Corsa Ad Ostacoli Verso Il Colle (Lo Piano – San Red)

Fervono i preparativi per l'elezione del Presidente della Repubblica, sarà una corsa ad ostacoli, nulla sarà lasciato al caso, le strategie politiche saranno prima studiate a tavolino, poi messe in scena.

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Fervono i preparativi per l’elezione del Presidente della Repubblica, sarà una corsa ad ostacoli, nulla sarà lasciato al caso, le strategie politiche saranno prima studiate a tavolino, poi messe in scena.

Il “cavallo” vincente dovrebbe avere un certificato genealogico di tutto rispetto, bisogna essere perfetti per rientrare in questa ristretta cerchia di concorrenti.

Fra i possibili papabili si era fatto il nome del Cavaliere, ma sembra non averne i requisiti, troppe le gare a cui ha partecipato nei vari processi celebrati in tutt’Italia.

La caduta degli asini :

Per la corsa verso il Colle non basta la statura fisica, aver galoppato in sella alla politica per decenni, ci vuole qualcosa che pochi posseggono, una statura morale.

A Gennaio 2022 ci sarà l’elezione del Capo dello Stato, sulla scelta si possono solo fare supposizioni, per l’ex Premier Lamberto Dini potrebbero essere in quattro in corsa per il traguardo finale :

  • Mario Draghi, Presidente del Consiglio
    Marta Cartabia, Ministro della Giustizia
    Pier Ferdinando Casini, politico di lungo corso.
    Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale.

Mattarella, prima della fine del suo settennato ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di ricandidarsi come ha fatto il suo predecessore Napolitano, un bis per il Presidente uscente, sarebbe solo una forzatura.

Sette anni al Colle sono lunghi, pesanti da sopportare, non sarà stato facile tenere a freno “cavalli” sempre più scalpitanti e in perenne competizione.

Come disse Romano Prodi nel 2013, prima di essere silurato da 120 franchi tiratori, al Colle non si sale con i voti del Popolo, ma con i veti dei Partiti.

A distanza di anni, in un suo libro di memorie pubblicato pochi giorni fa, Prodi ha confessato che se fosse stato eletto Presidente, sarebbe stato incontrollabile. In dialetto siciliano si sarebbe potuto dire “cani ca nun canusci padruni” (cane che non conosce padrone), per tale motivo la sua elezione andò a rotoli.

Speriamo che alla fine di questa corsa ad ostacoli, i “partiti di testa” non scelgano un “brocco” da poter cavalcare liberamente sia nei giorni festivi che nei lavoranti.

Se si optasse per questa soluzione, saremmo veramente in un mare francese (de merd).

Mauro Lo Piano / Redazione Sicilia

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