Sono stati pubblicati oggi i provvedimenti adottati del Giudice Sportivo, Avv. Emilio Battaglia, assistito da Stefania Ginesio e dal Rappresentante dell’A.I.A. Moreno Frigerio, nel corso della riunione odierna.
Come temuto, è arrivata una squalifica per la Juve Stabia
B) DECISIONI DEL GIUDICE SPORTIVO
In base alle risultanze degli atti ufficiali, il Giudice Sportivo ha deliberato il seguente provvedimento disciplinare:
SQUALIFICA PER UNA GIORNATA EFFETTIVA DI GARA LOVISA Matteo (Juve Stabia): per avere, al 34° del primo tempo, rivolto al Direttore di gara una critica irrispettosa.
Tutto come previsto e, purtroppo, come anticipato. Si concretizza l’amara sensazione del “danno e la beffa”. La squalifica di Matteo Lovisa è l’epilogo di un pomeriggio nato male e finito peggio a livello di decisioni arbitrali, dove la performance della squadra arbitrale ha lasciato ampi strascichi. Meno male che la squadra ha saputo sopperire anche a questa difficoltà ed è riuscita nonostante tutto a vincere la gara contro il Palermo.
Se la protesta, nei termini e nei modi, e il rispetto verso un direttore di gara devono essere massimi, lo stesso rispetto dovrebbe essere fornito dall’AIA nel fermare un direttore di gara (anche se internazionale), un VAR e un AVAR che, con la loro condotta, hanno indotto un dirigente notoriamente equilibrato e una persona educata e perbene come Lovisa a perdere la “pazienza”.
La sua protesta non è stata un attacco fine a sé stesso, ma un richiamo all’operato dei direttori di gara affinché mostrassero maggiore attenzione e, soprattutto, imparzialità .
E invece, ancora una volta, assistiamo a queste situazioni surreali in cui a pagarne le conseguenze è sempre e solo la parte “offesa” (come accaduto la domenica precedente a Gerbo), che ora deve scontare un turno di stop.
Il problema, ormai cronico, è che i direttori di gara appaiono sempre più scadenti. L’introduzione del VAR, lungi dall’azzerare gli errori decisionali in campo, non dà l’impressione di aver risolto il problema. Anzi, questo strumento sembra aver indotto i direttori di gara a essere più distratti durante le azioni, demandando di fatto al VAR la verifica di eventuali errori, in una sorta di deresponsabilizzazione sul campo.
Questi professionisti sono super pagati: un arbitro CAN può arrivare a guadagnare in media 160.000 euro annui, cifra che aumenta in caso di qualifica internazionale. Nonostante ciò, le performance restano insufficienti e in alcuni casi scadenti.
Anche il VAR, pagato in maniera profumata grazie anche al contributo delle società che versano una quota annuale, lascia interdetti. In alcuni casi interviene e in altri no, lasciando una costante sensazione di non omogeneità nelle decisioni. L’esempio lampante della gara in questione è emblematico: Brunori andava espulso, senza se e senza ma.
E invece, l’unico a pagare è Lovisa.






