Il Centro Teatrale Bresciano presenta la terza edizione di Duende. Festival di arti performative e nuove tecnologie. Quest’anno dedicato al tema della censura, l’evento ha per titolo “Taci anzi parla”, citazione dal libro di Carla Lonz del 1978. “Un altro velo è caduto, e ho intuito le strutture da cui non si scappa. O famiglia o lavoro: o autenticità o emancipazione; o affetti privati o alienazione pubblica. Io voglio rapporti umani più vasti, il mondo per me è l’infinità dei rapporti umani possibili.” Carla Lonz, Taci anzi parla (1978)
La rassegna si svolgerà dal 28 novembre al 7 dicembre 2025 a Brescia, con eventi, spettacoli, incontri, performance e installazioni artistiche che saranno ospitati al Teatro Sociale, Teatro Borsoni, Domus dell’Ortaglia al Museo di Santa Giulia, Cinema Nuovo Eden e Biblioteca UAU della città.
Il Festival rientra tra le iniziative del progetto Youth Club, un’iniziativa promossa da Fondazione Cariplo per favorire l’avvicinamento delle giovani generazioni alle arti dello spettacolo.
Un contenitore Più che un festival, un contenitore altamente sperimentale che apre a nuove dimensioni di partecipazione dello spettacolo dal vivo con eventi di prosa, installazioni, proiezioni cinematografiche, talk.
La terza edizione di Duende, con la direzione artistica di Nadia Busato, accende i riflettori della scena sul lato oscuro del web relazionale, lì dove la censura e la normazione vogliono cancellare la rappresentazione delle diversità, delle interconnessioni tra popoli ed ecosistemi, le narrazioni dal basso. Una lotta tra propaganda e diritto all’esistenza che si combatte nei cieli del cloud, nuova frontiera di un imperialismo violento e insostenibile.
Cosa significa Duende Una parola che arriva dallo spagnolo antico duen de casa [mod. dueño de la casa, letteralmente “padrone di casa”] pressoché intraducibile in italiano, ha un significato che si potrebbe rendere così: “Il potere misterioso di un’opera d’arte capace di far commuovere profondamente”.
Duende è dunque la parola che descrive la capacità di una rappresentazione artistica di far percepire la complessità della realtà in un modo più profondo.
Il festival Duende è:
Prosa contemporanea con una selezione di compagnie e performance di teatro contemporaneo, premiate per la capacità di scrittura, provocatorie, toccanti, coinvolgenti, sperimentali, seguendo il filo rosso del futuro che possiamo raccontare.
Si inizia il 28 novembre presso la Domus dell’Ortaglia al Museo di Santa Giulia alle ore 18 con lo spettacolo Dopo il diluvio (replica il 30 novembre alle ore 11). Una lecture performance firmata Muta Imago che intreccia racconto sci-fi, concerto immersivo e rito collettivo. Claudia Sorace (regia) e Riccardo Fazi (drammaturgia e suono), con la voce di Sara Bertolucci e le musiche di Lorenzo Tomio, danno vita a un epistolario sonoro in cui le parole viaggiano nel tempo come segnali da un futuro distopico. Ogni tappa si rigenera dal luogo che la ospita, trasformandolo in uno spazio liminale tra rovina e rinascita, dove presenze alate evocano antichi auspici e memorie bibliche. Tra rovine archeologiche, suoni ancestrali e frequenze
elettroniche, lo spettatore è guidato in un cortocircuito temporale che interroga il destino dell’umanità, tra passato, presente e futuri possibili: che ne sarà di noi?
Lo spettacolo è adatto per il pubblico non vedente o ipovedente.
L’evento è realizzato in collaborazione con Fondazione Brescia Musei.
Il 29 novembre alle ore 20.30 è la volta di Atomica, presso la Sala Castri del Teatro Borsoni, ancora uno spettacolo di Muta Imago con la regia di Claudia Sorace, drammaturgia e suono di Riccardo Fazi, in scena Alessandro Berti, Gabriele Portoghese. Atomica esplora il peso della responsabilità individuale di fronte agli eventi che segnano la collettività. Ispirato al carteggio tra il filosofo tedesco Günther Anders e Claude Eatherly, aviatore che diede l’ok al bombardamento di Hiroshima, lo spettacolo intreccia filosofia, memoria e amicizia in un viaggio onirico nella coscienza di un uomo incapace di liberarsi dai fantasmi del passato. Tra voci, immagini e suoni, la scena si fa teatro della memoria: un luogo sospeso tra realtà e sogno che attraversa epoche e geografie, evocando nuvole, atomi e miti antichi per interrogare la natura umana, sospesa tra creazione e distruzione.
Si prosegue al Teatro Sociale il 30 novembre alle ore 20.30 con Stai zitta. Antonella Questa, Valentina Melis e Marta Dalla Via hanno sempre avuto difficoltà a stare zitte e lo dimostrano in questi anni i loro tanti spettacoli, video e libri, che affrontano, con ironia e intelligenza, tematiche sociali e anche femministe. Oggi danno vita a uno spettacolo comico e dissacrante su quanto la discriminazione di genere passi spesso proprio dal linguaggio. Le “frasi che non vogliamo più sentirci dire!” contenute nel libro di Michela Murgia offrono l’occasione di raccontare la società contemporanea attraverso una carrellata di personaggi e di situazioni surreali. Dal mansplaining all’uso indiscriminato del nome proprio per le donne, passando per la celebrazione della figura “mamma e moglie di”, ci guidano nella lotta contro gli stereotipi di genere, annullando già di fatto, con questo spettacolo, quello secondo cui “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”!
Al termine dello spettacolo, il cast incontrerà il pubblico.
Gli appuntamenti di prosa proseguono in Sala Castri al Teatro Borsoni l’1 dicembre alle ore 20.30 con Chef. One woman show. Scritto dalla pluripremiata drammaturga Sabrina Mahfouz, Chef usa il cibo come metafora di potere ed espressione di sé. Il testo riflette sulle dinamiche di classe, genere e consumo, ponendo domande cruciali: chi merita di essere nutrito? Il corpo e la voce della protagonista sono affidati a Miriam Gagino: attrice, scrittrice, sceneggiatrice e artista diplomata alla USC di Los Angeles. La regia è di Alessandra Gonnella, regista italiana con base a Londra. Già vincitrice del nastro d’argento a Venezia 2020 per il suo corto A cup of coffee with Marylin è ideatrice, sceneggiatrice e regista di Miss Fallaci, Paramount original presentato alla Festa del Cinema di Roma e in uscita su Rai1.
Lo spettacolo è in lingua inglese con soprattitoli.
Il 2 dicembre alle ore 20.30, sempre al Borsoni in Sala Castri, è la volta di La Storia con Arianna Scommegna. Pubblicato il 20 giugno 1974, La Storia di Elsa Morante diventa subito un caso letterario: 600mila copie in cinque mesi, oltre un milione in un anno, un successo mai visto in Italia. Al prezzo popolare di 2000 lire, il romanzo raggiunge un pubblico ampio e scatena un acceso dibattito tra intellettuali come Pasolini, Ginzburg e Bo. Attraverso la vicenda di Ida Ramundo, vedova ebrea, e dei suoi figli Nino e Useppe, Morante racconta la Seconda Guerra mondiale dal punto di vista degli ultimi, esclusi dalla Storia ufficiale. Ogni capitolo intreccia cronaca storica e racconto privato, mostrando il buio delle ingiustizie ma anche la luce ostinata della vita: Arianna Scommegna porta in scena la cifra più autentica di una delle grandi voci del Novecento.
Il 4 dicembre ore 20.30, in sala Castri al Borsoni, sarà in scena Frankestein con la drammaturgia e regia di Ivonne Capece, in scena Maria Laura Palmeri, Lara Di Bello e Giuditta Mingucci. Frankenstein diventa specchio di Mary Shelley in uno spettacolo che ribalta lo sguardo sul celebre romanzo. La Creatura non è solo il mostro, ma il libro stesso: un parto artistico che l’autrice, inquieta e combattuta, tenta di sminuire per tutta la vita. Sullo sfondo di un’epoca in cui essere donna e scrittrice significava sentirsi “mostruosa”, lo spettacolo esplora la paura della propria genialità e la difficoltà di legittimare le ambizioni femminili. Tra cuffie wireless, ambienti virtuali, attori reali e avatar olografici, prende forma un viaggio onirico e interattivo che fonde romanzo e biografia, confondendo la voce di Mary con quella di Frankenstein e la Creatura con l’Opera stessa.
Si segnala che lo spettacolo presenta linguaggio esplicito, nudità, luci flash e si avvarrà di tecnologia audio binaurale in cuffie wireless.
Ultimo appuntamento con la prosa di Duende Festival è il 5 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Borsoni, Sala Castri, con Ilva Football Club. Una creazione di Usine Baug & Fratelli Maniglio, con Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo, Ilva Football Club intreccia mito calcistico e realtà industriale per raccontare Taranto e la sua acciaieria, la più grande e inquinante d’Europa. Tra telecronache, monologhi e testimonianze reali, lo spettacolo ripercorre la leggenda di una squadra operaia capace di sfidare i giganti del calcio, che si trova a scontrarsi con il dramma di una città dichiarata “zona di sacrificio”. Sul palco cinque attori ricostruiscono, tra immagini, suoni e coreografie, la storia collettiva e intima di famiglie cresciute all’ombra dell’Ilva: un racconto che parte da Taranto ma che riguarda tutte le città sacrificabili, in bilico tra sogno, lotta e sopravvivenza.
Si segnala che lo spettacolo presenta luci stroboscopiche, flash.
I biglietti degli spettacoli sono in vendita sui canali del CTB.
Arte Tecnologie immersive, digitale empatico, realtà aumentata: una mappa di luoghi per sperimentare l’esperienza ibridata tra uomo e digitale, piegando la potenza tecnologica alla forza della creatività umana.
Nei giorni di spettacolo (29 novembre, 1, 2, 4, 5, 7 dicembre 2025), sempre al Teatro Borsoni, dalle ore 18.30 alle ore 20.00, Duende Festival presenta Colline come elefanti bianchi V.R. tratto dal racconto di Ernest Hemingway, ideazione e regia di Paolo Bignamini, con Matteo Bonanni e Federica D’Angelo, dramaturg Maddalena Mazzocut-Mis.
Dalla produzione CTB e UniverLab, in collaborazione con Università degli Studi di Milano e Immersinscena, progetto CHANGES, nasce un’esperienza immersiva dentro il racconto di Ernest Hemingway. In Colline come elefanti bianchi il tema dell’incomunicabilità viene declinato in un dialogo sospeso: come un grande iceberg di cui scorgiamo la punta, il testo cela molto più di quanto svela. La trama è esile: un uomo e una ragazza, in attesa di un treno alla stazione, devono prendere una decisione che cambierà la loro vita. La tensione è palpabile, ma tutto resta suggerito, accennato e non detto. Una sfida al contempo narrativa ed espressiva, artistica e filosofica, che verte sul valore del silenzio e sul significato dell’ellissi.
L’ingresso è libero nei giorni e orari d’apertura indicati.
Sempre per il palinsesto Arte, Duende festival presenta il 7 dicembre alle ore 20.30 al Teatro Borsoni, Sala Castri, il concerto immersivo Unisono. In occasione dell’uscita del nuovo album del compositore e sound designer bresciano Simone Lombardi, va in scena una performance di musica e luci d’artista. Un concerto-evento originale e irripetibile, creato appositamente per gli spazi del Teatro Borsoni, ridisegnati dalle luci dei light designer Varius Collective. Dopo 7words e Deriva, Lombardi torna con l’Ep Unisono, un nuovo viaggio musicale che unisce scrittura essenziale e respiro corale, intimità e dimensione cinematica: pianoforte e synth si incontrano tra luci e ombre, intrecciando timbri e atmosfere per dare vita a paesaggi sonori in cui raccontare storie senza parole.
I biglietti per il concerto sono in vendita sui canali del CTB.
Cinema In collaborazione con il Fondazione Brescia Musei – Cinema Nuovo Eden, il Festival propone due appuntamenti che si svolgeranno nella sala cinematografica di via Nino Bixio, 9 a Brescia.
Il 2 dicembre alle ore 9.30 ci sarà l’incontro con il critico Pietro Lafiandra intitolato Il cinema del futuro. Rivolto agli studenti delle scuole secondarie e delle Accademie e Università, l’appuntamento approfondisce il rapporto tra intelligenza artificiale e cinema, analizzando come queste tecnologie stiano trasformando la scrittura delle sceneggiature, la post-produzione e il processo creativo. Un’occasione per riflettere su come l’AI stia ridefinendo il ruolo dell’autore e aprendo nuove prospettive per l’industria cinematografica. Pietro Lafiandra è regista, ricercatore e docente di “cinema e intelligenza artificiale” per l’università IULM e la Scuola di Cinema Luchino Visconti. Co-fondatore del collettivo cinematografico HARIEL, collabora con le riviste FilmTv, Otto e mezzo e Gli Spietati. I suoi cortometraggi sono stati presentati in festival riconosciuti internazionalmente, tra cui Torino e Venezia.
Sempre il 2 dicembre, alle ore 21, il cinema ospiterà il Cineconcerto del film La nuova Babilonia (1929). La nuova Babilonia è l’ultimo grande film d’avanguardia sovietico degli anni ‘20. Il capolavoro di Leonid Trauberg, Grigorii Kozintsev e del loro collettivo cinematografico La Fabbrica dell’Attore Eccentrico. Il soggetto è una visione frenetica, caotica ed eccentrica della tragedia rivoluzionaria della Comune di Parigi del 1871 in cui il film è ambientato. Esploriamo insieme la tragica storia d’amore tra Louise, una commessa coinvolta nella Comune, e Jean, un soldato che combatte per il governo francese. Per Duende Festival, il film è musicato dal vivo dall’ensemble I Sincopatici (Francesca Badalini, pianoforte, tastiere, chitarre; Andrea Grumelli, basso, synth; Teo Ravelli, batteria, percussioni; Aurora Bisanti, violino).
Le musiche partono dalla rielaborazione dell’intensa partitura originale composta all’epoca da Dmitrij Šostakovič appositamente per il film, per poi spaziare tra improvvisazione a 360 gradi, rock, live electronics e momenti più classici.
I biglietti per i due eventi sono in vendita sui canali del Cinema Nuovo Eden. Per l’incontro con il critico “Il cinema del futuro” (riservato Istituti scolastici e Università) è obbligatoria la prenotazione a cup@bresciamusei.com.
Eventi speciali Un calendario di eventi speciali per approfondire, nell’incontro tra ricercatori e artisti, i temi del festival. In dialogo con performer, registi e compagnie alcune delle menti più brillanti che in questi anni, nelle stanze
della ricerca universitaria, si occupano di indagare il futuro delle società umane, delle scienze umanistiche e dei sistemi culturali di fronte all’ingerenza sempre più simbiotica delle tecnologie empatiche e dei sistemi di simulazione della realtà.
Un palinsesto di eventi speciali connotati da sperimentazione, esplorazione, creatività nell’incontro tra talento umano e tecnologie digitali.
Il 30 novembre alle ore 22.30 al Teatro Sociale ci sarà l’incontro con il cast di Stai zitta!; il 2 dicembre alle ore 18 presso la Biblioteca UAU ci sarà l’incontro con Pietro Lafiandra intitolato Manifesto umanista per un cinema con AI; infine, il 4 dicembre alle ore 11.30 al Teatro Borsoni, la regista Ivonne Capece e la performer Maria Laura Palmeri presentano Frankenstein. Una donna e il suo mostro.
Gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili, salvo l’incontro con il cast di Stai zitta! riservato ai possessori del biglietto per lo spettacolo.