcedo, Cristoforo  (68′ Tello ), Vecino , Chiesa; Bernardeschi  (56′ Hagi), Saponara; Babacar. Panchina: Tatarusanu, Sportiello, De Maio, Olivera, Milić, Badelj, Sánchez, Ilicic, Kalinic
PESCARA (4-3-3): Fiorillo ; Zampano, Campagnaro, Fornasier, Biraghi ; Verre , Brugman, Memushaj ; Muric  (72′ Mitrita ), Bahebeck , Caprari. Panchin: Bizzarri, Coda , Coulibaly, Milicevic, Cerri
MARCATORI: Caprari, Bahebeck, Saponara, Vecino
ESPULSO: Chiesa
AMMONITI: Campagnaro, Hagi

Mertens si ferma a quota 28 gol in stagione: titolo di capocannoniere a Dzeko

Mertens si ferma a quota 28 gol in stagione: titolo di capocannoniere a Dzeko

Tanta delusione per il Napoli che non riesce ad acciuffare il secondo posto dopo averci creduto per 90 minuti: gli azzurri hanno vinto contro la Sampdoria, ma ciò non è bastato per la Champions diretta. La squadra dovrà accontentarsi del terzo posto. Ma soprattutto sarà Dries Mertens, che non è riuscito a superare Dzeko nella classifica capocannonieri, a doversi accontentare. Il ragazzo si ferma a quota 28 reti, a più quattro dall’amico ed ex compagno di squadra Gonzalo Higuain.

Jorginho: “Volevamo vincere per chiudere in bellezza, ora si riparte da qui”

Jorginho: “Volevamo vincere per chiudere in bellezza, ora si riparte da qui”

Ai microfoni di Sky, è intervenuto Jorginho, centrocampista del Napoli, il quale ha dichiarato: “Volevamo vincere per chiudere bene la stagione. Abbiamo fatto una grande annata, creando le basi forti per ripartire l’anno prossimo. Dobbiamo ripartire da quello che abbiamo fatto quest’anno, consapevoli che possiamo migliorare ancora tanto. Dobbiamo ripetere quanto fatto quest’anno e se possibile fare ancora meglio. Ora dobbiamo riposarci perché lo meritiamo e poi ripartiremo. La mia stagione? Credo che venga prima l’obiettivo di squadra e poi quello personale: Sicuramente avrei voluto giocare qualche gara di Champions in più, ma devo cercare di migliorare in vista dell’anno prossimo. Un mio grande limite è quello dei gol, forse per questo non mi si vede tanto. Non sono ancora riuscito, ma penso che sia più importante come giochi la squadra”.

Giampaolo: “Potevamo fare di più, ma Napoli macchina da guerra”

Giampaolo: “Potevamo fare di più, ma Napoli macchina da guerra”

Ai microfoni della stampa, Giampaolo, tecnico della Sampdoria, ha commentato la sconfitta dei suoi ragazzi contro il Napoli: “Potevamo fare qualcosa di più?  Sempre si può fare qualcosa di più, ma va valutata anche la forza dell’avversario. Avevamo approcciato bene, poi loro hanno trovato un uno-due micidiale, loro fanno 4-5 gol a tutti quando vogliono. Temevamo questa partita, il Napoli è una macchina da guerra, abbiamo sofferto a tratti, ma loro avevano ancora l’obiettivo del secondo posto e quindi ci siamo difesi abbastanza bene. Più fisicità per migliorare? No, io intendo migliorarla tecnicamente. Il Napoli mica è fisico? Loro hanno Jorginho, Zielinski, Hamsik forse è fisico. L’ambizione mia e dei tifosi è di migliorare, fare di più, fare meglio. Mancata benzina? Per qualcuno ci sta. Torreira è stato un trascinatore fino a ieri. Consideriamo sempre l’età. In questa ultima parte di campionato dobbiamo rimproverarci la sconfitta di Roma con la Lazio e quella casalinga con il Crotone. Dobbiamo però oggettivamente capire cos’ha fatto questa squadra in funzione di quello che era l’inizio di campionato. Ingresso Palombo? Lo meritava per quella che è stata la sua carriera. Quello che farà l’anno prossimo non lo so ma è stato un trascinatore. Meritava di salutare il nostro pubblico. Voto alla stagione? I voti li date voi (ride ndr). Sono contento che la squadra sia stata aggrappata ad un modello di lavoro e a un’identità. Il gruppo è stato molto professionale, ha sempre accettato tutto. I calciatori li devo ringraziare perché a loro ho chiesto molto e devono sapere che sarà così fra un mese e qualche giorno. L’ambizione è quella di migliorarsi e si riparte con questa idea”.

Sarri: “Non abbiamo grossi rimpianti per questa stagione. Do un voto altissimo ai miei ragazzi”

Maurizio Sarri ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel post di Samp-Napoli:

“Abbiamo fatto un percorso di crescita notevole, non abbiamo grandi rimpianti per questa stagione. Nel girone di ritorno abbiamo fatto 48 punti, 28 su 10 trasferte. L’unica cosa che abbiamo sbagliato è fare quegli 1-1 quando abbiamo avuto 9 palle goal contro la singola degli avversari. Preliminare? Non ci stiamo pensando ancora, il mio staff non ha esperienze di questo tipo. Bisognerà valutare quanto possa pesare sul medio periodo. Secondo posto? A questo punto sinceramente ci credevo e poco. La Roma giocava contro una squadra già salva, è chiaro che ci sarebbe stato un arrembaggio negli ultimi minuti.

La nostra squadra ha ottime qualità dal punto di vista tecnico. Non penso sia semplice poter migliorare una squadra che fa 48 punti in un girone, è complicato e molto costoso. Alla mia squadra do  un voto altissimo. Questo è un gruppo che mette grandissima applicazione in quello che fa. Nei momenti difficili non ha avuto attimi di cedimento. Non do voti numerici perché mi facevano arrabbiare anche quando andavo a scuola“.

Juve Stabia – la delusione di Capodaglio: Non doveva finire così

Paolo Capodaglio è stato forse il leader principale, in campo e fuori, della Juve Stabia 2016/17. Il centrocampista romano, appena arrivato, ha ricevuto i gradi di Capitano, onorati sempre con totale impegno ed abnegazione; non è un caso che sia proprio lui uno dei calciatori più amareggiati per il triste epilogo della doppia sfida con la Reggiana.

Capodaglio ha affidato ai social il suo saluto ricco di delusione, ma anche di orgoglio, a compagni e tifosi.

Queste le parole del 4 gialloblù:

…non doveva finire così …ma il calcio è così non sempre vince chi merita…scrivo di una sconfitta immeritata dopo un anno che ci ha visto prima padroni e poi smarriti protagonisti di un campionato estenuante…semplici però non lo siamo mai stati perché anche nelle difficoltà siamo stati bravi a non sgretolare quel che era rimasto…dico grazie ai miei compagni, alla mia società, ai tifosi perché le emozioni non hanno prezzo nel bene e nel male…un boccone amaro non cancellerà di certo 300 giorni passati insieme a voi …vivere di passione…qualunque essa sia …testa alta e cuore sempre grande: Francesco Lisi Tommaso Cancellotti Zhivko Atanasov Alessandro Bacci Gianluca Esposito Mario Marotta Agostino Camigliano Clemente Filippi Antonio Filippi Whellington Fabiano Santacroce Nicolas Izzillo Nicholas Allievi.