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Reina, il padre: “Diverbio tra ADL e Pepe? Non devono fare i bambini, spero risolvano tutto al più presto”

A Radio Crc, nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’, è intervenuto Miguel Reina, papà del portiere azzurro Pepe. Ecco quanto evidenziato:

“Ho visto la partita di Pepe con la Spagna ieri. Capita a tutti di sbagliare, gli ho detto di stare tranquillo. So che è successo qualcosa tra lui e il presidente , ma la devono smettere di fare i bambini. Devono guardarsi in faccia e risolvere la questione. Offerte per Pepe? Giuro che non so se esiste un’ offerta o meno, sono cose di cui si occupa il suo procuratore. Posso dirvi che Pepe e la sua famiglia sono felicissimi di stare a Napoli . C’è stato solo questo diverbio col presidente e va risolto subito per il bene di tutti”.

Milik: “L’infortunio è stato un momento difficile. Ora voglio recuperare bene per iniziare al meglio la stagione”

Arkadiusz Milik, attaccante azzurro, ha rilasciato una lunga intervista ai media polacchi:

“E’ stato difficile restare fuori per l’infortunio. La squadra ha fatto bene anche senza di me, Mertens ha segnato più di 30 gol. Ora penso alla preparazione di luglio per recuperare al meglio”.

De Laurentiis ha fatto pressioni per farti giocare? “Il presidente fa le sue osservazioni ma sarà il mister a decidere chi giocherà. E’ lui che ci vede tutti i giorni nel corso degli allenamenti. E’ accaduto spesso che sono entrato nel secondo tempo, ho avuto un po’ di difficoltà a segnare perché entravo sempre a risultato acquisito. Sicuramente il gol contro il Sassuolo mi ha fatto felice”.

Sei tornato al top della condizione? “Non posso dire se sono pronto per giocare novanta minuti, ma sicuramente sono guarito pienamente. In allenamento mi sento bene, meglio di prima. Già dopo alcune settimane di lavoro ho notato progressi dal punto di vista fisico, nella velocità, nell’aggressività”.

E’ stato un momento difficile? “Sono stato fuori tre mesi e non è facile. Mi sono fidato al 100% dello staff medico del Napoli, che mi ha riabilitato al meglio monitorandomi costantemente. Ho perso dei mesi, ma sono diventato più ricco dal punto di vista mentale. La mia famiglia mi è stata vicina per tutto il tempo, paradossalmente ho capito delle belle cose tramite quest’infortunio”.

Sei il calciatore polacco più pagato della storia, cosa pensi? “Non hanno pesato i 32 milioni di euro spesi dal Napoli. Anzi è un fattore che mi ha motivato per dare il massimo. Sono approdato in un grande club e ho voluto dimostrare di meritarlo. La fiducia in sé stessi è molto importante ma non devo montarmi la testa”.

Non giocherai l’Europeo Under 21, però lo guarderai? “Forse vedrò qualche partita, voglio recuperare bene e iniziare la prossima stagione col Napoli al meglio”.

A cura di Antonino Gargiulo

Università: anche l’Italia tra le prime 200 migliori al mondo

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Per la prima volta quattro università italiane sono state classificate tra le 200 migliori al mondo secondo la classifica internazionale del QS World University Rankings.

Nella classifica sono state analizzate ben 4.388 atenei e di questi, 956 sono stati inseriti secondo diversi criteri.

 GLI ATENEI ITALIANI IN CLASSIFICA

Le migliori università italiane, secondo QS World University Rankings sono: Politecnico di Milano(170mo posto, guadagnando 13 posizioni e riconfermandosi il miglior ateneo d’Italia); Università di Bologna (188ma, guadagnando 20 posizioni); e per la prima volta entrano in classifica la Scuola Superiore Sant’Anna Pisa e Scuola Normale Superiore (entrambe al 192mo posto).

“L’Italia deve essere orgogliosa per questo risultato” ha commentato la ministra dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca Valeria Fedeli. Francesco Ubertini, rettore dell’Alma Mater parla di “risultato di cui siamo molto soddisfatti, che va a premiare gli sforzi messi in campo in questi anni per rendere l’Alma Mater un punto di riferimento a livello internazionale”.

LE UNIVERSITA’ AL VERTICE DELLA CLASSIFICA

Al vertice della classifica si trovano per la prima volta quattro università americane e al primo posto si conferma, per il sesto anno consecutivo, il Massachusset Institute of Technology (MIT). Mantengono il secondo e terzo posto le università di Stanford e Harvard, mentre il California Institute of Technology sale al quarto posto in classifica. Altri atenei americani e britannici perdono posizioni, mentre avanzano quelli di Russia, Cina, India, Australia e Singapore.

I PARAMETRI DELLA CLASSIFICA

Il Raking è stato ottenuto attraverso dei parametri ben precisi: reputazione accademica, opinione del mondo delle imprese, citazioni scientifiche, numero di studenti e internazionalizzazione. L’Alma Mater ha ottenuto ottimi risultati in tutte le voci, tuttavia brilla in particolar modo nella Academic Reputation, l’indicatore di maggior peso per formulare il giudizio complessivo dell’università. Molto bene anche la Employer Reputation calcolata attraverso delle interviste a oltre 44mila aziende e imprese in tutto il mondo, guadagnando così 35 posizioni rispetto allo scorso anno.

Legge elettorale: caos alla Camera. Tilt sul tabellone svela voto segreto e incastra i franchi tiratori

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Questa foto incastra i franchi tiratori della legge elettorale

“Un disguido”, un “problema tecnico” – secondo la presidente Laura Boldrini – e il voto in Aula sulla Legge Elettorale che ha mandato il governo sotto si trasforma in una bagarre con scambio di accuse pesanti tra deputati della maggioranza e dell’opposizione. Tutto per colpa di un voto che doveva restare segreto ed è diventato palese.

E’ bagarre in Aula alla Camera sulla legge elettorale quando il tabellone elettronico situato in alto nell’emiciclo mostra per errore l’andamento della votazione a scrutinio segreto sull’emendamento Biancofiore che poi ha mandato momentaneamente in pezzi l’alleanza elettorale tra Fi-Md-M5S-Lega.

Cosa è successo

Al momento del voto segreto su un emendamento alla legge elettorale, sul tabellone elettronico nell’emiciclo si accendono le luci verdi, rosse e bianche che indicano come hanno votato i diversi deputati, al contrario di quanto sarebbe dovuto succedere visto che si trattava di votazione segreta.

Il ‘patto a 4’ sulla legge elettorale (Pd, M5S e Lega) è stato affondato da 58 franchi tiratori che contavano sulla segretezza. Scorrendo i tabulati della votazione sull’emendamento Biancofiore (che elimina i collegi maggioritari mantenuti dalla legge elettorale in Trentino Alto Adige) è evidente che al ‘patto’ sono venuti a mancare voti che, se fossero stati contrari all’emendamento, avrebbero consentito la bocciatura della proposta di modifica.

Sulla carta, stando sempre ai tabulati della votazione, il ‘patto’ avrebbe dovuto avere 397 voti – mettendo nel conteggio anche quelli di Svp oltre che di Pd, FI, M5S e Lega – a cui vanno tolti gli 82 dei pentastellati presenti, che avevano annunciato il voto a favore. 

Dunque, i voti contro l’emendamento sarebbero dovuti essere 315 anziché i 256 finali. L’emendamento è passato per 14 voti di scarto. Sempre scorrendo i tabulati, erano presenti al voto 46 di FI, con 4 assenti ‘ingiustificati’; 18 della Lega, con 1 assente ‘ingiustificato’; 246 presenti al voto del Pd, con 18 in missione e 18 assenti ‘ingiustificati’; 82 M5S presenti al voto, 1 in missione e 5 assenti ‘ingiustificati’. 

Il ‘problema tecnico’ dura pochi secondi ma quei pochi istanti (grazie alle lucine rosse del voto contrario, alle verdi di quello favorevole e bianche per l’astensione) bastano a far vedere come hanno votato i vari deputati. Pochi istanti per ‘svelare’ voti favorevoli nei banchi del Pd e di Forza Italia.

Il ‘giallo’ del tabellone manda in tilt l’Assemblea di Montecitorio e scatena un polverone di polemiche. Nel mirino anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, accusata da alcuni parlamentari di non aver avvisato per tempo che stava per scattare una votazione segreta.

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Boldrini chiede di correre ai ripari e le lucine diventano tutte azzurre e sottolinea: ”C’è stato un problema tecnico, avevo già detto che era un voto segreto, colleghi c’è stato un disguido”. Ma il clima ormai si è fatto incandescente. Massimo Corsaro non ci sta: ”Il responsabile di ciò deve essere allontanato”.

E su Twitter il deputato democratico e responsabile riforme e sicurezza segreteria nazionale Pd, Emanuele Fiano, scrive: “I Cinque stelle fanno fallire la legge elettorale. Per pochi secondi il voto è stato palese, loro hanno votato a favore questa è la prova”.

Come la raccontano i grillini

“Nel Pd 80 franchi tiratori cercano di affossare la legge elettorale. Il M5S è compatto e lo tiene in piedi. Renzi tenga i suoi!” scrive Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle su Twitter, postando la foto della votazione

“Sicuramente c’è un problema nel Pd, con una parte che non vuole il voto anticipato. E’ in atto una guerra tra bande. Al Senato sarà un Vietnam…” gli ha fatto eco il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. “Con il voto di oggi è stato dimostrato che i franchi tiratori sono nel Pd, perché noi abbiamo votato coerentemente i nostri emendamenti”.

Gragnano, arrestata la titolare de “La Tana del Lupo” per furto aggravato e continuato

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In manette Carmela Imperato, la titolare dell’agriturismo di Gragnano “La Tana del Lupo”, per furto aggravato e continuato. La donna per lungo tempo avrebbe manomesso il contatore elettrico dell’immobile con un magnete, facendo risultare il 90% in meno dei consumi elettrici. Un furto che si aggira intorno ai 34mila euro.

A scoprire l’inganno sono stati i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Castellammare di Stabia in collaborazione con i tecnici dell’ Enel.

Ora la signora, 53enne, è in attesa del rito direttissimo.

Luisa Di Capua

 

Si Votera’ Con Il…… Bordellum? Lo Piano- Saint Red

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Urne foderate di pianto alla Camera a Montecitorio, per colpa di 66 franchi tiratori, di cui si sconoscono “generalita’” e credo politico, l’Italia nelle prossime tornate elettorali, potrebbe andare al voto con il “Bordellum“.

Il patto di alleanza fra i 4 maggiori partiti italiani, almeno per ora, non ha retto, nonostante le rassicuranti parole mandate in onda da Ettore Rosato, che si era espresso in questi termini : (Alla Camera saranno importanti i primi voti, noi abbiamo la responsabilita’ di tenere “duro” sino alla fine) e dalla onnipresente Elena Boschi, quest’ultima,aveva affermato che : (era “straconvinta” che il patto fra i 4 partiti avrebbe retto fino alla votazione finale). Entrambi hanno fatto i conti senza le bordate dei franchi tiratori.

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Alla 1° votazione, qualcosa non e’ andata per il verso giusto, i franchi tiratori non si sono fatti attendere, le accuse fra Grillo e Renzi sono riprese a pieno ritmo, il segretario Pd ha accusato i grillini di essere degli inaffidabili, la risposta di Grillo non si e’ fatta attendere, ha precisato che…. Montecitorio e’ una tana di serpenti a sonagli. Gli altri 2 partiti hanno preferito restare in “religioso silenzio”, in attesa di una schiarita politica.

I capigruppo dei 4 partiti avranno tempo sino al 13 Giugno, per cercare di risanare questa spaccatura, quando si terra’ il voto finale sulla Legge elettorale.

Se i 4 partiti non avranno ancora deciso se adottare il Mattarellum, il Porcellum,  il Vassallum, o il Ruffianallum, immagino che gli elettori saranno sempre piu’ meno convinti che persuasi a chi dare la propria preferenza.

In questo caso si potra’  parlare di un vero e proprio Bordellum.

Pasticcio burocratico sul Colosseo

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Il ministro dei Beni Culturali non poteva creare il nuovo Parco archeologico del Colosseo, c’è stato uno “straripamento di potere”: è quanto sostiene il Tar del Lazio nella sentenza con cui ha dato ragione alla sindaca di Roma Virginia Raggi che si è opposta al nuovo parco fin dall’inizio.

Tar-Franceschini 2 a 0, bocciato il Parco del Colosseo

Dopo la sentenza sui direttori dei musei, il tribunale del Lazio dà ragione alla sindaca Raggi contro il ministro della Cultura

ROMA – Il ministro dei Beni Culturali non poteva creare il nuovo Parco archeologico del Colosseo, c’è stato uno «straripamento di potere»: è quanto sostiene il Tar del Lazio nella sentenza con cui ha dato ragione alla sindaca di Roma Virginia Raggi e al vicesindaco Luca Bergamo che del nuovo Parco sono stati fieri nemici fin dall’inizio al punto da decidere di sfidare il governo presentando un ricorso ufficiale contro la nuova creatura nata all’interno delle stanze del ministero.

«Purtroppo non posso dire che sono stupito…», commenta il ministro Franceschini. «Stesso Tar, stessa sezione della sentenza sui direttori stranieri. Fatico però a capire perché 31 Musei e Parchi Archeologici autonomi, dagli Uffizi a Pompei, vadano bene e il trentaduesimo, il Parco del Colosseo, giuridicamente identico a tutti gli altri, invece no. Leggeremo la sentenza, cosa per ora impossibile, e ovviamente la impugneremo subito».

È la seconda bocciatura nel giro di due settimane per il ministro Franceschini. La prima era arrivata il 25 maggio con l’annullamento di fatto della nomina di cinque direttori di musei secondo una selezione voluta proprio dal titolare del Mibact. La nuova sentenza negativa è altrettanto dura. Si riferisce a un’altra operazione che il ministro Franceschini ha deciso in prima persona, la creazione del Parco Archeologico del Colosseo, 78 ettari di capolavori nel cuore di Roma, un’area pari quasi al doppio di quella di Pompei, gioiello di incassi e visitatori. Oltre al Colosseo comprende Palatino e Foro Romano, e crea per gestirli una Soprintendenza separata da quella precedente che li controllava.

Secondo il Tar del Lazio, però, le norme non attribuiscono «alcun potere generale di riorganizzazione anche degli uffici dirigenziali generali al ministro, ma un potere organizzativo limitato a consentire la soppressione, la fusione o l’accorpamento di uffici, in funzione di particolari esigenze tra le quali anche quella di “garantire il buon andamento dell’amministrazione di tutela del patrimonio culturale”».

Non è tutto. Oltre a un eccesso di potere, secondo i giudici è stato anche violato il «principio della leale collaborazione tra enti». Per il Tar del Lazio, con l’istituzione del Parco il Campidoglio avrebbe anche subito dei danni, perdendo parte degli incassi, e la città avrebbe risentito della sua unità archeologica. Anche per questo i giudici amministrativi hanno ritenute fondate le censure con le quali Roma Capitale «si duole del fatto che non vi sia stata alcuna condivisione delle scelte che hanno portato alla individuazione di tale area limitata di competenza del Parco archeologico del Colosseo».

La conclusione, come si avverte nella sentenza, è la illegittimità (e, quindi, l’annullamento) anche del bando della selezione pubblica per il conferimento dell’incarico di direttore e del parco archeologico del Colosseo.

«Hanno vinto i cittadini – scrive la sindaca Virginia Raggi commentando la sentenza -. Bene Tar, sconfitto tentativo governo. Roma resta di tutti». E aggiunge: «Questo mi sembra un momento importante e positivo per riprendere un discorso sulla gestione integrata e unitaria del patrimonio culturale della città così come proposto più volte dall’amministrazione capitolina al ministero dei Beni culturali».

Anche più soddisfatto è Luca Bergamo, il vicesindaco, che è sempre stato in prima linea nell’opposizione al progetto: «Una decisione positiva e importante che consente di riprendere il discorso su una visione unitaria e integrata del patrimonio culturale della città. Questo non può essere visto semplicemente come asservito al turismo, ma può essere la carta vincente di Roma e del Paese per diventare protagonisti nella produzione culturale».

vivicentro.it/cultura
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lastampa/Tar-Franceschini 2 a 0, bocciato il Parco del Colosseo

Ischia Calcio per l’Eccellenza,spunta anche l’ipotesi del titolo della Sessana?

L’avevamo annunciato a fine campionato che sarebbe stata un’estate di fuoco per il futuro dell’Ischia Calcio per riportare il calcio che conta sull’isola. La società isolana del patron Ivano Balestriere dopo la fantomatica fusione con il Savoia,che per ora rimane accesa solo una piccola luce in fondo al tunnel,anche perchè destino dell’Ischia era legato a quello dell’Oplonti Savoia (squadra che detiene il titolo di Eccellenza), al Gragnano (squadra che invece detiene il titolo di serie D) e al nuovo Savoia che sarebbe dovuto nascere nell’ambito di una fusione con il Gragnano stesso, riportando così la serie D a Torre Annunziata. Ma in virtù dell’art.18 del NOIF che dice che non si può procedere alla fusione tra due diverse società se vi è stata già una fusione nelle due stagioni precedenti. Il motivo è semplice e soprattutto comune ad entrambi i sodalizi mancati. Sia il Gragnano che l’Oplonti Pro Savoia sono già state protagoniste di una fusione nel 2015 (Ponticelli di Todisco e Asd Futsal Oplonti di Franco Trapanese da una parte e Libertas Stabia e Gragnano dall’altra. Una notizia che ha lasciato l’amaro in bocca all’intero popolo isolano. Si era parlato anche del possibile trasferimento del titolo del Procida del presidente Luigi Muro. Nel pomeriggio di ieri è giunta la notizia che la Sessana rinuncerà al prossimo campionato di Eccellenza con il titolo in vendita. Lo stesso patron Ivano Balestriere della Nuova Ischia ha dichiarato che sono già a lavoro per trovare altre soluzioni. Il titolo della Sessana sembra essere un’idea.

Di seguito il comunicato stampa diramato dalla squadra di Sessa Aurunca:

La società con a capo le famiglie Vrola e Padolino vogliono con questo breve comunicato informare gli appassionati, i simpatizzanti ed i fedelissimi tifosi gialloblù che, nonostante l’amore e la passione che hanno sempre messo in campo in questi ultimi anni, per le notevoli difficoltà strutturali e per l’impossibilità a reperire nuove risorse economiche, è costretta a fare un passo indietro, motivo per cui nella prossima stagione la squadra non sarà iscritta al campionato di Eccellenza. E’ sempre più difficile far calcio in queste condizioni, siamo disposti alla cessione totalmente gratuita del titolo con alcune “conditio sine qua non”, ovvero che i futuri imprenditori dimostrino solidità societaria, competenza e risorse economiche adeguate per poter mantenere il titolo e la categoria a Sessa Aurunca.

Grazie a tutti coloro che in questi anni ci hanno supportato, sempre FORZA SESSANA!

Ufficio Stampa US Sessana 1915

Il 15 giugno scatterà il XXIII Memorial ‘Ubaldo Mainolfi’ a Telese Terme

Il 15 giugno scatterà il XXIII Memorial ‘Ubaldo Mainolfi’ a Telese Terme

Ci siamo, il 15 giugno scatterà il XXIII Memorial ‘Ubaldo Mainolfi’ a Telese Terme. In campo tanti giovani calciatori con le rispettive società. Dai 2006 che giocheranno su campo a 9, ai 2007-2008-2009 che invece giocheranno le rispettive gare a 7, mentre i 2010-2011 giocheranno su campi a 6.

Iscrizioni chiuse! 13 le società, 30 squadre nelle varie categorie. A breve i calendari delle giornate. Data? 15 Giugno 2017 sui campi:

– Stadio Comunale di Via Lagni Telese Terme (BN)

– Centro Sportivo Sporting Club Grassano – Telese Terme (BN)

a cura di Ciro Novellino

La banderuola M5S oscilla sulla legge elettorale

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“L’atteggiamento del M5S sulla legge elettorale – scrive Fabio Martini – svela la natura originalissima del processo decisionale di questo movimento. Se nelle prossime ore continuerà a prevalere tra l’opinione pubblica filo-grillina un atteggiamento favorevole alla riforma, il Movimento la sosterrà in Parlamento. Ma se prevalessero atteggiamenti malmostosi, la linea ufficiale potrebbe essere ribaltata”.

I pericoli della politica last minute

Senza tradire alcun imbarazzo Beppe Grillo ieri ha sostenuto, nel giro di poche ore, espressioni non del tutto allineate e coerenti sulla legge elettorale in discussione in Parlamento, oscillando tra un giudizio negativo – nessuno la capisce – e la decisione di affidare la sentenza finale agli iscritti del Movimento Cinque Stelle.

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Ciò che rende originali le esternazioni del capo non è la distanza tra una dichiarazione e l’altra, perché questa è una caratteristica che ha sempre accomunato tutti i leader della politica tradizionale e dell’anti-politica. La sorpresa è un’altra: mai come in queste ore i capi dei Cinque Stelle sono apparsi sottoposti ai cangiantissimi umori dell’opinione pubblica. Cinquanta tweet e cento post in un attimo sono apparsi più potenti di una decisione assunta dal Movimento dopo aver consultato la propria base.

A rendere ondivago Beppe Grillo sono le critiche e gli sfottò al Movimento, che stanno fiorendo sulla Rete per l’asserita attitudine all’inciucio o per aver disatteso precedenti pronunciamenti su singoli aspetti della legge elettorale. Un andirivieni che alla fine contribuisce a rivelare un tratto che finora si era soltanto intuito: il Movimento Cinque Stelle decide quasi sempre «last minute», sulla base delle sensazioni dell’ultimissima ora. Quel che conta non è una visione. Un programma in positivo. E neppure scelte assunte dopo un processo democratico, come nel caso del modello «tedesco» di legge elettorale, già sottoposto qualche giorno fa alla base. Alla fine si decide, basandosi su un algoritmo costruito per intercettare il consenso espresso dagli umori di quel momento. Dell’ultimo momento.

È già accaduto nel passato, ma l’atteggiamento sulla legge elettorale svela la natura originalissima del processo decisionale di questo movimento. Se nelle prossime ore continuerà a prevalere tra l’opinione pubblica filo-grillina un atteggiamento favorevole alla riforma elettorale alla tedesca, il Movimento la sosterrà in Parlamento. Ma se tra tre giorni, o a luglio, sulla Rete, prevalessero atteggiamenti malmostosi, la linea ufficiale potrebbe essere ribaltata. È già accaduto nel passato. Sull’emigrazione, sull’euro, sulle banche.

Ma le moderne democrazie sono organismi complessi e per farle funzionare servono competenze e deleghe – certo revocabili – ai rappresentati del popolo. Da selezionare nel modo più accurato e democratico possibile. Il Movimento Cinque Stelle da anni intercetta e interpreta con crescente consenso la rabbia di tanti italiani. In caso di vittoria alle prossime elezioni Politiche quel movimento è chiamato alla scelta della maturità: quella di assumersi responsabilità più grandi. Ma immaginare di governare un Paese del G7 con la politica del «last minute» può risultare una pericolosa illusione.

vivicentro.it/opinione
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lastampa/I pericoli della politica last minute FABIO MARTINI

Berenguer, possibili passi ufficiali già in giornata!

Berenguer, possibili passi ufficiali già in giornata!

Adam Ounas, ricadono su di lui le grandi attenzioni del ds Giuntoli in queste ore. Come riporta La Repubblica, l’identikit è molto simile a quello di Mertens: veloce, imprevedibile e capace di spaccare la partita in corso d’opera. Il giocatore ha in particolare due caratteristiche che piacciono al Napoli: la prima è la duttilità, la seconda è la carta d’indentità poiché è un classe ’96 e dunque rientrerebbe nella categoria degli under per la lista della Serie A. Se Giuntoli riuscirà a sfoltire la rosa, non è da escludere l’accoppiata Ounas-Berenguer.

Bellinazzo: “Presto il Napoli non sarà più competitivo a grandi livelli”

Le sue parole

Marco Bellinazzo, collega de Il Sole24ore ed esperto di economia sportiva, ha rilasciato un’intervista a Il Mattino: “Se il Napoli fino adesso è riuscito a stare nel gruppo di testa delle grandi, lo ha fatto per il suo valore tecnico e non certo per l’organizzazione della società. Ma ben presto non riuscirà più a resistere agli attacchi di chi è più forte”.

Poi continua: “La questione è sempre quella dello stadio. Averne uno di proprietà, ma soprattutto di qualità, significa aumentare i ricavi del trenta per cento. Così il Napoli perde tra i dieci e i quindici milioni all’anno: prima o poi non sarà più in grado di competere con le grandi società italiane ed europee”. 

Sul perché De Laurentiis non ci punta: “È chiaro che fare un investimento sullo stadio significa tirare fuori un bel po’di soldi e avviare una pianificazione quinquennale o addirittura decennale. Se il presidente non è interessato sarà perché probabilmente è intenzionato a vendere il Napoli di qui a poco”.

O forse mancano fondi? “Questo sicuro. Non è un investimento che potrebbe affrontare da solo ma non credo che sarebbe difficile trovare dei partner disponibili a entrare nel business. Se nonsei interessato a guardare a lungo termine, allora è molto più conveniente pagare un affitto per lo svolgimento delle partite e non sostenere costi ulteriori”. 

Le altre però si attrezzano: Tutte. Adesso lasciamo perdere la Juventus che ha più di 500 dipendenti, e questo fa capire la grandezza di una società che ovviamente non si limita solo ai calciatori incampo, ma la Roma ad esempio: nonostante i tanti problemi con il Comune è stata approvata la delibera che riconosce l’interesse pubblico del nuovo progetto di costruzione dello stadio. E l’Atalanta, che ha comprato lo stadio, la Fiorentina, il Bologna che ha già avviato le procedure per il restyling del Dall’Ara. Tutti consapevoli della necessità di aumentare i servizi e, dunque, il numero degli spettatori mentre il Napoli resta al palo e si indebolisce sempre più”.

Casa Napoli, nuova idea per De Laurentiis: Agnano!

Casa Napoli, nuova idea per De Laurentiis: Agnano!

Non solo Bagnoli, il presidente Aurelio De Laurentiis ha individuato anche un altra zona per Casa Napoli. Secondo Il Mattino, si tratta di Agnano. Perché in particolare il presidente è innamorato delle Terme, dall’altra parte il Comune vuole esternalizzare quella struttura visti i ripetuti bandi messi in campo e c’è già un bellissimo hotel e lo spazio per costruire almeno un paio di campi per l’allenamento.

Albiol-Valencia, spagnoli pronti a pagare la clausola

Albiol-Valencia, spagnoli pronti a pagare la clausola

Come riporta La Gazzetta dello Sport, il Napoli è pronto a rivedere la propria posizione “se dovesse arrivare qualche offerta clamorosa per uno di loro“: ad esempio Raul Albiol è corteggiato dal Valencia e la sua ex squadra – Albiol ha giocato al Mestalla fino al 2009 – è pronta a pagare i 6 milioni della clausola “nel caso in cui il difensore dovesse dare un cenno di adesione al progetto”. 

Il Napoli pensa a Suso, Sarri ha già dato l’ok

Il Napoli pensa a Suso, Sarri ha già dato l’ok

Il Napoli sta pensando seriamente all’esterno spagnolo 24enne Suso, lo riporta La Gazzetta dello Sport, che definisce il calciatore del Milan perfetto per il Napoli di Maurizio Sarri che “ha già espresso il suo gradimento da allenatore. Verosimilmente Suso gradirebbe il trasferimento, avendo giocato l’Europa League con la maglia del Liverpool nel 2012-13 ma mai la competizione continentale più prestigiosa“. In caso di qualificazione ai gironi di Champions il Napoli avrebbe certamente maggiori fondi da spendere: “Nel momento in cui vorrà affondare il colpo, De Laurentiis dovrà stanziare almeno 20 milioni e sperare che il Milan sia disposto a trattare”.

Legge elettorale in aula, addio ai capilista

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L’intervento dei cosiddetti “franchi tiratori” mette a rischio la tenuta dell’intesa sulla nuova legge elettorale: ai primi passi della riforma in aula mancano 66 voti dei deputati i cui partiti hanno siglato il patto per il modello tedesco.

I franchi tiratori minano la riforma

Alla camera mancano i voti di 66 deputati, sospetti e scambi di accuse tra i partiti. Vacilla l’accordo a quattro sul modello tedesco. I tempi per il via libera si allungano

ROMA – Ieri alla Camera la maionese della legge elettorale sembrava impazzita. È successo quando al primo voto a scrutinio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità sono mancati 100 voti. Al netto dei deputati in missione, all’appello non ce n’erano 66. È scattato l’allarme rosso ed è partito lo scaricabarile su chi fossero i franchi tiratori. I sospetti si sono subito concentrati sui grillini che hanno chiesto di rimandare il voto finale alla prossima settimana. Il Pd ha dato la sua disponibilità e alla fine è stato deciso che la deadline sarà martedì mattina. Il tempo necessario in questo weekend per consentire a Grillo di consultare on line la base: vuole chiedere il via libera alla legge anche senza le preferenze e il voto disgiunto. Ben sapendo che in aula non passeranno né queste né quello.

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Del resto l’intesa in commissione Affari costituzionali tra Pd, Forza Italia, Lega e 5 Stelle non prevedeva nulla di tutto ciò. Ma M5S insiste perché una parte del movimento (Lombardi e Fico sono i capofila dei dissidenti) contesta l’accordo e non vuole rinunciare a modifiche considerate essenziali. Allora, dice Grillo, «l’ultima parola spetta agli iscritti». «Non è una giravolta – precisa Toninelli – ma ci chiediamo se Renzi tiene i suoi nel voto segreto o torneranno i 101 franchi tiratori?».

Pd preoccupato: teme che la mossa grillina sia propedeutica allo strappo mentre ieri in Transatlantico i centristi e Mdp avevano il sorriso stampato sulle labbra. «Tu chiamale se vuoi elezioni…», canticchiava il capogruppo di Ap Lupi. «Si stanno incartando da soli», diceva soddisfatto Speranza, uno dei leader degli scissionisti di Mdp.

Il problema è che su 200 votazioni previste, ben 100 sono a scrutinio segreto. Può succedere di tutto. Il Pd mette le mani avanti: se salta l’intesa si torna al muro contro muro e potrebbe essere recuperato il Rosatellum che i 5 Stelle vedono come fumo negli occhi. È chiaro che si tratta di un avvertimento per mettere paura a Grillo, che invece tira dritto con il blog.

«I grillini cambiano idea sulla legge elettorale – ha scritto Renzi su Istagram – che loro stessi hanno voluto e votato. Sono passati due giorni e già hanno cambiato posizione? Due giorni!». Ma Renzi ha un problema interno. Alla riunione del gruppo, gli orlandiani hanno fatto presente che non possono rinunciare ai loro emendamenti se i grillini votano non rispettando i patti. La vera incognita è il blog dei pentastellati: è difficile fare accettare alla base un accordone con i nemici giurati Renzi e Berlusconi. Tra l’altro, dicono i Dem, Grillo ha sottovalutato il peso dei più radicali, che sarebbero in maggioranza tra i senatori. Se alla fine il voto on line fa saltare tutto in aria già alla Camera, non sarà possibile reggere l’intesa con la sola Forza Italia.

Un’intesa fragilissima al Senato. Matteo Renzi è assai irritato ma non lo dà a vedere. Non è Grillo il suo primo bersaglio nelle conversazioni private, bensì il partito dei frenatori: al telefono con i suoi senatori il leader Pd si lascia andare a sferzanti battute contro quei commentatori che smontano l’accordo sulla legge elettorale. Il leader Pd è convinto che sia lui il bersaglio principale, ma in mezzo c’è pure il capo dello Stato perché non ostile al voto a settembre, nonostante siano tanti i contrari: da Napolitano a Veltroni, Prodi, Letta, lo stesso Gentiloni. Il quale, spiega il portavoce del Pd Richetti, se salta l’accordo sarà costretto a prendere atto che con questo Parlamento è difficile andare avanti. E la stessa deduzione dovrebbe farla Mattarella. Dice Richetti che se viene meno l’intesa «è molto difficile che se ne faccia un’altra». «Secondo me non verrebbe meno la necessità di elezioni anticipate. Anzi, il contrario». E in ogni caso, se si dovesse armonizzare il sistema elettorale della Camera con quello del Senato come condizione per il ritorno alle urne, «non andremo certo verso uno sbarramento del 3% ma verso l’8% previsto dal Consultellum».

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A quattro giorni da piazza San Carlo mancano ancora le “scuse alla città”

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A quattro giorni dal panico in piazza San Carlo la sindaca Chiara Appendino assicura che è “pronta ad assumersi le proprie responsabilità” ma manca ancora una parola semplice, le “scuse alla città per qualcosa che non ha funzionato”, come osserva il vicedirettore de La Stampa, Luca Ubaldeschi.

Il dovere di chiedere scusa

«Chiediamo scusa». A quattro giorni dalla tragedia (il termine è di Chiara Appendino) di piazza San Carlo, non abbiamo ancora sentito pronunciare queste parole da nessuna delle autorità coinvolte nella vicenda. Eppure, in questo stesso arco di tempo, è emerso con chiarezza come molte cose non abbiano funzionato nell’organizzazione e nella gestione della serata.

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L’elenco comprende errori e inadempienze: dagli scarsi controlli alla vendita di birra in bottiglia, dalla circolare sui piani di emergenza ignorata alla mancata riunione del comitato di sicurezza. Sono comprensibili gli appelli ad aspettare i risultati del lavoro d’indagine dei magistrati e va accolto con rispetto l’annuncio della sindaca di essere «pronta ad assumersi le eventuali responsabilità che dovessero emergere dall’inchiesta».

Tutto giusto, ma non basta. Perché di fronte all’evidenza dei fatti, le eventuali responsabilità penali sono soltanto una parte della storia.

Importante, anzi cruciale, ma non l’unica. Può bastare per un funzionario, anche di alto livello, ma non per chi ha un incarico politico, per chi è legato da un rapporto di fiducia ai cittadini che rappresenta.

Sabato scorso trentamila persone si sono raccolte in una delle piazze più belle e importanti di Torino. Prima ancora e al di là del risultato della finale, era un’occasione di festa, un momento di condivisione tra persone diverse per sesso, età, storie personali, ma unite da quell’incredibile collante identitario che è il tifo per una squadra. Se un evento di questo tipo finisce con più di 1500 persone in ospedale, con bambini feriti e terrorizzati, con una donna ancora in coma, con gente in fuga che cerca riparo in case e cortili privati, con vetrine distrutte e tracce di sangue nel salotto della città, certo che la risposta dovrà stabilire chi ha permesso che ciò accadesse e se davvero tutto è nato dall’idiozia di qualche tifoso, ma è doveroso anche aspettarsi che qualcuno dica: vi abbiamo accolto, ma non abbiamo saputo proteggervi, per questo vi chiediamo scusa.

Lo si deve ai feriti, ai papà che hanno portato per mano i figli, ai gruppi di amici che hanno preferito il maxischermo al televisore in salotto, ma anche a tutti i torinesi che hanno sentito dalle finestre gente urlare e picchiare i pugni sul portone di casa in cerca di aiuto.

Un anno fa Torino ha consegnato un notevole atto di fiducia a Chiara Appendino e la sindaca si è messa al lavoro con grande senso pratico, senza proclami, dimostrando di aver capito che amministrare è cosa diversa dal condurre una battaglia politica. La classifica che le ha assegnato la palma di primo cittadino più amato d’Italia ha confermato che l’opinione pubblica apprezza il suo operato, ma questo è il momento della sensibilità, di testimoniare che guidare una città importante vuol dire anche assumersi il coraggio delle scuse e soltanto dopo – come ha giustamente fatto – promettere che fatti del genere non si ripeteranno.

Perché chiedere scusa, per chi fa politica, non significa sempre ammettere di aver sbagliato. Significa semplicemente riconoscere che si tiene più al rapporto con chi ti ha scelto che alle opportunità del momento. Ricordarlo sarebbe di aiuto alla nostra politica in debito di fiducia.

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Il piano di Minniti per le piazze sicure

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Un’altra piazza San Carlo non ci dev’essere: è il ministro dell’Interno Marco Minniti ad affermarlo in un colloquio da cui emerge il piano a cui sta lavorando al fine di “garantire incolumità e sicurezza”. “Bisogna governare il panico coinvolgendo le strutture civili” sottolinea, riferendosi alla necessità di “integrare le attività di forze di sicurezza, protezione civile, vigili del fuoco e vigili urbani”.

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TORINO – «Studiare nuovi metodi di prevenzione e gestione del panico» per evitare il ripetersi di nuovi drammi collettivi come quello avvenuto sabato sera a Piazza San Carlo. È con questo intento che il ministro degli Interni, Marco Minniti, sta elaborando una nuova dottrina di sicurezza per «proteggere i cittadini dalla paura». La formula con cui farlo è «far coincidere la safety e la security», ovvero «l’incolumità dei cittadini e la sicurezza in modo». A spiegarlo è lo stesso Minniti durante la visita a Torino alle vittime più gravi di quel sabato di follia, incontrando anche i soccorritori e tracciando una strada per «evitare fatti analoghi». L’intento è battere una «psicosi che genera ansie e che mette a rischio l’incolumità dei cittadini e crea un problema di sicurezza». In quanto alla fine tutto ha una radice. «Perché – spiega ancora il ministro – c’è un collegamento emotivo diretto tra l’attentato di Manchester e il panico di Torino. Là c’è stato l’attacco, qui s’è innescata la paura: l’effetto che i terroristi volevano creare lo abbiamo avuto noi».

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Come riuscire ad evitare tutto questo, è una questione che «richiede un cambio di visione complessiva del problema». E che passa attraverso quella che lui chiama «gestione integrata della piazza» da parte di «forze dell’ordine assieme a Protezione civile, Vigili del fuoco e vigili urbani». Ovvero, le strutture civili integrate con le forze di sicurezza. E questo è un cambio di passo, epocale, rispetto a ciò che è stato fatto fino ad oggi, almeno in occasione dei grandi eventi. Ecco, anche su questo punto il ministro dell’Interno è estremamente chiaro: «Il modello di sicurezza che noi oggi applichiamo prevede l’integrazione fra le forze di sicurezza e l’esercito. Cosa che è stata fatta, e con successo, anche in occasione delle celebrazioni dei sessant’anni dei Trattati di Roma e per il G7 di Taormina. E questa è la security. Ma sul fronte della “safety” è fondamentale pensare, ed agire, in modo differente».

Lavorare insieme è una strada. Ma non è tutto perché poi si dovrà tradurre la teoria in un sistema pratico e che funzioni, davvero. Dal Cnr di Roma arriva uno studio che spiega come poche persone possono indirizzare una folla. E che si potrebbe adoperare in caso di fughe di massa. A Torino, invece, sabato notte la folla è fuggita in modo disordinato. Ci sono state «tre ondate di panico». Con la folla che correva in ogni direzione, travolgendo e provocando feriti, anche molto gravi. E questi ultimi lontano dalla piazza stessa, nelle strade adiacenti al luogo della proiezione. Tre ondate. È il panico che alimenta se stesso, che entra negli altri. Che si moltiplica perché tutti corrono ovunque. Per evitare che ciò avvenga servono tecniche innovative. Come «indicare le vie di fuga prima dell’evento, ad esempio utilizzando una star oppure un calciatore che sale sul palco e spiega al pubblico dove andare in caso di necessità è una ipotesi sulla quale lavorare», spiega ancora Minniti: «Bisogna saper governare gli animi anche in caso di emergenza. E anche questo è uno dei compiti di uno Stato che intende garantire la sicurezza e l’incolumità ai suoi cittadini».

Già, lo Stato. Minniti lo dice subito: «Sono qui a Torino perché l’Italia vuole essere vicina ai feriti e ai soccorritori. Ho incontrato sia gli uni che gli altri e mi sono reso conto del lavoro straordinario che il sistema sanitario di Torino ha svolto quella notte. Certo qualcosa non ha funzionato. Bisogna ricostruire nel dettaglio affinché non si ripeta più, né a Torino né in altre parti del Paese». Non riuscirci sarebbe un danno decisamente rilevante per l’Italia. E su questo il responsabile del Viminale non ha dubbi: «Se non comprendiamo cosa è accaduto è l’Italia stessa che rischia di fermarsi. Ricostruire la verità storica di quella notte porterà invece a migliorare la sicurezza di tutti gli italiani».

Ecco siamo di nuovo lì, ai concetti di sicurezza e incolumità. Minniti è molto chiaro quando dice: «Non è il momento di dire di chi è la colpa di ciò che è accaduto: c’è un’inchiesta della magistratura in corso, ci sono state delle carenze sulle quali bisogna fare luce. Ma l’obiettivo finale è ricostruire la verità storica dei fatti che porterà a migliorare la sicurezza degli italiani stessi».

Psicosi, ansie che mettono a rischio l’incolumità e la sicurezza e nuove strategie. La strada è tracciata. E va a completare quella nota che il Capo della polizia Franco Gabrielli ha diramato a tutte le questure del Paese subito dopo Manchester.

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lastampa/Minniti: “Protezione civile e vigili urbani per gestire la sicurezza in piazza” LODOVICO POLETTO

“Sturzo Scuola Viva! Per un futuro da protagonista”. La presentazione dei progetti

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Castellammare di Stabia – Questa mattina al “Supercinema” si è tenuta un’interessante manifestazione , organizzata dall’ITS “Luigi Sturzo”, e relativa al programma “Scuola Viva”. Il programma triennale, promosso dalla Regione Campania, ha come finalità quella di rendere più ampia l’offerta formativa e supportare l’apertura delle Istituzioni Scolastiche al territorio.

Gli studenti dell’Istituto Tecnico Luigi Sturzo, in questa occasione, hanno mostrato ai presenti le capacità acquisite durante il primo anno del loro percorso.

Prima il saluto di benvenuto della Dirigente scolastica Cinzia Toricco, poi complimenti del primo cittadino stabiese Antonio Pannullo e del consigliere regionale Alfonso Longobardi, e infine la parola è passata agli studenti. È importante sottolineare che le attività dell’ITS sono state rivolte agli studenti iscritti, agli studenti degli altri Istituti di I e II grado del territorio e ai giovani fino ai 25 anni di età, italiani e stranieri, per garantire il più ampio coinvolgimento delle diverse fasce di popolazione.

Il primo modulo presentato è stato quello dei partner del Forum Giovani “Introduzione alla progettazione sociale”, che ha fornito “conoscenze e competenze per l’individuazione di bandi per il terzo settore, al fine di sviluppare sul territorio figure professionali in grado di svolgere attività di consulenza e redazione di progetti in modo da reperire fondi per lo sviluppo dei territori”.

Un momento di spettacolo con l’esibizione di danza moderna di due alunne dell’ITS Sturzo, Fabiana e Martina, e poi si riprende con l’esposizione del modulo presentato dall’Associazione degli Architetti dei Monti Lattari, il quale “ha suscitato un interesse coinvolgente nei ragazzi che li ha resi attenti al delicato tema dei cambiamenti climatici e del dissesto idrogeologico”.

Il terzo corso, invece, è stato tenuto dalla Gevy Academy il quale ha posto l’attenzione sulla comunicazione in lingua inglese che è “essenziale per allineare le competenze dei giovani alle esigenze della comunità europea e del mercato del lavoro, sempre più orientati alla condivisione, mediazione e scambio interculturale”.

Un attimo di break con lo show dalla High School Sturzo Band, per poi riprendere con la presentazione dei progetti.

A fornire le competenze adatte per offrire consulenza per l’avvio di attività economiche, servizi amministrativi, contabili, fiscali, amministrazione del personale e attività di supporto all’imprenditore nella gestione aziendale, ci ha pensanto il “Laboratorio creazione d’impresa” a cura dello Studio Salese.

E ancora il progetto “Turista fai da te” dell’ADAFORM che ha permesso ai ragazzi “di apprendere la professione di operatore di sviluppo locale, che si identifica nelle figure di guida turistica e tour operator”.

Anche qualche minuto di riflessione su una tematica quanto mai attuale, il bullismo e cyberbullismo, con la proiezione di un video realizzato dagli studenti stessi.

E per concludere “Extramoenia io e gli altri. Laboratorio teatrale sui rapporti interpersonali” seguito dalla Agita con la finalità “di scoprire, attraverso il teatro, che la multiculturalità, come valore universalmente riconosciuto, è in grado di superare qualsiasi barriera sociale e/o religiosa ed ogni pregiudizio ideologico”. Gli studenti hanno messo in scena una delicata e riflessiva rappresentazione teatrale.

All’evento hanno preso parte anche il vice sindaco di Castellammare di Stabia Andrea di Martino; l’assessore all’Istruzione e al Turismo Annalisa Armeno; l’assessore all’Ambiente Francesco Balestrieri; e alcuni dirigenti scolastici della città.

Ada Gentile alla Rachmaninov Concert Hall, Mosca e a La Fenice, Venezia

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Dopo i successi ottenuti negli ultimi 3 mesi a Madrid (al “Real Conservatorio Superior del Musica”), a Praga (all’Academy of Performing Arts”), a Belgrado (alla Facolta di Musica della Università), a Ravenna (al Teatro Alighieri), a Roma (alla Sala Petrassi del Parco della Musica), a Matera (al Conservatorio Duni), a Lisbona (alla “Escuela Superior de Musica”) ed a Sansepolcro, la compositrice Ada Gentile sarà a MOSCA l’11 Giugno per la 1^ esecuzione di un suo pezzo da camera alla “Rachmaninov Concert Hall” in un concerto dedicato interamente alla musica contemporanea italiana organizzato dal “Center of New Music” di Valdimir Tarnopolski con la collaborazione della Dr.ssa Olga Strada, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca.

Oltre al brano della Gentile (dal titolo “Ombre e Luci”, per 8 esecutori) l’ensemble russo “Studio of New Music” diretto da Igor Dronov, eseguirà brani di Luciano Berio, Luigi Nono, Giacinto Scelsi, Franco Donatoni e Salvatore Sciarrino. Il 5 Luglio, invece, alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice* di Venezia, verrà eseguito, sempre in 1^ assoluta, un altro pezzo dal titolo “Continuo, per violoncello” commissionato alla Gentile nell’ambito di una maratona musicale organizzata dal M.o Claudio Ambrosini, Direttore dell’Ex Novo Ensemble.

* Il Teatro La Fenice, ubicato nel Sestiere di San Marco in campo San Fantin, è oggi il principale teatro lirico di Venezia. Due volte distrutto e riedificato, è stato sede di importanti stagioni operistiche, sinfoniche e del Festival Internazionale di Musica Contemporanea.

Il Teatro è stato nell’Ottocento sede di numerose prime assolute di opere di Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi.

Anche nel Novecento grande è stata l’attenzione alla produzione contemporanea, con prime mondiali di Igor Stravinskij, Benjamin Britten, Sergej Prokofiev, Luigi Nono e Bruno Maderna e recentemente di Mauricio Kagel, Adriano Guarnieri, Luca Mosca e di Claudio Ambrosini.