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VIDEO – Il Napoli batte il Trento 7-0: gli highlights del match

VIDEO – Il Napoli batte il Trento 7-0: gli highlights del match

Il Napoli ha battuto agevolmente e divertendo il Trento per 7-0. Clicca sul player per vedere le immagini.

Foto sscnapoli

La politica e il lascito perduto della modernità (EUGENIO SCALFARI)

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La modernità era stata una fase della vita culturale europea e poi anche americana, che non si chiuse di botto. Ci furono molti altri moderni dopo Nietzsche, soprattutto in paesi ancora in gran parte contadini

IL PROBLEMA non è tanto ciò che sta avvenendo in Italia, in Europa e nel mondo intero, ma ciò che avverrà a settembre. In particolare in Germania (elezioni politiche) e in Italia. Per noi la domanda è questa: si andrà alle elezioni in ottobre oppure si aspetterà la fine della legislatura nella primavera 2018? E che farà Renzi su questo tema? Ho avuto occasione lunedì scorso della sua gentile telefonata, apparentemente motivata dal mio incontro con papa Francesco. L’ho ringraziato e poi abbiamo parlato d’altro.

Andrà in vacanza tra poco con la moglie, hanno in programma un lungo viaggio, poi torneranno e lui si occuperà del partito. Vuole addestrare un folto gruppo di giovani alla politica per rivitalizzare i circoli territoriali del Pd per le nuove battaglie. «Una specie di giovane guardia» gli ho detto «ma con un temperamento napoleonico come il tuo avresti bisogno anche della vecchia guardia. Mi pare che su questo piano stai facendo poco».
«Hai ragione, ci penserò. Intanto godiamoci un po’ di vacanze».

Così è finita la conversazione con un punto fermo: voteremo nel 2018 a legislatura finita. Altre fonti però, assai bene informate, mi hanno avvertito che le sue decisioni sono del tutto diverse. A settembre, massimo ottobre, Renzi vuole andare al voto. Non è di vecchia o giovane guardia da discutere: c’è Renzi e basta così. Sarà vero? È questa la strategia che perseguirà a dispetto di vari esponenti dello stesso suo partito, a cominciare da Franceschini ma soprattutto dal presidente della Repubblica Mattarella. Vedremo. Intanto parliamo d’altro. Le vacanze stanno per cominciare, soprattutto per le persone di età come me. Mi piace dunque di occuparmi di pensieri, di arte, di letteratura e di poesia. Anche la domenica, anzi la domenica soprattutto.

Ho scritto nel 2010, cioè sette anni fa, un libro intitolato Per l’alto mare aperto. Il tema è quello della modernità. Si aprì geograficamente con la scoperta dell’America nel 1492 ma culturalmente un secolo dopo rispetto al Rinascimento italiano e, in Francia, con gli Essais di Michel de Montaigne. E rapidamente andò avanti in Italia, in Francia, in Inghilterra. Poi lentamente all’inizio e rapidamente in seguito, anche in Germania, da Immanuel Kant in poi.

Il culmine in Francia e in tutta Europa fu l’Illuminismo, di Diderot, Voltaire, Rousseau, d’Holbach e molti altri. Culminò con l’Encyclopédie diretto da Diderot, e dal Candide di Voltaire e tutte le opere da lui scritte.
Si dice che in qualche modo fu l’Illuminismo la base culturale dalla quale nacque la Rivoluzione francese del 1789 ed è probabilmente vero. Nonostante alcune cadute e ricadute quella Rivoluzione fu l’inizio della democrazia moderna.

Nel mio libro sopraindicato questo percorso è dettagliatamente illustrato e infatti è stato un vero e proprio successo culturale. È il racconto della modernità che si chiude con il pensiero di Nietzsche e di Freud. Poi la modernità cede ad altre visioni della vita a cominciare dal Romanticismo, dal Decadentismo e dall’Esistenzialismo, che occupano gran parte dell’Ottocento e della prima metà del Novecento.

La modernità tuttavia era stata una fase della vita culturale europea e poi anche americana, che non si chiuse di botto. Ci furono molti altri moderni dopo Nietzsche, soprattutto in paesi ancora in gran parte contadini. In Russia Tolstoj, Dostoevskij, Gogol, Anna Achmatova e molti altri. Contemporaneamente nell’Occidente europeo ci furono Proust, Joyce, e poi Thomas Mann e il suo Doktor Faustus e La montagna incantata.
La modernità tuttavia non era ancora finita, penso a Faulkner con L’urlo e il furore e penso a Garcia Marquez e a Cent’anni di solitudine.

In Europa ci fu ancora modernità romanzesca, saggistica, musicale e poetica. Il mio libro si conclude con un capitolo intitolato Il gran finale e lo rappresentano due nomi: uno è Italo Calvino del quale ho già scritto chiudendo il mio pezzo con l’ultimo suo libro: Lezioni americane che aveva appena finito quando una morte prematura lo colse. E poi Montale.
Ha scritto solo poesie, per almeno cinquant’anni, ma i volumi più belli sono gli Ossi di seppia e Le occasioni. Mi auguro che i lettori abbiano un godimento culturale a rileggere alcuni brani che mettono in luce il pensiero di uno dei nostri ultimi grandi poeti.

Montale è stato il poeta di una generazione, la mia, la nostra, l’ultima generazione dei moderni. Bisogna scavare dentro i suoi versi, dentro di lui e di noi per capire le ragioni di questa identificazione.
La malinconia soprattutto. Malinconia per le occasioni mancate, rimpianti, gli «Eldoradi» sognati ma non raggiunti, le comete e la galassia, «fascia d’ogni tormento», le «isole dell’aria migrabonde». E una preghiera commovente in cerca di tenerezza:
«Il vento che nasce e muore
nell’ora che lenta s’annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore».

La nostra fu una generazione malinconica, abbastanza consapevole dei propri doveri e poco sensibile ai diritti; una generazione condizionata da complessi di colpa esistenziali dei quali non ci rendevamo ragione, che ci facevano sentire debitori di debiti immaginari e tuttavia pesanti da sopportare. Misogini: la donna, sempre vagheggiata e sempre fuggitiva, rappresentava una felicità alla quale non avevamo il diritto di aspirare. Perciò, continuando a vagheggiarla, fuggivamo.

Così anche lui e la sua poesia: «Esterina i vent’anni ti minacciano, grigiorosea nube» «… m’occorreva il coltello che recide…», il giardino dei limoni «meriggiare pallido e assorto», il muro irto di cocci di bottiglia sul quale siamo costretti a camminare. Era questa la sua malinconia. E la nostra.

Quasimodo lo riecheggio da lontano con il suo Ed è subito sera e con la traduzione dei lirici greci che fu il suo capolavoro:
«Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte; giovinezza dilegua
e io nel mio letto resto sola».

In Montale la malinconia è la linea di uno stato d’animo, una sonorità di fondo che non registra intervalli e si esprime sempre sul filo della memoria, del gocciolio del tempo, schegge di ricordo, Adios muchachos, companeros de mi vidas, Dora Markus, Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale.
Ecco un altro motivo di identificazione, scabro ed essenziale. Come l’osso di seppia disseccato sulla sabbia, corroso dall’acqua salina sulla battigia.
Noi eravamo saturi di dannunzianesimo, di pose eroiche, di cuore da lanciare oltre l’ostacolo. La reazione inconscia a tutto questo fu la poesia di Montale. La malinconia, la memoria delle occasioni mancate, l’asciuttezza dello stile, una metrica e un linguaggio innovativi pur nell’ambito del canone poetico tradizionale, ma c’è un altro e ancor più rilevante motivo di identificazione tra il poeta e la generazione alla quale la sua poesia era indirizzata: ciò che si sarebbe dovuto e voluto fare ma non si fece, osare ma non si osò.

Si è data un’interpretazione politica a questa scissura tra i pensieri e la vita di Montale ma non credo sia stato questo oppure non soltanto questo. Furono le scelte dell’anima e d’amore, il destino e il caso, la necessità e la libertà di scontrarsi tra loro costituendo il dramma di quella generazione che la voce e il canto del poeta interpretò con drammatica pienezza e maestria di linguaggio.

Da questo punto di vista sono i versi composti tra il 1928 e il 1939 e poi raccolti sotto il titolo di Occasioni a raggiungere il culmine di quel La casa dei doganieri: ventidue versi divisi in quattro stanze dove autobiografia, memoria, malinconia, straniamento, paesaggio, raggiungono una fusione che richiama i canti più ispirati del Leopardi.
«Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi, altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità».

Forse i nostri contemporanei hanno rifiutato il lascito della modernità. Riusciranno a raccordare quel fuso orario fuori registro semmai vorranno tentar nell’impresa? Ce lo auguriamo ed è ancora Montale che ci presta le sue parole per esprimerci con gli ultimi seri versi de La casa dei doganieri:
«Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende…
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta».

vivicentro.it/editoriali
/Repubblica

Hamsik: “Credo nello scudetto. Ounas? Ha grandi qualità”

Le sue parole

Ai microfoni di Mediaset Premium ha parlato il capitano Marek Hamsik: “Siamo solo all’inizio, ma il risultato è stato migliore di quello dell’anno scorso. Ancora non sentiamo la stanchezza del ritiro, ma stiamo lavorando forte. Ci prepariamo al meglio per metà agosto dove ci aspetterà una partita importante”.

Ounas? “Si vedeva subito che era un giocatore veloce e tecnico, diamoglin un po’ di tempo per ambientarsi al calcio italiano”.

Scudetto? “L’ho già detto, ci credo. La squadra sta dimostrando da due anni che se la può giocare e fa partite di grandissimo livello”.

Milan? “Dobbiamo pensare a noi stessi, alle nostre prestazioni e risultati”.

Amichevole, Trento-Napoli 0-7: il tabellino

Amichevole, Trento-Napoli 0-7: il tabellino

Il Napoli stravince anche contro il Trento nella seconda amichevole stagionale durante il ritiro di Dimaro. Vittoria per 7-0. I marcatori sono: 15′ Mertens (N), 37′ Giaccherini (N), 38′ Chiriches (N), 43′ Callejon (N), 58′, 65′ Milik (N), 60′ Ounas (N)

Le formazioni:

NAPOLI  – Rafael; Maggio, Albiol, Chiriches, Ghoulam; Rog, Diawara, Hamsik; Callejon, Mertens, Giaccherini. A disposizione: Sepe, Strinic, Allan, Jorginho, Maksimovic, Zielinski, Hysaj, Insigne, Koulibaly, Pavoletti, Ounas, Tonelli, Milik.

TRENTO – Grubizza; Rippa, Badjan, Bertaso, Cascone; Brugger, Gattamelata, Furlan; Lella, Lillo, Osti. A disposizione: Cuoco, Cavagna, Casagrande, Falco, Dallavalle, Calcagnotto, Bacher, Ferraglia, Paoli, Appiah, Trevisan, Mahmuti, Duravia, Pangrazzi, Marini, Boldini.

F1, GP Gran Bretagna 2017 – La griglia di partenza: Hamilton in pole position, nessuna penalità! Raikkonen secondo,Vettel terzo

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Lewis Hamilton ha conquistato la pole position del GP di Gran Bretagna 2017, decima prova del Mondiale di Formula Uno. Il britannico fa festa davanti al proprio pubblico, eguaglia il primato di Clark e si spinge a una sola lunghezza dal record assoluto di Schumacher (68 partenze al palo in carriera).

Il grande Circus della F1 si esibirà in quel di Silverstone (Gran Bretagna), per il decimo appuntamento del Mondiale 2017. Si preannuncia un GP interessante caratterizzato dal solito confronto tra Mercedes e Ferrari. Il meteo incerto regalerà ancor più pathos all’evento domenicale.

Nessuna penalizzazione per Lewis Hamilton! Finisce con questo verdetto l’investigazione a cui il britannico era stato sottoposto a causa di un presunto impedimento a Romain Grosjean durante il giro veloce del francese nel Q3 del GP di Gran Bretagna 2017.

Il pilota della Mercedes scatterà dunque regolarmente dalla pole position, conquistata con pieno merito a Silverstone. Di fronte al proprio pubblico Hamilton andrà a caccia della vittoria, partendo davanti a Kimi Raikkonen mentre Sebastian Vettel è soltanto terzo.

Confermati anche i record: 5 pole position nel GP di Gran Bretagna come Clark, 67 pole position in carriera a una sola lunghezza dal primato assoluto di Schumacher.

Programma, orari e tv F1 della gara di domenica 16 luglio.

Di seguito la programmazione televisiva, ricordandovi che sarà possibile seguire la corsa in streaming attraverso il servizio Skygo offerto agli abbonati Sky ed insieme ad OASport con una DIRETTA LIVE testuale dettagliata per non farvi perdere neanche un istante del darsi in pista. 

La programmazione di SKY Sport F1/HD

Domenica 16 luglio

ore 9.10-9.45, GP3, Gara 2, diretta
ore 10.20-11.10, F2, Gara 2, diretta
ore 14.00, F1, Gara, diretta
ore 17.00, F1, Gara, replica
ore 20.00 e 23.00, F1, Gara, sintesi

La programmazione di RAI/HD

Domenica 16 luglio

ore 21.00, F1, Gara, Rai 2/HD, differita

Questa la griglia di partenza del GP di Gran Bretagna 2017, decima prova del Mondiale F1:

1. Hamilton
2. Raikkonen
3. Vettel
4. Verstappen
5. Hulkenberg
6. Perez
7. Ocon
8. Vandoorne
9. Bottas
10. Grosjean
11. Palmer
12. Kvyat
13. Sainz
14. Massa
15. Stroll
16. Magnussen
17. Wehrlein
18. Ericsson
19. Ricciardo
20. Alonso

Juve Stabia – Non solo Caserta e Ferrara. Ecco chi sono i componenti del nuovo staff tecnico..

La nuova Juve Stabia è stata presentata oggi presso la sede della società gialloblù. La guida tecnica è stata affidata al duo composto da Fabio Caserta e Ciro Ferrara.

I due tecnici sono affiancati  dai componenti del nuovo staff tecnico delle Vespe, formato da Marco Falasca, Emilio Salsano, Francesco Senatore, Pasquale D’Inverno e Nicola Scarica.

Marco Falasca sarà il coordinatore della preparazione atletica. Tanta esperienza per Falasca, nativo di Carmignano, e che in passato ha lavorato anche con Genoa, Bari, Frosinone ed Avellino. Falasca è stato in passato anche un fedelissimo dell’ex allenatore della Juve Stabia Guido Carboni.

Emilio Salsano sarà invece il preparatore atletico. Per lui primissima esperienza tra i professionisti, avendo conseguito nello scorso maggio l’apposita abilitazione. Salsano, tra l’altro, è il fratello di Fausto Salsano, centrocampista negli anni 90 di Roma e Sampdoria.

Francesco Senatore ricoprirà invece il ruolo di preparatore dei portieri. Senatore era entrato a marzo nello staff di Carboni, abbandonando l’incarico che aveva al Savoia. In passato ha ricoperto lo stesso ruolo anche nel Taranto e nella Paganese.

A loro si aggiungono il collaboratore tecnico Pasquale D’Inverno ed il match analyst Nicola Scarica.

Per le dichiarazioni di Fabio Caserta (CLICCA QUI); per le parole do Ciro Ferrara (CLICCA QUI)

De Laurentiis: “Mister X? Lavoriamo per il futuro e su Sarri…”

Le sue parole

A Dimaro, sede del ritiro del Napoli, Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di SportMediaset: “Non abbiamo venduto nessuno, anzi, abbiamo comprato alcuni giocatori e quindi è l’anno buono, auguriamocelo. Sarri è stato un maestro di vita anche per tutti i calciatori che sono felicissimi di continuare a lavorare con lui, per lui, il Napoli e i tifosi. Siamo una grande famiglia dove non ci sono screzi e malumori e tutto funziona a meraviglia. Anche questo ritiro anticipato, che in fondo ci impone una lunghezza maggiore dello stare insieme, ci consumerà anzitempo ma recuperemo questo inverno con un semi secondo ritiro. Questo è dovuto al preliminare di Champions, ma forse è un bene per il gruppo che si amalgama. Il prossimo anno ci saranno i Mondiali e forse bisognerà iniziare il campionato un po’ più tardi anche se è un peccato. Tutti i campionati europei dovrebbero iniziare nella stessa data perché nelle coppe le squadre dovrebbero avere lo stesso carburante nelle gambe. Chi parte prima è più preparato e pronto: anche formazioni meno blasonate possono fare sgambetti”.     

Milan rinforzato? “Mi fa molto piacere, i campionati devono essere di livello. Io ho sempre sostenuto che le teste di serie sono circa sei società. Gli altri, con tutto il rispetto, sono degli sparring partner. Chiaramente è un calcio da modificare per il futuro: c’è tanta gente vecchia e antica che non molla la sedia, che sta incollata con i propri pantaloni e sedere a riscaldarla, facendo finta di dire, di fare e rappresentare  ma è in realtà è un mondo finito. Ce lo scrolleremo di dosso? Mi auguro di sì”.

Mister X? “Era una mia idea da inserire in un contresto di acquisizioni fatte per il futuro. Volevamo acquistare uno o due giocatori da lasciare poi dove si trovano adesso per farli venire a giugno. Però stiamo verificando se tutto ciò è giusto o meno, il rischio è che si creino delle aspettative troppo lunghe e che vengono disattese in maniera troppo drammatica”.

Zielinski: “Scudetto? Sarà un’annata speciale”

Le sue parole

Piotr Zielinski, centrocampista polacco del Napoli, ha parlato ai microfoni di Canale 21: “Siamo pronti per una grande stagione, l’importante è confermare il girone di ritorno della scorsa stagione”.

Sulla sua infanzia e la sua evoluzione calcistica: “Da ragazzino giocavo solo col destro, poi grazie all’insistenza di mio padre e ad una scommessa fatta con mia madre sono diventato ambidestro”.

Sul ruolo: “Posso giocare sia a destra che a sinistra, per me è indifferente. Scudetto? Sarà un’annata speciale, l’importante è guardare soltanto a noi stessi, non alle avversarie”.

 

 

I Solaro e la pittura tra mimesi e fantasia (Andrea Barretta)

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Non lontano da Brescia nella splendida Valle Sabbia, in quel di Vestone in “Via Glisenti 43”, la poetica di tre pittori a confronto nell’essere parte di una famiglia e di un casato, nella concezione dell’operare nella natura e per la natura, ossia per l’uomo che crede nel rinnovamento della vita a rappresentare la realtà nella verosimiglianza di una trascrizione che apre il vero all’arte principi immanenti e trascendenti nella mostra

“Solaro: tre generazioni di artisti”.

 

I solaro - Amedeo Umberto (1881 - 1956)Da Amedeo Umberto (1881 – 1956), nato a Vercelli e avvicinatosi alla pittura come allievo di Mosè Bianchi  all’Accademia di Brera, al figlio Omero (1909 – 1977), nato a Legnano, trasferito in Valsabbia prima a Vestone e poi  a Lavenone, dove rimane fino al 1967, a Ivan (1947), nipote e figlio dei primi due che a dodici anni si trasferisce ad  Arona, sul lago Maggiore, dove rimane fino al 1965 e partire per la Germania dove tuttora risiede vicino Colonia.

Avviando, allora, dal capostipite vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, va da sé che Amedeo Umberto,  discendente da una nobile famiglia qual era quella del Conte Clemente Solaro della Margherita, non ha potuto non  riconoscere le priorità date all’arte da quel grande movimento qual è stato l’Impressionismo, avviato in Francia nel decennio 1860 – 1870, giacché ha soggiornato sia a Marsiglia che a Parigi dove ebbe modo di coltivare tutta la verve di Montmartre, e una conferma arriva da una targa posta nel 1925 che lo ricorda nella strada parigina “Revue du Vrai et du beau” del suo dipingere come “Cet artist de valeur … C’est, avant tout, un impressioniste qui se laisse diriger et condor par ses sensation et obéit aux impulsion intuitive d’un temperament original”, quindi un artista di rilievo, principalmente un impressionista che lascia la sua atmosfera e l’impulso intuitivo.

I solaro

La testimonianza ci dice, dunque, che andò verso la modernità in un momento storico in cui le prime avanguardie italiane quali futurismo e metafisica anticipavano, e poi determinarono, tendenze di rifiuto del classicismo e per questo lontane dalla sua pittura che si proponeva in scene figurative vicine a una raffigurazione naturalista del vero.

Infatti, la parola d’ordine era proprio quella di creare un nuovo ordine e allo stesso tempo un ritorno all’ordine, in un gioco di parole che denota la confusione dei primi anni del Novecento con la Grande Guerra e la tragedia della Seconda guerra mondiale, in cui l’arte occupava un posto di riguardo perché aveva ancora un valore sociale. Ed ecco i dubbi di quale arte: la centralità della tradizione e della storia, uno sguardo ancora al classicismo e la fedeltà figurativa, o il racconto, la denuncia in contrasto con la celebrazione aulica. Un dato certo però c’era: annullare le convenzioni compositive accademiche in sperimentazioni che tratteranno il paesaggio con un approccio mentale più che fuori dal passato.
I solaroSennonché, lontani dai grandi centri propositori come Milano e Roma, i pittori di provincia restavano al palo pur con una presenza comunque incisiva sul territorio di appartenenza. Non così per Amedeo Umberto Solaro, il quale, come abbiamo detto, era presente a Parigi ma anche con un proprio studio a Milano, facendo del mestiere di pittore la sua professione e così per il figlio Omero negli anni Cinquanta con una sorta di galleria personale presso il Bar Loggia di Lavenone, non lontano dal Lago d’Idro ripreso in alcune sue opere, a denotare il suo amore per gli specchi lacustri che ritrae ancora nei soggiorni sul Lago Maggiore e sul lago di Garda negli anni Sessanta, per poi approdare a Verona e concludere la sua vita.

L’arte dei Solaro, protagonisti e interpreti di un postmodernismo improntato sull’autonomia, fa propria la caratteristica del colore che comunica la bellezza della natura. Non solo. Questa mostra, apprezzata per la selezione di opere accolte nelle sale dell’Associazione “Via Glisenti 43”, evidenzia l’evoluzione artistica in un periodo di grandi cambiamenti, se solo pensiamo che a metà del Novecento, mentre Omero componeva paesaggi ancestrali, c’era Fontana con il suo “spazialismo” e qualche anno dopo Piero Manzoni a irrompere sulla scena artistica milanese e internazionale aderendo nel 1957 al manifesto “Contro lo stile” che rigettava, appunto, ogni convenzione stilistica tranne le proposizioni monocrome di Klein.

Allora, questa mostra diventa ancora più interessante per la trama proposta che depone uno sviluppo di eventi importanti per l’arte in un rapporto d’attenzione con la storia e in una sorta di vasi comunicanti tra temi archetipi e suggestioni formali nell’idealismo di quegli anni legato al progredire della società per superare l’individualismo che estremizzava tutto. E qui i primi due Solaro s’inseriscono con successo, quasi a rimarcare la suggestione della pittura scenografica, pennellando l’immutabile potere della mimesi, della rappresentazione nel realismo prestato al lucore del dipingere all’aperto, soprattutto in certe cromie esplicate nel paesaggio al tramonto o in un diffuso azzurro che occupa tutto il quadro.

In pratica, dunque, c’è in questi lavori la narrazione di Amedeo Umberto nella contemplazione indirizzata a esercizio della verità in una visione che passerà inevitabilmente al figlio Omero, tant’è che ne seguì le orme frequentando l’Accademia di Brera, nella portata eloquente tra colori puri e stesure di fondo con sfumature di tono su tono fino a raggiungere una trasparenza pittorica dall’intenso lirismo. E per altri versi, ma in un certo qual modo come consecutio,al nipote Ivan Vimercati Solaro che, come vedremo, artisticamente sente nell’animo di essere parte di una stirpe, nel passaggio semantico con il significato di tronco, ramo, germoglio.

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Ivan Vimercati Solaro, infatti, cui non manca fantasia e creatività, pronuncia un altro aspetto importante ed è la versione in più varianti di un modello catartico e risolutivo nel potenziare la colorazione e i dettagli in un grafismo disegnativo di estrazione surrealista, cioè per quella che viene considerata l’ultima delle avanguardie storiche. Perché la matrice sta nel livello più profondo della realtà e, per Ivan, nell’aura che assegna al simbolismo di alberi come creature privilegiate alla stregua dell’uomo, nel confonderli con l’ambiente e nel ricostruire un mondo fecondo e indipendente dal materialismo che d’istinto rifiuta per un vedutismo di fantasia che nell’inconscio assembla terre da aggiungere sempre invase dal calore di giornate assolate. Ed è proprio la luce irreale, sospesa – annotava De Chirico – “inquietantemente illusionistica nella sua freddezza, che può fare coesistere in uno stesso dipinto elementi eterogenei, alcuni allucinati nell’apparenza verista, altri campiti geometricamente o descritti con segno illustrativo”.

Pertanto il percorso espositivo in “Via Glisenti 43” attraversa una sequenza di opere notevoli e crea un rapporto per mezzo della “forma” che proprio nel colore trova il suo collante. Non solo. La sperimentazione di metodologie diverse è alla base di questa rassegna che intende accostare la pittura d’espressione, colta e intellettuale, con un’inversione di tendenza rispetto all’orizzonte culturale dell’epoca e nell’approccio a temi e soggetti che non abbandonano la “figura” che nella mostra è esibita da tutti e tre i Solaro.

L’intento è per un’arte che andrebbe reinterpretata in una nuova lettura per creatività e capacità tecnica, per entrare nell’universo sensoriale dei Solaro e declinare un legame, anche se i tempi non sono compatibili, in procedure di verifica che potranno evidenziare occasioni d’incontro. Come per Ivan che scruta le avanguardie della generazione del padre Omero che a sua volta movimenta le intuizioni paesaggistiche di Amedeo Umberto, e questo senza approfittarne esteticamente ma ognuno in un personale viaggio creativo. Ed è sintomatico il rincorrersi nell’assimilare una ricerca fondata sui rimandi: un prolungamento negli anni di un’esperienza comune in un contesto familiare alle prese con la normalità delle cose ma con la particolarità di svelare per immagini un linguaggio creativo.

Andrea Barretta

“Solaro: tre generazioni di artisti”, fino al 5 agosto a Vestone (Brescia), Associazione “Via Glisenti 43”, dal lunedì al

sabato dalle 10 alle 12 e il sabato dalle 16 alle 19.

Nicolas Izzillo saluta la Juve Stabia: “Una maglia gloriosa che sono stato onorato di indossare. Mi mancherà tutto, soprattutto…”

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Dopo aver firmato per i prossimi tre anni col Pisa Sporting Club, Izzillo ricorda la sua esperienza in gialloble

È arrivato il momento dei saluti e soprattutto dei ringraziamenti anche per Nicolas Izzillo, il centrocampista della Juve Stabia che nella prossima stagione sarà impegnato coi nerazzurri del Pisa Sporting Club. Ha firmato con la società toscana un contratto triennale, accolto con entusiasmo ma anche con un velo di malinconia, perché Castellammare di Stabia é diventata, in questo anno e mezzo in gialloble, la sua città, vissuta pienamente, conoscendo tante persone “fantastiche”, come sottolinea nel suo post su Instagram.

Classe ’94, Nicolas Izzillo nella sua stagione e mezzo con le Vespe ha totalizzato 37 presenze e 8 reti segnate. Un’esperienza “emozionante” che l’ha aiutato a crescere e che l’ha fatto sentire “quasi un calciatore vero”. Queste le sue parole:

“È arrivato il momento dei saluti ma soprattutto dei ringraziamenti… Sono stato un anno e mezzo a Castellammare ed è stato bellissimo ed emozionante giocare per questa maglia… una maglia storica, gloriosa e che merita altre categorie. Ho vissuto la città pienamente ed ho conosciuto delle persone fantastiche che mi hanno fatto sentire quasi un calciatore vero! Mi mancherete veramente tutti, mi mancherà andarmi a tagliare i capelli da Passaro, andare a pranzo al Mammamia, a cena al Bliss, mi mancherà la scaramanzia del mio amico Antonio, il mitico Vincenzo che prima dell’allenamento ci preparava il caffè, Sebastiano che borbottava perché gli tiravamo i palloni lontano, gli amici dell’Hotel La Panoramica che dopo ogni vittoria festeggiavano con noi, ma soprattutto mi mancherà esultare sotto la Sud con tutti voi!!!… Inoltre vi ringrazio per i bei messaggi che mi avete scritto… il calcio purtroppo è così. Ora sono felice e concentrato di iniziare questa nuova avventura, con una nuova società e una nuova città, sperando di poter vincere il più possibile con questa nuova maglia! GRAZIE DI TUTTO! Nicolas Izzillo”.

 

Instagram

ESCLUSIVA – Juve Stabia, via al bando per il Menti: i dettagli

ESCLUSIVA – Juve Stabia, via al bando per il Menti: i dettagli

Dove giocherà la Juve Stabia il prossimo campionato? Al Menti o al Pinto di Caserta? I tifosi aspettano di sapere con certezza, la società si cautela ponendo le basi per Caserta, ma attende fiduciosa l’avvio dei lavori al manto erboso dello stadio di casa, il Romeo Menti di Castellammare di Stabia.

Secondo quanto raccolto in esclusiva dalla redazione di ViViCentro.it, da fonti molto attendibili, lunedì dovrebbe esserci la certezza della partenza della gara nella stessa giornata. Una gara relativa a ditte specializzate, evitando una rosa ampia. Non dovrà essere, per fortuna, rifatto il sotto del manto erboso sintetico che resta in buono stato, e il che significa recuperare circa 25 giorni, dando la possibilità di cominciare il campionato al Menti, al massimo dalla seconda gara in caso di piccolo ritardo durante i lavori.

Lunedì alla C.U.C. (Centrale Unica di Committenza) parte la gara e il tutto sarà svolto attraverso il Me.PA. (mercato elettronico pubblica amministrazione) con massima trasparenza. Le ditte partecipanti hanno specializzazioni sul tema e questo, ripetiamo, permetterà di accorciare i tempi. La gara sarà chiusa l’8 agosto.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA previa citazione della fonte obbligatoria www.vivicentro.it

Corbo: “De Laurentiis non faccia l’errore di Ferlaino”

Antonio Corbo per La Repubblica

Il calcio italiano scopre solo ora che è in corso una rivoluzione. La segnala ancora una volta Milano, accogliendo il sempre torvo Bonucci in isterica fuga da Torino. L’altra è quella del 1986. Sono passati 31 anni da quella sera del 26 marzo, quando Silvio Berlusconi scelse la cornice di un teatro, il Manzoni, per rilevare la presidenza del Milan e l’elicottero per apparire il giorno dopo ai giocatori schierati a Milanello con il naso all’insù, sulle note di “Apocalypse Now”. Si aprì una gestione faraonica nel Milan, abbandonato da Giussy Farina, latitante in Sudafrica. Berlusconi non era ancora in politica, sarebbe diventato presto “il dottor cento miliardi”. L’uomo degli scudetti. Il Napoli ebbe poco tempo per vincere primo e secondo scudetto, si illuse di competere con la nuova potenza del calcio europeo, ma presto si sarebbe bloccato il suo motore sovralimentato. Troppo alte le spese. Un errore perdonabile al presidente-tifoso Corrado Ferlaino. Errore che non sarà ripetuto dal presidente- imprenditore Aurelio de Laurentiis. Il Napoli non è stato né sarà travolto dal ciclone cinese.

Ora è ancora Milano a elevare i livelli di investimenti e rischi. Comincia l’Inter pagando 45 milioni a Joao Mario, se non è una follia questa. Ci si mette il Milan reinventando la squadra. Dopo i 6 milioni di ingaggio a Donnarumma e il settimo perché «tutti abbiamo un fratello», ecco arrivare: Musacchio, Ricardo Rodriguez, Conti, Kessié, Calhanoglu, André Silva. Non esita ora a concedere asilo e un vagone di soldi a Bonucci, 40 milioni in quattro anni. Tutto questo avviene in serie A, che dalla prima elezione di Tavecchio presidente (2014) corre verso i due miliardi di deficit, con l’opaca finanza orientale che si espande nello sfacelo finanziario del campionato, con l’insidioso betting che offre sponsor. L’addio di Moratti ne porta uno anche sulla maglia dell’Inter. È anche questo il segno di una rivoluzione purtroppo trascurata. Ma il Napoli che fa? Si è come isolato nei suoi sogni. Ha scelto un luogo della fantasia, un pianeta lontano dove convivono una società attendista sul mercato e tifosi ormai certi di spodestare la Juve. L’ottimismo dell’ambiente non è eccessivo, ma precoce. Siamo solo a luglio. E nessuno può giurare sulla fedeltà della Var. Il Napoli è stato il primo club a lanciare l’allarme.

L’euforia si giustifica, però, con le dichiarazioni dei giocatori. Parlano dello scudetto come di un evento scontato. A sostenere le loro certezze c’è la promessa di un grande impegno, ma anche il successo dell’ultima primavera, il miglior gioco del campionato espresso dal Napoli di Sarri. Sul gioco e sull’allenatore sta puntando tutto il Napoli. Si spiega la bassa febbre sul mercato. L’esemplare gestione, la distanza dalla crisi che invade il calcio, le promesse di scudetto lasciavano però pensare a qualche colpo. Magari per rafforzare le corsie esterne con fisicità ed esperienza. Arrivano Mario Rui e Ounas, una buona alternativa per Ghoulam e un giovane promettente. Se sono sicuri gli scudetti del bel gioco e del bilancio, si spera bastino per l’altro, quello che tutti aspettano.

Sondaggio della Fiorentina per Pavoletti

Sondaggio della Fiorentina per Pavoletti

La Nazione scrive di un sondaggio della Fiorentina per Pavoletti: “I viola hanno sondato la disponibilità del Napoli (per Pavoletti) e del Sassuolo (per Falcinelli). Attaccanti che piacciono sia a Corvino sia a Pioli, ma anche qui sarà difficile mettere in preventivo o programmare una trattativa senza farla coincidere con un esborso pesante. Molto pesante. Per Pavoletti (a titolo definitivo) ci vogliono 15 milioni in contanti più un bonus o contropartita tecnica, senza trascurare il fatto che la punta fu pagata a gennaio la bellezza di 18 milioni per portarlo dal Genoa al Napoli”

Scambio Karnezis-Sepe, la settimana prossima si può chiudere

Scambio Karnezis-Sepe, la settimana prossima si può chiudere

Il Corriere dello Sport aggiunge nuovi dettagli all’interessamento del Napoli per Orestis Karnezis, portiere greco in forza all’Udinese. I club starebbero pensando ad uno scambio alla pari con Karnezis in azzurro e Luigi Sepe in Friuli. Napoli e Udinese si sono dati appuntamento la prossima settimana.

Juve Stabia – Fabio Caserta: Opportunità unica per me

Fabio Caserta è stato presentato oggi quale nuovo allenatore della Juve Stabia, insieme a Ciro Ferrara

Queste le parole del neo tecnico stabiese:

Per me è un giorno particolare. Pensando a quando sono arrivato, cinque anni fa, questo incarico è il coronamento di un percorso bellissimo. Arrivai da calciatore considerato finito e invece a Castellammare sono rinato ed il legame fortissimo tra me, la società e la Città dura tutt’ora in modo molto forte. Nella mia carriera gialloblù ho incrociato tanti allenatori; cercherò di trarre qualcosa da ognuno di loro, restando sempre me stesso.

Sono orgoglioso di poter rappresentare, in una nuova veste, la Juve Stabia ed i propri tifosi in giro per l’Italia; non facciamo promesse, se non che daremo il massimo in ogni allenamento ed in ogni match. Chi gioca nella Juve Stabia deve uscire dal campo con la maglia sudata, sempre e comunque.

Per me è un’occasione importantissima, in un ruolo che subito dopo il mio addio al calcio giocato non sentivo particolarmente mio. Adesso mi sento completamente immerso in questa realtà. Mi piacerebbe giocare con il 4-3-3 ma credo che siano i calciatori a fare il modulo; cercheremo di essere una squadra duttile ed in grado di dire la propria contro ogni avversario. Negli ultimi anni è cambiato tutto, tant’è che quando si è presentata l’opportunità di allenare le Vespe, per tante notti non ho dormito.

Abbiamo bisogno dell’appoggio di tutti, noi come il Presidente Manniello, ancora una volta solo nel sostenere questa società. Sarà un anno difficile, con un ridimensionamento, almeno sulla carta, e a maggior ragione speriamo che il pubblico, ed in primis la Curva Sud, ci possa essere molto vicino.

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Mario Rui non si aspettava un’accoglienza così dai tifosi

Mario Rui non si aspettava un’accoglienza così dai tifosi

La Gazzetta dello Sport scrive sul nuovo acquisto Mario Rui: “Un’accoglienza così non se la sarebbe mai aspettata. Pochi minuti e Mario Rui ha capito bene cosa significa giocare per il Napoli. Gli è bastato uscire dallo spogliatoio per dirigersi verso la palestra per ricevere l’ovazione dei suoi nuovi tifosi. A quel punto si è avvicinato alla tribuna per salutare, prima di mettersi al lavoro. Agli amici più stretti ha raccontato dell’emozione provata in quei secondi. La prima missione di Mario Rui sarà quella di insidiare le certezze dell’allenatore, perché al momento è impossibile pensare che il Napoli non ripartirà dai titolarissimi della scorsa stagione. Poi proverà a sfatare l’ultimo tabù, quello del gol: il portoghese non segna in campionato da oltre 5 anni, dal 6 aprile 2012, seconda rete in Serie B con la maglia del Gubbio”

Juve Stabia – Ciro Ferrara: Castellammare piazza importante, daremo il massimo

Ciro Ferrara affiancherà Fabio Caserta quale nuovo allenatore della Juve Stabia

Queste le parole di Ferrara:

Sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato. Mi trovo in una posizione invidiata da tanti allenatori, perché la Juve Stabia è una piazza molto importante. Sarà fondamentale l’apporto di Fabio, che conosce come pochi la piazza stabiese, così come l’aiuto di tutto lo staff e soprattutto dei tifosi. Credo sia inutile promettere risultati o vittorie; possiamo solo garantire il massimo impegno, nostro e di ogni calciatore, in ogni gara. Avremo una squadra fatta di tanti giovani, quindi sarà ancora più importante il sostegno della piazza. Mi piace lavorare con i ragazzi, ma bisogna avere la giusta pazienza nei confronti di questi giovani.

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Juve Stabia – Presentazione Caserta e Ferrara. Le parole di Clemente Filippi

Filippi: Sarà una stagione diversa da quelle passate, ma puntiamo a fare bene

Durante la presentazione del duo Caserta – Ferrara ha parlato anche il D.G. delle Vespe, Clemente Filippi.

Queste le dichiarazioni del dirigente gialloblù:

La stagione che è ai nastri di partenza comincia con tante novità. La volontà del Presidente Manniello era quella di cercare aiuti, o anche di vendere la maggioranza delle quote societarie; ci sono stati degli approcci che però non si sono tramutati in qualcosa di concreto.
Siamo così arrivati al decimo anno della gestione Manniello, tifoso prima ancora che patron della Juve Stabia. Ci sono stati nelle scorse settimane e mesi alcuni intoppi, molti non dipendenti da nostre colpe o volontà, che però non ci hanno condizionato. Abbiamo indicato lo stadio di Caserta, quale casa in affitto della Juve Stabia, sperando comunque che il Menti sia disponibile quanto prima. Si tratterà di una stagione, sulla carta, diversa, alla luce delle problematiche esposte e di una rosa da sfoltire in alcuni elementi.
Era nell’aria, ma lo annunciamo ufficialmente oggi, la guida tecnica è stata affidata a Fabio Caserta, ormai stabiesi doc, e Ciro Ferrara, per cui non serve alcun tipo di presentazione. A loro si aggiunge lo staff tecnico al competo.

 

 

Napoli, Antonio Negro riparte dalla Lega Pro: la Paganese lo aspetta

Napoli, Antonio Negro riparte dalla Lega Pro: la Paganese lo aspetta

Antonio Negro è pronto per vivere una nuova esperienza tra i grandi: dopo aver vissuto una stagione in serie B con il Latina, l’attaccante, della primavera azzurra, ripartirà dalla Lega Pro: a puntare su di lui la Paganese, che avrebbe già trovato un accordo con il bomber classe 98. A riportarlo, la Gazzetta dello Sport.

Mercato in uscita, Zapata sul piede di partenza: diranno addio anche Pavoletti, Strinic e Giaccherini

Mercato in uscita, Zapata sul piede di partenza: diranno addio anche Pavoletti, Strinic e Giaccherini

Il Napoli è attivo anche sul fronte cessioni: ci sono da piazzare molti giocatori, che non rientrano nel progetto tecnico di Maurizio Sarri. Secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, oltre a Zapata, su cui c’è il Torino, ma anche la Fiorentina, potrebbe andar via anche Pavoletti, che tanto piace a Spal e Udinese. Sul piede di partenza anche Strinic, che ha mercato all’estero, in particolar modo in Turchia, col Galatasaray, e in Inghilterra, con il Watford, e Giaccherini, che interessa ad Udinese, Milan e Atalanta.