Leo Turrini: “Ferrari in grande difficoltà”

Le parole del giornalista Leo Turrini che analizza l’inizio di stagione della Formula Uno

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Leo Turrini: “Ferrari in grande difficoltà”

Il giornalista e ospite fisso di Race Anatomy su Sky, Leo Turrini, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Marco Palomba e Carlo Ametrano nel corso di “Passione Formula Uno” di ViViRadioWeb. Ecco le sue dichiarazioni:

Leo, bentornato! Facciamo un piccolo recap sulla Ferrari: come valuti quest’inizio?

“La Ferrari è in grandissima difficoltà. La SF-23 è un progetto nato male e la cosa particolarmente preoccupante è quanto si è potuto vedere a Barcellona: gli interventi sulla vettura non funzionano. Mi ricorda tanto la fase degli anni 90 prima che in Ferrari arrivasse il dream team allestito da Montezemolo. Però siamo ancora lontani da quei momenti”.

Come vedi i rapporti tra Leclerc e Carlos Sainz?

“Penso che nella relazione tra loro non ci sia nessun problema. Si frequentano anche fuori dalle piste, sono giovani con caratteri diversi ma il rapporto non si tocca. È ovvio che l’umore dipenda alla fine anche da come va la vettura e, sotto quest’aspetto, per usare un termine facile, è ovvio che siano depressi. Barcellona da questo punto di vista è stata spietata: Leclerc diciannovesimo in qualifica e ancora non si sa perché, il che ti fa capire che la macchina andava talmente piano che non si poteva fare di meglio; Sainz che invece l’aveva messa in prima fila ed è stato superato sia da Perez che da Russell che erano fuori dalla top ten in griglia di partenza. Quanto ti rendi conto che la macchina non va, è difficile aspettarti sorrisi e morali alle stelle da parte di entrambi i piloti”.

Anche perché a oggi i piloti in Ferrari sembrano esser l’unica cosa da non mettere in discussione

“Credo che in questa realtà tecnologica l’ultimo problema della Ferrari siano i piloti. Se vogliamo poi fare discorsi fra di noi su cosa possa avere in più Verstappen, o la grande esperienza di Hamilton ok… ma se ci mettete chiunque su questa Ferrari, vi assicuro che non vincerebbe nessuno”.

Pensi che Leclerc sia un pilota top? Anche perché per ora non ha mai lottato per il titolo…

“Bisogna fare una distinzione. Se bisogna guardare i numeri, nudi e crudi, è fuori discussione che non abbia vinto tanto. Però non sempre i numeri dicano tutta la verità. Credo che abbia un talento purissimo, soprattutto sul giro secco e le pole position parlano chiaro. Le qualità ci sono tutte. Poi, se mi dici: ma se avesse la macchina da mondiale riuscirebbe a gestire lo stress? Non so dirtelo perché non ha mai avuto questa grande occasione, eccezion fatta per le prime gare della passata stagione. Spero che la Ferrari gli dia questa possibilità nel futuro, altrimenti resteremo sempre col dubbio”.

Venendo alla Mercedes: gli aggiornamenti funzionano?

“La Mercedes ha intrapreso una strada molto audace. Wolff ha detto chiaramente che la macchina che avevano era da buttare e l’hanno rifatta, anche se non al massimo perché c’è il budget cap, e i risultati si sono visti sin da subito. Contrariamente a Ferrari, infatti, Mercedes con gli sviluppi è andata nella direzione giusta. Non possono giocarsela con Verstappen, ma in Spagna entrambi hanno fatto un’ottima gara, Russell su tutti: partito dodicesimo è salito sul podio. Ed è questo il problema della Ferrari. Ricordo benissimo l’anno scorso quando Binotto disse che dalla pausa estiva sarebbero arrivati aggiornamenti che avrebbero permesso alla Ferrari di lottare per vincere tutte le gare rimanenti… e alla fine non ne portarono a casa neanche una”.

Te sei molto legato a Senna, così come Carlo Ametrano che ogni anno organizza il Senna Day. Puoi parlarci un po’ di lui?

“In primis ringrazio Carlo per l’impegno con il quale si dedica a ricordare Ayrton. Sono sempre in difficoltà a ricordarlo perché eravamo amici: era un’altra Formula 1, i piloti erano molto più liberi. Per farti capire: capitava che Ayrton poteva darmi un passaggio con la sua macchina dalla pista fino all’hotel dove alloggiavo, cosa che oggi invece è impossibile considerando che i piloti sono circondati da procuratori, manager e addetti stampa. Ho un legame emotivo molto forte con quell’epoca, con Senna in particolare.

Posso dire che, da Lauda in poi, ho visto tutti i piloti e posso dire che Ayrton è stato il migliore di tutti: per talento e passione che aveva. Non ti dico l’essere umano, che era qualcosa di meraviglioso, anche se quando ovviamente c’era la visiera giù, Senna avrebbe asfaltato anche sua madre. Questo ovviamente non toglie nulla considerando quanto di buono e bello ha fatto per noi e per il Motorsport”.

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