Al rientro dal viaggio in Sudamerica Papa Francesco rivolge un appello ai leader mondiali riuniti a Davos. Al centro del messaggio ci sono il lavoro e la minaccia dei robot: “L’uomo sia al centro dell’economia e l’intelligenza artificiale protegga la vita. Bisogna creare occupazione e promuovere la giustizia sociale”. Dunque, i robot devono essere al servizio dell’uomo.
Il Papa e la minaccia dei robot: “L’uomo sia al centro dell’economia”
Messaggio di Bergoglio ai grandi di Davos: «La tecnologia deve proteggere la vita». L’appello agli imprenditori: «Bisogna creare lavoro e promuovere la giustizia sociale»
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ITTÀ DEL VATICANO – «L’intelligenza artificiale, la robotica e le altre innovazioni tecnologiche» devono essere impiegate a servizio dell’umanità e alla protezione della nostra vita sulla terra, piuttosto che diventare una minaccia «come alcune valutazioni purtroppo prevedono». Francesco ha inviato un messaggio al Forum economico mondiale di Davos, letto ieri sera dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del dicastero per lo sviluppo umano integrale. Il Papa chiede che sia l’uomo al centro dell’economia. Non il denaro o le macchine sempre più sofisticate che rischiano di scalzare gli uomini e le donne che lavorano.
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Nel messaggio, indirizzato al presidente esecutivo del Wef Klaus Schwab, il Papa si sofferma sulle ricorrenti crisi finanziarie che hanno creato nuove sfide e problemi per i governi, «come la crescita della disoccupazione, l’aumento di varie forme di povertà, l’allargamento del divario socio-economico e nuove forme di schiavitù», spesso legate a conflitti e migrazioni.
L’etica dello sviluppo
Da ormai cinque anni il Pontefice ribadisce che l’attuale sistema economico-finanziario sta diventando insostenibile e che economia, finanza, salvaguardia dell’ambiente, migrazioni e guerre sono temi connessi tra di loro. In questo contesto, spiega Bergoglio, «è fondamentale salvaguardare la dignità della persona umana, in particolare offrendo a tutti vere opportunità per uno sviluppo umano integrale e attraverso politiche economiche che favoriscano la famiglia». I modelli economici, scrive Papa Francesco, devono «osservare un’etica di sviluppo sostenibile e integrale, basata su valori che mettano al centro la persona umana e i suoi diritti».
«Di fronte alle molte barriere dell’ingiustizia, della solitudine, della sfiducia e del sospetto che vengono ancora costruite ai nostri giorni – scrive Francesco – il mondo del lavoro è chiamato a compiere passi coraggiosi affinché essere e lavorare insieme non sia solo uno slogan ma un programma per il presente e per il futuro».
«Solo attraverso una ferma determinazione condivisa da tutti gli attori economici possiamo sperare di dare una nuova direzione al destino del nostro mondo – spiega il Papa – Così anche l’intelligenza artificiale, la robotica e le altre innovazioni tecnologiche devono essere impiegate in modo tale da contribuire al servizio dell’umanità e alla protezione della nostra casa comune, piuttosto che al contrario, come alcune valutazioni purtroppo prevedono».
L’enciclica
Nell’enciclica “Laudato si’”, dopo aver descritto in modo positivo le conquiste della scienza e della tecnica, Francesco scriveva: «Tuttavia non possiamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso Dna e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Anzi, danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero».
La lettera papale al forum di Davos si conclude spiegando che «non possiamo rimanere silenziosi davanti alla sofferenza di milioni di persone la cui dignità è ferita» e che è appunto un «imperativo morale, una responsabilità che riguarda tutti, creare le giuste condizioni per vivere con dignità». L’appello è a rigettare una «cultura usa e getta». Al mondo imprenditoriale il Papa chiede di aumentare la qualità della produttività, creare lavoro, rispettare le leggi che lo regolano, combattere la corruzione e promuovere la giustizia sociale: una «importante responsabilità da esercitare con discernimento, perché le decisioni saranno decisive nel dare forma al mondo di domani e quello delle generazioni future».
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