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Pavoletti può tornare al Genoa: patto De Laurentiis-Preziosi

Pavoletti può tornare al Genoa: patto De Laurentiis-Preziosi
Molte idee di partenza ci sono in casa Napoli e tra queste c’è quella di Leonardo Pavoletti, attaccante ex Genoa che in azzurro ha trovato davvero pochissimo spazio da quando si è trasferito nel mercato di gennaio. Ma spunta una clamorosa novità: il calciatore potrebbe tornare anche alla base di partenza.Pavoletti sarebbe potuto tornare al Genoa con uno sconto di 3 milioni di euro. Ma al momento un ritorno sembra complicato, nonostante visto di buon occhio dalla tifoseria, per questioni legate al contratto. Ad oggi l’ex rossoblu ha un ingaggio raddoppiato che si aggira intorno ai 2 milioni di euro.

Ounas prima scelta di Giuntoli per l’attacco

Ounas prima scelta di Giuntoli per l’attacco

Il Napoli è alla ricerca di un attaccante esterno che possa giocare a destra. Il primo nome della lista di Cristiano Giuntoli sembra essere Adam Ounas del Bordeaux. La Gazzetta dello Sport scrive: “E’ possibile che arrivi anche un esterno con caratteristiche più offensive: Ounas del Bordeaux è il primo nome della lista perché classe 1996 e per di più mancino (il Napoli ne è privo come attaccanti di fascia). È stato promosso dallo scouting azzurro perché molto bravo nel dribbling stretto e inoltre già molto esperto (60 partite con i girondini) nonostante debba ancora compiere 21 anni. Nelle gerarchie del d.s. Giuntoli, Ounas è seguito a ruota da Rashica perché l’ala del Vitesse è extracomunitario, essendo nato in Kosovo, e nessuno in questa fase vuole occupare già un posto”.

Legge elettorale: Palazzo Madama sarà un duplicato della Camera

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L’asse Pd-FI-M5S conferma per lunedì 5 giugno l’approdo della legge elettorale, del ‘tedescum’, in Aula alla Camera. Non solo. I fautori dell’intesa sul sistema tedesco incassano anche una tempistica record: via libera alla riforma entro la prossima settimana, quindi giovedì 8 giugno o al massimo venerdì 9. A questo punto, due sono le date che dividono il Paese: autunno 2017 e primavera 2018. Tra le due date oscillano due fronti che mescolano partiti e parti sociali, forze economiche e influencer, Camera e Senato: Palazzo Madama dopo l’applicazione del modello tedesco sarà un duplicato della Camera.

E su questo argomenta e scrive oggi Scalfari nel suo editoriale della domenica:

Legge elettorale, la riforma che mette la camicia di forza al Senato

I POLITICI che guidano i partiti, gli studiosi che ne osservano le mosse con attenzione e i giornalisti che riferiscono al pubblico ciò che accade sono in queste ore più che mai attenti alla legge elettorale in discussione, che dovrebbe essere approvata, dopo l’accettazione o l’abolizione di qualche centinaio di emendamenti (tutti di scarso rilievo) entro un mese. Parliamo naturalmente dell’Italia. Ci sarebbero altre questioni internazionali di grande interesse, ma oggi ne faremo a meno in questa sede.

Sulla legge elettorale i pareri tra i politici e chi li esamina sono diversi. I politici delle tre principali formazioni operanti in Parlamento e cioè il Pd, Forza Italia con Salvini e Meloni, il Movimento 5 Stelle, sono per il cosiddetto modello tedesco che ha come base il criterio proporzionale. Gli osservatori sono alquanto critici sul proporzionale e preferirebbero il maggioritario. Il dibattito è in pieno svolgimento ma corre un rischio: non è affatto chiaro, per la pubblica opinione che segue quanto sta avvenendo politicamente, in che cosa consista la differenza. Proporzionale o maggioritario: che cosa vuol dire in concreto? E poi c’è un altro problema, ancor più rilevante: il modello tedesco, comunque rammendato, riguarda la Camera o il Senato? Comincio a rispondere a questa seconda domanda.

La legge in corso di discussione riguarda entrambe le Camere le quali, a questo punto, avrebbero una sola differenza tra loro: l’età degli elettori chiamati a votare: alla Camera si vota dai 18 anni, al Senato dai 25. La differenza è di 7 anni, quindi il numero degli elettori è minore al Senato e anche il numero dei senatori è minore. Questa dell’età è una differenza che c’è sempre stata, ma ci sono state finora anche altre diversità notevoli nelle rispettive leggi elettorali. Questa volta invece non ce ne sarà nessuna.

La prima (e molto grave) considerazione su questo punto è la seguente: il referendum del 4 dicembre scorso prevedeva un sistema monocamerale. Il Senato esisteva ancora ma con dei compiti in gran parte dedicati alle Regioni e alle loro competenze. I senatori erano scelti tra i consiglieri regionali con il voto di ciascuna Regione. Era previsto che andassero in Senato per un paio di giorni alla settimana e poi rientrassero nelle Regioni di provenienza riassumendo il compito regionale.

Tutti ovviamente ricordiamo che il suddetto referendum, voluto da Renzi e dal suo partito, fu contraddistinto da un’affluenza eccezionale che superò il 65 per cento dell’elettorato e fu vinto dai “No” col 60 per cento dei voti contro i “Sì” (renziani) che non superarono il 40 per cento. Una sconfitta sonora che ha influito sui fatti politici successivi sui quali ora ci intratterremo.

Ma il punto grave, anzi gravissimo, è il seguente: la legge elettorale in discussione attualmente regola sia la Camera sia il Senato, il quale dopo il referendum suddetto ha riconquistato la sua sovranità. Ne deduco che il Senato dopo l’applicazione del modello tedesco sarà identico o con piccolissime differenze alla Camera, quindi un duplicato, salvo l’età degli elettori e degli eletti. Il risultato del referendum del 4 dicembre verrebbe perciò superato: avremmo due Camere con simili meccanismi di formazione. È costituzionale questa situazione? Qualora la Corte fosse investita del problema, quale sarebbe il suo giudizio? E quale quello del presidente della Repubblica sull’intera legge visto che a lui spetta, una volta che il Parlamento abbia varato la legge elettorale, di firmarla oppure di rinviarla alle Camere?

Ci sono molti altri temi italiani da discutere ma questo intanto l’abbiamo posto per primo perché è di grandissimo peso.

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Un’altra questione cui abbiamo già accennato nelle righe iniziali di questo articolo e che dobbiamo adesso esaminare è la differenza tra un sistema elettorale proporzionale e uno maggioritario. Molti osservatori preferiscono il maggioritario, ma che cosa significano quelle due parole? Il significato del proporzionale è chiaro: gli elettori danno il voto a un candidato o a un partito che presenta dei candidati e quelli vengono eletti proporzionalmente.

Questo è il proporzionale, ma il maggioritario che cos’è? La risposta più elementare: viene eletto chi prende più voti in un collegio o si conferisce un premio in seggi a chi ha superato un certo limite. La legge attuale ancora in vigore per la Camera attribuisce questo premio a chi superi il 40 per cento dei voti espressi e ottiene in quel caso il 55 per cento dei seggi della Camera. Il modello tedesco non prevede nulla di simile e ha altri modi per premiare, il più evidente dei quali riguarda i poteri del leader del partito vittorioso, che diventa Cancelliere. Così si chiama il primo ministro e i suoi poteri sono pressoché totali, perfino dal punto di vista costituzionale. Il presidente della Repubblica, eletto dalla Camera, è un personaggio onorabile e puramente rappresentativo che può soltanto suggerire talvolta al Cancelliere un qualche intervento e nulla più.

Da questo punto di vista il maggioritario non è possibile in Italia perché i poteri del nostro presidente del Consiglio sono indicati dalla Costituzione e sono alquanto limitati da un presidente della Repubblica che non è affatto un burattino. Del resto basta ricordare i nomi di quelli che hanno occupato quella carica fin dall’inizio della nostra storia repubblicana: Einaudi, Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella. Vi sembrano nomi da poco la cui influenza è stata sulla vita del Paese pressoché nulla, oppure nomi determinanti taluni nel male ma la maggior parte per fortuna nel bene dell’Italia?

Quindi il modello tedesco non è attuabile nella sua essenza, impone alla nostra classe politica di prevedere delle alleanze a elezioni avvenute. Questo rende ancor più difficile la situazione perché non si tratta di alleanze che si trasformano in coalizioni e come tali vanno al voto, bensì di operazioni successive al voto anche se fin d’ora gli interessati ne stanno discutendo tra loro. E chi ne sta discutendo? Ovviamente Renzi con Berlusconi. Lo scrivono e lo dicono tutti i giornali e le televisioni; prove naturalmente non ce ne sono o meglio trafilano attraverso amicizie comuni e bene informate, ma comunque la realtà impone questo tipo di alleanze. Il Movimento 5 Stelle resterà inevitabilmente da solo perché se facesse un’alleanza con un’altra importante forza politica si dissolverebbe entro pochi giorni. È un movimento, quello 5 Stelle, che è nato per esser solo e da solo può conseguire un risultato ma non in compagnia: essendo votato da elettori con sentimenti di sinistra o di destra o di centro o di totale indifferenza ma necessità di esprimerla, l’accordo con un’altra forza politica ben determinata come collocazione farebbe saltare in aria il grillismo.

Perciò al Pd, per conquistare un’alleanza importante che superi in questo modo il proporzionalismo e acquisti quel tanto necessario di maggioritario, non resta altro che Berlusconi. Un Berlusconi però senza Salvini perché Salvini sarebbe indigeribile per il Partito democratico. Già Berlusconi crea qualche difficoltà agli stomaci ma superabile perché è la sola via d’uscita per riconquistare il maggioritario in un sistema totalmente proporzionale.

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Questo tema si potrebbe però risolvere in un altro modo, molto più democraticamente accettabile. Ed è il seguente con una brevissima premessa: il Partito democratico è sempre stato chiamato e si è così anche definito di centrosinistra. Non di sinistra. Due parole alle quali Walter Veltroni che lo fondò dopo l’Ulivo ne aggiunse un’altra: riformatore. Quindi un partito di sinistra che cerca di raccogliere i voti della sinistra combinandoli insieme ai voti di centro che hanno un carattere più moderato. Ma riformatore è anche il centro. Queste cose bisognerebbe rileggerle in Democrazia e libertà di Tocqueville. Lì si apprenderebbero molte cose estremamente moderne e utili per quello che sta accadendo qui da noi ma che in parte (in gran parte) è accaduto anche con la vittoria di Macron in Francia. Se andassimo a guardare la struttura del suo governo e la sua composizione, ci accorgeremmo che Macron ha messo insieme dalla destra alla sinistra, passando per vie e comunità intermedie, un governo molto moderno che si dovrà occupare di ricchi e di poveri, di tasse e di spese, di disuguaglianze da colmare, di capitalismo da vivacizzare e di occasioni di lavoro crescente. Il tutto sotto la bandiera tricolore e quella a stelle dell’Europa, perché Macron vuole rafforzare l’Europa. Se avessimo un Macron italiano! Personalmente ho sperato per qualche tempo che lo fosse Renzi, ma ne sono stato purtroppo deluso. Renzi vuole comandare da solo. Macron non comanda da solo anche perché non è il primo ministro ma il presidente della Repubblica. Ha poteri propri: la politica estera e la difesa. E si vale di esperti di grandissimo livello. Per il resto ha un governo che è appunto composto da tutte le forze costituzionali che abbracciano l’intero quadro della classe dirigente del Paese.

La situazione in Italia è molto diversa e purtroppo, come abbiamo già visto, le alleanze fatte dopo le elezioni porteranno molte coalizioni e non sappiamo quanto dureranno. Se fossero state fatte prima (e sarebbe ancora possibile introdurle nella legge in discussione), la situazione sarebbe decisamente diversa. Renzi dovrebbe allearsi con un Pisapia e tutta quella sinistra che lo seguirà (i cui elettori saranno probabilmente molto più numerosi di quanto si pensi) e aggiungere a questa di sinistra un’alleanza al centro con Alfano e Parisi: insomma il centro moderato che è perfettamente consono a un partito che non a caso si definisce riformatore di centrosinistra. Questo dovrebbe essere l’obiettivo. Temo che non ce la faremo a vederlo.

Caro Matteo, dei libri che ti ho consigliato temo che tu non ne abbia letto una riga perché sei molto occupato in altre cose. Ma dovresti fare uno sforzo almeno per il Tocqueville che ho sopra ricordato. Quello sembra scritto per te. Fai questo sforzo nel tuo interesse che sarebbe, se fosse ben considerato da te medesimo, anche l’interesse del Paese e soprattutto non ti mettere in testa di far fuori Gentiloni a ottobre, questo sarebbe un altro drammatico errore

vivicentro.it/editoriale
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repubblica/Legge elettorale, la riforma che mette la camicia di forza al Senato EUGENIO SCALFARI

Berenguer, asta con l’Athletic Bilbao: il giocatore vuole l’azzurro

Berenguer, asta con l’Athletic Bilbao: il giocatore vuole l’azzurro

Giuntoli e De Laurentiis sono a lavoro giorno dopo giorno. Anche perchè Sarri è stato categorico, vuole una squadra pronta per il 5 luglio quando gli azzurri partiranno per Dimaro. Il Mattino spinge per Berenguer. L’esterno destro (che può giocare anche a sinistra) dell’Osasuna è conteso tra Napoli e Atletico Bilbao. L’Osasuna era partito da una richiesta di 9 milioni, ma entrambi i club interessati non erano disposti a sborsare la cifra della clausola. Ecco che il giocatore andrà al miglior offerente, il Napoli rilancia: 6 milioni da parte di De Laurentiis. Nei prossimi giorni si attendono i fatti, oltre che le parole. Il calciatore ha già fatto sapere di prediligere il Napoli. Questo può essere sicuramente un fattore di vantaggio per De Laurentiis e Giuntoli nella ricerca del vice Callejon.

3 Giugno 2017, una serata assurda. Panico a Torino per un petardo. Terrore e morti a Londra per attentato

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3 Giugno 2017, una serata assurda. Panico e caos a Torino per un petardo: 1400 feriti, 8 gravi. Terrore a Londra, pedoni travolti e sgozzati: 6 morti e 50 feriti.

Momenti di panico in piazza San Carlo a Torino ieri sera dove i tifosi stavano guardando la finale di Champions League da uno dei maxi schermi: Il bilancio di questa mattina è di 1.400 feriti, tra cui 8 in codice rosso. Un bambino di poco più di sette anni ricoverato in rianimazione al Regina Margherita è tra le persone in prognosi riservata: ha riportato un trauma cranico e fratture al costato. Una donna in arresto cardiaco salvata dall’intervento di un vigile del fuoco. Le loro condizioni secondo le ultime informazioni sono stabili.  Gli altri feriti sono per lo più codici gialli e verdi. Negli ospedali Molinette, Cto e Maurizia per far fronte al massiccio arrivo dei feriti è scattato il piano di maxiemergenza che ha funzionato alla perfezione. Questo il bilancio aggiornato degli effetti del panico scatenatosi ieri sera in piazza San Carlo a Torino dove una folla di migliaia di persone stava assistendo alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid davanti a uno dei due maxi schermi allestiti in città.

LEGGI ANCHE: Terrore a Londra, pedoni travolti e sgozzati: 6 morti e 50 feriti. Numero di emergenza della Farnesina

Poco dopo il terzo gol del Real Madrid, un boato (alcuni presenti hanno riferito dello scoppio di un petardo) La gente ha cominciato a fuggire dalla piazza, a spingersi, travolgendo le transenne e iniziando a correre lungo le vie limitrofe. Il panico è stato generato per la paura che lo scoppio fosse da attribuirsi ad arma da fuoco, non a un petardo come poi si è capito. Ad aggravare la situazione il crollo di una ringhiera a protezione di uno degli ingressi sotterranei del parcheggio di piazza San Carlo che ha fatto precipitare sulle scale sottostanti le persone che vi erano appoggiate.

In piazza e nelle vie limitrofe si sono verificate vere e proprie scene di panico, gente che correva urlando e piangendo, travolgendo le transenne, calpestando chi si trovava a terra e cercando amici e familiari, molti con escoriazioni riportate durante le cadute causate dalla calca e dai cocci di vetro abbandonati a terra, nonostante fosse vietato portare bottiglie non di plastica e nonostante le forze dell’ordine, che hanno monitorato gli accessi alla piazza, ne impedissero l’introduzione.

A causare i feriti sarebbe stato il cedimento della ringhiera di una scala di accesso al parcheggio sotterraneo della piazza, ma in tanti hanno pensato ad un’esplosione e si sono dati alla fuga, travolgendo tutto e tutti.

Nella piazza si è sparsa la voce di un attentato e questo ha aumentato il fuggi fuggi, con la folla che si è riversata verso il maxischermo. I giornalisti, che erano sotto il maxischermo, non hanno però sentito il rumore di una forte esplosione. Sarebbe quindi da escludere l’ipotesi di una bomba carta.

Qui la cronaca de La Stampa

redazione/agenzie di stampa/agi/adnkronos

Terrore a Londra, pedoni travolti e sgozzati: 6 morti e 50 feriti. Numero di emergenza della Farnesina

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Londra, furgone sulla folla, accoltellamenti: morti e 6 persone ferite in una serie di attacchi nel centro della città britannica  da parte di tre uomini, uccisi poi dalla polizia. E’ quanto comunica Scotland Yard, citata dalla ‘Bbc’. May: “E’ terrorismo”

Gli assalitori hanno prima investito diverse persone con un furgone bianco sul London Bridge verso le 22 di sabato (ora locale, le 23 circa in Italia); poi, una volta abbandonato il veicolo, hanno pugnalato altri passanti a Borough Market, area conosciuta per i suoi ristoranti e i bar. I tre, riporta ancora la ‘Bbc’, sono stati uccisi dalla polizia dopo 8 minuti dall’inizio dell’attacco.

Il tabloid Daily Mail riferisce che i presunti terroristi sarebbero stati 5 e non 3 come inizialmente riferito. Tutti avrebbero avuti agganciati al torace candelotti metallici, probabilmente contenenti esplosivo, come i giubbetti usati dai kamikaze. Nelle ultime ore sono state avvertite almeno 3 esplosioni controllate, forse opera degli artificieri, ed una più forte. I 5 a bordo di un pulmino bianco si sono prima lanciati sui passanti zizgando per centrarne il maggior numero possibile, almeno 20, sul ponte per poi fermarsi e scendere di corsa dal mezzo inneggiando “questo è per Allah”, hanno riferito testimoni, prima di iniziare ad accoltellare i passanti, uccidendone almeno 7. Due terroristi, scrive il Mail, sono stati uccisi dagli agenti armati intervenuti rapidamente dopo l’inizio dell’attacco.  Un terzo attentatore è stato arrestato nel vicino Borough Market mentre gli agenti stanno dando la caccia ad altri due che sono riusciti a dileguarsi, apparentemente, e potenzialmente estremamente pericolosi soprattutto se anche loro indossano rudimentali ma letali giubbetti esplosivi.

Secondo il London Ambulance Service, sono almeno 48 le persone ricoverate dopo l’attacco. “Abbiamo portato 48 pazienti in cinque ospedali in tutta Londra e abbiamo trattato molti altri in scena per lesioni minori”, ha affermato Peter Rhodes, assistente direttore delle operazioni.

La premier, terrorismo a 4 giorni dal voto

La serie di attacchi coordinati che a 4 giorni dal voto sono tornati ad insanguinare Londra ed il Regno Unito sono “un terribile incidente” e sono trattati come un “potenziale atto di terrorismo”. Lo ha dichiarato il premier britannico Theresa May poco prima di iniziare una riunione del comitato di sicurezza ‘Cobra’.
Non mancheranno le polemiche per la decisione di May di riportare da “critico”, il livello più alto di allerta terrorismo che significa “un nuovo attacco è imminente” a “grave” solo pochi giorni dopo la strage del 22 maggio a Manchester in cui un kamikeze uccise 22 persone.

IL SINDACO DI LONDRA – L’attacco è avvenuto pochi giorni prima delle elezioni legislative nel Regno Unito che si terranno il prossimo giovedi. Il primo ministro britannico, Theresa May, ha convocato il comitato Cobra, il massimo organo di sicurezza britannico. Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha parlato di un “attacco deliberato e codardo”.

In questo tweet, il corrispondente di AP Abdi Guled pubblica un video di quanto è successo al London Bridge.

We are dealing with an incident on , when we have more information we will update this twitter feed.

Qui, il Guardian raccoglie notizie e video.

E qui, le notizie aggiornate dalla Bbc.

Le reazioni dei capi di Stato

Immediata la reazione del presidente Usa Donald Trump su Twitter: “Qualunque cosa gli usa possano fare per aiutare Londra ed il Regno Unito, noi saremo al vostro fianco. Siamo con Voi, Che dio vi benedica”

We need to be smart, vigilant and tough. We need the courts to give us back our rights. We need the Travel Ban as an extra level of safety!

Whatever the United States can do to help out in London and the U. K., we will be there – WE ARE WITH YOU. GOD BLESS!

Il presidente francese Emmanuel Macron ha twittato: “di fronte a questa tragedia, la Francia è sempre più a fianco del Regno Unito. Il mio pensiero va alle vittime e i loro cari”.

Face à cette nouvelle tragédie, la France est plus que jamais aux côtés du Royaume-Uni. Mes pensées vont aux victimes et à leurs proches.

Min. : siamo uniti nel dolore ai familiari delle vittime e ai feriti, in questi terribili atti di violenza a . Non siete soli!

Farnesina numero Unità di Crisi

La Farnesina, dopo il nuovo attacco che ha colpito Londra, ha attivato l’Unità di Crisi del ministero degli Esteri che è “al lavoro per verificare eventuale presenza di connazionali in stretto contatto con l’Ambasciata d’Italia”. E’ quanto riferisce la Farnesina via Twitter, fornendo il numero di emergenza +39.06.36.225.

Sconvolti e addolorati per il vile attacco terroristico a . Vicini al popolo britannico in questo triste e drammatico momento.

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redazione/news da agenzie/agi/adnkronos/Farnesina

 

Qui Siracusa: l’unica Juve è quella gialloblù

Nella sera della finale di Champion’s League tra Juventus e Real Madrid, l’Italia calcistica è divisa in due: c’è chi tifa in maniera patriottica per la Juventus di Massimiliano Allegri e chi, invece, spera di veder trionfare Ronaldo e compagni.
La bellezza del calcio e la passione dei tifosi fanno sì che anche due squadre di Lega Pro siano a loro modo protagoniste della finale della Coppa dei Campioni. Stiamo parlando di Juve Stabia e Siracusa. Il merito è dei tifosi del Siracusa, i quali hanno deciso di mettere in chiaro la loro posizione nella diatriba tra gli antijuventini ed i projuventini.
Nella città aretusea è infatti comparso uno striscione emblematico nella sua semplicità, che recita: Siracusa conosce solo la Juve Stabia. Chiaro e bellissimo l’intento dei tifosi siciliani i quali, sfruttando la finale della competizione europea più importante, hanno ancora una volta acceso le luci su uno dei gemellaggi più belli e duraturi della storia del calcio italiano: quello con i tifosi della Juve Stabia. A Siracusa quindi l’unica Juve per cui si fa il tifo sempre, ed a prescindere dall’avversario, è quella di Castellammare di Stabia, che veste i colori gialloblù è che ha nella vespa il proprio simbolo.
Il messaggio dei tifosi del Siracusa rende per l’ennesima volta quello con i tifosi della Juve Stabia non un semplice gemellaggio ma una fratellanza, capace di resistere alle generazioni, ai campionati, ai giocatori ed alle società. In attesa dell’imminente finale di Champions League, consentiteci di attendere con altrettanta impazienza il prossimo scontro, anzi incontro, tra Siracusa e Juve Stabia, così da rafforzare rinsaldare ancora una volta questa bellissima storia di rispetto, amicizia e fratellanza.

Juve Stabia, il responsabile del settore Mainolfi è sempre operativo!

Juve Stabia, il responsabile del settore Mainolfi è sempre operativo!

Alla Foglianise Cup 2017, organizzata dalla Scuola Calcio Aurelio Pacilio del responsabile Fernando Saccomanno, era presente anche il responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, Saby Mainolfi che ha assistito dai quarti di finale in poi. Torneo per le categorie 2010-2009-2008-2007-2006-2005-2004 . Oggi pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00 è andato in scena il tutto con la Juve Stabia sempre presente in cerca di talenti e per dare ai ragazzi delle scuole calcio la giusta determinazione con la presenza dei dirigenti del club.

a cura di Ciro Novellino

”Un dono per un sorriso”: Un ‘Ampio Raggio’ di luce e speranza per i piccoli bambini dell’Afghanistan

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Si è svolto nei giorni scorsi, presso il Bar Dodo di Scafati l’evento “un dono per un sorriso”, che ha visto protagonisti Associazioni e Gruppi di Protezione Civile della Campania. L’evento è proceduto in un clima di grande entusiasmo ed è stato aperto da un lungo colloquio conoscitivo e collaborativo tra le diverse realtà associative, attive,  presenti sul territorio di Scafati, Angri, S. Antonio Abate, Lettere, Boscoreale, Torre Annunziata e Napoli unite per il progetto “Ponte della Solidarietà Italia Afghanistan. Il ricavato dalla serata benefica sarà interamente destinato al progetto di cui le Associazioni sono state parte integrante.

Un dono per un sorrisoHanno presenziato all’evento il Presidente dell’Associazione “Ampio Raggio” Dott. Antonio Pio Autorino, la Presidente del Comitato Sant’ Antuono, Dott.ssa Rossella Abagnale, il Coordinatore del Gruppo di Protezione Civile di Lettere Ing. Gerardo Giosuè Eroico, il Consigliere della Pro Loco Lettere Catello Comentale, il Presidente della Pro Loco Scafati Francesco Salluzzi, il coordinatore del Forum dei Giovani di Scafati,Carmine Sergianni, la Responsabile della Commissione Cultura e Sport del Forum dei Giovani di Sant’Antonio Abate, Colomba Paola Coppola. Infine, Dalila Borriello, socia del neo costituito Rotaract Club Scafati Angri Realvalle, un club che ha lo scopo di soddisfare le esigenze della comunità locale, oltre che a favorire la comprensione internazionale, caratteristiche che sposano appieno il progetto sopracitato.

 

Juve Stabia – Il rammarico di Mastalli: Ci abbiamo messo il cuore, grazie a tutti!

Sono passati ormai dieci giorni dalla gara che ha visto la Juve Stabia eliminata dai play off per mano della Reggiana. La delusione dei calciatori delle Vespe fatica ad essere smaltita ed ognuno di loro affida il proprio pensiero ai social. Dopo Kanoute, Allievi e Capodaglio, è stato Mastalli a dedicare un pensiero ai compagni, alla società ed ai tifosi.

Queste le parole del centrocampista gialloblù:

E anche quest’anno è terminata la stagione, la mia prima in assoluto da professionista. Purtroppo per come è finita rimane il rammarico e la delusione per non aver raggiunto il nostro sogno ma siamo consapevoli di aver dato tutto, di aver giocato con il cuore, sudando in ogni circostanza la maglia della Juve Stabia!! Ringrazio davvero con tutto il cuore la società per avermi dato la possibilità di migliorare e di crescere sotto tutti i punti di vista!! Ringrazio i miei compagni di squadra e lo staff per avermi aiutato a ottenere tutto questo, dal primo all’ultimo.
Ringrazio tutta la gente di Castellammare per aver creduto in me e volevo ringraziare anche i tifosi per la loro passione e il loro tifo ma soprattutto perché mi hanno sempre sostenuto e mi hanno fatto sentire uno di loro. GRAZIE DI CUORE A TUTTI!

Berenguer, l’agente: “Napoli e Athletic su di lui, entrambe destinazioni valide”

Berenguer, l’agente: “Napoli e Athletic su di lui, entrambe destinazioni valide”

Ai microfoni del Mundo Deportivo, è intervenuto l’agente di Alex Berenguer, Felix Tainta, che ha dichiarato: “Non pagheranno la clausola, né Athletic né il Napoli. In questo momento l’unica offerta è quella dell’Athletic. Se dovesse arrivarne un’altra, e pare che possa arrivare, sarebbe leggermente più alta, ma bisogna aspettare.Il contratto non conta, l’importante è che l’offerta degli azzurri arrivi e da quel momento in poi la valuteremo. Al momento c’è solo un interesse. Le due opzioni sono valide, ma serve innanzitutto l’accordo con i club. Se il Napoli offre di più, l’Osasuna lo venderà a loro invece che all’Athletic. Il suo percorso ormai l’ha fatto, c’è l’interesse di varie squadre e capisco che il giocatore non voglia lasciarsi scappare l’opportunità, così come lo stesso Osasuna, che incasserebbe un bel po’ di soldi per il ragazzo. E’ il meglio per tutti e spero che si prenda una decisione prima del 1 luglio”.

Mertens: “Mai pensato di andare via da Napoli!”

Le sue parole

Dries Mertens ed il Napoli, un rapporto molto stretto soprattutto dopo il rinnovo contrattuale firmato dal belga nei giorni scorsi: “Sì, c’è una clausola rescissoria ma sono molto felice a Napoli e voglio rimanere lì. Poi vedremo“.

Perchè non sei interessato a venire a giocare in Inghilterra?
“Perchè l’Italia mi piace veramente tanto. Non so, mi trovo bene lì e mi trattano bene”

Però è certo che il tuo agente abbia parlato con il Chelsea…
“Sì, c’è un po’ di interesse da parte anche di altri club. Ma nella mia testa non è mai passata l’idea di cambiare squadra”

Sei molto felice in questo momento della tua vita?
“Vero, questa stagione è andata alla grande. Perciò proverò a ripetermi il prossimo anno e addirittura a fare di meglio con il Napoli”.

Mercato Roma, Szczesny verso la Juve ma l’entourage frena. Futuro in Premier per Salah?

NOTIZIE AS ROMA – Il campionato è finito soltanto da 6 giorni e già in casa Roma impazza il mercato. Nonostante l’accesso diretto ai gironi della prossima Champions League conquistati, sembra infatti che anche quest’anno una cessione eccellente sia inevitabile, forse anche due. E allora, caccia aperta al ‘sacrificato’ sull’altare del fairplay finanziario. Fino a poche settimane fa tutti gli indizi portavano a Kostas Manolas. Il difensore greco, infatti, avrebbe più volte manifestato il proprio malumore relativamente ad un ingaggio decisamente basso rispetto agli standard del club e al valore personale di questo calciatore, che percepisce, ad oggi, 1,5 milioni. Attraverso alcune inteviste rilasciate negli ultimi giorni ed il lavoro di mediazione del suo procuratore, l’ex Olympiakos ha fatto intendere di voler restare nella capitale e pare che il club si stia convincendo ad accontentarlo sull’ adeguamento salariale. 2,5 milioni è la richiesta, c’è ottimismo circa la possibilità di arrivare ad un accordo. A sorpresa, potrebbe essere Momo Salah a lasciare la Roma! Secondo il Times, l’egiziano interessa al Liverpool di Klopp e sarebbe già stata formulata un’offerta di 34 milioni rispedita al mittente. Monchi chiede, infatti, 40 milioni per lasciarlo partire: un tesoretto, questo, che andrebbe a ripianare il buco di bilancio evitando così altre cessioni dolorose. Anche su questo fronte filtra ottimismo, le parti si stanno avvicinando nelle ultime ore.
Chi è sicuro di fare le valigie è il numero 1 Szczesny, calciatore di proprietà dell’Arsenal. Vigile su di lui il Napoli di De Laurentiis negli scorsi mesi, ma nelle ultime ore la pista più calda sembra essere quella juventina che avrebbe deciso di puntare sul portiere polacco tanto da offrire ai reds 16 milioni di euro e 4 milioni al giocatore ma dalla Polonia proprio pochi minuti fa è arrivata una smentita su questa indiscrezione: l’entourage del classe ’90 sarebbe titubante sulla possibilità di un suo trasferimento nella città della Mole, visto che dovrebbe fare da secondo a Buffon proprio nell’anno che conduce ai mondiali. Sicuramente Szczesny parlerà con Wenger per capire se ci sono possibilità di reinserimento all’Arsenal.

Claudia Demenica copyright-vivicentro

Giovanni Cristini dipinge la rinascita dell’arte (Andrea Barretta)

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Brescia, il ritorno della pittura alla “Galleria ab/arte”

La pittura di Giovanni Cristini, in mostra alla “Galleria ab/arte” di Brescia, è tema prevalente in termini ideali, e prende l’avvio da un linguaggio culturale cercato nei particolari, come per uno scrittore, nel dichiararsi non un vedutista ossequioso in senso univoco, e sarà il trasporre aspetti del tutto nuovi, per coglierne il lato viscerale rispetto a quello avvertito, che rende concreto nei suoi ultimi lavori. Ora, continua la figurazione di contenuti intellettuali in spunti di modello per l’appariscenza idilliaca anziché in una escursione bucolica, ma precisa la sua poetica come mezzo di connessione tra immanenza e trascendenza nella dimensione di una comunicazione che manifesti se stesso nel catturare le coscienze, nella voglia di affrontare il mondo.

Cristini
Giovanni Cristini

Ora è là dove il poeta si è rivelato un artista en plein air e l’artista un traduttore dell’afflato lirico, insieme per la capacità di rappresentare la vita con la parola, e lo stupore con la pittura. Ecco, l’impeto creativo: una possibile ricapitolazione di percorsi nell’essenziale assunto a momento poetico e artistico, in dialogo e complici, nell’aggiungere soluzioni per un alfabeto di composizioni tonali a riportarci sulle tracce della bellezza. Per questo dipinge per costruire la libertà, e ci consegna i suoi ultimi esiti, mentre rubrica nella pittura l’artista che non intende restare perennemente alla finestra, nel ripetersi di giorni uguali per una umanità in mille altre faccende affaccendata. E questo a noi può bastare, se osserviamo l’universale sentimento dell’arte, quello dell’impegno etico, che comunica con semplicità non priva di grandezza, senza utopie né dogmi, ma con l’attesa di un domani migliore in cui credere, di un’arte che sia rinascita.

Cristini 1Non solo. Nelle opere di Giovanni Cristini c’è la passione per il disegno che sopravanza come segno di base nella sua produzione, e nella percezione di un chiaro riferimento all’arte figurativa fin dal titolo della mostra: “La mimesi nella pittura di Giovanni Cristini” che dà il titolo anche a una monografia d’arte a comprendere tutta la produzione degli ultimi anni del nostro artista. Una pittura singolare che qualcuno definirebbe d’altri tempi, che vuole riprodurre dal vero più che affidarsi all’inventiva che spesso – bisogna pur dirlo – frena e ferma molti nell’ancorarsi alla sola fantasia. Perché, comunque, riesce a trasformare la realtà in un prospetto della condizione umana in misure diverse nel descriverla, in scene in cui predomina la desolazione, dalla fatica di vivere all’indifferenza, su cui s’interrogava Kierkegaard, nella solitudine del singolo estraneo all’umanità contemporanea.

Sicché sovverte elementi del passato nel presente, archetipi che per lui sono effigie di un’eredità in cui scoprire la discontinuità, nel riconoscere, come per Jung, esemplari della natura umana, e senza per questo andare attraverso “vie tortuose per arrivare alla verità”, come nell’accezione di Nietzsche. Pertanto, esprime un suo metodo nella scelta dei temi, e attiva processi di elaborazione a cominciare da una pedagogia dell’immagine che trae dalla fotografia come fonte ispiratrice: in sostanza è l’esame di ciò che lo circonda a entrare nel suo studio come se una modella fosse presente o un paesaggio intorno a lui. Quasi a ricalcare un richiamo a esperienze letterarie nel considerare l’idea di pittore formulata da Paul Valéry, che lo descrive come chi “non deve dipingere quello che vede, ma quello che si vedrà”.

Cristini 4Sembra quasi che il nostro autore assembli teorie coloristiche piuttosto che prefigurare forme, nel travolgimento di spazi, frutto della spontaneità nel plasmare ecosistemi per un’arte in grado di ascoltare il mondo. E a un’attenta ricognizione emerge una condivisione iconografica nella dialettica esterno-interno e corpo-natura, perché le sue opere non sono mai lontane dal suo sentire, in continuità con la sua ricerca. Ne è traccia tangibile il fine espressivo che si fa sempre più simbolico nella metafora dell’uomo in alto mare come spighe che ondeggiano al vento nell’attuale mal di vivere, e all’opposto sapersi ancora meravigliare nel trasfigurare la coerenza nell’immediatezza del sentimento.

Così per il nostro autore, che nasce nel 1970 a Iseo, in provincia di Brescia, e risiede fino a quattordici anni a Vello, borgo sul lago d’Iseo tra le rocce del monte Vignole, la Corna dei Trentapassi, e il campanile della chiesa di Sant’Eufemia che s’inarca ad abbracciare la montagna, è qui che prende avvio l’amore per la natura, l’esaltazione della proporzione che fin da ragazzo gli insegnava la strada. Scrive, infatti, Alessandro Pizzamiglio, che “a differenza di chi è cresciuto in città questa località possiede alcune peculiarità che inevitabilmente si fondono negli abitanti: l’aspetto lacustre e la potenza delle rocce a picco nel lago”. Giacché, aggiunge, come affermava il filosofo Ralph Waldo Emerson, “un pittore mi disse che nessuno può disegnare un albero senza diventare in qualche modo un albero; o disegnare un bambino studiando soltanto il profilo della sua forma … ma col guardare per un po’ di tempo i suoi movimenti e i giochi, il pittore entra nella sua natura e quindi può disegnarlo”.

Cristini 5Resta, dunque, per Giovanni Cristini l’immortalare vedute e scorci in una passeggiata nel tempo, come per le strade medievali che accomunano i piccoli paesi iseani e della Valle Camonica, in abitati ricchi di storia, tra gente dedita al lavoro, o in una natura popolare come parte prospetticamente più lontana su cui campeggiano primi piani. La scelta è da protagonista ed è sempre più decisa, in una produzione a largo respiro per tele su cui lasciare un’originalità contenutistica nei ritmi della vita proiettata verso l’orizzonte. Sono inedite impronte nella poliedricità di abbozzi fruibili che slegano complessità intuitive come fondamento della superficie che rifrange l’alba, il giorno o la notte, di là da proiezioni oniriche nel magico incontro fra terra e cielo che scintilla al sole o alla luna. Così come le stagioni si susseguono nella magnificenza del creato, che Cristini quasi ci fa sentire e non solo vedere, nel profumo dei fiori, nel canto degli uccelli, nell’aspro odore dell’erba tagliata o nell’oro del fieno su campi assolati. E’, in definitiva, un’altra misura a indicare che c’è qualcosa di più nell’ordine dei rilievi che seguono la prospettiva verso passaggi tonali che sovrintendono un assetto compositivo con al centro lo spazio, la figura nel ritrarre la grazia e la seduzione femminile. Mentre la dimensione è nei contenuti introspettivi e nell’interazione con le  pulsioni che scaturiscono dal legame post moderno di inedite sperimentazioni.

Il richiamo esistenzialista matura negli ultimi anni nell’introdurre un ritorno agli attriti nel mito del progresso, e accentua il corso di semplificare l’immagine, per capire la direzione dei moti della morale e la credibilità da dare alla cultura della realtà stessa. E sottintende la prudenza nell’immediatezza che presenta la carica di pathos spirituale che Cristini cerca di non mantenere immobilizzata sulla classicità ma acquisendola strettamente come tramite. Ed è sintomatico il come riesca oggi a trovare nuova vitalità e significanti in una disamina dell’arte contemporanea che rifiuta la pittura tradizionale e che molti – sbagliando – la indicano come morta, molto dopo il primo grido che fu di Hegel ma per tutt’altre ragioni che non quelle di “mercato” cui l’arte oggi è vassalla.

Per questo, una condotta che fa emergere ricordi non può non trarre origine da un mutamento interiore che Cristini intreccia in un dialogo di superamento dei limiti, rivelando lacerazioni ma anche l’afflizione e la sconfitta, nella disumanizzazione dell’uomo contro l’uomo nella società contestualizzata.

Eppure la sofferenza è la condizione a priori per ridurre la distanza fra la propensione espressionista – di avvantaggiare il lato emotivo della realtà rispetto a quello percepibile – e il realismo che favorisce l’individuo piuttosto che l’estetica, nel legittimare il ruolo salvifico dell’arte. Un momento per riconoscere la nascita e la morte, per rinviare sull’attuale deriva culturale, per entrare nella giusta entità dei valori, riscontrabili, scrive Pizzamiglio, nel suo “profondo legame con la terra natia, da dove trae l’energia e il mistero della sua arte; nella profondità del lago d’Iseo e i panorami mozzafiato in cui è cresciuto”, visti anche dal trenino che attraversa il paese e che spesso prendeva per raggiungere Brescia dalla Valle Camonica in un realismo acuto e deturpante.

Sono questi riferimenti a guidare il suo profilo artistico, autore contemporaneo nei risultati della pittura in quanto oggetto di descrizione dell’apparenza di procedere nel sicuro porto del concerto tra uomo e natura. Potremmo parlare di mimesi, per contestualizzare il verosimile, e soffermarci sulla poetica rivelativa del presente nella pittura di Giovanni Cristini, su quella discontinuità-continuità che è il nesso nel rivendicare l’evenienza di metabolizzare discipline, poiché per l’artista la natura è compiuta e l’arte può solo aggiungere.

Andrea Barretta

Cristini 2La mostra è visitabile con ingresso gratuito fino al 24 giugno 2017 dal giovedì al sabato: ore 9.30 – 12,30 e 15,30 – 19,30.

“Galleria ab/arte”, Vicolo San Nicola 6, Brescia. Info: 030 3759 779.

A cura di Andrea Barretta; progetto allestimento di Riccardo Prevosti; relazioni esterne di Umberto Chiusi; coordinamento di Gianni Eralio; management di Alessandro Pizzamiglio.

TEATRO SOCIALE (BS), MARTEDI’ 6 GIUGNO 2017 ORE 20.30: CIRCOSTANZE

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TEATRO SOCIALE

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

MARTEDI’ 6 GIUGNO 2017 ORE 20.30

CIRCOSTANZE

Coreografie e messa in scena di Giulia Gussago
Voci narranti Antonio Palazzi e Marco Rossetti
Luci Sergio Martinelli – Suono Giacomo Brambilla
Fotografo di scena Daniele Gussago
creato ed interpretato da
Emanuela Alberti, Monica Bassani, Francesco Cancarini, Paola Cappelli, Raffaella De Masi, Silvia Francesconi,
Iole Giacomelli, Giulia Gussago, Marilena Maxia, Alice Miano, Mariantonia Piotti, Roberta Possi, Marco Rossetti,
Susi Ricchini, Fiorenza Stefani, Giovanna Vezzola, Sandra Zanelli, Arturo Zucchi
e gli ospiti della Casa di Reclusione di Verziano
Annamaria, Cecilia, Elton, Giovanni, Giuseppe, lacine, Mario, Matar, Mauro, Mintu, Mohammad, Said,
Sofia, Valentin e Zio Said
Hanno inoltre partecipato al laboratorio
Ahmed, Asia, Cristian, Dario, Eleonora, Erion, Fernanda, Fiorenza, Jawad, Jisset, Lacine, Laura, Miriam, Paola,
Roberto, Silvia, Valeria, Valeria Cristina e Viviana
Un particolare ringraziamento al Direttore della Casa di Reclusione Verziano – Brescia
Francesca Paola Lucrezi e a tutto il personale dell’Istituto.
Si ringraziano per la preziosa collaborazione Valentina Forgione, Claudio Gobbi, Silvy Perovani e Miriam Scussel
Durata dello spettacolo: 60 min. (senza intervallo)

Lo spettacolo CIRCOSTANZE, in scena al Teatro Sociale di Brescia, martedì 6 giugno 2017 alle ore 20.30, rappresenta l’esito finale del percorso laboratoriale creativo condotto dalla Compagnia Lyria presso la Casa di Reclusione Verziano Brescia. Il progetto Verziano_Incontra – 6^ edizione, è stato realizzato con la collaborazione del Ministero della Giustizia Casa di Reclusione Verziano Brescia e il Centro Teatrale Bresciano, con il patrocinio del Comune e Provincia di Brescia, con il contributo della Fondazione ASM, Ordine degli Avvocati di Brescia, Centrale del Latte, Fondazione Banca San Paolo, Solari Sistemi ed è realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia e Associazione Libertà @ Progresso.

Quest’anno inoltre, Il progetto Verziano _Incontra fa parte di Extraordinario – Esperienze di ascolto della città”.

Lo spettacolo è una raccolta di memorie, visioni, speranze, narrazioni e stati d’animo condivisi lungo un anno di assidua frequentazione.

La sesta edizione del Progetto Verziano_Incontra si è sviluppato da novembre 2016 a giugno 2017 in diverse sedi  cittadine (Casa di Reclusione Verziano, Teatro Sociale e Spazio Lyria), sotto la guida di Giulia Gussago, direttore  artistico della Compagnia Lyria e con la partecipazione di cinque insegnanti ospiti nella conduzione di alcuni incontri: Antonio Caporilli, Roberto Lun, Alessandro Mor, Antonio Palazzo e Beppe Pasini.

Al percorso hanno partecipato 69 persone: 31 liberi cittadini e 38 detenuti e detenute. Il coinvolgimento sia della Sezione Femminile che di quella Maschile, ha rappresentato un’inconsueta opportunità di incontro tra i due gruppi all’interno del carcere e un’importante occasione per condividere un’esperienza utile alla rieducazione alle relazioni sociali.

Prezzo dei biglietti singoli:

  • Intero € 5,00
  • Ridotto € 3,00 per abbonati CTB, Compagnia Lyria, under 25 e over 65

Vendita biglietti:

TEATRO SOCIALE

I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro Sociale in orario della stessa.

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

Biglietteria tel. 030 2808600 biglietteria@centroteatralebresciano.it

PUNTO VENDITA CTB

È possibile acquistare i biglietti al nuovo punto vendita nella sede del CTB in Piazza della Loggia, 6 – dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 13.00 (esclusi i sabato e festivi) Tel. 030 2928609

ON-LINE in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket.it

INFO:

CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 2928611/617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

e-mail: info@centroteatralebresciano.it – www.centroteatralebresciano.it

Il Napoli ha diciassette giocatori con il contratto in scadenza dal 2020 in poi!

Il Napoli ha diciassette giocatori con il contratto in scadenza dal 2020 in poi!

Un patrimonio blindato dal Napoli, perchè la società si è garantita i pezzi migliori con contratti pluriennali come racconta Il Corriere dello Sport: “Diciassette calciatori con accordi pluriennali – dal 2020 in su – ed è un modo per vivere sereni, quasi dentro una rassicurante ampolla, ed evitare “schiamazzi” continui ed il forcing indemoniato della concorrenza”.

2020: Allan, Albiol, Callejon, Giaccherini, Hamsik, Jorginho, Mertens, Tonelli

2021: Diawara, Hysaj, Koulibaly, Maksimovic, Milik, Pavoletti, Rog, Zielinski

2022: Insigne

 

Mertens ed altri azzurri arriveranno qualche giorno più tardi in ritiro a Dimaro

Mertens ed altri azzurri arriveranno qualche giorno più tardi in ritiro a Dimaro

Il Mattino su Mertens, aggiunge una piccola postilla: “Una stagione lunghissima che avrà una coda ulteriore, un’altra settimana prima di staccare per un mese e ripartire in ritiro a Dimaro qualche giorno più tardi (come gli altri nazionali) rispetto agli altri azzurri che cominceranno il 5 luglio la preparazione precampionato”.

Criscito nel mirino del Napoli, Mancini ha in pugno il sostituto

Criscito nel mirino del Napoli, Mancini ha in pugno il sostituto

Il Corriere di Bologna parla di uno Zenit interessato a Masina: “Ora che Mancini è diventato il nuovo allenatore dello Zenit e che come sempre sarà chiamato anche a fare la squadra ecco che penserà anche a Masina. Anche perché Criscito ha già espresso il desiderio di rientrare in Italia, essendo finito nel mirino del Napoli. Ora, affermare che Masina è destinato a sbarcare a luglio a San Pietroburgo e di conseguenza a giocare la stagione prossima nel campionato russo almeno a oggi è una forzatura, ma è sicuro che una trattativa sul tema sarà fatta. E fate conto che almeno a livello di idea già sia cominciata”.

La città sia meno ingenerosa e dicesse grazie a Reina prima dell’addio

La città sia meno ingenerosa e dicesse grazie a Reina prima dell’addio

Sul futuro di Pepe Reina, Il Corriere del Mezzogiorno scrive: “Se una squadra come il Napoli viene giustamente esaltata per il record di punti, per il gioco spettacolare (che Sarri ama sempre dire: parte da dietro), ci saranno stati anche i meriti di Pepe Reina. Al San Paolo salvò il risultato contro l’Inter e all’Olimpico contro la Roma nei minuti finali fu l’autore di un miracolo: spinse sulla traversa un tiro deviato di Perotti che avrebbe potuto pareggiare la partita. Sono solo due esempi, i più eclatanti. Che sarebbe giusto ricordare. Reina, ha detto Insigne ieri dal ritiro della Nazionale, per noi è fondamentale. Un bel tributo. Forse sarebbe giusto che la città alla quale Pepe, più di altri suoi compagni ha dato amicizia e affetto, fosse meno ingenerosa. E chiudesse, semmai, la storia con un abbraccio d’addio. O almeno con un grazie. Comunque”.

Kim spara: Onu, ok a nuove sanzioni contro la Corea del Nord

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Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato il rafforzamento delle sanzioni contro la Corea del Nord a seguito della serie di test missilistici compiuti nelle scorse settimane.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimita’ una risoluzione che inserisce nella lista nera nuovi individui e figure giuridiche della Corea del Nord dopo gli ultimi lanci di missili balistici, a cui viene applicato il blocco totale dei beni e il divieto di viaggio. Le sanzioni vengono estese a quattro nuove entita’, tra cui la Koryo Bank e la Strategic Rocket Force dell’esercito di Pyongyang, oltre a 14 soggetti tra cui Cho Il U, ritenuto il capo dello spionaggio all’estero del regime di Kim Jong Un. La risoluzione approvata nella notte impone il divieto di viaggio ed il congelamento dei beni.

Quattro istituzioni finanziarie, compresa la banca nazionale Koryo, saranno anche soggette ad un congelamento globale dei beni. L’ambasciatore sudcoreano all’Onu, Cho Tae Yul, ha apprezzato la “risoluta risposta” del Consiglio di Sicurezza alle provocazioni di Pyongyang che ha condotto quasi un test missilistico alla settimana dall’insediamento del nuovo presidente sudcoreano lo scorso 10 maggio.

redazione/agenzie di stampa/ansa/adnkronos

Elenco completo membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU

Membri permanenti
I membri permanenti del Consiglio sono cinque degli Stati vincitori della seconda guerra mondiale, ovvero:

Cina Cina (fino al 1971 Taiwan Taiwan)
Francia Francia
Regno Unito Regno Unito
Russia Russia (fino al 1991 URSS URSS)
Stati Uniti Stati Uniti

Membri non permanenti
1946: Egitto Egitto, Messico Messico, Paesi Bassi Paesi Bassi
1946 e 1947: Australia Australia, Brasile Brasile, Polonia Polonia
1947 e 1948: Belgio Belgio, Colombia Colombia, Siria Siria
1948 e 1949: Argentina Argentina, Canada Canada,
1949 e 1950: Cuba Cuba, Egitto Egitto, Norvegia Norvegia
1950 e 1951: Ecuador Ecuador, India India, Jugoslavia Jugoslavia
1951 e 1952: Brasile Brasile, Paesi Bassi Paesi Bassi, Turchia Turchia
1952 e 1953: Cile Cile, Grecia Grecia, Pakistan Pakistan
1953 e 1954: Colombia Colombia, Danimarca Danimarca, Libano Libano
1954 e 1955: Brasile Brasile, Nuova Zelanda Nuova Zelanda, Turchia Turchia
1955 e 1956: Belgio Belgio, Iran Iran, Perù Perù
1956: Jugoslavia Jugoslavia
1956 e 1957: Australia Australia, Cuba Cuba
1957: Filippine Filippine
1957 e 1958: Colombia Colombia, Iraq Iraq, Svezia Svezia
1958 e 1959: Canada Canada, Giappone Giappone, Panama Panama
1959 e 1960: Argentina Argentina, Italia Italia, Tunisia Tunisia
1960: Polonia Polonia
1960 e 1961: Ceylon Ceylon, Ecuador Ecuador
1961: Liberia Liberia, Turchia Turchia
1961 e 1962: Cile Cile, bandiera Repubblica Araba Unita
1962: Irlanda Irlanda, Romania Romania
1962 e 1963: Ghana Ghana, Venezuela Venezuela
1963: Filippine Filippine
1963 e 1964: Brasile Brasile, Marocco Marocco, Norvegia Norvegia
1964: Cecoslovacchia Cecoslovacchia
1964 e 1965: Bolivia Bolivia, Costa d’Avorio Costa d’Avorio
1965: Malesia Malesia
1965 e 1966: Giordania Giordania, Paesi Bassi Paesi Bassi, Uruguay Uruguay
1966: Nuova Zelanda Nuova Zelanda, Uganda Uganda
1966 e 1967: Argentina Argentina, Bulgaria Bulgaria, Giappone Giappone, Mali Mali, Nigeria Nigeria
1967 e 1968: Brasile Brasile, Canada Canada, Danimarca Danimarca, Etiopia Etiopia, India India
1968 e 1969: Algeria Algeria, Pakistan Pakistan, Paraguay Paraguay, Senegal Senegal, Ungheria Ungheria
1969 e 1970: Colombia Colombia, Finlandia Finlandia, Nepal Nepal, Spagna Spagna, Zambia Zambia
1970 e 1971: Burundi Burundi, Nicaragua Nicaragua, Polonia Polonia, Sierra Leone Sierra Leone, Rep. Araba Unita Siria
1971 e 1972: Argentina Argentina, Belgio Belgio, Italia Italia, Giappone Giappone, Somalia Somalia
1972 e 1973: Guinea Guinea, India India, Jugoslavia Jugoslavia, Panama Panama, Sudan Sudan
1973 e 1974: Australia Australia, Austria Austria, Indonesia Indonesia, Kenya Kenya, Perù Perù
1974 e 1975: Camerun Camerun, Costa Rica Costa Rica, Iraq Iraq, Mauritania Mauritania, bandiera RSS Bielorussa
1975 e 1976: Guyana Guyana, Italia Italia, Giappone Giappone, Svezia Svezia, Tanzania Tanzania
1976 e 1977: Benin Benin, Libia Libia, Pakistan Pakistan, Panama Panama, Romania Romania
1977 e 1978: Canada Canada, bandiera Germania Ovest, India India, Mauritius Mauritius, Venezuela Venezuela
1978 e 1979: Bolivia Bolivia, Cecoslovacchia Cecoslovacchia, Gabon Gabon, Kuwait Kuwait, Nigeria Nigeria
1979 e 1980: Bangladesh Bangladesh, Giamaica Giamaica, Norvegia Norvegia, Portogallo Portogallo, Zambia Zambia
1980 e 1981: Filippine Filippine, Germania Est Germania Est, Messico Messico, Nigeria Nigeria, Tunisia Tunisia
1981 e 1982: Giappone Giappone, Irlanda Irlanda, Panama Panama, Spagna Spagna, Uganda Uganda
1982 e 1983: Giordania Giordania, Guyana Guyana, Polonia Polonia, Togo Togo, Zaire Zaire
1983 e 1984: Malta Malta, Nicaragua Nicaragua, Paesi Bassi Paesi Bassi, Pakistan Pakistan, Zambia Zambia
1984 e 1985: Burkina Faso Burkina Faso, Egitto Egitto, India India, Perù Perù, bandiera RSS Ucraina
1985 e 1986: Australia Australia, Danimarca Danimarca, Madagascar Madagascar, Thailandia Thailandia, Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago
1986 e 1987: Bulgaria Bulgaria, Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti, Ghana Ghana, Rep. del Congo Rep. del Congo, Venezuela Venezuela
1987 e 1988: Argentina Argentina, bandiera Germania Ovest, Giappone Giappone, Italia Italia, Zambia Zambia
1988 e 1989: Algeria Algeria, Brasile Brasile, Jugoslavia Jugoslavia, Nepal Nepal, Senegal Senegal
1989 e 1990: Canada Canada, Colombia Colombia, Etiopia Etiopia, Finlandia Finlandia, Malesia Malesia
1990 e 1991: Costa d’Avorio Costa d’Avorio, Cuba Cuba, Romania Romania, Yemen Yemen, Zaire Zaire
1991 e 1992: Austria Austria, Belgio Belgio, Ecuador Ecuador, India India, Zambia Zambia
1992 e 1993: Capo Verde Capo Verde, Giappone Giappone, Marocco Marocco, Ungheria Ungheria, Venezuela Venezuela
1993 e 1994: Brasile Brasile, Gibuti Gibuti, Nuova Zelanda Nuova Zelanda, Pakistan Pakistan, Spagna Spagna
1994 e 1995: Argentina Argentina, Nigeria Nigeria, Oman Oman, Rep. Ceca Rep. Ceca, Ruanda Ruanda
1995 e 1996: Botswana Botswana, Germania Germania, Honduras Honduras, Indonesia Indonesia, Italia Italia
1996 e 1997: Cile Cile, Corea del Sud Corea del Sud, Egitto Egitto, Guinea-Bissau Guinea-Bissau, Polonia Polonia
1997 e 1998: Costa Rica Costa Rica, Giappone Giappone, Kenya Kenya, Portogallo Portogallo, Svezia Svezia
1998 e 1999: Bahrein Bahrein, Brasile Brasile, Gabon Gabon, Gambia Gambia, Slovenia Slovenia
1999 e 2000: Argentina Argentina, Canada Canada, Malesia Malesia, Namibia Namibia, Paesi Bassi Paesi Bassi
2000 e 2001: Bangladesh Bangladesh, Giamaica Giamaica, Mali Mali, Tunisia Tunisia, Ucraina Ucraina
2001 e 2002: Colombia Colombia, Irlanda Irlanda, Mauritius Mauritius, Norvegia Norvegia, Singapore Singapore
2002 e 2003: Bulgaria Bulgaria, Camerun Camerun, Guinea Guinea, Messico Messico, Rep. Araba Unita Siria
2003 e 2004: Angola Angola, Cile Cile, Germania Germania, Pakistan Pakistan, Spagna Spagna
2004 e 2005: Algeria Algeria, Benin Benin, Brasile Brasile, Filippine Filippine, Romania Romania
2005 e 2006: Argentina Argentina, Danimarca Danimarca, Grecia Grecia, Giappone Giappone, Tanzania Tanzania
2006 e 2007: Ghana Ghana, Perù Perù, Qatar Qatar, Rep. del Congo Rep. del Congo, Slovacchia Slovacchia
2007 e 2008: Belgio Belgio, Indonesia Indonesia, Italia Italia, Panama Panama, Sudafrica Sudafrica
2008 e 2009: Burkina Faso Burkina Faso, Costa Rica Costa Rica, Croazia Croazia, Libia Libia, Vietnam Vietnam
2009 e 2010: Austria Austria, Giappone Giappone, Messico Messico, Turchia Turchia, Uganda Uganda
2010 e 2011: Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina, Brasile Brasile, Gabon Gabon, Libano Libano, Nigeria Nigeria
2011 e 2012: Colombia Colombia, Germania Germania, India India, Portogallo Portogallo, Sudafrica Sudafrica
2012 e 2013: Azerbaigian Azerbaigian, Guatemala Guatemala, Marocco Marocco, Pakistan Pakistan, Togo Togo
2013 e 2014: Argentina Argentina, Australia Australia, Lussemburgo Lussemburgo, Corea del Sud Corea del Sud, Ruanda Ruanda
2014 e 2015: Ciad Ciad, Cile Cile, Giordania Giordania, Lituania Lituania, Nigeria Nigeria
2015 e 2016: Angola Angola, Malesia Malesia, Nuova Zelanda Nuova Zelanda, Spagna Spagna, Venezuela Venezuela
2016 e 2017: Egitto Egitto, Giappone Giappone, Senegal Senegal, Ucraina Ucraina, Uruguay Uruguay
2017 e 2018: Bolivia Bolivia, Etiopia Etiopia, Kazakistan Kazakistan, Svezia Svezia, Italia Italia (solo 2017)-Paesi Bassi Paesi Bassi (solo 2018)