Previsioni di crescita per il 2019 peggiori (all’1 per cento) e perciò meno entrate fiscali hanno convinto il governo ad accettare la riduzione del deficit chiesta dall’Europa e ad offrire nuove “Clausole di salvaguardia“. Cioè, al di là della retorica dei “numerini” che non cambiano nulla, ci sono 10 miliardi di meno, per metà tolti a reddito di cittadinanza (il tanto decantato provvedimento che dovrebbe accompagnare i disoccupati a trovare un lavoro e così “abolire la povertà” ma che così, anche nella migliore delle ipotesi, non sarà perché quasi metà dei membri di famiglie povere ha un’occupazione che però non basta per farli uscire dall’indigenza) e “quota cento”, che avrebbe dovuto accompagnare le persone alla pensione ma che, anch’essa, non sarà affatto come pubblicizzato all’inizio ed ancora in queste ore.
Conclusione, solo un baratto per avere, in cambio, una sospensione (momentanea) delle previste sanzioni da Bruxelles. Insomma, solo una tregua natalizia ottenuta soprattutto facendo anche loro una vecchia promessa che, fino ad ieri ed anzi ancora ora, era ritenuta sterco del diavolo ma che ora, sebbene provano a farla passare in sordine, non ritengono più tale ed anzi, rilanciano. Parliamo delle tante vituperate clausole di salvaguardia, cioè degli aumenti automatici di Iva per far quadrare i conti nel 2020 e 2021. Aumenti che, se prima erano i 12,5 miliardi tanto strombazzati dal DUO quando devono farsi belli e far passare che LORO hanno bloccato l’aumento dell’IVA, regalo poco gradito lasciato loro in eredità dal vecchio cattivo governo, diventano ora oltre 20 miliardi; e questo è il regalo che loro lasciano per il futuro ma non è più sterco, è cosa saggia visto che questi 20 miliardi sono garantiti da loro. Loro che sono altro!
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