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Partenza vicina per Pavoletti, si lavora al prestito

Partenza vicina per Pavoletti, si lavora al prestito

Come riporta La Gazzetta dello Sport, la partenza di Leonardo Pavoletti potrebbe essere davvero molto vicina: “Sul fronte delle uscite va seguita la parabola di Pavoletti, l’attaccante arrivato al Napoli nella sessione di gennaio che non ha avuto grande spazio. Col rientro a pieno regime di Milik, si profila una partenza in prestito. Più di un sondaggio di Benevento e Spal, con Sassuolo e Udinese ora defilate. In uscita anche Duvan Zapata, per il quale nelle ultime ore si è fatta sotto con decisione la Fiorentina”.

Ancelotti: “La mano di Sarri sul Napoli si vede eccome!”

Le sue parole

Carlo Ancelotti, allenatore del Byaern Monaco, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport:

Le va di fare un salto in Italia? Proviamo a vedere come sarà la lotta per lo scudetto in Serie A.

“La Juve ha vinto sei titoli consecutivi, ovvio che sia ancora la favorita”.

Anche se ha perso un uomo come Bonucci?

“Sì, la squadra di Allegri ha una mentalità vincente e con questa mentalità può sopperire a qualsiasi partenza. E poi il mercato non è mica finito, qualcuno lo prenderanno. Intanto è arrivato Douglas Costa, che avevo io: bel giocatore, rapido, fantasioso, in Italia farà bene. L’importante è che i bianconeri trovino solidità in difesa, che è stato il reparto decisivo in questa lunga striscia di vittorie. Allegri sa il fatto suo, vedrete che sistemerà tutto alla perfezione”.

Lei ha affrontato il Napoli la settimana scorsa, che impressione le ha fatto?

“Squadra rodata, giocano assieme da anni, si conoscono, e questo è fondamentale. Sarri ha fatto un grandissimo lavoro, la sua mano si vede, eccome… Sono rapidi, si trovano a occhi chiusi, e poi Insigne, Mertens e Callejon non danno mai punti di riferimento: difficile marcarli. Però devono migliorare quando vanno in difficoltà: in una partita ci sono sempre momenti bui e loro devono imparare a sopportarli e a sopportare la pressione degli avversari”.

Zinchenko si è promesso al Napoli: ha rifiutato altre tre proposte

Zinchenko si è promesso al Napoli: ha rifiutato altre tre proposte

La Gazzetta dello Sport scrive sulla trattativa tra Napoli e Man City per Zinchenko: “Finestra di mercato senza frenesie quella del Napoli a ridosso del preliminare di Champions. Il d.s. Giuntoli lavora a fari spenti per regalare a Sarri una valida alternativa a Callejon. Il nome più caldo è quello dell’ala Oleksandr Zinchenko, 20enne ucraino del Manchester City. Tutto resta legato però alla eventuale partenza di Giaccherini che piace molto al Genoa ma senza intesa con gli azzurri. Zinchenko, giova ricordarlo, si è promesso al Napoli, ha rifiutato altre tre destinazioni e intende aspettare gli azzurri. Contatti continui tra Giuntoli e il City: si lavora a un prestito oneroso con obbligo di riscatto fissato a 5-6 milioni”.

“Un incubo”, parla la modella rapita a Milano ma … Cosa c’è che ancora non sappiamo?

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In un’intervista rilasciata al Tg1 Chloe Aylingla modella inglese di 20 anni attratta con un’offerta di un servizio fotografico a Milano e poi sequestrata da un uomo polacco che avrebbe voluto metterla in vendita nel deep web, l’area sommersa, oscura, e illegale della rete, ha detto:

“Sono infinitamente grata alla polizia italiana e a quella britannica per avermi salvato e liberato dall’incubo. Ho temuto per la mia vita”.

“Sono appena arrivata a casa dopo quattro settimane”

ha aggiunto la ragazza, ancora sotto choc, raggiunta dal Tg1 a Londra.

“Mi devo riprendere, non posso dire altro finché non sarò interrogata qui in patria”.

Dagli interrogatori, come rivela sempre il Tg1, emergono anche altri dettagli. Chloe ha raccontato che tutte le ragazze vendute come schiave sessuali dall’organizzazione ‘Black death group’ sul deep web sarebbero destinate ai Paesi arabi. MA cosa c’è che ancora non sappiamo del rapimento della modella inglese? Repubblica ricostruisce la sua storia.

Chloe Ayling dal suo profilo Instagram
(dal profilo Instagram di Chloe Ayling)

Il sequestro c’è stato. Il tentativo di venderla sul deep web, pure. L’anestetico per stordirla è stato usato. Però ci sono alcuni elementi che non tornano nella storia della modella inglese rapita a Milano da un polacco che l’ha poi messa all’asta. E ora che la vittima ha anche un nome – Chloe Ayling, 20 anni – e che ha raccontato la sua storia al Tg1 e Repubblicaha fatto una ricostruzione degli avvenimenti, possiamo provare a mettere in fila quello che sappiamo e quello che ancora è da chiarire. Primo fra tutti se si tratti veramente di uno squarcio su quel mondo di tenebre che sono i traffici su internet o piuttosto di una ragazza ingenua attirata in una trappola da un maniaco imbranato.

Cosa gli inquirenti danno per certo

  • Il sequestratore è Lukasz Pawel Herba, polacco, nato a Szczecin 30 anni fa. Per la squadra mobile di Milano è una persona “pericolosa con tracce di mitomania”. Viveva a Birmingham, in Inghilterra, dove ha lavorato saltuariamente per conto di un’agenzia interinale.
  • Chloe è stata drogata con la Ketamina, infilata in un borsone da viaggio, ammanettata e con i piedi legati con nastro adesivo.
  • Da un finto studio fotografico a Milano, dove Herba ha teso la trappola, la ragazza è stata portata nascosta nel bagagliaio di una station wagon fino a Borgial, una frazione di Lemie, sulle montagne piemontesi, dove è stata in ostaggio per una settimana.
  • Herba, che si spaccia per membro di ‘Black Death’ un fantomatico gruppo dedito ai traffici di ogni genere nel deep web, ha tentato prima di mettere al’asta per 300mila dollari la ragazza, ma quando nessuno ha risposto all’offerta, si è rivolto all’agente di Chloe che ha avvertito la polizia inglese.
  • Gli agenti inglesi hanno fatto irruzione nella casa di Birmingham di Herba, ma ovviamente non lo hanno trovato. E hanno avvertito i colleghi italiani.
  • Fallito il tentativo di venderla, Herba ha accompagnato Chloe al consolato britannico a Milano, dove è stato arrestato.

Cosa ha raccontato Chloe

  • “Herba non mi ha mai molestata sessualmente”
  • Uno dei sequestratori è un “quarantenne magro, capelli castani, con caratteristiche che potevano essere polacche”
  • “Non dovevo esser presa perché il capo aveva visto sul mio profilo Istagram alcune foto da cui era evidente che sono una mamma con un bambino piccolo e questo era contro le regole”
  • Herba dice di aver guadagnato negli ultimi cinque anni oltre 15 milioni di dollari.
  • Le ragazze rapite sono destinate ai Paesi Arabi. Almeno tre alla settimana sono vendute e, quando l’acquirente si è stancato della ragazza, la cede ad altre persone. E quando non è più d’interesse viene data in pasto alle tigri
  • La Brack Death si avvale di oltre 10mila affiliati in Europa.

Le cose che non tornano

  • Chloe è andata a comprare un paio di scarpe con il suo rapitore
  • Racconta di almeno cinque sequestratori, ma agli inquirenti risultano solo Herba e il fratello
  • I sequestratori le fanno “un’iniezione nell’avambraccio destro”, nonostante lei indossasse “un giubbino a maniche lunghe, tipo chiodo, di colore rosa”
  • Herba le dà un biglietto da visita con indicato un indirizzo email da contattare per avere informazioni e che avrebbe dovuto veicolare ai mass media per fare pubblicità a Black Death

redazione/adnkronos/agi

Grandi Roberto, Riflessioni (Lo Piano -Saint Red)

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Kim, il piccolo dittatore della Corea del Nord con i suoi continui lanci di missili potrebbe scatenare un conflitto dalle conseguenze inimmaginabili.
Grandi Roberto, nostro lettore, ha voluto scrivere qualcosa in merito alla vicenda, ponendosi delle domande e affiancandole a delle risposte:
 
Chi ha fornito la tecnologia nucleare alla Corea del Nord? non dovrebbe essere tanto difficile scoprirlo, visto che si contano fra le dita di una mano le Nazioni in grado di possedere armamenti nucleari.
 
Possibile che Kim sia potuto arrivare a costruire un missile intercontinentale senza che nessuna intelligence al Mondo si rendesse conto che andava fermato prima? Chi ha fornito il materiale e le apparecchiature per la sua costruzione?
Quanti scienziati hanno contribuito alla riuscita di questa impresa? la CIA e tutte le altre agenzie segrete sparse nel mondo possibile che non si siano accorte di nulla? o hanno solo preso tempo?
 
Perché in Iraq si e’ intervenuti contro Saddam solo nell’eventualita’ che potesse nascondere nel suo territorio armi nucleari… a distanza di anni, guarda caso, si e’ avuta la certezza che il dittatore non le aveva mai ne’ nascoste ne’ costruite. 
 
Stessa sorte e’ toccata a Gheddafi, averlo deposto con le armi, ha gettato la Libia in un inferno ancora peggiore, giornalmente se ne vedono le conseguenze. L’immenso territorio ha 2 governi uno riconosciuto dall’UE, l’altro no’, poi vi sono centinaia di tribu’ perennemente in guerra fra loro. Anche in questo caso sarebbe stato meglio che Gheddafi continuasse a governare un territorio cosi’ vasto e difficile da tenere a freno.
 
La stessa cosa non si puo’ dire di Kim, lui rappresenta un vero pericolo, e’ una mina vagante nel Mar del Giappone, e’ pericoloso per se e per gli altri Stati vicini.
 
Il Presidente degli Stati Uniti Trump, vorrebbe “intervenire” in tempi brevi, dare una sonora lezione preventiva, prima che Kim possa compiere danni irreparabili. La Russia almeno per il momento sembra stare alla finestra aspettando gli eventi, stessa cosa dicasi per il Giappone e tutte le altre Nazioni che sono nel “perimetro di lancio” di Kim.
La Corea del Nord e’ una piccola Nazione, molto povera, ma i militari che sono al potere mostrano i muscoli, neppure loro sanno quali rischi stanno facendo correre al loro popolo. Qualora la Corea del Nord venisse ristretta sia militarmente che economicamente nel proprio territorio, Kim si potrebbe sentire come un animale in gabbia, quello che spaventa saranno le sue future mosse.
Dalle immagini trasmesse dalle televisioni di Stato, Kim sembra essere un dio in terra, un deus ex machina, un piccolo Hitler, in grado di trascinare la Corea del Nord, in una guerra dove potrebbero trovare la morte non solo i suoi fidi comandanti in capo, ma anche un intero popolo che per il momento vive di stenti.
PS: 
Il Giornale Vivicentro e’ da sempre vicino ai propri lettori, quando riceve dei commenti, dei testi, delle riflessioni su argomenti d’interesse generale, li pubblica con piacere, ognuno e’ libero di esprimere i propri giudizi su vicende che interessano tutti noi.
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Il Podio Gialloblù di Ascoli – Juve Stabia 3 – 2 (Coppa Italia)

Una ottima Juve Stabia esce sconfitta ma non ridimensionata dal confronto in Tim Cup con l’Ascoli. I padroni di casa vincono per 3 – 2

PODIO

Medaglia d’oro: a Daniele Paponi, versione Bomber. La palma del migliore in campo va senza dubbio all’ex attaccante del Latina che capitalizza al massimo i pochissimi palloni giocabili, e pericolosi, avuti. Da attaccante vero e cattivo è la prima realizzazione, mentre di giustezza è il colpo di testa che tiene le Vespe nel match fino all’ultimo. Che la Juve Stabia abbia già in casa la punta che cerca?

Medaglia d’argento: ad Alessandro Bacci, che ha dato sicurezza al reparto. La sua nomination potrebbe apparire strana alla luce dei tre gol subiti, ma tutte le marcature dell’Ascoli non sono imputabili ai riflessi di Bacci, preciso per tutta la gara. Da applausi è la risposta dell’estremo difensore stabiese alla girata volante di Favilli. Se domenica scorsa la sua prestazione era stata da S.V (senza voto), quella di ieri merita sicuramente un voto alto.

Medaglia di bronzo: a Luigi Viola, già punto fermo del centrocampo. L’ex Vibonese ha sofferto all’inizio la alte temperature, venendo poi fuori alla distanza. Non solo tanta quantità ma anche qualità per il neo centrocampista gialloblù, bravo ad alternare sciabola e fioretto. Dai suoi piedi nascono le occasoni più pericolose, ed anche il tiro che a 10 minuti dal termine Lanni quasi deposita nella propria porta. Un autentico leone, così come la sua chioma suggerisce.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Valerio Nava, purtroppo non in giornata positiva. Passo indietro del terzino destro rispetto alla super prestazione contro il Bassano. Nava spinge poco in avanti ed allo stesso tempo in fase di copertura è un po’ confusionario e poco preciso; da alcune disattenzioni del terzino si innescano i tentativi più efficaci e pericolosi dell’Ascoli.

Medaglia d’argento: a Matteo Bachini, un po’ troppo ingenuo in campo. Da evidenziare che proprio un’ingenuità del centrale difensivo gialloblù determina il calcio di rigore con cui l’Ascoli apre la gara; penalty a parte Bachini è spesso in ritardo nelle chiusure, non riuscendo ad assistere bene Atanasov. Proprio il bulgaro è costretto ad un doppio lavoro per mantenere in partita la Juve Stabia.

Medaglia di bronzo: a Giacomo Calò, quasi assente ai nostri occhi. Le qualità non mancano di certo al centrocampista, che però si vede davvero poco, sbagliando la misura di troppi appoggi in fase di costruzione. Elemento penalizzante nella gara di Calò anche l’aspetto fisico, con gli avversari marchigiani dominanti sul piano fisico rispetto al giovane centrocampista scuola Sampdoria. Necessaria una crescità anche in personalità.

Corte dei Conti: Troppa concentrazione di personale degli enti territoriali nelle Regioni del Sud e in Sicilia

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“Generalmente, si evidenzia una distribuzione non uniforme del personale sul territorio nazionale, con punte di maggiore concentrazione nelle Regioni del Sud e in Sicilia”.
È un passaggio contenuto nel “Testo della delibera n. 21/SEZAUT/2017/FRG” riportato nel comunicato stampa – Sezione delle Autonomie-Referto su “La spesa per il personale degli enti territoriali” della Corte dei Conti del 3 agosto 2017.
“Nel referto si analizza l’andamento della spesa per il personale delle Regioni a statuto ordinario e speciale, comprese le Province autonome, e degli Enti locali (Province, Città metropolitane e Comuni), nel triennio 2013-2015”.
Corte dei Conti, Troppa concentrazione di personaleSe nel 2015 nelle Regioni a statuto ordinario l’incidenza è stata pari a 17,88, il che significa che un dirigente coordina in media circa 18 dipendenti, in Sicilia la cifra è stata 9,08. Il rapporto sottolinea quindi “una forte polarizzazione”. Basti pensare che si va da un tasso tra “non dirigenti e dirigenti di 9 a 1 in Sicilia al 51 a 1 del Trentino-Alto Adige. Ciò significa che un dirigente coordina 9 dipendenti in Sicilia e 51 in Trentino-Alto Adige”.
Anche per questo non ci sono (stra)tasse e sacrifici dei siciliani produttivi, lavoratori, privati e operosi che possano mai bastare.
La Regione Siciliana e tutti i suoi rampolli e figliastri, quali Enti, Provincie, Città metropolitane, Partecipate, Consorzi, Unione, Comuni e tanti altri, alcuni pure sconosciuti o impensabili, costituiscono la decennale assoggettante voragine della Sicilia che trascina ogni giorno sempre più a fondo l’Isola e con essa i siciliani onesti e laboriosi.
Eppure In Sicilia li abbiamo (civilmente) provati tutti, dal centro (ondivaghi), alla destra (gonfiati) fino alla sinistra (cantastorie), mancano ormai solo i pentastellati per chi ci vorrà tentare alle imminenti elezioni di novembre 2017.
Subiamo infatti da decenni i siciliani, un’evidente trasversale dittatura costituzionale (almeno per chi può e vuole vedere), attraverso decennali leggi, sentenze e regolamentazioni (fatte per Loro e solo per Loro) che coercizza in modo forzoso la gente industriosa, dinamica, fruttifera e proprietaria onesta, la quale è civilmente pressoché impotente, poiché il sistema “assoggettante” è legale ed è formato da autocratiche pletore di corporazioni a “cupola” fatte di Presidenti, Parlamentari, Istituzionali, Giudici, Burocrati, Professionisti, ecc. che, nel caso della Sicilia, si giovano anche di uno “Statuto autonomo” esistente solo per Loro.
A questo si unisca lo strapotere condizionante dei (Loro) rispettivi innumerevoli eserciti nel sistema pubblico, di clientelari, stipendiati, incaricati, nominati, precari ricattati, avvocati, ecc. per il consenso elettorale e sindacale, con cui si controlla pure il voto.
E quando in una (pseudo)democrazia si veicola il voto, si domina pure la società, l’economia, la cultura, l’esistenza, ecc. i restanti cittadini comuni siciliani, per quanto di buona volontà, non possiamo civilmente fare quasi nulla contro questo conclamato sistema politico-giuridico-burocratico, deontologicamente ipocrita, corrotto e “asservente”. A questo si aggiunga che ci tengono sotto scarpa con l’arretratezza infrastrutturale, viaria, ferroviaria, sottosviluppo, disoccupazione, conseguentemente con il favoritismo, scambio di voto, ecc.
Se poi a tutto questo si assomma la (guarda caso) parallela criminalità sparsa e organizzata, la domanda è solo: COME, CIVILMENTE, CI SI PUÒ “OPPORRE” ?
Il nostro Presidente della Repubblica, che è Siciliano e anche un Giudice, almeno lui, ci dia una qualche risposta di speranza pragmatica.
Adduso Sebastiano

Stalking: d’ora in poi il reato si potrà estinguere pagando

A prescindere dalla volontà della vittima, per le fattispecie in cui la querela è revocabile, il reato ex art. 612-bis del codice penale potrà essere cancellato con la mera riparazione del danno

Pagando un risarcimento e col placet del giudice (quello della vittima non serve) se l’offerta è congrua gli stalker potranno veder decadere il reato. Questo è previsto, nei casi senza ‘aggravanti’, dopo la riforma del processo penale appena entrata in vigore che introduce, tra l’altro, la possibilità di estinguere i reati, nelle fattispecie soggette a remissione della querela, in seguito alla riparazione del danno.

La riparazione nella riforma del processo penale

Si amplia con la riforma del processo penale la portata delle condotte riparatorie: in cambio della restituzione, del risarcimento del danno o dell’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose di un reato, il giudice ha ora il potere di dichiarare quest’ultimo estinto.

E inoltre la norma non subordina l’efficacia della condotta riparatoria all’accettazione dell’offerta da parte della vittima: basta anche la sola offerta reale di una somma che, aldilà di ciò che pensa la persona offesa dal reato, è dal giudice reputata congrua.

In ogni caso la riparazione integrale (anche mediante risarcimento del danno in seguito a offerta reale) deve avvenire entro il termine massimo della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado. Il giudice potrà fissare un ulteriore termine per il pagamento di quanto dovuto a titolo di risarcimento, anche in forma rateale, comunque non superiore a sei mesi: se l’imputato dimostri di non aver potuto adempiere nel termine ordinario per fatto a lui non addebitabile. In questo caso, il processo è sospeso, come è sospesa la prescrizione e l’udienza successiva è fissata alla scadenza del nuovo termine stabilito e, comunque, non oltre novanta giorni dalla stessa.

Levata di scudi contro la riparazione del reato di stalking

Contro questa conseguenza, una volta sollevato il problema, è stato lo stesso ministro della giustizia Orlando a promettere modifiche della norma, probabilmente facendo leva sulla procedibilità a querela.

Risposte che certamente non hanno allentato la presa dei sindacati e delle associazioni che cercano di arginare violenze nei confronti delle donne. La richiesta è da più parti che venga eliminata proprio la norma dalla riforma del processo penale che fa sì che i cosiddetti reati a querela remissibile (tra cui appunto le forme “meno gravi” di stalking) possano essere estinti tramite un risarcimento e senza il consenso delle vittime. I rappresentanti della Triplice, una volta sollevato l’allarme, avevano chiesto un incontro al ministro della giustizia che in più occasioni ha dichiarato il proprio impegno per evitare le possibili conseguenze della riforma.

Ma, intanto la stessa è entrata in vigore e ad oggi purtroppo, dichiarano le dirigenti sindacali della Cgil, Cisl e Uil, Taddei, Ocmin e Menelao, in una nota “non ci sono riscontri positivi di nessun tipo”.

Ciò significa, scrivono le sindacaliste, che “dal prossimo settembre, alla ripresa dei processi, per molti stalker si aprirà la possibilità di estinguere il reato pagando una congrua cifrra”, cioè un risarcimento, “anche in comode rate e senza interpellare la persona offesa”.

E’ chiara dunque l’urgenza di “un intervento chiarificatore sull’articolo 162-ter affinchè nessuna denuncia per il reato di stalking possa in alcun modo rientrare in una sanzione riparatoria” concludono le tre sindacaliste.

In ogni caso, per qualsiasi intervento su questo fronte, si dovrà attendere ormai settembre.

di Gabriella Lax 

Juve Stabia, dopo Russo anche un altro ex gialloblù si accasa al Venezia

L’ex Juve Stabia Sergiu Suciu è un nuovo calciatore del Venezia

Aumenta la colonia di ex gialloblù nella rosa del Venezia di Filippo Inzaghi. Dopo Danilo Russo, che ha lasciato la Juve Stabia dopo solo una stagione, anche Sergiu Suciu è passato ai veneti. Per il centrocampista rumeno ritorno in Serie B dopo l’ottima stagione tra le fila del Pordenone, in Lega Pro, conclusasi con l’eliminazione ai play off per mano del Parma.

Per Suciu un anno e mezzo alla Juve Stabia in Serie B, dal gennaio 2013 al 2014, con 36 presenze e 3 reti. Il centrocampista al Venezia avrà la maglia numero 18, mentre Danilo Russo quella numero 22.

Questo il comunicato del Pordenone:

 Il Pordenone Calcio comunica di aver ceduto a titolo definitivo le prestazioni del centrocampista Sergiu Suciu al Venezia (serie B). Suciu lascia Pordenone dopo aver disputato 34 gare nel campionato 2016/2017. La società ringrazia il giocatore e gli augura le migliori fortune per il prosieguo della carriera.

Foto: Tuttomercatoweb

La fotogallery di Ascoli Picchio – Juve Stabia (3-2) TIM CUP

Guarda le foto di Ascoli vs Juve Stabia realizzate dal nostro fotografo Giovanni Donnarumma che ci racconta così della sconfitta delle Vespe allenate dal duo Caserta – Ferrara con i i ragazzi di Mister Fiorin allo stadio Cino e Lillo Del Duca.

La Juve Stabia dopo aver battuto il Bassano Virtus nel primo match eliminatorio di Tim Cup cerca il passaggio del turno contro il più quotato Ascoli Picchio che l’anno prossimo disputerà il campionato di Serie B. Il duo Caserta – Ferrara impostano la propria squadra con un modulo ancora a trazione anteriore per ottenere una vittoria che sarebbe prestigiosa. Tra le fila della Juve Stabia ci sono gli ex bianconeri Capace e Nava.

La Juve Stabia che esce a testa altissima dalla competizione nazionale perchè a dispetto della differenza di categoria in favore dei marchigiani le vespe sono state eliminate dalla Tim Cup, ma con il minimo scarto, rifilando in trasferta due reti, firmate Paponi, ai padroni di casa.

Le foto:

Ascoli (4-2-3-1): 1 Lanni; 14 Mogos, 8 Carpani, 13 Gigliotti, 33 Mignanelli; 19 Addae, 20 Buzzegoli; 10 Lores Varela, 28 D’Urso, 29 Baldini; 30 Favilli. A disposizione: 12 Venditti, 32 Ragni, 4 De Santis, 7 Santini, 11 De Feo, 18 Parlati, 23 Cinaglia, 25 Florio, 26 Jallow. All. Fiorin.

Juve Stabia (4-3-3): 1 Bacci; 2 Nava, 5 Atanasov, 19 Bachini, 14 Crialese; 15 Viola, 18 Calò, 24 Mastalli; 19 Berardi, 13 Paponi, 20 Strefezza. A disposizione: 22 Polverino, 3 Dentice, 4 Allievi, 6 Redolfi, 7 Costantini, 8 Capece, 10 Rosafio, 11 Cancellotti, 17 Matute, 20 Osei, 23 Lisi. All. Caserta-Ferrara.

L’arbitro dell’incontro è stato Niccolò Baroni di Firenze, assistito da Giuseppe Opromolla di Salerno, Orlando Bagnotta di Nocera Inferiore e dal quarto uomo Luca Massimi di Termoli

A cura di Giovanni Donnarumma

© RIPRODUZIONE DEL TESTO, TOTALE O PARZIALE, CONSENTITA ESCLUSIVAMENTE CITANDO LA FONTE– Qualunque violazione del diritto di copyright sarà perseguita a norma di legge.

 

L’emergenza lavoro non va in vacanza, migliaia di esuberi ad agosto

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Lavoro. Da Sky a Tuodì, da Ericsson a Ferrioli: estate drammatica per migliaia di lavoratori

L’ emergenza lavoro non va in vacanza, non chiude per ferie. A chiudere sono le fabbriche e le aziende, anche in questi ultimi e torridi giorni. Costringendo migliaia di operai e lavoratori a rinunciare alle vacanze, spesso programmate da mesi. A non poter pagare mutui, a far rinunciare i propri figli ad andare all’università.

Il giro d’Italia delle vertenze aperte non risparmia quasi nessuna regione. Da Nord a Sud, da Est a Ovest lungo lo stivale il lavoro continua ad essere un miraggio e perderlo – specie a una certa età – diventa una vera tragedia per tutta la famiglia. E se fino a qualche anno fa era l’industria ad essere maggiormente colpita dalla crisi, ora i settori sono vari senza risparmiare commercio, servizi e perfino benzinai.

SKY A giorni dovrebbero arrivare le lettere di licenziamento per 124 tecnici. Saranno i più colpiti dalla decisione di Murdoch di spostare le trasmissioni quasi completamente a Milano lasciando a Roma solo un piccolo presidio. Se i giornalisti del monopolista della televisione satellitare a pagamento hanno contrattato incentivi e buone uscite riuscendo – al netto delle tantissime cause di lavoro – a trovare un accordo sindacale, sul piano dei tecnici la lunga trattativa dopo l’avvio della procedura di licenziamento collettivo non ha avuto buon esito, nonostante la no stop di giovedì. «L’azienda non ha voluto superare i licenziamenti nonostante i risultati economici e le molte proposte alternative presentate dalle organizzazioni sindacali. Sky ha voluto affermare la licenziabilità e la gestione del personale senza vincoli sociali», accusano Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni. «La vertenza – ricordano – è durata 7 mesi e ha interessato 571 posizioni lavorative tra trasferimenti di attività a Milano ed esuberi di personale, e ha prodotto un ridimensionamento di 374 posizioni per la sede di Roma. A nulla è servita la proposta sindacale di riduzione a part time per 28 lavoratori, la proposta di lavoro in Smart working, l’esodo per la pensione per coloro che hanno raggiunto i requisiti di legge».

ERICSSON ITALIA Sempre nel settore comunicazioni, qui la situazione è ancor più grave. Il 24 luglio la multinazionale svedese ha inviato le prime 181 lettere di licenziamento – senza alcun preavviso – per la 14esiama procedura aperta in pochi anni che prevede 315 esuberi in Italia. Rifiutando addirittura la via degli ammortizzatori sociali. La protesta dei lavoratori è molto forte soprattutto a Genova dove i licenziati sono già 55. Una campagna social è partita coinvolgendo politici e personaggi famosi che si ritraggono con un cartello con l’hashtag #ericssonritirailicenziamenti.

TUODÌ Dal primo agosto invece la maggior parte dei 400 supermercati del marchio discount sono chiusi. La procedura di concordato preventivo chiesta dalla proprietà della famiglia romana Faranda ha portato alla nomina di un commissario che però si è presentato al tavolo ministeriale coi sindacati assolutamente sprovvisto di numeri precisi e – soprattutto – garanzie per i dipendenti. I 2 mila diretti e gli altri 2mila che fanno parte di cooperative proprietarie di supermercati con lo stesso marchio sono al momento senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. La stragrande maggioranza dei supermercati in tutta Italia (presenti soprattutto a Roma e nel Lazio, in Toscana e in Veneto) ha deciso di chiudere nel mese di agosto lasciando una comunicazione ai clienti – si stima siano già calati del 90 per cento in questi mesi di scaffali vuoti – in attesa di riuscire a cambiare i contratti con i fornitori. La cassa integrazione dunque è semplicemente promessa così come il recupero degli stipendi precedenti al commissariamento, visto che la legislazione non consente ai commissari di farsi carico dei periodi precedenti all’intervento del tribunale.

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AFERPI Spostandoci al settore industria a soffrire maggiormente è ancora la siderurgia. Nonostante le rassicurazioni e i tanti tavoli al ministero, la situazione dei lavoratori delle acciaierie di Piombino è sempre grave. Dopo almeno 5 anni di false soluzioni, l’attuale proprietà di Aferpi dell’algerino Rebrab continua ad avere problemi di liquidità e a rimandare il ritorno alla produzione. «Alla luce di quanto sta accadendo Aferpi sta dimostrando di non essere in grado di riprendere l’attività produttiva per il mese di agosto, non ha acquistato semiprodotti e dunque rimarrà chiusa almeno fino al 21», ha denunciato qualche giorno fa la Fiom. A inizio luglio sembra fosse arrivata una schiarita al tavolo al ministero dello Sviluppo grazie alle pressioni del ministro Carlo Calenda e del presidente della Toscana Enrico Rossi. Era stato sottoscritto il cosiddetto Addendum e il decreto relativo alla concessione del trattamento di cassa integrazione straordinaria per il periodo luglio 2017 – dicembre 2018. Ma tutto sembra in bilico senza ripartenza della produzione. E un’intera città non ne può più dei continui ritardi.

FERROLI Sempre nel settore metalmeccanico continua il presidio dei lavoratori della storica azienda di caldaie del veronese. Giovedì però l’azienda si è finalmente seduta al tavolo del confronto. E questo ha portato a interrompere lo sciopero ad oltranza che andava avanti da settimane per protestare contro gli esuberi programmati dall’azienda e quantificati in circa 400 unità, di cui 300 a San Bonifacio.

CEME Non va meglio in Lombardia dove il tema delle delocalizzazioni continua a mietere posti di lavoro, dopo il caso di inizio anno della K-Flex di Roncello (Monza). Questa volta tocca alla Ceme di Carugate (Milano) che produce valvole e pompe. A giugno sono stati licenziati ben 97 lavoratori. Lunedì scorso è saltato il tavolo in Assolombarda perché i sindacati si sono opposti alle condizioni dell’azienda: «Abbiamo un mandato preciso, non possiamo mettere la nostra firma sotto a un patto che bolla come esuberi le maestranze di Carugate, solo perché sono in forza a quello stabilimento, che la società ha deciso di chiudere per fare più profitto».

PIAGGIO AEROSPACE Tornando in Liguria molto grave è la situazione del gruppo aeronautico.  il piano industriale dell’azienda, ora di proprietà araba, prevede lo scorporo della parte motoristica su Villanova d’Albenga e della manutenzione velivoli su Sestri Ponente. Lo stabilimento savonese era uno dei fiori all’occhiello del governo Renzi che lo inaugurò in pompa magna il 7 novembre 2014. Ora si punta ad avere almeno un decreto che autorizza ulteriori 10 mesi di cassa integrazione straordinaria per 122 lavoratori.

NATUZZI In Puglia sembra invece non aver fine la crisi del gruppo dell’arredamento. La lunga ristrutturazione dei salotti di qualità è tornata in alto mare dopo il “ricatto” della proprietà contro i tanti che hanno vinto cause di lavoro.

PERUGINA In Umbria la storica fabbrica dei Baci di San Sisto a Perugia è a rischio esuberi – il 26 luglio uno sciopero di 8 ore ha bloccato lo stabilimento Nestlè.

ISPRA Nel settore pubblico continua la lotta dei precari dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

ESSO Ma anche i «padroncini» non se la passano bene. Martedì si terrà la serrata degli impianti di 135 impianti di carburante passati dal marchio Esso a Petrolifera Adriatica che però impone «il dimezzamento del margine economico per i gestori degli impianti, mettendo così a rischio il futuro di circa 400 famiglie».

/ilmanifesto

TIM CUP Ascoli – Juve Stabia, la sintesi della partita (VIDEO)

La Juve Stabia nella giornata di ieri è stata protagonista della gara con l’Ascoli, si, perchè a dispetto della differenza di categoria in favore dei marchigiani le vespe sono state eliminate dalla Tim Cup, ma con il minimo scarto, rifilando in trasferta due reti, firmate Paponi, ai padroni di casa.

Queste sono le formazioni:

Ascoli (4-2-3-1): 1 Lanni; 14 Mogos, 8 Carpani, 13 Gigliotti, 33 Mignanelli; 19 Addae, 20 Buzzegoli; 10 Lores Varela, 28 D’Urso, 29 Baldini; 30 Favilli. A disposizione: 12 Venditti, 32 Ragni, 4 De Santis, 7 Santini, 11 De Feo, 18 Parlati, 23 Cinaglia, 25 Florio, 26 Jallow. All. Fiorin.

Juve Stabia (4-3-3): 1 Bacci; 2 Nava, 5 Atanasov, 19 Bachini, 14 Crialese; 15 Viola, 18 Calò, 24 Mastalli; 19 Berardi, 13 Paponi, 20 Strefezza. A disposizione: 22 Polverino, 3 Dentice, 4 Allievi, 6 Redolfi, 7 Costantini, 8 Capece, 10 Rosafio, 11 Cancellotti, 17 Matute, 20 Osei, 23 Lisi. All. Caserta-Ferrara.

L’arbitro dell’incontro è stato Niccolò Baroni di Firenze, assistito da Giuseppe Opromolla di Salerno, Orlando Bagnotta di Nocera Inferiore e dal quarto uomo Luca Massimi di Termoli

Le azioni dei gol:

27′ Rigore per l’Ascoli, Bachini atterra Lores Varela in piena aera di rigore.

28′ GOAL ASCOLI: Andrea Favilli porta in vantaggio l’Ascoli, spiazzando Bacci su calcio di rigore.

33′ GOAL JUVE STABIA: Paponi scappa via in contropiede supera Lanni in uscita, tiene palla in campo si accentra e segna il goal dell’1-1.

40′ GOAL ASCOLI: Cross di Mogos dalla destra, clamorosa indecisione di Nava e Viola e che regalano a Favilli la facile occasione per la doppietta, che il giovane di scuola Juve non si lascia sfuggire per il nuovo vantaggio marchigiano.

75′ GOAL ASCOLI: Cancellotti perde palla sulla trequarti difensiva, D’Urso supera facilmente Atanasov e regala l’assist per il facile 3-1 al nuovo entrato De Feo.

78′ GOAL JUVE STABIA: Cancellotti scappa sulla destra e crossa al centro, Paponi zittisce nuovamente il Del Duca con perfetto goal di testa all’angolino per il 2-3

96′ L’arbitro Baroni fischia la fine del match e sancisce l’eliminazione delle Vespe dalla Tim Cup. Juve Stabia che esce a testa altissima dalla competizione nazionale

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Brexit, la Gran Bretagna pronta a pagare 40 miliardi per saldare il conto all’Ue

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La Gran Bretagna sarebbe disposta a pagare fino a 40 miliardi di euro all’Unione Europea per regolare il suo divorzio dalla Ue. E’ quanto rivela il Sunday Telegraph, citando funzionari di Whitehall. Il saldo del conto per la Brexit avverrebbe però solo se Bruxelles accetterà di negoziare l’accordo economico nel contesto di un’intesa sulle relazioni future che comprenda anche un accordo sul commercio. Fonti di Whitehall a conoscenza del dossier, citate dal Telegraph, confermerebbero la notizia.

Il Sunday Telegraph, citando tre fonti anonime vicine ai negoziati sul divorzio dall’Unione Europea, ricorda che Bruxelles ha ipotizzato un cifra intorno ai 60 miliardi di euro quale ‘prezzò per la Brexit. Londra, finora, non ha mai fornito una stima sulla cifra che sarebbe disposta a pagare e non ci sono conferme ufficiali a quanto scrive il Sunday Telegraph.

Secondo quanto riporta il giornale, i funzionari inglesi avrebbero comunque riferito di una possibile offerta intorno ai 30 miliardi di euro in tre anni, a patto però l’intesa sia accompagnata da un accordo commerciale. Una cifra che però potrebbe arrivare fino a 40 miliardi nel corso di una negoziazione su cui comunque – riporta il Sunday Telegraph citando le sue fonti – ancora non c’è un accordo unanime tra gli addetti ai lavori.

“Entrambi abbiamo riconosciuto che ci sono obblighi finanziari” ma “per arrivare a una soluzione” sul ‘contò da pagare all’Ue “serve flessibilità reciproca”, aveva affermato qualche settimana fa il ministro britannico per la Brexit David Davis dopo il secondo round di negoziati dove – aveva assicurato – ci sono state “discussioni consistenti e costruttive”.

redazione/repubblica/adnkronos

Brexit: Regno Unito disposto a pagare 40 miliardi per saldare il conto

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Il Regno Unito sarebbe disposto a pagare fino a 40 miliardi di euro all’Ue per saldare il (salato) conto della Brexit, ma a patto che Bruxelles accetti di negoziare l’accordo economico nel contesto di un’intesa sulle relazioni future, in particolar modo un accordo sul commercio. Lo rivela il Sunday Telegraph citando funzionari del governo inglese vicini ai negoziati.

IL PREZZO DELLA BREXIT

Bruxelles ha ipotizzato una cifra intorno ai 60 miliardi di euro per rendere definitivo il divorzio dall’Ue. Secondo quanto riporta il giornale, i funzionari inglesi avrebbero comunque riferito una possibile offerta di 30 miliardi di euro dilazionati in tre anni, a patto però che l’intesa sia accompagnata da un accordo commerciale. Una cifra che potrebbe arrivare fino a 40 miliardi. Ma un accordo unanime non è stato ancora raggiunto, secondo quanto riporta il Sunday Telegraph citando le sue fonti.

Il dipartimento governativo del Regno Unito responsabile dei colloqui per la Brexit  non ha voluto commentare la notizia. Ad oggi la Gran Bretagna non ha ancora rivelato la cifra che sarebbe disposta a pagare per il divorzio dall’Ue, programmato per marzo 2019.

LE PAROLE DEL MINISTRO DAVIS: FLESSIBILITA’ RECIPROCA

“Entrambi abbiamo riconosciuto che ci sono obblighi finanziari, ma per arrivare a una soluzione sul conto da pagare all’Ue serve flessibilità reciproca”, aveva affermato qualche settimana fa il ministro britannico per la Brexit David Davis dopo un secondo incontro per i negoziati definito ricco di “discussioni consistenti e costruttive”.

 

EMERGENZA INCENDI A CASTELLAMMARE – Gli elicotteri si riforniscono a pochi metri dai bagnanti (FOTO-VIDEO)

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EMERGENZA INCENDI: Non c’è pace per il verde delle zone stabiesi e limitrofe. Da giorni ormai le vette del Faito e dei Monti Lattari bruciano senza sosta; ultimi episodi i roghi a Monte Coppola e Monte Pendolo.

Inevitabile il super lavoro di Vigili del Fuoco, Protezione Civile ed Autorità.

Castellammare di Stabia -  Emergenza incendi. Elicottero pompieriElicotteri e Canadair sfrecciano nei cieli per tentare di arginare le fiamme. Proprio gli elicotteri, questa mattina, stanno rifornendosi di acqua a pochi metri dai bagnanti. Le foto che vedete sono state scattate in questi istanti al lido stabiese La Corderia, nelle cui acque gli elicotteri attingono acqua da lanciare poi nelle zone in preda alle fiamme.

 Emergenza incendi.

Raffaele IZZO

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Lampedusa: la nave di Msf bloccata dalla Guardia Costiera. Migranti trasferiti al largo

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L’imbarcazione Prudence di Medici senza frontiere che aveva a bordo 127 persone è stata raggiunta a 33 miglia da Lampedusa, fuori dalle acque territoriali, da due unità della Guardia Costiera

Cambio di rotta nella politica dei salvataggi dei migranti. Sono giunti in serata a Lampedusa i 127 migranti che erano a bordo della nave Prudence di Medici senza frontiere. A portarli nell’isola – dopo un trasbordo dalla stessa nave – due imbarcazioni della Guardia Costiera classe 300 uscite a 33 miglia a sud dell’isola, fuori dalle acque territoriali.

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Aggiornamento: 127 persone soccorse giovedì da nave  sono state trasferite su nave @guardiacostiera vicino 

La nave di Msf non è dunque mai arrivata a Lampedusa, secondo quanto si apprende al Viminale, come prevede il codice di regolamentazione delle Ong voluto dal ministro Minniti secondo cui le organizzazioni che non lo sottoscrivono ‘sono fuori del sistema di soccorso’. Nel pomeriggio si era invece ipotizzato uno scalo della stessa nave a Lampedusa.

Le squadre della Guardia Costiera libica hanno intanto tratto in salvo 600 migranti davanti alle coste del Paese. La principale operazione di salvataggio, si legge su media online, è avvenuta al largo di Sabratah dove sono state salvate 462 persone che erano a bordo di due gommoni. Tra loro, tunisini, marocchini, algerini, libici e sudanesi.

Un altro gruppo di 128 migranti, tra cui si trovavano molte donne e bambini è stato tratto in salvo a nord di Sabratah. Infine 43 migranti di Pakistan ed altri paesi arabi e anche diverse famiglie libiche sono state salvate dalla Guardia Costiera libica al largo di Misurata alle prime ore di venerdì.

Il presidente libanese Ghassan Salamè, inviato Onu per la Libia, martedì mattina incontrerà alla Farnesina il ministro degli Esteri Angelino Alfano. E’ il primo viaggio in Europa di Salamè da quando ha assunto la nuova funzione.

Quella di martedì sarà un’importante occasione di una valutazione approfondita del quadro politico libico  dopo gli incontri di sabato di Salamè a Tripoli, dove ha incontrato il capo del governo di unità, Fayez al Sarraj, e il ministro degli Esteri, Mohamad al Taher Siala. Il libanese Salamè ha assunto l’incarico lo scorso 22 giugno prendendo il posto dell’ex inviato Onu, Martin Kobler.

/larepubblica/Lampedusa ‘vietata’ per la nave di Msf: migranti trasferiti al largo

LA DIFESA DI MSF

Auspichiamo che venga chiarito al più presto ogni dubbio per porre fine a questo stillicidio di accuse che continua ad avvelenare il clima in una situazione sempre più cupa.

“Non abbiamo firmato il Codice di Condotta perché non conteneva elementi indispensabili per garantire l’efficacia dei soccorsi e i principi umanitari – aggiunge Msf – ma ci siamo impegnati formalmente a rispettare la maggior parte degli impegni prescritti, continuando a operare nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali e sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana (Mrcc di Roma), ribadendo l’apertura a un confronto costruttivo con tutte le autorità competenti”. Nel frattempo, “le nostre navi sono in mare e anche in questi giorni hanno effettuato soccorsi, su richiesta e sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, come è sempre stato”.

/adnkronos/Migranti, Msf: “Basta accuse”

Appalti Cuciti Su Misura (Lo Piano Saint Red)

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Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, sarebbe indagato dalla Procura di Napoli per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti cuciti su misura fra Alfredo Romeo e la Consip.

Alcuni dirigenti della società che si occupa di gran parte degli acquisti della pubblica amministrazione, la Consip, appunto, detta anche centrale acquisti, sono indagati.

Il coinvolgimento di Del Sette sarebbe avvenuto dopo le rivelazioni dell’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che nei giorni scorsi aveva raccontato ai pm di aver incaricato una società privata di effettuare una bonifica da cimici e microspie negli uffici dopo il suggerimento dello stesso comandante dei carabinieri.

Luigi Marroni avrebbe riferito che sarebbe stato il presidente della Consip Luigi Ferrara ad essere stato messo in guardia dal comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette.

Notizia che pare confermata da una dichiarazione di Ferrara allo stesso giornale il Fatto Quotidiano. «Del Sette mi disse di stare attento agli incontri che facevo con gli imprenditori e in particolare con Alfredo Romeo, e io riferii la cosa all’amministratore delegato Marroni per consigliare anche a lui le migliori regole di ingaggio per gli imprenditori, ma non ricorda di aver parlato di Romeo.

Romeo è gia’ stato arrestato dai pm napoletani Woodcock, Parascandolo e Carrano che stanno conducendo indagini a tutto campo su presunte irregolarità negli appalti.

In particolare secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe consegnato somme di denaro a un dirigente Consip per ottenere appalti cuciti su misura.

Un abito anche se cucito a mano e confezionato da un bravo sarto puo’ costare poche centinaia di euro, nulla in confronto con gli appalti miliardari da confezionare per gli amici degli amici.

Quei pensieri fuggitivi che predicono la rivoluzione mondiale EUGENIO SCALFARI

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La storia si ripete cambiando ma questa volta il cambiamento riguarda il mondo intero. Questa è l’immensa novità

Talvolta mi capita di scrivere poesie; non le ho mai pubblicate salvo in uno dei miei libri dove stilisticamente servivano da intermediazione didascalica.

Oggi per la prima volta userò, per introdurre questo articolo domenicale, alcuni versi che mi sembrano pertinenti alle riflessioni che seguono. Spero che non dispiacciano ai miei lettori.

«I nostri desideri / crescono sempre e inseguono / il ricurvo timone dell’Orsa / senza sapere / dove li condurrà.
Anch’io son preda / dei miei pensieri fuggitivi / Dove vanno non so / ma non li inseguo.
Resto sotto le stelle / che già son morte / ma la loro luce / mi illumina il destino / di quel che ancor resta / della mia lunga vita».

I desideri crescono insieme alla vecchiaia per la semplice ragione che, quali che siano, restano inappagati ma non è soltanto l’età a produrre questo risultato d’insoddisfazione, semplicemente il mancato risultato che ciascuno si propone di raggiungere: chi vuole far soldi e non ci riesce sente crescere il desiderio e così chi vuole il potere, il successo, l’amore, insomma la voglia di vivere con pienezza e non ci riesce, vede crescere quella voglia e cerca di comprenderne le motivazioni.

Sono d’ogni genere le motivazioni e chi le valuta è l’Io che alberga nell’animo nostro e ci rende consapevoli di quanto i risultati stentino ad appagarci.

Non è una questione di rango sociale, salvo nel caso della povertà assoluta. I poveri. Purtroppo sono una minoranza assai numerosa, specie in certi paesi del mondo e la loro povertà li riduce ad avvertire soltanto bisogni a livelli elementari: il cibo, il clima, il desiderio sessuale, il sonno che attenui la fatica del sopravvivere. I poveri di questi livelli tornano a riavvicinarsi al livello animalesco da cui la nostra specie proviene: l’Io è ridotto ai minimi termini e così pure la memoria. C’è un punto però che ridà all’Io una validità improvvisa ed estremamente vigorosa: quando le minoranze povere e disperate insorgono, abbattono, distruggono. L’Io che è psicologicamente singolo diventa Noi, cioè rivoluzionario.

La storia è gremita di rivoluzioni di questo genere che offrono ai poveri uno stato sociale ma offrono ai potenti il vantaggio di accrescere la loro potenza. Speculare sui poveri? Non avviene sempre, ma spesso sì. Oppure — ma assai più di rado — avviene che la rivoluzione dei poveri assuma storicamente la lettera maiuscola e siano loro a cambiare a proprio vantaggio il loro destino e quello del paese in cui vivono. Così avvenne nell’antica Roma dei pastori; così nella Macedonia di Filippo e di Alessandro che trasformarono una moltitudine di poveri in uno degli eserciti più potenti di quel mondo; così avvenne nelle tribù tartare, assire, fenicie. E poi, secoli e secoli dopo analoghi fenomeni avvennero con i Goti, i Galli, i Visigoti, i Vandali, i Longobardi.

Questa insomma è la Storia, fatta insieme dai poveri e dai ricchi, dai potenti e dalle plebi, dai saggi e dai passionali. Col passare dei secoli e dei millenni queste categorie cambiano. L’elemento politico, quello economico, sociale, religioso, si combinano, si combattono, si alleano, si sostituiscono al vertice della società, delle nazioni, del mondo. La Storia si ripete cambiando. Sempre cambierà e si ripeterà. Ora, proprio in questi anni, siamo ad uno dei cambiamenti avvenuti infinite volte ma con una differenza rispetto a prima: stavolta il cambiamento riguarda il mondo intero. Questa è la grande anzi immensa novità.

I poveri, dei quali papa Francesco parla continuamente in qualunque parte del mondo vada, in Europa, nelle Americhe, in Africa, in Oceania, con l’omissione esclusiva della Cina e della Russia, sono sempre quelli di prima, ma più politicizzati. Non sono più quelli d’un tempo. Sono tuttavia masse di manovra che premono per una politica. Quale politica? Tutto si concentra soprattutto su due temi-problemi: la politica fiscale che tende alla diminuzione della diseguaglianza; la politica economica e sociale che tende all’occupazione, all’equo salario e possibilmente alla stabilità del lavoro.

Stando ai calcoli internazionali più attendibili, interi popoli attendono e/o lottano per questi obiettivi. La cifra più attendibile si colloca attorno ai 250 milioni di persone per quanto riguarda il lasso temporale di due/tre generazioni. Naturalmente, se il percorso temporale si allunga fino a un paio di secoli, le masse in movimento passano da milioni a circa un miliardo e mezzo di popoli in libero movimento e alla ricerca di spazi sociali più negoziati. Il mondo insomma ha imboccato una storia che coinvolge masse di persone e di mutazioni globali. La tecnologia ha avuto ed avrà un ruolo fondamentale ma ferve la discussione se sia la tecnologia a dominare le persone o viceversa.

Per quel che il mio giudizio può valere penso che i due fenomeni siano profondamente integrati; il risultato è una Rivoluzione che dominerà più o meno fino al 2400, del resto altrettanto ci volle per arrivare da Dante a Shakespeare e da Giotto a Caravaggio. Non è poi molto.

Se registriamo una netta riduzione di tempo e luogo e ci occupiamo brevemente dell’Italia e dell’Europa di oggi, il giudizio appare molto più facile perché abbiamo i fatti e le cause sotto gli occhi.
Tutta la Rivoluzione mondiale della quale abbiamo fin qui parlato ha una delle sue sedi principali in Europa. Nel bene e nel male è stato il continente coloniale per eccellenza, è poco popolato rispetto al territorio ed è quello di più antica ricchezza. La Storia è stata lungamente europea, dai tempi dell’Ellade e dell’antica Roma, fino alla fine dello scorso Ottocento.

Conclusione: molti dei mutamenti che stanno per verificarsi nel mondo intero avranno come luogo e protagonista l’Europa e le principali Nazioni che la compongono: la Germania, la Francia, l’Inghilterra (Brexit a parte), l’Italia, la Spagna, la Polonia. Non dimentichiamo che il Medio Oriente, la penisola arabica e la costa africana del Mediterraneo fanno parte di questo quadro che è uno dei centri della rivoluzione mondiale.
L’Italia ha dunque un ruolo di notevole importanza. Sarebbe grave se la sua classe dirigente non se ne rendesse conto.

L’Italia deve guardare soprattutto al problema europeo e alla necessaria trasformazione del nostro continente in uno Stato federale. L’ho scritto infinite volte ma oggi lo sottolineo nel quadro d’una Rivoluzione mondiale che avrà come epicentro l’Europa. I miei, come ho scritto all’inizio, sono Pensieri fuggitivi, ma proprio per questo rappresentano l’importanza dei desideri. Pensate e agite in conseguenza, con la consapevolezza dei valori che amiamo ed attengono al passato e al futuro operando in un presente dove memoria e speranza confluiscono giorno per giorno.

/larepubblica

Coppa Italia 2017: Ascoli vs Juve Stabia, le pagelle a cura di Mario Di Capua

Termina 3-2 il match Ascoli vs Juve Stabia disputato allo stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno. Risultato che esclude le vespe dall Tim Cup.

Ecco le pagelle dei gialloblù:

Bacci 6,5 Ottima la parata su Favilli nel primo tempo, sembra dare sicurezza ai compagni ed è incolpevole sui tre goal. L’anno scorso forse meritava una chance dopo i disastri di Russo.

Nava 4.5 Non ripete la prestazione del Pinto regalando il secondo goal a Favilli e sbagliando in altre occasioni

Atanasov 5.5 Nel reparto difensivo soffre meno degli altri ma non è ancora in condizione, logicamente, vista la stazza imponente. Cerca di porre rimedio ai disastri dei compagni e la Juve Stabia attuale non può fare a meno di lui. Magnifico il salvataggio su Favilli nel secondo tempo.

Bachini 5 Sul primo goal si fa scappare Lores Varela mentre in generale non sembra sicuro. Da rivedere.

Crialese 5.5 Male nel primo tempo come tutta la squadra, nella ripresa molto meglio anche perché spinge insieme a Lisi sull’out di sinistra.

Viola 6 Soffre il primo tempo ma nella ripresa dai sui piedi nascono molte azioni pericolose della Juve Stabia. Tra i migliori delle vespe.

Calò 5 Non è in condizione e soffre tanto la categoria di differenza trovandosi a lottare con atleti come Buzzegoli e Addae. Deve crescere in personalità.

Mastalli 5.5 La fascia di capitano e le parole al miele di mister Ferrara le merita tutte. Se rimane potrebbe essere l’uomo in più di questa squadra. Lotta fino al 96′ ma la sufficienza piena non la merita per il primo tempo troppo timido

Berardi 5 Pochi spunti, soffre per i pochi palloni che arrivano in attacco nel primo tempo.

Paponi 7.5 Non sono molte le partite in cui segna, ma quando lo fa si galvanizza. Da anconetano ci teneva a far bene con i rivali storici ma dovrebbe farlo anche nelle altre partite, potrebbe essere fondamentale.

Strefezza 5.5 Non si vede come il compagno di reparto e le vespe senza le ali non volano. Mezzo voto in più di Berardi perché almeno prova a prendere qualche pallone arretrando il raggio d’azione.

Dal 1′ st Lisi 7 Nella rosa attuale è il giocatore più forte e peccato che non voglia rimanere perché è sempre più decisivo. Merita una chance in B e non è un caso che contro un team di B, entra nella ripresa e fa la differenza. Se avesse segnato una delle due occasioni avute sarebbe stato da 8.

Dal 13′ st Rosafio 6.5 Meno evidente e preponderante di Lisi, ma anche lui, in ogni sua presenza con la Juve Stabia è sempre prezioso. Sarebbe da confermare e far giocare. Merita una chance seria.

Dal 28′ st Cancellotti 6.5 Da vitalità al reparto, giocando a centrocampo sulla fascia. Sbaglia un pallone velenoso sulla trequarti, che porta l’Ascoli sul 3-1, ma poi rimedia con varie incursioni, dai cui nascono i cross del 2-3 di Paponi e un’altra chance sulla quale il centravanti anconetano arriva in ritardo.

A cura di Mario Di Capua

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Gianmarco De Feo: intervista in zona mista dopo Ascoli vs Juve Stabia (VIDEO)

Al termine della gara di Tim Cup tra l’Ascoli e la Juve Stabia, abbiamo ascoltato l’esterno d’attacco bianconero Gianmarco De Feo, autore della terza rete marchigiana, la prima con la nuova maglia.

Queste sono state le sue parole:

“Voglio ringraziare il mister per la fiducia, è stata una bella partita. La Juve Stabia è una squadra difficile, che è riuscita comunque a segnare due goal cogliendoci di sorpresa in diversi momenti. Andare a Verona, la settimana prossima, e giocare contro il Chievo rappresenta per noi un’ulteriore sfida. Andiamo lì con lo spirito giusto, sapendo che non abbiamo nulla da perdere ma solo da guadagnare. Il mio obiettivo è quello di fare sempre meglio. Dedico il goal alla mia famiglia, alla mia fidanzata e alla squadra.”

Luisa Di Capua

credit foto: Picenotime

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