Si al rinvio ma nessuna modifica, così l’eurogruppo che si è riunito a Bruxelles per discutere, tra l’altro, del MES (meccanismo europeo di stabilità)
MES: l’Europa blinda l’accordo ma apre al rinvio della firma a gennaio
Dalla riunione del Consiglio Europeo di ieri sera, conclusosi alle 2 di notte, una sola cosa chiara sul MES: la riforma per quanto riguarda in particolare le norme sul fondo salva-stati è blidata e ci sarà solo un’apertura sui tempi concessa, anche per ragioni tecniche, dal Presidente dell’eurogruppo Centeno. Il testo quindi verrà comunque discusso dal Consiglio Europeo del 12 e 13 dicembre ma il voto per un via libera dovrebbe ormai essere fissato per i primi mesi del 2020.
Comunque, il ministro dell’economia Gualtieri si è detto soddisfatto perché il rinvio concesso permetterà ai rispettivi parlamenti nazionali dei paesi della zona euro di valutare l’intesa raggiunta che, se sul piano politico è già stata definita come ha detto ieri lo stesso Centeno, permette di lavorare su alcuni allegati che potrebbero migliorare la difesa dei titoli di stato in caso di crisi finanziaria e poi potrebbe portare maggiori tutele per uno stato dell’eurozona qualora dovesse chiedere un prestito dal fondo salva-stati.
Sull’argomento interviene da Londra anche il Presidente del Consiglio Conte per ribadire che la partita sul MES non è ancora del tutto chiusa e mostra ottimismo sulla tenuta dell’esecutivo che, ci tiene a precisare, non rischia ne sul MES ne sulla prescrizione che è l’altra bolla di discussione messa in campo da più parti.
Il Premier Giuseppe Conte si mostra quindi ottimista e per nulla preoccupato dalle fibrillazioni nella maggioranza anzitutto sul fondo salva stati per il quale, replicando al presidente dell’eurogruppo Centeno, afferma: “saremo noi a decidere tempi e modi della firma dell’accordo”. Un modo questo per assicurare, a Bruxelles come a Roma, che la partita è ancora aperta.
Siamo sicuramente ai passaggi finali, dice Conte, ma non dimentichiamo che c’è una logica di pacchetto e noi rimaniamo vincolati a questa prospettiva lasciando intendere che forse, nei colloqui con i leader europei a Londra, ha ottenuto un qualche appoggio in questa direzione.
Intanto l’immaginifico e logorroico Caporale continua nella sua campagna mistificante e arriva finanche a dire che il Premier Conte se n’è andato “in gita” a Londra metre l’Italia starebbe affogando coadiuvato, in questo, dallo stranazzare della Meloni che, lanciando i suoi lai, gli fa compagnia facendosi “prefica” (Chiagnamuort, chiangimorti, piagnone). SIC!
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