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Castellammare di Stabia

Trattative ad un passo dal burrone. “La goccia” sarà Dell’Utri?

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rattative – Dopo la sentenza di ieri con la quale i giudici della Corte d’assise di Palermo hanno condannato Dell’Utri a 12 anni, attestando così che la trattativa Stato-mafia c’è stata, un nuovo macigno è caduto sulla già tormentata vicenda politica e sul cammino verso la formazione di un Governo per cui ora è ancor più lecito chiedersi se un governo Di Maio-Salvini sia ancora possibile.

Dal nuovo giro di consultazioni portato avanti dal Pres. Del Senato Casellati, era già stata certificata che la distanza tra Di Maio e Salvini restava ancora immutata per cui ci si trovava, ancora, in una posizione di stallo ma anche, stando alle parole della Castellati, che era emersa l’apertura del capo politico del M5s a un “appoggio esterno” di FI e FdI come anche che Salvini aveva dato l’impressione di attendere un “punto di caduta” per poter farsi avanti. Uno stallo in movimento, insomma.

Ma poi, per ulteriore disgrazia o forse fortuna, sulle trattative in corso, è precipitata la valanga della sentenza della Corte d’assise di Palermo in merito al processo sulla cosiddetta “Trattativa Stato-mafia” che vedeva tra gli imputati, ora condannati, pezzi importanti del mosaico Berlusconi e quindi, dello stesso.

Trattative Stato-mafia. Ondata di Condanne

Trattative Stato-mafia. Ondata di Condanne (Lo Piano -Saint Red)

Ulteriore disgrazia, o forse fortuna? Ad ora non è possibile ben etichettare l’accaduto. Fatto sta che l’effetto immediato è stato quello di uno Tsunami che spazzava via anche quel minimo di speranze, e possibili aperture, che si volevano intravedere tra le parole del duo Salvini-Di Maio:

– con lo psico-nano mai, da sempre tuona Grillo, e Di Maio non ha certo intenzione di perderne l’appoggio
– non si possono accettare veti ad personam, ha sempre detto Salvini temendo, a sua volta, di poter essere additato, in caso di distacco da Berlusconi, come l’artefice della distruzione della parvenza di Centrodestra che ancora si propina alle masse;

questo lo scoglio più grosso sul quale, da sempre, sono andate ad infrangersi le trattative tra i due ed ora ….

Ora delle due l’una:

– o su quello scoglio l’ondata del Tsunami ha definitivamente schiantato ogni sia pur minima possibilità di intesa;
– o l’ondata del Tsunami è stata così forte da trascinare con se lo scoglio stesso inabissandolo, (e per questo quindi fortuna), dando così a Salvini l’opportunità di coglierne, se vorrà, il “punto di caduta” per poter portare documentate giustificazioni all’impossibilità di continuare a far affondare tutta la nave volendo lasciar aperta la falla Berlusconi: ci ho provato – potrebbe dire – finché c’è stato un minimo di possibilità per provare a minimizzare il fattore B, ma ora! Ora è giunta l’ora di pensare alla nave e chiudere la falla Berlusconi.

Un Berlusconi che ne ha subito avvertita la forza per cui è subito, già, passato al contrattacco sbottando:

“E’ assurdo e ridicolo accostare il mio nome alla trattativa Stato-mafia”

e criticando anche il pm Nino Di Matteo affermando:

“Si è permesso di commentare una sentenza adombrando una mia personale responsabilità. E’ un fatto di una gravità senza precedenti, ho parlato con i miei avvocati, faremo dei passi nelle sedi opportune nei suoi confronti”.

Poi aggiunge e spiega:

“Vorrei ricordare che non abbiamo ricevuto nel 1994 né successivamente nessuna minaccia dalla mafia o dai suoi rappresentanti. Vorrei ricordare che i miei governi hanno sempre operato nella direzione di un contrasto fortissimo nei confronti della mafia, abbiamo incrementato la pena del 41 bis rendendola più grave e l’abbiamo spostata fino alla fine della detenzione anziché per un periodo più stretto”.

Ed infine chiosa con un:

“Abbiamo individuato nuovi strumenti per la stessa lotta tra cui il codice antimafia che ha consentito, da un lato la cattura di 32 su 34 dei più pericolosi latitanti, abbiamo consegnato alle prigioni italiane 1926 presunti mafiosi, e sono stati confiscati beni per un totale di 40 milioni di euro.
Credo che l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura che noi abbiamo continuato a sospingere abbia dato i suoi frutti. Si dimostra in maniera incontrastabile che il nostro atteggiamento nei confronti dell’organizzazione criminale a cui si dà genericamente il nome di mafia, ha trovato sempre nel nostro governo un contrasto fortissimo”.

Come si nota, quindi, Berlusconi ha subito compreso la falla che questa volta si è aperta sotto i suoi piedi. Ne sapranno “approfittare” i due? Si vedrà! Per farlo, per trovare modo di trarre beneficio dall’inaspettato (inteso come tempo di arrivo) Tsunami, i “nostri” hanno due giorni di tempo.
Due giorni dirante i quali dovranno provare a chiudere la trattativa, poi sarà Mattarella a decidere e già si sa che darà un incarico pieno solo con l’accordo M5s-Lega su programma, premiership e maggioranza

E questo è, ad ora, per cui, vedendo ora la nave squassata anche dagli effetti di questo nuovo Tsunami, ci tocca dire, ancora una volta: io speriamo che me la cavo.

Stanislao Barretta

EDITORIALI POLITICA


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