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Alessandro Preziosi: “Vittoria Puccini? La separazione è stata difficile, sono stato uno sprovveduto”

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(Adnkronos) – Dalla dolorosa separazione da Vittoria Puccini alle scene di sesso nei film.Alessandro Preziosi, ospite di 'Belve', il programma cult di Rai2, risponde alle tante domande di Fagnani offrendo un ritratto, anche inedito, della sua vita e della sua carriera, lasciandosi andare come di solito non fa.

L'appuntamento in prima serata è per stasera, martedì 6 maggio, alle 21.20. "Con le scene sexy come se la cava?" "Non ha saputo come mi chiamano?Mi chiamano Olé".

Risponde così a Francesca Fagnani Alessandro Preziosi.Il nomingolo 'olè' "per la rapidità?", interviene ironicamente la conduttrice. "No!

Olé, proprio un guizzo.Io nelle scene di sesso sono un guizzante", risponde Preziosi.

Che si definisce "bello strafottente" e "un sano provocatore". "A chi non piace, non piace perché?".gli chiede Fagnani. "Perché mi puzza l’alito!" dice l’attore, che subito aggiunge con un sorriso "Sto scherzando!".  Sul grande successo del suo personaggio in Elisa di Rivombrosa, Fagnani chiede: "Quali sono stati i contraccolpi di un successo così forte e improvviso?". "Mi ha permesso di essere più libero nelle scelte professionali.

Se potessi tornare indietro non lo rifarei – ma poi Preziosi aggiunge – in realtà lo rifarei perché poi è nata una figlia meravigliosa".  "Ha avuto tutto quello che voleva dalla carriera fin qui oppure manca qualcosa?", chiede ancora Fagnani. "Sicuramente mi mancano le collaborazioni importanti", con dei registi "che stimo moltissimo". "Nel suo ambiente le hanno fatto pagare il percorso iniziale televisivo?", domanda Fagnani. "Beh, sì", risponde Preziosi che aggiunge “poi alla fine sono ritornati tutti a fare televisione". "Lei ha sofferto molto per amore?", domanda Fagnani. "Ho sofferto meritatamente per amore.Ho meritato perché ho seminato male e non sono così stupido da pensare di uscire vincitore o perdente da una storia.

Ho sopportato lo scotto di essere stato un po’ sprovveduto". “Per quale amore ha sofferto di più?” prosegue Fagnani. “La mia prima separazione” la risposta dell’attore riferendosi alla fine della relazione con Vittoria Puccini. "Adesso è innamorato?” chiede Fagnani.Preziosi, dopo una lunga e silenziosa pausa, risponde: "Sono in transito". "È innamorato della sua compagna Delfina Delletrez Fendi?", chiede a quel punto Fagnani. "In questo momento…non so che rispondere", ammette Preziosi. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Enac aderisce al cloud di Polo strategico nazionale

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(Adnkronos) – Siglato il contratto nell’ambito della misura 1.1 ‘Infrastrutture digitali’ del Pnrr, grazie ai fondi promossi dal Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri.L'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) ha ufficialmente aderito al cloud sovrano di Polo strategico nazionale (Psn), ''segnando un importante passo avanti nella trasformazione digitale dell'Ente''.

Lo annuncia l'Enac in una nota.Questa collaborazione ''mira sia a migliorare la qualità dei servizi offerti agli utenti (cittadini, imprese e altre pubbliche amministrazioni), sia a garantire il mantenimento dei più elevati standard di sicurezza sui dati e servizi informativi a supporto delle infrastrutture strategiche per il Paese'', si sottolinea.  L'adozione del cloud di Psn permetterà a Enac di ''beneficiare di una infrastruttura altamente flessibile, in grado di adattarsi dinamicamente alle esigenze di supporto dei sistemi informativi, con benefici economici e riduzione dell’impatto ambientale, garantendo, al contempo, elevati standard di sicurezza e resilienza.

Questo progetto rappresenta un passo fondamentale per Enac nel percorso di trasformazione dei Sistemi Informativi volto al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’Ente''.  Il Polo strategico nazionale ''mette a disposizione un’infrastruttura ad alta affidabilità che supporterà Enac nell’allinearsi alle più avanzate best practice nel settore It'', si spiega. ''Nel pieno rispetto del principio di sovranità nazionale dei dati, il cloud di Psn assicura maggior controllo, autonomia digitale e protezione dei dati gestiti dalle pubbliche amministrazioni, rafforzando la sicurezza informatica''.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Conclave 2025, sondaggio tra vaticanisti: in pole Parolin con il 38%

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(Adnkronos) – Chi ha più probabilità di diventare Papa secondo i vaticanisti italiani?Youtrend ha condotto un sondaggio su un campione di 12 giornalisti italiani esperti di Chiesa e Santa Sede alla vigilia del Conclave 2025, misurando le probabilità di elezione dei 'papabili'. Dalla media delle percentuali espresse dai vaticanisti interpellati risulta in testa il segretario di Stato Pietro Parolin con il 38% di probabilità.

Seguono l’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi (15%), il patriarca di Gerusalemme dei Latini Pierbattista Pizzaballa (14%) e il filippino Luis Antonio Tagle, Pro-prefetto della sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari (13%). A seguire, con una probabilità media più bassa, ci sono l’arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Aveline (7%), l’arcivescovo di Rabat Cristóbal López Romero (5%), il prefetto del Dicastero per i vescovi Robert Francis Prevost (3%) e l’arcivescovo di Budapest Péter Erdő (3%).L’analisi ha coinvolto 9 diverse testate nazionali italiane tra tv, quotidiani e agenzie di stampa. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Conclave 2025, il cardinale escluso: “Non mi hanno invitato”

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(Adnkronos) – Escluso o malato?Il conclave, al via domani 7 maggio 2025 per l'elezione del nuovo Papa, si avvicina con il 'giallo' legato all'assenza del cardinale keniano John Njue. "Non sono stato invitato per l’elezione del nuovo Papa.

Non è per motivi di salute, non so cosa dire", ha detto al quotidiano Daily Nation, smentendo in questo modo le voci secondo cui non parteciperebbe al Conclave perché ammalato.Il porporato è stato al centro delle polemiche anche per un "ringiovanimento" negli annuari.

Secondo i documenti ufficiali, la sua nascita è passata dal 1944 all'1 gennaio 1946, mantenendolo sotto la soglia degli 80 anni. La versione del cardinale viene confutata dall'arcidiocesi di Nairobi.Una nota firmata dall'arcivescovo Philip Anyolo – riportata da Daily Nation – spiega che il Nunzio Apostolico ha motivato l'assenza di Njue al Conclave per motivi di salute: "Confermo che, sebbene Sua Eminenza sia eleggibile per partecipare e sia stata invitata ufficialmente, il Nunzio Apostolico, d'accordo con l'ufficio dell'Arcivescovo di Nairobi, ha comunicato come di dovere al competente ufficio della Santa Sede che, per le sue condizioni di salute, Sua Eminenza Joh Njue non sarà in grado di andare a Roma e di partecipare al Conclave".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rai, Vigilanza verso ottava fumata nera su voto presidente

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(Adnkronos) – La seduta della Commissione di Vigilanza
Rai convocata per giovedì 8 maggio alle 8,15 per il voto che dovrebbe esprimere parere vincolante sul presidente in pectore, ovvero Simona Agnes, si avvia ad essere l'ottavo 'nulla di fatto'.A quanto apprende l'Adnkronos, infatti, a Palazzo San Macuto andrà in scena quello che, ormai da molti mesi, è un 'copione' rappresentativo del 'muro contro muro' tra maggioranza e opposizione, che non riescono a trovare una quadra sull'indicazione del nome a cui affidare la presidenza della Rai.  Complici anche i vari 'ponti' vacanzieri, non sembra insomma che in queste settimane ci sia stata un'apertura di dialogo, e tra le fila della maggioranza il clima che si registra è quello di chi non intende spostarsi dalle proprie posizioni. "Perché, giovedì c'è la Vigilanza?", risponde eloquentemente all'Adnkronos Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori di Forza Italia e membro della commissione di Vigilanza Rai.

Anche nelle file di Fratelli d'Italia non sembrano esserci aperture sul tema.La Lega, che attualmente ha l'interim della presidenza Rai con il consigliere più anziano, Antonio Marano, è legata da un 'vincolo di maggioranza' che la pone in una situazione di attesa, e anche su quel fronte non si registrano novità.  
Sul fronte dell'opposizione, persistono in merito al prolungato stallo "perplessità e sgomento".

E' grave, ragionano fonti interne, perché "di solito l'Aventino lo fanno le opposizioni, invece qui lo sta facendo la maggioranza per bloccare una commissione che garantisce l'opposizione".Secondo quanto si apprende, se dovesse esserci l'ottava 'fumata nera' la presidente della Vigilanza Barbara Floridia deciderà subito dopo di coinvolgere, come prospettato più volte nei mesi scorsi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tramite una lettera in cui gli sottoporrà lo stallo in cui versa la Commissione.

L'idea è quella di puntare su una 'moral suasion' del Capo dello Stato, che miri a sensibilizzare i membri della Vigilanza ad uno sblocco anche in nome della necessità di riprendere l'attività della Commissione bicamerale, permettendole di svolgere i compiti per i quali è stata istituita.Non resta che attendere.

Ma il fatto che al momento ognuno sembri rimanere sulle proprie posizioni non fa presagire la possibilità di grandi novità. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Jobs Act, Renzi: “Non cambio idea, se qualcuno vuole abiura ha sbagliato persona”

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(Adnkronos) – "Non mi stupiscono le posizioni di chi come Schlein e Landini sono contro il JobsAct esattamente come erano contro il JobsAct Meloni e Salvini.Dai Cinque Stelle a Forza Italia tutti hanno dato un racconto del JobsAct volutamente falso.

Cos’era il JobsAct?Lo slogan di una politica economica, quella del mio governo e di quello Gentiloni".

Lo scrive Matteo Renzi nella enews, a circa un mese dal referendum dell'8-9 giugno che di fatto punta a smantellare parti del Jobs Act.  "Cosa c’era dentro questa politica economica? (…) scelte che hanno segnato una stagione positiva per l’economia italiana.Io le difendo tutte, per forza: erano le mie riforme.

Le ho pensate, le ho volute, le ho votate.Ovvio che ora le difendo.

Cosa fa la Cgil?Vuole mettere il lavoro al centro del dibattito.

E per farlo polemizza con le mie riforme anche perché la Meloni di riforme non ne fa: lei fa i tweet, non le riforme.E dicono: votate contro il JobsAct.

Ma in realtà votano contro singole norme.E sia chiaro: se passa il referendum, non torna l’articolo 18.

Torna la legge Monti.Ok?

Questa è la verità.Di cui nessuno sembra interessarsi", prosegue l'ex premier.  "Se vogliamo insistere sul passato: io difendo il mio passato.

Deve essere un messaggio forte e chiaro amici miei.Difendiamo le politiche economiche di dieci anni fa come difendiamo la scelta di Mario Draghi; difendiamo le unioni civili come le battaglie per il Terzo settore; difendiamo gli investimenti in valori, cultura e scuola come difendiamo la battaglia per la flessibilità.

Ok?Io non ho nessun motivo per cambiare idea sul passato.

Se qualcuno vuole l’abiura ha sbagliato persona.Io non sono uno che abiura per dieci seggi in Parlamento, chiaro?

Io voterò NO al referendum sul JobsAct.E non cambio idea su nulla, anzi sono orgoglioso delle mie battaglie.

Ma il ragionamento che serve per chi fa politica è diverso", sottolinea il leader di Italia Viva. "Mi colpiscono i miei amici riformisti del Pd cui la segreteria ha detto: o votate sì o non avete spazio nelle liste alle prossime elezioni.Il fatto che il Pd abbia detto di votare sì è la prova certificata che il Pd non è più quello di prima.

E a me va benissimo che sia così: siamo venuti via dal Pd perché non sentivamo più quella come casa nostra.Il Pd è cambiato.

Bene.Per vincere il Pd ha bisogno anche dei riformisti di centrosinistra.

Se non c’è una componente di riformisti le prossime elezioni le vince la Meloni.Allora la cosa è semplice: noi siamo diversi dal Pd", scrive ancora Renzi. "Voglio evitare che Giorgia Meloni sia il futuro dell’Italia.

Per farlo c’è solo un modo: costruire una coalizione di centrosinistra dove ci sia spazio per i riformisti come per i più radicali.Altrimenti vince la Meloni.

Guardate il Regno Unito.Quando i leader di sinistra radicale hanno voluto espellere i riformisti (è successo con Ed Miliband e con Jeremy Corbyn), ha vinto la destra.

Quando i leader di sinistra hanno tenuto insieme tutti, con Blair e Starmer, hanno vinto i laburisti.Ma guardate anche l’Italia, amici miei", afferma Renzi. "In Liguria non ci hanno voluti, e hanno perso.

Scommettiamo che stavolta a Genova vinciamo?Casualmente non hanno messo veti, stavolta.

Scommettiamo che finisce diversamente dalle regionali?O dalla Basilicata?

Ieri intanto a Trento il centrosinistra ha vinto anche grazie alla lista riformista e Roberto Sani, colonna di Italia Viva con Donatella Conzatti, è entrato in Consiglio Comunale". "Ricapitolando: no, io non sono come quelli che pur di fare un altro giro tradiscono le proprie idee.Non tradisco il mio passato.

Ma non voglio tradire il futuro dei miei figli e dunque non penso sia giusto che rimangano al governo i Lollobrigida, i Salvini, i Giuli.Prima li mandiamo a casa, prima facciamo un servizio al Paese.

Ai riformisti dico: le porte di Italia Viva sono aperte.Noi vogliamo costruire una coalizione in cui il peso delle nostre idee conti.

Senza di noi si perde, lo abbiamo visto.E non perché noi siamo chissà che.

Ma perché una coalizione eccessivamente spostata a sinistra è la migliore alleata possibile di Giorgia Meloni". "Giorgia Meloni non è il passato, purtroppo.Giorgia Meloni è il presente dell’Italia.

E secondo me non è capace di guidare il Paese.Si può dire o parte la solita cantilena del vittimismo sessista?

Io non la ritengo capace.E domani al question time (ore 13.50, Senato) glielo ricorderò gentilmente di persona", sottolinea. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Strage Calteldaccia, l’intervista al figlio di una delle vittime

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(Adnkronos) – "Dopo un anno non è cambiato nulla.E' tutto come prima.

Ogni giorno continuiamo a sentire di morti sul lavoro.Per noi è un dolore che non passa mai…

Lo sa come ha saputo mia mamma che mio padre era morto in quella dannata fogna?Era andata in azienda per avere informazioni sull'incidente e la segretaria le disse: 'Suo marito non c'è più'.

Così, di botto, senza un minimo di tatto.Come se stesse parlando di un cane.

Io, invece, tornai da Siracusa, dopo che mi avevano chiamato per dirmi che c'era stato un incidente sul lavoro.Quando arrivammo a Casteldaccia, abbiamo avuto solo il tempo di rivedere nostro padre in ambulanza, mentre lo portavano via.

Quella è stata l'ultima volta…".Gaspare Giordano, 32 anni, è il figlio di Ignazio Giordano, l'operaio di 59 anni, morto il 6 maggio di un anno fa a Casteldaccia (Palermo), insieme con quattro colleghi.  "Sì, è trascorso esattamente un anno.

E non è cambiato nulla – dice Gaspare Giordano all'Adnkronos – All'inizio c'era stato un gran polverone.Tutti che si facevano sentire, molti politici hanno espresso il loro cordoglio.

Poi, dopo un mese si sono dimenticati tutti di noi…". "Sono state fatte tante promesse – continua – per un ddl che non è mai stato approvato.Capisco tutti gli impegni politici per il Ponte di Messina ma forse ci sono cose più urgenti…".  Quel giorno tre operai si erano calati all'interno del locale della fogna, profondo circa 5 metri, per effettuare lavori di manutenzione per conto della ditta Quadrifoglio Srl, che aveva vinto l'appalto dell'Amap, l'azienda municipalizzata di Palermo.

Ma subito dopo avere fatto i primi scalini, con la pompa ancora in mano, i tre si erano sentiti male perdendo i sensi.Non sentendoli, altri due colleghi, sempre scendendo dal tombino, avevano raggiunto il solaio in cemento per capire cosa stesse succedendo, ma anche loro sono rimasti intrappolati: l'idrogeno solforato, dieci volte sopra il limite consentito, li aveva storditi subito.

Un sesto operaio che si trovava all'esterno s'era precipitato per soccorrerli ma subito dopo avere inalato il gas killer era riuscito a risalire in superficie, salvandosi. "Non è cambiato niente dallo scorso anno- dice ancora Gaspare Giordano, visibilmente commosso – Oggi, ad esempio, ho visto un trasloco di mobili da un piano alto, le persone sotto erano tranquille.Ci dovrebbe essere più vigilanza.

Non si lavora così".Ignazio Giordano è morto dopo avere tentato di salvare i suoi colleghi. "Sì, ha dato la sua vita per provare a salvare i colleghi in difficoltà.

Ma, intanto, noi siamo senza un padre.E non abbiamo avuto l'opportunità di renderlo nonno…".  La Procura di Termini Imerese (Palermo) ha aperto una inchiesta con l'ipotesi di omicidio colposo plurimo.

Tra gli indagati, l'amministratore unico di Tek e il direttore dei lavori e responsabile della sicurezza di Amap, oltre al titolare della ditta Quadrifoglio.Al centro dell'indagine, oltre alla catena degli appalti, il rispetto delle misure di sicurezza. "Sul versante dell'inchiesta tutto tace- dice- a quanto pare non sono state chiuse le indagini, né è stato detto qualcosa…".  A uccidere i 5 operai era stato il gas sprigionato dai liquami. "Nessun dipendente di Amap Spa e di Quadrifoglio Group presente presso l'impianto di sollevamento fognario – avevano scritto i consulenti tecnici – aveva in dotazione i dispositivi di sicurezza per le vie respiratorie.

E nessuno degli operatori di Amap e Quadrifoglio, tranne forse uno, aveva avuto una specifica formazione e addestramento all'uso delle misure di sicurezza".Sempre secondo gli esperti, "i liquami fognari presenti nella vasca dell'impianto e nell'intero condotto fognario presentavano valori di solfiti e solfuri decisamente superiori ai limiti previsti per scarichi in rete fognaria". E' passato un anno da quella tragedia e il dolore di Gaspare Giordano, di sua madre e dei suoi due fratelli, è ancora molto forte. "Ci manca il pezzo forte.

Nostro padre era un punto di riferimento per tutti noi".Ma chi era Ignazio Giordano?

La voce di Gaspare si incrina. "Qualsiasi cosa succedeva, lui ti dava sempre coraggio.Ci diceva: 'Se te la senti prova'.

Con lui le giornate passavano diversamente".E racconta un aneddoto: "Io facevo il turno di notte in distilleria e quando tornavo a casa e lui stava per uscire per il suo turno al lavoro, rideva e mi diceva: 'Che dormita che mi sono fatto!'.

Ci prendevamo in giro così.Tutti lo ricordano come una persona vivace".  Oggi è trascorso un anno da quella tragedia. "No, il dolore non passa.

La nostra vita è stata stravolta.Nulla sarà più come prima".

Poi, prima di salutare, si volta e dice: "Posso aggiungere una cosa?Lavorare è un diritto, tornare a casa è un obbligo…". (di Elvira Terranova) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Albarelli (Riva del Garda Fierecongressi): “Compito di Rebuild è creare connessioni”

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(Adnkronos) – "Questa edizione di Rebuild ha un compito davvero importante, quello di connettere le menti e di creare connessioni tra tutti i soggetti che, a diverso titolo, fanno parte della filiera delle costruzioni: dalla finanza ai costruttori, dagli artigiani alle istituzioni, fino ai progettisti”.  Così Alessandra Albarelli, direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi, in occasione del convegno ‘Per una nuova agenda del costruire verso la transizione ecologica’, con cui si sono aperti i lavori dell’edizione 2025 di Rebuild, la due giorni in svolgimento al Centro Congressi Riva del Garda (TN) il 6 e 7 maggio.Dedicata all’edilizia sostenibile, la kermesse permette di fare il punto sul presente ed il futuro del comparto delle costruzioni, in cui le nuove tecnologie digitali saranno sempre più protagoniste.

Al centro dell’undicesima edizione della manifestazione, intitolata “Connect minds, enable innovation – Condividere le intelligenze per abilitare l'innovazione”, il tema delle connessioni tra persone, competenze e tecnologie a 360°. “Connettere le menti significa creare relazioni che portano allo sviluppo di questo settore e accelerano il percorso verso la decarbonizzazione – sottolinea ancora Albarelli – Le sfide del comparto sono tantissime.Ad esempio, abbiamo lanciato la sfida dell'edilizia off-site, l’edilizia fatta in cantiere per ottimizzare e migliorare i processi di efficientamento, per poi arrivare anche a fare delle riqualificazioni o delle costruzioni che non abbiano un impatto su chi abita già negli immobili.

In parte, questa è una sfida vinta, perché è nata una società che sta facendo sviluppo in questo senso, insieme al Comune di Milano, per un progetto di rigenerazione urbana molto importante.Le sfide che lanciamo quest’anno riguardano il grande tema del digitale.

Non dobbiamo spaventarci di fronte all'applicazione dell'intelligenza artificiale, dei moderni metodi di costruzione e di tutta una serie di tecnologie che ci sono ora a disposizione, perché possono facilitare lo sviluppo e l'efficientamento dei processi.Inoltre, la loro implementazione è in realtà molto più accessibile di quello che si possa pensare”.  A conclusione dell’undicesima edizione, sarà redatto un manifesto per il futuro delle costruzioni, una road map necessaria a mettere a terra le proposte e le idee che si sviluppano nei tavoli di lavoro della manifestazione, come illustra Albarelli: “Ci siamo resi conto che c'è le proposte concrete, di sistema, che emergono durante ogni edizione non avevano ancora trovato un ‘contenitore’ dentro cui inserirle per essere poi portate fino a Roma.

Abbiamo quindi scelto di creare questo contenitore con la tecnica del design thinking.Lavoreremo con un team di persone che ci aiuteranno a mettere insieme tutti gli elementi che emergeranno nei quattro tavoli di lavoro in un unico documento.

Una volta fatto ciò, insieme all'assessore provinciale Marchiori, che ha detto di essere nostro complice, andremo a Roma a portare le istanze che escono dalla filiera e da tutti i partecipanti all’evento". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Automobilismo, conclusa la seconda edizione de ‘La 1000 Miglia va a scuola’

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(Adnkronos) – Si è appena conclusa la seconda edizione de 'La 1000 Miglia va a scuola' e già c’è la conferma per l’anno prossimo: il progetto voluto dall’Automobile Club di Brescia e da 1000 Miglia Srl racconterà la storia della Corsa più bella del mondo alle nuove generazioni anche nell’anno scolastico 2025-2026.Nel corso degli scorsi mesi la Professoressa Elena Pala, docente di Storia all’Università degli Studi di Milano, ha incontrato gli studenti delle scuole primarie e secondarie per parlare ai ragazzi del forte impatto che la 1000 Miglia ha esercitato sulla modernizzazione di molteplici settori, in primis l’automobilismo e le infrastrutture, ma anche l’industria, la tecnologia, l’arte, i costumi e il turismo.  Oltre alle scuole di Brescia e provincia, l’edizione 2024/2025 del progetto ha coinvolto 13 istituti di località attraversate dal percorso della gara (Forlì, Sansepolcro, Prato, Foiano della Chiana, Siena, San Marino e Bovolone) e sono stati oltre 2.000 gli studenti che hanno partecipato agli incontri.

Nel corso dell’attività laboratoriale, gli studenti hanno realizzato disegni ed elaborati a tema e la Giuria del Concorso artistico – composta da rappresentanti di AC Brescia e di 1000 Miglia S.r.l. – ha assegnato alla Scuola Audiofonetica di Brescia il premio per il miglior progetto, declinato in tre differenti campi artistici: la scuola secondaria di primo grado ha interpretato lo spirito della 1000 Miglia con la pittura, mentre la scuola primaria ha dato vita a due interventi.  Il primo ha ideato una performance artistica basata sulle cartoline rese uniche dalla creatività degli alunni, che viaggeranno con la 1000 Miglia 2025 collezionando i timbri delle località attraversate.Il secondo ha prodotto circa sessanta pezzi originali plasmati e dipinti dagli alunni, raffiguranti delle automobili.

La consegna del premio da parte del Presidente dell’Automobile Club di Brescia, Aldo Bonomi, e della Presidente di 1000 Miglia Srl, Beatrice Saottini, ha suggellato la vicinanza dei giovani alla 1000 Miglia, esaltando creatività e stimolando curiosità.In occasione della 1000 Miglia 2025 verrà svelato il disegno vincitore della seconda edizione de “La 1000 Miglia va a scuola” che verrà riprodotto su materiali celebrativi del progetto. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Strage di Casteldaccia, il figlio dell’operaio morto: “Lavorare un diritto, ma tornare a casa è un obbligo”

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(Adnkronos) – "Dopo un anno non è cambiato nulla.E' tutto come prima.

Ogni giorno continuiamo a sentire di morti sul lavoro.Per noi è un dolore che non passa mai…

Lo sa come ha saputo mia mamma che mio padre era morto in quella dannata fogna?Era andata in azienda per avere informazioni sull'incidente e la segretaria le disse: 'Suo marito non c'è più'.

Così, di botto, senza un minimo di tatto.Come se stesse parlando di un cane.

Io, invece, tornai da Siracusa, dopo che mi avevano chiamato per dirmi che c'era stato un incidente sul lavoro.Quando arrivammo a Casteldaccia, abbiamo avuto solo il tempo di rivedere nostro padre in ambulanza, mentre lo portavano via.

Quella è stata l'ultima volta…".Gaspare Giordano, 32 anni, è il figlio di Ignazio Giordano, l'operaio di 59 anni, morto il 6 maggio di un anno fa a Casteldaccia (Palermo), insieme con quattro colleghi.  "Sì, è trascorso esattamente un anno.

E non è cambiato nulla – dice Gaspare Giordano all'Adnkronos -.All'inizio c'era stato un gran polverone.

Tutti che si facevano sentire, molti politici hanno espresso il loro cordoglio.Poi, dopo un mese si sono dimenticati tutti di noi…". "Sono state fatte tante promesse – continua – per un ddl che non è mai stato approvato.

Capisco tutti gli impegni politici per il Ponte di Messina ma forse ci sono cose più urgenti…".  Quel giorno tre operai si erano calati all'interno del locale della fogna, profondo circa 5 metri, per effettuare lavori di manutenzione per conto della ditta Quadrifoglio Srl, che aveva vinto l'appalto dell'Amap, l'azienda municipalizzata di Palermo.Ma subito dopo avere fatto i primi scalini, con la pompa ancora in mano, i tre si erano sentiti male perdendo i sensi.

Non sentendoli, altri due colleghi, sempre scendendo dal tombino, avevano raggiunto il solaio in cemento per capire cosa stesse succedendo, ma anche loro sono rimasti intrappolati: l'idrogeno solforato, dieci volte sopra il limite consentito, li aveva storditi subito.Un sesto operaio che si trovava all'esterno s'era precipitato per soccorrerli ma subito dopo avere inalato il gas killer era riuscito a risalire in superficie, salvandosi. "Non è cambiato niente dallo scorso anno- dice ancora Gaspare Giordano, visibilmente commosso – Oggi, ad esempio, ho visto un trasloco di mobili da un piano alto, le persone sotto erano tranquille.

Ci dovrebbe essere più vigilanza.Non si lavora così".

Ignazio Giordano è morto dopo avere tentato di salvare i suoi colleghi. "Sì, ha dato la sua vita per provare a salvare i colleghi in difficoltà.Ma, intanto, noi siamo senza un padre.

E non abbiamo avuto l'opportunità di renderlo nonno…".  La Procura di Termini Imerese (Palermo) ha aperto una inchiesta con l'ipotesi di omicidio colposo plurimo.Tra gli indagati, l'amministratore unico di Tek e il direttore dei lavori e responsabile della sicurezza di Amap, oltre al titolare della ditta Quadrifoglio.

Al centro dell'indagine, oltre alla catena degli appalti, il rispetto delle misure di sicurezza. "Sul versante dell'inchiesta tutto tace- dice- a quanto pare non sono state chiuse le indagini, né è stato detto qualcosa…".  
A uccidere i 5 operai era stato il gas sprigionato dai liquami. "Nessun dipendente di Amap Spa e di Quadrifoglio Group presente presso l'impianto di sollevamento fognario – avevano scritto i consulenti tecnici – aveva in dotazione i dispositivi di sicurezza per le vie respiratorie.E nessuno degli operatori di Amap e Quadrifoglio, tranne forse uno, aveva avuto una specifica formazione e addestramento all'uso delle misure di sicurezza".

Sempre secondo gli esperti, "i liquami fognari presenti nella vasca dell'impianto e nell'intero condotto fognario presentavano valori di solfiti e solfuri decisamente superiori ai limiti previsti per scarichi in rete fognaria". E' passato un anno da quella tragedia e il dolore di Gaspare Giordano, di sua madre e dei suoi due fratelli, è ancora molto forte. "Ci manca il pezzo forte.Nostro padre era un punto di riferimento per tutti noi".

Ma chi era Ignazio Giordano?La voce di Gaspare si incrina. "Qualsiasi cosa succedeva, lui ti dava sempre coraggio.

Ci diceva: 'Se te la senti prova'.Con lui le giornate passavano diversamente".

E racconta un aneddoto: "Io facevo il turno di notte in distilleria e quando tornavo a casa e lui stava per uscire per il suo turno al lavoro, rideva e mi diceva: 'Che dormita che mi sono fatto!'.Ci prendevamo in giro così.

Tutti lo ricordano come una persona vivace".  Oggi è trascorso un anno da quella tragedia. "No, il dolore non passa.La nostra vita è stata stravolta.

Nulla sarà più come prima".Poi, prima di salutare, si volta e dice: "Posso aggiungere una cosa?

Lavorare è un diritto, tornare a casa è un obbligo…". (di Elvira Terranova) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

“Troppe armi da fuoco e coltelli in giro”, Pd chiede lo stop in due proposte di legge

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(Adnkronos) – "Ci sono troppe armi in giro e il Pd vuole dire basta con una situazione che è drammatica".Con due proposte di legge il Partito democratico si schiera contro un uso indiscriminato di armi da taglio e da fuoco.

Alla Camera i dem hanno depositato una Pdl per disciplinare la "vendita di armi e coltelli a minori e misure di prevenzione".Al Senato hanno rilanciato una Ddl in materia di "controlli sulla detenzione di armi da fuoco e per il rilascio e il rinnovo della licenza di porto d’armi".

Gli esponenti dem, però, premettono: "La risposta non è mai lo strumento penale.Noi abbiamo affrontato questo tema dal punto di vista della prevenzione e dell'educazione".  La proposta di legge sulle armi da taglio porta come prima firma quella della responsabile Giustizia dem Debora Serracchiani. "Il primo aspetto su cui insistiamo è quello dell'educazione, con corsi tenuti nelle scuole dalle Forze dell'ordine, magistrati, Camere penali per spiegare ai ragazzi cosa significa usare i coltelli – spiega la deputata del Pd -.

L'altro aspetto della legge riguarda i commercianti, con l'adozione di modelli organizzativi che evitino la vendita on line di coltelli ai minori".  Serracchiani spiega ancora: "Il terzo aspetto è quello della contravvenzione, con l'introduzione dell'articolo 696bis che copre un vuoto normativo, con l'arresto fino a 3 anni e una ammenda da mille a tremila euro con l'obbligo di una attività educativa".  
Di armi da fuoco si occupa invece il Ddl presentato dal senatore Walter Verini e sottoscritto anche dai Iv, Avs e M5s. "Secondo la Polizia, non è possibile quantificare la platea di meri detentori di armi in Italia.Ormai sono molte le risse, anche tra vicini, che sfociano in tragedia a causa della presenza di armi da fuoco", spiega il senatore dem.  Il Ddl, tra le altre cose, prevede un apposito certificato medico di idoneità psico-fisica rilasciato da una commissione medica e una serie di forme di monitoraggio e controllo sulla vendita e sulla detenzione delle armi. "Con queste proposte si punta ad aggredire il problema, a prevenirlo e contrastarlo", sottolinea ancora Verini. "Questo tipo di allarme viene dalle forze di sicurezza, noi cerchiamo non di reagire secondo emotività ma di trasformare queste ansie in una Pdl -ha spiegato il senatore Pd Filippo Sensi-.

Secondo alcuni dati si parla di 5 milioni di armi in giro per il Paese; un italiano su 10, 1 famiglia su 5 possiede un'arma.Dobbiamo anche capire perchè un ragazzino va in giro con un coltello.

E' uno status symbol?Torniamo al '600?

Si dice, così mi sento più sicuro.Ma è il contrario, con il coltello sei più esposto".  Sensi sottolinea, soprattutto per la Pdl sui coltelli, che "non è repressiva, il contrasto e la prevenzione vanno insieme.

La questione sicurezza va declinata in questo modo intelligente ed aperto, mentre il governo fa una guerra di vendetta privata contro giovani.Noi però sappiamo che la questione sicurezza va presidiata e un grande partito come il Pd non può non essere su questo campo".

Verini, invece, ha sottolineato: "La maggioranza è imprigionata su una cultura pericolosa di giustizia fai da te e della difesa sempre legittima.Una filosofia da combattere, non è vero che si è più sicuri con una arma".   —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Mirabilandia, eventi estate 2025: programmazione per tutti i gusti e le età

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(Adnkronos) – Tutto pronto per la nuova programmazione degli eventi estivi del parco divertimenti più grande d’Italia!Si parte sabato 21 giugno con una speciale serata – in collaborazione con Comedy Central – per ridere di gusto con la comica romana Valentina Persia, e celebrare tutti insieme il Capodanno dell’Estate italiana: la Notte Rosa della Riviera Romagnola.

Sabato 26 luglio l’appuntamento è per ballare fino a notte fonda con il DJ Damante e la musica di Mtv e festeggiare il trentatreesimo compleanno di Mirabilandia.Da segnare in agenda anche il sempre atteso Suburbia Summer Nightmare, che torna al Parco dal 12 al 17 agosto per sei giorni in compagnia di mostri e zombie già dalle prime ore del tramonto, per un anticipo del nuovo Halloween assolutamente da non perdere.  Sabato 30 agosto è in programma lo speciale Fluo Party by RDS: una serata in compagnia dei migliori dj della radio 100% Grandi Successi e di tante luci colorate e fluorescenti.

Chiuderà il calendario degli eventi estivi una nuova serata in collaborazione con Comedy Central che sabato 13 settembre porterà sul palco di Mirabilandia l’energia del cabaret di Paolo Cevoli. “Una nuova estate con serate ed eventi per tutti i gusti e tutte le età, dice Sabrina Mangia, Managing Director di Mirabilandia.Per la bella stagione 2025 non mancheranno le risate, la musica e il grande divertimento che da sempre contraddistingue la nostra offerta.

Stiamo organizzando tante sorprese che, insieme alla novità Nickelodeon Land e alle tante attrazioni, sapranno coinvolgere diversi target di pubblico”.  Tutti gli eventi sono inclusi nel biglietto di ingresso a Mirabilandia e saranno anche un’occasione diversa per godere del divertimento delle tante attrazioni e degli spettacoli in programma.Previste promozioni e tariffe speciali.

Per ulteriori informazioni e calendario: mirabilandia.it  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Paul e la Lazio: “Io tifoso grazie a Opelka, spero nella Champions” – Video

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(Adnkronos) – Tommy Paul e la passione per la Lazio.Il tennista americano, numero 12 del mondo e pronto per l'esordio agli Internazionali d'Italia 2025, racconta il suo amore per la squadra biancoceleste: a contagiarlo, il suo 'collega' Riley Opelka.

Giocatore preferito? "Matteo Guendouzi". Prima di entrare in campo per l'allenamento, Paul ha ricevuto in regalo dalla Lazio una maglia ufficiale, un cappello e un costume. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fausto e Iaio, gip di Milano riapre indagini su omicidio dei due ragazzi nel 1978

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(Adnkronos) – La giudice per le indagini preliminari di Milano Maria Idria Gurgo di Castelmenardo ha accolto la richiesta della Procura di Milano e ha riaperto le indagini su Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, noti come Fausto e Iaio, i due ragazzi uccisi il 18 marzo del 1978 vicino al centro sociale Leoncavallo.A quarantasette anni da un duplice omicidio irrisolto e a un quarto di secolo dall’ultima archiviazione che parlò di "elementi indiziari a carico della destra eversiva", i pm Francesca Crupi e Leonardo Lesti, sulla scorta di un’informativa della Digos, possono ora svolgere nuovi approfondimenti sul caso.  La recente indagine riparte dalla rilettura complessiva degli atti dell’inchiesta, che ha portato alla necessità, per gli inquirenti, di fare nuovi accertamenti.

All'epoca la pista più rilevante era quella dell'estrema destra eversiva romana che rivendicò l’azione con un volantino, e nell’archiviazione del 2000, firmata dalla giudice Clementina Forleo, aveva scritto di "significativi elementi" a "carico della destra eversiva e in particolare degli indagati" dell'epoca, Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi, che restavano, però, indizi.  E da quei nomi e da quegli indizi la Procura riparte per cercare di mettere ordine su quanto accaduto la sera del 18 marzo 1978 quando Fausto e Iaio, entrambi di 19 anni, militanti di sinistra, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco in via Mancinelli a Milano.  I nuovi approfondimenti, iniziati circa un anno fa, erano partiti in salita perché molti reperti giudiziari dell’epoca erano difficili da trovare: da quel "berretto di lana di colore blu intriso di sangue" che non era dei due militanti, agli otto proiettili per i quali il giudice milanese Guido Salvini aveva suggerito una "complessiva perizia comparativa" con "i colpi esplosi negli episodi simili avvenuti nei mesi precedenti e anche successivi a Roma in cui furono colpiti altri giovani militanti di sinistra". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Edilizia, Marchiori: “A Rebuild Manifesto utile anche per la PA”

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(Adnkronos) – “Il titolo dell’edizione 2025 di Rebuild, “Connettere le menti per abilitare l’innovazione”, nasce dalla consapevolezza, maturata in questi anni, che il processo dell’innovazione è complesso, non sempre lineare e che ha bisogno di un’intelligenza ampiamente distribuita e condivisa.Quando trattiamo di temi legati all’ambiente costruito non basta l’eroe, non basta una figura che da sola interpreta il cambiamento, è necessario condividere con un’ampia platea di soggetti le nostre idee di cambiamento e di innovazione”.

Lo ha detto Ezio Micelli, presidente del comitato scientifico di Rebuild e professore di Estimo e valutazione economica dei progetti all’università Iuav di Venezia, al convegno ‘Per una nuova agenda del costruire verso la transizione ecologica’, con cui si sono aperti i lavori dell’edizione 2025 di Rebuild, la due giorni in svolgimento al Centro Congressi Riva del Garda (TN) il 6 e 7 maggio.   La kermesse dedicata all’edilizia sostenibile permette di fare il punto sul presente ed il futuro del comparto delle costruzioni, in cui le nuove tecnologie digitali saranno sempre più protagoniste.Al centro dell’undicesima edizione della manifestazione, il tema delle connessioni tra persone, competenze e tecnologie a 360°. “Sono felice di rivedere la grande comunità che ogni anno, da 11 edizioni, si dà appuntamento a Riva del Garda – aggiunge Micelli – una comunità che negli anni ha consolidato i valori con i quali si è dato vita alla manifestazione.

Tuttavia, non abbiamo ancora visto la capacità di incidere che tutti ci aspettiamo, ed è qui che entra in gioco il tema dell’intelligenza collettiva, perché permette di avere un modo diverso di confrontarci su questi temi.Per ottenere un cambio di passo, dobbiamo cambiare modalità di interazione”. “Abbiamo sempre immaginato che l’innovazione delle imprese potesse generare valore per le aziende stesse e per le comunità.

Oggi abbiamo piena consapevolezza che per fare un passo in avanti dobbiamo coinvolgere le istituzioni – sottolinea il direttore scientifico della manifestazione – Abbiamo bisogno di processi che ci consentano di affrontare diversamente i processi di rigenerazione urbana, occorrono precisi riferimenti normativi e modelli istituzionali.Abbiamo bisogno di nuovi quadri regolativi per l’adozione di modelli industriali per la trasformazione del patrimonio.

Qui a Rebuild trattiamo di costruzione e di immobiliare, dobbiamo quindi cristallizzare l’innovazione in processi innovativi che diano vita ad un nuovo modo di pensare al mondo costruito.Il Trentino ha scommesso su una filiera innovativa delle costruzioni e noi vogliamo che questo territorio abbia un dialogo con noi perché questa scommessa è anche quella di rebuild, che proprio in Trentino si svolge”. “Rebuild ha sempre dato voce a novità e anche quest’anno dedicheremo ai moderni metodi di costruzione ampio spazio connettendoci con chi fa al meglio queste attività – afferma il professore dell’università veneta – Un altro tema alla base delle nostre riflessioni è sempre stato il digitale, area nella quale il settore delle costruzioni è ancora indietro.

Il comparto deve guadagnare posizioni per essere più produttivo e più capace di rispondere in modo soddisfacente alle richieste.Anche in questa edizione, il tema del digitale sarà affrontato sotto molti punti di vista”. “Di grande rilievo anche il tema dell’energia e quello dei criteri Esg.

Questi ultimi sono un riferimento per moltissime aziende e sono le fondamenta per una transizione che tutte le organizzazioni, di qualsiasi tipo, devono affrontare.Il modo in cui valutiamo questi parametri – spiega Micelli avvicinandosi alla conclusione del suo intervento – è altrettanto importante perché è necessario che chi affronta questa trasformazione abbia dei punti di riferimento.

La sostenibilità, laddove è misurata, genera valore”.   In tema di sostenibilità, verranno trattati anche l’utilizzo dei materiali e il loro riutilizzo. “Da una parte abbiamo una bella relazione con Green Building Council e lavoriamo con dei materiali che si prestano ad un nuova lettura della sostenibilità, che deve diventare il tema di riferimento – precisa – dall’altra vogliamo consolidare il riuso dei materiali”.L’undicesima edizione si concluderà con la redazione di un manifesto per l’edilizia italiana: “L’idea parte da un ragionamento molto semplice, e spero condiviso – conclude Micelli – Quando ci riuniamo qui, come comunità, siamo tutti protagonisti.

Tutti siamo portatori di una quota di sapere astratto, di saper fare concreto, di intelligenza e di competenza.I workshop a cui partecipiamo devono diventare un momento in cui si partecipa tutti attivamente al movimento di Rebuild, diventando così coloro che scrivono in prima persona il futuro dell’ambiente costruito.

Abbiamo chiesto ad un’azienda di aiutarci, con una tecnologia di design thinking, per mettere a sistema i temi, le necessità e gli elementi decisivi del cambiamento che emergono dai diversi tavoli di lavoro, così da costruire insieme, tutti da protagonisti, l’agenda che ci aiuterà a far sì che il nostro settore di appartenenza ci aiuti a creare cambiamento e valore condiviso”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Lavoro domestico, economia invisibile: 1,6 mln di persone occupate, 50% irregolari

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(Adnkronos) – Un settore strategico ma ancora sommerso e sottovalutato. È il quadro che emerge dal nuovo studio 'Lavoro domestico e formazione – Strategie per colmare il Gender Gap e valorizzare il welfare per le famiglie', di Nuova Collaborazione, associazione nazionale datori di lavoro domestico, realizzato dal Centro di Ricerca Luigi Einaudi di Torino.Un’analisi approfondita che fotografa un settore fondamentale per il welfare familiare italiano, ancora segnato da irregolarità, bassi salari, carichi squilibrati e che alimenta un persistente gender gap.

Nel 2023, i lavoratori regolari del comparto erano 833.874 – l’88,6% donne – ma le stime Istat indicano una forza lavoro effettiva di oltre 1,6 milioni di persone, di cui la metà in condizioni di irregolarità.Il lavoro domestico rappresenta il comparto con il più alto tasso di sommerso in Italia, contribuendo per il 27% all’intera economia informale del Paese. “Il lavoro domestico non è più un’esigenza privata delle famiglie, ma una questione pubblica di responsabilità sociale e coesione – ha dichiarato Alfredo Savia, Presidente di Nuova Collaborazione. È il momento di costruire una strategia nazionale condivisa tra istituzioni, famiglie e lavoratori, fondata su incentivi mirati, percorsi formativi strutturati e sul pieno riconoscimento del valore sociale del lavoro di cura”.  Lo studio definisce il lavoro domestico come una “economia invisibile” fatta di donne (spesso migranti) che si prendono cura di bambini, anziani e persone fragili, nella maggior parte dei casi senza diritti né tutele.

Il valore aggiunto del comparto regolare è stimato in 16 miliardi di euro (0,74% del PIL), ma la spesa delle famiglie per i servizi di cura è in calo dal 2014, segno della crescente difficoltà economica.Tra le famiglie a basso reddito – sotto la soglia dei 2.000 euro mensili – l’85% ha fatto ricorso a risparmi privati e/o a forme di indebitamento per affrontare la spesa del collaboratore badante.

Solo una minoranza rispetta pienamente gli obblighi contributivi e normativi.  Il lavoro domestico è più diffuso e meglio regolato nel Nord-Ovest (31% del totale nazionale) e nel Centro Italia (28%), dove la maggiore disponibilità economica e l’offerta di servizi pubblici più strutturata favoriscono la regolarizzazione dei contratti.In queste aree, la presenza di lavoratori stranieri è molto alta: in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio supera l’80%, segnalando una maggiore capacità di attrazione per manodopera migrante. Al contrario, nel Mezzogiorno e nelle isole, il numero di lavoratori domestici regolari è significativamente più basso.

Le percentuali di lavoratori stranieri scendono sotto il 40% in regioni come Molise e Basilicata, riflettendo sia minori flussi migratori sia una limitata possibilità di regolarizzazione.A queste criticità si aggiunge una forte carenza di servizi di cura: il 30% delle famiglie meridionali segnala l’assenza di asili nido nel proprio quartiere, mentre il 53% denuncia la mancanza di centri per anziani.

Questo squilibrio territoriale si traduce in un impatto diretto sull’occupazione femminile.Nel Mezzogiorno lavora solo una donna su tre (36%), contro oltre il 60% nel Nord.

L’assenza di servizi pubblici e di soluzioni accessibili per la cura limita gravemente le opportunità di lavoro per le donne, accentuando divari strutturali già profondi.  L’arrivo di un figlio segna uno spartiacque decisivo nei percorsi professionali di madri e padri.L’analisi evidenzia come, prima della nascita del primo figlio, i redditi annui dei due genitori seguano un andamento simile, con una leggera crescita, segno che la decisione di diventare genitori avviene spesso in un momento di relativa stabilità economica. È dopo il parto che le differenze si amplificano: mentre i padri proseguono lungo un percorso retributivo crescente, le madri subiscono un calo salariale.

Nell’anno della maternità il reddito annuo delle donne si riduce in media del 76%, mentre quello dei padri continua a crescere, registrando un aumento del 6%.La distanza economica che si crea con la nascita del figlio non si colma rapidamente.

Solo a partire dal terzo anno si osserva un riallineamento nei tassi di crescita dei redditi, ma le madri impiegano almeno cinque anni per recuperare i livelli salariali pre-maternità.Nel frattempo, nello stesso arco temporale, i padri registrano un incremento medio del 50% rispetto al reddito percepito nell’anno della nascita del figlio.

Un divario che riflette le difficoltà strutturali nella conciliazione tra lavoro e cura e che penalizza le donne proprio nel momento in cui la loro presenza nel mercato del lavoro diventa più fragile.  L’età media dei lavoratori domestici è 51,5 anni, e solo il 4% possiede una certificazione formale e ufficiale.La composizione è ancora a prevalenza straniera (69%), ma dal 2014 al 2023 i lavoratori italiani sono aumentati del 20%.

Lo studio denuncia la carenza di percorsi formativi omogenei e l’urgenza di rafforzare l’offerta educativa.  Nuova Collaborazione propone un piano basato su quattro punti: 1.Lo “zainetto fiscale”, un credito d’imposta individuale e flessibile, accumulabile e trasferibile all’interno del nucleo familiare, destinabile a spese di cura, educazione e assistenza.

Un sistema più equo e semplificato, che supera la frammentazione attuale dei bonus. 2.Un contributo pubblico per l’assunzione regolare di lavoratori certificati, modellato sull’Assegno Unico Universale, proporzionale all’ISEE e alla condizione occupazionale dei membri della famiglia.

L’obiettivo è favorire la conciliazione vita-lavoro e la regolarizzazione del settore. 3.Un “bonus per l’assunzione domestica”, che prevede un rimborso fino all’84% del costo di una baby sitter o badante per le famiglie con basso ISEE e lavoro full-time.

Esempio: per un impiego di 442 euro mensili, la copertura arriva a 371 euro.Il contributo cala proporzionalmente per chi lavora part-time o ha redditi più alti.

La misura si propone come incentivo diretto alla partecipazione femminile al mercato del lavoro. 4.Un investimento nella formazione, con: incentivi per le famiglie che assumono lavoratori certificati (+10% del contributo standard); un Registro nazionale dei lavoratori certificati accessibile online; la standardizzazione dei percorsi formativi regionali.   —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Conclave, maxi piano sicurezza: agenti in campo e sistemi anti drone, le misure prima e dopo la fumata bianca

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(Adnkronos) – Maxi piano sicurezza per il Conclave 2025 che da domani pomeriggio è chiamato ad eleggere il nuovo Pontefice dopo la morte di Papa Francesco. "Oggi si è riunito il comitato operativo della Protezione civile per pianificare due fasi fondamentali, quella del Conclave e della fumata bianca con l'annuncio del nuovo Pontefice e la fase della cerimonia dell'intronizzazione che richiamerà diverse centinaia di migliaia di persone.Per l'intronizzazione del nuovo Papa prevediamo l’afflusso di un massimo di 250mila persone tra San Pietro e via della Conciliazione", ha spiegato il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, al termine del comitato operativo sul Conclave. "Abbiamo stimato che tra la fumata bianca e l'annuncio del nuovo Papa potrebbero passare circa due ore – ha aggiunto – è questo il tempo che chi si trova a Roma avrà a disposizione per raggiungere San Pietro".  "Ci è stato comunicato dalle autorità vaticane – ha detto Ciciliano – il blocco delle coperture telefoniche all’interno di San Pietro per rendere possibile ai cardinali di poter svolgere al meglio la loro funzione di individuazione ed elezione del nuovo Pontefice.

Ovviamente con le società che gestiscono le reti telefoniche è stato fatto un punto di valutazione specifico perché è giusto far svolgere l’attività ai cardinali in totale sicurezza ma la stessa cosa deve essere garantita a chi si trova all'esterno". Saranno oltre 4mila le donne e gli uomini delle forze dell’ordine che saranno impiegati per la cerimonia di intronizzazione del nuovo Papa.E’ quanto emerso ieri al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura a Roma.

Nei giorni precedenti, dall’inizio del Conclave, saranno invece modulati in base alle esigenze.Per i flussi di fedeli che arriveranno a San Pietro dopo la fumata bianca saranno in campo fino a mille volontari della Protezione Civile.  "Non abbiamo certezza delle date ma siamo attrezzati, in termini di controlli di sicurezza e di personale delle forze dell'ordine, come se ci dovesse essere fin dal primo giorno la fumata bianca", ha detto il prefetto di Roma, Lamberto Giannini. "Nella zona di San Pietro dove ci sono tantissimi fedeli ci sarà una sicurezza importante con anche gli apparati anti drone – ha aggiunto – Replicheremo i servizi messi in campo per il funerale quando verranno le personalità estere per salutare il nuovo Pontefice.

Certamente l'attenzione è massima".  "Non abbiamo idea dei numeri ma siamo stati sorpresi dal gran numero di presenze per le esequie di Bergoglio, superiori alle aspettative.Molto dipenderà da chi sarà il nuovo Pontefice e dalla sua nazionalità", ha aggiunto. "Abbiamo calcolato una capienza di 250mila persone nell'area di San Pietro e nelle zone limitrofe – ha detto Giannini – Abbiamo valutato anche la predisposizione dei maxischermi.

Il prossimo comitato lo faremo quando si saprà chi è il nuovo Pontefice e la data dell'intronizzazione". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Pavia, ucciso a coltellate nel cortile di casa: arrestato 25enne

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(Adnkronos) – Un uomo di 42 anni questa notte è stato ucciso a coltellate nel cortile di casa sua a Vigevano, in provincia di Pavia.Per l’omicidio i carabinieri nel nucleo operativo e radiomobile di Vigevano hanno arrestato un 25enne rumeno con precedenti, S.K.C.

L’uomo, quando è stato bloccato dai militari vicino al luogo del delitto, aveva con sé un coltello da cucina insanguinato. Dai primi accertamenti – fanno sapere i carabinieri di Pavia in una nota – il 25enne, per motivi ancora da chiarire, era andato a casa della vittima verso le 4.30 della mattina.I due avevano chiacchierato nel cortile di casa, prima che il più giovane colpisse il 42enne con diverse coltellate all’addome.

I carabinieri del nucleo investigativo di Pavia, coordinati dalla procura, hanno svolto i primi rilievi sul luogo del delitto, in corso Novara.Sono ancora in corso ulteriori accertamenti da parte dei militari della sezione operativa di Vigevano. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Aurora Ramazzotti: “Eros e Michelle? Non sono classici nonni, non ci sono per me come vorrei”

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(Adnkronos) – Dalle difficoltà vissute in gravidanza al rapporto con i genitori Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker.Aurora Ramazzotti, ospite nel podcast di Giulia Salemi 'Non lo faccio x moda', si racconta a cuore aperto, tornando a parlare della polemica contro i gossip che anticipano le gravidanze.  Aurora Ramazzotti ha raccontato come ha vissuto la gravidanza di Cesare Augusto, il figlio nato dall'amore con Goffredo Cerza: "Non è stato facile a livello psicologico e stavo male fisicamente, quindi non riuscivo a godermela.

Tutto è cambiato, forse perché sono cambiata io".  "Non l'ho potuto annunciare io prima degli altri e questo mi ha causato non pochi problemi tra le mie amicizie", ha detto la figlia di Michelle Hunziker tornando a parlare dei gossip che annunciano le gravidanze.Alcuni giorni fa lo aveva fatto prendendo le difese, indirettamente, di Giulia De Lellis definendo il gossip che impazza sui giornali come "mancanza di rispetto" e invasione "dello spazio intimo".  Ramazzotti ha parlato anche del corpo che cambia durante la gravidanza: "Avevo una consapevolezza di me diversa.

Ho vissuto anche una fase in cui ero compulsiva nel dover avere tutto sotto controllo, anche lo sport e l'alimentazione e non stavo mai bene.Ma l'anno prima di rimanere incinta, ho deciso di mollare tutto e accettarmi per quella che ero.

Poi, è arrivata la gravidanza ero tranquilla e menomale perché il mio corpo è cambiato tanto", ha spiegato la 28enne che ha detto di aver vissuto l'aumento del peso come "una guerra" contro se stessa.  Aurora Ramazzotti ha parlato del rapporto che ha con i genitori Michelle ed Eros: "Sono persone fantastiche, anche per loro è la prima esperienza nella vita e non lo do mai per scontato".  E nel ruolo di 'nonni', la 28enne confessa: "Come nonni sono molto affettuosi, Cesare ruba il cuore di tutti devo ammetterlo".E ancora: "Non sono dei nonni classici, per ovvi motivi, entrambi lavorano moltissimo, anche loro hanno dei figli".

E ammette: "A me questa cosa un po' pesa, è ovvio.Io mi affido a loro tantissimo e loro ci sono sempre per me, però non possono esserci per me come io vorrei.

Non è che è una cosa che io reputo sbagliata, la riconosco, mi fa soffrire, però non è una cosa volontaria è così e basta". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Caso Resinovich, “quella frattura potrebbe essere opera mia”

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(Adnkronos) – "Potrei aver procurato io quella frattura alla vertebra della signora Liliana Resinovich".Ad affermarlo è un preparatore anatomico il quale ipotizza che la lesione alla vertebra rilevata dal team di Cattaneo sul corpo della donna, trovata senza vita il 5 gennaio 2022 a Trieste, sia stata fatta in sede di autopsia l’11 gennaio 2022, si legge su 'Il Piccolo'.

L'uomo si è presentato spontaneamente dagli inquirenti. Per l'omicidio della 63enne è indagato il marito, Sebastiano Visintin.La nuova autopsia sul corpo di Liliana Resinovich, sparita il 14 dicembre del 2021, ha imposto alla procura di Trieste "una profonda rivalutazione dell'intero procedimento", ha scritto in una nota il procuratore facente funzioni di Trieste Federico Frezza.  La donna, secondo la nuova autopsia, è stata strangolata nel luogo in cui è stata poi trovata un paio di settimane dopo.

Per gli anatomopatologi e professori esperti in medicina legale "non esistono elementi anche lontanamente suggestivi, si legge nelle conclusioni dell'ultima perizia, del fatto che il corpo della donna possa essere stato sottoposto a procedura di congelamento" o che sia stato spostato dopo il delitto.Prima di essere soffocata la vittima ha lottato con il suo aggressore come dimostrano i segni sul corpo: è stata afferrata, è stata presa a pugni, il corpo mostra segni di graffi.

I colpi inflitti dall'assassino si sono concentrano sulla testa (l'autopsia svela "riscontri microscopici di plurime contusioni cerebrali"), alla mano destra, ma anche al torace e alle gambe dove i traumi sono più evidenti. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)