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Insigne, spunta la reazione dopo le critiche: Cassano lo rincuora

I dettagli

Il Mattino racconta lo stato d’animo di Lorenzo Insigne dopo le critiche feroci ed eccessive dopo Spagna – Italia: “Non si sente solo contro tutti e domani avrà anche la sua famiglia vicino: Jenny e i suoi due bambini saranno a Reggio Emilia per assistere alla gara contro Israele, quella in cui lui vuole esserci a tutti i costi perché lo tsunami di critiche che lo hanno travolto nelle ultime ore non lo hanno lasciato indifferente. È stato il padre tra i primi a provarlo a consolare con una lunga telefonata mattutina, prima del ritorno in Italia. E poi via via anche gli altri del suo clan, compreso Antonio Cassano che gli ha inviato un sms in cui non è difficile immaginare il contenuto. D’altronde chi meglio di Cassano può sapere cosa significa passare dalle stelle alle stalle come quando si indossa quella maglia numero 10 dell’Italia?”

Berardi-Napoli: Giuntoli ci riproverà, il giocatore piace a De Laurentiis

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Il direttore sportivo Giuntoli continua il corteggiamento per portare Berardi al Napoli

Nonostante sia finito ufficialmente il calciomercato il Napoli è sempre molto attento ai giovani che si mettono in evidenza in Italia ed in Europa, ed è pronto ad investirci come riporta l’edizione di oggi del quotidiano sportivo Corriere dello Sport: “L’ultimo, in ordine di tempo, è Berardi, ventitreenne attaccante del Sassuolo che il Napoli ha provato ad acquistare subito per poi inserire in rosa tra un anno: è di questo che s’è parlato con Squinzi e con il suo manager, Simone Seghedoni. Alla fine nisba, però Giuntoli ci riproverà, questo è poco ma sicuro, anche perché il presidente ha candidamente ammesso di stimare il giocatore“.

Sconcerti: “Il Napoli doveva aggiungere qualcosa, ecco perchè ci voleva uno come Schick”

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Il giornalista Sconcerti ha espresso delle sue considerazioni sul Napoli durante il programma Domenica Sportiva

Mario Sconcerti, giornalista RAI, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul Napoli durante il programma Domenica Sportiva: “Il Napoli doveva aggiungere qualcosa. Schick ad esempio poteva essere un’aggiunta interessante perché poteva essere il giocatore da far muovere tra le linee. C’è da specificare che il ragazzo è andato alla Roma perché lì ha più probabilità di giocare”.

Perugia – Pescara 4 – 2. Brusco stop per il Pescara.

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Dopo la debordante vittoria per 5 – 1 a spese del Foggia, brusca frenata del Pescara che segna il passo dopo essere stato sconfitto per 4 – 2 al “Curi” di Perugia dalla formazione umbra, al termine di un match combattuto e pieno di occasioni per entrambe le formazioni.  La squadra pescarese subisce i primi due goal che sono simili: il primo dopo una respinta di Pigliacelli, con Di Carmine che riesce a  trovare la deviazione vincente che porta in vantaggio i biancorossi, mentre il raddoppio arrivo su un tap – in vincente di Han dopo un’ottima respinta sempre dell’estremo difensore del Pescara.

Nella ripresa il Pescara riesce a trovare con Brugman la rete che gli permette di accorciare le distanze, ma Monaco sugli sviluppi di un corner trova il 3 – 1. Benali viene atterrato in area: penalty calciato dallo stesso attaccante che sigli il  3 – 2.  Passaggio basso di Di Carmine per Terrani, che sigla il definitivo 4 – 2.

Perugia – Pescara 4–2 (2-0)

Reti: 23’, 68’ Di Carmine, 40’ Han, 53’ Brugman, 60’ Monaco, 62’ rig. Benali

Perugia (4-3-1-2): Rosati; Belmonte (C), Volta, Monaco, Zanon (76’ Del Prete); Colombatto, Bianco (81’ Emmanuello), Bandinelli; Terrani; Di Carmine, Han (65’ Falco).
A disposizione: Santopadre, Pajac, Casale, Choe Song Yhok, Mustacchio, Bonaiuti, Dossena, Nocchi.
Allenatore: D. Ciampelli.

Pescara (4-3-3): Pigliacelli; Mazzotta, Coda, Perrotta, Zampano; Proietti, Brugman , Coulibaly (64’ Valzania); Benali, Baez (64’ Ganz), Pettinari.
A disposizione: Fiorillo, Crescenzi, Balzano, Kanoute, Fornasier, Palazzi, Carraro, Cappelluzzo.
Allenatore: Z. Zeman.

Ammoniti: 19’ Zanon, 32’ Volta (PR), 21’ Baez, 26’ Coulibaly 34’ Coda, 76’ Benali (PE), 92’ Monaco (PR)

Arbitro: Gianluca Aureliano della sezione di Bologna.

Scafati e fiume Sarno, quel sogno chiamato respirare!

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Stamane Scafati si è svegliata “rivoluzionaria” ma soprattutto esausta.

La marcia che si è tenuta sul disinquinamento del Fiume Sarno, organizzata da un gruppo dignitoso e fiero di cittadini scafatesi è stata una chiara dimostrazione di “esasperazione” costante a cui l’intera popolazione è sottoposta. Io ho marciato con i miei concittadini , ho avvertito il calore della gente, la voglia di cambiare, l’unione che da forza, avvertendo un senso di appartenenza al mio territorio, quelle radici che nonostante tutto non ti fanno andar via.

La manifestazione si è svolta senza bandiere di partito, senza fini politici, senza proclami ciò che si denuncia è lo stato di degrado in cui versano le acque del fiume Sarno. Sono anni che chiediamo di intervenire, manifestazioni ne sono state fatte tante, promesse, progetti ma sono rimaste parole altrimenti oggi non ci saremmo trovati in tanti, uniti, fieri a marciare silenziosi. La dignità quando te la violano ti ferisce l’anima, credo che ci abbiano umiliato abbastanza.
La politica alle mie domande non deve rispondere “hai ragione”, ma deve dare una risposta incalzante, deve creare condizioni , risolvere problemi , avere il coraggio di ripensare alle priorità e la salute dei cittadini oltre ad essere una priorità è un diritto inviolabile.

La domanda che nasce spontanea a qualcuno è “ora che avete fatto la marcia che fate?”

La risposta è “ Chiunque voglia privarmi della dignità è destinato a perdere” diceva Nelson Mandela, la verità è che stamane la risposta a tutte le domande possibili l’ha data la massa e l’emozione dell’unione, rimarceremo, ora che ci siamo ritrovati come Popolo sappiamo che l’unica risposta da dare “Uniti sicuro non ci fermeremo”

GUARDA LA FOTOGALLERY:

 

VIDEO ViViCentro – I cittadini di Scafati contro i veleni del Fiume Sarno

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Stamane dal ponte sul Sarno, in Piazza Vittorio Veneto a Scafati, è iniziata una manifestazione apolitica a cui hanno partecipato circa 3000 cittadini scafatesi, organizzata dall’ingegnere Arcangelo Sicignano, contro i veleni del fiume Sarno. Finalmente i cittadini di Scafati hanno fatto sentire  la propria voce, stanchi di quarant’anni di miasmi a cui sono afflitti.

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F1, GP Monza 2017. Le interviste a Hamilton, Bottas, Vettel, Raikkonen

Lewis Hamilton: “Fantastico essere primo in campionato ora”; Valtteri Bottas: “Macchina incredibile grazie al lavoro del team”; Sebastian Vettel: “Abbiamo vissuto una gara difficile, ma siamo pronti per un grande finale di stagione”

Raggiante e soddisfatto Lewis Hamilton, trionfatore di questo GP d’ Italia 2017 a Monza, sesto successo stagionale. Un risultato che vale anche il primo posto nella classifica mondiale al britannico che, festeggiato ed anche fischiato sul podio, ha espresso tutto il suo piacere di correre nel Bel Paese e con una Mercedes semplicemente perfetta: Adoro questo GP e la passione dei tifosi, in particolare quest’energia che non si vede da nessun’altra parte, forse solo a Silverstone – ammette il britannico – Sono contento perchè il team ha fatto un lavoro eccezionale e dobbiamo tutto a loro. Oggi il motore Mercedes si è dimostrato superiore a quello Ferrari. Davvero fantastico essere in prima posizione nel campionato“.

Sorridente come non mai anche Valtteri Bottas compiaciuto del suo secondo posto e della monoposto guidare: Come per Lewis, all’inizio è stata complicata ma ho tenuto la testa giù recuperando passo dopo passo le posizioni e la macchina andava fortissimo. E’ stata davvero un piacere guidarla. Ringrazio il team perchè con il loro lavoro abbiamo reso possibile questo fantastico risultato”.

Sebastian Vettel acciuffa con i denti il terzo gradino del podio di Monza al termine di una gara decisamente più difficile di quanto si sarebbe atteso. Partire dalla sesta posizione non era un ottimo viatico, ma concludere i 53 giri ad oltre mezzo minuto di distacco dal rivale diretto Lewis Hamilton non può certo fare dormire sonni  tranquilli al quattro volte campione del mondo. Sul podio, davanti ad una marea di pubblico ferrarista, il tedesco ha voluto comunque “tranquillizzare” i tifosi. “Oggi abbiamo vissuto una gara difficile – ha esordito durante la intervista di Martin Brundle e Jean Alesi – ma vi posso assicurare che stiamo arrivando. In vista del finale di stagione torneremo e daremo tutto per puntare al titolo”.

Dopo il suo marchio di fabbrica “Forza Ferrari!” l’ormai ex leader della graduatoria ha analizzato il suo GP d’Italia. “Nonostante tutto è stato un Gran Premio divertente. Purtroppo partivo da dietro e non sono nemmeno stato perfetto al via, pattinando troppo e non riuscendo a recuperare posizioni prima di curva 1. Ho impiegato un po’ di tempo a trovare il giusto feeling con la mia vettura, prima di potermi fidare al cento per cento e compiere i sorpassi che mi hanno portato sul podio”.

Da quel momento, però, cos’è successo? “Non avevo il passo delle Mercedes, era chiaro, per cui ho preferito non rischiare e arrivare senza problemi al terzo posto. Negli ultimi 15-20 giri ho sentito che nella vettura qualcosa non era perfetto per cui, bene così”. 

Speravi in qualcosa di più per questa gara? “Ovviamente si spera sempre di vincere, ma oggi non era possibile, le Mercedes erano imprendibili. Dal mio punto di vista posso dire che mi sono divertito alla guida e mi sono gustato Monza con tutto questo pubblico meraviglioso. Vi ripeto, siamo pronti per il finale di stagione e lo disputeremo alla grande”.

Kimi Raikkonen: “Ho lottato tutta la gara con il bilanciamento e alla fine non potevo tenere dietro Ricciardo”

Kimi Raikkonen non si immaginava certo un GP d’Italia così grigio, prima dell’inizio di questo fine settimana. Invece, dopo una qualifica complicata (ma comunque conclusa davanti al compagno Sebastian Vettel) il finlandese ha completato i 53 giri della gara monzese senza guizzi e, anzi, subendo sorpassi che non gli possono certo aver fatto piacere. 

La conferma arriva ai microfoni di Sky Sport: “Ho avuto problemi con il posteriore della mia vettura sin dall’inizio – svela il campione del mondo 2007 – Non so quanto possano avere inciso, ma sicuramente mi sono ritrovato a lottare con il bilanciamento della mia SF70H per tutta la durata della corsa. Da metà gara sono andato leggermente meglio, ma non mi sono mai sentito veramente a mio agio. A questo punto starà a noi capire cosa non è andato nel migliore dei modi”.

Sorpreso dalla reazione della Red Bull e dal sorpasso subito da Daniel Ricciardo? “Nel duello con Daniel ovviamente lui ha sfruttato le gomme migliori (SuperSoft contro Soft) e quando mi ha attaccato nella prima chicane mi ha davvero fregato. Non mi aspettavo che frenasse così tardi, ma c’è riuscito. Se non fosse successo in quel momento, comunque, il sorpasso sarebbe arrivato poco dopo, andava troppo forte rispetto a me”.

Deluso per questo fine settimana del GP di casa? “Sicuramente si è rivelato più complicato del previsto, ma ormai dobbiamo pensare ai prossimi appuntamenti”.

redazione sportiva / oasport

GP Monza 2017: dominio Mercedes, 3° Vettel, 5° Raikkonen. Classifiche

Lewis Hamilton trionfa nel tempio della velocità e si prende la vetta solitaria per la prima volta nel 2017. Sebastian Vettel chiude terzo.

Lewis Hamilton su Mercedes ha vinto il GP d’Italia a Monza dominando la scena davanti al compagno di squadra Valtteri Bottas ed alla Ferrari di Sebastian Vettel. Quinta piazza per l’altra Rossa di Kimi Raikkonen dietro ad un grande Daniel Ricciardo. Sesta vittoria stagionale che vale al britannico la testa della graduatoria mondiale

ORDINE D’ARRIVO GP ITALIA 2017 

01 Lewis Hamilton (Mercedes)
02 Valtteri Bottas (Mercedes)
03 Sebastian Vettel (Ferrari)
04 Daniel Ricciardo (Red Bull)
05 Kimi Raikkonen (Ferrari)
06 Esteban Ocon (Force India)
07 Lance Stroll (Williams)
08 Felipe Massa (Williams)
09 Sergio Perez (Force India)
10 Max Verstappen (Red Bull)
11 Kevin Magnussen (Haas)
12 Daniil Kvyat (Toro Rosso)
13 Nico Hulkenberg (Force India)
14 Carlos Sainz (Toro Rosso)
15 Sebastien Grosjean (Haas)
16 Pascal Wehrlein (Sauber)
17 Fernando Alonso (McLaren)
18 Marcus Ericsson (Sauber)

Grazie alla vittoria odierna, Lewis Hamilton (Mercedes) conquista la vetta della classifica generale, riuscendovi per la prima volta a starci in maniera solitaria, dopo averla condivisa con Sebastian Vettel (Ferrari) al termine del secondo appuntamento stagionale, in Cina.

Questo il riepilogo della top ten della graduatoria piloti, a -8 round dalla fine:

1° Hamilton (Gran Bretagna-Mercedes) 238 punti
2° Vettel (Germania-Ferrari) 235
3° Bottas (Finlandia-Mercedes) 197
4° Ricciardo (Australia-Red Bull) 144
5° Raikkonen (Finlandia-Ferrari) 138
6° Verstappen (Olanda-Red Bull) 68
7° Perez (Messico-Force India) 58
8° Ocon (Francia-Force India) 55
9° Sainz (Spagna-Toro Rosso) 36
10° Hulkenberg (Germania-Renault) 34

Mercedes, quindi, allunga ulteriormente sulla concorrenza anche nella classifica costruttori, grazie alla doppietta maturata quest’oggi sul tracciato di Monza.

Questa la graduatoria nel costruttori:

1° Mercedes 435 punti
2° Ferrari 373
3° Red Bull 212
4° Force India 113
5° Williams 55
6° Toro Rosso 40
7° Haas 35
8° Renault 34
9° McLaren 11
10° Sauber 5

redazione sportiva /oasport

Ounas-Napoli, Giuntoli lo seguiva da 2 anni: i dettagli

Ounas-Napoli, Giuntoli lo seguiva da 2 anni: i dettagli

La Gazzetta dello Sport scrive sull’arrivo di Adam Ounas al Napoli: “Giuntoli lo segue da due stagioni. Anzi, se Ounas è arrivato a Napoli – e non è finito altrove – è proprio perché il direttore sportivo del club azzurro è rimasto incantato dalla sua prima apparizione tra i professionisti (23 partite e 5 reti in Ligue 1 2015-16). Nell’ultima annata Ounas non ha avuto la stessa continuità di rendimento e qualche grande club, Manchester United in primis, si è ritirato in buon ordine. Non a caso è stato il primo, ed il più costoso, acquisto (dieci milioni di euro) di questo mercato. Sarri ha dato il suo assenso perché un calciatore con le caratteristiche di Ounas in organico non c’era ed ha insistito per averlo con sé sin dall’inizio del ritiro in quanto ha voluto immediatamente iniziare ad insegnare al giovane Adam i segreti del suo 4-3-3”.

Jorginho, un brutto colpo al piede lo mette in dubbio per Bologna

Jorginho, un brutto colpo al piede lo mette in dubbio per Bologna

Brivido Jorginho in vista del match di Bologna. Come scrive Il Corriere dello Sport, il centrocampista ha subito una botta al piede in allenamento: “Due giorni di riposo dopo la tempesta: quella che ieri si è abbattuta su Napoli, rinfrescando la prima seduta mattutina della squadra dopo tanti pomeriggi di afa. Ma questa è un’altra storia. Il dato sensibile è un altro: oggi e domani tutti a casa a scaricare fatica e tensioni, e poi da martedì si farà sul serio. Verso Bologna: con il piccolo brivido della verifica delle condizioni di Jorginho, ieri vittima di un colpo a un piede. Martedì pomeriggio in sede si tornerà in campo con il dubbio di Jorginho, ieri ko per una botta a un piede che non dovrebbe lasciare strascichi, ma che per precauzione sarà controllata ancora con dovizia. Bologna è nel mirino”.

Il Napoli non molla Rulli, la Real Sociedad apre alla cessione

Il Napoli non molla Rulli, la Real Sociedad apre alla cessione

Geronimo Rulli in azzurro la prossima estate: si puo’. In queste ore la Real Sociedad e’ tornata nuovamente ad aprire le porte al dialogo con il Napoli, prendendo atto dell’intesa che il portiere argentino e il club azzurro hanno da tempo raggiunto e soprattutto del feeling tra il ds Giuntoli e i vertici del Manchester City, proprietario del 30 per cento del cartellino.

Come riporta Il Mattino: “Da mesi l’agente ha avviato i contatti con il ds Giuntoli e ha fatto di tutto per chiudere il trasferimento. E cio’ ha messo pressione alla dirigenza della Real che continua, comunque, a chiedere 28 milioni di euro per il trasferimento, mentre il Napoli e’ fermo a 16 milioni e su questa base intende aprire la trattativa. De Laurentiis deve trovare due portieri la prossima estate, a meno che non decida di rinnovare il contratto a Reina, visto anche l’addio di Rafael”.

Rinnovo Ghoulam, le parti sono ai dettagli: accordo fino al 2022

Rinnovo Ghoulam, le parti sono ai dettagli: accordo fino al 2022

Secondo Il Corriere dello Sport, per il rinnovo di Faouzi Ghoulam manca davvero solo l’annuncio. Le parti sono ad un passo dal siglare un nuovo accordo fino al 2022 con piena soddisfazione reciproca. Per il Napoli è stato sempre incedibile mentre Ghoulam dalla sua non ha mai espresso la volontà di andare via nonostante il contratto fosse in scadenza tra menodi 12 mesi. L’annuncio ufficiale, molto probabilmente, verrà dato quando ci sarà l’accordo pieno sulla clausola rescissoria.

Coppa Italia: Barano il derby è tuo! Un gol di Arcamone decide il match a Procida

Un gol di Kikko Arcamone nei primi minuti di gioco regala al Barano Calcio il successo nel primo impegno stagionale di Coppa. In casa del Procida del duo Iovine/Lubrano, gli aquilotti giocano una gara attenta, concedendo poco ai biancorossi, e più volte sfiorano il raddoppio. Segnali positivi, pertanto, per mister Monti a pochi giorni dall’inizio del campionato.

Lo schieramento. Mister Monti, con solo 16 giocatori a disposizione, opta per il 4-4-2. Lo schieramento del Barano prevede Martucci tra i pali; la linea difensiva a 4 è composta, da destra verso sinistra, da Errichiello, Chiariello, Monti e Di Costanzo; in mediana ci sono Biondi e Capone, con Manieri a sinistra e Kikko Arcamone a destra; in avanti Angelo Arcamone e Pasquale Rizzo.

La partita. Pronti via e gli aquilotti si portano, al minuto numero 3, in vantaggio con il gol di G. Arcamone, che con un bel guizzo beffa la difesa procidana. Dopo la rete del vantaggio, gli aquilotti giocano una gara di grande attenzione, concedendo pochissimo ai padroni di casa. I biancorossi si rendono pericolosi poco prima della mezz’ora con Costagliola, ma Martucci è attento. E’ al 34’ però che il Barano rischia grosso: il Procida beneficia di un calcio di rigore, ma L. Costagliola manda alto sopra la traversa. Nella ripresa, il Barano mette in seria difficoltà i padroni di casa. Rizzo e compagni colpiscono un palo e sfiorano in più circostanze la rete del raddoppio. La retroguardia continua a svolgere in maniera impeccabile il proprio compito, ben controllando i biancorossi. Finisce così uno a zero per gli aquilotti, che centrano subito la vittoria alla prima uscita ufficiale della nuova stagione. Mercoledì 13, il secondo atto della gara, con la gara di ritorno prevista al “Don Luigi Di Iorio”.

Tabellino

ISOLA DI PROCIDA – BARANO 0 – 1

ISOLA DI PROCIDA: Telese (63’ Lamarra), Mammalella, Lubrano Lavadera V. (55’ Esposito), Saurino, Micallo, Russo, Muro (51’ Lubrano Lavadera P.), Di Spigna (73’ Barone), Costagliola L. (60’ Vanzanella), Costagliola A., Cibelli. All. Iovine/Lubrano Lavadera.

A disposizione: D’Orio, Santoro.

BARANO: Martucci, Errichiello, Di Costanzo, Biondi, Chiariello, Monti, Manieri, Capone, Rizzo (46’ Accurso), Arcamone G.Giuseppe, Arcamone Angelo. All. Monti

A disposizione: Di Chiara, Trani, Scritturale, Cuomo.

ARBITRO: Gennaro Decimo di Napoli (ass. Savino e Pollaro di Napoli)

RETE: 3’ pt Arcamone G.Giuseppe (Barano).

NOTE: Ammoniti: Muro Fabrizio (Procida), Saurino Ciro (Procida), Cibelli Biagio (Procida), Di Costanzo Antonio (Barano), Biondi Biagio (Barano), Arcamone G.Giuseppe (Barano).

Spettatori: 250 circa.

Messaggi Spaziali (Lo Piano Saint Red)

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Finite le vacanze, tutti i partiti sono entrati in fibrillazione, i grossi papaveri politici scenderanno in campo in prima persona. Gia’ via etere attraverso svariati messaggi spaziali, si sono scambiati insulti e improperi, uniti a effusioni, smancerie e dolci messaggi. 

Ha poca importanza se fino a qualche giorno prima si erano scannati, avevano fatto eterno bisticcio, o si erano lasciati andare a dichiarazioni molto pesanti.
Alla luce dei fatti anche un nemico puo’ trasformarsi in amico fraterno, l’importante e’ che abbia nel suo bagaglio politico, un discreto numero di voti da offrire in dote su un piatto d’argento.
In parole povere, i capoccioni politici romani, cercheranno con ogni mezzo di trovare nuove strategie, nuovi comparaggi e alleanze, per tentare di racimolare quanti piu’ voti possibili per restare incollati alle loro poltrone gia’ usurate dal tempo.
Sembra che a Montecitorio e Palazzo Madama, il “vintage” sia tornato prepotentemente di moda, si indosseranno abiti politici girati e “ruvutati” piu’ volte a causa dell’usura del tempo.
In Sicilia in vista delle elezioni che si svolgeranno in una Domenica tra Ottobre e Novembre, nel partito democratico ancora non si e’ trovato un accordo comune.   Crocetta vuole presentarsi come indipendente, mentre il segretario del Partito democratico vorrebbe che facesse un passo indietro come i gamberi e appoggiasse Fabrizio Micari, Rettore dell’Universita’ di Palermo.
La proposta e’ stata fatta sotto forma di ticket, ma Crocette, se non vi saranno delle novita’, ha gia’  presentato agli elettori il suo manifesto elettorale “Liberi”. Nel simbolo campeggiano lo stemma della Trinacria, e il megafono con cui Crocetta si presento’ e vinse le elezioni.
A distanza di 4 anni sembra che i Siciliani vogliano cambiare pagina, la cura Crocetta non ha dato i risultati sperati, anzi la Sicilia e’ stata trascinata in un vortice deficitario da cui sara’ difficile riprendersi. In questo caso Crocetta ha fatto retrocedere la Sicilia, sono stati fatti salti da gambero, solo lui sembra che non se ne sia reso conto.
In corsa  per il  titolo iridato a Palazzo d’Orleans vi sono 3 candidati primari:
Giancarlo Cancellieri del M5S
Nello Musumeci del centrodestra
Fabrizio Micari PD
Rosario Crocetta.. quarto incomodo.

COMUNICATO ViViCentro – Juve Stabia, settore giovanile: un’occasione persa per stare in silenzio

Juve Stabia, settore giovanile: un’occasione persa per stare in silenzio

Fino ad oggi c’è sempre stato silenzio e ci auguravamo che questo silenzio continuasse dopo le brutte accuse mosse nei nostri riguardi alcuni mesi fa. Purtroppo ci ritroviamo ancora una volta a dover rispondere ad accuse infondate e prive di senso. Forse il lume della ragione è andato perduto. Come al solito si è persa ancora una volta l’occasione per fare silenzio, magari pensare a ciò che è più importante per guidare un settore giovanile e un’altra società di calcio. Ancora una volta si cerca di sminuire, dopo offese piovute senza motivo, la nostra professionalità.

Noi non abbiamo mai utilizzato i giovani e le loro famiglie per raggiungere scopi personali e credibilità, anzi abbiamo provato in tutti i modi a dare una enorme visibilità all’intero settore giovanile; visibilità che non aveva mai avuto, a causa della totale assenza di interessi da parte dei colleghi locali e nazionali. Il nostro lavoro ha dato modo a club importanti di visionare e prendere notizie su giovani calciatori della Juve Stabia che, altrimenti, sarebbero rimasti nell’anonimato.

La qualità del nostro lavoro è testimoniata dall’affetto e dalla stima che le Vespette e le loro famiglie ci hanno mostrato in questi due mesi, cioè in questo brutto periodo fatto di assenza di riconoscenza. In questo anno e mezzo abbiamo sacrificato per il bene di un progetto la nostra vita privata, abbiamo investito capitali e utilizzato le nostre costose attrezzature (che nessuno ci ha regalato) ricevendo al termine dell’anno nessuna gratitudine. Non abbiamo mai preteso una ricompensa economica (che comunque non ci è stata mai data) per il lavoro come ufficio stampa del settore giovanile (sul nostro sito ci sono le prove dei tanti comunicati ufficiali che abbiamo elaborato). Ora che i rapporti si sono incrinati ci definiscono semplici “cronisti”, ma è possibile affidare un ruolo così importante e delicato quale quello di scrivere dei comunicati a dei semplici cronisti? O è più corretto pensare che mossi dalla rabbia ora non ci considerino più giornalisti?

La nostra qualifica invece è certificata da professionisti, da un’iscrizione ad un albo e da anni di gavetta e duro lavoro che ci hanno permesso di entrare a far parte dell’Unione Sportiva Stampa Italiana; solo da questi professionisti possiamo accettare commenti e valutazione sul nostro grado di preparazione, il resto lo consideriamo soltanto chiacchiere da bar.
La nostra umiltà, semplicità e disponibilità è riconosciuta da tanti e peccato per chi si sia prestato a rendere pubblico un messaggio che va a screditare il lavoro altrui.

Il nostro videomessaggio, di venerdì sera (1 settembre), ha avuto l’intento di soddisfare le richieste di genitori e ragazzi che ci chiedevano il motivo della nostra assenza dai campi di allenamento. Messaggio che avremmo voluto fare prima del 7 agosto (giorno di inizio dell’attività del settore) ma che abbiamo tardato a fare aspettando un incontro di chiarimento che mai ci è stato proposto. Un passaggio del nostro videomessaggio era: “Riportate bene quello che è stato detto questa sera, visto che c’è un video”, ma ancora una volta ciò non è stato fatto, in quanto c’è qualcuno che ha interessi personali in questa storia, che ha la voglia di potersi fregiare di titoli finti che fino a pochi giorni fa dichiarava di non volere assumere; titoli che lasciano il tempo che trovano. Si possono anche imporre silenzi, preannunciare eventuali allontanamenti, ma la stima e i rapporti personali non si possono cancellare. Il tempo è galantuomo e alla fine dirà sempre la verità, verità che conosciamo bene tutti. Beato chi è andato, peccato per chi è rimasto! A questo punto la porta che avevamo lasciato semichiusa (nella speranza di trovare una soluzione), si chiude definitivamente per questa gestione, con un grosso in bocca al lupo ai ragazzi e ai loro mister, a preparatori e dottori. Con la speranza di un futuro migliore per tutti loro…

In conclusione ci sembra assurdo che ora, per accusare e screditare noi, vengano usati termini come ‘prezzolati’ e giullari quando le stesse persone qualche tempo fa, ci chiedevano di scrivere articoli con un taglio decisamente accusatorio verso altri. La nostra libertà di pensiero e autonomia, anche se non condivisa, non può essere messa in dubbio, in particolare da chi si dovrebbe preoccupare di altro e non della gestione del nostro quotidiano.

di Mario Vollono, vice direttore di ViViCentro.it, e di Ciro Novellino, caporedattore

 

Preso anche il quarto uomo del duplice stupro di Rimini. Gli altri tre erano in consegna da ieri. Cosa sappiamo

Il quarto componente del gruppo è stato fermato stamattina in stazione: è un ventenne congolese che stava per fuggire in treno  ed è l’unico maggiorenne del gruppo. Gli altri tre, due marocchini (15 e 16 anni) e un nigeriano (17 anni) sono in fermo da ieri e hanno già confessato

Dopo una settimana è arrivata la svolta nelle indagini sul duplice stupro di Rimini, con tutti e i quattro componenti del branco che sono stati assicurati alla giustizia. Nel pomeriggio di sabato due fratelli marocchini di 15 e 16 anni si sono presentati in una caserma dei carabinieri di Montecchio, in provincia di Pesaro, e hanno confessato di aver partecipato alla notte di violenze del 26 agosto in cui fu stuprata una ragazza polacca sulla spiaggia di Miramare e successivamente una trans peruviana lungo la statale. Nella notte arrestato il quarto uomo del branco dagli agenti della Squadra Mobile e dello Sco alla stazione di Rimini ed è già stato portato in a Questura: secondo gli inquirenti stava per darsi alla fuga in treno. Il ragazzo, 20enne congolese, era forse il capo del branco.

L’arresto di un 17enne nigeriano dopo l’interrogatorio dei due marocchini

Anche grazie agli elementi forniti dai due minorenni, nella serata di sabato gli uomini dello Sco di Rimini hanno arrestato in strada nel pesarese un 17enne nigeriano. Il branco sarebbe interamente composto di residenti nel comune di Vallefoglia, nel pesarese ma vicino al confine con la Romagna, e tre dei componenti avrebbero lievi precedenti penali per spaccio e furti.

La pista dello ‘stupro in trasferta’

Si conferma quindi la pista dello ‘stupro in trasferta’ che era stata subito la più accreditata dagli inquirenti. Tra l’altro è spuntata una terza aggressione all’indomani di quella folle notte di violenza: sarebbe riconducibile al branco anche la rapina ai danni di una coppietta che si era appartata su un lettino in una spiaggia di Pesaro, derubata dei cellulari ma riuscita a fuggire.

Le pressioni mediatiche hanno portato i due a confessare lo stupro

I due fratelli avrebbero raccontato di aver deciso di confessare dopo le pressioni investigative e mediatiche, culminate nella pubblicazione del fotogramma di un video di sorveglianza che li ritrae la notte delle violenze. Poche ore prima della svolta, i telegiornali avevano diffuso un fotogramma tratto dal filmato ripreso da una telecamera di sorveglianza che mostrava tre giovani in bermuda e di spalle mentre camminano dalla spiaggia del Bagno 130 di Miramare verso la statale, luogo della seconda violenza a una trans peruviana.

Il cerchio si è chiuso dopo l’identificazione della trans

Due di loro indossavano cappellini da baseball mentre il terzo aveva il capo coperto dal cappuccio della felpa. Un giovane sembra anche trasportare una borsa sportiva a tracolla mentre non si vede il quarto giovane, dalla pelle nera e in canottiera bianca, che è stato descritto come il capo del branco. Il cerchio sul branco si è chiuso, anche grazie all’identificazione fatta dalla trans peruviana e dal ragazzo polacco che accompagnava la giovane connazionale stuprata e alle impronte digitali trovate sui frammenti di una bottiglia rotta con cui era stata minacciata la stessa trans.

redazione/agi/repubblica

La strada maestra per vincere la sfida della povertà

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Servono politiche a sostegno del lavoro e contro le diseguaglianze. Sono convinto che una pratica del genere sia di sinistra.

HO MOLTO piacere di aver letto sul Messaggero di ieri il primo articolo di Luca Ricolfi che fin qui collaborò con Il Sole 24 Ore con articoli a volte più tecnici che politici. Ricolfi tocca un problema centrale per le società moderne: il lavoro e l’occupazione. È un tema della massima importanza e lo è sempre stato sia per i suoi aspetti politici sia per quelli economici e sociali. Vorrei aggiungere che Ricolfi accenna nel finale del suo articolo a questo tema senza però svilupparlo. Il lavoro e l’occupazione ovviamente non esauriscono affatto la natura di una società ma la caratterizzano con le loro diversità. È diverso il tasso di occupazione tra giovani e anziani (direi che i cinquantenni sono il punto di divisione tra le due stagioni). È diverso se il lavoro viene offerto da grandi o da medie o da piccole imprese, alcune addirittura di carattere familiare. È diverso il modo in cui lo Stato aiuta queste varie categorie imprenditoriali. È diversa la mobilità del lavoro, che in larga parte dipende dalla natura delle produzioni e dei materiali tecnici applicati. E anche il commercio, se è confinato all’interno di un’area limitata o è invece esteso al mondo intero. In sostanza lavoro e occupazione caratterizzano una società e spesso addirittura un’intera Nazione e/o un aggregato di Nazioni.

Fin qui non abbiamo ancora parlato di altri tre aspetti fondamentali, necessari per una visione d’insieme della vita sociale: la politica, l’immigrazione, la povertà.

L’esame di questi tre aspetti permette una visione completa della storia del mondo in cui viviamo.

Cominciamo dal tema dei poveri, il più sentito dalle religioni e da quella cattolico-cristiana in particolare.
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Dalle religioni cristiane certo, perché Gesù di Nazareth che ne fu il fondatore era un povero che predicava ai poveri. Ma in realtà i poveri furono l’alimento di quasi tutte le sommosse, le predicazioni e le rivoluzioni nella storia d’un mondo sempre più affollato come numero d’abitanti.

La ricchezza non è quasi mai stata la condizione generale d’un Paese e neppure di una singola regione. È molto raro che ciò sia accaduto. In una società territorialmente vasta i poveri sono sempre stati la maggioranza, rivaleggiando spesso con il ceto medio. La minoranza era la classe ricca, nobile, spesso anche detentrice del potere politico. Sommosse e rivoluzioni modificavano profondamente questo stato di cose, ma in breve tempo tutto tornava come prima. Spesso la composizione sociale e politica era cambiata e i rivoltosi di ieri diventavano i potenti e i ricchi di oggi, ma il numero era fortemente rimpicciolito e la natura del ceto medio era cambiata. Questi erano i sommovimenti provocati dalle rivoluzioni. Assai meno dalle sommosse, i cui effetti sociali duravano ben poco e tutto riprendeva come prima, con qualche misura punitiva che sanzionava il fatto di essersi ribellati.

C’è un punto tuttavia sul quale converrà soffermarsi: i poveri. Possibile che ci siano sempre stati e sempre ci saranno? Il mondo va avanti, la vita sempre cambia, la tecnologia è in crescita costante, ma i poveri sono lì, senza lavoro, senza reddito compatibile, senza le forze di eliminare o almeno fortemente modificare quella loro condizione.

A volte il loro numero, in rapporto al numero totale degli abitanti di quel territorio, diminuisce e questo è un gran successo. Stabilmente? Sì, a volte stabilmente. Nella società comunista, dalla fine dell’ultima guerra (vittoriosa) ad oggi con la Russia di Putin, i poveri sono diminuiti se non addirittura scomparsi. Sono abbastanza prossimi al ceto medio. Forse è quest’ultimo che ha abbassato il proprio tenore di vita.

Comunque, in una visione d’insieme, le condizioni generali sembrano apparentemente aver eliminato i poveri. C’è però un peggioramento di altra natura ma di non minore gravità: hanno perso la libertà. Non totalmente ma sostanzialmente. Si dirà che è meglio un miglioramento sociale che un peggioramento politico. Dipende dai punti di vista.

Insomma e per concludere su questo punto, i poveri ci sono sempre. Variano le cause della loro esistenza. La causa di oggi ha come effetto l’emigrazione. Da alcune zone del mondo, per ragioni economiche e politiche, interi popoli si allontanano cercando uno stato sociale più conveniente, ma non lo trovano, anzi precipitano in sistemi peggiori, morte compresa o prigionia o prostituzione o schiavitù. Comunque suscitano problemi sociali e politici nei Paesi nei quali arrivano. La pratica di quei Paesi (di fatto l’Europa e soprattutto quella che si affaccia sul Mediterraneo, ma anche il Medio Oriente) è duplice: c’è una parte della pubblica opinione che vuole chiudere loro le porte in faccia e ributtarli a mare; un’altra parte vede il beneficio economico di farli lavorare, magari pro tempore e clandestinamente. Infine un’altra parte ancora cerca di ricondurli alla zona di partenza, mutando sul luogo le condizioni e creando lavoro e reddito compatibile.

Questa è la linea che le tre maggiori potenze dell’Europa mediterranea, Francia, Italia, Spagna, più la Germania per ragione di autorevolezza politica, stanno ora perseguendo.

Questa politica farà scomparire i poveri? Purtroppo no. Indicherà piuttosto sui territori le persone coinvolte dai suddetti programmi, ma i poveri dei Paesi africani, e non soltanto quelli ma molti di più, rappresentano a dir poco mezzo miliardo di persone dei quasi otto miliardi che abitano il pianeta.

Mezzo miliardo o, più probabilmente, ottocento milioni di poveri, derelitti, decisi ad abbandonare i loro Paesi e ad affrontare la libertà di movimento con tutti i rischi, le avventure e la morte alla quale vanno incontro.

Papa Francesco, che è per ovvie ragioni estremamente sensibile all’esistenza e alla terribile vita dei poveri, ha definito questo fenomeno con la parola «meticciato» al quale dà per molte ragioni un significato positivo.

Ne abbiamo parlato più volte su queste colonne, ma oggi torna ancora un’occasione attuale. I popoli decisi a muoversi oggi vivono in condizioni di estrema indigenza e puntano all’emigrazione possibilmente verso l’Europa. Non vengono soltanto dal Sud del mondo, ma anche dall’Est.

La Chiesa vede l’intreccio culturale, sociale e sessuale tra popolazioni profondamente diverse come un fatto molto positivo e da parte sua lo incoraggia; ne predice la positività; esorta verso politiche che favoriscano il fenomeno e ne traggano anche conseguenze religiose. Papa Francesco, come è noto, predica l’esistenza di un Dio unico che affratella tutte le razze umane e stronca i fondamentalismi religiosi che ancora insanguinano il pianeta.

Il Dio unico, per chi ha fede, e il mescolamento delle razze che dà luogo al meticciato sarebbero avvenimenti decisivi contro la povertà e a favore di politiche consone a raggiungere quei risultati. Politiche che sostengano lavoro e occupazione, specie per i giovani, aiutando gli anziani con pensioni che assicurino loro la vita, e puntino sulla lotta alle diseguaglianze, sul taglio consistente del cuneo fiscale e sul suo finanziamento attraverso imposte di natura patrimoniale.

Una pratica del genere può definirsi di sinistra? Personalmente sono convinto che sia una politica di sinistra e mi auguro un governo, dopo la naturale scadenza della legislatura, che la attui e la diffonda a livello europeo. Sarebbe un passo essenziale anche per l’unità dell’Europa, che non cesso di auspicare federale e quindi unitaria e democratica, con l’obiettivo di far diminuire o addirittura di abolire la povertà nel nostro continente.

repubblica/La strada maestra per vincere la sfida della povertà EUGENIO SCALFARI

 

Kim testa la super bomba atomica. E sale la tensione internazionale

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La reazione americana: Trump chiama Shinzo Abe, mentre il Pentagono pensa a un dispiegamento di bombardieri “invisibili” in Corea del Sud. E l’intelligence Usa traccia un primo quadro dell’arsenale nucleare a disposizione di Kim Jong-un

La Corea del Nord ha condotto il suo sesto test nucleare con una bomba all’idrogeno. La conferma alla fine è arrivata direttamente dal regime di Pyongyang, come riferisce l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.

Una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 è stata registrata vicino a Sungjibaegam, nella zona nordorientale del Paese alle 12 ora locale (5.30 ora italiana). L’esercito sudcoreano aveva parlato di un sisma artificiale causato da un’esplosione sotterranea. Poi la conferma del Giappone, stamattina, da parte del ministro degli Esteri nipponico, Taro Kono.

Questo terremoto artificiale è stato 9,8 volte più potente rispetto a quello provocato dal quinto test nucleare, ha dichiarato l’agenzia meteorologica di Seoul. Un ricercatore statunitense ha dichiarato alla Bbc che questo è il più grande test atomico condotto fino a ora dalla Corea del Nord: aveva una potenza di circa 100 kilotoni, circa 4 o 5 volte più forte della bomba atomica sganciata a Nagasaki, in Giappone, nel 1945. Lo riferisce l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, spiegando che un kilotone è equivalente a mille tonnellate di Tnt.

La Corea del Nord, confermando di avere testato con successo una bomba a idrogeno, ha sottolineato come questa possa essere caricata su un missile balistico intercontinentale Icbm e aggiunto che il test è stato condotto per “esaminare e confermare l’accuratezza e la credibilità” della tecnologia di Pyongyang.

Prima della conferma, subito dopo la notizia del terremoto, il premier giapponese Shinzo Abe aveva dichiarato ai giornalisti: “Se quello della Corea del Nord è davvero un test nucleare, è una cosa assolutamente inaccettabile e dobbiamo presentare una severa protesta”.

L’Usgs, l’agenzia sismologica statunitense, dal canto suo aveva fatto notare come l’esplosione fosse avvenuta in una zona situata vicino al sito in cui in passato il regime di Pyongyang faceva esperimenti nucleari.

Una seconda scossa, di magnitudo 4.6, è stata registrata poco dopo non lontano dallo stesso posto della prima.

Due giorni fa il vice ministro della Difesa sudcoreano Suh Choo-suk aveva avvertito: “C’è la possibilità di provocazioni strategiche, inclusi lanci di missili balistici aggiuntivi e un sesto test nucleare”.

In un primo momento la scossa era stata valutata di magnitudo 5.2, finché il Chinese Earthquake Networks, l’agenzia sismologica cinese, ha fissato l’intensità del sisma a 6.3. Circa un’ora dopo c’è stata una seconda scossa di intensità pari a 4.6 della scala Richter. Un evento che arriva all’indomani della notizia, apparsa sui media nordcoreani, che gli scienziati di Pyongyang avevano messo a punto un ordigno a idrogeno molto potente e di dimensioni estremamente ridotte, da potere essere montato su un missile balistico intercontinentale Icbm.

A quanto riferito dalla Korean Central News Agency (KCNA),Kim Jong-un era presente in fabbrica l’ordigno nucleare è stato caricato su un missile. La bomba ha un potere esplosivo regolabile fino a “centinaia” di chilotoni e può essere fatta esplodere ad elevate altitudini, aggiunge la KCNA.

redazione/adnkronos/repubblica – foto: Greenreport

Incidente con Suv

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Ho assistito ad un incidente tra un anziano e un Suv, ovvero un passeggino.

Una giovane mamma distratta che parla al cellulare mentre spinge il passeggino, che ormai sono dei SUV, accanto un’altra mamma con altro passeggino. Le giovani mamme che spingono il passeggino possono parlare al cellulare? Me lo chiedo dopo aver vissuto questa esperienza.

Una scena cruenta in cui un anziano è stato ferito, stretto in una morsa tra due passeggini. Una mamma tutta presa dal discorso con una sola mano che guida questo grosso passeggino e continua ad avanzare inesorabile mentre il figlio seduto, col ditino, indica l’anziano che avanza. Acuto il figlio, la mamma un po’ meno.

Oggi sono così sofisticati i passeggini che ci sarebbe bisogno della patente. Patente che, ad esempio, proibisca a due mammine amiche di procedere affiancate occupando tutto il marciapiede. Loro chiacchierano e gli altri devono buttarsi ai lati del marciapiede come provetti stuntman per non essere falciati. Ma non è tutta colpa delle mamme. Non tutte sono maleducate, pensando di essere le sole ad aver precedenza o di dover occupare tutto il marciapiede, ma hanno le loro colpe soprattutto i costruttori di questi passeggini. Ormai badano solo al design che all’effettivo scopo. Ci sono quelli con le gomme da neve che devi pompare al distributore. Altri che hanno il paraurti da Humvee. Ammortizzatori mai visti da Parigi-Dakar e certi hanno il sistema che li fa parcheggiare da soli.

Sono le strade di oggi, che sono diventate una giungla e la conseguenza è stata che l’uomo e la donna si sono attrezzati per sopravvivere in questa giungla. Perché dai passeggini possiamo passare tranquillamente anche a quello che ti viene addosso per la strada mentre cammina scrivendo messaggi al cellulare o quello che parlando da solo con le cuffiette attraversa magari con il rosso. È la solitudine dell’uomo “civilizzato” di queste “civili” città.

Camminare è un esercizio che molti non sanno più fare. Nessuno che ti guarda negli occhi e tutti presi da una volontaria distrazione. Camminare è un buco da riempire con qualcosa. Ci vuole sempre qualche cosa da fare, un qualcuno che ti parli, un sottofondo che ti sostenga, un rumore che ti aiuti (come una droga), perché nel silenzio l’uomo ormai è perso. Forse perché nel silenzio siamo costretti a fare i conti con noi stessi, a guardarci negli occhi e tutto questo oggi è insostenibile. “L’insostenibile leggerezza del silenzio”.

Vincenzo Vanacore

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Qualificazioni Russia 2018: Spagna vs Italia, 3-0 (Highlights)

L’Italia non ce l’ha fatta la espugnare il Bernabeu. Isco e Morata regalano il successo alle furie rosse, per gli azzurri s’intravede lo spettro degli spareggi. Queste le formazioni ufficiali:

Spagna (4-2-3-1):
de Gea;
Carvajal, Piquè, Ramos, Busquets;
Koke, Iniesta;
Koke, Isco, Alba;
Asensio.

Italia (4-2-4):
Buffon;
Spinazzola, Barzagli, Bonucci, Darmian;
De Rossi, Verratti;
Candreva, Belotti, Immobile, Insigne.

Era lecito aspettarsi di più da questa nazionale visti i precedenti risultati e le ottime prestazioni fornite anche nelle ultime amichevoli, ma cosi non è stato.

Una squadra in ritardo su ogni pallone, che fatica a costruire gioco, ripartire e creare occasioni da gol.

C’è da chiedersi se è stato corretto affidarsi a questo sistema di gioco, un 4-2-4 troppo spregiudicato nel quale a pagarne le conseguenze sono stati in primis Verratti e De Rossi incapaci di far iniziare la manovra perché chiusi nella morsa del centrocampo spagnolo in evidente superiorità numerica e poi con Immobile e Belotti, spesso costretti ad un lavoro di ripiegamento importante. Brutta prestazione di Insigne davvero poco presente nel gioco, chiuso in ogni spazio da un ottimo Carvajal.

Ora c’è da recuperare energie fisiche ma soprattutto mentali ed affrontare al meglio la gara del 5 Settembre contro Israele che dista di 4 punti ed avere quindi la certezza matematica di accedere agli spareggi di Novembre.

https://www.youtube.com/watch?v=zqWGeSAGqmk

Giovanni De Falco

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