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A Torino è caccia ai colpevoli

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Sono 1527 le persone rimaste ferite nella notte di panico in Piazza San Carlo a Torino. Sei sono gravi, fra queste un bambino di sette anni in coma. Le immagini di quanto capitato fra i tifosi che seguivano la finale di Champions della Juventus hanno fatto il giro del mondo. Una brutta cartolina per una città che fa delle sue piazze un vanto.

Decine di interrogatori in Questura: “Scopriremo chi ha scatenato il caos a Torino”

La polizia: chiunque abbia visto qualcosa in piazza San Carlo parli. In migliaia rispondono. In serata voci di un’ammissione da parte di due ragazzi. Ma la Procura smentisce

TORINO – Si cerca un intero gruppo di tifosi bianconeri, immortalato dalle telecamere puntate su piazza San Carlo. Gli investigatori della Digos di Torino avrebbero già individuato e identificato alcuni ragazzi che si trovavano in quella porzione di piazza intorno alle 22,15, proprio «all’altezza dei civici 195-197, alla destra del maxischermo». Da qui sono partite le due ondate di panico che l’altra sera, a pochi minuti dalla fine del match tra Juve e Real Madrid, hanno attraversato la folla, provocando più di 1500 feriti, di cui tre in condizioni gravi: in particolare un bambino di origini cinesi, di 7 anni e una ragazza di 26, residente a Monasterace in provincia di Reggio Calabria. Attorno a questo gruppetto si restringerebbe il cerchio degli investigatori coordinati dal pm Antonio Rinaudo. Al momento il fascicolo aperto dalla procura torinese è contro ignoti, e non ha ipotesi di reato, come confermato dallo stesso procuratore capo Armando Spataro. «Al momento – afferma – stiamo cercando di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti».

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Ieri, in questura, si sono susseguite più riunioni, per confrontare i primi riscontri di indagine. Sono infatti centinaia i video da esaminare, tra quelli ripresi dagli spettatori e quelli dei mezzi di informazioni presenti in piazza San Carlo. Più le testimonianze già raccolte. «La nostra priorità – afferma il questore Angelo Sanna – è quella di accertare le cause che hanno scatenato il panico. Per questo motivo invitiamo tutti gli spettatori presenti nella piazza a contattarci, per aiutarci a ricostruire gli venti della serata». Grazie agli appelli, fatti ieri dopo l’incontro al tavolo per la sicurezza, presieduto dal prefetto Renato Saccone, sono arrivate in questura più di 4000 segnalazioni e tweet.

Anche grazie ai contatti social si cerca di ricostruire la catena degli eventi che ha trasformato il volto della serata, tra i 30mila tifosi accorsi nel centro di Torino. Molti hanno raccontato di aver sentito una o più esplosioni a lato della piazza. Petardi s’intende. Altri hanno detto di aver udito frasi minacciose. Come: «bomba, adesso scoppia». La psicosi per gli attentati terroristici ha fatto il resto, creando un contagio collettivo di panico. Ricostruzioni, queste, che trovano riscontro nelle prime note d’indagine.

«Benché le indagini siano tuttora in fase di sviluppo – scrive la Digos – un’ipotesi emersa dalla ricostruzione dei fatti potrebbe far ritenere che l’improvviso movimento di massa di persone sia stato provocato dalla esplosione di un piccolo petardo e dal comportamento di qualcuno che avrebbe creato panico tra gli spettatori». Nel corso di un sopralluogo subito dopo la fuga di massa, gli investigatori hanno sequestrato «alcuni artifici pirotecnici». Ieri, in serata, si è diffusa la notizia dell’interrogatorio di due giovani che avrebbero fatto parziali ammissioni, a proposito di una bravata. Circostanza smentita dalla procura.

Un altro aspetto dell’indagine, però, riguarda la sicurezza della piazza. Gli agenti infatti hanno posto sotto sequestro «la ringhiera delle scale del parcheggio sotterraneo crollata sotto il peso della folla». La pressione esercitata dalla folla ha provocato il cedimento della protezione di ferro, causando la caduta di alcuni spettatori nella rampa sottostante. L’area è tuttora presidiata, in attesa che la procura disponga accertamenti. Gran parte della piazza è diventata come una «grande scena del crimine». Infatti gli agenti della polizia scientifica hanno fatto vari rilievi. Anche nei negozi e nelle abitazioni dove la gente ha cercato riparo, provocando danneggiamenti.

Indagati anche due giovani, un egiziano e un italiano, sorpresi dai carabinieri a rubare nelle borse e negli zaini abbandonati dagli spettatori, durante la fuga.

vivicentro.it/cronaca
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Maksimovic, il Napoli propone in cambio tre calciatori per estinguere il debito col Torino

Maksimovic, il Napoli propone in cambio tre calciatori per estinguere il debito col Torino

Napoli e Torino stanno discutendo in questi giorni del saldo che gli azzurri devono dare ai granata per l’acquisto di Maksimovic. Il serbo fu preso da De Laurentiis per 25 milioni. Secondo Tuttosport, il Napoli ha messo sul piatto tre giocatori per estinguere il debito senza esborsi economici. Il primo è Duvan Zapata (il Toro lo valuta 11 mentre il Napoli 20), poi ci sono Lorenzo Tonelli e Vlad Chiriches. La speranza del Napoli è di chiudere il cerchio con contropartite senza aggiungere altro cash.

Milik indispettito dal no di De Laurentiis per l’Europeo: ha evitato polemiche pubbliche

Milik indispettito dal no di De Laurentiis per l’Europeo: ha evitato polemiche pubbliche

La Gazzetta dello Sport che scrive di un Arek Milik piuttosto contrariato nel non poter fare l’Europeo U-21 con la sua nazionale: “Il no del Napoli alla Federazione polacca l’ha un po’ indispettito. L’avrebbe giocato volentieri l’Europeo Under 21, Arkadiusz Milik, ma Aurelio De Laurentiis ha negato l’autorizzazione sia a lui sia a Piotr Zielinski. Una decisione che l’attaccante ha dovuto subire e che non ha voluto commentare. «Ho dovuto rispettare la loro volontà. Al momento non voglio parlare della questione, ora mi sto allenando con la nazionale maggiore per affrontare l’importante impegno contro la Romania per le qualificazioni al Mondiale russo. E questo è il mio unico obiettivo, adesso». Dal ritiro della Polonia, Milik ha voluto chiudere l’argomento senza polemizzare, il malcontento se l’è tenuto dentro, per evitare discussioni che avrebbero potuto incrinare il suo rapporto col Napoli”.

Widmer-Pavoletti, l’Udinese e il Napoli pensano allo scambio

Widmer-Pavoletti, l’Udinese e il Napoli pensano allo scambio

In casa Napoi si cerca un’alternativa ad Hysaj, vista la quasi certa partenza di Maggio. Torna di moda, così, il nome di Widmer dell’Udinese alla luce del forte interessamento dei friulani verso Pavoletti. Il prospetto ideale da consegnare a Delneri viene pero’ considerato Pavoletti, per il quale l’unico problema sarebbe rappresentato dall’ingaggio troppo oneroso (due milioni). Da qui l’idea di Pozzo: il patron bianconero puo’ arrivare alla punta attraverso l’ennesimo scambio con il Napoli. Lo riporta Il Mattino.

Big City Live, gli scatti del concerto di beneficenza

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Nella giornata di ieri, presso il Cral Maricorderia, le Associazioni Social Guitar Project, Carmine Onlus e CPS (Comunità Promozione e Sviluppo Ong) hanno presentato la settima edizione del Big City Live. L’obiettivo della manifestazione era la racconta fondi per sostenere il progetto di fondazione orfanotrofi in Congo Brazzaville.

Il concerto di Cat Girace&The Social Guitar Project è stato ricco di spunti artistici e sociali. Sul palco si sono alternati i vocalist accompagnati da oltre cinquanta chitarristi di tutte le età, allievi di Cat Girace insieme alle amichevoli partecipazioni del Maestro Ferdinando Russo alla tastiera, del batterista Giovanni Somma e Salvatore Coppola al basso. Durante l’evento sono stati eseguiti brani che sono andati dal rock al pop, suonando vecchi successi e hit del momento.

a cura di Antonio Gargiulo

 

Castillejo-Napoli, De Laurentiis ha contattato l’agente

Castillejo-Napoli, De Laurentiis ha contattato l’agente

C’è in atto un vero e proprio testa a testa tra Napoli e Athletic Bilbao per Berenguer dell’Osasuna. Come riporta Il Corriere dello Sport, sono stati i baschi a fare l’unica offerta concreta all’Osasuna, ma l’entourage del cacliatore sa che De Laurentiis supererà tutti per avvicinarsi alla cifra pattuita dal club di Pamplona (9 mln). L’altro nome è quello di Castillejo del Villareal. De Laurentiis ne ha parlato con Quilon, e la storia potrebbe anche diventare positiva.

Non Se Ne Puo’ Piu’ di coglioni e di assassini (Lo Piano – Saintred)

Mentre a Londra si moriva per dei coglioni islamici, a Torino panico, con feriti a migliaia, anche gravi, per un coglione italiota che ha fatto esplodere un petardo in una piazza gremita di persone che, comunque sia e comunque si dica, ormai vive con l’imprinting e la paura di un attentato. Gran brutto periodo quello in cui viviamo, gran brutta osservanza dei dettami di civilità nei quali siamo cresciuti e di cui fanno abuso coloro che della stessa se ne infischiano approfittando del nostro pietismo che spesso trasborda anche in incuria ed indolenza.

Forse sarà opportuno ricordarsi del detto dei nostri “vecchi” che recita: ”Il medico pietoso fa la piaga cancrenosa”.

Ecco. Noi abbiamo permesso che si giungesse alla cancrena e che si propagasse ESPLODENDO in tutta la sua nefasta conseguenza ed è ora che siano i cittadini a dire: “Non se ne può più”, a pretendere che si amputi a zero quanto è chiaramente marcio, e a controllare che sia fatto veramente, senza se e senza ma.

Questo si dovrebbe fare, chiedere, pretendere ed invece rieccoci ancora al solito punto ed al solito copione nostro ma anche, e soprattutto, da parte di chi ha in mano potere e timone ma null’altro fa se non appropriarsi proprio di quel grido che dovrebbe essere nostro:  “Non se ne può più”! Ed ecco allora che anche questa volta, come dopo ogni attentato, nell’etere mediatico, da parte di coloro che avrebbero dovuto preservare l’incolumita’ dei cittadini dagli attacchi terroristici, vengono pronunciate le nostre parole: “è troppo”! “Non se ne può più”! Ogni limite e’ stato abbondantemente superato! L’islamismo radicale deve essere combattuto con ogni mezzo e che si adotteranno misure sempre piu’ efficaci per sradicare il terrorismo internazionale. Le parole sono belle, piene di pathos, e s’incastrano perfettamente nei cuori di chi nei vili attentati ha perso i propri cari; ma se poi non vengono messe in atto, rimarranno solo frasi inopportune e senza senso.

La Gran Bretagna in questi ultimi 3 mesi ha subito ben 3 attentati, potevano essere evitati? Difendere il proprio Stato dagli attacchi terroristici e’ quasi impossibile, i potenziali bersagli sono talmente tanti da non poter essere messi tutti in sicurezza.

Qualche dubbio viene quando si e’ avuta la certezza che gli attentatori erano stati segnalati ai servizi competenti, ma non era stato preso alcun provvedimento nei confronti di chi poi e’ riuscito a portare a compimento la propria missione di morte.

E’ facile pronunciare parole rassicuranti, che bisogna riprendere la quotidianita’ di sempre, uscire la sera, passeggiare nei parchi, ascoltare musica nei concerti, stare nelle piazze con migliaia di tifosi per assistere ad una partita di calcio. Poi se basta un niente per scatenare il caos, a cosa sono servite? i fatti accaduti a Torino ne rappresentano una lampante dimostrazione.

In una Piazza dove erano radunate quasi 30 mila persone, ci si sarebbe aspettata una massiccia presenza delle forze dell’ordine, ma dalle immagini riprese con i telefonini della gente, non si e’ intravista la presenza di forze dell’ordine..

Cosa bisogna fare per cercare di rendere inoffensivo il terrorismo islamico? Quali misure bisognerebbe adottare per debellarlo? per recidere alla radice le menti di questi pazzi sanguinari?

Le risposte dovrebbero essere messe in atto in tempi brevissimi dai Governi interessati, tanto per iniziare…

1) dovrebbero essere condannati al carcere a vita coloro che abbiano avuto legami con il terrorismo internazionale
2) Allontanamento di tutto il ceppo familiare.
3) Controllo capillare di alcuni quartieri a rischio.
4) Chiusura delle chiese di culto, in cui si professa la cultura dell’odio.

Il terrorismo e’ presente anche in Italia, anche da noi bisognerebbe adottare draconiane misure, non si deve piu’ pronunciare la frase che non se ne puo’ piu’, fa parte di un tempo che fu.

Torre Annunziata, ucciso nella notte a colpi di pistola il 32enne Alberto Musto

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È stato ucciso nella notte il 32enne Alberto Musto Benvenuto, freddato con un colpo di pistola alla nuca. L’omicidio è avvenuto nella notte a Torre Annunziata, città natale della vittima.

I carabinieri indagano sul delitto e sulle sue dinamiche ancora incerte. Il giovane dopo essere stato colpito mortalmente con colpi d’arma da fuoco è stato trasportato in auto all’ospedale di Boscotrecase. La vettura si è liberata del corpo ed è scappata via dalla zona.

Dalle prime indagini si evince che Alberto sia stato avvicinato lungo via Roma da due killer alla guida di uno scooter, mentre lui era nella sua Lancia in compagnia di un 33enne sempre di Torre Annunziata.

Alberto Musto aveva già dei precedenti penali, per il momento nulla di certo ma tra le ipotesi ci sono: un conto da regolare legato ad attività criminali sul territorio o una vendetta personale di cui devono ancora emergere i motivi.

Intanto il nucleo investigativo di Torre Annunziata ha sequestrato dieci bossoli di calibro 9. Seguono aggiornamenti.

Torneo di Pollino, trionfa la Juve Stabia!

Torneo di Pollino, trionfa la Juve Stabia!

Finale vinta 2-0 contro l’Academy Juve Isola di Capo Rizzuto nella VII edizione del torneo Pollino categoria 2002. Come consuetudine, le Vespette si sono presentate sotto età con i classe 2003. Dopo aver brillantemente superato le qualificazioni di ieri, battendo la società di Roma Quadrato Cinecittà e la società di casa Castelluccio Asd, stamattina i ragazzini del 2003 hanno battuto per 2-0 l’Academy Juve 2002, allenata dall’ex Crotone Vrenna. Pronti via gol di Fabrizio, partita giocata alla grande dai nostri ragazzi concentrati e senza timore. Raddoppio con eurogol di Abissinia con una conclusione da 30m all’incrocio dei pali.
Numerose occasioni per chiuderla definitivamente con l’estro in attacco di Iengo-Romilli, con centrocampo ragionato da De Lucia-Roma, e la salda difesa con Spina superlativo in due occasioni. Presenti il responsabile Saby Mainolfi e il direttore Alberico Turi oltre ai tecnici Belmonte e Franzese.
Così in campo:

Spina (Tornincasa) Criscio Abissinia (Amore) Campagnuolo Minicozzi(Vinciguerra)  De Lucia ( Lieto) Roma Romilli (Tosto) Iengo (Sannino) Fabrizio (Migliaccio) Damiano ( Martino)

a cura di Ciro Novellino

DA TORINO- Szczesny alla Juve: Napoli, tutto su Neto

DA TORINO- Szczesny alla Juve: Napoli, tutto su Neto

La Stampa lancia la bomba: secondo quanto riporta il quotidiano torinese, Neto arriverà al Napoli. I bianconeri hanno, infatti, trovato l’accordo con Szczesny dall’Arsenal, sulla base di un ingaggio da 4 milioni di euro a stagione,  liberando così il posto al brasiliano che potrebbe affiancare Pepe Reina, in una lotta a due per la maglia da titolare.

Tutti pazzi per Zapata: il ragazzo richiesto sia in Italia che all’estero

Tutti pazzi per Zapata: il ragazzo richiesto sia in Italia che all’estero

Duvan Zapata è in procinto di ritornare a Napoli dopo l’esperienza piuttosto positiva ad Udine. Il ragazzo, tuttavia, non si fermerà definitamente in Campania. L’attaccante, infatti, è richiestissimo da molti club: in Italia il numero 9 piace al Torino,  mentre in Inghilterra il Watford dell’ex Mazzarri sarebbe interessato a lui. A riportarlo, TuttoSport.

Wojciech Szczesny tra Juve, Napoli ed Arsenal: le ultime

Wojciech Szczesny tra Juve, Napoli ed Arsenal: le ultime

Wojciech Szczesny guarda al futuro: il portiere starebbe valutando sia la destinazione Juve che quella napoletana. Il numero uno ex Roma sarebbe stuzzicato dall’idea di diventare il titolare dei bianconeri in futuro, anche se la prossima stagione da giocare come secondo di Buffon non lo convincerebbe del tutto. In più, il portiere vorrebbe partire con l’Arsenal per il ritiro per comprendere se è definitivamente fuori dai piani del tecnico Wenger. A riportarlo, la Gazzetta dello Sport.

‘Angelino Custode’ (Lo Piano – Saint Red)

I Santi si possono trovare sia in Paradiso che sulla terra: basta guardarsi intorno e cercare, tra i tanti santini presenti nel panorama politico italiano, il proprio ” Angelino custode ”

Sembra strano, ma come e’ possibile che nessuno dei tanti personaggi gravitanti nel circo equestre politico, non abbiano mai avuto problemi lavorativi, non debbano fare concorsi, né fare gavette di anni ?

Il personaggio di cui andro’ a parlare, sara’ certamente un genio, avra’ un’intelligenza superiore, un cervello sviluppato come quello di Albert Einstein, non ne discuto ne sono in grado di valutarlo. Di sicuro, però, posso osservare ed annoatre che ha, accanto a se, un buon Angelino custode, ed anche pensare che, forse, qualcosa anche farà! O no?

Mi riferisco ad Alessandro Alfano, laurea triennale in Economia conseguita brillantemente, sia pur alla non “giovane” eta’ di 34 anni suonati, ma si sà, anche i pargoli di oggi non sono più quelli di una volta. Ciò non toglie che Alessandro sia un italico virgulto che, a quanto sembra e si evince, non e’ stato costretto ad espatriare per cercare il proprio spazio lavorativo: lo ha trovato vicino casa, giunto in un pacco giallo con un fiocco firmato Postecom. Che dire: capita! Non a tutti. Non a tanti (c’è penuria di lavoro). Ma capita per cui ecco che, circa 7 anni fa, Alessandro Alfano e’ entrato in Postecom e, come qualifica iniziale, ebbe quella di manager: 160 mila euro annui, tanto perché prendesse “confidenza” con il lavoro.

Continuiamo a seguirne i passi e non possiamo non annotare, compiacendoci per lui, della sua Carriera Lampo : lo ”stipendiuccio” iniziale, sempre a quanto sembra ed è dato sapere, in 4 anni e’ cresciuto, è cresciuto, è cresciuto, ed oggi tocca i 200 mila euro anche se, in questo “breve” lasso di tempo, sembra che non abbia firmato alcun documento e pertanto, a questo punto, l’ascesa da super manager in Poste di Alessandro Alfano, comincia a lasciar sazio per qualche domanda che chiarisca un qualcosa che appare essere tutta una contraddizione, stando a normali iter lavorativi e processi evolutivi nonche emonumentali.

Di questo sembrano essere certi anche i finanzieri del gruppo valutario che, nei giorni scorsi, hanno depositato alla Corte dei Conti (il Pm è Massimo Perin) l’informativa finale sul caso dell’assunzione di “Alfano jr”, 41 anni, fratello dell’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano.

Dalla stessa risulterebbe che, Alfano jr, è il più pagato tra i dirigenti del suo stesso livello. In media percepisce il doppio dei suoi colleghi. All’epoca i due suoi omologhi, più anziani e con più esperienza e curriculum, percepivano molto meno. Tanto per fare un esempio, una sua collega, laurea in architettura al Politecnico di Milano col massimo dei voti, percepiva 80 mila euro annui.

Altra anomalia che sembra sia stata annotata dalle Fiamme Gialle: Alessandro, quando era maxi dirigente in Postecom, aveva sotto di lui un unico dipendente. Poi, come per incanto, ne vennero assunti altri 38.

Questo lo stato delle cose e l’iter del caso. Sta chi di dovere il trarre le conclusioni e giudicare il tutto. A noi, genitori di tanti altri giovani, di sicuro non meno ferrati ne dotati di minor istruzione ed intelligenza di Alessandro, non resta che dover ingoiare l’ennesimo boccone amaro del dover vedere che i nostri figli, al contrario, sono costretti ad allontanarsi da casa, spesso anche ad espatriare (visto che in Italia il lavoro, per loro, e’ estinto da anni) e, nel contempo, continuare ad osservare che, al contrario, per ”gli altri”, per i discendenti delle dinastie politiche, problemi non ce ne sono, e di nessun tipo: ne di lavoro ne di stipendi, spesso lauti(ssimi)

E questo è!

Il tifoso che ne divenne il 10: La storia di Mario Marotta con la Juve Stabia

Nel capolavoro cinematografico “Il Gladiatore” con Russell Crowe c’è una frase che identifica la storia del protagonista, Massimo Decimo Meridio. La pronuncia l’Imperatore Commodo, il quale afferma “Il generale che divenne schiavo. Lo schiavo che divenne gladiatore. Il gladiatore che sconfisse un impero.”.
I diversi ruoli vissuti dal protagonista del film assomigliano a quelli che ha interpretato Mario Marotta con riferimento alla Juve Stabia. Il fantastista ha prima incrociato le Vespe come tifoso, per poi, anni dopo, diventarne una scommessa; la scommessa è stata vincente, tanto che Marotta è diventato tesserato a tutti gli effetti della Juve Stabia, arrivandosi prendere numero 10 e maglia da titolare alla sua prima stagione tra i professionisti.
A farci rivivere la storia di Marotta con la Juve Stabia, è il fratello dello stesso calciatore, che sui social dedica questo emozionante post a Mario:
La nostra storia con le vespe??? inizia 5 anni fa, nel 2012, quando la Juve Stabia giocava in serie B, quell’anno andammo due volte al Menti, in Juve Stabia – Nocerina (derby sentitissimo) eravamo nella Sud,la partita finì 2-2 dove le vespe perdevano con doppietta di Negro nel primo tempo, poi con un goal di Sau su rigore e Caserta riuscirono a pareggiare la partita nella ripresa. L’altra partita che andammo a vedere fu Juve Stabia – Torino 1-1 con goal di Sau e il pareggio di Sgrigna… dopodiché passano 5 anni ed arriva la notizia che MM10 firma con lo Stabia… un’emozione unica per me non solo per il salto di categoria che avevi fatto, ma per la squadra,la piazza e il calore dei tifosi che già conoscevamo andandola a vedere.
Inizia il tuo percorso con le vespe a Livorno vincendo 1-3 facendo giocate pazzesche, tra cui un assist a Del Sante; lo stesso assist nella partita successiva contro il Novara sempre per Del Sante che siglò lo 0-1; però quella gara finì 2-1 (non meritato) con troppe occasioni sprecate perdeste il continuo della TIM CUP.
Dopodiché arriva il 27 agosto l’inizio del campionato da lì a gennaio una Juve Stabia da fare invidia, gioco spettacolare, un possesso palla incredibile infatti in 19 partite di andata eravate primi con 37 punti (11 vittorie 4 sconfitte 4 pareggi) la gioia più bella è stata alla quarta giornata in casa contro il Messina, io come sempre nella Sud a sostenerti al 57′ una tua punizione calciata spettacolare realizzi 1-1 e invece di esultare inciti i tuoi compagni di ritornare a centrocampo per andare a vincere,
Infatti la partita finì 2-1 e la cosa più emozionante da vedere fu che a fine gara prendesti tuo figlio e lo portasti sotto la Curva Sud proprio vicino a me ?.
Finisce l’andata inizia il calciomercato. Dopo il calciomercato buio totale per voi,da primi in classifica arrivate a fine anno quarti a 21 punti dietro al Foggia. Anche se nel girone di ritorno non hai giocato sempre titolare, quando entravi davi sempre il massimo arrivando a 4/5 goal stagionali è una 10ina di assist, uno dei pochi che ci ha messo la faccia anche quando la curva era in contestazione con voi tu eri sempre il primo ad andare a parlarci…
Finisce il campionato iniziano i playoff lo 0-0 col Catania vi fa andare avanti.
Dopo il Catania tocca alla Reggiana e ti ritrovi a giocare in uno stadio di serie A (Mapei Stadium) peccato per il rigore concesso e l’errore difensivo vi fanno perdere 1-2, ma vabè c’è ancora il ritorno.
Il ritorno mercoledì al Menti io come sempre in curva a sostenervi stadio quasi pieno, va di scena Juve Stabia – Reggiana: per le vespe basta una vittoria con una rete di vantaggio per qualificarsi ai quarti. Succede l’incredibile dopo che la Juve Stabia attacca per 100 min (4 min di recupero il primo tempo e 6 min il secondo tempo) stando per l’85% del tempo nella loro metà campo cercando di segnare arriva il tuo solito cross per Spider Ripa che insacca la rete con un super colpo di testa; goal regolare che non so chi e perché decide di annullare. Finisce 0-0 con l’eliminazione dei playoff con la rabbia perché non è possibile che un uomo (l’arbitro) debba far star male tutti gli stabiesi per un goal annullato ingiustamente…
Purtroppo questo calcio di oggi sporco e corrotto, succede in serie A figuriamoci in B e C.
Ora un altro anno è passato pensando già al prossimo, io e te non parliamo mai del tuo futuro calcistico ovunque tu vada sarò sempre lì in curva per sostenerti… ma mi auguro che vestirai ancora il giallo e blu perché i tifosi ti vogliono bene, la gente ti vuole bene, Castellamare ti vuole bene ed io mi diverto nella SUD ???
Ti voglio bene Fratellò continua così
“Il tuo primo tifoso” ?

Il Napoli vorrebbe tenersi sia Ghoulam che Strinic e lasciare andare Maggio

Il Napoli vorrebbe tenersi sia Ghoulam che Strinic e lasciare andare Maggio

Le intenzioni del Napoli sono quelle di tenere sia Ghoulam che Strinic, ma al momento la situazione dei due mancini non è ancora chiara. La Gazzetta dello Sport scrive: “Giuntoli al massimo lascerebbe andar via Maggio per sostituirlo con un giovane di prospettiva. Ecco perché si ipotizza l’impiego da terzino di Berenguer dell’Osasuna. Il club azzurro è pronto ad offrire, bonus compresi, una cifra vicina alla clausola di nove milioni per il classe 1995 spagnolo. Se l’affare si farà, sarà Sarri a valutare se impiegarlo da ala o da vice Hysaj”

AUGURI INSIGNE- Anche il Napoli augura buon compleanno al suo attaccante

AUGURI INSIGNE- Anche il Napoli augura buon compleanno al suo attaccante

Nasceva in questo giorno, 26 anni fa, a Frattamaggiore, Lorenzo Insigne. Anche il Napoli, attraverso Twitter, ha voluto fare gli auguri al suo attaccante.

 

Asse Napoli-Udine, pazza idea scambio Pavoletti-Widmer: i dettagli

Asse Napoli-Udine, pazza idea scambio Pavoletti-Widmer: i dettagli

L’Udinese è alla ricerca di una punta. I friulani sarebbero molto interessati-secondo quanto riporta il Messaggero Veneto- a Leonardo Pavoletti del Napoli. L’attaccante potrebbe arrivare in Friuli attraverso uno scambio, che vede come protagonista Widmer, che tanto piace al Napoli. L’agente del difensore, Fredy Strasser, ha dichiarato in merito: “Il trasferimento al Napoli sarebbe una buona occasione per lui. Attualmente non so se la squadra azzurra ha già presentato un’offerta concreta all’Udinese. Qualora arrivasse, potrebbe lasciare l’Udinese.

Pavoletti può tornare al Genoa: patto De Laurentiis-Preziosi

Pavoletti può tornare al Genoa: patto De Laurentiis-Preziosi
Molte idee di partenza ci sono in casa Napoli e tra queste c’è quella di Leonardo Pavoletti, attaccante ex Genoa che in azzurro ha trovato davvero pochissimo spazio da quando si è trasferito nel mercato di gennaio. Ma spunta una clamorosa novità: il calciatore potrebbe tornare anche alla base di partenza.Pavoletti sarebbe potuto tornare al Genoa con uno sconto di 3 milioni di euro. Ma al momento un ritorno sembra complicato, nonostante visto di buon occhio dalla tifoseria, per questioni legate al contratto. Ad oggi l’ex rossoblu ha un ingaggio raddoppiato che si aggira intorno ai 2 milioni di euro.

Ounas prima scelta di Giuntoli per l’attacco

Ounas prima scelta di Giuntoli per l’attacco

Il Napoli è alla ricerca di un attaccante esterno che possa giocare a destra. Il primo nome della lista di Cristiano Giuntoli sembra essere Adam Ounas del Bordeaux. La Gazzetta dello Sport scrive: “E’ possibile che arrivi anche un esterno con caratteristiche più offensive: Ounas del Bordeaux è il primo nome della lista perché classe 1996 e per di più mancino (il Napoli ne è privo come attaccanti di fascia). È stato promosso dallo scouting azzurro perché molto bravo nel dribbling stretto e inoltre già molto esperto (60 partite con i girondini) nonostante debba ancora compiere 21 anni. Nelle gerarchie del d.s. Giuntoli, Ounas è seguito a ruota da Rashica perché l’ala del Vitesse è extracomunitario, essendo nato in Kosovo, e nessuno in questa fase vuole occupare già un posto”.

Legge elettorale: Palazzo Madama sarà un duplicato della Camera

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L’asse Pd-FI-M5S conferma per lunedì 5 giugno l’approdo della legge elettorale, del ‘tedescum’, in Aula alla Camera. Non solo. I fautori dell’intesa sul sistema tedesco incassano anche una tempistica record: via libera alla riforma entro la prossima settimana, quindi giovedì 8 giugno o al massimo venerdì 9. A questo punto, due sono le date che dividono il Paese: autunno 2017 e primavera 2018. Tra le due date oscillano due fronti che mescolano partiti e parti sociali, forze economiche e influencer, Camera e Senato: Palazzo Madama dopo l’applicazione del modello tedesco sarà un duplicato della Camera.

E su questo argomenta e scrive oggi Scalfari nel suo editoriale della domenica:

Legge elettorale, la riforma che mette la camicia di forza al Senato

I POLITICI che guidano i partiti, gli studiosi che ne osservano le mosse con attenzione e i giornalisti che riferiscono al pubblico ciò che accade sono in queste ore più che mai attenti alla legge elettorale in discussione, che dovrebbe essere approvata, dopo l’accettazione o l’abolizione di qualche centinaio di emendamenti (tutti di scarso rilievo) entro un mese. Parliamo naturalmente dell’Italia. Ci sarebbero altre questioni internazionali di grande interesse, ma oggi ne faremo a meno in questa sede.

Sulla legge elettorale i pareri tra i politici e chi li esamina sono diversi. I politici delle tre principali formazioni operanti in Parlamento e cioè il Pd, Forza Italia con Salvini e Meloni, il Movimento 5 Stelle, sono per il cosiddetto modello tedesco che ha come base il criterio proporzionale. Gli osservatori sono alquanto critici sul proporzionale e preferirebbero il maggioritario. Il dibattito è in pieno svolgimento ma corre un rischio: non è affatto chiaro, per la pubblica opinione che segue quanto sta avvenendo politicamente, in che cosa consista la differenza. Proporzionale o maggioritario: che cosa vuol dire in concreto? E poi c’è un altro problema, ancor più rilevante: il modello tedesco, comunque rammendato, riguarda la Camera o il Senato? Comincio a rispondere a questa seconda domanda.

La legge in corso di discussione riguarda entrambe le Camere le quali, a questo punto, avrebbero una sola differenza tra loro: l’età degli elettori chiamati a votare: alla Camera si vota dai 18 anni, al Senato dai 25. La differenza è di 7 anni, quindi il numero degli elettori è minore al Senato e anche il numero dei senatori è minore. Questa dell’età è una differenza che c’è sempre stata, ma ci sono state finora anche altre diversità notevoli nelle rispettive leggi elettorali. Questa volta invece non ce ne sarà nessuna.

La prima (e molto grave) considerazione su questo punto è la seguente: il referendum del 4 dicembre scorso prevedeva un sistema monocamerale. Il Senato esisteva ancora ma con dei compiti in gran parte dedicati alle Regioni e alle loro competenze. I senatori erano scelti tra i consiglieri regionali con il voto di ciascuna Regione. Era previsto che andassero in Senato per un paio di giorni alla settimana e poi rientrassero nelle Regioni di provenienza riassumendo il compito regionale.

Tutti ovviamente ricordiamo che il suddetto referendum, voluto da Renzi e dal suo partito, fu contraddistinto da un’affluenza eccezionale che superò il 65 per cento dell’elettorato e fu vinto dai “No” col 60 per cento dei voti contro i “Sì” (renziani) che non superarono il 40 per cento. Una sconfitta sonora che ha influito sui fatti politici successivi sui quali ora ci intratterremo.

Ma il punto grave, anzi gravissimo, è il seguente: la legge elettorale in discussione attualmente regola sia la Camera sia il Senato, il quale dopo il referendum suddetto ha riconquistato la sua sovranità. Ne deduco che il Senato dopo l’applicazione del modello tedesco sarà identico o con piccolissime differenze alla Camera, quindi un duplicato, salvo l’età degli elettori e degli eletti. Il risultato del referendum del 4 dicembre verrebbe perciò superato: avremmo due Camere con simili meccanismi di formazione. È costituzionale questa situazione? Qualora la Corte fosse investita del problema, quale sarebbe il suo giudizio? E quale quello del presidente della Repubblica sull’intera legge visto che a lui spetta, una volta che il Parlamento abbia varato la legge elettorale, di firmarla oppure di rinviarla alle Camere?

Ci sono molti altri temi italiani da discutere ma questo intanto l’abbiamo posto per primo perché è di grandissimo peso.

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Un’altra questione cui abbiamo già accennato nelle righe iniziali di questo articolo e che dobbiamo adesso esaminare è la differenza tra un sistema elettorale proporzionale e uno maggioritario. Molti osservatori preferiscono il maggioritario, ma che cosa significano quelle due parole? Il significato del proporzionale è chiaro: gli elettori danno il voto a un candidato o a un partito che presenta dei candidati e quelli vengono eletti proporzionalmente.

Questo è il proporzionale, ma il maggioritario che cos’è? La risposta più elementare: viene eletto chi prende più voti in un collegio o si conferisce un premio in seggi a chi ha superato un certo limite. La legge attuale ancora in vigore per la Camera attribuisce questo premio a chi superi il 40 per cento dei voti espressi e ottiene in quel caso il 55 per cento dei seggi della Camera. Il modello tedesco non prevede nulla di simile e ha altri modi per premiare, il più evidente dei quali riguarda i poteri del leader del partito vittorioso, che diventa Cancelliere. Così si chiama il primo ministro e i suoi poteri sono pressoché totali, perfino dal punto di vista costituzionale. Il presidente della Repubblica, eletto dalla Camera, è un personaggio onorabile e puramente rappresentativo che può soltanto suggerire talvolta al Cancelliere un qualche intervento e nulla più.

Da questo punto di vista il maggioritario non è possibile in Italia perché i poteri del nostro presidente del Consiglio sono indicati dalla Costituzione e sono alquanto limitati da un presidente della Repubblica che non è affatto un burattino. Del resto basta ricordare i nomi di quelli che hanno occupato quella carica fin dall’inizio della nostra storia repubblicana: Einaudi, Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella. Vi sembrano nomi da poco la cui influenza è stata sulla vita del Paese pressoché nulla, oppure nomi determinanti taluni nel male ma la maggior parte per fortuna nel bene dell’Italia?

Quindi il modello tedesco non è attuabile nella sua essenza, impone alla nostra classe politica di prevedere delle alleanze a elezioni avvenute. Questo rende ancor più difficile la situazione perché non si tratta di alleanze che si trasformano in coalizioni e come tali vanno al voto, bensì di operazioni successive al voto anche se fin d’ora gli interessati ne stanno discutendo tra loro. E chi ne sta discutendo? Ovviamente Renzi con Berlusconi. Lo scrivono e lo dicono tutti i giornali e le televisioni; prove naturalmente non ce ne sono o meglio trafilano attraverso amicizie comuni e bene informate, ma comunque la realtà impone questo tipo di alleanze. Il Movimento 5 Stelle resterà inevitabilmente da solo perché se facesse un’alleanza con un’altra importante forza politica si dissolverebbe entro pochi giorni. È un movimento, quello 5 Stelle, che è nato per esser solo e da solo può conseguire un risultato ma non in compagnia: essendo votato da elettori con sentimenti di sinistra o di destra o di centro o di totale indifferenza ma necessità di esprimerla, l’accordo con un’altra forza politica ben determinata come collocazione farebbe saltare in aria il grillismo.

Perciò al Pd, per conquistare un’alleanza importante che superi in questo modo il proporzionalismo e acquisti quel tanto necessario di maggioritario, non resta altro che Berlusconi. Un Berlusconi però senza Salvini perché Salvini sarebbe indigeribile per il Partito democratico. Già Berlusconi crea qualche difficoltà agli stomaci ma superabile perché è la sola via d’uscita per riconquistare il maggioritario in un sistema totalmente proporzionale.

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Questo tema si potrebbe però risolvere in un altro modo, molto più democraticamente accettabile. Ed è il seguente con una brevissima premessa: il Partito democratico è sempre stato chiamato e si è così anche definito di centrosinistra. Non di sinistra. Due parole alle quali Walter Veltroni che lo fondò dopo l’Ulivo ne aggiunse un’altra: riformatore. Quindi un partito di sinistra che cerca di raccogliere i voti della sinistra combinandoli insieme ai voti di centro che hanno un carattere più moderato. Ma riformatore è anche il centro. Queste cose bisognerebbe rileggerle in Democrazia e libertà di Tocqueville. Lì si apprenderebbero molte cose estremamente moderne e utili per quello che sta accadendo qui da noi ma che in parte (in gran parte) è accaduto anche con la vittoria di Macron in Francia. Se andassimo a guardare la struttura del suo governo e la sua composizione, ci accorgeremmo che Macron ha messo insieme dalla destra alla sinistra, passando per vie e comunità intermedie, un governo molto moderno che si dovrà occupare di ricchi e di poveri, di tasse e di spese, di disuguaglianze da colmare, di capitalismo da vivacizzare e di occasioni di lavoro crescente. Il tutto sotto la bandiera tricolore e quella a stelle dell’Europa, perché Macron vuole rafforzare l’Europa. Se avessimo un Macron italiano! Personalmente ho sperato per qualche tempo che lo fosse Renzi, ma ne sono stato purtroppo deluso. Renzi vuole comandare da solo. Macron non comanda da solo anche perché non è il primo ministro ma il presidente della Repubblica. Ha poteri propri: la politica estera e la difesa. E si vale di esperti di grandissimo livello. Per il resto ha un governo che è appunto composto da tutte le forze costituzionali che abbracciano l’intero quadro della classe dirigente del Paese.

La situazione in Italia è molto diversa e purtroppo, come abbiamo già visto, le alleanze fatte dopo le elezioni porteranno molte coalizioni e non sappiamo quanto dureranno. Se fossero state fatte prima (e sarebbe ancora possibile introdurle nella legge in discussione), la situazione sarebbe decisamente diversa. Renzi dovrebbe allearsi con un Pisapia e tutta quella sinistra che lo seguirà (i cui elettori saranno probabilmente molto più numerosi di quanto si pensi) e aggiungere a questa di sinistra un’alleanza al centro con Alfano e Parisi: insomma il centro moderato che è perfettamente consono a un partito che non a caso si definisce riformatore di centrosinistra. Questo dovrebbe essere l’obiettivo. Temo che non ce la faremo a vederlo.

Caro Matteo, dei libri che ti ho consigliato temo che tu non ne abbia letto una riga perché sei molto occupato in altre cose. Ma dovresti fare uno sforzo almeno per il Tocqueville che ho sopra ricordato. Quello sembra scritto per te. Fai questo sforzo nel tuo interesse che sarebbe, se fosse ben considerato da te medesimo, anche l’interesse del Paese e soprattutto non ti mettere in testa di far fuori Gentiloni a ottobre, questo sarebbe un altro drammatico errore

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