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Salerno, abusi sessuali in ospedale: medico assolto dopo 13 anni

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Salerno, abusi sessuali in ospedale: medico assolto dopo 13 anni

Salerno, si è concluso il procedimento legale contro un medico accusato di aver perpetrato abusi sessuali in ospedale.  Assolto, con formula piena. Si tratta di un medico del pronto soccorso dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, che era stato accusato di violenza sessuale. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dai giudici della Corte di appello di Salerno che hanno ribaltato il verdetto di primo grado che aveva condannato il professionista a due anni con pena sospesa.

Per concludere il tutto ci sono voluti, però, 13 anni tra indagini e processi per arrivare alla sentenza di assoluzione per il dottor G. De Vita. Il tutto partì con la denuncia della presunta vittima, all’epoca 17enne, che nell’aprile 2005 si recò al pronto soccorso del nosocomio cittadino lamentando forti dolori addominali: secondo quanto raccontato dalla ragazza, il medico non si limitò a visitarle l’addome ma le palpeggiò anche la zona pelvica. Ma secondo quanto riferito dalla ragazzina, dopo la visita, la ragazza trovò un bigliettino con scritto il numero di telefono del dottore che la invitava ad uscire con lui con la promessa di un regalo in denaro. Ciò che ha destato  stranezza e che è stato evidenziato in arringa dai difensori del De Vita, fu che la ragazza in una prima denuncia al Drappello ospedaliero parlò solo del biglietto e non di aver subito palpeggiamenti. Di questo ne raccontò in un secondo momento. Inoltre secondo un esperto, la visita è stata eseguita in maniera corretta.

Salerno, eredità contesa tra fratellastri: la causa va avanti da 47 anni

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Salerno, eredità contesa tra fratellastri: la causa va avanti da 47 anni
Salerno, eredità contesa tra fratellastri, la cui causa va avanti da 47 anni. La vicenda è avvenuta tra tre sorelle e un fratellastro, avuto da una relazione extraconiugale del padre ma regolarmente riconosciuto. I 4 sono finiti a farsi la guerra tra di loro a causa di un mancato testamento.
Il procedimento, avuto inizio nel 1971, è ancora pendente in Cassazione ma, ad oggi, molti di quei beni rappresentati da immobili, terreni e fabbricati, per un valore stimato di 480mila euro, si sono deteriorati; altri, in particolare alcuni appartamenti, sono rimasti a godimento di chi se ne era appropriato al momento della morte del padre e attualmente, in seguito ad una serie di lavori di ristrutturazione promossi dal beneficiario a proprie spese, hanno aumentato il loro valore complicando ulteriormente le sorti del procedimento civile.

Potremmo dire che questo è  l’ennesimo esempio dei «processi lumaca» che affollano le aule dei tribunali del distretto di Salerno calpestando il concetto della «durata ragionevole del processo» sancito dalla Legge Pinto.

Napoli, le rubano gli strumenti: la musicista fa un appello in rete

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Napoli, le rubano gli strumenti: la musicista fa un appello in rete

Napoli, la vicenda del furto è successo un paio di settimane fa: i ladri sono entrati nel garage della sua abitazione di Scisciano e le hanno portato via il basso, gli accessori annessi e perfino gli spartiti. A quanto pare un furto mirato, considerato che lì dentro c’erano cose di maggior valore, come la stessa auto all’interno della quale, sul sedile posteriore, era riposto lo strumento musicale, che non è stato toccato dai ladri. Sembrerebbe essere stato fatto per sottrarle la possibilità di continuare a suonare, almeno questa è la convinzione di Valentina, che ha fatto anche un appello sul web.

La ragazza, musicista 28enne, è ancora scossa per quanto accaduto e non solo per il danno finanziario subito. Una situazione difficile per la ragazza, che non ha i genitori e vive con la nonna, a cui ha cercato di far fronte rivolgendosi ai social network. La ragazza ha aperto una pagina su facebook, in cui offre da 10 a 50 euro, ricevendo in cambio lezioni di basso elettrico e, in caso di massima generosità, anche una visita-studio in una sala prove; tutto questo per cercare di recuperare dei soldi per poter ricomprare gli strumenti. E per adesso sono sette le persone che hanno aderito alla campagna, donando 250 euro.

Napoli, scuole chiuse anche oggi: il pasticcio delle previsioni meteo

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Napoli, scuole chiuse anche oggi: il pasticcio delle previsioni meteo

Napoli, anche oggi le scuole resteranno chiuse, per il terzo giorno consecutivo. Si parladi un vero e proprio pasticcio che riguarda le previsioni meteo. La Protezione civile della Regione ha emanato una nuova allerta meteo per «un’anomalia termica negativa» che ha indotto il Comune – con un’ordinanza del sindaco Luigi de Magistris – a tenere per un altro giorno a casa studenti e professori.

Ma far fronte alla cosa non è stato facile: gli allarmi meteo fino alle 20  di ieri non si sono concretizzati. C’è stato un vero via vai di ordinanze, tra cui anche a Castellammare di Stabia, dove è stata pubblicata sul web e nei diversi social scolastici, un ordinanza falsa, che ha portato il Comune ha diramare un avviso sulla pagina ufficiale del Comune.

Diciamo che la paura che potesse nevicare di nuovo e che si potesse essere nuovamente impreparati all’accaduto, ha spaventato la popolazione, facendo avvenire, conseguentemente un balletto di comunicati e affermazioni tra le varie Istituzioni in questione, vale a dire Comune, Regione e Protezione civile, che hanno generato più di una polemica.

Cure palliative: il Card Parolin scrive a Mons Paglia

Il Cardinale Parolin scrive a Mons Paglia: “Nessuno deve morire in solitudine, cure palliative per i malati terminali”
Per la prima volta nella storia della Santa Sede la necessità di pensare a come far fronte all’invecchiamento della popolazione viene apertamente affrontata e discussa. E questo porta direttamente a discutere delle “ cure palliative ” per i malati terminali. Ma il passo successivo è, inevitabilmente, quello che porta all’ eutanasia.

Cure palliative: il Card Parolin scrive a Mons Paglia

Ieri e Oggi,  in Vaticano, un convegno internazionale dedicato alle cure palliative voluto da papa Francesco per discutere sull’assistenza medica e familiare negli ultimi istanti di vita.

Il titolo è esplicito, diretto:

“Palliative Care: everywhere & by Everyone in every religion or belief” (Le cure palliative: ovunque e per ciascuno, per ogni religione o fede.).

L’argomento, dunque, è di quelli scottanti. Riguarda venti milioni di persone ogni anno. Tante persone che chiedono di essere assistite per affrontare gli ultimi giorni di vita. In Italia se ne possono contare 313.000,

Nel merito, in una lettera a mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, afferma:

“Il limite richiede non solo di essere combattuto e spostato, ma anche riconosciuto e accettato. E questo significa non abbandonare le persone malate, ma anzi stare loro vicino e accompagnarle nella difficile prova che si fa presente alla conclusione della vita”.

Eccovi, a seguire, un’ampio stralcio della lettera del card. Parolin:

“si tratta di argomenti che riguardano i momenti conclusivi della nostra vita terrena e che mettono l’essere umano a confronto con un limite che appare insuperabile per la libertà, suscitando a volte ribellione e angoscia.

Per questo nella società odierna si cerca in molti modi di evitarlo e di rimuoverlo, trascurando di ascoltare l’ispirata indicazione del Salmo:

«Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio» (89,12).

Ci priviamo così della ricchezza che proprio nella finitezza si nasconde e di una occasione per maturare un modo più sensato di vivere, sul piano sia personale sia sociale.

Le cure palliative, invece, non assecondano questa rinuncia alla sapienza della finitezza, ed è qui un ulteriore motivo dell’importanza di queste tematiche.

Esse indicano infatti una riscoperta della vocazione più profonda della medicina, che consiste prima di tutto nel prendersi cura: il suo compito è di curare sempre, anche se non sempre è possibile guarire.

Certamente l’impresa medica si basa sull’impegno instancabile di acquisire nuove conoscenze e di sconfiggere un numero sempre maggiore di malattie.

Ma le cure palliative attestano, all’interno della pratica clinica, la consapevolezza che il limite richiede non solo di essere combattuto e spostato, ma anche riconosciuto e accettato.

E questo significa non abbandonare le persone malate, ma anzi stare loro vicino e accompagnarle nella difficile prova che si fa presente alla conclusione della vita”.

Accompagnare le persone nella fase conclusiva della vita, ricorda il cardinale, se mira a combattere il dolore, è cosa diversa dall’eutanasia.

“Già Papa Pio XII aveva legittimato con chiarezza, distinguendola dall’eutanasia, la somministrazione di analgesici per alleviare dolori insopportabili. Dolori non altrimenti trattabili, anche qualora, nella fase di morte imminente, fossero causa di un accorciamento della vita (cfr Acta Apostolicae Sedis XLIX [1957],129-147).

Oggi, dopo molti anni di ricerca, l’accorciamento della vita non è più un effetto collaterale frequente. Ma lo stesso interrogativo si ripropone con farmaci nuovi, che agiscono sullo stato di coscienza e rendono possibili diverse forme di sedazione.

Il criterio etico non cambia, ma l’impiego di queste procedure richiede sempre un attento discernimento e molta prudenza.

Esse sono infatti assai impegnative sia per gli ammalati, sia per i familiari, sia per i curanti:

con la sedazione, soprattutto quando protratta e profonda, viene annullata quella dimensione relazionale e comunicativa che abbiamo visto essere cruciale nell’accompagnamento delle cure palliative.

Essa risulta quindi sempre almeno in parte insoddisfacente, sicché va considerata come estremo rimedio, dopo aver esaminato e chiarito con attenzione le indicazioni”.

Stanislao Barretta/ vivicentro/ Cure palliative: il Card Parolin scrive a Mons Paglia

vivicentro.it/ATTUALITA’

* lettera da Asianews

ANDIAMO TUTTI A VOTARE. Andiam, Andiam, a prenderci l’Ital

Se i cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà, il 4 marzo 2018 ANDIAMO TUTTI A VOTARE, c’è ancora speranza. Non c’è altro modo civile …

Non si era forse mai visto il popolo italiano, quello produttivo, lavoratore, operoso e privato, così diviso, confuso, depresso, distratto ma anche impaurito, insofferente, immiserito e dolorante. Al suo interno, destra contro sinistra ed entrambe avverse ai 5stelle. Poi italianofobi contro antiimmigrati. Mantenuti nel sistema pubblico contro stratassati privati e imprese. Pensionati contro giovani disoccupati. Ecc. Sono queste, continue ferite sociali che possono risaputamente condurre al graduale depauperamento di una civile Nazione. E allora, i cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, il 4 MARZO ANDIAMO TUTTI A VOTARE anche per non dovere perire civilmente di lenta agonia.

I cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, il 4 marzo 2018, hanno ancora la speranza di estromettere elettoralmente dai “palazzi” tutte le stantie pletore del sistema “associativo”, corporativo, politico, istituzionale, giuridico, burocratico, di categoria, professionale, sindacale, imprenditoriale, che in questi decenni hanno forzosamente (per leggi, sentenze e regolamentazioni, le LORO e solo per LORO) assoggettato, spolpato e annichilito questa Penisola.

Un solo ma eloquente motivo tra gli innumerevoli che si potrebbero citare. Dal 1° di gennaio 2018, ci sono categorie nella Pubblica Amministrazione di Stato, Regioni, ecc. che hanno avuto un aumento, per (preordinata) decadenza del tetto dei 240 mila euro, di quasi 10 mila euro al mese (con stipendi annui fino a 340 mila euro e più). E molti altri, 8, 6, 4, 2, mila euro a scalare. E pertanto, ognuno di noi, normale cittadino-contribuente e sano di coscienza, non può non domandarsi come si possa ancora votare questo famelico sistema pubblico-politico.

I cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà, possono ancora liberarsi dalle organizzate fiumane di lautamente strapagati e mantenuti nel sistema pubblico-politico, che con i loro rispettivi eserciti di subordinati, sovvenzionati, appaltati, controllati e precari, continuano attraverso l’inquadrato consenso del sistema pubblico, a dominare questa Nazione (analogamente, guarda caso, a sparse delinquenze locali e diverse criminalità organizzate).

I cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, se vogliono ritrovare la loro dignità, devono civilmente liberarsi da queste incanalate masse pubbliche, compiacenti, conniventi e convittuali e in buona parte anche subalterne, di Stato, Regione, Enti, Partecipate, Provincie, Uffici vari e Comuni, che attraverso il nepotismo, lo scambio di voto, il mercimonio e il favoritismo, concentrano i propri voti verso i decennali partiti e rispettivi rappresentanti che ne garantiscono la perenne certezza retributiva e prerogative varie, nonché la nota generale manciugghia quando anche legittimata.

I cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà, devono ripudiare i raffermi leader politici, che a loro volta, raggirando e sapendo di farlo per l’ennesima volta, propagandano mediante l’informazione allineata e i media assoldati, che cambierà tutto senza che di fatto poi nulla muti, sicché il sistema così assicura i propri interessi e perpetra la medesima estorsione fiscale e sudditanza della gente comune.

I preorganizzati agglomerati pubblico-politici infatti, specialmente nei livelli medio-alti, facendosi costantemente rieleggere, si consolidano nelle Istituzioni e si arricchiscono (in modo costituzionale) succhiando fiscalmente ogni risorsa per farsi mantenere con generose remunerazioni, vitalizi, privilegi, indennità, laute pensioni, incarichi, nomine, bandi, appalti, contributi, finanziamenti, sovvenzioni, agevolazioni, prepensionamenti e numerosi compensi spesso solo per comparsa.

Si tratta nel suo insieme di una notoria fetta allineata di società italiana, unita da mimetizzati scopi reciproci, venali e di potere, che per tale motivo va a votare compatta, così da garantire il sostegno al trasversale intreccio regnante pubblico-politico. Sono questi un quarto di concittadini, obbedienti per interesse al reazionario sistema che così da sempre seguita ad essere riconfermato.

È un pluricollaudato metodo elettoralmente ben organizzato. Un diagonale apparato politico feudale, con vassalli, valvassori, valvassini, cui molti pure senza alternativa occupazionale se non fare gli assoldati o lucciole, anche in danno dei propri concittadini. Una ragnatela di potere che permette di controllare il territorio e di padroneggiare il popolo.

Una macchina da guerra elettorale con a capo presidenti, governanti, senatori, deputati, boiardi, sindaci, assessori, ecc. che al loro passaggio ci distribuiscono da sempre solo elusioni, illusioni, sussidi e molliche, mentre parallelamente, con i rispettivi codazzi, profittatori, faccendini, cortigiane, esperti, consulenti, intellettuali, imbonitori, showman, ecc.  s’ingrassano forzosamente con le nostre stratasse e con quelle che pagheranno i nostri ragazzi per i prossimi decenni.

Non andare a votare è dunque di tutta evidenza ciò che (in maniera dissimulata) vuole il sistema. Come anche questi coincidenti scontri ideologici di piazza ad ogni campagna elettorale nazionale che giovano chiaramente agli apparati per ingenerare tra la gente comune insicurezza, ansia, preoccupazioni, così pure sviando dalla mangiatoria di sempre che c’è invece a detta di tutti nei Palazzi e affini.

E non è neanche un caso, tranne per chi non può o vuole vedere, che c’è un’Italia che sta regredendo socialmente e languendo economicamente, dovendosi di conseguenza piegare per bisogno. Un’Italia quest’ultima, talmente rassegnata da non capire che il sistema pubblico-politico non ha interesse che cittadini italiani anche di origini straniere e aventi insieme buona volontà vadano a votare, finendo così con l’essere maggiormente sottomessa in modo “democratico”.

A ciò si aggiungano i prezzolati kapò del sistema, diffusi ovunque e specialmente nella televisione e ora pure sui social, i quali veicolano e amplificano il disgusto al voto. Tutto questo consente ai reggimenti elettorali degli apparati, pure se inferiori in percentuale, di ottenere ad ogni elezione la maggioranza relativa così che i rispettivi “referenti” possono seguitare a comandare, anche ricorrendo a governi di compromesso tra di “Loro”.

Ma se i cittadini italiani pure di origini straniere e aventi insieme buona volontà, andiamo tutti a votare, forse c’è ancora una speranza. E questo 4 marzo potrebbe essere l’ultimo treno elettorale per cercare di uscire dal putrido acquitrino in cui siamo immersi da troppo tempo.

Ritroviamo quindi la dignità umana persa da anni: ANDIAMO A VOTARE.

Solo così, forse, si neutralizzerà questo annoso imbroglio costituzionale. Non c’è altro modo civile. Di contro potremo solo ancora piangerci addosso e soccombere sotto stratasse, inoccupazione, disoccupazione, sottosviluppo, disorganizzazione, avvilimento, fallimenti, sopravvivenza ed altre (criminali) vessazioni ed oppressioni, giuridiche, fiscali e anche prepotenti, dell’autocratico rancido sistema pubblico-politico italiano.

Adduso Sebastiano

vivicentro.it/POLITICAOPINIONI

voto

ESCLUSIVA – Castellammare, Cirillo, LeU per il Senato: “Io la migliore espressione del territorio”

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Castellammare di Stabia, Vincenzo Cirillo è il candidato uninominale per Liberi e Uguali alle elezioni del Senato che si terranno il 4 marzo

Castellammare di Stabia, domenica 4 marzo si voterà per le elezioni politiche del 2018. I vari candidati dovranno ultimare la campagna elettorale entro venerdì e dovranno portare al termine tutti i loro impegni politici prima di domenica. La Redazione di VIVICentro.it ha incontrato Vincenzo Cirillo, candidato uninominale al Senato, con il partito Liberi e Uguali. Con un’esperienza di 20 anni alle spalle, Cirillo 43 anni, Presidente del Consiglio comunale di Trecase in carica, ha deciso di sfidare quelli che lui chiama i “Colossi” della politica, presentandosi come “Homo Novus”.

Quali sono le proposte politiche di Liberi e Uguali sul territorio campano? 

Il progetto di Liberi e Uguali nasce per rispondere a milioni di cittadine e cittadini che non si sentono più rappresentativi. La lunga crisi ha accresciuto le diseguaglianze nel nostro territorio ed ha costretto alla chiusura tante aziende campane, per questo vogliamo riportare al centro della vita sociale: il lavoro, l’istruzione e l’ambiente. In merito a quest’ultimo punto, sto portando avanti delle campagne di sensibilizzazione; in realtà sono un precursore, ho lanciato il primo progetto di fitodepurazione degli scarichi reflui a Trecase, dove gli scarichi reflui delle case venivano depurati da piante attraverso questo processo di fitodepurazione e se ne ricavava acqua che era possibile usare per le irrigazioni. Al di là di questo, per tutti i terreni abbandonati che si trovano in Campania, sto cercando di recuperarli ad opera dei comuni per fare in modo che si attivino delle coltivazioni biologiche, e là dove i proprietari terrieri non li vogliono più coltivare, invece di tenerli abbandonati, noi li rimettiamo in funzione e li affidiamo attraverso i meccanismi degli orti urbani, a tutti coloro che se ne vogliono occupare. In questo modo produrremo cose che sono il fiore all’occhiello delle nostre zone. 

Liberi e Uguali è molto criticato soprattutto dal Pd, cosa pensa al riguardo? 

La polemica del Pd sul voto utile, usando le parole di Massimo Alema è meschina. Gli elettori di LeU non avrebbero mai votato quello che oggi è diventato il Pd, quindi la scelta di un partito di sinistro alternativo al Pd resta totalmente in campo, ed è l’unica opzione realmente presente nel paese per cambiare le leggi sbagliate degli ultimi governi.

In una sua dichiarazione, ha affermato che in anni di politica ha dovuto affrontare molti soprusi, a cosa si riferiva?

A 18 anni compiuti decido di candidarmi, chi mi aveva candidato, chi aveva insistito, lo aveva fatto solo a mero scopo di riempilista. Io mi sono candidato e ho pensato di non farmi l’elezione per fare un regalo a qualcuno, ma volevo andare contro i pregiudizi e ho fatto capire di avere le idee chiare su quello che volevo fare. In campagna elettorale, da 20 anni ad oggi, non ho mai promesso posti di lavoro, o altro in cambio, se non la mia competenza e il mio modo di lavorare e l’attenzione al territorio. La gente ha creduto in me, ha avuto modo di capire che io facevo sul serio, e da sempre sul territorio sono quello più votato. Sono stato sempre nelle file di sinistra, perchè vengo da una famiglia di quel tipo di estrazione, con principi cattolici saldi, in pratica quegli ibridi che si trovano sono dalle nostre parti, persone di sana e robusta costituzione morale e politica. Sono stato per 5 anni il segretario dell’Assessore Mario Casillo, sono stato nel Pd e nella Margherita, ma sempre e solo in questo ambito. Quando ho iniziato, mi sono stati affidati l’informa giovani, il turismo, le politiche comunitarie, il turismo, il parco nazionale del Vesuvio, quelle che venivano considerate banalità, delle deleghe che, secondo alcuni, non mi avrebbero fatto lavorare, e invece ho trasformato questi assessorati in assessorati vincenti. Ho fatto cose sul territorio, che dopo 20 anni sono ancora lì. Ho portato 10 milioni di euro nel giro di 5 anni nelle casse del Comune. Dopo tutto il mio lavoro, dopo aver fatto politica per passione, dopo 20 anni, dopo aver onorato i miei incarichi, in maniera egregia, sono stato rigettato dalla macchina politica, ma io non ho mai mollato e posso affermare di essere uno dei pochi politici sani. 

Lei in campagna elettorale ha fatto dei riferimenti sul lavoro, istruzione e sanità, e di tutte le nuove proposte per Napoli e il mezzogiorno. Ce ne parli. 

Le politiche sociali devono essere la priorità del nostro sistema pubblico. Dobbiamo estendere il reddito di inclusione in modo da renderlo uno strumento di contrasto alla povertà; la scuola deve essere ancorata ai principi costituzionali rendendola gratuita e riqualificando il “tempo scuola”, perchè a Napoli, l’abbandono scolastico colpisce un bambino su 5; si deve adottare un piano socio sanitario nazionale per la non autosufficienza in quanto tantissimi campani hanno smesso di curarsi e perchè spesso curarsi nel pubblico costa di più che nel privato, a causa della scusa delle liste d’attesa

In merito alla questione stabiese, come intende affrontare il caso Fincantieri e Terme?

Da anni il ricatto della precarietà ha eroso la qualità della vita dei lavoratori, anche della Fincantieri, portando i salari a livelli molto bassi. E’ necessario intervenire superando il Jobs Act e tornare a considerare il contratto a tempo indeterminato come la forma prevalente di assunzione. L’alta professionalità del lavoratori della Fincantieri deve essere supportata da nuove commesse, in primis dagli armatori napoletani; il ruolo del Governo è fondamentale per aiutare questo comparto. Le Terme devono tornare ad essere il fiore all’occhiello della città. Posso anticipare che insieme a mio cognato Enzo Miccio, maestro del wedding, abbiamo elaborato un progetto di riqualificazione nel Luxury, che riporti le terme ai livelli di altri centri benessere già affermati affinchè possano essere di richiamo per una clientela nazionale e internazionale. Il comune dovrebbe affidare le terme a grandi investitori, senza interessi a locali. Noi abbiamo la nostra proposta, puntando al luxury, senza ovviamente togliere posto a chi invece fa i trattamenti per curarsi, che sarebbero messi sempre e comunque al primo posto.

Ormai a Castellammare non si fa altro che parlare, giustamente, del Sottopasso di Via Nocera, cosa pensa al riguardo?

E’ un caso che inizialmente non avevo compreso, poi ho capito quale era la reale problematica. Il sottopasso è uno spreco di soldi della collettività di Castellammare di Stabia. E’ una cosa abominevole. Bloccare con una voragine e rovinare quel poco di economia che c’è e regge nella zona San Marco, lo trovo un grande spreco di soldi e un danno grave ai residenti della zona.  Piuttosto di realizzare quest’opera sarebbe molto più utile ripristinare la fermata a Ponte Persica, oppure utilizzare quel denaro per l’apertura delle Terme.

Dalla sua campagna elettorale fatta sul territorio, che atteggiamento ha potuto notare da parte dei vari cittadini, di apertura o chiusura al mondo della politica?

I cittadini sono stanchi delle vane promesse. Il riscontro è stato positivo, vedono LeU come l’unico partito competente sul territorio. Molti miei concittadini e altri abitanti dei comuni vicini sono stati molto contenti della mia candidatura, questo mi rende orgoglioso perchè è la candidatura di una persona del loro territorio, che domani non fuggirà via e che sarà pronta nel rispondere alle loro istanze. Dopo aver incontrato le persone, chi mi ha incontrato è sempre felice di averlo  fatto, ma purtroppo siamo sempre messi in posizione dove è matematicamente impossibile essere eletti perchè dovrei combattere contro il potere di partiti che a livello nazionale sono maggiormente riconosciuti. Il M5S è considerato da tutti l’onesta, per me è gente impreparata politicamente. Io spero che le persone non vedano il partito ma la persona, io sono in LeU, sono il candidato all’uninominale  di un partito che in percentuale è più piccolo rispetto agli altri, e lotto come Davide contro Golia. Io sono la migliore espressione del territorio perchè sono effettivamente del territorio e non come alcuni candidati, miei competitor che non solo non sono del territorio, ma che in realtà sono stati calati nella realtà politica attuale, da un padrino politico che io mi pregio di non avere, o  che avevo e che ora, per fortuna, non ho, perchè mi ero reso conto che non mi permetteva di poter fare politica a mio modo. Io sono una valida alternativa in campo. 

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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Concorso Inps 2018 – Parola d’ordine: Disorganizzazione

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Uno degli eventi da cerchiare in rosso sul calendario, per tanti più e meno giovani in cerca di lavoro, è stato senza dubbio il Concorso Inps per 365 posti da analisti di processo-consulenti professionali le cui prime prove preselettive si sono tenute alla Fiera di Roma il 27 ed il 28 febbraio 2018. Sono giunte alla nostra redazione alcune considerazioni, che pubblichiamo integralmente, da parte di molti partecipanti alla prova.

Abbiamo partecipato alla prova svoltasi martedì 27 febbraio 2018 presso la Fiera di Roma e, alla luce di quanto vissuto, siamo rimasti stupiti dei giudizi con cui alcuni telegiornali nazionali hanno esaltato l’organizzazione predisposta; è per questo motivo che intendiamo precisare alcuni aspetti forse sfuggiti ai media nazionali. L’organizzazione ha lasciato parecchio a desiderare, creando innumerevoli disagi alle migliaia di persone presentatesi alla Fiera di Roma. Va innanzitutto detto che l’imprevista e copiosa nevicata che ha colpito il sud Italia non ha facilitato le cose; in molti, per questa ragione hanno invocato un rinvio delle prove. Non ci esprimiamo in tal senso, ma probabilmente la strada del rinvio non sarebbe stata praticabile, anche perché i tanti che avevano la prova alle 8.30 del mattino del 27 febbraio, erano già a Roma la sera precedente in alberghi e ostelli; per loro un rinvio avrebbe rappresentato un grosso disagio, con conseguente perdita di denaro. Detto questo, le avverse condizioni meteo hanno “facilitato” gli atti organizzativi in virtù della scelta di tanti candidati di non presentarsi alla prova. Voci, non certe per carità, riferiscono addirittura che per le prove della mattina circa 1/3 dei candidati non era presente; una diminutio che avrebbe dovuto incidere sulla celerità delle operazioni. Perché, allora, con inizio della prova fissato per le 8.30, i candidati hanno materialmente iniziato il quiz all’incirca alle 13.30, uscendo dal padiglione alle 14.30, ammassandosi inevitabilmente con le migliaia di persone giunte per la seconda tranche del quiz, fissata proprio per le 14.30? Noi eravamo presenti nel gruppo pomeridiano ed abbiamo potuto constatare una disorganizzazione coi fiocchi. Preliminarmente, l’aspetto maggiormente penalizzante è stato l’orario: ci è stato concesso di iniziare il quiz solo alle 18.45, con circa quattro ore e mezza di ritardo rispetto all’ora prefissata. Inevitabili i disagi di tanti ragazzi: molti di essi, dopo circa due ore (in totale saranno quattro) trascorse al banco in attesa che la prova iniziasse, hanno abbandonato il padiglione in preda alle proteste pur di non perdere i mezzi già prenotati per il ritorno nelle varie zone d’Italia da cui provenivano. Alle surreali lungaggini procedurali, si è aggiunto l’incredibile errore in fase di stampa della prova scelta. Veniva infatti sorteggiata la prova “2”, ma dopo circa 30 minuti di attesa inerte, veniva annunciato che per errore era stata stampa la prova “1”, dunque altro tempo perso in migliaia di stampe errate e in successive migliaia di stampe della copia giusta del quiz. Per meglio inquadrare il contesto, va precisato che queste quattro ore di attesa, i candidati le hanno trascorse all’esterno dei padiglioni, con temperatura vicina allo 0 o seduti ai banchi, dopo aver conquistato l’agognato banchetto, ma ugualmente al freddo per la mancanza del benché minimo impianto di riscaldamento. Tralasciando poi la presenza di un solo punto bar per 22000 persone, facendo un passo indietro, segnaliamo brevemente due aspetti altrettanto gravi: il punto consegna bagagli e la sicurezza. Non potendo portare borse nel padiglione del quiz, i candidati erano tenuti a consegnare borse varie prima di entrare. Per circa 6000 persone è stato predisposto UN SOLO punto di raccolta, in cui UN SOLO ADDETTO aveva il compito di prendere ogni singola borsa, posarla e consegnare al proprietario la ricevuta. Riuscite ad immaginare quanto tempo ci sia voluto per questa operazione moltiplicata per 6000 persone? Ovviamente, a causa di tale incombenza, durata circa 3 ore, il quiz è stato ulteriormente ritardato. Perché non predisporre tre, quattro,cinque o più punti raccolta bagagli, visto l’afflusso di candidati ben anticipato dalla quantità di domande di partecipazione arrivate in questi mesi? Infine la sicurezza: nelle circa sei ore trascorse presso la Fiera di Roma non abbiamo visto nemmeno un poliziotto, un carabiniere, un finanziare o qualsiasi altra autorità addetta alla sicurezza e alle perquisizioni. Tralasciando gli aspetti elementari (probabili cellulari e calcolatrici entrati senza problemi nel padiglione del quiz), fa riflettere che chiunque sarebbe potuto entrare e sedersi in mezzo a migliaia di ragazzi con coltelli, armi, ordigni e quant’altro. Possibile che a nessuno sia minimamente fregato della sicurezza di circa 22000 persone giunte a Roma in due giorni? L’unico personale in divisa avvistato è stato quello della Polizia Municipale all’esterno dei padiglioni che indirizzava verso le poche corse di navette e treni.
Ci teniamo a segnalare tutto questo non per fare polemiche, ma per dare una visione maggiormente completa rispetto a quella da paese dei balocchi, in cui tutto funziona che è trasparsa tramite molti telegiornali.
Siamo una generazione sfortunata ed in difficoltà, alla disperata ricerca di un posto di lavoro, magari pubblico ed a tempo indeterminato ma meritiamo rispetto. Chi di dovere lo tenga a mente.

Napoli, refezione scolastica: il Consiglio Comunale redige una delibera

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Le proposte per la composizione della Commissione Refezione Centrale

La commissione Scuola, presieduta da Luigi Felaco, ha avviato oggi un percorso per la redazione di una delibera di Consiglio Comunale che disciplini, nella composizione della Commissione Refezione Centrale, la presenza anche di rappresentanti dei genitori di alunni frequentanti le scuole cittadine.

La proposta della commissione, nella quale sono intervenute le consigliere Francesca Menna (Movimento 5 Stelle) e Laura Bismuto (Dema), è quella di modificare l’articolo 2 del Regolamento della Commissione Refezione e prevedere che oltre al Sindaco o all’Assessore alla Scuola, al presidente della Commissione Consiliare Scuola, al dirigente del competente servizio centrale del Comune di Napoli, ai due rappresentanti dell’ASL Napoli 1 Centro, siano presenti anche due genitori, rappresentanti rispettivamente delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie, da individuare tra gli eletti nelle Commissioni Refezione di Istituto.

Un passo avanti quindi, che implicherebbe una vera e propria tutela dei bambini, senza la possibilità di sovvertire o di non poter essere a conoscenza dei fatti.

Napoli, crisi Anm. Il comune incontra l’amministratore della società: i dettagli

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Nella riunione congiunta di Infrastrutture e Bilancio l’aggiornamento sulla crisi Anm e sulle attività in corso dopo la richiesta di concordato preventivo

Napoli, le commissioni consiliari Infrastrutture e Mobilità e Bilancio hanno oggi incontrato, insieme ai due assessori di riferimento, Mario Calabrese e Enrico Panini, l’amministratore unico dell’Anm Ciro
Maglione che ha illustrato l’attuale situazione dell’azienda e le attività in corso con riferimento al procedimento di concordato preventivo richiesto al tribunale lo scorso 22 dicembre 2017. Con la
nomina formale di tutti i soggetti coinvolti nella procedura di concordato, a partire dalla designazione del giudice delegato dal tribunale, è di fatto cominciato il percorso che, in 60/90 giorni, porterà alla definizione del Piano concordatario.

Nel corso della lunga discussione, l’avvocato Maglione, e gli assessori Panini e Calabrese, hanno risposto ad una serie di domande dei consiglieri sulla situazione in generale e su questioni  specifiche, a partire da quelle poste dai presidenti di commissione: Nino Simeone ha chiesto in particolare di chiarire in che modo l’Anm onorerà i propri debiti con riferimento alle società dell’indotto, i cui lavoratori sono in allarme anche per il pagamento degli stipendi; la presidente Manuela Mirra ha invece chiesto di chiarire quali sono le poste attive, i crediti sui quali la società può contare, se nella procedura concordataria sono compresi immobili da dismettere, se
infine ci sono misure correttive da adottare nel nuovo piano industriale e, tra queste, quella della razionalizzazione dell’impiego del personale. I consiglieri che sono intervenuti hanno espresso diverse valutazioni sul percorso finora seguito e formulato domande: per Brambilla
(Movimento 5 Stelle) non può stare in piedi il vecchio piano industriale sulla base del quale l’Anm è andata al concordato in quanto sono stati disattesi dal Comune gli impegni assunti nella delibera di marzo 2017 sul risanamento e la ricapitalizzazione e, nella più recente delibera di riordino delle partecipate (a seguito del decreto Madia) di fatto non si è garantito oltre il 2019 il contributo del Comune di 54 milioni sul quale si basa ogni possibilità di raggiungere l’equilibrio di bilancio per la partecipata;

Andreozzi (Dema) ha posto il problema delle azioni messe in campo, per il risanamento, a proposito degli stipendi dei dirigenti, ricordando l’esplicita indicazione del Consiglio a tutte le partecipate, e le altre partecipate si sono adeguate, sul taglio dei “superminimi” nonché sentenze definitive della magistratura, fatto molto grave e scandaloso per una città che vive una situazione generale di povertà;

per Esposito (PD) non era credibile il piano di salvataggio di Anm, tanto è vero che subito dopo la società è stata costretta a ricorrere al concordato preventivo, così come è stato scellerato il modo in cui l’amministrazione ha deciso e gestito la fusione di tre aziende (Anm, NapoliPark, Metronapoli) proprio per salvare Anm, lasciando insoluto, nonostante gli impegni, il problema delle differenze contrattuali tra i lavoratori; è sbagliato, inoltre, non riportare in Anm il servizio di rimozione con i carri gru nel quale potrebbe trovare collocazione il personale attualmente in esubero.

L’avvocato Maglione ha chiarito già nell’intervento introduttivo, e poi nel corso delle singole risposte, che dal momento in cui il tribunale ha ammesso la richiesta di concordato preventivo (presentata il 22 dicembre del 2017) e nominato il giudice delegato (il dottor Stanislao De Matteis) ed i commissari che lo affiancano, tutte le attività dell’Anm sono riportate agli organismi concordatari per l’autorizzazione (nel caso si tratti di attività straordinarie) o sotto forma di informativa (nel caso di attività ordinarie). Con la nomina, con una procedura di evidenza pubblica, del soggetto che dovrà attestare il piano concordatario e di un advisor finanziario che determinerà crediti e debiti in discussione, sarà infine stabilito il piano per il riparto delle somme dovute ai creditori.

Sempre con gli organi della procedura concordataria andrà valutato anche il pagamento di circa 3,5 milioni all’azienda che ha curato la ristrutturazione  della Funicolare Centrale che sarà reso possibile, come ha comunicato il direttore centrale di Infrastrutture, Raffaele Mucciariello, dall’accensione del mutuo con Cassa Depositi e Prestiti.

E’ nel nuovo piano connesso al concordato, infine, che si collocheranno i problemi posti riguardo agli asset industriali, ai servizi come i carri gru, all’utilizzo di personale per il servizio di blocca- ruote.Gli assessori presenti sono intervenuti, a loro volta, a fine riunione, per rispondere nel merito di alcune questioni sollevate nel corso del dibattito. Per l’assessore Calabrese, la gran parte degli impegni assunti dal Comune all’atto dell’approvazione del piano industriale di Anm sono stati rispettati, come la definizione delle tariffe per i parcheggi e l’aumento dei biglietti. Sono in corso gli accertamenti per definire la questione del personale impiegato in servizi non-Anm.

Per l’assessore Panini, la difficile situazione dell’azienda dei trasporti, che non ha una situazione debitoria particolarmente drammatica e che troverà risposta nella procedura concordataria, va
fatta risalire alle gestioni del passato; sempre ai tempi e alle modalità della procedura concordataria sarà legato il nuovo piano industriale dell’azienda, ma non va sottovalutato il fatto che  l’amministrazione ha garantito con propri ingenti fondi il trasporto pubblico locale in città, impegnandosi anche per l’acquisto di nuovi bus e treni per 200 milioni dopo che per ben 12 anni queste misure non erano state neanche programmate.

A Milano arriva Museocity: dal 2 al 4 marzo aperture straordinarie e visite guidate

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Milano si sta preparando per i tre giorni dedicati a Museocity, un’iniziativa promossa dal Comune e dall’Associazione MuseoCity giunta alla sua seconda edizione. Dal 2 al 4 marzo i musei coinvolti si apriranno al pubblico con visite guidate, iniziative speciali, laboratori per bambini e aperture straordinarie. Tre giorni consacrati alla patrimonio museale della città.

Milano si trasformerà così in un museo a cielo aperto, con oltre 70 tra musei d’arte, di storia, musei scientifici, case museo, case d’artista e musei d’impresa coinvolti, tra cui Casa Museo Boschi di Stefano, Acquario Civico, Cenacolo Vinciano, Fondazione Prada, Castello Sforzesco, Mudec, Museo del Novecento, Palazzo Reale, Triennale e Pinacoteca Ambrosiana.

Tra gli appuntamenti in evidenza: i percorsi guidati alla Casa del Manzoni; le visite gratuite alla Galleria Campari; i focus della Pinacoteca Ambrosiana; il percorso guidato gratuito alla mostra Post Zang Tumb Tuum, alla Fondazione Prada; le attività per bambini alla Pinacoteca di Brera; le aperture eccezionali di alcune edicole al Monumentale; e i giochi per i più giovani ai Musei del Castello Sforzesco.

Per il programma completo: mediagallery.comune.milano.it.

 

Napoli, via i lavori per la riapertura del Parco Mascagna: i dettagli

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Napoli, parco Mascagna: finalmente iniziati oggi i lavori di manutenzione per la riapertura

Trascorsi 200 giorni dalla chiusura: ritardi inaccettabili quanto ingiustificati Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, promotore della petizione on-line sulla riapertura del parco Mascagna, petizione che ha raccolto ben 600 firme, annuncia che stamattina, con due giorni di ritardo rispetto al termine indicato del 26 febbraio, presumibilmente per le avverse condizioni climatiche, sono finalmente iniziati i lavori per messa in sicurezza delle alberature all’interno dell’area interessata. Così, dopo quasi sette mesi dalla chiusura,  avvenuta, per ragioni di sicurezza, il 13 agosto dell’anno scorso, a seguito dell’improvvisa caduta di un grosso ramo di un cedro, finalmente si è avviato l’iter che porterà alla riapertura del parco, posto in un’area densamente abitata a confine tra i quartieri  collinari del Vomero e dell’Arenella.

” I lavori da realizzare  – puntualizza Capodanno -, sulla scorta di quanto al riguardo pubblicizzato,  consistono nell’immediato abbattimento di tre soggetti arborei con la loro sostituzione, nell’approfondimento strumentale per la verifica della tenuta radicale di altre cinque alberature e in interventi arbori colturali sui restanti soggetti arborei indagati con interventi sia di tipo ordinario, quali rimozione di ramificazioni instabili, rimonda del secco  e spignatura che straordinario, quali rigenerazione radicale con palo iniettore, consolidamenti branche mediante l’applicazione di tiranti dinamici “.

” Dagli atti pubblicati sul sito intenet del Comune di Napoli – precisa Capodanno – risulta anche che con determina n. 2 della Direzione centrale ambiente, tutela del territorio e del mare, del 15 febbraio scorso, pubblicata all’albo pretorio il giorno seguente, dopo che era andata deserta la procedura di gara, per i lavori in questione, si è deciso di fare ricorso all’affidamento diretto, ai sensi dell’art. 36 c.2 lett. a ) del D.lgs. 50/2016. L’importo complessivo impegnato, che sarà corrisposto alla ditta che ha avuto assegnati i lavori, che è la stessa che nei mesi scorsi ha effettuato anche le verifiche, risulta essere di € 19.990,00, oltre Iva al 22%. Nella documentazione allegata alla determina, in relazione alla durata, si legge che “la durata del servizio è stabilita in 40 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data di avvio del’esecuzione del servizio, in seguito ad emissione a ordinativo del Responsabile unico del procedimento “.

 “Nelle premesse della determina – sottolinea Capodanno – si legge anche: “rilevato che risulta necessario ed urgente procedere all’affidamento degli interventi di manutenzione a carico delle alberature radicate presso il Parco Mascagna al fine di restituire al più presto ai cittadini uno spazio verde ad altissima frequentazione da parte di bambini, anziani e famiglie, e al fine di evitare un irreversibile ulteriore deterioramento degli alberi del parco ” .

”  Peccato però – commenta Capodanno – che siano dovuti passare oltre sei mesi, che hanno prodotto, tra l’altro, una serie di manifestazioni di protesta dei cittadini, assurte anche alla ribatta delle cronache cittadine, perché finalmente venisse varato il provvedimenti in questione, con notevoli quanto, allo stato, ingiustificati ritardi, rispetto ai quali è stato anche più volte richiesto che venissero avviati gli accertamenti del caso da parte degli organi a tanto preposti. Al riguardo va sottolineato che nelle premesse della determina succitata viene riportato che, in considerazione del fatto che il servizio verde della città non è dotato degli strumenti (dendrodensimetro, tomografo, resistograph, ecc) necessari ad effettuare le necessarie verifiche di stabilità, con Determinazione dirigenziale n. 3  del 06/11/2017, registrata all’Indice Generale al numero 1298 del 08/11/2017, veniva affidato a una ditta privata, previa indagine di mercato, il servizio di esecuzione degli interventi di messa in sicurezza e verifiche di stabilità delle alberature radicate nel Parco Mascagna” .

 ” Una domanda che dunque attende ancora una risposta che, auspichiamo, venga data in tempi brevi – sottolinea Capodanno – è la seguente: perché, visto che si afferma che il servizio verde del Comune di Napoli non era dotato della strumentazione necessaria per le verifiche necessarie, dalla data di chiusura del parco, avvenuta 13 agosto, si è dovuto attendere fino al 6 novembre successivo, vale a dire ben tre mesi, per emanare la direttiva con l’affidamento delle verifiche alle alberature a una ditta esterna? “.

 ” Né per giustificare tali ritardi può essere invocata la ben nota situazione economica delle casse comunali –  aggiunge Capodanno – dal momento che, al riguardo, nel provvedimento succitato si attesta che ” ai sensi della circolare PG/2017/807267 del 20/10/2017 della Direzione Centrale Servizi Finanziari avente ad oggetto “Avvio della procedura di blocco della spesa ex art. 148 bis D.Lgs. 267/2000, in esecuzione della Delibera n. 240/2017 della Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per la Campania”, le spese di cui al presente provvedimento sono necessarie ad evitare che siano arrecati gravi danni patrimoniali all’ente, in quanto l’ulteriore protrarsi della chiusura del Parco Mascagna, con la conseguente impossibilità di effettuare gli ordinari interventi di manutenzione, porterebbero tale bene ad un inevitabile deterioramento con aggravi di costi per le ulteriori attività manutentive e conservative che si dovranno mettere in atto; peraltro, la mancata esecuzione delle indagini strumentali e dei conseguenti interventi manutentivi a carico delle alberature radicate presso il Parco determinerebbe un danno irreversibile al patrimonio arboreo ” .

 

           

 

ESCLUSIVA – Castellammare, Vessella, centrodestra per la Camera: “La sfiducia nella politica è radicata tra le persone”

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Castellammare di Stabia, Annalisa Vessella Pisacane è la candidata uninominale alla Camera, per il centrodestra, alle elzioni del 4 marzo

Castellammare di Stabia, manca pochissimo alla chiusura della campagna elettorale per le elezioni del 4 marzo, e i candidati alle politiche stanno mettendo a punto le ultime cose prime di Domenica. La Redazione di ViViCentro.it ha incontrato Annalisa Vessella Pisacane, candidata alla camera per il centrodestra.

Cosa l’ha spinta a candidarsi alle elezioni politiche alla Camera?

La spinta a mettermi in gioco è derivata dalla consapevolezza di poter mettere in campo al servizio del territorio e dei cittadini le competenze acquisite in 20 anni di lavoro come Segretario comunale e quindi negli enti locali. Questo dato può costituire, a mio avviso, un valore aggiunto poiché, l’esatta comprensione dei problemi, anche dal punto di vista tecnico, è indispensabile per poter mettere in campo un’azione politica efficace.

E la sua prima esperienza nella politica?

No, per me non si tratta della prima esperienza. Sono stata consigliere regionale nella maggioranza del Presidente Caldoro e vivere quella legislatura è stata un’esperienza entusiasmante e molto formativa. Ricordo le battaglie che condussi su alcune rilevanti questioni quali il recupero delle eccedenze alimentari, la prevenzione delle truffe agli anziani e della violenza sulle donne, l’istituzione di un registro tumori per la Campania.

Quali sono i punti fondamentali su i quali si focalizza il suo programma elettorale?

Il mio programma elettorale è in piena linea con quello nazionale: pensioni minime a 1000 euro, flat tax, decontribuzione per i giovani assunti; in particolare sarò pronta, in maniera puntuale, all’ascolto delle istanze territoriali e me ne farò portavoce. Penso una particolare attenzione vada riservata all’annoso problema della viabilità nell’area dei Monti Lattari e Penisola Sorrentina, investendo fortemente sul trasporto su ferro onde snellire quello su gomma, con inevitabile vantaggio del turismo.

Berlusconi e Forza Italia sono stati costantemente criticati per il loro programma. Cosa pensa al riguardo?

Ritengo ci sia ben poco da criticare. Comprendo che il Presidente Berlusconi e Forza Italia siano bersagliati dato che si gioca sul malessere delle persone e sulla loro disperazione, ma si tratta di un’azione strumentale, di un atteggiamento tutt’altro che costruttivo: è una critica distruttiva e disfattista. Le critiche sono sempre ben accette laddove indichino una soluzione, un percorso alternativo, un’alternativa credibile; ciò non avviene nei riguardi di Forza Italia.

Per quanto riguarda l’Europa, secondo la coalizione,perché bisognerebbe allentare la presa dal contesto europeo?

In questi anni la politica di centrosinistra ha barattato con l’Europa un po’ di flessibilità per mettere in campo politiche che si sono rivelate inefficaci. Mi riferisco ai vari bonus, agli incentivi a pioggia… Invece noi dobbiamo recuperare la nostra sovranità nel continente, proprio come fa la Germania; bisogna necessariamente tutelare il made in Italy, soprattutto in relazione alle produzioni agricole, agro-alimentari e manifatturiere.

Parlando del locale. Cosa pensa si possa fare per la questione Terme e Fincantieri di Castellammare?

Per la questione Terme, penso l’unica alternativa percorribile sia l’attrazione di investitori privati che, credendo realmente nelle potenzialità offerte dal turismo termale, possano farsi carico non solo ovviamente del rilancio, ma soprattutto degli ex dipendenti. Riguardo la Fincantieri, invece, occorre puntare sull’ ampliamento delle possibilità costruttive; difatti, ad oggi, le commesse più consistenti sono affidate a quegli stabilimenti, come ad es. Genova, ove si è in grado di soddisfare la domanda di navi più grandi. La Fincantieri di Castellammare ha tutto il knowhow tecnologico per implementare progetti di più ampia portata, ma attualmente il nostro storico varo, sebbene denso di storia e risultati di eccellenza, taglia il nostro cantiere fuori dal mercato navale.

Una campagna elettorale fatta di casa in casa, di portone in portone. Dal momento che lei fa parte di una coalizione altamente contestata, è stato difficile creare un dialogo con i cittadini?

In verità in questa campagna porta a porta, ho trovato molti cittadini disposti a sostenere Forza Italia e la coalizione di centrodestra nella sua composizione plurale. Tuttavia la sfiducia nella politica e nelle istituzioni è radicata tra le persone ed in particolar modo tra i giovani; a loro chiedo di credere in me, nella mia disponibilità e nel programma che il centrodestra intende attuare per il buon governo del Paese.

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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Castellammare, scuole chiuse: falsa ordinanza, il comune costretto a smentire

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Castellammare, scuole chiuse: falsa ordinanza, il comune costretto a smentire

Castellammare di Stabia, giorni di festa per i ragazzi delle scuole stabiesi. A causa della neve il commissario prefettizio ieri ha diramato un’ordinanza in cui veniva scritta che le scuole, per la giornata di oggi, sarebbero state chiuse.

Oggi, sembrava essere stata pubblicata un’altra ordinanza, che dichiarava che le scuole sarebbero state chiuse il primo marzo, ma questa ordinanza è falsa. Il presunto avviso ha fatto il giro del web e delle chat scolastiche. Il Comune di Castellammare è stato costretto a smentire sul sito ufficiale.

L’avviso reale che si può trovare sul sito ufficiale del Comune, è il seguente:

Avviso alla cittadinanza
“In considerazione del fatto che stanno pervenendo molte richieste per conoscere eventuali determinazioni sulla chiusura delle scuole anche per il giorno 1 marzo 2018, nonché sulla veridicità di presunte ordinanze, fatte circolare impropriamente sui social network, si comunica che sino a questo momento, 28 febbraio 2018 – ore 16,00, non risulta adottata nessuna ordinanza da parte del Commissario Straordinario. Pertanto, salvo eventuali variazioni che saranno tempestivamente comunicate esclusivamente tramite il Sito del Comune di Castellammare di Stabia, resta confermata l’apertura delle scuole e il regolare svolgimento delle attività scolastiche sul territorio per il giorno 1° marzo 2018.”

Castellammare, questione Terme. I consiglieri uscenti: “Rischio speculatori, sospendere il bando di privatizzazione”

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Castellammare, questione Terme. I consiglieri uscenti: “Rischio speculatori, sospendere il bando di privatizzazione”

Castellammare di Stabia, così i consiglieri comunali uscenti Gaetano Cimmino, Vincenzo Ungaro e Emanuele D’Apice hanno additato la scelta di privatizzare le terme. “Le Terme potrebbero essere assegnate a speculatori per ben 30 anni a causa di un bando di privatizzazione del tutto sconosciuto. Il Commissario, stando a quanto si legge sui media, starebbe per dare il via libera alla pubblicazione ma sono tanti i punti da chiarire. Quali tutele saranno previste per i lavoratori stabiesi? E per le convenzioni e le concessioni per le fonti Stabiane? C’è un silenzio irreale”. A dirlo sono i consiglieri comunali uscenti di Castellammare, Gaetano Cimmino, Vincenzo Ungaro e Emanuele D’Apice in merito alla possibilità di privatizzare le Terme di Stabia. La road map proposta dall’ex sindaco Antonio Pannullo, infatti, è stata avallata dal Commissario Prefettizio, Gaetano Cupello.

“Il bando è stato curato dalla Sint e dal Comune di Castellammare in collaborazione con la Riformed di cui si conosce molto poco. Non hanno un sito internet e non si sa cosa hanno inserito nell’iter che dovrebbe essere pubblicato il prossimo 10 marzo. Sarà attivo per 60 giorni e l’assegnazione ad un privato è prevista per il mese di maggio, prima dell’insediamento della nuova amministrazione. Bisogna sospendere il bando per tre mesi, fino alle prossime elezioni: si rischia di assegnare le nostre Terme per ben 30 anni senza il controllo di una squadra di governo” spiegano i consiglieri.

Concludono: “Con pochi investimenti gli speculatori potrebbero infiltrarsi all’interno del complesso termale.  Bisogna vigilare ma soprattutto evitare la pubblicazione del bando almeno fino alle prossime elezioni previste per fine maggio. Sarà la nuova amministrazione a portare avanti il tutto”.

Caserta, caso del prete esorcista: la famiglia della 14enne dalla parte di don Barone

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Caserta, la famiglia della 14enne dalla parte di don Barone: i dettagli

Caserta, continuano le vicende che vedono come protagonista don Barone, vicende che riguardano esorcismi e rituali sui generis. Una famiglia ha affermato di essere dalla parte del prete, in quanto  la figlia parlava con la voce del demonio, della Madonna e di San Michele. Così si sono difesi dinanzi al gip i genitori della 14enne di Maddaloni finiti ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta che ha portato anche all’arresto del sacerdote di Casapesenna, Michele Barone e del vicequestore di polizia Luigi Schettino.
I due hanno ribadito davanti al gip che le pratiche di don Barone erano giuste e hanno fatto bene alla loro figlia e che, da parte del sacerdote non c’è stata alcuna condotta violenta ma solo riti e preghiere di purificazione. Certo sono stati riti di purificazione sui generis se si svolgevano attraverso violenza fisica o sessuale.

Anche il poliziotto coinvolto nella vicenda, poichè aveva ignorato le denunce della sorella della 14enne, si è difeso respingendo le accuse. I quattro rispondono in concorso e a vario titolo di lesioni, maltrattamenti e abusi sessuali.

Caserta, si finge donna e si fa inviare foto hot e poi lo ricatta: denunciato 26enne

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Caserta, si finge donna e si fa inviare foto hot e poi lo ricatta: denunciato 26enne

Caserta, si finge donna e si fa inviare foto hot. Le foto sono di un giovane tarantino, che è stato ricattato e minacciato di diffondere le foto sul web. Il tutto è stato scoperto dagli agenti della sezione di Polizia Giudiziaria della sezione Volanti di Taranto che hanno anche denunciato per estorsione il ragazzo.

Si tratta di un 26enne della provincia di Caserta. Le indagini sono partite lo scorso novembre dopo la denuncia di un 21enne di Taranto. La vicenda: il ragazzo di taranto qualche giorno prima era stato contattato sul web da una fantomatica donna, che con la promessa di mostrarsi senza veli attraverso «skype», era riuscita a carpire alcune foto intime del giovane per poi iniziare a chiedergli somme di denaro dietro la minaccia di pubblicare su internet e di inviare ai parenti le foto «rubate». Il ragazzo aveva anche provveduto ad inviargli la somma di denaro tramite paypall.

Quando poi il ragazzo era stufo, ha chiesto aiuto e si è rivolto alla polizia per denunciare l’accaduto.
Le indagini hanno permesso così di individuare e denunciare l’intestatario della carta, residente in provincia di Caserta. Il presunto ricattatore ha precedenti sempre per lo stesso reato.

Napoli, rimozione delle ecoballe da Giugliano: i dettagli

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Napoli, rimozione delle ecoballe da Giugliano: i dettagli

Napoli, è stato dato il via alla rimozione delle ecoballe dalla zona di Giugliano, con esattezza da Ponte Riccio. Questa mattina il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca è stato allo stir nella zona Asi per annunciare l’avvio del cantiere. I rifiuti impacchettati che saranno smaltiti sono 125mila tonnellate, stoccate più di dieci anni fa proprio alle spalle dello stabilimento di tritovagliatura e imballaggio.

Il Governatore ha spiegato che il piano prevede la rimozione e il trasporto fuori regione; per ora le prime 150mila tonnellate sono state tolte. Il presidente ha poi spiegato che per completare il ciclo dei rifiuti la Regione necessita di nuovi impianti di compostaggio. E’ stato presente all’evento anche il sindaco di Giugliano Antonio Poziello. De Luca ha poi annunciato la realizzazione proprio a Giugliano di un grande parco pubblico. Si prevedono interventi ulteriori di riqualificazione ambientale, si ha intenzione di destinare investimenti rilevanti per realizzare un parco per completare l’operazione di bonifica ambientale e rilancio turistico e produttivo di un territorio bellissimo devastato da scelte sciagurate.

Siracusa Calcio: a sorpresa un nuovo giocatore si aggiunge alla rosa aretusea

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Il Siracusa Calcio comunica di aver aggiunto nella propria rosa l’attaccante brasiliano Caetano Calil. L’attaccante, classe ’84, ha collezionato in carriera 286 presenze e 72 goal.

Ecco il comunicato ufficiale:

BENVENUTO CAETANO CALIL! ⚽️

Arriva un rinforzo importante per il reparto avanzato. Il Siracusa ha infatti raggiunto l’accordo con l’attaccante brasiliano Caetano Calil, svincolatosi lo scorso mese

 “Aggiungiamo un altro tassello importante alla nostra formazione – ha detto il presidente Gaetano Cutrufo – sono molto soddisfatto di questa operazione di mercato e sono sicuro che fornirà un prezioso contributo nella seconda parte della stagione”

Calil in carriera ha vestito la maglia del Corinthians, del San Paulo e del Santos in Brasile; del Siena, Frosinone, Crotone, Varese, Salernitana, Catania e Livorno in Italia.

Benvenuto in azzurro!

Torre del Greco, rapina in posta: presi malviventi di Torre Annunziata

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Torre del Greco, rapina in posta: malviventi presi

Torre del Greco, è avvenuta una rapina all’interno della posta di Santa Maria La Bruna, ma per fortuna i malviventi sono stati presi dai carabinieri. Secondo le prime informazioni avute, sarebbero di Torre Annunziata i due malviventi bloccati dai carabinieri dopo un inseguimento su via Nazionale a Torre del Greco.

Stando alle prime ricostruzioni, i due malviventi hanno messo a segno una rapina presso l’ufficio postale di Santa Maria La Bruna intorno all’ora di pranzo. Ma una volta usciti con il bottino, sono stati intercettati dai militari dell’Arma della Compagnia corallina a bordo dello scooter; ma in realtà è avvenuto un inseguimento. Ne è scaturito un inseguimento lungo la trafficata arteria in direzione della città oplontina.

Fortunatamente i carabinieri sono riusciti a fermare i malviventi, che sono stati identificati, e dopo le dichiarazione di rito, sono stati condotti in caserma per ulteriori dichiarazioni. Probabilmente, essendo stati colti in flagranza di reato, riceveranno il rito per direttissima. Nel frattempo aspettiamo ulteriori novità al riguardo.