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ilan Zahalka, ex portiere della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione “Il pungiglione stabiese”, in onda sui canali social di Vivicentro.it. Durante l’intervista, Zahalka ha ripercorso con entusiasmo la sua esperienza a Castellammare di Stabia, ricordando con affetto i momenti salienti della sua carriera in gialloblù.
“Ho vissuto a Castellammare di Stabia un’annata splendida”, ha esordito Zahalka, “arrivai in corso d’opera perché c’erano dei problemi tra i pali e per fortuna il presidente Fiore mi scelse per venire ad aiutare la Juve Stabia in quell’anno. Nella C2 che facemmo noi c’erano dei super giocatori, ad esempio Riganò e Molino ed anche noi avevamo bei giocatori, era tutto un altro livello. Fu un’annata molto divertente, con un gruppo splendido, un allenatore fantastico ed un presidente carismatico che manca al calcio di oggi”.
Zahalka ha poi elogiato la figura del presidente Fiore, sottolineando il suo carisma e il suo sostegno alla squadra: “Il presidente Fiore ci ha sempre aiutato anche nei momenti più difficili, entrando anche negli spogliatoi per dare la giusta carica e fiducia sia a noi che all’allenatore senza condizioni; quando vincevamo delle partite difficili entrava negli spogliatoi e creava un’atmosfera allegra. La nostra parola magica era ‘premio’ (ride) e il presidente acconsentiva. Fiore era parte del gruppo e ci sosteneva, penso che quell’anno diede il più possibile e anche nel mercato invernale portò nuovi giocatori; riuscimmo a centrare la salvezza che era la cosa principale, con una giornata d’anticipo, facemmo il massimo possibile”.
L’ex portiere ha ricordato anche l’importanza del gruppo squadra e del mister Pierino Cucchi: “C’era un gruppo splendido, mi sento ancora con i miei ex compagni. Pierino Cucchi raggiunse appunto con noi il risultato della salvezza. Era un padre per tutti che eravamo un mix tra giovani e calciatori di esperienza e lui riuscì a fare integrare i calciatori giovani nel suo modulo di gioco. Ogni giorno noi credevamo nell’obiettivo prefissato, c’erano delle difficoltà anche economiche, il mister ci dava sempre fiducia ed ha sempre dato il massimo, era una persona davvero speciale”.
Zahalka ha poi espresso alcuni rimpianti per la sua carriera, tra cui la mancata possibilità di tornare alla Juve Stabia dopo il fallimento del Como: “Ho vari rammarichi per la mia carriera, ad esempio quando fallì il Como diedi mandato al mio procuratore di tornare alla Juve Stabia che era appena salita dalla D, però non ci fu interesse da parte della nuova società e fu un po’ una delusione.
Dopo l’esperienza alla Juve Stabia nel giro di poco tempo, mi ritrovai dalla C2 ad un gruppo di serie A nella squadra del Como, ero molto giovane e purtroppo mi ritrovai in una società fallita dopo una manciata d’anni. Pensavo di essere nel club giusto ed invece saltò tutto. Poi uscirono fuori le regole nuove tra cui quella degli Under che resero l’inserimento in altre squadre tutto molto più complicato. Ho girato anche altre piazze, ma è stato tutto difficile con la crisi economica e le regole che sono cambiate; alla fine ho preso la decisione di andare a Cipro che in quegli anni iniziava a salire di qualità ed ho giocato lì tra serie A e B. Il più grande rammarico è quindi che dopo tante stagioni fatte bene ho trovato difficoltà a trovare una sistemazione. Sarei volentieri tornato in C2 alla Juve Stabia. Castellammare mi ha sempre dato calore”.
Infine, Zahalka ha ricordato con emozione il rigore parato a Torre Del Greco e ha espresso la sua gioia per essere considerato uno dei portieri più forti della storia della Juve Stabia: “Il rigore parato a Torre Del Greco fu una grande soddisfazione, me lo ricordano sempre tutti, ci diede un buon input con motivazione e grinta per le partite successive perché non venivamo da risultati positivi; arrivammo stremati alla fine della partita. Ho passato cinque mesi a fare riabilitazione alle terme di Castellammare, era tenuto nascosto, mi stirai un legamento della spalla ed ho giocato 7\8 partite con un braccio solo (ride), ogni partita erano antidolorifici e terapia alle terme.
Giuseppe Vives era uno dei giocatori di talento che Cucchi inserì nella rosa, diede una mano e noi lo aiutavamo a cancellare lo stress emotivo in alcune partite. Sono stato contento che abbia fatto una bella carriera, è stato un piacere averlo come compagno di squadra. E’ un motivo di orgoglio essere inserito tra i portieri più forti della storia della Juve Stabia, fa piacere che le persone mi ricordino in modo positivo, io ricambio questo stato d’animo”.
Zahalka ha concluso l’intervista con una promessa: “E’ un po’ che programmo di venire a trovarvi, ma è dura, tra lavoro e famiglia, ma vi prometto che tornerò. Attualmente sono in Repubblica Ceca e lavoro nella ristorazione, ho un ristorante-pizzeria italiano qui che funziona molto bene. Ho provato a restare nel mondo del calcio come preparatore dei portieri ma il mondo degli allenatori e dei collaboratori è molto difficile e molto breve. Se hai fortuna riesci ad avere il tuo spazio in questo ambiente, ma è un mondo di élite. Ho deciso quindi di chiudere con il calcio perché bisogna mantenere la famiglia e quindi ho preso una strada diversa. L’importante è essere soddisfatti di quello che uno ha fatto in passato, poi si chiude un capitolo e ne inizi un altro e non bisogna essere delusi di non aver sfondato nel calcio che fa parte della mia vita, ma non è tutto.
Demba Thiam ha delle qualità, nonostante la giovane età, è anche lui molto alto e speriamo che in futuro si possa dire che sia stato uno dei migliori portieri della Juve Stabia”.