12.9 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 3994

Calma e degassamento con intense emissioni di cenere per l’Etna

L’Etna ogni tanto degassa con poderose fumate di cenere e poi si calma. L’aeroporto Fontanarossa di Catania è comunque al momento operativo.

Intanto è stato riaperto lo spazio aereo dell’aeroporto Fontanarossa di Catania chiuso in seguito all’emissione di cenere vulcanica dell’Etna nell’atmosfera.

Lo rende noto la Sac (Società Aeroporto Catania s.p.a.), la società di gestione dell’aeroporto Fontanarossa, che invita i passeggeri a verificare lo stato del proprio volo con le compagnie aeree.

Informazioni sull’operatività generale dell’aeroporto sono disponibili sul sito ufficiale dello scalo, www.aeroporto.catania.it e sui profili Facebook e Twitter

Nell’immagine di copertina due momenti stamattina di emissione di cenere dall’Etna ripresi da Piedimonte Etneo.

Adduso Sebastiano

Napoli-Zurigo, Ancelotti pensa al turn over massiccio: Karnezis in porta, chances per Verdi, Luperto e Diawara

Napoli-Zurigo, Ancelotti pensa al turn over massiccio: Karnezis in porta, chances per Verdi, Luperto e Diawara

Il Napoli è già in campo per ripartire dopo il deludente pareggio contro il Torino. Nel mirino degli azzurri c’è la partita di ritorno dei sedicesimi di Europa League con lo Zurigo, in programma alle 18.55 di giovedì al San Paolo. Non dovrebbe essere del match Ounas che si sta allenando regolarmente, ma non è ancora in condizione. Secondo il Corriere dello Sport, Ancelotti sarebbe pronto a rivoluzionare l’undici titolare che scenderà in campo contro gli svizzeri: “Tra oggi e domani Carletto comincerà a provare la formazione deputata a scendere in campo dal primo minuto con gli svizzeri. Con il Parma e la Juve alle porte, e in virtù del 3-1 dell’andata, sono attesi un bel po’ di cambi: da Verdi a Mertens, passando per Diawara e probabilmente Luperto. Da verificare le condizioni di Ounas e Ghoulam. Possibile chance per Karnezis in porta”

Juve Stabia, la decisione del Giudice Sportivo: Troest può sorridere

Juve Stabia, per Magnus Troest solo una giornata di squalifica

Magnus Troest salterà soltanto la gara con la Reggina. Il Vichingo della Juve Stabia è stato espulso nel match di Monopoli, nel tentativo di fermare Paolucci al minuto 68. Fallo non particolarmente cattivo di Troest, per cui ci si aspettava un sacrosanto cartellino giallo, ma non addirittura il rosso sventolatogli dal direttore di gara.

Proprio in virtù dell’espulsione diretta, il rischio doppia giornata di squalifica per Troest era alto. Fortunatamente il danese dovrà scontare solo un turno di stop: il Giudice Sportivo ha infatti ritenuto di fermare il difensore delle Vespe solo per una gara effettiva. Troest tornerà quindi disponibile per la gara del Pinto di Caserta.

Per sostituire il danese domenica sera due le opzioni: l’inserimento di Germoni sulla sinistra con Allievi che si sposterebbe al centro o Mezavilla affiancato a Marzorati, con Allievi che rimarrebbe nella posizione di terzino.

Il Mattino – L’Atalanta punta Inglese: al Napoli due possibili contropartite

Il Mattino – L’Atalanta punta Inglese: al Napoli due possibili contropartite

L’edizione odierna de Il Mattino ha dedicato ampio spazio alla trattativa che potrebbe portare Roberto Inglese all’Atalanta. L’ottima stagione di Duvan Zapata ha attirato numerose pretendenti e in caso di addio gli orobici avrebbero individuato il sostituto nell’attaccante di proprietà del Napoli, ma attualmente in prestito al Parma. Cristiano Giuntoli nell’operazione Inglese potrebbe però chiedere una contropartita, uno tra Gianluca Mancini e Hans Hateboer.
Secondo il quotidiano sportivo, i primi contatti tra Napoli e Atalanta per il cartellino di Roberto Inglese c’erano stati già durante l’ultima sessione di mercato. La prima valutazione si aggira intorno ai 17 milioni, una cifra che la società azzurra ha però rifiutato. In estate ci saranno nuovi contatti tra i due club.

Scafati, raid armato in macelleria: sparano alle vetrine per farsi consegnare 10mila euro

0
Scafati, rapina a mano armata in macelleria: sparano alle vetrine per farsi consegnare l’incasso settimanale. Bottino da circa 10mila euro

Rapina choc a Scafati, in Via Poggiomarino. Domenica scorsa, verso le 13, un gruppo armato formato da tre malviventi ha fatto irruzione all’interno di una macelleria costringendo il titolare dell’esercizio commerciale a consegnare l’incasso dell’ intera settimana stipato in cassaforte, un bottino di circa 10.000 €.
Sembrerebbe che il gruppo fosse a conoscenza delle abitudini del titolare: l’uomi infatti stava chiudendo per andare in banca a versare l’ incasso della settimana precedente. Paura anche per diversi clienti che erano ancora all’interno mentre avveniva la rapina. I tre malviventi hanno aperto il fuoco contro una delle vetrine per intimidire i presenti e  farsi consegnare i contanti.

Secondo gli inquirenti si tratterebbe quindi di un colpo pianificato: i malviventi erano a conoscenza del fatto che il proprietario della macelleria depositava l’ incasso settimanale in banca sempre lo stesso giorno. Erano assolutamente certi di trovare il bottino ancora all’interno del locale. Anche tenendo conto di questo dettaglio, gli investigatori ora si stanno concentrando sulla loro identificazione. Al vaglio ci sono anche le immagini catturate dai circuiti di videosorveglianza presenti in quella zona e le testimonianze dei presenti.

Nuova rete ospedaliera in Sicilia

Nuova rete ospedaliera siciliana con il decreto Razza. Recepite le indicazioni del Ministro della Salute Grillo. Spiraglio per l’ospedale di Taormina.

Parte la nuova rete ospedaliera siciliana. Il decreto n. 22 del 2019, “ADEGUAMENTO DELLA RETE OSPEDALIERA AL D.M. 2 APRILE 2015, N. 70” è stato firmato dall’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza. “Il documento, esattamente come avvenuto in previsione della rete approvata nel 2017 recepisce, con un cronoprogramma, le richieste formulate dal ministero in relazione alla riduzione delle unità complesse, secondo la previsione di rete, nonché sulla rete emergenziale e sui punti nascita“.

E specifica: “Alcune indiscrezioni di stampa, riportate nei giorni scorsi, hanno probabilmente indotto il ministro Grillo a ritenere che la Regione potesse eludere il parere trasmesso. Non è così, come da me dichiarato già nei giorni scorsi, e non potrebbe mai esserlo: siamo stati educati alla cultura delle istituzioni e riteniamo che la collaborazione con il ministero, fino ad oggi proficua, sia posta nell’interesse esclusivo dei cittadini, che tutti riteniamo imprescindibile. Il 23 gennaio incontrerò le parti sociali per proseguire nel dialogo avviato e per iniziare ad affrontare i criteri per la redazione dei nuovi atti aziendali“.

Nel pubblico diminuiscono i reparti: si passa da 839 a 754 e dunque scompaiono 85 primari. Il piano divide poi gli ospedali in quattro categorie: i Dea di secondo livello (i poli più grandi che hanno al loro interno i reparti di ogni disciplina), i Dea di primo livello (strutture di grandi dimensioni), i presidi di base e quelli di zona disagiata o alto rischio.

La Sicilia verrà divisa in 4 bacini sanitari. Il primo è quello Catania-Ragusa-Siracusa, dove i Dea di secondo livello sono: Garibaldi, Cannizzaro e Policlinico di Catania. I Dea di primo livello sono gli ospedali di Acireale, Caltagirone, Ragusa, Modica-Scicli, Vittoria-Comiso, Siracusa e Avola-Noto. Il presidio ospedaliero di Giarre non sarà chiuso e avrà il pronto soccorso.

Nel bacino di Messina Dea di secondo livello è il Policlinico, quelli di primo livello sono gli ospedali di Milazzo, di Taormina, il Bonino Pulejo-Piemonte e il Papardo. Nel bacino Palermo-Trapani i Dea di secondo livello sono il Civico e il Policlinico. I Dea di primo livello sono il San Raffaele Giglio, il Buccheri La Ferla, gli ospedali riunitiVilla Sofia-Cervello, Ingrassia-Villa delle Ginestre, Trapani-Salemi, Mazara e Marsala. Restano presidi di base gli ospedali di Partinico (che Razza assicura verrà potenziato a partire dal pronto soccorso) e Termini Imerese, confermati come presidi in zone disagiate gli ospedali di Corleone e Petralia Sottana.

Nel bacino Agrigento-Caltanissetta-Enna il Dea di secondo livello è il Sant’Elia di Caltanissetta; di primo livello invece gli ospedali di Agrigento, Sciacca-Ribera, Gela e Umberto I di Enna. Razza ha anche precisato che il governo ha scelto di non chiudere i piccoli presidi di provincia. E dunque, almeno nel medio periodo, è previsto un potenziamento delle piccole strutture proprio con le immissioni di nuovo personale.

Guardando ai singoli ospedali, il nuovo piano prevede per esempio il ripristino del punto nascite con l’unità operativa complessa a Termini Imerese. A Corleone ci saranno anche i reparti di Medicina, Chirurgia, Pediatria, Psichiatria e Neonatologia e il pronto soccorso. Razza ha ricordato che a Partinico c’è il più importante reparto di Diabetologia e cura del piede e ci sarà ora una unità operativa semplice in più: Malattie endocrine. A Petralia Sottana ci saranno i reparti di Ortopedia e di Cardiologia ma non il punto nascite, bocciato da Roma. Per l’Asp di Agrigento il San Giovanni di Dio sarà Dea di primo livello, a Canicatti si passerà da 92 a 118 posti letto e a Licata da 105 a 120.

Razza ha confermato che entro marzo 2020 entrerà in funzione la Cardiochirurgia pediatrica al Civico di Palermo e c’è la volontà di attivarne una seconda a Taormina. La nuova mappa prende in considerazione anche i reparti della sanità privata: anche lì ci sono riduzioni che riguardano strutture superflue ma non intaccano il numero complessivo dei posti letto e dunque il budget di ogni clinica. L’Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), tra l’altro, ha collaborato con la Regione nella stesura del piano e si dice soddisfatta dal via libera arrivato da Roma.

Messina avrà quindi un solo ospedale sede di Dea (Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione) di secondo livello, il Policlinico, che è Hub ed è riferimento per tutta la provincia. Sono alcuni degli elementi del decreto sulla nuova Rete ospedaliera siciliana, firmato dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza l’11 gennaio scorso e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione.

In totale i posti letto previsti sono 18.051, di cui 14.637 per acuti e 3.414 post acuti. Le strutture sanitarie del nuovo sistema di rete dell’emergenza urgenza sono: sette Dea di secondo livello (Hub); 23 Dea di primo livello (Spoke); 15 presidi di base; 11 pronto soccorso di zona disagiata; un pronto soccorso alto rischio ambientale.

La “mappa” disegnata dalla nuova Rete ospedaliera messinese sarà al seguente: un Dea II livello (Hub), il Policlinico; quattro Dea I livello (Spoke), ossia il Papardo, il Bonino Pulejo-Piemonte, il San Vincenzo di Taormina ed il Fogliani di Milazzo; tre presidi di base, il Barone Romeo di Patti, il Cutroni Zodda di Barcellona ed il Generale di Sant’Agata Militello; due presidi di zona disagiata, il Civile di Lipari ed il San Salvatore di Mistretta.

Per il caso specifico di Cardiochirurgia pediatrica, il decreto di Razza sottolinea che sarà mantenuta a Taormina fino al trasferimento all’Arnas Civico di Palermo, ma che è in corso un’interlocuzione con la Regione Calabria per garantire quel tipo di assistenza ai calabresi in Sicilia e in questo caso, resterebbe in vita pure l’unità di Taormina.

Nell’immagine di copertina l’ospedale San Vincenzo di Taormina

Adduso Sebastiano

Il Mattino – ADL rifiuta le offerte per Insigne, in estate tre cessioni importanti in casa Napoli

Il Mattino – ADL rifiuta le offerte per Insigne, in estate tre cessioni importanti: Mertens, Allan, Hysaj

Il Napoli è atteso da decisioni importanti per quanto riguarda il futuro di alcuni calciatori in rosa. Tra rinnovi di contratto e cessioni, la società di Aurelio De Laurentiis non può arrivare impreparata al calciomercato estivo. Secondo l’edizione odierna de Il Mattino, ci sarebbero due sicuri partenti: Allan e Dries Mertens. In dubbio l’addio di Elseid Hysaj.
Lorenzo Insigne invece è stato blindato dal patron azzurro. Nei giorni scorsi, infatti, c’è stato un confronto tra Aurelio De Laurentiis e l’agente Mino Raiola. Raiola avrebbe portato la lista delle squadre interessate al 24 azzurro che sarebbero pronte a lanciare l’assalto al giocatore nella prossima campagna acquisti: Borussia Dortmund, PSG ed infine l’Atletico Madrid. Il presidente avrebbe chiuso ogni tipo di discorso inerente ad una sua cessione. Bisognerà ora ascoltare la volontà di Insigne, neo capitano e legato a doppio filo alla città di Napoli.
Per quanto riguarda Mertens, secondo il Mattino, a giugno saluterà la squadra per approdare in Cina da Hamsik. Per Hysaj invece ci sarebbero molte squadre interessate, ma la valutazione di 40 milioni complica una sua partenza.  Callejon avrebbe conquistato invece Ancelotti, che avrebbe chiesto di confermarlo anche per la prossima stagione.

Castellammare, identificati i responsabili del falò della vergogna: divieto di dimora in Campania

0
Castellammare, identificati i responsabili del falò della vergogna: divieto di dimora in Campania

Blitz della Polizia di Stato e Carabinieri all’alba di oggi nel rione Savorito di Castellammare di Stabia: le forze dell’Ordine hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora all’interno della Regione Campania – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di IMPARATO F., ARTUSO A. e AMENDOLA D., ritenuti responsabili dei reati di istigazione a delinquere , con l’aggravante delle finalità mafiose

Sarebbero loro, secondo gli investigatori, gli autori del falò della vergogna durante le celebrazioni dell’Immacolata: sul falò allestito all’interno del Rione Savorito, fu affisso uno striscione recante la scritta: “COSÌ DEVONO MORIRE I PENTITI, ABBRUCIATI”. In quell’occasione fu gettato nelle fiamme anche un manichino di pezza con un cappello in uso alle forze dell’ordine.
Oltre ai tre maggiorenni colpiti questa mattina dalle misure cautelari, sono stati individuati altri due minorenni.

Il messaggio intimidatorio nei confronti dei collaboratori di giustizia fece il giro di tutta l’Italia. Il falò, inoltre, secondo gli inquirenti serviva a mandare un messaggio di solidarietà ai D’Alessandro, storico clan stabiese che nei giorni precedenti era stato colpito dall’arresto di numerosi esponenti.

Rufini: “Juve Stabia, campionato mostruoso. I tifosi devono sostenere”

Castellammare di Stabia– Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese” programma a cura della nostra redazione e in onda sulla pagina Facebook “Stabiesi al 100%”, abbiamo avuto il piacere di presentare Juve Stabia- Reggina e di parlare del campionato della Juve Stabia con un ex giocatore delle vespe, Danilo Rufini. Ecco le sue parole:

”La Juve Stabia sta facendo un campionato strepitoso. É imbattuta e ha numeri mostruosi. Non può proprio essere criticata da nessuno. Nelle ultime due gare ha affrontato due squadre molto forti come Catanzaro e Monopoli e ci stanno i due pareggi. Le vespe sono prime con merito, non hanno mai perso e ora ci può stare un calo. I tifosi devono stare vicino alla squadra. I ragazzi si stanno sacrificando per la maglia e questo deve essere apprezzato dai tifosi. Ho visto il calendario ed è favorevole al Trapani, le vespe devono tenere duro e remare tutti nella stessa direzione nelle prossime difficili partite. Il gap dalle altre potrà accorciarsi e i tifosi devono solo sostenere e non criticare una squadra forte che, finora, sta facendo registrare numeri pazzeschi. C’è bisogno di tantissimo entusiasmo per portare a casa vittorie importanti per cullare il sogno promozione. Ho visto la gara con il Catanzaro al Menti e i tifosi mi hanno colpito. Possono essere il dodicesimo uomo e mi auguro che possano spingere la squadra al risultato. Nonostante sia passato tanto tempo, la tifoseria mi vuole sempre bene e io amo la piazza di Castellammare Sono tifoso della Juve Stabia e voglio il massimo per la casacca gialloblù.

In chi mi rivedo della rosa attuale? I centrocampisti delle vespe sono tutti di qualità. Mi piacciono tutti ma, se dovessi sceglierne uno, direi Calò. Davvero un centrocampista interessante. “
A cura di Antonino Gargiulo

Tar boccia ricorso di Airbnb. Si deve versare il 21% dell’affitto breve destinato ai proprietari di case

0

Il Tar ha bocciato il ricorso di Arbnb che ricorrerà al Consiglio di Stato. Per il ministro Marco Centinaio ora si paghi la tassa.

Airbnb ha annunciato di volersi rivolgere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio che ha respinto il ricorso sugli affitti brevi dopo una lunga battaglia legale iniziata nel 2017, quando la norma fu approvata con la manovra correttiva.

La sentenza del Tar conferma quanto abbiamo sempre sostenuto, la lotta all’illegalità è prioritaria“, ha invece affermato il ministro del Turismo, Gian Marco Centinaio.

Airbnb dovrà pertanto applicare la legge sugli affitti brevi, che impone alle piattaforme online di trattenere dagli utenti il 21% di tasse dai compensi destinati ai proprietari delle case e di versarlo al fisco.

Non ci sono più alibi per chi, da quasi due anni, si prende gioco delle istituzioni. Airbnb deve riscuotere la cedolare secca sulle locazioni brevi e comunicare all’Agenzia delle Entrate i nomi dei locatari e i relativi redditi“, ha osservato Federalberghi, stimando chenei primi 18 mesi di (mancata) applicazione dell’imposta Airbnb abbia omesso il versamento di più di 250 milioni di euro“.

Il Tribunale amministrativo ha stabilito anche che le ritenute vadano calcolate da settembre 2017. Sarà il Mipaaft  (Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo) che se ne dovrà occupare.

Adduso Sebastiano

S.M.S. Fucini – Roncalli Gragnano: A lezione di dieta Mediterranea

0

L’importanza della dieta Mediterranea in una sana e corretta alimentazione: cenni storici e realizzazioni dei piatti

Oggi abbiamo avuto il piacere di assistere alla lezione sulla dieta Mediterranea tenuta da Rosanna Fienga presso la Scuola Media Statale Fucini – Roncalli di Gragnano.

Chi è Rosanna Fienga

Rosanna Fienga è una nota ristoratrice di Castellammare di Stabia e, insieme con il marito Francesco e i suoi tre figli, gestisce il locale Francesco & Co.

Rosanna non è solo un’amante della buona cucina, in particolare quella che si ispira alla dieta Mediterranea. E’ una donna intraprendente che dedica anche molto del suo tempo alla beneficenza e ad altre attività con finalità sociali.

Tra le sue innumerevoli passioni annoveriamo anche la scrittura. Proprio quest’anno è riuscita a pubblicare il suo primo libro da un titolo molto eloquente: “Il Cibo della Vita”. All’atto della presentazione sono stati espressi numerosi commenti positivi su quest’opera editoriale.

“Il libro di Rosanna Fienga è un delizioso viaggio nel mondo della gastronomia campana a metà strada tra il diario familiare e l’agenda dell’imprenditrice vincente. È un atto d’amore nei confronti di un mondo che sta scomparendo sotto i colpi della superficialità e volgarità.” (Pierluigi Fiorenza)

Lo scopo del libro non è solo l’insegnamento finalizzato alla realizzazione di alcune pietanze della tradizione napoletana. Il libro vuole essere una guida sulla storia e la tradizione che si celano nella cultura gastronomica partenopea.

Il progetto “Dieta Mediterranea”

Oggi Rosanna ha voluto trasferire agli alunni della Fucini – Roncalli la sua conoscenza ed esperienza nella preparazione delle pietanze. Lo ha fatto con la consapevolezza di chi sa di aver di fronte una platea formata non da apprendisti chef ma da “semplici” bambini.

Rosanna ha utilizzato anche il gioco e momenti di relax per mettere a proprio agio gli alunni. A tutti i partecipanti Rosanna ha regalato il Kit del perfetto cuoco. Il kit è composto da capello, grembiule, mestolo e il QR code con la ricetta del sugo alla “Arrabbiata”.

Rosanna ha spiegato, con il suo fare molto dolce e chiaro, che la dieta mediterranea ha origini  molto semplici. Le popolazioni del bacino del Mediterraneo in passato erano fatte in prevalenza di contadini o pescatori. Queste popolazioni sopravvivano utilizzando i prodotti da loro coltivati o il ricavato della pesca. Solo raramente utilizzavano piccole quantità di carni provenienti da animali allevati nei propri cortili.

I bambini sono rimasti rapiti dai racconti storici misti a fiabe e leggende che Rosanna ha sviluppato nel corso della sua lezione.

Il contenuto della prima lezione

In questa prima lezione gli alunni hanno potuto vedere come si prepara, praticamente, un buonissimo piatto di pasta alla “Arrabbiata”. Ovviamente ad ogni bambino Rosanna ha dato la possibilità di gustarne uno. Rosanna ha poi addolcito il pomeriggio con una crostata alla cioccolata bianca offerta a tutti i presenti alla lezione.

La giornata è continuata con altri racconti. Rosanna poi ha dato appuntamento agli alunni alla prossima lezione sulla Dieta Mediterranea in cui mostrerà come si realizzano i fusilli.

Prima che tutti gli alunni lasciassero l’aula siamo rimasti positivamente colpiti da una frase di una di loro.

Un’alunna ha detto: “Professoressa non ci dica altro perché abbiamo altre lezioni con lei per cui avremo tempo per ascoltare i suoi bellissimi racconti”.

Cosa possiamo aggiungere sulla giornata?

Rosanna sei stata promossa a pieni voti dai tuoi stessi alunni!

Pianura, perquisite le case del comune: trovati 100 pistole e una pistola giocattolo

0
Ispezione condotta dalla polizia municipale di Napoli

Quando, questa mattina, gli agenti dell’unità operativa di Soccavo-Pianura della polizia municipale di Napoli, diretta dal capitano Michele Esposito, si sono presentati in via Luigi Santa Maria, nel quartiere di Pianura, per conto della Procura di Napoli, per seguire una indagine su una donna che occupava abusivamente una casa del comune di Napoli, hanno scoperto che l’appartamento in questione era completamente murato e disabitato.

Nel procedere allo sfondamento dei muri, i caschi bianchi, hanno trovato,  all’interno dell’immobile, nascosta dietro il wc,  una busta di plastica contenente 100 proiettili (veri) calibro 9×21 e una pistola giocattolo.
Procedendo con l’ispezione gli agenti si sono trovati davanti a una botola che, dal pavimento, consentiva l’accesso alla casa del piano sottostante abitata da due persone, di nazionalità romena, risultati occupanti abusivi: scoperto anche un allaccio abusivo alla rete elettrica, presa direttamente da un palo stradale della luce.
Si è provveduto, quindi, con l’ausilio di personale Enel, a staccare l’allaccio abusivo mentre le due persone, un uomo e una donna di 38 anni con precedenti per reati contro il patrimonio, sono state denunciate all’autorità giudiziaria per ccupazione abusiva di immobile comunale e per allacciamento abusivo e furto di energia elettrica.
Per il ritrovamento dei proiettili e della pistola giocattolo, sono in corso ulteriori indagini mirate a scoprire possibili collegamenti con la delinquenza locale.

La mafia siciliana cambia pelle, da stragista si veste di P.a. e imprenditoria

La mafia siciliana preferisce la pubblica amministrazione e i grossi appalti. È quanto emerge dalla relazione 1° semestre-2018 della Dia.

<<Nel panorama della criminalità organizzata siciliana, oltre alla storica, diffusa e pregnante presenza di Cosa nostra, si continua a registrare anche quella della Stidda, ancora prevalentemente attiva nell’area centro meridionale dell’Isola, con influenza in parte delle province di Caltanissetta, Ragusa e Agrigento148.

Sussistono inoltre, nella zona orientale, altri sodalizi molto evoluti a livello organizzativo ed operativamente spregiudicati. Per quanto attiene a Cosa nostra, le dialettiche interne alle consorterie palermitane continuano ad influenzare l’intera struttura criminale, sia sotto il profilo della gestione degli affari illeciti più remunerativi, sia con riferimento alla guida dell’organizzazione.

Le risultanze delle attività d’indagine, corroborate anche dalle più recenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, continuano a delineare uno stato di generale criticità per l’organizzazione, ancora impegnata in un riassetto degli equilibri interni, scaturito da una molteplicità di fattori, non solo stratificati negli anni, ma anche relativamente recenti.

In primo luogo, l’azione di contrasto delle Istituzioni, attività che ha condotto alla sottrazione di consistenti patrimoni di origine illecita ed all’arresto di un elevato numero di affiliati e di capi149. I colpi inferti con le confische si sono sommati al prolungato stato di detenzione di numerosi elementi di vertice e comunque dei boss più autorevoli, molti dei quali sottoposti al regime detentivo speciale (c.d. “carcere duro”150) e per questo anche dislocati in vari Istituti penitenziari del territorio nazionale.

Su questa situazione di sofferenza ha ulteriormente inciso la lunga mancanza di una effettiva struttura di vertice – la commissione, c.d. cupola151, legittimata a prendere decisioni in nome di tutta Cosa nostra – a causa della detenzione dei suoi componenti152 e soprattutto del capo, Salvatore RIINA, deceduto, come noto, il 17 novembre 2017.

La ricostituzione di questa struttura, dopo molti anni di inattività, non sembrerebbe, tuttavia, auspicata da tutte le rappresentanze dei mandamenti, specie di quelli più attivi nella gestione delle attività economiche anche fuori dal territorio di competenza che, abituati ad agire quasi in autonomia, potrebbero soffrire la restrizione delle regole imposte dalla Commissione.

A tal riguardo si evidenzia che, nel corso della stesura del presente documento, è intervenuto un provvedimento della DDA di Palermo (operazione “Cupola 2.0”), eseguito dall’Arma dei carabinieri il 4 dicembre 2018, che ha condotto al fermo di 47 affiliati, tra cui 4 capi mandamento e 10 tra capi famiglia, capi decina e consiglieri. Gli esiti delle indagini, che saranno dettagliatamente analizzati nella prossima Relazione semestrale, confermerebbero comunque uno scenario ancora in evoluzione, proprio in relazione alla ricostituzione della “Commissione provinciale”.

Le evidenze investigative hanno, tra l’altro, riscontrato una riunione che si sarebbe tenuta il 29 maggio 2018, con la partecipazione però di non tutti gli esponenti del vertice mafioso della provincia di Palermo. L’intera organizzazione mafiosa, per ovviare alla perdurante fase di stallo, ha dovuto finora fare ricorso ad assetti decisionali ed operativi provvisori, affidando la guida di famiglie e mandamenti a reggenti, che non sempre si sono dimostrati adeguati, assumendo talora decisioni non condivise, se non addirittura controproducenti.

Il fermento di alcune famiglie, dovuto all’esigenza di rinnovare – come detto – una classe dirigente decimata dagli arresti e non più in grado di fornire risposte convincenti alla base verrebbe, altresì, amplificato da un malcontento diffuso degli affiliati e dei familiari dei detenuti, colpiti da un’evidente crisi di welfare, determinata dalla significativa carenza di liquidità.

Il venir meno della compattezza e, quindi, della forza di Cosa nostra – intesa come struttura unitaria, certamente complessa ed articolata, ma anche caratterizzata da connotazioni rigorosamente gerarchiche e regolamentate – sembra correlarsi non solo con i frequenti sconfinamenti territoriali, con indebite ingerenze ed iniziative non autorizzate, ma soprattutto con il crescente numero di uomini d’onore che tendono a rivendicare, per sé o per la loro articolazione, posizioni di preminenza o comunque di autonomia153, se non addirittura a proporre la propria candidatura a cariche interne all’organizzazione mafiosa.

L’intera struttura deve, inoltre, rapportarsi con le sempre più frequenti scarcerazioni per “fine pena” di quegli uomini d’onore che nutrono aspettative e pretese di recupero, sostanziale e formale, del potere che hanno dovuto cedere dal momento del loro arresto. D’altro canto, va anche tenuto in conto che la loro scarcerazione è quasi sempre attesa dagli altri sodali, quale panacea per la gestione delle attività criminali di maggiore importanza e per la riorganizzazione o la riqualificazione delle consorterie mafiose di appartenenza.

Oltre a ciò, già da diversi anni Cosa nostra deve confrontarsi anche con il ritorno dei c.d. “scappati”154, i perdenti sopravvissuti alla c.d. “seconda guerra di mafia” vinta dai corleonesi. Costoro, per avere salva la vita, furono costretti a trovare rifugio all’estero, in particolar modo in Nord America, dove potevano contare su legami “storici”, rafforzati dal narcotraffico internazionale di eroina all’epoca gestito proprio dall’organizzazione siciliana.

Considerato che, finora, non si sono registrate ritorsioni o vendette, molti di costoro, una volta rientrati a Palermo, potrebbero recuperare quel potere che erano stati costretti a cedere, negli anni ’80, per l’indiscriminata violenza dei corleonesi, anche stringendo accordi con gli eredi degli antichi rivali, in ciò avvalendosi degli ancora esistenti rapporti con i boss d’oltreoceano155.

Senza dubbio, nel corso degli ultimi anni, Cosa nostra ha subito qualche indebolimento come organizzazione compatta e unitaria. Ciò, anche per la sotterranea contrapposizione di due correnti: l’una, intransigente ed oltranzista, legata alla “linea Riina” e l’altra, più moderata e meno disposta all’uso non misurato della forza, quella che storicamente ha fatto sempre riferimento al rapporto, quasi aritmetico, tra costi e benefici.

Comunque, il vuoto di potere venutosi a determinare pone ora un’esigenza di rinnovamento e di riorganizzazione complessiva della organizzazione, probabilmente non più rinviabile. Tra le questioni irrisolte si inserisce l’inquadramento della figura di Matteo MESSINA DENARO.

Benché il latitante abbia goduto di rapporti, consolidati, risalenti nel tempo, con uomini d’onore dei mandamenti strategici palermitani, quali quelli di Brancaccio e di Bagheria156, gli elementi di vertice del capoluogo regionale, soprattutto dopo l’esperienza corleonese, non sarebbero ora favorevoli ad essere rappresentati da un capo non palermitano, specie quando, come nel caso del latitante di Castelvetrano (TP), egli è chiamato, in primo luogo, come testimoniano recenti attività investigative, continuamente a confermare, in ragione della sua “assenza operativa” dal territorio, il ruolo di leader nella provincia di Trapani.

È da valutare, inoltre, come in un tale scenario, soprattutto per i danni conseguenti, alla fine degli anni ’80, alla concentrazione del potere nelle mani dei corleonesi, alcune famiglie e mandamenti potrebbero nel futuro volersi vedere riconosciuta una maggiore autonomia, con un potere più cogente sul proprio territorio. Non può pure escludersi che capi emergenti, anche eredi di storiche famiglie, approfittino della situazione e cerchino spazi per scalare posizioni di potere.

Non è anche da escludere che, alla luce della non chiara evoluzione del quadro descritto, le articolate dinamiche dell’organizzazione possano sfociare in atti di violenza particolarmente cruenti. Una possibilità, a dire il vero, finora non suffragata da indizi che facciano presagire una volontà precisa di ritornare a forme di conflittualità eclatanti.

Cosa nostra si conferma, comunque, una struttura ancora vitale, dinamica e plasmabile a seconda dei mutamenti delle condizioni esterne. In un quadro generale così delineato, la capacità di imporre il rispetto di regole condivise, che consentano agli affiliati di identificarsi nell’organizzazione, rappresenta sempre il migliore collante per garantirne la sopravvivenza.

Cosa nostra sembra, infatti, avvertire il bisogno, per rigenerarsi, di proseguire nel processo di “restaurazione delle regole” fortemente anticipato da Bernardo Provenzano, con la conferma al ricorso alla “tradizione” attraverso schemi organizzativi idonei a riproporre i modelli unitari del passato.

Tra le regole di comportamento ritenute attualmente imprescindibili si segnalano il ricorso a maggior accortezza nell’individuazione dei soggetti da affiliare, cioè alla necessità di scegliere “picciotti sicuri”, preferibilmente appartenenti cioè a famiglie di chiara tradizione mafiosa. A tal proposito, verrebbero “recuperati”, ai vari livelli, associati storici e di provata credibilità ed affidabilità. Ciò, anche nella previsione che conflittualità finora latenti possano degenerare in nuove collaborazioni con la giustizia di affiliati, anche autorevoli157.

Non è dunque facile individuare le linee evolutive di Cosa nostra, né prevedere il nuovo ordine che l’organizzazione intenderà darsi e se tale apparato possa ricomprendere tutte le articolazioni provinciali, ognuna con differenti sfaccettature organizzative e operative.

Spostando l’esame alla Sicilia centro-orientale158, va innanzi tutto rilevato come, in alcune aree territoriali, alle storiche famiglie di Cosa nostra, sempre egemoni nell’articolato panorama delle consorterie malavitose, si affianchino ulteriori sodalizi mafiosi.

È evidente la propensione dei “catanesi” ad espandere la loro zona di influenza nelle province vicine, anche stipulando patti con esponenti locali: significativo, a questo riguardo, l’insediamento nella città di Messina di una cellula degli etnei SANTAPAOLA-ERCOLANO, di rilevante autorevolezza criminale, con la quale gli storici sodalizi dei rioni cittadini tendono a non entrare in contrasto.

La maggiore varietà del contesto criminale della Sicilia centro-orientale, rispetto alle province occidentali, è ancora più visibile nelle zone costiere, gravitanti attorno all’abitato di Gela (CL), nel quale era emerso, fin dalla metà degli anni ’80, il fenomeno della Stidda, una realtà criminale che nel tempo ha espanso il proprio territorio di influenza anche in porzioni delle confinanti province di Agrigento e Ragusa, con velleità di contrapposizione alle storiche famiglie di Cosa nostra.

Ridimensionata nei propositi, tanto da arrivare a recenti forme di alleanza o di convivenza, l’organizzazione riesce comunque ancora ad esprimere un significativo potenziale delinquenziale, ad esempio nelle dinamiche di gestione dei mercati ortofrutticoli. Oltre al tradizionale controllo militare del territorio, mediante attività estorsive e usurarie, nonché alla gestione delle piazze di spaccio, le consorterie della Sicilia centro-orientale hanno incrementato l’infiltrazione nel mondo dell’imprenditoria. La penetrazione degli enti locali e la corruzione di soggetti preposti all’amministrazione della cosa pubblica, rappresenta l’occasione per accaparrarsi finanziamenti ed incentivi economici, utili anche per le attività del riciclaggio.

Considerato l’articolato panorama organizzativo delle famiglie di Cosa nostra e degli altri clan, la Sicilia centro-orientale continua ad essere caratterizzata, rispetto a quella occidentale, da una più variegata pluralità di consorterie, verosimilmente alla costante ricerca di collaborazioni ed alleanze finalizzate all’ottimizzazione dei progetti criminali.

A fattore comune per tutta l’Isola si evidenzia, infine, la volontà di agire “sottotraccia”, senza ricorrere ad azioni apertamente cruente, salvo che non sia assolutamente necessario. Ciò stante il marcato interesse delle consorterie ad acquisire un sempre maggior controllo degli apparati degli Enti amministrativi locali, sia mediante la permeabilità degli uffici pubblici attraverso l’infiltrazione, che con forme meno evidenti di condizionamento>>.

Nell’immagine di copertina la mappa delle organizzazioni criminali in Sicilia dal quotidiano Repubblica, nella sua edizione di Palermo del 2 marzo 2014.

Adduso Sebastiano

San Giuseppe Vesuviano, casa avvolta dalle fiamme: famiglia salva per miracolo

0
Tempestivo l’intervento dei genitori

Il tempo di mettere in salvo i quattro figli piccoli e l’appartamento è completamente distrutto dalle fiamme. Attimi di terrore, questa sera a San Giuseppe Vesuviano in una traversa di Via Scudieri (Traversa Gozzano).

Al terzo piano di un edificio, un corto circuito ha immediatamente innescato un pericoloso incendio, per fortuna senza conseguenze alle persone. La mamma prima e il papà poi della famiglia sono riusciti a mettere in salvo i propri figli e ad avvertire le famiglie degli altri appartamenti. Sul posto quattro squadre dei vigili del fuoco supportati da carabinieri, polizia e polizia municipale sono riuscite a mettere sotto controllo la situazione. Sono in corso ora le verifiche per stabilire l’abitabilità dell’intera struttura.

Guerra di camorra a Napoli: terzo omicidio in tre giorni

0
Incendiata un’auto per cancellare le prove

Una mini-discarica accanto al cadavere, un’automobile incendiata per cancellare le tracce, un pezzo di terreno come tomba: è questo lo scenario del terzo omicidio che si è consumato in tre giorni nella periferia di Napoli, tra Caivano e Orta di Atella, dove, questa mattina, è stato ritrovato il cadavere di un uomo crivellato da cinque colpi di pistola.

Sul posto, i carabinieri della stazione di Orta di Atella e della compagnia di Marcianise. La vittima è Ferdinando Fenice, 37enne di Grumo Nevano, già pregiudicato per droga. Gli investigatori non escludono che la morte dell’uomo possa essere collegata agli altri omicidi che si sono registrati nel Napoletano negli ultimi giorni. Sul posto i carabinieri hanno trovato una Fiat 500 L di colore bianco bruciata e con diversi colpi di pistola nello sportello.
“Vogliamo vederlo”. Questa la richiesta dei familiari della vittima, accorsi sul posto dopo aver appreso la notizia del ritrovamento. Ma le forze dell’ordine – coodinate dal capitano della compagnia di Marcianise, Luca D’Alessandro – non hanno fatto avvicinare nessuno alla vettura, probabilmente parcheggiata già questa notte ai margini di via Pigna a Orta di Atella, nei pressi dello svincolo di Caivano della strada statale Nola-Villa Literno.

Napoli, borseggiatori over 60 in azione sul bus a piazza Dante: arrestati

0
Gli agenti hanno recuperato la refurtiva

Gli agenti del commissariato San Carlo Arena di Napoli hanno arrestato due borseggiatori, Giuseppe Licata originario della provincia di Agrigento e Giuseppe Ziccardi napoletano, rispettivamente di 65 e 63 anni, per il reato di furto con destrezza.

Poco dopo le 9 di questa mattina, gli agenti impegnati nel controllo del territorio hanno notato il 63enne scendere da un autobus in piazza Dante seguito da uomo che lo indicava accusandolo di avergli sottratto il portafogli e contestualmente il ladro lo consegnava al complice; quest’ultimo alla vista della polizia si liberava immediatamente della refurtiva, lanciandola sul manto stradale prontamente recuperata dagli agenti.
I poliziotti hanno accertato che il 63enne aveva rubato il portafogli che la vittima aveva nel marsupio per poi consegnato al complice che lo attendeva alla fermata dell’autobus. I due uomini sono stati bloccati ed arrestati, mentre il maltolto è riconsegnato al legittimo proprietario.

Boscotrecase, donna muore in ospedale: i parenti aggrediscono il personale medico

0
Danneggiato anche il reparto di Medicina e Chirurgia

Donna muore per una presunta leucemia, i parenti assaltano l’ospedale, picchiano medici e infermieri e danneggiano il reparto di Medicina d’Urgenza. È accaduto all’ospedale di Boscotrecase, dove è stato necessario l’intervento dei carabinieri della compagnia di Torre Annunziata per riportare la calma.

La donna, una 55enne di Torre Annunziata, è morta oggi dopo un lungo tentativo di rianimazione e dopo quattro giorni di ricovero tra i reparti di Cardiologia e Medicina. Venuti a conoscenza del decesso della donna, i parenti hanno preso d’assalto l’ospedale, picchiando il personale in corsia e danneggiando anche alcuni macchinari. Poi, hanno sporto denuncia contro i medici perché sostengono si tratti di malasanità.
“Fermo restando il dolore per la perdita di una vita – spiegano i vertici dell’Asl Napoli 3 Sud – questo comportamento è da condannare, perché in questo modo si mette in pericolo anche l’incolumità di altri pazienti, oltre che del personale lo stesso regolare funzionamento del reparto”.
Dopo la denuncia, la salma della 55enne è stata trasferita all’obitorio di Castellammare su disposizione della Procura oplontina, che ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia dei familiari. Nel frattempo è in corso l’identificazione dei responsabili del danneggiamento della struttura sanitaria.

La Filastrocca Azzurra – Riduce al lumicino o per meglio dir, tramonta la speranza di rimonta

La nuova rubrica di ViViCentro

Nella sera di febbraio
servon nervi come acciaio
questo Toro va domato
serve solo il risultato
non sarà cosa da nulla
ma a Carletto in testa frulla
qualche innesto come Hysaj
che a sinistra non va mai
il Torino è più prudente
visto il brutto precedente
dove in casa al Comunale
prese gol da provinciale
però il Napoli si affaccia
da Sirigu e lo minaccia
Milik spreca, quanti errori
tira al centro o proprio fuori
e Lorenzo non fa meglio
pur sembrando bello sveglio
corner tanti a dire il vero
ma riman lo zero a zero
sempre Milik da lontano
fa la barba all’altro palo
mentre Ruiz allo scadere
non riesce a far godere
primo tempo un po’ distratti
costruiamo come matti
ma al momento di segnare
ci vogliamo far pregare
la ripresa stessa sorte
ci proviam con palle corte
monta pure il nervosismo
per usare un eufemismo
gli ammoniti son già tanti
anche uomini importanti
ma resiste il bel fortino
costruito dal Torino
si va fino allo scadere
ma son vane le preghiere
di chi vuole il gol azzurro
e lo spera in un sussurro
zero a zero, un punticino
che riduce al lumicino
o per meglio dir, tramonta
la speranza di rimonta…

a cura di Fabiano Malacario

Zielinski cuore azzurro: “Voglio scrivere la storia a Napoli, significherebbe molto per me”

“Liverpool? Non ho mai parlato con Klopp”

Piotr Zielinski, centrocampista del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del portale polacco sportowefakty per parlare della sua vita calcistica, di quella privata e di mercato.

Ecco le sue parole:
È il momento di fare uno step ulteriore nella tua carriera?
“I miei agenti stanno negoziando il prolungamento di contratto con il Napoli, e mi concentro solo sul calcio giocato. C’è stato un periodo in cui pensavo troppo spesso al mio futuro, cosa si rifletteva nella forma mentale e sul gioco din campo. Ora lascio queste cose al mio manager”.
Trasferirsi in un’altra squadra è un’opzione reale?
“Sto bene a Napoli, ho altri due anni di contatto e voglio vincere qualcosa con questo club. Significherebbe molto per me, per i tifosi , sarebbe anche bello iscriversi alla storia del Napoli”.
Come commenti le voci secondo cui avresti parlato con Jurgen Klopp del trasferimento al Liverpool? Il Liverpool è stato a lungo interessato a te, voleva comprarti dopo Euro 2016.
“Non ho parlato con Klopp, ma non c’è nulla da dire su Liverpool e le altre voci. Sto benissimo a Napoli. Lavoro con un allenatore dal quale imparo molto, voglio giocare al meglio fino alla fine della stagione, e cosa succederà dopo, vedremo”.
Sulla sua vita privata.
“Mi piace il centro di una grande città, ma sto bene nel silenzio di casa mia, un po’ fuori mano. Vivo vicino Napoli, fino a poco tempo fa non avevamo nemmeno dei vicini con Laura. C’è un supermercato nelle vicinanze, un pub, ho un barbecue nel cortile, un cane che corre, il sole splende. Cosa posso volere di più? Nel cortile crescono i limoni, con la mia Laura, li raccogliamo e li gustiamo. Sono così buoni che a volte li mandiamo anche in Polonia, alle nostre famiglie”.
E’ vero che hai fondato due casa famiglia?
“Si tratta di due casa famiglia che si trovano a Zabkowice e Targowica. Quando ero piccolo i miei genitori hanno dovuto affrontare un periodo difficile. Si tratta di aiutare i bambini che vivono una situazione di vita difficile. Peccato che non posso andarli a trovare spesso, mi accorgono che crescono moltissimo in meno di un anno”.
Le case per bambini si chiamano “Peter Pan”.
“Si, è l’eroe di una bellissima fiaba ed è dipinto su ogni muro. I bambini sono trattati benissimo e seguiti da vicino dai genitori. I bambini crescono, imparano a giocare e a ballare. Siamo tutti coinvolti nella loro crescita con mia nonna, la famiglia di mio fratello maggiore, ed anche io faccio il possibile. Siamo felici ed orgogliosi di poter aiutare chi è in difficoltà”.
Come?
“Cerchiamo di evitare di dare ai bambini apparecchi elettronici. Qualche tempo fa, insieme a Laura, eravamo alla comunione di un ragazzo che se non fosse stato per la nostra famiglia, in chiesa non avrebbe avuto nessuno. Visto che c’è solo una comunione, sono contento di avergli regalato una gioia. Anche Laura è molto coinvolta portando i ragazzi al parco a divertirsi sulle giostre. C’è un parco gioci vicino alla casa famiglia Targowica. In estate porto i ragazzi a giocare a calcio. tre di loro si stanno allenando al Zabkowice Slaskie Eagle. In questo club ho fatto i miei primi passi da calciatore prima di passare allo Zaglebie Lubin”.
Questo è il tuo ottavo anno in Italia da quando firmasti con la primavera dell’Udinese.
“Ricordo ancora quando facevo il raccattapalle nel vecchio stadio di Zaglebie. Sono stato anche alla finale di Supercoppa polacca tra Wisla Krakovia e Lech Poznan. Ero dietro la porta dove si calciavano i calci di rigore decisivi. Ho potuto osservare Robert Lewandowski e Semir Stilic”.
Con Laura, la tua fidanzata, ti conosci fin dall’infanzia. A quanto pare ti sposerai quest’anno?
“Sì, il matrimonio è quest’anno. Sono molto felice perché è la ragazza giusta per me: mi supporta, mi aiuta molto, mia aiuta anche a programmare la mia vita. So che è la donna con cui voglio passare il resto della mia vita. Ho 25 anni e penso sia una buona età per sposarsi. Voglio fare un altro passo nella mia vita”.
E l’allenatore ha mantenuto la sua parola, conta su di te.
“Sento che sono arrivato ad un livello più alto. All’inizio della stagione ho avuto delle partite promettenti, poi un leggero calo di forma, ma questo ormai è alle spalle. Do dimostrazione del fatto che vale la pena mettermi in campo. Ora conta di più il mio contributo all’interno della squadra. Ad Ancelotti piacciono i giocatori che non hanno paura di correre rischi, hanno fantasia. Cerco di giocare in questo stile, ovviamente a beneficio della squadra. Il tecnico precedente, Maurizio Sarri, è stato eccezionale, Ancelotti è davvero un ‘maestro’. È molto concreto, semplice nel messaggio. Non si arrabbia quando qualcosa non va. Ripete che se due o tre cose non ci riescono , il mondo non crolla. Così aumenta la fiducia nei nei nostri mezzi”.
Sei più sicuro in campo?
“Cercavo soluzioni complicate. Ero anche critico con me stesso. Ho sempre lavorato e ho aspettato pazientemente la svolta. Oggi sono un altro Piotr, più fiducioso”.
Uno degli allenatori italiani ti ha definito un suo figlio.
“Francesco Guidolin. Abbiamo lavorato insieme all’Udinese, mi ha fatto conoscere il calcio in Italia. Ci siamo incontrati di recente a Milano prima della partita con il Milan, ci siamo salutati molto calorosamente, è stato bello parlare con lui. Ha detto che già all’età di 16 anni ha visto in me un ottimo giocatore che utilizza entrambi i piedi in modo indifferente. Qualche settimana fa mi ha detto: sei un giocatore da 10 goal a stagione. Ho risposto: ‘con calma, succederà'”.
Questa stagione? Per ora, hai tre gol in Serie A.
“Ci sono molte partite da giocare ancora. La cosa più importante è che sono in buona forma e arriveranno gol e assist. Creo situazioni per me stesso e i miei compagni, a volte mi manca il tocco finale”.
Ancelotti ti mette in varie posizioni: quale ruolo ti piace di più?
“Il mister mi dice sempre che sono un giocatore universale, quindi sono alla ricerca di soluzioni diverse. Dove gioco dipende dalla tattica che utilizziamo. C’erano delle partite in cui ho giocato centrale. A volte inizio anche a sinistra e taglio verso il centro del campo, dove mi trovo meglio. In altre partite devo restare più esterno a sinistra. Questa posizione è un po’ meno congeniale per me. Decisamente preferisco tagliare verso il centro, come contro il Milan a San Siro (0-0)”.
Sei uno dei giocatori con più minuti di più questa stagione, come ti senti fisicamente?
“I carichi sono grandi, ma non mi sono mai sentito fisicamente come prima. Ho perfezionato i dettagli, ho praticato individualmente e posso stare in piedi ogni tre giorni”.

Magistrato della Procura di Enna muore in autostrada nell’incidente con un camion

Magistrato della Procura di Enna muore in autostrada nell’incidente con un camion che dopo lo scontro è precipitato da un viadotto.

Un camion che trasportava surgelati si è dapprima scontrato con l’auto su cui viaggiava il Magistrato della Procura di Enna per poi precipitare da un viadotto.

Ferito l’autista del mezzo pesante, mentre è morto l’uomo alla guida dell’automobile, Giovanni Romano, 39 anni, in servizio alla Procura di Enna.

L’incidente è avvenuto sull’autostrada Palermo-Catania nei pressi dello svincolo di Tremonzelli.

Dopo la morte del Magistrato, che lascia la moglie e un figlio in tenera età, la visita del vice presidente del Csm Davide Ermini al distretto giudiziario di Caltanissetta è stata annullata. Romano, che guidava una Volkswagen Tiguan, ricopriva l’incarico di sostituto procuratore.

Adduso Sebastiano