9.5 C
Castellammare di Stabia

Juve Stabia, questione di mani: da Thiam a Confente, il filo d’acciaio che blinda la porta

LEGGI ANCHE

C’è un filo invisibile, sottile ma resistente come l’acciaio, che lega le ultime stagioni della Juve Stabia. È una linea di continuità tracciata non con i piedi, ma con le mani. È la certezza, ormai dogmatica alle falde del Faito, di avere tra i pali non un semplice portiere, ma un baluardo invalicabile. Se la storica promozione e il successivo consolidamento in cadetteria hanno avuto il volto statuario e i guantoni di Demba Thiam fino all’inizio dell’estate, l’eredità raccolta quest’anno da Alessandro Confente conferma una verità assoluta: a Castellammare la porta è in mani sicurissime.

Due profili diversi, un unico destino: essere protagonisti assoluti.

L’Ombra del Gigante e la Luce del Nuovo Custode

L’addio di Demba Thiam, volato a Monza per meritati palcoscenici da Serie A, avrebbe potuto rappresentare un trauma. Il portiere senegalese non era solo un atleta formidabile; era stato l’eroe della cavalcata trionfale, l’uomo capace di infondere, con la sua sola presenza fisica, una sicurezza granitica a tutto il reparto difensivo. Sostituire un idolo è l’impresa più ardua nel calcio.

Tuttavia, l’arrivo di Alessandro Confente ha rapidamente fugato ogni dubbio, trasformando lo scetticismo in applausi. Il portiere ex Vicenza non ha cercato di imitare il predecessore, ma ha imposto il suo stile. Si è calato nel mondo “Vespe” con una naturalezza disarmante, sfoderando parate decisive e, soprattutto, una leadership silenziosa ma efficace. Se la Juve Stabia continua ad essere una squadra ostica, “rognosa” e difficile da battere, gran parte del merito va cercata proprio in quella casacca numero uno che Confente indossa oggi con la personalità del veterano. Dove prima arrivava l’esplosività di Thiam, oggi arriva il posizionamento chirurgico di Confente.

Il Cuore oltre l’Ostacolo: Signorini e Boer

Ma il racconto dei portieri gialloblù non sarebbe completo se ci si fermasse ai soli titolari. C’è una pagina romantica, scritta con inchiostro indelebile che porta i nomi di Alessandro Signorini e Pietro Boer.

Portieri che aspettano il proprio momento lavorando nell’ombra per dimostrare che il gruppo viene prima del singolo, e che l’affidabilità è una dote che si coltiva giorno dopo giorno per farsi trovare pronto all’occorrenza.

La Visione e la Mano del Maestro

Da Thiam a Confente, passando per Signorini e Boer, la Juve Stabia dimostra di avere una visione strategica cristallina: per costruire grandi successi, bisogna partire dalle fondamenta. E a Castellammare, le fondamenta hanno i guanti bianchi.

Un 2025 che si chiude con questi nomi e storie diverse, ma tutte accomunate dall’occhio attento e sapiente del maestro Amedeo Petrazzuolo. È lui l’architetto di questo reparto, capace di valorizzare il talento grezzo, di rigenerare certezze e di mantenere altissimo lo standard di rendimento. Se la porta della Juve Stabia è diventata un luogo sacro dove gli attaccanti avversari faticano a trovare gloria, il merito è di chi quella porta l’ha blindata con scelte coraggiose e lavoro quotidiano.

Il futuro dirà dove arriveranno queste Vespe, ma una cosa è certa: qualunque sia la tempesta, a Castellammare c’è sempre qualcuno pronto a parare il colpo.

Juve Stabia TV


Gli auguri di buon anno di Carlo Ametrano

In occasione dell'ultimo giorno dell'anno e dell'arrivo del 2026, riportiamo l'intervista fatta al giornalista e scrittore stabiese Carlo Ametrano. Ecco le sue dichiarazioni. Carlo, vogliamo...

Ti potrebbe interessare