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Casamicciola: l’attesa è finita, tutto pronto per l’ Holi Color Party 2.0

Di Simone Vicidomini

Mancano poche ore all’evento organizzato dalla Ellegi Spettacoli e patrocinata dal Comune di Casamicciola Terme. Tutto pronto per la seconda edizione dell’’Holi Party, la festa dei colori,dove l’intera piazza di Casamicciola si colorerà. Un’evento in cui si festeggerà l’ultimo giorno di scuola con la collaborazione da parte di tutti gli istituti scolastici dell’isola d’Ischia. Appuntamento dalle 16:30 presso il Piazzale dell’Ancora. A rendere unico ed inimitabile l’evento ci sarà in consolle: Edo Dj, il giovane rinomato e idolo di tutti i ragazzi delle scuole e non solo…con lui Simone Rossi e VANHAISER. Ad animare la grande festa dei colori ci sarà Vin_Twin, la voce più gettonata delle notti isolane.

 

L’attesa è finita…corri festeggiare con noi l’ultimo giorno di scuola…

 

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Ufficiale il programma della prossima Tim Cup. Per la Juve Stabia esordio a luglio..

Juve Stabia: il 30 luglio 2017 scatterà la nuova stagione

La Lega Serie A ha provveduto a rendere noto il programma ufficiale della prossima Tim Cup, alias la Coppa Italia; quella della stagione 2017/18. Come da tradizione, a scendere nel primo turno in campo saranno prima le squadre di Lega Pro e Serie D; poi nel secondo turno scenderanno in campo le compagini di Serie B, mentre solo nel terzo turno scatterà la Coppa Italia per le squadre di Serie A.

Soltanto le semifinali si giocheranno in doppia gara; tutti i turni precedenti, ed ovviamente la finale, saranno in gara unica.

Queste le date: il primo turno scatterà domenica 30 luglio 2017; anche la Juve Stabia quindi vedrà cominciare ufficialmente la sua stagione in questa data.

Il secondo turno partirà domenica 6 agosto 2017, seguito immediatamente dal terzo turno, sabato 12 agosto 2017.

Si dovrà invece aspettare mercoledì 29 novembre 2017 per il quarto turno.

Ottavi di finale il 13 dicembre 2017 ed il 20 dicembre 2017; quarti di finale il 27 dicembre 2017 ed il 3 gennaio 2018; le semifinali il 31 gennaio 2018 ed il 28 febbraio 2018; tutte le gare si giocheranno quindi di mercoledì.

La finale si disputerà domenica 27 maggio 2018, con mercoledì 9 maggio 2018 quale data alternativa nel caso una delle finaliste sia impegnata anche nella finale di Champion’s League.

Gli accoppiamenti ed il tabellone saranno resi noti intorno alla metà di luglio.

ESCLUSIVA VIDEO – L’ex Moretti: “Manniello è un vero tifoso: sono convinto di una cosa sul futuro della Juve Stabia”

L’ex Moretti: “Manniello è un vero tifoso: sono convinto di una cosa sul futuro della Juve Stabia”

Allo stadio Pinto di Caserta, in occasione della cerimonia di apertura dell’edizione IX del Memorial ‘Gianni Scalera’, abbiamo raggiunto, in esclusiva, l’ex calciatore della Juve Stabia, Vincenzo Moretti. Queste le sue dichiarazioni alla redazione di ViViCentro.it.

a cura di Ciro Novellino

Addio Conti, il calciatore andrà al Milan

Addio Conti, il calciatore andrà al Milan

Come riporta La Gazzetta dello Sport l’accordo tra il Milan e l’entourage di Andrea Conti sarebbe stato raggiunto nella tarda serata di ieri: “L’incontro nella sede rossonera è durato tre ore, tutto il tempo che merita un difensore goleador. Ieri a Casa Milan è rimasta accesa soltanto una luce, ai piani alti: era la stanza del d.s Massimiliano Mirabelli e a essere illuminato era l’incontro con Mario Giuffredi, procuratore di Andrea Conti. Il giocatore desidera fortemente trasferirsi a San Siro, al di là dell’offerta contrattuale comunque molto vantaggiosa. Nel lungo vertice di ieri il d.s. rossonero ha proposto un quinquennale a due milioni netti a stagione: l’intesa tra Milan e giocatore è ormai cosa fatta”.

Chiriches ha chiesto la cessione, due club turchi su di lui

Chiriches ha chiesto la cessione, due club turchi su di lui

Secondo Tuttosport: Vlad Chiriches ha già fatto sapere di volere cambiare aria al più presto. Pur essendo la seconda scelta con più minuti all’attivo in campionato, il centrale vuole giocare di più e «sentirsi importante». Gli sono arrivate, in questi giorni, offerte allettanti dalla Turchia, da Galatasaray e Antalyaspor, e le sta esaminando con grande interesse. Il ds Cristiano Giuntoli ha chiesto tempo, onde evitare qualche altra partenza a sorpresa e per trovare un’alternativa la rumeno”.

Il Napoli attende offerte per Pavoletti: tre club italiani su di lui, 20 mln la richiesta

Il Napoli attende offerte per Pavoletti: tre club italiani su di lui, 20 mln la richiesta

Mertens centravanti, Milik l’alternativa ed ecco perche’ lo spazio sara’ ridotto per Pavoletti con gli azzurri pronti a prendere in considerazione eventuali offerte che arriveranno a destinazione. Come riporta l’edizione odierna de Il Mattino: “I primi sondaggi fatti da Genoa, Udinese e soprattutto della Lazio sono trattative ancora in fase embrionale. La valutazione e’ di venti milioni, il club di Lotito non arriverebbe a questa cifra”.

Berenguer-Napoli, a breve si dovrebbe definire l’acquisto

Berenguer-Napoli, a breve si dovrebbe definire l’acquisto

La Gazzetta dello Sport riferisce che a breve potrebbero esserci novità anche per Berenguer dell’Osasuna: “Il Napoli dovrebbe definire a breve anche l’acquisto di Berenguer, l’esterno dell’Osasuna. L’operazione non è stata ancora conclusa per la questione clausola: il club spagnolo l’ha fissata in 9 milioni di euro, mentre Giuntoli sarebbe pronto a chiudere a 6 milioni più una serie di bonus che arriverebbero alla cifra richiesta dal presidente dell’Osasuna. Oltre a Berenguer, Giuntoli sta lavorando anche per Ounas, esterno alto del Bordeaux”.

Berlusconi, Renzi, Grillo e Salvini: impasto impossibile

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Marcello Sorgi descrive il veleno che inquina le urne, ovvero il rapporto quasi impossibile tra i leader dei quattro partiti che hanno tentato l’impresa: Berlusconi, Renzi, Grillo, Salvini.

Il veleno che inquina le urne

A differenza del Regno Unito, dove Theresa May ha potuto annunciarle il 18 aprile e farle celebrare ieri, dopo soli 50 giorni, in Italia le elezioni anticipate – date per scontate nelle ultime due settimane, grazie all’accordo sulla legge elettorale, e tornate in forse dopo il naufragio dello stesso – non obbediscono a nessuna regola.

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Ci si arriva per precipitazione, per non dire per disperazione, e spesso nel peggiore dei modi. Il potere di sciogliere le Camere prima della loro naturale scadenza spetta costituzionalmente al Capo dello Stato, sentiti i presidenti dei due rami del Parlamento, ma la decisione quasi mai è frutto di un accordo; piuttosto di una serie di bombardamenti politici e propagandistici che fanno tremare i Palazzi dalle fondamenta.

Anche l’ultima volta, nel 2008, quando un Mastella furioso per gli esiti di un’inchiesta giudiziaria, che lo aveva colpito insieme alla sua famiglia, affossò il governo Prodi, risultarono vani gli sforzi dell’allora presidente Napolitano per cercare di tenere in vita la legislatura, o almeno avviarla a una conclusione non caotica. Così che la prima domanda da porsi, dopo la rottura del patto a quattro che prevedeva l’introduzione del sistema proporzionale tedesco entro i primi di luglio, lo scioglimento anticipato subito dopo e il successivo voto in autunno, è se questa prospettiva, accelerata e solo apparentemente ordinata, come s’è visto, si sia dissolta insieme all’accordo tra i leader che l’avevano sottoscritto.

Per capirlo, conviene ripartire dalla genesi del patto: che aveva un padre in Berlusconi e nella sua proposta di scambio tra il sistema tedesco e le elezioni a settembre, avanzata il 21 maggio in un’intervista al «Messaggero»; un interlocutore privilegiato in Renzi, interessato soprattutto alla seconda proposta; e due soci meno prevedibili, ma indispensabili, vista la volatilità delle votazioni parlamentari nell’ultima stagione della legislatura, in Beppe Grillo e Matteo Salvini. Sommati, i quattro facevano l’ottanta per cento del Parlamento, una maggioranza a prova di bomba, che pure non ha retto all’assalto dei franchi tiratori.

Al leader Pd, che per venire incontro al Cavaliere aveva dovuto sopportare le accuse dei suoi avversari interni di partito di essersi piegato a un nuovo «patto del Nazareno», faceva gola l’idea di poter tentare, finalmente, dopo le primarie, una rivincita personale nelle urne sulla pesante sconfitta del referendum costituzionale del 4 dicembre. A Grillo il sistema tedesco conveniva: secondo alcune proiezioni, il Movimento 5 stelle avrebbe potuto perfino raddoppiare il numero dei suoi parlamentari. Per Salvini significava mani libere da un ipotetico ritorno alla coalizione di centrodestra, che da tempo gli sta stretta. Ecco perché all’inizio il patto era sembrato di ferro: i quattro firmatari erano riusciti insieme perfino a superare alcuni scogli, come quello, assai delicato, della suddivisione dei seggi tra eletti nei collegi uninominali e eletti nel proporzionale, e avevano fatto marciare spediti i loro parlamentari in commissione alla Camera.

Le prime sorprese sono arrivate mercoledì, con franchi tiratori e assenti che hanno messo a rischio le prime votazioni nell’aula di Montecitorio, e con il ripensamento di Grillo e l’annuncio della nuova consultazione della base 5 stelle attraverso la rete. Poi, ieri mattina, il disastro del voto sull’emendamento Biancofiore, che ha fatto saltare tutto per aria.

Dopo i furori, gli insulti e gli scambi d’accusa dei primi momenti seguiti al risultato distruttivo della votazione, sono in tanti adesso a dire che la frenata di Grillo, con quel che ne è seguito, è dipesa dall’appuntamento elettorale di domenica, in cui tra l’altro si vota a Genova, la città del fondatore del Movimento 5 stelle, e non è detto che i candidati stellati riescano ad entrare in ballottaggio in nessuna delle maggiori città in cui si apriranno i seggi. Per questo occorrerà aspettare lunedì i risultati del primo turno delle amministrative per sapere se la legislatura sia davvero condannata a finire senza una nuova legge elettorale. Ma che le elezioni comunali fossero fissate per l’11 e il 25 giugno si sapeva da tempo: Grillo e i suoi tre soci potevano pensarci, prima di lanciarsi nella loro paradossale avventura.

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vivicentro/Berlusconi, Renzi, Grillo e Salvini: impasto impossibile
lastampa/Il veleno che inquina le urne MARCELLO SORGI

Matteo Renzi confida a Berlusconi: ”Non riesco a tenere neppure i miei”

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Il leader del Pd, Matteo Renzi, sferza i suoi colonnelli e pensa a un decreto. I dubbi del Quirinale: per tornare al voto serve una legge

E Renzi confessa a Berlusconi: “Non controllo nemmeno i miei”

ROMA – Alla Camera il patatrac si è consumato da pochi minuti. Matteo Renzi, dal suo ufficio al Nazareno, dà ordine di rompere platealmente con i Cinque Stelle e di attribuire loro tutte le colpe, ma il leader del Pd non è per nulla soddisfatto di come siano andate le cose. Non è sicurissimo che il “racconto” della rottura sia così limpido e favorevole al Pd, come avrebbe voluto. E infatti nel “dopo-partita” Renzi è irritatissimo. Con i suoi nemici di sempre, ma anche con i suoi amici del Pd, con i colonnelli che stanno in prima linea, mentre lui, il “Generale”, è costretto a guidare le truppe dalla sua scrivania.

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La confessione  

E in una giornata così in chiaroscuro, l’interlocutore col quale Renzi si ritrova a raccontare i suoi piani e le sue frustrazioni è Silvio Berlusconi, l’unico alleato che in queste ore non lo ha lasciato. I due si parlano per telefono nel primo pomeriggio e al leader di Forza Italia che gli domanda il perché di quella rottura così brusca, Renzi spiega: «Se andavamo sotto sulle preferenze e sul voto disgiunto era peggio. Rischiavamo una brutta figura…». E a Berlusconi che insiste a chiedergli come mai il Pd si sia trovato all’angolo, Renzi dà una risposta sorprendente: «Guarda, che nel mio partito in tanti erano contrari a quel tipo di riforma…». E secondo la narrazione del Cav, indica almeno tre nomi: Matteo Orfini, Ettore Rosato, Lorenzo Guerini. Renzi non li considera suoi nemici, ma pensa che nell’iter della riforma i gruppi parlamentari non siano stati compatti.

Un decreto per votare

A Berlusconi che lo consiglia di procedere con cautela, di provare ad insistere sullo stesso schema di riforma, Renzi replica che, a suo avviso, la via maestra sia quella del voto anticipato, da raggiungere con tutti i mezzi possibili: «Bisogna spiegare al Paese che questo Parlamento non è in grado di fare più nulla» e dunque è ora di scioglierlo. E la legge elettorale? Farla con decreto-legge è la suggestione accarezzata per tutto il giorno da Renzi, che ne ha parlato anche col presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Non ancora, pare, con Mattarella.

Il macigno del Colle  

Tornare alle urne senza uno straccio di legge degna del nome per Mattarella non è possibile. Se lo fosse, avrebbe già dato via libera al voto in febbraio, o in aprile, oppure a giugno, insomma tutte le numerose volte che Renzi ha accarezzato l’idea. Le ragioni del Presidente sono stranote: abbiamo due diversi sistemi, uno per la Camera e l’altro per il Senato, che fanno a pugni tra loro. E ci sono aspetti che, se non verranno chiariti in anticipo dal Parlamento, scateneranno ricorsi davanti al Tar (ad esempio, sulla preferenze di genere). La scorciatoia del decreto viene seccamente esclusa. Anzitutto perché la decretazione è ammessa solo su aspetti tecnici marginalissimi, non per uniformare un intero sistema di voto. Inoltre mancherebbero le ragioni di necessità e urgenza richieste dalla Costituzione. Secondo i giuristi del Colle, un decreto sarebbe ammissibile solo come ultima spiaggia, alla scadenza naturale della legislatura, quando ogni diversa strada fosse davvero preclusa. Oggi invece ci sarebbe ancora la possibilità di scrivere, se non proprio una legge, perlomeno una leggina che metta in sicurezza il sistema e risparmi all’Italia lo spettacolo di una classe politica incapace di garantire perfino questo minimo sindacale.

Pontieri in campo

Tra parentesi, per votare il 24 settembre le Camere andrebbero sciolte non prima di metà luglio (tra i 45 e i 70 giorni in anticipo). Dunque un altro mese di tempo sulla carta ci sarebbe. Ecco spiegato come mai, nonostante gli «strappi» del segretario Pd , il Quirinale rimanga alla finestra e attenda di vedere che cosa accadrà martedì, in Commissione Affari costituzionali alla Camera. Dove i “pontieri” sono al lavoro per smussare i punti di contrasto e arrotondare gli spigoli. Si parla di abbassare le soglie dal 5 al 4 per cento, in modo da rabbonire i centristi di Alfano. O di lanciare un’estrema offerta ai Cinquestelle, con il voto disgiunto che a loro piace tanto. Particolarmente attivi i berlusconiani, con il capogruppo Brunetta che già lavora a una nuova bozza sulla lunghezza d’onda del Colle.

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lastampa/E Renzi confessa a Berlusconi: “Non controllo nemmeno i miei” UGO MAGRI E FABIO MARTINI

Ghoulam-Napoli, le commissioni all’agente frenano l’annuncio

Ghoulam-Napoli, le commissioni all’agente frenano l’annuncio

Ghoulam-Napoli, al momento nulla di concreto. L’annuncio del rinnovo non arriva e il calciatore diventa sempre più appetibile sul mercato in virtù del suo contratto in scadenza tra dodici mesi. Secondo la Gazzetta dello Sport l’intoppo tra il calciatore e De Laurentiis sarebbero le commissioni che il Napoli non vorrebbe riconoscere al fratello – agente del calciatore. L’accordo c’è sull’ingaggio ed è di 2 milioni netti fino al 2021.

Suso-Napoli, la settimana prossima la prima offerta ufficiale al Milan

Suso-Napoli, la settimana prossima la prima offerta ufficiale al Milan

La Gazzetta dello Sport rilancia ancora una volta il nome dello spagnolo Suso per il Napoli: “Il profilo è intrigante, risponde alle indicazioni di Maurizio Sarri che vuole un super Napoli per la prossima stagione. Suso è il nome delle ultime ore, l’esterno d’attacco che Cristiano Giuntoli avrebbe individuato per rendere ancora più competitiva quella zona del campo, dove già opera Callejon. Il giocatore del Milan ha tutte le caratteristiche per inserirsi negli schemi del tecnico napoletano, magari partendo da destra per rientrare e calciare col sinistro, il suo piede, o favorire gli inserimenti di Mertens o Milik. Ma Suso sa anche trasformarsi in mezzala, all’occorrenza. Insomma, l’esterno rossonero piace, a Napoli troverebbe il gruppo dei suoi connazionali, gli spagnoli Reina, Albiol e Callejon. L’offerta al Milan potrebbe essere presentata all’inizio della prossima settimana, anche perché sul giocatore s’è fiondata pure la Roma, che ha la necessità si sostituire Salah, probabile partente. La valutazione di Suso si aggira sui 20 milioni di euro, ma se dovesse iniziare a trattare, Giuntoli presenterà la sua offerta, inferiore di 3-4 milioni”.

Reina non ha iscritto i figli a scuola: il preludio all’addio?

Reina non ha iscritto i figli a scuola: il preludio all’addio?

Il ‘caso’ Reina si arricchisce di un nuovo capitolo: infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna de Il Mattino, i cinque i figli del portiere azzurro non sono stati iscritti nella scuola del Vomero dove quasi ogni mattina, fa capolino il numero uno: “Nonostante i termini della domanda siano scaduti da oltre due mesi, non è arrivata alcuna richiesta. Le gemelline piu’ grandi frequentano la quarta elementare, il maschietto la seconda e anche la scuola calcio che fa capo all’istituto. Nessuna prenotazione è stata sottoscritta da papa’ Pepe e mamma Yolanda, insegnanti e compagni di classe si palleggiano il segreto di Pulcinella: ci sono buone possibilita’ di non rivedersi in aula tra qualche mese. Dal cortile della scuola filtra qualche indiscrezione sul futuro del calciatore: l’addio con Napoli si consumera’ soltanto in caso di chiamata dalla Premier League”.

 

Legge elettorale addio, rebus voto per l’Italia

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L’accordo sulla legge elettorale che, sulla carta, era sostenuto dall’80% dei deputati interessati, sembra finito al tappeto tra errori del tabellone della Camera – acceso nonostante il voto segreto -, emendamenti-sorpresa, franchi tiratori scatenati (59) e accuse reciproche di tradimento.

Il Pd: “La legge elettorale è morta”

La Camera approva un emendamento minore, decisivi i grillini e 59 franchi tiratori. Salta il patto a quattro sul modello tedesco. Il rebus delle elezioni anticipate

ROMA – Game over. L’accordone sulla legge elettorale, che sulla carta era sostenuto dall’80% dei deputati, è franato come un castello di sabbia. C’erano già state avvisaglie sulla tenuta della grande armata, ma tutti si aspettavano che il collasso arrivasse su emendamenti pesanti a firma 5 Stelle, come quelli sulle preferenze e il voto disgiunto. E invece la buccia di banana è stata un emendamento minore di Forza Italia, presentato dalla bolzanina Biancofiore, che riguardava l’applicazione del proporzionale anche nei collegi del Trentino Alto Adige. I relatori e lo stesso capogruppo azzurro Brunetta avevano espresso parere contrario e quindi ci si aspettava un voto sotto controllo. Nel segreto dell’urna però i franchi tiratori si sono scatenati e hanno fatto passare quell’emendamento (270 favorevoli, 256 contrari).

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Tra l’altro prima di questo voto c’è stato un incidente tecnico che ha svelato cosa bolliva in pentola: il tabellone elettronico dell’Aula si è acceso, cosa che non doveva succedere perché si procedeva a scrutino segreto. Le lucette mostravano che i 5 Stelle stavano votando a favore dell’emendamento Biancofiore, ma i grillini lo avevano apertamente annunciato. Del resto un emendamento uguale era stato presentato da uno di loro. Il paradosso è stato che questo voto elettronico annullato aveva respinto l’emendamento incriminato. Quando poi si è votato di nuovo, i franchi tiratori di vari gruppi (59 in tutto), compresi del Pd, hanno colpito e affondato, aggiungendosi ai voti dei pentastellati. E lì è scoppiato il finimondo, con le solite accuse reciproche di tradimento, e tutti a chiedersi cosa succederà adesso. La legislatura è finita? Cosa farà Renzi?

Fatto sta che la legge è tornata nella commissione Affari costituzionali. Il Pd, per voce del relatore Fiano e poi del capogruppo Rosato, ha sentenziato che il sistema tedesco è defunto: si vada a votare con quel che resta, cioè l’Italicum corretto dalla Corte Costituzionale, e il Consultellum. Due sistemi proporzionali che il capo dello Stato vorrebbe venissero quantomeno resi omogenei. I 5 Stelle hanno accusato il Pd di non controllare i parlamentari, ma soprattutto sono rimasti stupiti del fatto che sia crollato tutto per un emendamento secondario. Insomma, non ci si aspettava una reazione così definitiva dai democratici.

La Lega ha invocato elezioni subito mentre Forza Italia ha chiesto di stare calmi. «Ci vuole testa fredda», ha detto Brunetta. Il Cavaliere, che pensava di essere tornato centrale in questo scorcio di legislatura e soprattutto nella prossima, ha invitato le forze politiche del grande accordo ad andare avanti. «Se il partito di Renzi non lo facesse, prendendo a pretesto un incidente d’Aula, si assumerebbe una grave responsabilità». Ma l’aria che tira è opposta. Rosato si è chiesto se questo Parlamento può andare avanti così, se ci sia ancora una maggioranza di governo, con Mdp che vota il 40% delle volte contro l’esecutivo e con Ap ai ferri corti. Alfano, contento per avere evitato lo sbarramento del 5%, ha esultato («l’Inciucellum è stato affondato!»), ma non vuole andare a elezioni anticipate: «Gentiloni può contare sul nostro sostegno. Se Renzi vuole staccare la spina, ci metta la faccia». Chi invece alle urne vuole andarci presto punta ad un decreto sulla legge elettorale. «Non si azzardino a votare un decreto», ha avvertito Bersani.

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lastampa/Il Pd: “La legge elettorale è morta” AMEDEO LA MATTINA

Theresa May: come il piffero di montagna, andò per suonare e fu suonato

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Dalle urne britanniche arriva un’amara sorpresa per Theresa May: she was out to cheat but she ended up by being cheated, potrebbero dire gli inglesi ricordando l’annedoto del “Piffero di montagnia” che andò per suonare ma fu suonato ed infatti, anche se i suoi conservatori si confermano come il partito più grande, non ottengono la maggioranza  che la May pensava di ottenere. I laburisti di Corbyn invece mettono a segno un importante salto in avanti. Il risultato è una Gran Bretagna che somiglia ad una palude politica, senza un partito in grado di esprimere la maggioranza. Corbyn chiede le dimissioni di May che invece si prepara a un nuovo difficile governo ma non si esclude la possibilità di nuove elezioni in estate. La scelta di convocare elezioni anticipate si è rivelata un boomerang per i conservatori.

May, missione fallita: conservatori primo partito ma non hanno la maggioranza. Corbyn esulta

La premier aveva indetto le elezioni per rafforzarsi in vista dei negoziati per la Brexit ma adesso la situazione si complica: avrebbe solo 318 seggi contro i 262 del Labour

LONDRA – La lunga notte del premier conservatore Theresa May comincia con la doccia gelata degli exit poll, sono le 22 di Londra quando la BBC diffonde i primi numeri. 314 seggi per i Tory, 12 meno della maggioranza 17 meno di quelli che prese David Cameron nel 2015. La corsa di Theresa May artefice della peggior campagna elettorale di un premier in carica a memoria d’uomo, si fa subito in salita fra sterline che barcolla e a un certo punto perde anche il 2% e rivali di partito che cominciano a mugugnare. Aveva voluto le elezioni anticipare la premier poiché era sicura di poter alterare a suo favore gli equilibri a Westminster per poter negoziare la Brexit (il 19 dovrebbero, condizionale oggi d’obbligo, iniziare i negoziati con Bruxelles) a mani libere senza impacci e legacci da parte dei deputati. Missione naufragata. La notte e la proclamazione dei vincitori collegio per collegio prosegue rapida per tutta la notte e alle 6 (le sette in Italia) le TV registrano solo un parziale aggiustamento dei risultati. Eccolo: conservatori 318 seggi, laburisti 262, Lib-Del 11, Scozzesi dell’Snp 34, unionisti del Dup 10, gallesi del Cymru Plaid 3. Mancano ancora alcune circoscrizioni, ma le proiezioni delle 7 sembrano quelle definitive.

Le reazioni

I conservatori sono il primo partito, ma non hanno la maggioranza. Un caso di vittoria di Pirro. I laburisti di Corbyn vanno molto meglio rispetto al 2015 (più 28 seggi), non andranno a Downing Street a meno di alchimie ad ora difficilmente prevedibili e sono i vincitori. Bastano queste fotografie per certificare la complessità e la confusione in cui con il voto di ieri è precipitato il Regno Unito.

Dopo al proclamazione nella sua circoscrizione la May ha detto che il suo dovere è quello di «garantire stabilità al Paese». Corbyn invece rieletto nella sua Islington North ha chiesto le dimissioni. E’ stato solo l’ultimo dei laburisti a invocarle. Ma anche i conservatori dopo una notte inaspettata si preparano alla resa dei conti. George Osborne, ex cancelliere dello Scacchiere e silurato proprio da Theresa May nel 2016, ha invocato il passo indietro della premier e attribuito al “catastrofico manifesto” le ragioni della sconfitta. Liam Fox, segretario al Commercio, ha fatto capire che ora servirà una riflessione sul da farsi.

Cosa succede  

Siamo in uno scenario di “hung Parliament”, non c’è alcuna maggioranza. Quale governo? Gli scenari sono molteplici.Il primo è quello di un governo conservatore, potrebbe esserci anche un esecutivo sostenuto dal Dup (unionisti nord irlandesi) che hanno 10 seggi. La somma degli anti-Tory, (Snp, Laburisti e LibDem più gallesi) resta almeno 18 seggi sotto la maggioranza. I liberal-democratici hanno fatto sapere che non faranno accordi di coalizione, quindi nessun ripetizione dell’esecutivo Cameron-Clegg del 2010-2015. E a proposito di Clegg, è la vittima più illustre al momento della notte avendo perso il suo seggio. Si è salvata invece con il riconteggio Amber Rudd, ministro dell’Interno che era data in forte ascesa e candidata a guidare il ministero del Tesoro. Ora più che la quadra di governo, Theresa May dovrà invece tenere a bada i malumori interni al partito. Una corsa per la leadership è tutt’altro che da escludere.

Borsa e sterlina

Londra apre in rialzo dopo l’esito delle elezioni politiche che hanno visto il partito conservatore perdere la maggioranza assoluta in Parlamento. La premier britannica Theresa May parlerà alle 10 ora locale (le 11 in Italia). Il primo Ftse 100 segna un +0,81% a 7.510 punti. Intanto la sterlina continua a ritoccare i minimi dallo scorso aprile scendendo fino a 1,2650 sul dollaro e 0,883 sull’euro registrando il peggior calo dallo scorso ottobre: oltre il 2%, che rappresenta uno scossone molto netto per le dinamiche del mercato valutario. Ulteriore indebolimento della moneta britannica anche sullo yen a 139,9.

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vivicentro/Theresa May: come il piffero di montagna, andò per suonare e fu suonato
lastampa/May, missione fallita: conservatori primo partito ma non hanno la maggioranza. Corbyn esulta ALBERTO SIMONI – INVIATO A LONDRA

Con le storiche tra i vitigni di Solopaca – V° raduno auto e moto epoca

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Con le storiche tra i vitigni di Solopaca – V° raduno auto e moto epoca

Oltre 150 iscritti con auto e moto d’epoca il 04 Giugno per il V° raduno di Solopaca, manifestazione culturale-enogastronomica legata al mondo dei veicoli storici che ogni anno organizza l’Associazione Commercianti di Solopaca ACS con il patrocinio del Comune di Solopaca e del Club G.A.V.E.S. del Sannio.

Con l’occasione l’organizzazione ha ricordato il 60° anniversario della Fiat 500 e riservato parte dell’area espositiva ai trattori e camion d’epoca.

L’evento ha avuto inizio al mattino presso il centro storico della cittadina beneventana regalando ai cittadini solopachesi una carovana inimitabile caratterizzata da auto e moto d’epoca che hanno fatto la storia, tanti i colori ed i suoni “rombanti” che hanno affollato il borgo cittadino suscitando grande interesse del pubblico.

Ancora una volta il raduno di Solopaca ha richiamato appassionati dalle regioni limitrofe, tra questi un equipaggio proveniente da Pescara al volante di una bellissima Triumph TR3.

I veicoli si sono schierati lungo il caratteristico corso che fiancheggia Piazza del Municipio per poi avviarsi nel Tour enogastronomico presso le rinomate cantine vinicole di Solopaca.
La prima tappa ha riguardato la visita alla cantina “Masseria Vigne Vecchie”, seconda tappa presso la cantina “Santimartini” ed infine visita della Cantina Sociale di Solopaca, una delle più antiche di tutta la Campania ed ai primi posti per la produzione vinicola regionale.

A seguire, pranzo presso i ristoranti convenzionati all’evento e rientro al centro storico per il “dessert” offerto dal Bar-Gelateria-Pasticceria “Note di Caffè”.

Infine i membri dell’ACS Sig.ri Pina Casillo e Marco Tanzillo, coadiuvati dalle autorità comunali, hanno ringraziato tutti i partecipanti ed assegnato vari premi a base di prodotti tipici locali.
Appuntamento quindi al prossimo anno per un nuovo evento, sempre nel connubio vitigni e motori, con tanta esperienza in più e tante novità! A presto!

FOTO e VIDEO ViViCentro – La cerimonia di apertura del IX Memorial ‘Gianni Scalera’, segui le finali su ViViRadioWeb

La cerimonia di apertura del IX Memorial ‘Gianni Scalera’, segui le finali su ViViRadioWeb

E’ cominciata quest’oggi la IX edizione del Memorial ‘Gianni Scalera’. Allo stadio Pinto di Caserta si è tenuta la cerimonia di apertura alla presenza di tanti calciatore a cominciare dai più piccoli: i classe 2010. Si arriva fino ai 2001 e si scenderà in campo per oltre 200 partite. Memorial di risonanza importante, nel ricordo di una stella, Gianni Scalera. Momenti emozionanti nella cerimonia di apertura a cominciare dalla lettera letta dal fratello di Gianni, Francesco che ha commosso l’intera tribuna dello stadio Pinto. Il via al torneo è arrivato, dopo la sfilata di tutte le squadre impegnate, grazie alla lettera letta dal responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, Saby Mainolfi. Sabato si giocheranno le finali di tutte le categorie, potrete ascoltare, in diretta e in esclusiva, le gare finali dei classe 2004, 2003, 2002 e 2001, su ViViRadioWeb la radio ufficiale di vivicentro.it.

a cura di Ciro Novellino

 

ESCLUSIVA, FOTO – Al Menti la Tribuna sarà dedicata a Roberto Fiore: a settembre la cerimonia?

Al Menti la Tribuna sarà dedicata a Roberto Fiore: a settembre la cerimonia?

Roberto Fiore è stato un presidente tanto amato a Castellammare di Stabia, tanto applaudito nella sua ultima apparizione in questa stagione prima della sua scomparsa. Roberto Fiore e lo stadio Menti, un amore che andrà avanti. Secondo quanto raccolto in esclusiva dalla redazione di Vivicentro.it, la richiesta andrà ai voti in commissione e dal consigliere Giovanni Nastelli, questo pomneriggio ospite dell’Asd San Paolo, scuola calcio di Gragnano, è arrivata tra le righe la conferma: a settembre lo stadio Romeo Menti dovrebbe riuscire ad avere un nome nuovo per la tribuna: Roberto Fiore!

a cura di Ciro Novellino

Napoli, uomo armato di coltello diffonde terrore in metrò. La testimonianza

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Panico nel metrò linea 1 di Napoli. Un uomo di nazionalità svedese, ubriaco e armato di coltello ha seminato terrore tra i passeggeri.

I Vigilanti in servizio sono riusciti a disarmarlo e la polizia, dopo una colluttazione, ad arrestarlo.

Nella calca procurata dal terrore alcuni passeggeri sono rimasti feriti, altri ancora sono sotto choc.

Il Mattino riporta il racconto di una testimone oculare: “Era un uomo alto di pelle scura, forse un mulatto, aveva una bandana sulla testa e portava dei pantaloni aderenti. L’ho notato già alla Stazione Università, dove sono salita. Una volta sul treno, affollato, è passato accanto a me e ad altri passeggeri ed ha sollevato la maglietta, lasciando vedere un coltello lungo e affilato. L’ uomo ha gridato qualcosa di incomprensibile, poi il treno è giunto alla stazione di Colli Aminei, e la gente è corsa via urlando. Nella ressa, alcuni sono caduti a terra, mentre altri hanno preso d’ assalto le scale mobili».

 

Susanna Stivali in concerto alla Casa del Jazz

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Susanna Stivali presenta il suo nuovo album alla Casa del Jazz, “Going for the unknown – Omaggio a Wayne Shorter”

Roma- Venerdì 9 giugno alle ore 21.00, alla Casa del Jazz di Roma (in Viale di Porta Ardeatina 55), Susanna Stivali in concerto per presentare il suo nuovo album “Going for the unknown – Omaggio a Wayne Shorter”.

Nuovo progetto della vocalist, autrice e compositrice Susanna Stivali, una delle più note cantanti jazz italiane dell’ultima generazione. Dopo una collaborazione con il pianista Fred Hersch nell’album “Piani DiVersi“, e dopo aver concluso in Brasile un altro progetto, “Caro Chico” dedicato a Chico Buarque in cui è presente lo stesso Chico, appena uscito per una delle più importanti etichette brasiliane (la Biscoito Fino), Susanna Stivali torna al jazz con un omaggio alla musica e al genio di Wayne Shorter, il musicista che più rappresenta l’evoluzione della musica jazz degli anni ’50 fino ad oggi.

 “Going for the unknown” è una frase di Shorter stesso che rispecchia la sua poetica, presa come titolo per questo progetto che è riproposizione ma anche ricerca di nuovi spunti partendo dalla scrittura di Shorter, una scrittura moderna, connessa con le radici, sintetica e profondamente lirica allo stesso tempo che si sposa, inaspettatamente, con il verso cantato.

Susanna Stivali ha fatto uno studio specifico su come i versi potessero sposare le composizioni di Shorter, cercando di rispettare la sua poetica. La voce, come nella migliore tradizione del jazz vocale, è uno strumento che cerca interazione con gli altri strumenti, restando, allo stesso tempo un potente tramite di narrazione.

Grande parte dei testi sono scritti dalla vocalist, in tre lingue diverse: inglese, la lingua del compositore; Italiano, la lingua di Susanna e portoghese, una lingua che è profondamente connessa con la musica e la vita di Shorter, ma anche un linguaggio che Susanna Stivali frequenta e ama.

Il progetto uscirà nel 2017 con la rivista Jazzit. In questo concerto, all’interno della rassegna Midjane alla Casa del Jazz, Susanna Stivali sarà accompagnata da Alessandro Gwiss al pianoforte, Pietro Ciancaglini al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria.

Venerdì 9 giugno ore 21.00
Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55, 00154 Roma
Ingresso euro 10

Juve Stabia – Ripa, il futuro incerto e quella foto pensierosa..

Smaltita (quasi) la delusione per l’epilogo della stagione, i calciatori della Juve Stabia si rilassano in vacanza, come confermano i profili social dei gialloblù. C’è anche chi approfitta del periodo di pausa per sottoporsi a tutte le cure necessarie a riprendere al massimo tra poco più di un mese (CLICCA QUI).

C’è chi invece sembra essere già proiettato al futuro. E’ il caso di Spider Ripa che, sulla base di un contratto con la Juve Stabia che scadrà tra pochi giorni, vede il suo futuro in maniera ancora non chiara ed attende di sapere cosa succederà. Il contratto che lo lega alle Vespe scade il 30 giugno e, sembra, che ancora non sia iniziato con la società un vero e proprio dialogo che abbia ad oggetto il futuro.

Il bomber gialloblù ha postato su instagram uno scatto che lo ritrae pensieroso, e non a caso la sua descrizione è “Sto pieno di pensieri. Pensando al futuro; che fine farò, dove andrò. Che Dio me la mandi buona”.
In virtù del super campionato di Ripa, che con i suoi 15 gol stagionali ha trascinato le Vespe ai playoff, mettendosi da parte la scorsa, orribile stagione, la speranza è certamente quella di vedere ancora il bomber di Battipaglia vestire la casacca gialloblù. Probabilmente nelle prossime settimane si saprà qualcosa di più anche in tal senso.