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La Pietà di Gricci, nuova acquisizione di Capodimonte

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Un tassello importante dell’identità di Capodimonte torna a casa per completare la storia della Real Fabbrica di Porcellana fondata da Carlo di Borbone nel 1743: è un piccolo ma straordinario capolavoro la Pietà di Giuseppe Gricci, il modellatore del Re, pezzo rarissimo in terracotta che gli studiosi hanno identificato circa un ventennio fa sul mercato internazionale dell’arte. “E’ stato emozionante riportare quest’opera a Napoli, dove fu realizzata, ed ammirarla da vicino – dichiara Eike Schmidt, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte – Nelle collezioni pubbliche cittadine non è conservato alcun bozzetto in terracotta ascrivibile, come questo, alla mano del celebre capo-modellatore della Real Fabbrica. Il modello in creta plasmato da Gricci è, infatti, lo stadio dell’opera in cui più immediatamente è possibile cogliere il segno e la cultura figurativa di questo grande artista fiorentino, che Carlo di Borbone volle con sé, prima a Napoli e poi a Madrid. Abbiamo voluto condividere subito questa acquisizione con i tanti visitatori che nel periodo estivo affollano il Museo e Real Bosco. Con un piccolo allestimento che vuole essere una preziosa anticipazione della nuova sezione delle porcellane, attesa tra pochi mesi”.

“La Pietà di Gricci, il modellatore del Re. Nuova acquisizione di Capodimonte. Tra terracotta e porcellana” è il titolo dell’allestimento, fino al 28 ottobre. In questa occasione la nuova terracotta del Museo e Real Bosco viene messa a confronto con la Pietà con il San Giovanni Evangelista in porcellana del Museo Duca di Martina, sempre del Gricci. La costruzione piramidale è quella della Pietà di Michelangelo, con il corpo di Cristo accolto sulle gambe di Maria e le figure raccordate da un ampio panneggio. Il confronto tra i due gruppi – quello in terracotta e quello in porcellana – rivela l’evoluzione stilistica di Gricci sul tema della Pietà: più teatrale e distaccata nella porcellana, dove il dolore è sublimato, più umana e intima nella terracotta, dove il gesto della Madonna che asciuga le lacrime esprime una sofferenza materna.

Il dialogo tra le due opere è stato allestito nella sala 20 del secondo piano del Museo, dove è esposta la celebre Pietà di Annibale Carracci: il dipinto, realizzato presumibilmente per la devozione privata del cardinale Odoardo, nel Settecento al Palazzo Reale a Napoli, è caratterizzato da un dolore straziato e raccolto. L’impostazione monumentale dei due protagonisti e la resa scultorea di alcuni dettagli, come le pieghe nette della veste della Vergine, hanno reso l’opera un modello trasversale nell’interpretazione di questa iconografia per pittori, scultori, incisori e modellatori. E anche Gricci mostra di esserne influenzato, riecheggiando nei suoi due gruppi plastici molti elementi della tela: ad esempio nelle membra abbandonate del Cristo, che si svolgono in continuità con il sudario poggiato sulle rocce.

Alla presentazione sono intervenuti Luigi Gallo, Direttore ad interim Musei Nazionali del Vomero, e Riccardo Naldi – professore di storia dell’arte moderna Università degli Studi di Napoli L’Orientale, che fu il primo a riconoscere il gruppo in terracotta di Gricci nel 2007.

Giuseppe Gricci, raffinato modellatore e scultore fiorentino, fu attivo come autore di soggetti sacri destinati alla corte reale sin dai primissimi anni di vita della Real Fabbrica di porcellana di Capodimonte, e tra il 1744 e il 1745 lavora a più riprese proprio al tema della Pietà. In un documento pubblicato nel 1888, Minieri Riccio fa riferimento a Gricci che nell’aprile del 1744 ‘fece una Pietà in porcellana ed una maensola con la sua forma in gesso’. La terracotta che, a causa della variante del movimento del braccio destro della Vergine, non può ritenersi il modello diretto del gruppo in porcellana del Museo Duca di Martina, tuttavia consente di seguire il processo di elaborazione del tema. I resti di colore sembrerebbero alludere a un utilizzo del modello come base di prova di decorazioni pittoriche, documentate da un esemplare in porcellana policroma del Museo Municipal di Madrid.

Fonte AdnKronos

Juve Stabia, Alessandro Confente: I super poteri di Spiderman al servizio della porta gialloblù. Sotto La Lente

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A circa 10 giorni di distanza dall’inizio della nuova stagione calcistica, che vedrà le vespe di Mister Abate scendere in campo per il primo impegno stagionale in Coppa Italia contro il Lecce il 15 agosto allo stadio Via Del Mare, torna il nostro appuntamento settimanale con una delle rubriche più amate dai nostri tifosi.Quest’anno, il primo appuntamento con “sotto la lente”, lo dedichiamo a colui il quale è stato il primo acquisto ufficializzato nel calciomercato estivo: il nostro portiere Alessandro Confente.

Alessandro è un calciatore italiano nato a Soave, un piccolo paese in provincia di Verona il 7 giugno 1998.Alto ben 194 cm, Confente è stato, come già detto, il primo acquisto di Lovisa in questa calda estate gialloblù, assicurandosi (tra l’altro a titolo gratuito) le prestazioni del ragazzo sin dai primi giorni di luglio (è in rosa ufficialmente dal 9 luglio 2025) offrendogli, un contratto biennale che lo lega alla Juve Stabia sino al 30 giugno 2027.

LA CARRIERA

Confente, muove i primi passi nelle giovanili del Chievo Verona a partire dal 2012 giocando nella squadra Under 19, fino a quando a partire dalla stagione 2015/2016 è stato spesso convocato in prima squadra in serie A, senza però purtroppo trovare spazio. È stata, crediamo, comunque una parentesi positiva per il ragazzo che, nonostante la giovane età ha avuto modo di allenarsi con portieri del calibro di Albano Bizzarri e Stefano Sorrentino.

Nell’estate 2018 passa alla reggina, con la formula del prestito secco.Fa il suo esordio in serie C il 18 settembre 2018 nella partita contro il Trapani.

Diventa un elemento fondamentale della squadra calabra, contribuendo con le sue prestazioni al raggiungimento dei play-off alla fine della stagione, conclusisi nel secondo turno, a causa della sconfitta per 4-1 subita dalla reggina contro il Catania.Conclude la stagione con 33 presenze, 11 clean sheet e 35 gol subiti.

Nell’estate del 2019 si apre per Confente un nuovo capitolo, nuovo prestito, ancora una volta di un anno; questa volta alla Robur Siena.Fa il suo esordio con la squadra toscana nella prima uscita stagionale in coppa Italia contro il Mantova, dove però il Siena subisce una sconfitta per 2-0.

La sconfitta non scalfisce però le convinzioni dell’allora mister Michele Mignani, che conferma Alessandro come portiere titolare della Robur per l’intera stagione, la quale si conclude con 29 presenze, 33 gol subiti e 8 clean sheet.Nell’ottobre 2020, si unisce, anche se con un po’ di ritardo al Catania di mister Giuseppe Raffaele (poi sostituito a marzo da Francesco Baldini).

Nel marzo 2021 però, subisce una lesione al menisco del ginocchio sinistro che lo tiene fuori per il resto della stagione che conclude con 19 presenze, 20 gol subiti e 5 clean sheet.Nell’agosto 2021 si apre forse, quella che fino ad oggi è la sua parentesi più positiva.

Passa in prestito dal Chievo al Vicenza, dove rimane per ben 4 anni, festeggiando il 7 giugno 2025 le 100 presenza con la squadra veneta.In precedenza, era stato votato come MPV del mese di marzo, ma in generale ha disputato un ottimo campionato 2024/2025, collezionando 12 clean sheet nel girone di andata, e concludendo la stagione con 21 clean sheet in 37 presenze, assicurandosi il titolo di miglior portiere del girone A della serie C, con la migliore percentuale di clean sheet pari al 56,8%

CURIOSITA’

Prima di approdare a Castellammare, il suo destino si era in parte già incrociato con quello della Juve Stabia, non solo incontrandola più volte da avversario nei campionati di serie C, ma anche perché all’inizio della stagione 2020, prima di approdare a Catania, in quel di Verona, con la maglia del Chievo, il suo diretto “concorrente” in porta era un certo Andrea Seculin, nome noto alla tifoseria gialloblu avendo indossato la maglia delle vespe nelle stagioni che vanno dal 2011 al 2013, collezionando 35 presenze.

Già l’estate scorsa, il nostro direttore Lovisa, aveva tentato di portare alle falde del Vesuvio il ragazzo, così come era riportato su Vicenza Today, senza però riuscire a convincere ì biancorossi a lasciarlo andare, per poi ripetersi, con successo questa estate.Alessandro è un ragazzo semplice, sui suoi profili social ama condividere momenti con i compagni di squadra in campo, ma anche foto che lo ritraggono nei viaggi che si concede nei momenti di sosta dagli impegni lavorativi.

Il giocatore a cui si ispira è Allison, portiere brasiliano del Liverpool.In una recente intervista dice che non è scaramantico e che il suo cibo preferito è la pasta, ci chiediamo quindi se la sua permanenza a Castellammare lo influenzerà sulla scaramanzia, ma soprattutto se ha già assaggiato o assaggerà le prelibatezze della nostra terra. (magari lo farà in un momento di pausa dagli impegni stagionali, non essendo la nostra cucina famosa per essere particolarmente leggera).

A quanto sembra, si è già ben ambientato nel gruppo gialloblù stringendo particolarmente amicizia con il nostro difensore Marco Ruggero, così come si evince da affermazioni fatte da entrambi in recenti interviste alla stampa locale.Noi non possiamo che auspicarci che la trasformazione da Peter Parker a Spiderman, come si è definito in un post pubblicato da lui stesso su Instagram per salutare la città di Vicenza, trovi la sua massima esplosione in quel di Castellammare, nel mentre non possiamo che augurargli le migliori fortune per la stagione che sta per iniziare, sperando di vedere in azione al più presto i suoi superpoteri a difesa della porta stabiese.

Juve Stabia, due ex centrocampisti approdano al Nola: Due colpi per i bianconeri per sognare in grande

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Il Nola si rafforza con due colpi di spessore a centrocampo, portando in dote non solo qualità ed esperienza, ma anche un passato importante in comune con la Juve Stabia.Sotto la guida del presidente Giuseppe Langella, i bianconeri accolgono Nicolas Izzillo e Luca Berardocco, due volti noti del calcio campano con storie diverse ma unite dal filo conduttore delle Vespe.

Nicolas Izzillo, mediano classe 1994, è un centrocampista dai gol pesanti e dalla grande grinta.

Cresciuto tra i settori giovanili di SPAL e Spezia, ha costruito una solida carriera prevalentemente tra Serie C e Serie D, superando le 300 presenze.La sua avventura con la Juve Stabia è stata particolarmente felice: con la maglia gialloblù ha collezionato 42 presenze e messo a segno ben 8 reti, lasciando un ottimo ricordo nei cuori dei tifosi per la sua sostanza e la sua capacità di essere decisivo in zona gol.

Izzillo, con la sua abilità negli inserimenti e la sua tenacia, è pronto a diventare un punto di riferimento nel centrocampo del Nola.

Luca Berardocco, nato nel 1991, è invece un regista classico, un centrocampista tecnico e di grande visione di gioco.A differenza del suo nuovo compagno di squadra, Berardocco porta con sé un bagaglio di esperienza che include anche la Serie B, avendo vestito maglie prestigiose come quelle di Pescara, Padova e Südtirol.

Il suo legame con la Juve Stabia è più recente e distribuito in diversi periodi, ma altrettanto significativo: in totale, con le Vespe ha disputato 86 partite, siglando anche lui 8 gol.Le sue qualità nel dettare i tempi di gioco e nel gestire il possesso palla sono le caratteristiche che hanno convinto la dirigenza nolana a puntare su di lui per dare equilibrio e qualità alla manovra.

Reduce da un’ottima stagione in Serie D, si presenta come il faro che il Nola stava cercando.I due, pur con stili di gioco complementari, rappresentano un innesto di indubbio valore per la squadra del presidente Langella, che non nasconde le sue ambizioni di costruire una rosa solida e competitiva.

Con l’arrivo di Izzillo e Berardocco, il Nola non acquista solo due calciatori di categoria superiore, ma anche due professionisti che conoscono a fondo le piazze calde e la passione del calcio campano, pronti a mettere la loro esperienza al servizio della squadra e a infiammare i tifosi bianconeri.

Juve Stabia, che incrocio! Per la festa di Ognissanti a Modena sarà il tempo di Battistella e Sottil

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Il calendario della Serie B 2025/2026 ha fissato per il 01 Novembre, la festa di Ognissanti una sfida di grande fascino per la Juve Stabia.Le Vespe di Ignazio Abate saranno di scena allo Stadio “Alberto Braglia” per affrontare il Modena, in una gara che segna un doppio, significativo incrocio: il ritorno dell’ex Thomas Battistella e l’ennesimo confronto con mister Andrea Sottil, una vecchia conoscenza per la squadra stabiese.

Per Thomas Battistella, centrocampista approdato alla Juve Stabia proprio in questa stagione, tornare al “Braglia” con la maglia delle Vespe rappresenterà un’emozione forte.Dopo le sue stagioni in Emilia, i tifosi canarini lo ricorderanno certamente, e vederlo schierato come avversario aggiungerà una nota di nostalgia a una partita già carica di significati.

La sua profonda conoscenza dell’ambiente modenese e le sue indubbie qualità tecniche faranno di lui un punto di riferimento fondamentale per la Juve Stabia in questa impegnativa trasferta.Ma non sarà solo il ritorno di Battistella a rendere speciale la sfida.

Sulla panchina del Modena siede infatti Andrea Sottil, un tecnico che nel corso della sua carriera ha incrociato più volte il cammino della Juve Stabia, spesso in categorie inferiori e in battaglie sportive accese.Le squadre di Sottil sono da sempre avversari ostici, noti per la loro solida organizzazione tattica e una spiccata aggressività, elementi che promettono di rendere il confronto ancora più intenso.

Questo ennesimo duello tattico tra la Juve Stabia, guidata dalla visione di Ignazio Abate, e il Modena plasmato dall’esperienza di Sottil, si preannuncia come uno degli snodi cruciali del girone di ritorno.Entrambi gli allenatori, subentrati quest’anno alla guida dei rispettivi club, saranno determinati a imporre il proprio gioco per conquistare punti pesanti.

La gara del “Braglia” assume quindi un’importanza che va oltre il singolo risultato.Per la Juve Stabia sarà un test probante per misurare le proprie ambizioni contro un avversario di spessore, in uno stadio tradizionalmente difficile da espugnare.

Per i tifosi, sarà l’occasione per riabbracciare, seppur da avversario, un giocatore che ha vestito la maglia del Modena e per assistere a un’affascinante sfida nella sfida: quella tra l’astuzia tattica di Abate e la grinta delle formazioni di Sottil.Una battaglia sul campo dove ogni dettaglio potrà fare la differenza.

Ferite e piccoli traumi negli animali domestici: come riconoscerli e gestirli al meglio

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Nella vita di ogni animale domestico, corse sfrenate in giardino, esplorazioni curiose e interazioni vivaci con i propri simili sono all’ordine del giorno.Questa vitalità, fonte di gioia per ogni proprietario, porta con sé l’inevitabile rischio di piccoli incidenti: un graffio, un taglio superficiale o un’abrasione.

Di fronte a una piccola ferita, la prima reazione è spesso l’apprensione.Tuttavia, sapere come riconoscere la gravità del trauma e come intervenire correttamente può fare la differenza, trasformando l’ansia in azione consapevole e gestendo la situazione con la giusta preparazione.

La gestione dei piccoli traumi è un pilastro della cura quotidiana.Sebbene il veterinario resti la figura di riferimento insostituibile, un intervento tempestivo e corretto può prevenire infezioni e accelerare la guarigione.

L’approccio moderno alla cura delle piccole lesioni, infatti, si è evoluto: non si tratta più solo di disinfettare, ma di supportare attivamente i processi rigenerativi della pelle.La ricerca veterinaria ha messo a punto formulazioni avanzate, spesso a base di principi naturali, che aiutano a creare un ambiente ideale per la guarigione, proteggendo la parte lesa.

Un esempio in questo campo è dato da soluzioni come Hypermix crema di Rimosvet, studiate appositamente per supportare la riepitelizzazione e mantenere la ferita protetta.Avere a portata di mano prodotti di questo tipo, insieme a una conoscenza di base delle procedure, trasforma l’ansia in gestione efficace.

Riconoscere il problema: i segnali da non sottovalutare

Non sempre una ferita è evidente.

A volte, il primo campanello d’allarme è un cambiamento nel comportamento dell’animale.Un leccamento insistente e localizzato su una zampa o su un fianco è quasi sempre il segnale che qualcosa in quel punto provoca fastidio o dolore.

Altri indizi possono essere una zoppia improvvisa, un’insolita apatia o l’aggressività al tatto in una specifica area del corpo.Quando la lesione è visibile, è cruciale valutarne le caratteristiche:

  • Abrasione: Una “sbucciatura” superficiale, in cui viene rimosso lo strato più esterno della pelle.

    Solitamente sanguina poco ma può essere dolorosa.

  • Ferita da taglio: Causata da un oggetto affilato, può essere superficiale o profonda. È importante valutarne la lunghezza e la profondità per capire se sono necessari punti di sutura.
  • Ferita da punta: Spesso ingannevole, perché il foro d’entrata può sembrare piccolo ma la lesione può estendersi in profondità, con un alto rischio di infezioni.
  • Morso: Riconoscibile dalla presenza di più fori o lacerazioni, è una ferita che va sempre fatta valutare dal veterinario per l’elevato rischio di infezioni batteriche.

La gestione pratica: cosa fare (e cosa non fare)

Di fronte a una ferita lieve e superficiale, il primo passo è mantenere la calma per non agitare ulteriormente l’animale.Se possibile, è utile tagliare con delicatezza il pelo attorno alla lesione usando delle forbici con punte arrotondate, per avere una visione chiara e mantenere l’area più pulita.

Il secondo, fondamentale passaggio è la detersione.Utilizzare una soluzione fisiologica sterile o semplicemente acqua pulita per irrigare la ferita, rimuovendo sporco, terra o detriti. È fondamentale evitare l’uso di disinfettanti aggressivi a base di alcol o acqua ossigenata direttamente sulla lesione, poiché possono irritare i tessuti e rallentare la guarigione.

Meglio optare per soluzioni antisettiche a base di clorexidina o iodopovidone, sempre diluite secondo le indicazioni del proprio veterinario.Una volta pulita e disinfettata, la ferita deve essere protetta.

Coprirla con una garza sterile aiuta a prevenire la contaminazione, ma è cruciale impedire che l’animale si lecchi.Il collare elisabettiano, sebbene spesso mal sopportato, rimane lo strumento più efficace per evitare che la lingua, ricca di batteri, possa infettare la lesione.

L’ultimo passo è l’osservazione.Nei giorni successivi, è importante controllare la ferita per individuare eventuali segni di infezione: gonfiore, arrossamento eccessivo, calore al tatto, pus o cattivo odore.

In presenza di uno qualsiasi di questi segnali, o se la ferita non mostra segni di miglioramento entro 24-48 ore, è imperativo contattare il veterinario.La prontezza e la preparazione sono i migliori alleati per la salute dei nostri animali.

Juve Stabia, un altro arrivo dalla “cantera” dell’Inter: Giacomo Stabile

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La Juve Stabia ha da poco ufficializzato un altro importante colpo di mercato, puntando ancora una volta sulla linea verde e, in particolare, sul florido settore giovanile dell’Inter.Il nuovo arrivato in casa gialloblù è il giovane difensore Giacomo Stabile, ennesimo prodotto della “cantera” nerazzurra che sbarca a Castellammare di Stabia per farsi le ossa nel campionato di Serie B.

Non è un mistero che il legame tra le Vespe e la società milanese sia forte e proficuo.Negli anni, diversi talenti interisti hanno vestito la maglia stabiese, trovando nel club campano il trampolino di lancio ideale per la propria carriera.

L’ultimo, in ordine di tempo, era stato l’attaccante classe 2006 Giacomo De Pieri, il cui arrivo poche settimane fa ha confermato un asse di mercato solido e ben collaudato.Giacomo Stabile, difensore centrale mancino di 187 cm, è un prospetto di grande interesse.

Nato a Milano nel 2005, è cresciuto interamente nel settore giovanile dell’Inter, fino a maturare una prima importante esperienza tra i professionisti nella scorsa stagione, dove ha collezionato 26 presenze in Serie C con la maglia dell’Alcione.Ora, per questo “muro” difensivo, si aprono le porte della Serie B con la maglia della Juve Stabia, un’occasione fondamentale per misurarsi con un calcio di livello superiore e continuare il suo percorso di crescita.

Per lui, vestire il gialloblù non sarà solo un’opportunità, ma anche una vetrina importante.Il giovane difensore arriva a Castellammare con la ferma intenzione di mettersi in mostra e conquistare la fiducia del nuovo mister, Ignazio Abate.

L’arrivo di Stabile testimonia ancora una volta la strategia lungimirante della Juve Stabia del presidente Andrea Langella, che punta a costruire una squadra solida e competitiva, ma che sa anche investire con coraggio su giovani talenti.L’entusiasmo e la voglia di fare del giovane difensore saranno sicuramente un valore aggiunto per il prossimo campionato, con la speranza che possa seguire le orme dei suoi predecessori e lasciare un segno indelebile a Castellammare.

Il fattore Abate: una guida esperta per i giovani talenti

Il ruolo di Ignazio Abate nel percorso di crescita di Giacomo Stabile sarà un elemento cruciale.

L’ex terzino del Milan e della Nazionale, alla sua prima vera esperienza da allenatore nel calcio professionistico dopo gli ottimi risultati con la Primavera rossonera, è riconosciuto come un tecnico che sa lavorare con i ragazzi, valorizzandone le qualità e accompagnandoli nel delicato passaggio dal calcio giovanile a quello dei “grandi”.Abate conosce alla perfezione le dinamiche e le pressioni del settore giovanile e sa come infondere nei giovani calciatori la giusta mentalità, un mix di umiltà, sacrificio e determinazione.

La sua immensa esperienza da calciatore ad alti livelli e la sua capacità di comunicare con le nuove generazioni lo rendono un punto di riferimento prezioso.Questa sua dote non servirà solo a Stabile ma a tutta la giovane e ambiziosa rosa che il presidente Langella e il direttore sportivo Lovisa gli hanno messo a disposizione.

Sotto l’occhio vigile di Abate, Stabile avrà l’opportunità non solo di migliorare tecnicamente e tatticamente, ma anche di maturare dal punto di vista umano e caratteriale.L’ex rossonero saprà sicuramente gestire con attenzione i progressi del giovane difensore, offrendogli una guida sicura e preparata per affrontare le sfide del campionato cadetto.

Carlo Ametrano presenta i membri del suo team per il Minardi Day

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In vista del Minardi Day, abbiamo intervista il giornalista e scrittore stabiese Carlo Ametrano, che sarà presente all’evento in programma a Imola il 13 e 14 settembre.Ecco le sue parole.

Carlo, sei pronto per ripartire?

“Ci siamo, manca pochissimo.

Siamo pronti per andare al Minardi Day, che si svolgerà il 13 e il 14 settembre.Pronti con una grande squadra che seguirà l’evento, in quanto ci saranno tanti membri del Senna Day.

Parliamo di un evento bellissimo e di un’esperienza assolutamente da non perdere considerando i grandi ospiti che ci saranno.Tra l’altro, la sera del 13 settembre saremo anche al meraviglioso locale di Augusto Zuffa, Le Cantine Zuffa, per una grande cena con tutti i membri del Senna Day”.

Con chi sarai presente al Minardi Day?

“Sarà un team incredibile!

Immancabili chiaramente Pasquale Buondonno e Davide Sforzi.Con loro anche altri membri del Senna Day, come Aldo De Robertis, Anna Canelli, lo Speaker delle comunicazioni Domenico Sabatini, Vito Benedetto, Lorenzo e Stefano Leara e Maurizio Angeli”.

Perché è così importante il Minardi Day?

“È speciale perché sei nel cuore dei motori: puoi entrare nei box e capire davvero che cos’è il motorsport, quello vero.

Mi fa piacere poterci essere ed è per questo che ringrazio Pietro Benvenuti e Gian Carlo Minardi, due persone davvero splendide”.

Per salutarci, quali sono i tuoi prossimi impegni?

“Per ora è stata una stagione incredibile.Tanti gli appuntamenti fatti: dal Senna Day di aprile, un successo incredibile, fino al GP visto sempre a Imola.

Poi c’è stato l’Orgoglio Motoristico Romano di Stefano Pandolfi.Chiuderemo con il Minardi Day”.

Sharon Prisco vince il titolo del Mediterraneo WBC: “Emozione unica”

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La pugile Sharon Prisco, fresca vincitrice del titolo del Mediterraneo WBC, ha parlato di questo grandissimo traguardo raggiunto (e non solo) in esclusiva a Carlo Ametrano.Ecco le sue dichiarazioni.

Sharon, complimenti!

Sei tornata sul ring e i risultati si sono visti alla grandissima!

“Grazie, è un titolo che vale tanto per me. È stato un periodo abbastanza difficile, in cui avevo pensato di abbandonare il pugilato.Poi mi sono trasferita a Pescara, ho iniziato una nuova vita e mi sono detta di ricominciare anche con il pugilato.

L’ho fatto però seguendo un’altra strada, quella del professionismo.Ho fatto il mio debutto ad aprile e ora invece siamo qui con questo titolo.

Sono contentissima, voglio ringraziare il mio maestro Simone Di Marco per accompagnarmi in questo lungo viaggio”.

Qual è la differenza rispetto a prima?

“Sapete il mio trascorso nella Nazionale: ho praticato per dieci anni il pugilato dilettantistico.Quando sono passata a professionista c’è stato un cambio radicale.

Prima mi allenavo sempre e tante volte al giorno, ora è anche peggio.Qui affronto dieci riprese da due minuti, ho tolto il caschetto e non è facile.

Ma io sto bene, sono nata e cresciuta con il pugilato ed è grazie al pugilato che sono la Sharon di ora: forte, determinata, coraggiosa e che non si abbatte mai”.

Quanto sei felice ora?

“Tantissimo.Io sono stata davvero male per un periodo.

Mi chiedevo come fosse possibile buttare via tanti anni di sacrifici.Adesso sono contentissima perché il cuor mio non voleva abbandonare il pugilato.

Senza di lui avrei vissuto le giornate con monotonia”.

 Per quel che riguarda questo nuovo titolo: quando hai capito che lo avresti vinto?

“Il momento in cui mi hanno proclamata. È stato un incontro combattuto: i giudici alla fine mi hanno premiata ed è lì che ho capito davvero tutto.Sono scoppiata a piangere dall’emozione, è stata un’emozione unica”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

“Per il momento mi godo un po’ l’estate, tra lavoro e palestra, in quanto continuo sempre ad allenarmi.

La continuità non mi è mai mancata e non mancherà.Con la cintura che ho vinto, potrei puntare sempre a qualcosa in più”.

Se ti dico Jasmine Di Felice che mi rispondi?

“Jasmine è come se fosse una mia sorella maggiore.

L’ho conosciuta e sono contentissima di averla al mio fianco”.

A chi dedichi questo titolo?

“Voglio ringraziare Simone Di Marco, che è il mio allenatore che mi ha portato all’apice dopo soli 7 mesi.Ringrazio tutta la mia famiglia, il mio fidanzato che è sempre al mio fianco e tutti coloro che mi sostengono e che mi vogliono bene”.

Relazioni ai tempi delle app: connessioni veloci ed emozioni on demand.

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Nel mondo contemporaneo, dove ogni cosa sembra correre più veloce del nostro stesso respiro, anche le relazioni umane si stanno trasformando.Amicizie, flirt, amori e legami affettivi non sono più frutto di incontri fortuiti o lunghi corteggiamenti.Sempre più spesso nascono – e si esauriscono – in ambienti virtuali.Le app di incontri, un tempo viste con diffidenza, sono ormai diventate parte integrante della quotidianità relazionale di milioni di persone.

Oggi un primo appuntamento non inizia con uno sguardo al bar o durante una passeggiata in città, ma con un “match” su uno schermo.

Bastano pochi secondi per scegliere se una persona merita attenzione o no.Un gesto meccanico, quasi istintivo, che sembra semplificare tutto.

Ma cosa ci sta togliendo, in cambio di questa apparente facilità?

Swipe culture e relazioni usa e getta

La cosiddetta swipe culture ha rivoluzionato il modo in cui ci si approccia all’altro.Da una parte, ha permesso a persone di ogni età di conoscersi superando barriere geografiche, sociali e culturali.

Dall’altra, ha generato un certo “consumismo relazionale”, in cui anche il contatto umano sembra aver assunto dinamiche simili a quelle di una vetrina digitale: guardo, scelgo, provo, passo oltre.

Le conseguenze sono evidenti.Molti utenti riportano esperienze di breve durata, segnate da aspettative confuse o da una totale mancanza di profondità emotiva.

Si cerca compagnia, distrazione, a volte anche solo conferme egoiche.Ma sempre più spesso si evita il vero coinvolgimento, quello che implica vulnerabilità, ascolto e costruzione.

La paura dell’impegno e il fascino dell’occasionale

In questo scenario liquido, l’idea di una relazione stabile sembra farsi strada con fatica.

Le persone, in particolare nelle fasce adulte tra i 30 e i 50 anni, raccontano di sentirsi “bloccate” tra il desiderio di intimità autentica e la paura di perdersi qualcosa: una condizione di incertezza che alimenta la tendenza a vivere rapporti brevi, intensi, ma privi di progettualità.

Da un lato, c’è il bisogno di sentirsi vivi, attraenti, liberi.Dall’altro, il timore di entrare in relazioni che richiedano compromessi, adattamenti, quotidianità.

Così, sempre più spesso, si preferiscono relazioni occasionali, magari nate tramite social o app, dove la gestione delle emozioni può restare superficiale, controllata, e dove non è necessario mettersi in gioco fino in fondo.

Il ruolo dei social network: tra connessione e solitudine

Anche i social network hanno un ruolo non secondario in questo processo.Se da un lato ci tengono in contatto con il mondo, dall’altro creano spesso un’illusione di vicinanza.

Riceviamo cuori, commenti, messaggi… ma quanto sono reali questi legami?Quante volte, nella vita reale, ci si ritrova a sentirsi soli anche se circondati da centinaia di contatti?

La presenza costante di alternative, la comparazione continua con ciò che vediamo online, l’iperstimolazione visiva ed emotiva…

tutto contribuisce a generare aspettative irrealistiche e insoddisfazione cronica.Le relazioni diventano una corsa ad ostacoli, in cui ogni passo verso l’altro può sembrare rischioso, o semplicemente “scomodo”.

Nuove forme di benessere relazionale on demand

Eppure, non tutto si sta perdendo.

Da questa confusione affettiva stanno emergendo anche percorsi alternativi, luoghi – reali o digitali – dove esplorare nuovi modi di entrare in relazione con l’altro, e soprattutto con sé stessi.Non si tratta solo di trovare “la persona giusta”, ma di riscoprire la lentezza, il contatto autentico, l’importanza dell’esperienza.

Questo è quanto emerge da una ricerca effettuata dal portale Tantralux.com che ha come tema l’amore sul web e la Dating Industry in Italia

Non è un caso che, negli ultimi anni, siano in crescita le ricerche legate a esperienze consapevoli, massaggi sensoriali, percorsi di riscoperta personale.

L’intimità, quella vera, sembra tornare ad essere un bisogno centrale, anche – e forse soprattutto – in chi ha sperimentato il vuoto relazionale generato dalla velocità digitale.

Umani, ancora prima che connessi

C’è una domanda che, forse, tutti ci stiamo ponendo in modo implicito: siamo davvero felici così?Abbiamo accesso a tutto, ma ci manca il tempo.

Abbiamo tanti contatti, ma poche connessioni vere.Ci conosciamo in un attimo, ma spesso ci lasciamo senza nemmeno un motivo.

Forse è arrivato il momento di rallentare.

Di guardare l’altro negli occhi, non attraverso uno schermo.Di accogliere il desiderio non solo come impulso, ma come spazio di scoperta reciproca.Di dare valore al tocco, all’ascolto, alla presenza.Perché prima di essere utenti, siamo esseri umani.

Juve Stabia, annullato l’allenamento congiunto con il Picerno, si giocherà con l’Afragolese

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La Juve Stabia ha annunciato una modifica nel suo programma di preparazione pre-campionato.L’allenamento congiunto che vedeva le Vespe contrapposte all’AZ Picerno, inizialmente in calendario per venerdì 8 agosto alle ore 17:00, è stato annullato a causa di sopraggiunti motivi logistici.

La società gialloblù ha prontamente riprogrammato gli impegni della squadra per la stessa giornata. È stato infatti comunicato che, in sostituzione del test con il Picerno, si terrà un allenamento congiunto contro l’A.C.Afragolese, formazione che milita nel girone H del campionato di Serie D.

La seduta di lavoro si svolgerà venerdì 8 agosto, ma con un anticipo sull’orario.Il fischio d’inizio è previsto per le ore 10:30 presso lo stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia.

Tuttavia, i tifosi e gli appassionati non potranno assistere all’incontro, in quanto l’allenamento si terrà rigorosamente a porte chiuse.Questa variazione nel programma permetterà comunque al tecnico e alla squadra di testare schemi e condizione fisica in vista dei prossimi impegni ufficiali della stagione.

Segreti delle slot machine: come funzionano davvero?

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Noi giocatori ce lo siamo chiesti tutti, almeno una volta, fissando i rulli colorati di una slot machine: cosa c’è dietro? È pura fortuna?C’è un trucco, un momento giusto per giocare, un segreto per vincere?La slot machine, con le sue luci e i suoi suoni, è una delle forme di intrattenimento più popolari, ma anche una delle più avvolte nel mistero.

La verità è che non ci sono trucchi o formule magiche.Esiste, però, una tecnologia e una matematica precisa che ne regola il funzionamento.

Capirle non ci darà la garanzia di vincere, ma ci trasformerà in giocatori più consapevoli.Molti di noi, per esempio, cercano attivamente le slot con RTP alto sul portale CasinoDeps proprio perché sanno che questo dato, a lungo termine, fa la differenza. È ora di aprire il “cofano” e vedere come funzionano davvero.

Il cuore pulsante: il Generatore di Numeri Casuali (RNG)

Il vero e unico padrone di ogni slot machine moderna è un microchip chiamato RNG, ovvero Random Number Generator. È un programma informatico che non fa altro che generare miliardi di combinazioni di numeri al secondo, senza mai fermarsi.

Quando noi premiamo il pulsante “Gira”, tutto ciò che facciamo è “catturare” l’ultima combinazione numerica generata in quella frazione di secondo.Quella combinazione determina istantaneamente i simboli che appariranno sui rulli.

Questo significa due cose fondamentali.

Primo: ogni giro è un evento a sé stante, completamente indipendente da quello precedente e da quello successivo.Secondo: il risultato è deciso nel momento esatto in cui premiamo il pulsante, non mentre i rulli girano.

Le animazioni sono solo uno spettacolo per rendere il gioco più avvincente.

L’RTP (Return to Player): la statistica che conta

Se l’RNG è il motore, l’RTP è la sua scheda tecnica.Ci dice, in parole povere, quanto una slot è programmata per “restituire” nel tempo.

Per capirci con un esempio: un RTP del 96% vuol dire che, su un totale di 100 euro giocati nel lunghissimo periodo, la slot è fatta per pagarne indietro 96 in vincite.Quel 4% che manca è, semplicemente, il margine del casinò.

È importantissimo capire che questo è un dato statistico globale.

Non vuol dire che se noi giochiamo 100 euro, ne riavremo indietro 96.Possiamo vincere 1000 euro con un solo giro o perderli in dieci.La probabilità di vincita, in questo caso, è legata all’RTP, ma ogni sessione di gioco è influenzata dalla casualità dell’RNG.Ma l’RTP ci dà un’idea chiara di quanto una slot sia, nel suo design, più o meno generosa rispetto a un’altra.

La volatilità: il “carattere” della slot

Accanto all’RTP, c’è un altro dato cruciale: la volatilità (o varianza).

Questa ci dice come una slot distribuisce le sue vincite.

  • Bassa Volatilità: la slot paga vincite più frequenti, ma di importo solitamente piccolo.Mantiene il nostro saldo più stabile.
  • Alta Volatilità: le vincite sono molto più rare, ma quando arrivano possono essere di importo molto elevato. È una slot “tutto o niente”.

Non esiste una volatilità migliore dell’altra, dipende solo dal nostro stile di gioco e dal nostro budget.

Miti da sfatare e approccio pratico

Alla luce di questo, sfatiamo alcuni miti.

Non esistono slot “calde” o “fredde”.Una slot che non paga da tanto non è “in procinto” di pagare di più.

Ogni giro è casuale, grazie all’RNG.Allo stesso modo, non esistono strategie di puntata (puntare tanto, poi poco, poi tanto) che possano influenzare il risultato.

L’unico approccio intelligente è quello di gestire il nostro budget e per questo, provare delle slot a 1 centesimo di puntata elencate su DepositoMinimo è una strategia furba: ci permette di divertirci più a lungo, di capire il ritmo e la volatilità di una slot senza rischiare grosse cifre, e di gestire il budget in modo estremamente controllato.

In conclusione, il vero “segreto” delle slot machine è che non ci sono segreti.

C’è solo matematica e casualità.Capire concetti come RNG, RTP e volatilità non ci aiuterà a “battere” la macchina, ma ci darà gli strumenti per scegliere in modo più informato, per gestire meglio i nostri soldi e, soprattutto, per vivere il gioco per quello che deve essere: una forma di intrattenimento basata sulla fortuna.

Pompei fu rioccupata dopo la distruzione del 79 d.C.

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Pompei fu rioccupata dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Sopravvissuti che non avevano modo di ricominciare una nuova vita altrove, ma verosimilmente anche persone provenienti da altri luoghi, senza dimora, in cerca di un posto dove insediarsi e con la speranza di ritrovare oggetti di valore, avevano provato a rioccupare l’area devastata dall’evento vulcanico. Una situazione precaria e disorganizzata, quella che vedeva riaffiorare tracce di vita sulla città di Pompei, protrattasi fino al V secolo quando poi l’area venne completamente abbandonata.

Sono ipotesi, già avanzate in passato, che sembrano essere confermate da dati e tracce emersi nell’ambito dei lavori di “Messa in sicurezza, restauro e consolidamento dell’Insula Meridionalis di Pompei”. Come pubblicato da un articolo sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, si tratta di testimonianze di persone che tornarono sul luogo del disastro e che a un certo punto cominciarono ad abitare stabilmente tra le rovine dei piani superiori riaffioranti ancora tra la cenere. Così, nelle antiche case e strutture ritornava la vita, ma gli ambienti che una volta erano al pianterreno ora diventavano scantinati e caverne, dove si allestivano focolari, forni e mulini.

Si stima che Pompei avesse almeno 20mila abitanti nel 79 d.C., ma la percentuale delle persone che persero la vita durante l’eruzione è tuttora dibattuta. Sono all’incirca 1.300 le vittime ritrovate dall’inizio degli scavi, dal 1748 a oggi. Con due terzi della città antica portata alla luce, la cifra potrebbe sembrare relativamente bassa, intorno al 10%. Tanti altri potrebbero aver perso la vita al di fuori del centro urbano, mentre tentavano di allontanarsi dall’epicentro della catastrofe. Sicuramente ci furono dei sopravvissuti, come fanno intuire anche iscrizioni con nomi pompeiani da altri centri campani. Ma evidentemente non tutti avevano i mezzi per ricominciare una nuova vita altrove. Si potrebbe spiegare così il perché alcuni abitanti siano tornati nella città distrutta, di cui comunque si intuivano ancora i piani superiori degli edifici.

Agli antichi abitanti si potrebbero essere aggiunti altri arrivati, che non avevano nulla da perdere. Inizialmente si viveva in una specie di deserto di cenere, ma presto la vegetazione tornò a prosperare Oltre a un posto per vivere, Pompei offriva la possibilità di scavare nel sottosuolo, dove si potevano trovare oggetti di valore, anche se ogni tanto ci si poteva imbattere nel corpo di una vittima in decomposizione.

Tale situazione, un po’ improvvisata per non dire anarchica, era forse il motivo per cui l’imperatore Tito mandò due ex consoli quali curatores Campaniae restituendae: oltre a promuovere una rifondazione di Pompei e Ercolano, avevano il compito di occuparsi dei beni di chi non aveva lasciato eredi per darli alle “città afflitte”. Tuttavia, il tentativo di rifondazione fu un fallimento, in quanto il sito non diventò mai più il centro vitale che era stato prima dell’eruzione. Piuttosto, a giudicare dai dati archeologici, doveva essere un agglomerato dove le persone vivevano in condizioni precarie e senza le infrastrutture e i servizi tipici di una città romana. Ciò non impedì che questa forma di insediamento si protraesse fino alla tarda età antica, ovvero fino al V secolo d.C., quando, forse in concomitanza con un’altra devastante eruzione (detta “di Pollena”), venne definitivamente abbandonata.

“L’episodio epocale della distruzione della città nel 79 d.C. ha monopolizzato la memoria – commenta il direttore del Parco Archeologico di Pompei e co-autore dell’articolo sui nuovi ritrovamenti, Gabriel Zuchtriegel – Nell’entusiasmo di raggiungere i livelli del 79, con affreschi meravigliosamente conservati e arredi ancora intatti, le tracce flebili della rioccupazione del sito sono state letteralmente rimosse e spesso spazzate via senza alcuna documentazione. Grazie ai nuovi scavi il quadro diventa ora più chiaro: riemerge la Pompei post 79, più che una città un agglomerato precario e grigio, una specie di accampamento, una favela tra le rovine ancora riconoscibili della Pompei che fu. Noi archeologi in questi casi ci sentiamo come gli psicologi della memoria sepolta nella terra: tiriamo fuori le parti rimosse dalla storia, e questo fenomeno ci dovrebbe indurre a una riflessione più ampia sull’inconscio archeologico, su tutto ciò che viene rimosso o obliterato o rimane nascosto, all’ombra di altre cose apparentemente più importanti”.

Fonte AdnKronos

IL MORSO DELLA VESPA ESTIVO. Tanti giovani alla corte di Abate. Cresce l’attesa per la Coppa Italia

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Benvenuti alla consueta puntata settimanale su ciò che accade nel Mondo gialloblu della Juve Stabia in questa rovente Estate.Il calciomercato della Juve Stabia è in fermento, con un’intensa attività sul fronte delle entrate e delle uscite. È ufficiale la cessione di Danilo Quaranta alla Reggiana, in un’operazione che potrebbe sfociare in uno scambio con Meroni.

Il club si è assicurato il giovane Giacomo Stabile in prestito dall’Inter e continua a seguire Correia.Tra i nuovi arrivi si registrano anche Filippo Reale e Vavassori, che fanno parte di un gruppo di giovani che il club sta integrando.

Inoltre, la Juve Stabia si è assicurata il prestito di Burnete dal Lecce, mentre è in corso una trattativa per Nicola Masut che sembra abbastanza difficile.Sul fronte della preparazione, la squadra sta definendo al meglio il calendario delle prossime amichevoli, con la spasmodica attesa dell’esordio stagionale a Ferragosto contro il Lecce al Via del Mare.

L’AZZURRO PENSIERO ESTIVO. Il Cholito saluta la piazza. Un talento del Barça è il sogno

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Benvenuti alla consueta puntata settimanale su quello che accade nel Mondo del Napoli in questa calda Estate.

Il calciomercato azzurro è in ebollizione, con le uscite di Giovanni Simeone, che si trasferisce al Torino, e l’arrivo di nuovi obiettivi.Tra i nomi caldi, si registra un’irruzione per l’ala dell’Atalanta Ademola Lookman, un’offerta da 70 milioni per il giovane talento del Barcellona Gavi e un accordo già raggiunto con Juanlu del Siviglia, per il quale è stata presentata l’ultima offerta.

Inoltre, il centrocampista Miretti si avvicina, con un accordo quinquennale già siglato.Sul campo, la squadra ha subito un’altra sconfitta in amichevole, perdendo 2-1 contro il Brest, ma l’avversario ha elogiato il Napoli definendolo “fortissimo”.

Infine, si registra un grande entusiasmo tra i tifosi, con gli abbonamenti stagionali già terminati a poche ore dalla loro messa in vendita.

Juve Stabia, l’ex portiere Danilo Russo firma un contratto con il Benevento

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Il calciomercato riserva sempre delle sorprese, e una di queste riguarda un volto molto amato dal pubblico di Castellammare di Stabia.L’ex portiere della Juve Stabia, Danilo Russo, è ufficialmente un nuovo giocatore del Benevento, squadra con cui ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2026.

L’annuncio del club sannita ha confermato le voci che circolavano da giorni, e per i tifosi delle Vespe si tratta di un “amarcord” di un portiere che ha lasciato un ottimo ricordo al Menti.Russo, classe 1987, arriva in giallorosso dopo un biennio di successo con la maglia del Giugliano, dove ha collezionato 62 presenze e ben 15 clean sheet.

Nonostante la sua ultima esperienza non sia stata con la Juve Stabia, i tifosi gialloblù lo ricordano con affetto per il suo periodo a Castellammare, dove si è distinto per professionalità e parate decisive.Ora, a 38 anni, Russo si appresta a vivere una nuova, stimolante avventura, portando la sua esperienza e il suo carisma in un club ambizioso.

Per il Benevento, l’arrivo di Russo rappresenta un innesto di qualità ed esperienza tra i pali.Per i tifosi della Juve Stabia, invece, resta il ricordo di un portiere affidabile e la speranza di vederlo presto in campo a difendere i suoi nuovi colori.

Essere un portiere è una vocazione che richiede molto più che semplici riflessi.Richiede mentalità, leadership e comunicazione.

Danilo Russo oramai è un portiere esperto per la Lega Pro e non solo, vista la sua carriera veramente importante alle spalle.Sicuramente darà una grossa mano non solo al Benevento ma a tutto l’ambiente con la sua esperienza.

Russo ha difeso i pali della Juve Stabia in due occasioni nel corso della sua carriera.Nel 2016-2017 quando sulla panchina gialloblu si sono succeduti Gaetano Fontana prima e Guido Carboni poi.

Successivamente invece ha vissuto una esperienza con Fabio Caserta in Serie B dove si prese la maglia di Paolo Branduani per poi perderla ai danni di Ivan Provedel ma il portiere stabiese è rimasto poi negli anni successivi per questo secondo matrimonio dal 2019 al 2023 insomma nozze lunghe con il numero uno poi protagonista a Giugliano che ha saputo fermare per ben due volte le vespe di Guido Pagliuca vincitrici poi del torneo.

Juve Stabia, i tifosi sognano un’altra notte magica: Dopo l’Artemio Franchi c’è San Siro nel mirino

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La strada per la gloria passa da Lecce.Venerdì 15 agosto 2025, alle ore 20:45, la Juve Stabia scenderà in campo allo stadio “Via del Mare” per i trentaduesimi di finale di Coppa Italia.

Un appuntamento cerchiato in rosso sul calendario di ogni tifoso gialloblé, che vede in questa partita il trampolino di lancio per un’avventura da favola.

Il Dolce Ricordo del 2012: Braglia, la Samp e la Sfida alla Fiorentina

L’attesa per la sfida contro i salentini, squadra di categoria superiore, non può non far tornare alla mente la magica notte del 18 agosto 2012.In quell’occasione, la Juve Stabia guidata da Piero Braglia compì un vero e proprio capolavoro sportivo.

Al “Romeo Menti”, le Vespe affrontarono la Sampdoria di Ciro Ferrara, reduce dalla promozione in Serie A.Dopo aver chiuso i tempi supplementari sull’1-1, con il gol stabiese siglato da Tomas Danilevičius, la Juve Stabia ebbe la meglio ai calci di rigore, imponendosi per 5-4 e scatenando la festa di un popolo intero.

Quella vittoria regalò alla città di Castellammare di Stabia un palcoscenico prestigioso: la sfida successiva contro la Fiorentina di Vincenzo Montella.Sebbene il cammino in coppa si interruppe al “Franchi”, il ricordo di quell’impresa è rimasto indelebile nel cuore dei tifosi e funge oggi da potente stimolo per la squadra attuale.

Un Copione che si Ripete: Passione e Fame Contro Ogni Ostacolo

Il copione sembra quasi identico: una Juve Stabia determinata, un avversario sulla carta più forte e il sogno di una grande partita da conquistare sul campo.

Come allora, la passione e la fame agonistica saranno le armi in più delle Vespe, capaci di dimostrare che nel calcio, e in particolare nelle partite secche di coppa, nulla è impossibile.L’entusiasmo è palpabile in ogni angolo di Castellammare.

Nei bar, nelle piazze e tra le strade, non si parla d’altro che della trasferta di Lecce e della possibilità di scrivere una nuova, esaltante pagina di storia gialloblé.I tifosi sono pronti a sostenere la squadra, sognando di spingere i propri beniamini verso un’altra impresa memorabile.

La società e la squadra sono consapevoli dell’importanza di questa partita, non solo per il prestigio sportivo, ma anche per l’orgoglio di un’intera comunità che si identifica nei colori gialloblé.Superare il Lecce significherebbe non solo avanzare nel tabellone, ma alimentare un sogno che, per una notte, potrebbe trasformarsi in una splendida realtà.

L’obiettivo, sussurrato e ora gridato a gran voce, è quello di guadagnarsi un palcoscenico come San Siro, regalando ai tifosi stabiesi un’altra trasferta da raccontare ai posteri.Le parole di Marco Ruggero, che ha espresso il desiderio di “portare i tifosi stabiesi a San Siro”, hanno ulteriormente acceso l’entusiasmo, dimostrando come la squadra sia consapevole dell’importanza di questa partita non solo per i risultati sportivi, ma anche per l’orgoglio di un’intera comunità.

In tutto questo nostro discorso manca che il Milan di Allegri dovrà comunque battere il Bari di Fabio Caserta per passare il turno ed incontrare eventualmente la Juve Stabia.

Juve Stabia, futuro in prestito per Tomi Petrovic: dieci giorni per la decisione

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Le strade tra la Juve Stabia e l’attaccante Tomi Petrovic sembrano destinate a separarsi, almeno per la prossima stagione.Nonostante la società campana creda nelle potenzialità del calciatore, la necessità di affidarsi a profili di maggiore esperienza per affrontare un campionato di Serie B con l’obiettivo di una salvezza tranquilla ha portato a una decisione strategica.

Dopo un’attenta valutazione durante la preparazione estiva e i primi test precampionato, la dirigenza gialloblù, in accordo con lo staff tecnico, ha optato per un percorso di crescita per l’attaccante croato.La soluzione individuata è quella di un prestito “oneroso”, una formula che permetterebbe a Petrovic di accumulare minuti ed esperienza in un’altra piazza, per poi tornare a Castellammare di Stabia con un bagaglio tecnico e umano arricchito.

L’interesse per il classe 1999 non manca di certo.Secondo le indiscrezioni, sarebbero circa una decina i club che hanno manifestato il proprio interesse per assicurarsi le prestazioni sportive del centravanti.

Questa abbondanza di richieste ha spinto la Juve Stabia e l’entourage del calciatore a prendersi un breve periodo di riflessione, stimato in circa dieci giorni, per ponderare con attenzione la scelta migliore per il futuro di Petrovic.Tra le pretendenti più accreditate, secondo le voci che circolano con insistenza negli ambienti del calciomercato, ci sarebbe il Foggia.

Il club pugliese, militante in Serie C, sarebbe concretamente interessato a puntare su Petrovic per rinforzare il proprio reparto avanzato.Tuttavia, la concorrenza è nutrita e diverse altre società attendono il via libera dalla Juve Stabia per poter avviare la trattativa e procedere con il tesseramento temporaneo dell’attaccante.

La strategia della Juve Stabia, come sottolineato di recente sia dal direttore sportivo Matteo Lovisa sia dal tecnico Ignazio Abate, è quella di puntare su un mix di giocatori esperti e giovani di talento.In quest’ottica, la scelta di mandare a maturare un prospetto come Petrovic appare coerente con la volontà di valorizzare il proprio patrimonio tecnico, garantendo al contempo alla prima squadra un assetto immediatamente competitivo per le sfide del campionato cadetto.

Nei prossimi giorni si attendono sviluppi, con la decisione finale che verrà presa di comune accordo tra tutte le parti in causa.

Gori, Torre del Greco – Torre Annunziata: avviato il varo delle condotte sottomarine

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Svolta storica per la tutela ambientale della Costa Vesuviana.Hanno preso il via questa mattina le operazioni di varo delle condotte sottomarine che collegheranno i reflui di Torre del Greco al depuratore di Foce Sarno.

L’intervento, parte del programma “Energie per il Sarno”, è realizzato da Gori su finanziamento della Regione Campania e rappresenta un passo decisivo per l’eliminazione degli scarichi a mare, con l’obiettivo di disinquinare il Golfo di Napoli e rilanciare i litorali.All’avvio dei lavori, insieme ai vertici di Gori ed EIC e ai sindaci del territorio, ha presenziato il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.

L’intervento, finanziato dalla Regione Campania con 35 milioni di euro e di cui Gori è soggetto attuatore, rientra nel programma Energie per il Sarno.Questa mattina la visita in cantiere e l’avvio delle attività di varo insieme al Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.

L’opera che oggi inauguriamo rappresenta un’infrastruttura strategica, a servizio di un territorio densamente popolato, e quindi cruciale per l’efficienza dell’intero sistema depurativo.

Siamo di fronte a un intervento imponente, frutto di un’ingegneria idraulica d’eccellenza, visibile a occhio nudo nella sua forza e precisione tecnica.Questa realizzazione è il frutto di una sinergia virtuosa tra Regione Campania, Ente Idrico Campano, Gori e le amministrazioni comunali.

Una collaborazione concreta, orientata ai risultati, che ci consente oggi di fare un ulteriore passo avanti nel percorso di risanamento ambientale del nostro territoriodichiara il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.

Presenti anche il Presidente dell’Ente Idrico Campano, Luca Mascolo, l’Amministratore Delegato di Gori, Vittorio Cuciniello, il Sindaco di Torre del Greco, Luigi Mennella, la Vicesindaca di Torre Annunziata, Tania Sorrentino, e l’Assessore alla Mobilità e Infrastrutture urbane del Comune di Torre Annunziata, Daniele Carotenuto.

Il varo di oggi dimostra che, quando ci sono passione e perseveranza, nulla è impossibile.Quest’opera punta a rilanciare l’intera costa vesuviana, disinquinando un territorio meraviglioso che aspetta solo di tornare ad essere trampolino di lancio per l’economia e il turismo.

Ciò accade grazie ad una congiuntura favorevole tra istituzioni fatte di persone abituate a lavorare con rigore e tenacia, a partire dal presidente De Luca e dal vicepresidente Bonavitacola, passando per tutti i dipendenti di EIC e Gori, che stanno lavorando senza sosta per portare a compimento questo risultato.Ringrazio ognuno di loro.

Energie per il Sarno è un progetto che sembrava impossibile, ma che sta diventando giorno dopo giorno sempre più tangibile e reale; ad oggi abbiamo chiuso 77 dei 113 scarichi irregolari.Non ci fermeremo fin quando non avremo completato per intero il progetto sottolinea il Presidente dell’Ente Idrico Campano, Luca Mascolo.

“Siamo giunti a un passaggio cruciale dell’intervento più complesso realizzato nell’ambito del programma Energie per il Sarno.

Il collettamento dei reflui di Torre del Greco è un’opera straordinaria dal punto di vista tecnico e ingegneristico perché coniuga interventi a terra e in mare.In particolare, oggi assistiamo a una delle fasi più innovative e suggestive: l’avvio delle operazioni di varo delle condotte sottomarine, che verranno trascinate in galleggiamento fino al largo, per poi essere posate sul fondale e ancorate con precisione. Quest’opera, e il suo complesso valore ambientale, tecnologico e sociale, rappresenta l’essenza di Energie per il Sarno: un progetto di trasformazione che guarda al futuro e unisce tutti gli attori sociali e istituzionali in campo, per restituire valore al nostro bellissimo territorio” le parole dell’Amministratore Delegato di Gori, Vittorio Cuciniello.

L’obiettivo è eliminare gli scarichi in mare di Torre del Greco grazie a un nuovo collettore fognario lungo complessivamente 8,8 chilometri.

L’infrastruttura permetterà di raccogliere e convogliare i reflui di 100.000 abitanti, attraverso sistemi di trattamento e sollevamento, fino al collettore comprensoriale già attivo a Torre Annunziata, che recapita all’impianto di depurazione di Foce Sarno.Il tracciato si compone di due tratti principali: 5,2 km di condotte sottomarine, che trasporteranno i reflui dal depuratore di San Giuseppe alle Paludi al nuovo collettore su Viale Europa; 3,6 km di condotte a gravità, che collegheranno il depuratore di Villa Inglese al collettore in galleria di Torre Annunziata.

Tale ultimo tratto di collettore, di notevole complessità ingegneristica, è stato realizzato in parte con tecnologia “no-dig” per attraversare, in piena sicurezza e nel rispetto del territorio, aree densamente urbanizzate, ferrovie e tratti con roccia vulcanica.

Le opere di collettamento delle acque reflue sono destinate a cambiare il volto delle nostre città.Il principale beneficio è quello legato al miglioramento della balneabilità, fattore chiave per il programma di rilancio turistico intrapreso dall’amministrazione comunale di Torre del Greco.

Per questo seguiamo con attenzione tali interventi, che porteranno entro la fine dell’anno al totale collettamento di quella parte della popolazione i cui reflui una volta confluivano all’impianto di depurazione di San Giuseppe alle Paludi.Senza dimenticare che, a breve, già la parte che una volta veniva servita dal depuratore di Villa Inglese, sarà collettata all’impianto di Foce Sarno. È questo un primo, significativo passaggio per un complessivo miglioramento della balneabilità della nostra costa che saluto con un doppio motivo di orgoglio: come sindaco della città più grande del comprensorio ma anche come ex vicepresidente della Gori, ruolo attraverso il quale ho potuto contribuire all’avvio di queste complesse procedure” commenta il Sindaco di Torre del Greco, Luigi Mennella.

Tra le opere già completate rientrano i 3,6 chilometri di condotte a gravità e il nuovo comparto di pretrattamento dei reflui presso il depuratore di San Giuseppe alle Paludi, che ha già prodotto un netto miglioramento nella qualità delle acque trattate e restituite all’ambiente.

L’intervento prevede, infatti, la riconversione dei due depuratori esistenti in impianti di pretrattamento e sollevamento, dotati di sistemi di telecontrollo e dispositivi per il trattamento delle acque meteoriche, per una gestione più efficiente e sicura.Sono state completate anche le opere civili e l’installazione delle apparecchiature elettromeccaniche presso il nuovo impianto di sollevamento in località Pagliarone, infrastruttura strategica per la funzionalità dell’intero sistema.

Grazie a quest’opera di collettamento riusciremo finalmente a disinquinare le nostre acque: un traguardo atteso da decenni, richiesto con determinazione dai cittadini e dagli operatori del turismo balneare, che credono nel rilancio di questo territorio e nella sua vocazione naturale.  Ci troviamo di fronte a un’infrastruttura grandiosa, simbolo di una visione di lungo termine.

Quando ci siamo insediati, lo scorso anno, l’intervento era già avviato, ma abbiamo voluto imprimere un’accelerazione decisiva, dando un contributo concreto che oggi è sotto gli occhi di tutti.Siamo sul territorio di Torre Annunziata, dove ha preso il via questa grande opera, che troverà il suo completamento nel comune di Torre del Greco.

Due città unite da una sinergia virtuosa, che hanno saputo mettere da parte i confini amministrativi per abbracciare un obiettivo comune: restituire al mare e alla terra la dignità che meritano il commento dell’Assessore alla Mobilità e Infrastrutture urbane del Comune di Torre Annunziata, Daniele Carotenuto.

In conclusione, l’inaugurazione di questa fase cruciale del progetto “Energie per il Sarno” rafforza il messaggio di un impegno concreto e mantenuto.La sinergia tra Regione Campania, Ente Idrico Campano, Gori e le amministrazioni locali dimostra come una visione condivisa possa tradursi in infrastrutture strategiche per il benessere della comunità.

Questo traguardo non solo risponde a un’esigenza ambientale improrogabile, ma pone le fondamenta per una nuova stagione di sviluppo e valorizzazione per l’intera area vesuviana, guardando al futuro con rinnovata fiducia.

Juve Stabia, Ufficiale: Giacomo Stabile è un nuovo rinforzo per la difesa delle Vespe

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Talento, fisicità e una grande voglia di crescere.La Juve Stabia ha ufficializzato l’ingaggio del difensore Giacomo Stabile, proveniente dall’FC Internazionale Milano. Come anticipato dalla nostra redazione nei giorni scorsi, l’operazione si è concretizzata sulla base di un prestito secco, con il calciatore che legherà i suoi colori a quelli gialloblù fino al 30 giugno 2026.

Il club stabiese ha suggellato l’accordo con un comunicato stampa che non lascia spazio a interpretazioni: “La S.S.Juve Stabia 1907 comunica di aver raggiunto un accordo con l’F.C.

Internazionale Milano per l’acquisizione a titolo temporaneo, in prestito secco, del difensore Giacomo Stabile, che si lega al club gialloblù fino al 30 giugno 2026.”

Nato a Milano il 12 aprile 2005, Stabile è un difensore centrale mancino, cresciuto calcisticamente nel prestigioso settore giovanile dell’Inter, dove ha completato tutta la trafila fino a diventare un punto fermo della formazione Primavera.La sua progressione lo ha portato, nella stagione 2024/25, a misurarsi per la prima volta con il calcio professionistico.

Con la maglia dell’Alcione Milano, nel girone A di Serie C, ha disputato una stagione da protagonista, collezionando 26 presenze e mettendo in mostra qualità che hanno attirato l’attenzione di numerosi club.Le sue prestazioni non sono passate inosservate neanche ai tecnici federali, tanto da guadagnarsi un posto fisso nel giro della nazionale italiana Under 20, a testimonianza del suo valore e del suo potenziale.

Stabile si mette ora a disposizione del nuovo tecnico delle Vespe, Ignazio Abate, che trova così un elemento giovane e di grande prospettiva da inserire nel suo scacchiere difensivo.L’entusiasmo del giovane difensore è palpabile nelle sue prime dichiarazioni da calciatore della Juve Stabia: “Sono molto contento di essere arrivato.

Credo che sia un’occasione molto importante per me e per la mia crescita come uomo e come giocatore.Non vedo l’ora di iniziare e di mettermi a disposizione di staff e compagni”.

Parole che caricano l’ambiente e che confermano la volontà del ragazzo di affermarsi in una piazza calorosa e ambiziosa come quella di Castellammare di Stabia.L’arrivo di Stabile rappresenta un ulteriore tassello nella costruzione di una squadra che, sotto la guida di Abate, vuole essere protagonista nel prossimo campionato di Serie B.

Gori, Torre del Greco-Torre Annunziata: avviato varo condotte sottomarine

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La Costa Vesuviana si prepara a raggiungere uno dei traguardi ambientali più attesi degli ultimi decenni. Hanno preso il via questa mattina a Torre Annunziata, nell’area di cantiere allestita in via Solferino, le operazioni di varo delle condotte sottomarine funzionali al collettamento dei reflui di Torre del Greco al depuratore di Foce Sarno. Un’opera strategica, che segna un passo decisivo verso l’eliminazione degli scarichi in mare di Torre del Greco e che contribuirà in maniera impattante al disinquinamento del Golfo di Napoli e al rilancio dei litorali di Torre del Greco e Torre Annunziata. L’intervento, finanziato dalla Regione Campania con 35 milioni di euro e di cui Gori è soggetto attuatore, rientra nel programma Energie per il Sarno. Questa mattina la visita in cantiere e l’avvio delle attività di varo insieme al Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola. Presenti anche il Presidente dell’Ente Idrico Campano, Luca Mascolo, l’Amministratore Delegato di Gori, Vittorio Cuciniello, il Sindaco di Torre del Greco, Luigi Mennella, la Vicesindaca di Torre Annunziata, Tania Sorrentino, e l’Assessore alla Mobilità e Infrastrutture urbane del Comune di Torre Annunziata, Daniele Carotenuto.

L’obiettivo è eliminare gli scarichi in mare di Torre del Greco grazie a un nuovo collettore fognario lungo complessivamente 8,8 chilometri. L’infrastruttura permetterà di raccogliere e convogliare i reflui di 100.000 abitanti, attraverso sistemi di trattamento e sollevamento, fino al collettore comprensoriale già attivo a Torre Annunziata, che recapita all’impianto di depurazione di Foce Sarno. Il tracciato si compone di due tratti principali: 5,2 km di condotte sottomarine, che trasporteranno i reflui dal depuratore di San Giuseppe alle Paludi al nuovo collettore su Viale Europa; 3,6 km di condotte a gravità, che collegheranno il depuratore di Villa Inglese al collettore in galleria di Torre Annunziata. Tale ultimo tratto di collettore, di notevole complessità ingegneristica, è stato realizzato in parte con tecnologia “no-dig” per attraversare, in piena sicurezza e nel rispetto del territorio, aree densamente urbanizzate, ferrovie e tratti con roccia vulcanica.

Tra le opere già completate rientrano i 3,6 chilometri di condotte a gravità e il nuovo comparto di pretrattamento dei reflui presso il depuratore di San Giuseppe alle Paludi, che ha già prodotto un netto miglioramento nella qualità delle acque trattate e restituite all’ambiente. L’intervento prevede, infatti, la riconversione dei due depuratori esistenti in impianti di pretrattamento e sollevamento, dotati di sistemi di telecontrollo e dispositivi per il trattamento delle acque meteoriche, per una gestione più efficiente e sicura. Sono state completate anche le opere civili e l’installazione delle apparecchiature elettromeccaniche presso il nuovo impianto di sollevamento in località Pagliarone, infrastruttura strategica per la funzionalità dell’intero sistema.

Fonte AdnKronos