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VIDEO ESCLUSIVO – Berretti Playoff, Juve Stabia-Livorno 1-2: gli highlights e i gol del match

VIDEO ESCLUSIVO – Berretti Playoff, Juve Stabia-Livorno 1-2: gli highlights e i gol del match

Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia è andato in scena la partita di calcio Juve Stabia-Livorno categoria Berretti, gara valida per il ritorno dei quarti dei Play Off. E’ arrivata una sconfitta nel finale, 2-1 il risultato finale, che elimina di fatto le Vespette dalla fase finale che andrà in scena a Prato. Queste le immagini e i gol del match.

a cura di Ciro Novellino

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Napoli, interesse per Falletti della Ternana: i dettagli

Napoli, interesse per Falletti della Ternana: i dettagli

Il Napoli pensa a Cesar Falletti, attaccante classe 92 della Ternana. Gianluca Di Marzo, attraverso il suo sito ufficiale, spiega: “Quaranta partite, sette gol e nove assist in stagione con la Ternana hanno attirato l’attenzione del Napoli su César Falletti. Sul trequartista uruguaiano in scadenza di contratto si erano già fatte avanti Pescara e Crotone nella finestra di mercato di gennaio, ma la Ternana aveva fatto muro. Ora, su di lui, il Napoli: contatti avviati e operazione comunque fattibile, ancora da capire se la volontà del club di Aurelio De Laurentiis è quella di tenere Falletti in rosa o di girarlo in prestito in Serie A. Che comunque, dopo i tentativi di gennaio, si ripresenta: stavolta c’è il Napoli su Falletti”.

VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, Scognamiglio: “Ad un passo dalla fase finale, peccato!”

VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, Scognamiglio: “Ad un passo dalla fase finale, peccato!”

Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia è andato in scena la partita di calcio Juve Stabia-Livorno categoria Berretti, gara valida per il ritorno dei quarti dei Play Off. E’ arrivata una sconfitta nel finale, 2-1 il risultato finale, che elimina di fatto le Vespette dalla fase finale che andrà in scena a Prato. Al termine del match abbiamo ascoltato Piero Vecchione.

a cura di Ciro Novellino

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VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, Vecchione: “Peccato, volevamo la fase finale!”

VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, Vecchione: “Peccato, volevamo la fase finale!”

Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia è andato in scena la partita di calcio Juve Stabia-Livorno categoria Berretti, gara valida per il ritorno dei quarti dei Play Off. E’ arrivata una sconfitta nel finale, 2-1 il risultato finale, che elimina di fatto le Vespette dalla fase finale che andrà in scena a Prato. Al termine del match abbiamo ascoltato Piero Vecchione.

a cura di Ciro Novellino

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VIDEO ViViCentro – Panico: “Siamo rammaricati, potevamo fare di più”

VIDEO ViViCentro – Panico: “Siamo rammaricati, potevamo fare di più”

Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia è andato in scena la partita di calcio Juve Stabia-Livorno categoria Berretti, gara valida per il ritorno dei quarti dei Play Off. E’ arrivata una sconfitta nel finale, 2-1 il risultato finale, che elimina di fatto le Vespette dalla fase finale che andrà in scena a Prato. Al termine del match abbiamo ascoltato mister Domenico Panico.

a cura di Ciro Novellino

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Ceccarini: “Reina? C’è la possibilità che vada via. Nessuna novità per Strinic e Ghoulam”

Niccolò Ceccarini, giornalista di Premium Sport ed esperto di calciomercato, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tmw Radio in merito al mercato del Napoli.

Szczesny? “Piace al Milan, ma anche agli azzurri. Aggiungo che il discorso Reina va spiegato: ieri c’è stato un confronto interlocutorio tra De Laurentiis e Quilon. Le parti si sono accordate per una pausa di riflessione, credo un paio di settimane, per capire cosa fare. Ci sono due strade: si decide di andare al rinnovo oppure c’è la possibilità che il portiere vada via. Credo che, alla fine, ci siano più chance per l’addio che per la permanenza. La prima scelta può essere il polacco di proprietari dell’Arsenal, ma c’è anche Neto. Il Napoli vorrebbe uno tra Szczesny e Neto, ma il club azzurro segue anche altri portieri”.

Aggiornamenti per il rinnovo di Ghoulam?La situazione è ferma, non ci sono novità per il suo rinnovo come non ci sono novità per il rinnovo di Strinic. Ma al Napoli piace anche Grimaldo del Benfica come piace Mario Rui della Roma”.

Quale futuro per Pavoletti? “Vorrebbe restare al Napoli, ma tutti dovranno fare una riflessione. Se Sarri riparte da Insigne, Mertens e Callejon, anche Milik sarà costretto alla panchina. Sarà Pavoletti a decidere, se troverà poco spazio potrebbe chiedere la cessione. Berenguer piace agli azzurri, potrebbe essere una soluzione. In difesa il Napoli è al completo, discorso del terzino sinistro a parte. Koulibaly vuole restare, quindi potrebbe esserci meno spazio per Tonelli. Dopo Ferragosto, potrebbe essere presa in esame l’idea di lasciarlo partire se dovessero esserci i presupposti. Ma, fino a Ferragosto, tutto resterà così com’è. Dopo il playoff Champions, si valuteranno altre situazioni”.

 

Da tuttomercatoweb.com

Mertens: “Interesse di Chelsea a Barcellona, nella mia testa però c’era solo il Napoli”

Dries Mertens, attaccante azzurro, ha parlato dal ritiro della sua nazionale. Tra i temi trattati, il rinnovo con il Napoli e interessanti retroscena di mercato. Ecco le sue dichiarazioni riportate dal portale belga Hln.be:
“Rinnovo? C’è stato un grande interesse nei miei confronti, questo è normale dato che avevo il contratto in scadenza nel 2018. C’è stato l’interessamento di diversi club, ma io volevo restare a Napoli.
Mi voleva il Chelsea ma Conte non mi ha chiamato. Barça? Si, potevo andare lì ma a fare la panchina agli altri. Io voglio giocare e qui a Napoli sto bene”.

Play Off BERRETTI: il calcio sa essere crudele, la Juve Stabia viene eliminata dal Livorno

Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia oggi va di scena la partita di calcio Juve Stabia – Livorno categoria Berretti, gara valida per il ritorno dei quarti dei Play Off.

All’andata la gara è stata decisa a Livorno da una magia di Chirullo che ha portato la sua squadra in vantaggio.

Castellammare di Stabia – Buona la presenza di pubblico con circa 30 ultras gialloblè che si accomodano in tribuna scoperta con tanti di fumogeni. aggiungendosi ai parenti dei calciatori. Un vero peccato comunque non vedere il pienone allo stadio, in quanto oggi si gioca una partita importante per il settore giovanile della Juve Stabia, ma in questi casi si dice: pochi ma buoni.

Al Menti si vede anche l’ex Contieri, oltre a due ex calciatori della Juve Stabia di prima squadra stiamo parlando di: Vincenzo De Liguori, Vincenzo Feola e Fabio Caserta.

Anche oggi l’ex Enrico Maria Amore assiste alla gara in tribuna VIP.

Ad assistere alla gara anche il Presidente del settore giovanile Andrea De Lucia e il D.G. della Juve Stabia Clemente Filippi.

Queste le formazioni:

JUVE STABIA – Riccio, Strianese, Elefante, Mauro, Bisceglia, Borrelli, Scognamiglio, Vecchione, Chirullo, Del Prete, Matassa.

A disp. Borrelli F, Rubino, Berci, Casella, Servillo, Langella, Spavone, Sorrentino, Procida, Sorrentino A.

All. Panico

LIVORNO – Romboli, Raimo, Santini, Bartolini, Lischi, Vittorini, Camarlanghi, Bardini, Canessa, Diolaiti, Folegnani.

A disp. Puccini, Canessa, Bozhanaj, Cortopassi, Pallecchi, Carlucci, Balleri, Nigiotti.

All. Nappi

Arbitro: Ilario Guida di Salerno

Assistenti: Giuliano Parrella di Battipaglia e Nicola Nevio Spiniello di Avellino

Marcatori: 20′ Canessa (Li), 40′ Del Prete (JS), 86′ Folegnani (Li)

Ammoniti: Nigiotti (Li)

Espulsi: Strianese (JS) Camarlanghi (Li)

Al 3 la Juve Stabia va vicina al vantaggio con una punizione di Del Prete che impegna Romboli alla deviazione in angolo.

Al 4 risponde il Livorno con Camarlanghi che riceve palla e in mezza rovesciata non riesce ad inquadrare lo specchio della porta per pochi centimetri.

Al 20′ il Livorno passa in vantaggio con Canessa che mette alle spalle di Riccio, tra le proteste del pubblico di casa che chiedeva il fuorigioco.

Al 23′ episodio dubbio in area di rigore con Matassa che viene atterrato da Bartolini, per l’arbitro è tutto regolare.

Al 29′ Chirullo servito ottimamente da Scognamiglio svirgola il pallone e spreca malamente una ghiotta occasione.

Al 31′ rigore per il Livorno per un presunto fallo di Strianese su Camarlanghi. Sul dischetto va lo stesso Camarlanghi che colpisce il palo alla destra di Riccio.

Al 39′ Chirullo riceve palla al limite vede lo specchio della porta e prova a sorprendere Romboli.

Al 40′ pareggio della Juve Stabia con Del Prete che riceve palla da Mauro in posizione defilata e lascia passare il pallone sotto le sue gambe ingannando il portiere del Livorno che non riesce ad intervenire. Grande gioia di tutti il pubblico presente con Del Prete che va a ringraziare i tifosi gialloblè.

Inzia la ripresa con la Juve Stabia che sostituisce Matassa con Procida. Si resta sul 4-3-1-2 che però diventa più offensivo con Del Prete che si sistema alle spalle di Chirullo e Procida.

Al 52′ Borrelli sugli sviluppi di un calcio d’angolo, di testa mira l’incrocio dei pali alla sinistra di Romboli che è bravo a deviare sul fondo la conclusione del difensore gialloblè.

Al 57′ la Juve Stabia va vicina al vantaggio con Procida che serve Del Prete il quale, all’altezza del dischetto di rigore, controlla e prende la mira ma Romboli è strepitoso nel deviare la conclusione dell’attaccante stabiese.

Al 59′ Il Livorno sostituisce Diolaiti con Cortopassi.

Al 67′ Doppia espulsione: L’arbitro espelle Strianese e Camarlanghi che erano venuti a contatto. Il calciatore livornese simula una testata ricevuta.

Al 70′ Il Livorno sostituisce Bartolini con Nigiotti.

Al 77′ Nella Juve Stabia esce Del Prete entra Langella

Al 84′ Per il Livorno esce Bardini ed entra Pallecchi. Su un lancio lungo della Juve Stabia Romboli anticipa Chirullo che era pronto a colpire di testa.

Al 86′ Il Livorno passa in vantaggio con Folegnani che ribadisce in rete la corte respinta di Riccio.

Al 87′ La Juve Stabia sostituisce Mauro con Servillo.

Al 90′ Ammonito Nigiotti per fallo su Servillo.

Al 92′ Chirullo spreca l’occasione di portare la propria squadra sul pari calciando malamente al lato un cross dalla destra di Langella.

Termina così il match con la Juve Stabia che viene eliminata dal Livorno in virtù delle due reti segnate in trasferta. Il calcio sa essere crudele, ma questi ragazzi meritano un elogio e un applauso per il campionato importante che hanno svolto sinora.

VEDI ANCHE il nostro: VIDEO ESCLUSIVO – Berretti Playoff, Juve Stabia-Livorno 1-2: gli highlights e i gol del match

Dai nostri inviati al Menti: Ciro Novellino e Mario Vollono

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Rai – Per Berenguer il Napoli è disposto a pagare la clausola: l’unico problema è legato alla lista

A Radio Crc, nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’, è intervenuto Ciro Venerato, giornalista della Rai ed esperto di calciomercato. Ecco quanto evidenziato:

“Berenguer? Il Napoli fa sul serio, è disposto anche a pagare la clausola rescissoria di nove milioni. La società però ha chiesto altri cinque o sei giorni di tempo, resta il nodo legato alla lista.
Con Quilon si è parlato anche di Castillejo del Villarreal. Il club spagnolo lo valuta intorno ai 30 milioni, il Napoli non intende spendere quelle cifre”.

Insigne: “Abbiamo fatto un grande campionato, dobbiamo partire da qui. Reina? Spero resti, è fondamentale per noi”

Lorenzo Insigne ha rilasciato alcune dichiarazioni direttamente dal ritiro della Nazionale a Coverciano:

“Abbiamo fatto un grande campionato, peccato per il secondo posto ma abbiamo chiuso in bellezza e speriamo di  ripartire bene la prossima stagione. E’ presto per parlare di scudetto, sicuramente partiremo con la consapevolezza di essere forti.

Nazionale? Sono contento di essere qua, ce la giocheremo e proveremo a vincere come facciamo sempre.
Miglior gioco? Siamo orgogliosi del nostro gioco, cercheremo l’anno prossimo di continuare su questa strada perché con Sarri possiamo fare grandi cose.
Reina? E’ sempre stato fondamentale per noi, spero che si risolva presto tutto e che resti con noi”.

A cura di Antonino Gargiulo

Rai – Reina ha chiesto il rinnovo con ingaggio maggiorato: possibile club alle spalle

Ciro Venerato, giornalista Rai esperto di calciomercato, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’. Ecco quanto evidenziato:

“Reina? La situazione è la seguente: il calciatore non solo ha chiesto il rinnovo fino al 2020, ma vuole anche un adeguamento del contratto . La risposta di De Laurentiis è stata negativa, il Napoli però punta a trattenerlo fino al 2018. La richiesta dello spagnolo a cifre maggiori può essere dettata da un club che è alle spalle del giocatore. Il Napoli sospetta che dietro ci sia il Newcastle e per questo non intende svincolarlo. La sua valutazione si aggira intorno ai 5 milioni di euro”.

Osasuna, il presidente: “Attendiamo l’offerta ufficiale del Napoli per Berenguer”

Alex Berenguer resta uno dei primi obbiettivi del mercato azzurro. Luis Sabalza, presidente dell’ Osasuna, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto si legge sul profilo Twitter dell’emittente:

“In attesa dell’offerta ufficiale del Napoli per Berenguer”.

La legge elettorale inquina clima Festa della Repubblica al Quirinale

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Un clima di tensione segna la festa della Repubblica al Quirinale, anticipo delle celebrazioni che si terranno nella giornata di oggi.  Per Stefano Stefanini “questo 2 giugno deve servire all’Italia per ritrovare identità e fiducia”.

Un 2 giugno per ritrovare fiducia

Oggi sventolano i tricolori e le bande suonano l’Inno di Mameli. Non scrolliamo le spalle. Lasciamo da parte gli eccessi di retorica. Non è nazionalismo; è ricerca d’identità. Ne abbiamo più che mai bisogno. Per essere parte integrante di un mondo globale, per difenderlo dalle minacce al clima e alla sicurezza, per collaborare e competere ad armi pari fra molti amici e qualche avversario, l’Italia deve credere in se stessa. Il 2 giugno non è altro che questo.

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E’ illusorio pensare di sostituire l’identità nazionale con un’artificiale identità europea. Nessun altro lo fa. Non i tedeschi, non gli irlandesi, non i greci. Per essere buoni europei bisogna innanzitutto essere buoni italiani.

In Italia il tricolore spunta solo oggi e in altre rare occasioni, come i raduni degli alpini, le Olimpiadi o la Coppa del Mondo. In Francia, uno sbandierare rosso-bianco-blu circondava la vittoria di Emmanuel Macron – candidato europeista; negli Stati Uniti qualsiasi evento è tutto stelle e strisce.

La nostra ritrosia riflette una sotterranea mancanza di fiducia. Ci indebolisce.

La fiducia proietta nel futuro, ma nasce dal passato e vive nel presente. La incrinano, in Italia, memoria corta e sottovalutazione delle capacità del Paese d’affrontare le vacche magre che dal 2008 affliggono l’intero scenario internazionale ed europeo. Eppure solo da noi ci si ostina a parlare di «crisi» mentre si avvertono i sintomi di una pur fragile ripresa, testimoniata dalla Relazione del Governatore di Bankitalia. Il resto dell’Europa ha girato pagina.

L’Italia è in prima linea e a testa alta nelle tre principali sfide di questi ultimi anni: economia, terrorismo e immigrazione. Con un faticoso colpo di reni, Roma si è sottratta alla spirale di un indebitamento insostenibile che avrebbe travolto l’Eurozona; la Grecia può essere tenuta a galla, l’Italia no. La medicina del governo Monti ha curato una febbre da cavallo lasciando il paziente debilitato ma più sano di prima. Dopo i sacrifici, si affaccia finalmente la crescita. Timida per ora, ma credibile se continueremo a rimboccarci le maniche come Ignazio Visco ha invitato a fare.

Vuoi per bravura dei nostri servizi, vuoi per capacità di tenere a bada la radicalizzazione estremista, vuoi per fortuna, l’Italia non si è scontrata direttamente col terrorismo che ha insanguinato mezza Europa. Resta nell’occhio del ciclone. La pista libica dell’attentato di Manchester dimostra quanto vicina sia la minaccia. Ci siamo pertanto impegnati nel tentativo di rimettere la Libia sulla carreggiata di una statualità responsabile. Ultimi ad abbandonare Tripoli nel 2015, primi a riaprire l’ambasciata nel 2016. I rischi, non indifferenti, sono ripagati dall’influenza sul processo politico guadagnata. Ci viene riconosciuta a Washington, al Cairo, a Bruxelles e a Mosca. Non ci sottraiamo alla responsabilità malgrado la semi-latitanza dell’Ue.

Il capitolo immigrazione è aperto e tutt’altro che soddisfacente: il rubinetto balcanico è chiuso, quello africano aperto a manetta, l’aiuto europeo (o internazionale, dopo il G7) minimo. L’Italia cerca di arginarlo a monte, aiutando la Libia a riprendere controllo delle frontiere e con una politica di riammissione nei Paesi di provenienza. Intanto lo tratta con umanità, generosità e spirito d’integrazione. E’ gestione, non soluzione – non esiste un «diritto ad emigrare» e i flussi vanno controllati e disciplinati. Ma è un comportamento di cui andare fieri.

Una serie di Presidenti della Repubblica, governi, maggioranze parlamentari ha tenuto ferma la barra in circostanze non facili. Certo molto resta da fare; non è il momento di compiacimenti. Ma la fiducia dovrebbe venire anche dal passato, recente e lontano. L’America chiama «grande generazione» quella che guidò e costruì la nazione dopo le ferite inflitte dalla Seconda Guerra mondiale. L’Italia, che risalì una china ben più ardua, l’ha seppellita sotto le macerie della «Prima Repubblica», facendo di un miracolo una macchia. La memoria dovrebbe essere più lungimirante. L’Italia del dopoguerra, della democrazia, della crescita e della vittoriosa sopravvivenza agli anni di piombo merita ben altra fiducia.

Abbiamo trovato il coraggio d’imprese straordinarie in momenti difficili. Le ferite della dittatura fascista, del conflitto mondiale e della guerra civile, erano a malapena rimarginate quando, nel 1954, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, spalleggiati da Walter Bonatti e Amir Mahdi, scalarono il K2. Edmund Hillary e Tenzig Norgay avevano appena piantato l’Union Jack sull’Everest. Un anno dopo, il tricolore sventolava sulla vetta seconda solo in altezza, alpinisticamente ben più dura. La stessa bandiera oggi sventola nelle piazze e nelle strade italiane per restituirci la stessa fiducia.

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lastampa/Un 2 giugno per ritrovare fiducia STEFANO STEFANINI

Legge elettorale: un clima di tensione segna anche la festa della Repubblica al Quirinale

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L’approvazione del testo sul nuovo sistema di voto, dopo le tensioni dei giorni scorsi e le liste bloccate che creano malumori anche tra i Cinque Stelle e nel Pd, non appare per nulla scontata ed un clima di tensione segna anche la festa della Repubblica al Quirinale.

La festa del grande gelo. Nei giardini del Quirinale vacilla il patto sul voto

Alla celebrazione del 2 giugno tiene banco la legge elettorale. Il leader Pd: se si sfila il M5s salta tutto. Gentiloni defilato

ROMA – Con i Cinque stelle siamo partiti bene, ma non sono così convinto che tengano». È tardo pomeriggio, l’orchestra suona la musica del “Padrino” in sottofondo al chiacchiericcio degli ospiti. Vicino ai gazebo bianchi sulla sinistra del giardino, Matteo Renzi in gessato grigio stringe mani, scatta selfie, scherza con i sindaci del terremoto. Arrivato al tradizionale ricevimento del Quirinale per la festa della Repubblica per la prima volta non più come premier, ma solo come segretario Pd, con qualche interlocutore racconta sinceramente come la vede, in questa giornata che sembra rimettere tutto in discussione. Sembrava fatta fino a poche ore prima: una miracolosa intesa sulla legge elettorale capace di mettere d’accordo Pd, Forza Italia e M5s sul sistema tedesco, mettendo all’angolo Alfano e la sua Alternativa Popolare. Poi, ieri, le prime crepe, i primi mugugni dall’interno dei Cinque stelle che suonano come un campanello d’allarme. La paura che tutto salti che attraversa il Palazzo e anche qui, in questo gran ballo dei potenti, rimbalza da un capannello all’altro. «Se si sfilano i Cinque stelle, salta l’accordo», confida il leader Pd.

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Dall’altra parte del giardino, loro, i pentastellati, chiacchierano in un tavolo rotondo. Per la prima volta è venuto Luigi Di Maio, accompagnato dalla fidanzata Silvia Virgulti, ma c’è anche Roberto Fico, che proprio ieri ha ammonito «l’accordo non è scontato» scatenando timori e nervosismi. «C’è ancora il lavoro di commissione, abbiamo presentato i nostri emendamenti, ma non c’è da parte nostra un ultimatum», cerca di rassicurare Di Maio. «Noi reggiamo, anche perché per il sistema tedesco hanno votato il 95 per cento dei nostri, bisogna vedere se regge la maggioranza…». Lì dove le tensioni sono platealmente deflagrate. «Renzi è stato una delusione umana e politica: dovrà spiegare lui agli italiani perché non facciamo la legge di stabilità. E noi che abbiamo fatto la scissione per fargli fare il governo…», è furibonda la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, mentre dalla grande terrazza che si affaccia sul cupolone di San Pietro si staglia la figura di Angelino Alfano. Cammina verso i giardini, si guarda un attimo intorno. Individua laggiù la sagoma di Renzi, lo osserva da lontano, si guarda bene dall’incontrarlo. «Tra noi c’è sempre stato un rapporto leale, quasi affettuoso, non capisco questo attacco personale… O forse sì: mercoledì, il giorno in cui mi ha definito “il ministro di tutto”, avevo fatto un post su Facebook in cui lo attaccavo. È passato praticamente inosservato, ma tra i pochi che l’hanno letto c’era lui», racconta. Il deputato Pizzolante ha rivelato come già a febbraio l’ex premier chiese ai centristi di far cadere il governo Gentiloni: «Io sono un avvocato: quello che ha detto Pizzolante in tribunale si configura come fatto notorio. Non ha svelato chissà quale segreto: basta leggere i giornali di quei giorni», conferma tutto.

Il premier Gentiloni presente con la moglie Emanuela resta defilato, lontano dai giornalisti. A Renzi riserva però un abbraccio caloroso che sembra voler certificare una perdurante armonia, poi si appartano per un breve colloquio. Si forma una fila lunghissima per omaggiare il padrone di casa, il presidente Mattarella. Tra i tavoli, in cui si spizzica finger food, l’argomento resta la tenuta dell’accordo. «Io spero proprio che regga», sorride il riservatissimo Gianni Letta. Ma tra alcuni eminenti giuristi ci si interroga già anche sulla costituzionalità della legge che nascerà, se i collegi non rischieranno di essere una roulette russa a rischio bocciatura della Consulta.

«Vedrete che i Cinque stelle faranno saltare l’accordo: ho studiato la loro tecnica, è sempre la stessa – si preoccupa il sottosegretario renziano Gennaro Migliore – Prima dicono di sì, poi appena vedono qualche incrinatura nel fronte degli altri si sfilano». Accompagnata dal fratello Emanuele – «il boschino», come lo saluta Renzi – arriva la sottosegretaria Maria Elena Boschi. «I cinque stelle rischiano di non reggere questa legge ma non dal punto di vista del merito – perché a loro va benissimo – ma del metodo. L’idea di fare un accordo con noi e Forza Italia per alcuni di loro è ancora difficile da accettare. Tanto più ora che pare che ci siano magistrati che si stanno avvicinando a loro, e forse non vedono di buon occhio un accordo con Berlusconi… Molto dipenderà anche da come voi giornalisti descriverete questo accordo», è insolitamente loquace, «ma io per ora resto ottimista». Anche perché, considera Renzi, se saltasse la legge e si votasse col Consultellum, per i grillini sarebbe peggio: «Questa legge serve al M5s, se salta loro vanno in difficoltà perché si vota con la soglia all’8 per cento e le preferenze. Per noi non è un problema, noi le preferenze le gestiamo, ma loro?». E forse anche Di Maio ci riflette, visto che a uno dei tanti che vanno a presentarsi e salutarlo, si lascia sfuggire un sicuro «la prossima legislatura è a settembre».

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lastampa/La festa del grande gelo. Nei giardini del Quirinale vacilla il patto sul voto FRANCESCA SCHIANCHI

Legge elettorale: le liste bloccate creano malumori tra i Cinque Stelle e nel Pd

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Dopo le tensioni dei giorni scorsi, vacilla anche l’accordo sul nuovo sistema di voto: le liste bloccate creano malumori tra i Cinque Stelle e nel Pd. L’approvazione del testo non appare per nulla scontata.

Anche nel Pd tanti dubbi sul voto. Renzi contestato sulle liste bloccate

Paura tra i deputati: 100 posti in meno e gli iscritti non decideranno i nomi

ROMA – «Ma se non abbiamo tempo di fare la campagna elettorale come si fa a tenere le parlamentarie? Suvvia…». Lo sbuffo di un toscanaccio ben inserito nella partita del voto conferma quanto i renziani vanno dicendo sulle famose primarie di collegio inaugurate nel 2013 da Bersani per tenere testa ai grillini quando era in voga il porcellum. Pratica cui non si sottoposero quelli garantiti dal «listino bloccato» del segretario, tra cui Roberto Speranza, «che non fece le primarie e ora parla di nominati», ricorda caustico David Ermini replicando ad una delle bordate giornaliere dell’ex Pd.

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Non è secondario il fatto che Renzi e compagni oggi non abbiano alcuna intenzione di replicare quella giostra (dicono che le liste saranno fatte dalle Direzioni regionali incrociando le indicazioni da Roma, con il bollo finale della Direzione nazionale): visto che uno dei motivi di malcontento tra i parlamentari in carica è proprio la mancanza di un criterio, che non sia quello della scelta dall’alto, per entrare nel circolo degli ottimati, ovvero nelle liste dei candidati alle politiche.

Una eco di questi malumori è rimbalzata nel gruppo Pd riunito mercoledì sera da Ettore Rosato per benedire l’accordo. «Un clima pessimo», racconta una delle deputate presenti, a testimoniare quanto la prospettiva del voto a settembre non entusiasmi – per usare un eufemismo – peones e graduati di varie correnti. A cominciare da quella dello sfidante di Renzi, il ministro Orlando. Ma compresa l’area che fa capo all’ex premier: dove non manca chi – sotto promessa di anonimato – sibila «stiamo facendo lo stesso errore, la replica del film del 4 dicembre: Matteo solo contro tutti».

Nel salone del gruppo Dem l’altra sera sono rimasti Matteo Richetti, neoportavoce Pd e Roberto Giachetti a difendere l’intesa sul «tedesco», unica possibile, pure se su un sistema che non è certo il prediletto dal Pd. Giachetti con un colpo di teatro ha rinfacciato a Orlando, che non era presente, un’intervista del 2016 in cui il Guardasigilli difendeva il proporzionale (se pure con premietto di maggioranza). Ma la «batteria» di interventi contro quest’intesa che porta dritto alle urne è andata avanti senza sosta: da Martella a Miccoli, tutti gli orlandiani hanno sollevato dubbi. Finanche un veltroniano schierato con Renzi al congresso come Walter Verini – con il consueto fair play e assicurando che voterà allineato sulla legge elettorale – si è chiesto se non sia un errore accelerare, dato che ci sono diverse riforme da portare a termine.

Insomma, i resoconti del giorno dopo narrano di una rivolta contro la corsa al voto. Soffocata solo dalla consapevolezza diffusa che «se vivi o muori dipende da dove ti mette in lista il segretario», sintetizza un dirigente. Una rivolta ancora più significativa perché andata in scena proprio mentre al piano superiore nella prima Commissione i renziani come Emanuele Fiano presentavano l’emendamento frutto dell’accordo Pd-Forza Italia e grillini. Ma se c’è questa forte ostilità alle urne anticipate è perché le truppe sono convinte che non sia scontato vincere le elezioni. E sono terrorizzate dal dover fare un salto nel buio. Che si fa dopo il voto? Ci si allea con Berlusconi? Sono le domande che angosciano i parlamentari, per nulla entusiasti di andare alla carica nei luoghi di villeggiatura con tale fagotto sulle spalle.

Per sedare le tensioni Rosato ha indicato un percorso che porterà a votare prima la legge elettorale, impegnandosi subito dopo per mandare in porto anche la riforma del processo penale, il testamento biologico e il reato di tortura. Ma il sentimento che prevale è la paura, quella di non esser candidati; o quella di esser candidati per andare alla guerra senza certezze, visto che non è proprio un periodo d’oro per il Pd.

«Qui siamo in 300», dice il deputato più giovane, Enzo Lattuca, (area Orlando) «e nella migliore delle ipotesi saremo 200: che sia conveniente correre al voto è tutto da dimostrare, ma questa convinzione che si vince non c’è. E poi è una cosa scandalosa quella dei capolista bloccati nel proporzionale che superano i vincitori di collegio». La neonata sfida nei collegi renderà inutili infatti le parlamentarie, ma i nominati saranno sempre i primi a entrare nel portone di Montecitorio.

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lastampa/Anche nel Pd tanti dubbi sul voto. Renzi contestato sulle liste bloccate CARLO BERTINI

Napoli, Tomas Foket un obiettivo per gli esterni: i dettagli

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Il Napoli è alla ricerca di un esterno da poter regalare a Maurizio Sarri la prossima stagione. Secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, gli azzurri sarebbero interessati a Tomas Foket, giocatore del Gent, classe 94. Prima di puntare definitivamente tutte le fiches su di lui, Giuntoli vorrebbe valutare altri profili, magari più pronti, per il definitivo salto di qualità.

Futuro Reina: il Napoli non vuole il rinnovo, difficile conferma dello spagnolo

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Il futuro di Reina è lontano da Napoli. La Gazzetta dello Sport, oggi in edicola, scrive in merito: “Fumata grigia tendente al nero, il Napoli ha comunicato di non voler rinnovare al portiere il contratto in scadenza nel 2018, dunque di non voler venire incontro alla richiesta di prolungare almeno di un altro anno l’accordo. Difficile immaginare che Reina resti in azzurro a queste condizioni, decisamente più facile che De Laurentiis valuti offerte per la cessione dello spagnolo. In tal senso, occhio al Newcastle. Per il dopo Reina restano vive le piste che conducono a Neto e Leno”. 

Rebus Szczesny: c’è l’ok per il Napoli, ma la Juve offre di più

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Il Napoli lavora alla pista Szczesny: gli azzurri avrebbero proposto all’Arsenal un’offerta di circa 18 milioni di euro. Due milioni in meno rispetto a quanto offerto dalla Juventus per il polacco. Il fattore economico non è tuttavia un problema insuperabile: secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, il ragazzo preferirebbe gli azzurri alla vecchia signora, dato che a Torino non avrebbe assicurato la maglia da titolare. In più a Napoli potrebbe ritrovare amici di nazionale come Milik e Zielinski. Nel frattempo, per il ragazzo si sarebbe anche inserito il Milan, che potrebbe perdere Gigio Donnarumma, nelle scorse settimane accostato proprio al Napoli.

Sarri: “Messi o Ronaldo? Io ho il miglior attacco. Insigne giocatore mondiale, Milik libro da scoprire”

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Maurizio Sarri si racconta. Ai microfoni del Corriere dello Sport, il tecnico toscano rivela: “Visti i segnali di crescita del Napoli, c’è da essere ottimisti sul futuro. Quando ricomincia un campionato, si riparte da zero. Vale ciò che abbiamo realizzato, i record e la magia d’un pubblico che ha sempre gradito, ma sappiamo anche che ad agosto dovrebbero tornare le milanesi. Zielinski ha le stimmate del fuoriclasse, Diawara può diventare altro, perché ha appena 19 anni; Rog ha qualità assolute che ha cominciato a mostrare dopo essersi adattato al nostro calcio. E Milik è un libro ancora tutto da scrivere, credetemi. Mertens ha stupito chiunque, anche me, forse pure se stesso. Sarebbe piaciuto a tutti quanti noi vederlo in cima alla classifica dei cannonieri, un premio che avrebbe meritato. Messi o Ronaldo? Ma scusate io ho il miglior attacco, con questi interpreti, e vado a cercare un altro attaccante?”

SU INSIGNE- “Sta diventando un calciatore di livello europeo, anzi mondiale: ha strumenti tecnici straordinari ed ha cominciato ad incidere in maniera secca nelle partite”. 

ADL O I CINESI-E chi volete che scelta se non Aurelio, con cui ci litigo, ci faccio pace, poi ci rilitigo e poi ridiamo su?”

SU REINA- “Lo è anche nel modo di pensare: è un uomo fedele, che sposa l’allenatore, e questo sentimento Pepe lo porta con sé nello spogliatoio. Può avere anche fatto qualche errore ma i piedi che ha lui non li ha nessuno al mondo”. 

SUI CORI RAZZISTI-  “A Genova ad un certo punto mi sono stufato. Ho detto a Banti, nello spogliatoio: che faccio, me ne devo andare? Questo è razzismo su cui i media soprassiedono mentre per altri esempi fungono da cassa di risonanza. Per vincere partite come questa bisogna battere l’ignoranza radicata e temo che le nostre generazioni non riusciranno ad assistere a spettacoli migliori”.

Berenguer-Napoli, ci siamo: l’annuncio potrebbe arrivare a breve

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Berenguer ad un passo dal Napoli: la Gazzetta dello Sport ne è sicura. Il quotidiano, nell’edizione odierna, scrive in merito:  “Per il ragazzo c’è una clausola rescissoria di 9 milioni di euro. Ma, nelle ultime ore, pare che il club spagnolo abbia preso in considerazione la proposta del Napoli: 6 milioni di euro più una serie di bonus che andrebbe a completare l’importo della clausola. E, dunque, potrebbe essere proprio Berenguer il primo acquisto napoletano. Il giocatore ha già dato la sua disponibilità e l’annuncio potrebbe essere dato a breve”.