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Fentanyl, Villa Maraini: “E’ già nella società, in cura medico dipendente”

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(Adnkronos) – L’epidemia di casi e decessi in Usa dovuti all’abuso del Fentanyl, un potente oppioide sintetico, “ci spaventa perché quello che accade negli Stati Uniti dopo poco accade in Europa e in Italia.Quest’epidemia ci metterà poco ad attraversare l’Oceano, quindi è giusto farsi trovare preparati e il Piano del Governo è al momento accettabile.

Noi abbiamo in cura un medico anestesista che ne abusava, oggi sta meglio – soffre e prende il metadone – ma certo gli effetti di questo oppioide sono devastanti, molto più forti dell’eroina.Non pensiamo sia un problema dei tossici, abbiamo visto qualche persona che usa i cerotti al Fentanyl che si possono acquistare, come tutto, sul web.

Il concetto è che è ‘buono come l’eroina’, si usa per avere piacere e spesso anche per non essere sopraffatti dai problemi”.Lo spiega all’Adnkronos Salute Massimo Barra fondatore di Villa Maraini-Croce Rossa Italiana di Roma, da anni centro di riferimento per le tossicodipendenze. Ma chi usa oggi il Fentanyl? “Non c’è una categoria, ma non possiamo di certo pensare solo ai tossicodipendenti – risponde Barra – Non è che uno si sveglia la mattina e si fa di Fentanyl”.

Però pensare di prevenire questo fenomeno “è impossibile anche perché sul web – una ‘fogna’ dove si trova di tutto – è possibile venirne in possesso”, rimarca.Secondo Barra l’azione giusta “è la cura e possiamo curarlo bene o male, il messaggio deve essere di assistere queste persone senza avere paranoie burocratiche – avverte – che non fanno dell’Italia un Paese all’avanguardia, riflessioni retoriche che aumentano i costi e non producono soluzioni.

Conoscere e curare non è irrealizzabile e questa è la nostra strategia, curiamo i ‘tossicomani’ perché non farlo è doppiamente pericoloso.Oggi non c’è una epidemia ma il rischio di non prepararci non possiamo permettercelo”.  Per Barra, la corsa nello scoprire nuove droghe sintetiche è impossibile da vincere. “Oggi artigianalmente si fa di tutto – prosegue – quando una sostanza viene inserita nelle tabelle delle Nazioni Unite, e passa anche un anno, già ne hanno immesse sul mercato altre 10”.  La Fondazione Villa Maraini collabora molto con altri centri omologhi in Usa. “Gli americani hanno una colpa storica – dice Barra – di aver sottovalutato il fenomeno droga fino a che non è scoppiata l’epidemia di morti da Fentanyl.

E infatti il presidente Biden negli ultimi discorsi alla Nazione ha affrontato di petto il problema.E così gli Usa si sono messi d’impegno, e quindi anche tutta la comunità internazionale, per fare una battaglia al Fentanyl”.  “Anche la risposta italiana è parzialmente indotta da questo.

Ma devo dire che la scelta, presente nel Piano varato dal Governo, di usare il naxolone in modo intelligente per contrastare il Fentanyl è giustissima.Non si userà solo per salvare i tossicodipendenti in overdose ma per chi nelle forze dell’ordine viene contaminato dal Fentanyl, il naxolone è un antidoto visto che è in grado di invertire l’effetto dei narcotici”, conclude Barra.   —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Bimba di 2 anni aggredita da pitbull a Milano: ricoverata in codice rosso

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(Adnkronos) –
Un pitbull ha aggredito e ferito gravemente una bambina di 2 anni e mezzo mentre giocava con la sorellina gemella in un appartamento di Sesto San Giovanni, nel Milanese.Ferita anche la zia, che ha tentato di difendere la bimba.

Lo fa sapere una nota dei vigili del fuoco del comando di Milano, intervenuti nell’appartamento in cui è avvenuta l’aggressione, in via Picardi.  
La bambina è stata trasportata in codice rosso in elisoccorso a Bergamo.La zia ha riportato ferite profonde ed è stata portata in codice giallo all’ospedale Niguarda.

Sul posto – fanno sapere i vigili del fuoco – sono intervenuti anche la Polizia locale di Sesto San Giovanni, Ats e 118.Il pitbull è stato portato in canile, “in attesa delle decisioni delle autorità competenti”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Corruzione Liguria, Spinelli interrogato: “Ho risposto a tutto”. Toti, nuovi filoni inchiesta

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(Adnkronos) – “E’ andata bene.Ho risposto a tutto, tutto.

Fate i bravi mi raccomando, tranquilli”.Così Aldo Spinelli, l’imprenditore ai domiciliari con l’accusa di corruzione nell’inchiesta che ha segnato un terremoto nella politica ligure e che ha portato ai domiciliari il governatore Giovanni Toti, replicando ai numerosi giornalisti presenti a Genova per l’interrogatorio di garanzia.

Nelle immagini realizzate dalle tv, a chi gli chiede se è preoccupato l’imprenditore della logistica replica: “No, assolutamente no” e si augura che la misura cautelare duri poco: “Penso di meritarmela (la libertà, ndr)”.  Intanto spuntano anche finanziamenti sospetti legati alla sanità e presunti numeri ‘gonfiati’ sul Covid nell’inchiesta.Intercettato già nel 2021, l’attività di osservazioni e le intercettazioni disposte dalla procura di Genova e affidate alla Guardia di finanza restituiscono l’attività politica di Toti. Dopo i filoni sulla gestione dei rifiuti, le concessioni legate al porto di Genova, i riferimenti alla ricostruzione del Ponte Morandi inseriti nell’ordinanza di custodia cautelare, ora spunta il reato ipotizzato di falso.

Come anticipato oggi da alcuni quotidiani, Toti e il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, anche lui ai domiciliari, sono indagati per i dati Covid: secondo l’ipotesi della procura i numeri sarebbero stati gonfiati per ottenere più vaccini dalla struttura commissariale.Le ‘cimici’ nell’ufficio di Cozzani – già indagato per corruzione elettorale – registrano nella primavera del 2021 una conversazione. Cozzani sta parlando della difficoltà di ottenere i vaccini: “Il problema qual è stato… che io avevo già truccato, lui li ha presi, cosa è accaduto li ha riaumentati”, dice il capo di gabinetto.

Quel “lui” è il presidente Toti: “Quando me li ha rimandati gli ho scritto ‘ma cazzo pres, ma sono fuori’ e lui ha detto ‘ma li ho un po’ aumentati’ e io ‘ma l’avevo già fatto io’, e lui ‘cazzo dimmelo che l’hai già fatto te, aspetta un secondo’…vabbè”.Ma come su altri capitoli dell’inchiesta principale, l’attenzione della procura di Genova è focalizzata anche sui finanziamenti elargiti da alcuni imprenditori della sanità al comitato di Toti per finanziarie l’attività politica.

Elargizioni lecite, trasparenti, che potrebbero celare – secondo l’ipotesi accusatoria – una contropartita che si traduce in contratti e convenzioni.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Juve Stabia Mantova Supercoppa: La concentrazione non è un interruttore che puoi spegnere e accendere

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La Juve Stabia perde l’imbattibilità casalinga per mano del Mantova e noi esprimiamo il nostro pensiero attraverso il consueto editoriale sul match di Supercoppa di Serie C.I lombardi passeggiano al Menti di Castellammare di Stabia sommergendo di reti la formazione allenata da Mister Guido Pagliuca con la prima frazione che si chiude sul 3 a 0.

Nel secondo tempo la Juve Stabia prova a tirar fuori l’orgoglio segnando la rete del 3 a 1 e sprecando altre buone occasioni per rimettere in piedi la gara.A fine partita però il rigore per il Mantova fissa il risultato su un pesante 4 a 1.A fine partita però il rigore per il Mantova fissa il risultato su un pesante 4 a 1.

Analizzando la gara possiamo dire che il risultato è sicuramente pesante per ciò che è stato visto in campo, con il Mantova che di fatto, con cinismo e precisione, riesce a trasformare “tutte” le occasioni da rete generate, cosa che non gli era riuscita nel match con il Cesena (sconfitta per 2 a 1).

Ma oltre a questa considerazione in termini di risultati possiamo fare un’altra in termini di condizione atletica.Ci sentiamo di dire che oltre ai gran meriti del Mantova nel condurre una gara di qualità e di superiorità atletica, a determinare il risultato negativo ci ha messo tanto del suo anche la Juve Stabia.

Le Vespe sono apparse sottotono con la mente che voleva mettere in atto qualcosa di positivo ma con le gambe che non hanno risposto ai comandi neuronali.Gli uomini di Pagliuca si sono trovati troppe volte in ritardo sulle seconde palle, troppe volte con la postura del corpo sbagliata (per questo alcuni errori sotto porta) e in generale sempre a rincorrere gli avversari.

Il campionato è stato vinto in maniera brillante, facendo un autentico miracolo sportivo.Conoscendo le partite della Juve Stabia, non può essere successo che la qualità del Mantova abbia messo talmente in difficoltà le Vespe da non permetterle di fornire quella prestazione ammirata in tutto il campionato.

Qualcuno potrebbe dire: il girone del nord è più forte rispetto a quello del Sud.Anche su questo non siamo d’accordo perché vincere un campionato con squadre come Benevento, Avellino, Crotone, Catania, ecc.

non è mai facile.Se pensiamo poi che alcuni anni fa sia il Benevento e sia il Crotone giocavano in serie A si capisce che questo pensiero non può essere condiviso.

Semplicemente secondo il nostro pensiero, dopo la vittoria del campionato, la truppa guidata da Pagliuca ha staccato completamente la spina mettendo in “Off” la condizione atletica e mentale.Sia chiaro che la nostra non rappresenta una critica perché dopo un campionato del genere, terminato con 79 punti, può esservi un periodo di relax.

La nostra è un’analisi su quello che abbiamo visto in campo sabato al Menti.Il relax è accettabile per un breve periodo ma non per settimane intere perché alla fine conduce alla perdita della brillantezza fisica.

E’ palese che questa situazione sia accaduta al gruppo allenato da Pagliuca.Passino le gare di fine stagione con Crotone, Virtus Francavilla e Picerno che non erano da considerarsi importanti “ai fini degli obiettivi” e che, quindi, hanno permesso un certo rilassamento soprattutto negli uomini chiave (hanno fatto bella figura i calciatori con minore minutaggio); diverso destino e diverso approccio doveva avere la Supercoppa.

Competizione che regala un trofeo da mettere in bacheca regalando un’ulteriore gioia ai propri sostenitori.Anche delle presenze al Menti possiamo essere rammaricati, perché circa 2000 tifosi sono pochissimi.

Dopo la gara però ci facciamo una domanda: forse gli assenti siono stati più furbi dei presenti a disertare il Menti?Immaginavano già che la Juve Stabia non sarebbe stata come quella ammirata durante il campionato?

E cioè tutta corsa, morso e qualità delle giocate?Oltre alla condizione atletica alquanto, precaria, sabato abbiamo assistito anche ad “esperimenti” da parte del Mister, che a fine gara si è preso tutta la colpa per lo schieramento utilizzato.

Durante la gara però egli stesso non è riuscito a cambiare l’inerzia della situazione continuando nel proprio pensiero tattico nonostante le evidenti difficoltà dei propri uomini, tranne poi negli ultimi 20 minuti cambiare qualcosa.Prendere un gol in contropiede in casa propria sugli sviluppi di un calcio d’angolo a proprio favore è un errore da matita blu.

Significa che non si è concentrato e le proprie gambe non funzionano come dovrebbero.Chiudere il primo tempo sullo 0-3 e rientrare nel secondo tempo con gli stessi uomini e lo stesso schieramento significa voler buttare la gara.

Ci saremmo aspettati un approccio diverso ma con questo diremo sempre grazie ai calciatori che avrebbero potuto fare di più ma che questa volta non hanno potuto per una condizione atletica approssimativa e di fine stagione.Capiterà in futuro di vincere un altro campionato di serie C per disputare un’altra Supercoppa?

Non lo sapremo mai e non lo vogliamo sapere (significherebbe essere tornati in C).Ciò che conta oggi è che il prossimo anno la Juve Stabia giocherà un campionato di Serie B per la quinta volta in 13 anni.

Ucraina, attacco Russia funziona: Kiev cambia comandante Kharkiv

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(Adnkronos) –
L’attacco della Russia nella regione di Kharkiv produce risultati.L’Ucraina, dopo giorni caratterizzati da comunicazioni ‘neutre’, deve ammettere i “successi tattici” ottenuti dalle forze di Mosca nell’offensiva in corso ormai da 4 giorni.

Se l’obiettivo dichiarato è la creazione di una zona cuscinetto che impedisca all’Ucraina di colpire territori controllati dalla Russia, gli attacchi rischiano di spingere l’Ucraina a concentrare nell’oblast di Kharkiv reparti attualmente impiegati sul fronte orientale, che verrebbe quindi esposto al rischio di una spallata russa.  
L’ipotesi diventerebbe pericolosamente concreta se il trend delle ultime ore si amplificasse. “Il nemico sta ottenendo in questo momento successi tattici”, ha riferito lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino sui social media.Dopo la conquista di diversi insediamenti nell’oblast di Kharkiv, gli scontri sono ora in corso attorno al villaggio di Vovchansk, che dista solo cinque chilometri dal confine con la Russia, ha precisato.

Il villaggio di Vovchansk era stato occupato dai russi all’inizio della guerra, che si erano poi ritirati nell’autunno del 2022 dopo la controffensiva lanciata da Kiev.  “La situazione è difficile” a Kharkiv e c’è il rischio che “i combattimenti si estendano ad altri insediamenti”, ha affermato il governatore di Kharkiv Oleh Syniehubov, sottolineando che ”i russi stanno cercando di allungare la linea del fronte”.Syniehubov ha parlato di un “massiccio bombardamento” della città di Vovchansk, con attacchi anche ad altri insediamenti dell’oblast di Kharkiv come Lukyantsi e Bugruvatkata. Davanti all’avanzamento dell’offensiva, le forze armate di Kiev hanno annunciato di aver sostituito il comandante responsabile della linea del fronte a Kharkiv.

Il portavoce dell’esercito ucraino Nazar Voloshyn, ha spiegato che è stato deciso di nominare il generale di brigata Mykhailo Drapatyi a capo delle truppe a Kharkiv al posto di Yuriy Galushkin.Non è stata resa nota la motivazione che ha portato al cambio. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Ucraina, droni e missili dalla Russia: perché Kiev non riesce più a intercettarli come prima

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(Adnkronos) – E’ crollata negli ultimi mesi, rispetto all’inizio della guerra, la capacità delle forze di difesa aerea ucraine di fermare gli attacchi missilistici della Russia, che nelle ultime settimane si sono intensificati anche con l’utilizzo di droni e vettori balistici.E’ quanto emerge da un’analisi del Wall Street Journal basata sui dati quotidiani resi noti dal Comando dell’Aeronautica ucraina. Secondo il giornale economico americano, negli ultimi sei mesi l’Ucraina ha intercettato circa il 46% dei missili russi, rispetto al 73% dei sei mesi precedenti.

Ad aprile il tasso di intercettazione dei missili è sceso ulteriormente al 30%, mentre quello dei droni ‘kamikaze’ Shahed, più facili da abbattere, è calato di solo un punto percentuale – all’82% – negli ultimi sei mesi. Sul peggioramento delle capacità di difesa ucraine, come ha confermato di recente alla Cbs il segretario di Stato, Antony Blinken, sta incidendo il ritardo di mesi con cui il Congresso ha dato il suo via libera agli aiuti militari.Secondo un funzionario dell’intelligence militare europea, i prossimi due mesi circa saranno cruciali per Kiev, che dovrà ancora pazientare prima di ricevere le nuove forniture per la difesa aerea dall’Occidente. Intanto Mosca sembra voler approfittare delle difficoltà ucraine.

Secondo i dati citati dal Wsj, negli ultimi sei mesi ha lanciato circa il 45% in più di droni e missili rispetto al semestre precedente ed oltre 2.600 droni ovvero quasi il doppio.Gli aerei senza pilota, come evidenziano gli analisti, vengono in parte utilizzati per testare le difese aeree prima dell’invio dei missili.

Le forze russe hanno inoltre lanciato 114 missili balistici e 46 vettori ipersonici Kinzhal e Zircon, rispetto rispettivamente ai 33 e ai 27 dei sei mesi precedenti.  Negli ultimi sei mesi, l’Ucraina ha abbattuto solo il 10% dei missili balistici lanciati dalla Russia e finora quest’anno non ha intercettato nessuno dei missili S-300 e S-400. I Patriot sono gli unici mezzi affidabili per abbattere missili balistici, S-300 e ipersonici.Ma Kiev ne ha pochi ed il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che il Paese ha bisogno di minimo altri sette sistemi Patriot.

L’Ucraina può contare anche su altri sistemi di difesa missilistica, tra cui Nasam e Iris/T, ma non sono ritenuti altrettanto efficaci contro i missili balistici o ipersonici ed i missili antiaerei riconvertiti per l’attacco. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Luciano Di Bacco, tanti colleghi e volti noti ai funerali

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(Adnkronos) – Folla di giornalisti, fotoreporter e volti noti questa mattina alla Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo in occasione dei funerali di Luciano Di Bacco, fotografo che con le sue istantanee ha raccontato gli eventi della mondanità e delle notti romane.Si sono stretti intorno alla vedova Lilly, tra gli altri, Roberto D’Agostino con la moglie e tutta la redazione di Dagospia guidata dal vicedirettore Riccardo Panzetta, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio Guido D’Ubaldo, l’ex assessore del Comune di Roma Umberto Croppi, lo scrittore Fulvio Abbate, gli storici fotografi Rino Barillari, Ferdinando Mezzelani, Maurizio Riccardi, Marcellino Radogna, Umberto Pizzi, i colleghi dell’agenzia Toiati. Alle esequie di Di Bacco, morto nella notte tra venerdì e sabato scorsi, anche tanti giornalisti, tra cui l’ex capocronista del Corriere della Sera e del Messaggero Giuseppe Di Piazza, Fabrizio Roncone del Corsera, Davide Desario e Giorgio Rutelli, rispettivamente Direttore e Vicedirettore dell’Adnkronos, Marino Collacciani del Tempo, Elena Polidori di Repubblica, Monica Giandotti della Rai, Fabrizio Ravoni.

Presenti tra gli altri la regina dei salotti romani Marisela Federici, Amedeo Goria, Luca Josi, le pr Camilla Morabito e Sonia Rondini, l’avvocato del mondo dello spettacolo Giorgio Assumma (intervenuto insieme a D’Agostino e D’Ubaldo tra coloro che hanno ricordato Di Bacco durante la cerimonia con affetto e attestati di stima), l’ex questore Francesco Tagliente e rappresentanti dell’ufficio stampa del comando provinciale dei carabinieri di Roma.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Germania, scoperta buca di 1,2 metri nella tomba di Schaeuble

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(Adnkronos) – Una buca profonda circa 1,2 metri è stata scavata sul luogo di sepoltura del politico tedesco Wolfgang Schaeuble, una delle figure politiche più influenti nella storia del dopoguerra in Germania, scomparso nel mese di dicembre all’età di 81 anni.Sono stati i dipendenti comunali a notare la terra scavata nel cimitero di Waldbach, nella città sud-occidentale di Offenburg, questa mattina.

Sui fatti è stata aperta un’indagine.Schaeuble è stato il membro del Parlamento più longevo della storia tedesca.

Esponente conservatore, ha ricoperto le cariche di ministro degli Interni e delle Finanze.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Caffè, materie prime mai così care da 45 anni. Paolmbini: “Costretti ad alzare i prezzi, ecco perché”

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(Adnkronos) – “Il prezzo della materia prima caffè oggi per noi trasformatori è aumentato del 30% circa, ma ci sono casi in cui se vogliamo acquistare una particolare qualità di caffè si sale ancora di più.Come stiamo fronteggiando questa situazione?

Lo dico in maniera molto trasparente: siamo stati costretti ad aumentare il prezzo del prodotto finale E chi dice che non lo fa secondo è poco credibile”.Così, con Adnkronos/Labitalia, Stefano Palombini (nella foto in basso), ‘una vita’ nel caffè e attualmente proprietario di Caffè Buscaglione, racconta il boom dei costi della materia prima che i trasformatori di caffè italiano stanno fronteggiando ormai da mesi.  “Io sono ‘nato’ nel caffè grazie a mio nonno -racconta Palombini, esponente della famiglia che ha dato vita a uno dei marchi simbolo dell’industria del caffè in Italia- poi ho avuto la grande opportunità di acquisire una delle aziende più antiche d’Italia che è la Buscaglione, che quest’anno ha 125 anni di storia, con un percorso molto estero”.  E per Palombini il boom del prezzo della materia prima caffè ha diverse cause. “Il problema del caffè – spiega – nasce dal fatto che oggi è ‘arbitrato’ in delle Borse, Londra e New York, e la filiera è governata da grandi gruppi internazionali.

Le borse erano nate con la logica di arbitrare il mercato in base al produttore e al trasformatore, che siamo noi, ma sono entrati i famosi investitori quindi i cosiddetti fondi di investimento che ovviamente con le loro attività speculano sulle materie prime, come è successo anche con il cacao.E per noi trasformatori con questa situazione il problema è duplice perché la Borsa è salita, la disponibilità del prodotto in questo momento è scarsa quindi oggi chi vende, vende a un prezzo elevatissimo”, spiega ancora Palombini.  “Noi -sottolinea- acquistiamo direttamente all’origine, possiamo acquistare con i trader, possiamo acquistare direttamente tramite le cooperative.

Ma il problema di fondo qual è?Chi va a comprare il prodotto fisico come noi si trova un doppio problema: il valore in Borsa alto e avendo anche una scarsità di materie prime un premio molto alto”, ribadisce. “Pensi che la qualità di caffè robusta è arrivata al valore più alto da 45 anni, gli arabici idem e quindi parliamo di un 20-30% in più di aumento del costo della materia prima per noi ma potrebbe essere anche di più su alcune qualità perché il problema è che non sono reperibili.

Quindi se uso delle qualità che noi andiamo a selezionare posso pagarlo anche di più del 30% rispetto al passato”, sottolinea.  E come se non bastasse sull’impennata dei costi sta influendo anche la guerra in Medio Oriente e la situazione incandescente nel Canale di Suez. “Il caffè è prodotto nelle zone dei Tropici, da una parte i Paesi Asiatici e dall’altra quelli sudamericani.In mezzo l’Africa ma i Paesi africani per una serie di motivi in questo periodo stanno producendo poco.

E la merce per arrivare da noi non potendo passare da Suez deve fare il giro dell’Africa, con tre settimane in più di viaggio e quindi il costo del nolo è salito”, sottolinea. E le conseguenze di questa situazione, spiega Palombini, non possono che essere sul prodotto finale, con un aumento del prezzo.E fa un esempio pratico per un’attività di trasformazione come la sua. “Anche se ho un contratto di caffè arbitrato con un prezzo chiuso a tre mesi fa, che era più basso, tra tre mesi io devo andare a ricomprare il caffè e mi trovo il prezzo di oggi.

E quindi io devo avere moneta, liquidità per comprare la materia prima attuale, e i margini vengono compressi”, spiega. E per Palombini sul caffè c’è anche un problema ‘culturale’ in Italia. “Il problema del nostro Paese -sottolinea- è che noi non valorizziamo l’espresso.Discutiamo sul famoso 1,20-1,50 euro…

ma se andiamo all’estero un caffè quanto lo paghiamo?Tre euro?

Ecco, allora una riflessione affettuosa a tutela del mio Paese credo vada fatta: non dobbiamo discutere sull’euro e cinquanta, forse dobbiamo ‘lavorare’ sui due euro per la tazzina di espresso, però allo stesso tempo dare maggior valore al prodotto italiano”, ribadisce. Secondo Palombini, oggi per ‘salvare’ l’espresso italiano “serve una parola forte che si chiama umiltà e la seconda parola ancora più forte è giocare in squadra, sentirsi veramente italiani”. Per Palombini, “il problema oggi in Italia è fare un po’ di cultura, che è quello che manca tanto al nostro Paese, e formare le persone, fin da piccole, ad amare le piccole cose che sappiamo fare noi italiani al meglio”. E a tutela dell’espresso made in Italy, sottolinea Palombini, c’è da sottolineare che “il caffè sintetico non è un caffè, ma è appunto qualcosa di sintetico.Noi dobbiamo parlare della natura, che è una cosa bellissima, e salvaguardarla.

Il cambiamento climatico può essere anche un’opportunità se la sappiamo cogliere, ma non a parole ma con fatti concreti.Per la produzione del caffè si può agire facendo si che un piccolo coltivatore possa passare da una proprietà media di 2 ettari 3 ettari ad avere una proprietà di 10 ettari e quindi avere la possibilità di essere autonomo nella sua attività.

E il cambiamento climatico può essere attenuato da politiche a questo punto internazionali a supporto della filiera”, conclude.   —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Harry non ha chiesto di vedere re Carlo: i motivi del mancato incontro con il padre

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(Adnkronos) – Il principe Harry non ha fatto richiesta di far visita a re Carlo o di invitarlo all’evento della Invictus Games Foundation quando è volato a Londra la scorsa settimana.E’ l’ultima indiscrezione, raccolta dall’Independent, sul mancato incontro fra il sovrano e il figlio.

Gli amici del duca di Sussex avevano affermato che Harry era rimasto piccato, quando suo padre non aveva potuto vederlo, ma aveva invece partecipato – a un paio di chilometri dalla cattedrale di St Paul, dove il figlio si trovava per la cerimonia degli Invictus – al primo ricevimento all’aperto nei giardini di Buckingham Palace.Il portavoce dei Sussex aveva laconicamente spiegato che i due non si sarebbero visti a causa “dell’agenda completa di Sua Maestà.

Il duca ovviamente si rende conto degli impegni di suo padre e delle varie altre priorità e spera di vederlo presto”.  
“È tutto molto triste”, ha detto un amico del re, secondo il Times. “Anche se difficilmente avrebbe srotolato il tappeto rosso nel momento in cui è stato annunciato questo viaggio per gli Invictus, con i medici che gli consigliavano di concentrarsi sulla cura e sul recupero, l’idea che si rifiutasse di trovare spazio nella sua agenda…beh, diciamo che le ricostruzioni potrebbero essere diverse ancora una volta”.

Speculazioni a parte, resta il fatto che Harry ha partecipato alla cerimonia alla cattedrale di St Paul soltanto con i parenti di parte materna, e non ha visto né il padre e né il fratello William.  Gb News sostiene che al duca di Sussex sia stata offerta una residenza reale in cui soggiornare durante il suo viaggio di due giorni a Londra.Tuttavia, Harry ha scelto di alloggiare in un hotel durante la sua permanenza nel Regno Unito.

I Sussex non hanno più una base nel Regno Unito dopo che Re Carlo ha sfrattato la coppia da Frogmore Cottage nell’estate del 2023.Harry e Meghan avevano utilizzato molto poco la residenza reale da quando si erano dimessi dall’incarico di membri attivi della famiglia reale e si erano trasferiti negli Stati Uniti nel 2020. —internazionale/royalfamilynewswebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Rosella Sensi candidata sindaco Visso: “Mi farò carico dei problemi delle persone”

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(Adnkronos) – “Mi farò carico dei problemi di ogni singola persona, con tutta la mia squadra”.Rosella Sensi si candida a essere sindaco di Visso, paese in provincia di Macerata, gravemente danneggiato dal terremoto del 2016, con cui ha un legame familiare importante.

Ha deciso di guidare la lista ‘Cambiare insieme’, spiega all’Adnkronos, dopo una profonda riflessione: “Ci vuole grande senso di responsabilità e grande rispetto verso la città e i cittadini vissani, nel ricordo di quanto fatto da mio nonno e da mio padre”.  Si parte da una situazione difficile. “Dopo 8 anni, la città è distrutta e la gente quasi rassegnata, anche se non perde la speranza di poter cambiare e tornare a far vivere la perla dei Sibillini”, racconta l’imprenditrice, che è stata presidente della As Roma dal 2008 al 2011, ricordando “le tradizioni storico culturali e il grande potenziale imprenditoriale, sia in ambito artigianale sia nell’agroalimentare, espressi dal paese”. Rosella Sensi ha le idee chiare e vuole mettersi in gioco per “far tornare Visso a vivere com’era”.Per farlo serve un impegno diretto. “Sarò presente a Visso perché le cose non si amministrano da lontano ma affrontando i problemi di tutti i giorni, non si può fare da Roma”.

E servono priorità ben definite. “Sono tante, oltre alla ricostruzione, dal turismo al lavoro e all’economia, alla scuola, vanno riportati i servizi essenziali a Visso, guardando all’assistenza alla persona e ai centri di aggregazione.Mi farò carico dei problemi di ogni singola persona, in ogni singola frazione, portando la mia esperienza amministrativa e di imprenditrice”.

L’obiettivo più ambizioso è quello di “riportare le famiglie a vivere a Visso” e si raggiunge, conclude Rosella Sensi, “con una squadra, con tutte le persone che sono nella lista che conoscono i problemi e che sono pronte ad affiancare tutti i cittadini”.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Automotive dealer day: Engineering porta modello di vendita con Retail platform

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(Adnkronos) –
Engineering, leader nei processi di digitalizzazione per aziende e Pa, è tra i protagonisti dell’Automotive dealer day (Verona, 14 – 16 maggio), l’evento rivolto a tutti gli operatori della mobilità interessati a comprendere l’evoluzione delle dinamiche distributive e il futuro del business.In questa occasione, Engineering porta la sua Retail platform che, grazie alle caratteristiche innovative, modulari e alla flessibilità è già tra le soluzioni più riconosciute nel mondo retail e che è destinata a definire, per il mondo dell’automotive, un nuovo modello di vendita e di relazione ‘digitale’ tra venditore e cliente.  La Retail Platform, infatti, permette all’acquirente di visitare virtualmente la propria concessionaria di fiducia ovunque essa si trovi potendo comunque contare sulla consulenza e l’esperienza del venditore che, attraverso l’app installata sul proprio PC, tablet o cellulare, può mostrare i dettagli della carrozzeria, gli interni e simulare il modello scelto con le varianti di colore disponibili.

Un’esperienza nuova e innovativa che abbatte i confini sia per i dealer che per gli utenti che possono, al contempo, risparmiare tempo potendo effettuare una prima selezione dell’automobile semplicemente dal proprio cellulare, evitando lunghe attese e trasferte.Un utile strumento anche per le concessionarie di second-hand car che possono mostrare il proprio parco auto anche a persone dislocate in regioni diverse dalla propria sede, ampliando il loro mercato e le opportunità di vendita.  La Retail platform di Engineering rappresenta un passo in avanti anche nell’ottimizzazione del processo di vendita offrendo un supporto completo che accompagna venditore e acquirenti anche lungo le fasi fase di acquisto.

Una volta individuata e scelta l’autovettura è possibile gestire anche il versamento dell’acconto. 
Domenico
Murabito, executive director-automotive division di Engineering ha commentato: “Con l’introduzione della nostra piattaforma retail, stiamo abilitando un nuovo canale di vendita nel settore automobilistico.Grazie alla profonda conoscenza dei mercati, degli operatori e dei processi dell’intera filiera, stiamo portando innovazione e efficienza ai concessionari e con la nuova piattaforma si offre la possibilità di un’esperienza d’acquisto ‘senza confini’.

Engineering è impegnata da sempre nel guidare il cambiamento al fianco dei suoi clienti plasmando il futuro e garantendo efficienza e successo in un mercato in rapida evoluzione”.  
Francesco Bossoni, direttore marketing e Crm, Gruppo Autoclub ha affermato: “In un’epoca in cui la presenza online è tanto importante quanto quella fisica, dobbiamo essere in grado di offrire un’esperienza coerente e di qualità ai nostri clienti, sia che essi ci visitino virtualmente o fisicamente.Essere stati coinvolti da Engineering in questo progetto pilota rappresenta per noi una grande opportunità perché ci dà la possibilità di essere il primo dealer in Italia a sperimentare una nuova modalità innovativa di vendita applicabile sia al nuovo che al second-hand car.

La sua introduzione ci consentirà di ampliare il nostro mercato”.  Gli ospiti dell’Automotive dealer day potranno vivere l’esperienza della Retail Platform mercoledì 15 maggio alle ore 15.00 nella sala Rosa della Fiera.Domenico Murabito, executive director – Automotive Division Engineering, Federico Dell’Acqua, Executive Director – Retail Platform and Mass Market Retail Engineering, Noemi Maglio – senior sales manager Engineering insieme a Francesco Bossoni, direttore marketing e CRM – Gruppo Autoclub condivideranno con i presenti tutte le caratteristiche della Piattaforma durante l’incontro ‘On & off line: guarda, interagisci e acquista.

Vivi un’esperienza di acquisto senza confini’.Engineering è presente con il proprio stand situato nell’area 14 al secondo piano, insieme ai professionisti di Atlantic Technologies, la società del Gruppo specializzata nella consulenza Crm, Erp, Eam, Hcm & analytics con una forte esperienza nella pianificazione, progettazione e integrazione di sistemi informatici complessi principalmente per imprese private.

Allo stand gli esperti di Atlantic Technologies presentano le proprie soluzioni innovative dedicate all’automotive e casi di successo attraverso progetti concreti realizzati con clienti leader nel settore, per dare la possibilità alle aziende automotive, i concessionari e le società di fleet management di approfondire come progettare soluzioni vincenti, come Salesforce, mantenere i clienti attuali, avvicinare quelli futuri e scoprire le possibilità di integrazione con MuleSoft. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Lecco sullo sfondo della Gioconda, la nuova ipotesi sul capolavoro di Leonardo

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(Adnkronos) – Il paesaggio dietro la Gioconda di Leonardo da Vinci ha suscitato un dibattito infinito, con alcuni storici dell’arte che suggeriscono che il panorama fosse immaginario e idealizzato, e altri che sostengono vari collegamenti a specifiche località italiane.Ora una geologa e storica dell’arte rinascimentale ritiene di aver finalmente risolto il mistero di uno dei dipinti più famosi ed enigmatici del mondo: Ann Pizzorusso, che vive e lavora tra l’Italia e New York, ha unito le sue due competenze per suggerire che Leonardo ha dipinto diverse caratteristiche riconoscibili di Lecco, sulle rive del Lago di Como, in Lombardia. Pizzorusso ha accostato il ponte disegnato da Leonardo, la catena montuosa e il lago della Gioconda al ponte Azzone Visconti di Lecco del XIV secolo, alle Alpi sud-occidentali che sovrastano la zona e al lago di Garlate, situato a sud del lago di Como, che Leonardo avrebbe visitato 500 anni fa. “Le somiglianze sono innegabili.

Sono davvero entusiasta di questo progetto.Sento che si tratta di un colpo di fortuna”, ha dichiarato la studiosa intervistata dal quotidiano inglese “The Guardian”. 
Tra le ipotesi precedenti si possono citare l’affermazione del 2011 secondo cui un ponte e una strada della Gioconda apparterrebbero a Bobbio, in provincia di Piacenza, e la scoperta del 2023 secondo cui Leonardo avrebbe dipinto il ponte Romito in provincia di Arezzo, come sostiene il ricercatore Silvano Vinceti. “Ma concentrarsi sul ponte – ha detto Pizzorusso – non era sufficiente.

Il ponte ad arco era diffuso in tutta Italia e in Europa e molti erano simili. È impossibile identificare un luogo esatto solo da un ponte.Tutti parlano del ponte e nessuno parla della geologia”. “I geologi non guardano i dipinti e gli storici dell’arte non guardano la geologia – ha aggiunto – Gli storici dell’arte hanno detto che Leonardo ha sempre usato la sua immaginazione, ma si può dare questo quadro a qualsiasi geologo del mondo e diranno quello che sto dicendo su Lecco.

Anche un non geologo ora può vedere le somiglianze”.La studiosa notato che le rocce di Lecco sono calcaree e che Leonardo ha raffigurato le sue rocce in un colore grigio-bianco: “Il che è perfetto, perché è il tipo di roccia che c’è in quella zona.

A differenza di Lecco, né Bobbio né Arezzo hanno un lago: quindi abbiamo una prova davvero perfetta a Lecco”. Le precedenti ricerche di Ann Pizzorusso su Leonardo hanno riguardato lo studio di entrambe le versioni della ‘Vergine delle Rocce’: quella del Louvre di Parigi e la replica della National Gallery di Londra.Fino al 2010, la National Gallery riteneva che quella in suo possesso fosse principalmente opera di assistenti del genio del Rinascmento, ma, dopo averla restaurata, il museo ha dichiarato possibile che Leonardo avesse dipinto tutto il quadro da solo.

L’analisi di Pizzorusso della vegetazione e della geologia del paesaggio intorno alle figure centrali ha riacceso il dibattito.E ha concluso che “la botanica della versione del Louvre è perfetta e mostra piante che avrebbero prosperato in una grotta umida e buia.

Ma le piante nella versione londinese sono imprecise.Alcune non esistono in natura”. Pizzorusso ha osservato che Leonardo ha sempre insegnato ai suoi studenti l’importanza di rappresentare la natura in modo accurato.

Per la sua ultima ricerca sulla Monna Lisa, ha visitato Lecco, ripercorrendo le orme di Leonardo: “Sappiamo dai suoi taccuini che trascorse molto tempo a esplorare la zona di Lecco e il territorio più a nord”. Michael Daley, direttore dell’associazione ArtWatch Uk, ha commentato le scoperte della Pizzorusso: “Poiché ha una conoscenza scientifica di prim’ordine, quando nota delle cose in Leonardo – l’artista più scientifico di tutti i tempi – sono ipotesi epocali.Gli storici dell’arte fanno tutti ipotesi su dove sia stata dipinta la Gioconda.

Chiunque veda un ponte pensa che sia stato dipinto lì.Ma Pizzorusso ha individuato in modo convincente il luogo con prove della presenza di Leonardo nella zona, della sua geologia e, naturalmente, di un ponte”. Jacques Franck, specialista ex consulente di Leonardo per il Louvre, ha dichiarato: “Non dubito nemmeno per un secondo che la Pizzorusso abbia ragione nella sua teoria, data la sua perfetta conoscenza della geologia del paesaggio italiano e più precisamente dei luoghi in cui Leonardo viaggiò durante la sua vita, che potrebbero corrispondere al paesaggio montuoso della Gioconda”.  —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Pnrr e lotta alle frodi, Meloni: “Preoccupazione costante per garantire legalità”

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(Adnkronos) – “Da quando ci siamo assunti la responsabilità di portare a compimento gli obiettivi del Piano, una preoccupazione costante è stata quella di garantire, oltre all’attuazione degli investimenti e delle riforme nel rispetto dei tempi previsti, anche la legalità e la trasparenza”.Lo ha detto Giorgia Meloni, partecipando alla riunione del Colaf, il Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione europea, terminata a Palazzo Chigi. “Ci siamo sempre posti il tema, cioè, di costruire un sistema quanto più efficace possibile per prevenire e reprimere le frodi che riguardassero le ingenti somme messe a disposizione dal Pnrr.

La ragione è semplice: dobbiamo non solo utilizzare al meglio le risorse del Piano, e fare in modo che si concentrino su interventi strategici e di lungo periodo, ma impedire anche che qualcuno possa sfruttare questa ‘occasione’ per i propri interessi e intercettare risorse che sono invece preziosissime, e che non possono di certo finire nelle mani della criminalità”.  “Solo attraverso il rispetto delle regole – ha sottolineato la premier – è possibile assicurare che le ingenti risorse del Piano si traducano in investimenti concreti al servizio dei cittadini, delle famiglie e delle imprese di questa Nazione.Non resta, dunque, che metterci, insieme, al lavoro”.  “Oggi – ha evidenziato – compiamo insieme un altro passo avanti in questo percorso e inauguriamo una nuova fase nella vita e nell’attività del Colaf.

Puntiamo a rendere il Colaf, cioè, lo strumento per proteggere le risorse europee che sono a disposizione dell’Italia”. “Non devo di certo ricordare a voi quali sono gli elementi che contribuiscono ad attirare gli interessi della criminalità.Dalla mole ingente di risorse in capo al Pnrr, alla complessità degli interventi e delle regole, dalle difficoltà organizzative alla fretta nell’implementazione delle misure per il rispetto delle scadenze.

Proprio per questo, il governo ha lavorato in questi mesi per riorganizzare il Piano, rafforzare le strutture di gestione, semplificare le procedure e rendere le strutture amministrative più forti, più veloci e più efficienti”, ha sottolineato la presidente del Consiglio. 
“Non si tratta, ovviamente, di partire da zero nel contrasto agli illeciti e alle frodi ai danni del Pnrr ma di rafforzare e potenziare un sistema articolato – ha aggiunto Meloni – che già funziona e i cui risultati sono stati riconosciuti anche in sede europea, e che si poggia sul lavoro della magistratura, delle forze di polizia e sul sistema di controllo e audit messo a punto per le amministrazioni centrali nazionali e per i soggetti attuatori del Pnrr”.  “Questa sede – ha rimarcato ancora – è la sede nella quale possiamo mettere in comune e utilizzare al meglio le energie migliori che abbiamo a disposizione in termini di esperienze, capacità, professionalità e tecnologie”.  —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Isola dei famosi 2024, anticipazioni puntata di oggi lunedì 13 maggio: nomination e nuovi naufraghi in arrivo

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(Adnkronos) –  Va in onda oggi lunedì 13 maggio un nuovo appuntamento, l’ottavo, con l’Isola dei famosi in prima serata su Canale 5.A commentare la puntata, con la padrona di casa Vladimir Luxuria, Sonia Bruganelli e Dario Maltese.

Inviata in Honduras Elenoire Casalegno.  Tre nuovi concorrenti sono pronti a sbarcare sull’Isola: Dario Cassini, Linda Morselli, la modella e showgirl Karina Sapsai.I tre sono pronti ad aiutare i naufraghi nel prosieguo della loro avventura ma, ovviamente, il loro ingresso scardinerà anche gli equilibri dei due gruppi.

La compagna di Samuel Peron, Tania Bambaci, è arrivata in Honduras con la speranza di riabbracciarlo e avere un chiarimento dopo che Rosanna, nella scorsa puntata, ha parlato di un presunto feeling tra il ballerino e Greta Zuccarello. Un naufrago verrà definitivamente eliminato dal gioco.Chi tra Artur Dainese, Rosanna Lodi e Samuel Peron dovrà tornare in Italia?

Infine, spazio alle nuove nomination.  
E’ di ieri il botta e risposta tra Vladimir Luxuria e Francesco Benigno: ma cosa è successo?
 —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sangiuliano in udienza dal Papa: “Da Francesco parole illuminanti su autoreferenzialità e social”

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(Adnkronos) – “Ho apprezzato il discorso del Santo Padre, per me sempre illuminante, in particolar modo il suo appello a rifuggire dall’autoreferenzialità, il chiaro riferimento a una società libera e il monito a difendere tutti da ciò che di tossico, malsano e violento si può annidare nel mondo dei social” Lo ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, partecipando oggi in sala Clementina all’udienza con i docenti e gli alunni della Scuola Vaticana Paleografica, Diplomatica e Archivistica e della Scuola Vaticana di Biblioteconomia. Il ministro ricorda di aver avuto “l’onore di incontrare Papa Francesco al Colosseo” all’inizio del suo mandato. “È sempre una grande emozione poterlo rincontrare perché la sua guida trasmette valori di fede, compassione e amore universale.Una parte dell’ingente patrimonio artistico di cui ci prendiamo cura fa parte del grande patrimonio religioso, tesoro di quasi duemila anni di storia del Cristianesimo che ha contribuito a forgiare la nostra Nazione”.  —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Internazionali d’Italia, Ultima generazione interrompe due partite – Video

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(Adnkronos) – Blitz di Ultima generazione agli Internazionali d’Italia.Undici persone aderenti alla campagna Fondo Riparazione hanno interrotto due partite oggi al Foro Italico: il doppio maschile tra Gonzalez/Roger-Vasellin e Arevalo/ Pavic al Campo 12 e il singolare femminile tra Keys e Cirstea al Campo Pietrangeli.  Quattro persone sono scese nei campi campo, lanciando dei coriandoli, mentre altre persone tra gli spettatori hanno preso parola per richiamare il pubblico all’emergenza climatica, sociale e democratica che sta attraversando il nostro paese.

Una persona tra il pubblico si è incollata i piedi sulla gradinata.L’interruzione delle partite è durata oltre 45 minuti. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Internazionali, attivisti gettano vernice sul Pietrangeli, gara ripresa dopo mezz’ora

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(Adnkronos) – Protesta degli attivisti di Ultima Generazione agli Internazionali d’Italia di tennis al Foro Italico.La partita sul campo del ‘Pietrangeli’ tra la statunitense Madison Keys e la romena Sorana Cirstea è stata interrotta per una protesta con invasione di campo, con una decina di attivisti che hanno gettato sul campo in terra rossa della vernice bianca, con conseguente sospensione della partita sul 6-2, 3-1 per l’americana con le giocatrici rientrate negli spogliatoi.  Problemi anche sul campo 12 dove si giocava il match di secondo turno del doppio tra Santiago Gonzalez/Edouard Roger-Vasselin e Marcelo Arevalo/Mate Pavic per le proteste degli attivisti.

Al Pietrangeli due sono entrati in campo con dei gillet arancioni ed hanno lanciato coriandoli, mentre altri si sono incollati alle tribune, con il pubblico che ha pesantemente contestato la dimostrazione.Tempestivo l’intervento delle forze dell’ordine, degli steward e dei vigili del fuoco, con la partita che è ripresa in meno di mezz’ora e la gradinata sistemata senza danni.

Pulito anche il campo.  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sugar Tax, Pierini (Assobibe): “Colpita filiera, ci sarà calo acquisti materie prime e consumi”

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(Adnkronos) – “Non è immaginabile che il costo della sugar tax venga assorbito dall’industria, per cui c’è da aspettarsi un incremento dei prezzi con danni” da un lato “per i consumatori che acquisteranno di meno, noi stimiamo volumi in diminuzione del 16%” e dall’altro “per l’intera filiera perché da parte delle imprese ci sarà un minore acquisto di materia prima e di packaging”.E’ quanto dice, all’Adnkronos, il presidente di Assobibe, Giangiacomo Pierini, nel commentare l’emendamento al Superbonus che prevede l’entrata in vigore della sugar tax dal prossimo primo luglio.

Una norma che, aggiunge, “anche se dimezzata delle aliquote, aumenta la fiscalità del 14% per litro di bevanda” e “colpisce il 100% dei nostri prodotti, per cui non c’è possibilità di intervenire”.  “Avevamo spiegato al ministro Urso la situazione.Abbiamo aderito al carrello tricolore contro l’inflazione e la sugar tax aumenterà l’inflazione.

Abbiamo spiegato al ministro Lollobrigida quali saranno gli impatti della norma sull’agricoltura.Tutti – ricorda – ci avevano confermato che non c’era la volontà di nuove tasse, soprattutto prima dell’estate.

E poi, la sugar tax aggiunge altri 70 adempimenti burocratici.Scoraggia gli investimenti visto l’aumento della fiscalità in un Paese dove già le tasse sono alte”. L’emendamento che oggi approda in Senato, afferma Pierini, “è stato per noi una sopresa.

Nella relazione tecnica, che era stata bollinata dalla Ragioneria Generale dello Stato, era previsto il rinvio della tassa.Per cui quando l’abbiamo visto, abbiamo pensato fosse un errore, ma invece qualcuno l’ha voluta.

Non ci spieghiamo la cosa e siamo stupiti.Capisco il momento complesso, il governo ha tante partite aperte, per cui voglio pensare a un errore e che ci sia la possibilità di correggere questo errore”. “Il Parlamento – ricorda il presidente di Assobibe – si era già espresso per il superamento della sugar tax con un ordine del giorno votato a dicembre.

E’ una norma contraria a tutte le politiche industriali del governo, che è sempre stato al fianco delle imprese”.Per cui, conclude Pierini, “auspico che si riesca a correggere l’ementamento e che si determini, per la sugar tax, lo stesso destino della plastic tax”, conclude. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Cadavere a pezzi in valigia a Parigi, omicida confessa: “Ha trattato male mia moglie”

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(Adnkronos) – Orrore a Parigi dove i vigili del fuoco hanno trovato, nella notte tra sabato e domenica, i resti di un uomo fatto a pezzi all’interno di una valigia abbandonata sotto il ponte ferroviario d’Austerlitz.Lo rende noto la polizia spiegando che nelle scorse ore un 34enne noto alle forze dell’ordine si è presentato al commissariato di La Défense dicendo di essere l’autore dell’omicidio.

In particolare l’uomo, risultato positivo al test per la cocaina e l’alcol, ha spiegato che si prendeva cura della vittima: un 56enne malato di sclerosi multipla, come spiega una fonte della polizia all’emittente Bfmtv. Mentre si occupava di lui, ha spiegato l’indagato, il 56enne ha trattato in modo irrispettoso la moglie e questo lo avrebbe spinto a ucciderlo a mani nude.Per un mese, ha aggiunto, ha conservato il cadavere dell’uomo nel suo appartamento fino poi a decidere di farlo a pezzi e metterlo in una valigia e in alcune borse. L’omicida è noto alla polizia per l’uso di stupefacenti, violenza aggravata, ricettazione, associazione a delinquere, violenza contro l’autorità, furto, minacce di morte e furto con scasso.

Reati avvenuti tra il 2008 e il 2020, come riferisce la Bfmtv citando proprie fonti. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)