Visite superate per Alisson a Liverpool, Olsen e Areola in pole
di Maria D’Auria
Roma- Solo tre mesi fa, il presidente Pallotta, alle domande dei giornalisti sulla possibile cessione di Alisson, rispondeva: “Non abbiamo intenzione di venderlo. Zero possibilità”.
In pochi giorni, tutto cambia. Una proposta “fuori mercato”, come l’ha definita Monchi, ha spedito il portiere brasiliano, in tempi record, in Inghilterra. Per nessun portiere era mai stata sborsata una simile cifra. I 75 milioni offerti dal Liverpool alla Roma (4 dei quali saranno girati all’Internacional come premio di formazione) non hanno lasciato spazio a dubbi né ripensamenti sulla sua cessione. Una cifra che colloca il giovane portiere sul podio dei record storici (secondo Buffon con 53 milioni, terzo Ederson, pagato 40 milioni lo scorso anno dal Manchester City).
Pochi minuti fa si sono concluse positivamente le visite mediche con i Reds e in questi minuti, l’ex portiere giallorosso, sta firmando il suo contratto che lo legherà al Liverpool di Klopp, alla presenza dell’agente Stefano Castagna.
“Voglio ringraziare i tifosi giallorossi”. Questo è l’ultimo saluto di Alisson rivolto ai capitolini che l’hanno seguito nei due anni in giallorosso. Poi gira pagina. E la Roma, orfana del portiere titolare, è alla ricerca di un degno erede. In pole Areola, che concorre con un altro nome che circola con insistenza in queste ore. Si tratta dello svedese Olsen, mentre Cillesen sembra allontanarsi per gli eccessivi costi dell’operazione di mercato. Il portiere del Copenaghen potrebbe essere pagato per una cifra che si aggira intorno ai 25milioni di euro, ma la Roma conta di chiudere anche a meno.
Si cerca di accelerare la trattativa dell’acquisto in vista della tournée negli Usa in programma per la prossima settimana: il ds vorrebbe aggregare subito Olsen con la squadra che partirà per l’America.
Da completare ancora l’attacco dell’As Roma. Per il reparto avanzato, occhi puntati su Malcom del Bordeaux (vicino comunque all’Everton) mentre Berardi rimane in sospeso, come alternativa ultima. Difficile la manovra di acquisto per Suso mentre si allontana anche il nome di Chiesa per il quale arriva una cospicua offerta dalla Fiorentina.






Ancora una provocazione da parte di Francesco Mangiacapra, l’attivista ed escort napoletano autore del controverso dossier sui preti gay: guai a definire provocazioni ciò che Mangiacapra preferisce piuttosto annunciare come azioni politiche. L’avvocato “marchettaro”, come lui stesso si è dichiarato nel suo libro autobiografico, questa volta annuncia che a breve metterà all’asta le ali utilizzate dal “suo” angelo durante l’apparizione (è il caso di dirlo!) al Gay Pride tenutosi sabato 14 luglio a Napoli. Proprio Mangiacapra, pochi giorni prima della manifestazione, aveva annunciato che si sarebbe presentato travestito da Gesù Cristo in versione omosex, accompagnato da un giovane angelo efebico dalle enormi ali in piume di struzzo. E aveva mantenuto la promessa, esibendosi pubblicamente in un bacio gay immortalato dai fotografi con l’angelo in perizoma, coperto soltanto da due enormi ali bianche piumate. E per interpretare l’angelo Mangiacapra aveva voluto Mirko Varlese, ventenne napoletano, di notte ballerino, performer e trasformista e di giorno catechista e ministrante. Varlese era stato notato da Mangiacapra sull’altare come ministrante di don Michele Madonna durante la celebrazione liturgica del funerale di Vincenzo Ruggiero, il giovane attivista gay assassinato brutalmente. Proprio a Vincenzo Ruggiero «un angelo che ho avuto il privilegio di conoscere e che è volato in cielo troppo presto», come lo aveva definito Varlese, erano dedicate le enormi ali bianche che il trasformista fervente cattolico aveva indossato durante la parata e che ora finiranno all’asta on line. Mangiacapra e Varlese si erano presentati alla manifestazione accompagnati da un bambino che manteneva un cartello con la citazione evangelica “Dove c’è amore, c’è Dio” : «Proprio pensando ai bambini vittime della pedofilia di diversi sacerdoti, – dichiara Mangiacapra – ho immaginato di mettere all’asta le ali utilizzate al Napoli Pride per dimostrare che spesso carnefici della nostra libertà sono proprio le persone che di quella stessa libertà usufruiscono abusivamente. I proventi della vendita andranno in beneficenza all’associazione “Rete l’abuso” che si occupa di fornire tutela legale alle vittime dei preti pedofili e di monitorare i loro spostamenti».



