Teresa Bellanova, splendida ascesa sociale invisa a tanti nullafacenti

La neo Ministra del Conte2, Teresa Bellanova, è donna che “suda” dall’età di vent’anni, imperdonabile...

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La neo Ministra del Conte2, Teresa Bellanova, è donna che “suda” dall’età di vent’anni, imperdonabile per chi è sempre stato “nullafacente”

Teresa Bellanova, splendida ascesa sociale invisa a tanti nullafacenti

La neo Ministra per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del governo Conte due, senatrice Teresa Bellanova, è una donna che fino all’età di vent’anni ha sudato duramente per guadagnarsi il pane come bracciante agricola nella sua Puglia. In quegli anni si accosta al sindacato e spende la sua vita al fianco di chi lavora la terra con sudore, in condizioni di sfruttamento.

Lei è l’esempio del riscatto, di chi prende consapevolezza dei propri sacrosanti diritti e non si piega a vederseli calpestati. Anzi si ingegna, si impegna per il proprio riscatto e lotta con fierezza e determinazione. È l’esempio di chi si promuove e cresce individualmente e nello stesso tempo fa crescere chi gli sta intorno, e coloro per i quali si prodiga. E combatte affinché costoro abbiano un tenore di vita migliore, una dignità umana riconosciuta e vissuta pienamente in consapevolezza.

Questa è una donna che ha condotto con generosità anche il suo lavoro politico, ed i risultati le sono universalmente riconosciuti, tanto che siede in Parlamento sin dal 2006.

Certi parlamentari snob e tanti loro elettori-tifosi fanno della facile ironia sul suo fisico, sul suo look o sulla sua scolarizzazione, loro che provengono da famiglie agiate e non immaginano nemmeno cosa gli ultimi della società, i braccianti, devono fare nel tentativo di raggiungere quello che per gli agiati è banale e scontata normalità.

Tra i tanti “campioni da tastiera” ricompare anche DANIELE CAPEZZONE, ex parlamentare (neanche lui laureato!!) ed oggi è una firma “coraggiosa” di La Verità, che ieri si è cimentato con un tweet sulla neo ministra e sulla sua spigliata mise blu elettrico. Ormai sul web il suo ridicolo commento è diventato virale, come non manca di sottolineare l’editorialista della nostra testata, Stanislao Barretta; “Capezzone è un fine dicitore e intenditore di laqualunque, ex esponente dei Radicali, ex di Forza Italia, ex del Popolo delle Libertà, ex dei Conservatori e Riformisti, ed ex Direzione Italia”.

Altro che ascensore sociale! Per gli ultimi della scala sociale si tratta di un’erta e faticosissima scalata che spesso resta solo un miraggio, un doloroso desiderio irrealizzato o irrealizzabile. E per questo si scoraggiano e non provano neanche a tentare di risalire la china dall’emarginazione econica e sociale in cui si trovano a vivere ed a patire disagi e mortificazioni.

POI arriva una Teresa Bellanova che li incoraggia e li infiamma a provarci. E li contagia con il suo sacro furore ispirato da tanta empatia per i tanti suoi compagni di fatica. Empatia che poi, man mano, si trasforma in amore per questa umanità immiserita che si dibatte tra le difficoltà e gli stenti del duro lavoro fisico che rischia di abbrutire se non si intravvede, almeno in lontananza, un barlume di speranza di riscatto e di miglioramento.

Teresa Bellanova questa speranza l’ha saputa suscitare e contagiare ai suoi compagni braccianti e per loro ha continuato ad impegnarsi assumendo sempre nuove responsabilità, di rappresentanza e di rivendicazione, che l’hanno portato sempre più in alto, fino al Ministero. Adesso prima vediamola al lavoro e poi la giudicheremo per quello che farà e per come lo farà, non per il come veste o per il come s’è formata. Formazione sudata e conquistata – occorre sottolinearlo – senza essere coccolata da chicchessia, famiglia o società.

ORA lei è andata ad occuparsi del settore in cui ha lavorato tutta la vita, l’agricoltura, e la competenza gliel’ha data la scuola della vita. Mentre, tanti altri, in primis tra quelli che pensano di fare gli spiritosi – lanciando sassi senza nemmeno avere il coraggio delle proprie azioni – sono al posto che occupano per diritto di nascita (agiata), senza mai aver fatto nulla nella loro vita per meritarselo.

La nostra Costituzione, art. 3 comma 2, così recita :

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

È bene ricordarlo ai tanti che blaterano di giustizia sociale e che si ricordano di “sovranità del popolo” solo quando invocano pretestuose elezioni a loro esclusivo interesse di bottega.

Carmelo TOSCANO

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