Juve Stabia: Le prime parole di Mister Sandro Pochesci

Da oggi alla Juve Stabia il nuovo mister delle Vespe, Sandro Pochesci si presenta così in sala stampa per le sue prime parole in gialloblè

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Polisportiva Borghesiana, Torbellamonaca, Guidonia, Viterbese, Olbia, Flaminia C.C., Monterotondo, Lupa Frascati, Monterotondo Lupa, Cynthia, Ostia Mare, Fondi, Ternana, Casertana, Bisceglie, Carpi e da oggi alla Juve Stabia, ecco la lista delle squadra allenate in carriera dal nuovo mister delle vespe, Sandro Pochesci che si presenta in sala stampa e dopo le parole dell’Amministratore Unico e Direttore Generale, Filippo Polcino, e l’introduzione del Direttore Sportivo, Giuseppe Di Bari, inizia la sua prima conferenza stampa a Castellammare.

Queste le parole di Mister Sandro Pochesci raccolte dalla nostra redazione sportiva:

“Ringrazio la società che ha pensato a me e che già avevo sfiorato l’anno scorso avendo parlato con il presidente e con la società, ma poi non se ne fece più nulla.

Dire sì non è stato difficile perché chi non accetta di venire alla Juve Stabia vuol dire che è un allenatore a cui non piace fare il proprio mestiere, perché sono quelle sfide belle e la cosa particolare è che quando vieni chiamato durante il campionato ricevi la chiamata solo perché ci sono problemi di classifica o c’è un problema serio, io invece ho trovato una società organizzata, una squadra triste si ma molto compatta.”

Sandro Pochesci ha assistito alla vittoria della Juve Stabia con la Viterbese:

“Mi è piaciuto molto l’atteggiamento avuto domenica a Viterbo su un campo molto difficile, che conosco e so cosa vuol dire vincere su quel campo. Quando affronti l’ultima in classifica, pensi che tutto sia facile, invece la squadra che ho visto è scesa in campo diversamente e aver vinto una partita che anche se sotto l’aspetto del gioco la squadra deve fare meglio, però mi è piaciuta tanto la voglia e la compattezza dei giocatori che nonostante la difficoltà di ritrovarsi senza l’allenatore che li aveva condotti fino alla gara precedente, da un momento all’altro, non hanno avuto ripercussioni ed è stato bravo anche Lucenti a fare una mossa giusta, a 15 minuti dalla fine, mettendosi a cinque dietro (Altobelli si era spostato in mezzo alla difesa, tra Cinaglia e Caldore, ndr) dimostrando che questa squadra sa anche cambiare pelle ed è proprio quello che voglio fare io.

Sulle potenzialità della rosa:

“Quando c’è un cambiamento tutti hanno paura, ma io faccio un esempio, vidi un giocatore che proprio in quel Fondi-Juve Stabia dove io ero dall’altra parte, ricordo di un giocatore che non giocava qui, in serie C, io andai a Terni in B l’anno successivo e preferii lui, parlo di Montalto, a Cacia e Gilardino che invece richiedevano i tifosi.

Io Dissi in conferenza, voglio lui e non gli altri due, e sono convinto che farà 20 goal in questo campionato!

Mi presero tutti per pazzo, ma Montalto fece 20 goal in quel campionato di serie B stupendo tutti.

Dico questo perché penso che questa società ha operato bene perché non sei quarto per caso dopo 24 partite e con quelle due tre squadre la davanti che sono più forti.

Questo significa che lo staff funziona, che la società funziona e che il gruppo c’è.

Non entro in merito con le scelte del mio predecessore, io so solo che sono qui per migliorare me stesso e la squadra, non sono qui per mantenere ciò che è stato e non portare le mie idee, non fa per me questo tipo di ragionamento.”

Il ricordo di Pochesci del tifo gialloblè:

“Ma voglio fare un altro esempio, quando stavo vincendo con il Fondi per 2-0 quel match del campionato 2016, e all’80’ del match ricordo quel pubblico di Castellammare, un vero muro umano, sostenne la squadra e grazie a loro la Juve Stabia rimontò.

Io penso che Castellammare ha questa grande forza, un senso di appartenenza, ricordo che speravo che si fermassero invece furono proprio loro a far recuperare quella partita alla Juve Stabia, io spero che questo possa essere lo sprone per far tornare in tutti quel senso di appartenenza con il mio lavoro sul campo.

Noi dobbiamo giocare non solo con l’anima ma con qualcosa di più.”

Riaccendere l’entusiasmo del pubblico:

“Ci sarà un cambiamento forte e radicale perché questa squadra può fare bene anche attaccando e d’altronde ha fatto già bene fino a questo momento ma soprattutto questi ragazzi devono divertirsi, devono giocare con il sorriso, soffrendo tutti insieme ma il calcio è gioia e queste emozioni non le possiamo dare alla gente se non le sentiamo prima noi e trasmetterle alla gente.

Spero che queste mie parole possano portare già stasera gente allo stadio perché stasera affrontiamo una delle due tre squadre che ambiscono a vincere il campionato. Ho visto le partite del Crotone, le sto vedendo da tre giorni, e quando leggo i loro giocatori e le distinte, come vedo la formazione la richiudo, stiamocene a casa, ma la sfida è bella e sognare non costa nulla, questa è la mia missione.

Il pensiero di Sandro Pochesci sulla società:

Voglio dire una cosa anche sulla società, pensiamo al calcio italiano dove ormai quasi tutte le società sono in mano a capitali stranieri e quando trovi degli imprenditori del luogo che ancora ci mettono soldi e passione o comunque investono, si può pure criticarlo, perché il calcio è così, ma alla fine si deve anche apprezzare il loro impegno.

Finito il suo discorso inziale sono iniziate le domande, ma in particolare si parte da ciò che vedremo già contro il Crotone:

L’atteggiamento da usare questa sera contro il Crotone e per il prosieguo del campionato:

“Ogni allenatore ha i propri principi, io metto i miei. Noi abbiamo però un vantaggio, non abbiamo l’assillo di dover vincere per forza da subito il campionato, noi sappiamo che pur potendo sbagliare via via, anche da stasera, ma noi abbiamo davanti un percorso, un nuovo percorso, che potrà anche avere delle insidie, ma noi dobbiamo andare avanti per la nostra strada.

Io mi sto giocando una chance importante, io non sono venuto per far fare il compitino alla squadra, sono un ambizioso, ho rinunciato al posto fisso, facevo il portantino, ma ho degli obiettivo, mi manca di allenare solo in una categoria, la più importante, la serie A, e poi mi mancano la seconda e terza categoria.

Sogno di arrivare lì, magari anche con la Juve Stabia, e poi andare a fare la seconda e terza categoria a settant’anni solo per hobby a fine carriera.

Sul mercato abbiamo provato fino all’ultimo, stavamo prendendo anche Mendez dell’Ascoli, non è venuto, ma è normale che quest’anno si può costruire, vediamo questi giovani come rispondono.

Giocare nell’alta classifica o trovarsi è molto diverso.

Io non sono un allenatore che aspetta, sono un allenatore che ha frenesia, sono frenetico, sono tranquillo quando ho la palla io, non attendo, mi devi costringere a stare dentro l’area, io sono della mentalità di voler fare un goal più dell’avversario.

Ci vorrà un po’ di tempo, ma se me lo darete vi farò divertire.

I principi sono fondamentali nel calcio, i miei sono diversi da quelli che c’erano prima, non mi fermo ai modulo, voglio una squadra che attacca.

Dico solo questo.”

La presenza di un leader alla Juve Stabia, questa la risposta di Sandro Pochesci:

“Sui leader dico che ne abbiamo, io sono convinto che un giocatore come Zigoni può far bene ed è stato finora utilizzato male, non me ne voglia nessuno, per me l’attaccante deve guardare la porta avversaria, non solo e sempre la sua, noi dobbiamo cercare di mettere in grado lui di essere come il mio Montalto di Terni per questa squadra, sono convinto che lui può esserlo, oltre agli altri leader che abbiamo in questa squadra.”

Dove possiamo arrivare?

“Questa è una classifica molto strana, vedi il crollo del Pescara, con il sogno del terzo posto che potrebbe essere anche il nostro.

Io so solo quello che posso fare nel mio lavoro, penso che questa squadra possa aumentare l’indice del goal, so solo che qualche giocatore che sembrava dormiente inizierà a fare qualcosa di diverso. Io dico solo che, e faccio gli esempi di Fofanà, Bayeye e Ghion, oggi fanno la differenza, il mio compito è migliorare la squadra sotto l’aspetto del singolo calciatore, mi ritengo un insegnante di calcio, poi dei budget mi interessa poco. Lo spirito del calciatore deve essere quello di essere ambizioso, per esempio, vuoi il posto fisso come nel film di Zalone? Oppure essere ambizioso? Io sono per la seconda.

Bayeye oggi sta in serie A dopo esser stato messo fuori squadra prima del mio arrivo nella sua squadra qualche anno fa.

Ai ragazzi dico di sognare, se penso che la mia squadra parte battuta, la cambio tutta.”

Sulla formazione per la gara con il Crotone di questa sera Sandro Pochesci si esprime così:

“Nella mia testa la formazione la cambio di continuo. Se i miei giocatori mi chiedono, chi gioca? Per me prima la formazione è un minuto prima. Non è mancato anche un passaggio sul suo sfogo post Fondi-Juve Stabia, lo rifaccio non è la Juve ma è la Juve Stabia, sbattendo i pugni sul tavolo. Il campo poi dirà se tutto andrà bene oppure no da oggi in poi, il sono una persona diretta, ognuno avrà le sue responsabilità!”

Il contratto?

“Per me si fanno anno per anno, a Terni ne avevo 5 ed ho strappato io il contratto, a Carpi 2 e sono falliti, io tanto rimarrò se mi vogliono tenere qui perché sono di arrivare in serie A e magari farlo con la Juve Stabia, così ho completato la mia esperienza.

Almeno che non mi voglia la Roma che impazziscono in serie A e mi chiamano”.

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